I NOSTRI COMUNICATI

 

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Un evento in diretta web dedicato alla Giornata della Trasparenza 2021. E’ stato organizzato dal Comune e dalla Città metropolitana di Torino per mercoledi 23 giugno a partire dalle 9,30 su piattaforma Webex, solo i relatori si troveranno in presenza presso la Sala Incontri del 15° piano del palazzo di corso Inghilterra 7.
I lavori, che avranno al centro i diversi aspetti della trasparenza nella pubblica amministrazione, saranno aperti dalla sindaca di Torino Chiara Appendino. Seguir
àla relazione di Enrico Sorano dell’Università di Torino dedicata in particolare alla “gestione per processi e misurazione e rendicontazione delle performance delle aziende pubbliche”.
A fine mattinata è in programma una tavola rotonda sul tema “Trasparenza e innovazione”, moderata dal giornalista Alessandro Galavotti, caporedattore dell’agenzia Ansa.
I lavori si potranno seguire su https://cittametropolitanatorino.webex.com/cittametropolitanatorino/j.php?MTID=m8d87516b67083c951361caa111f15edf

 

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Anche la Città metropolitana di Torino attraverso la sindaca metropolitana Chiara Appendino ha chiesto al Governo di avere ruolo, responsabilità e risorse dirette in materai di PNRR - Piano Nazionale Resilienza e Ripartenza.
Insieme ai colleghi sindaci metropolitani di Venezia, Genova, Bari, Messina, Napoli, Reggio Calabria, Bologna; Firenze, Palermo, Catania, Roma, Milano e Cagliari infatti Chiara Appendino ha firmato una lettera al presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi in cui le Città metropolitane chiedono tra l'altro "di partecipare direttamente e senza intermediazione alla gestione di alcune missioni di
progetti, perché in questi anni abbiamo dato ampia dimostrazione di saper gestire gli investimenti con efficacia ed efficienza. Chiediamo che i finanziamenti siano diretti e non necessariamente intermediati dalle Regioni, applicando modelli di gestione già sperimentati dal Governo in occasione del Patto delle Città Metropolitane e del Pon Metro".
I sindaci metropolitani inoltre chiedono con urgenza "un canale diretto con la Presidenza del Consiglio e un tavolo permanente politico con il Presidente Draghi" ricordando che la Cabina di Regia prevista dal Dl Semplificazioni ha escluso gli Enti locali.

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La Città metropolitana di Torino assume. Lo fa con selezioni pubbliche in corso in questi giorni per individuare complessivamente 24 figure professionali da assumere con contratti di formazione lavoro, inizialmente per un anno.  

Di recente si sono concluse le prove per la prima tranche che vede la selezione di 7 tra ingegneri, istruttori direttivi tecnici e periti industriali.

In questi giorni nella sede di corso Inghilterra a Torino si stanno svolgendo le prove scritte per la seconda tranche dedicata a 10 tra architetti, istruttori direttivi di ragioneria e tecnici, specialisti in programmazione economica e di elaborazione dati.

A breve infine la terza tranche per altre 7 posizioni tra assistenti sociali, istruttori direttivi amministrativi e istruttori amministrativi e contabili.

Intanto si sono concluse anche le prove per le progressioni interne dei dipendenti per 9 figure tra amministrativi e tecnici.

Era dal 2010 che l'Ente non avviava procedure di selezione per nuove assunzioni. Tra pochi giorni anche le prove di idoneità per 15 cantonieri specializzati inviati dai Centri per l'impiego.

"Un primo passo indispensabile per rafforzare l'attività di un Ente da troppo tempo in difficoltà, per consolidare il ruolo sul territorio a vantaggio dei Comuni e dei cittadini" commenta il vicesindaco metropolitano Marco Marocco che conclude con un ringraziamento agli uffici: “realizzare le prove concorsuali in tempi di pandemia è stata una piccola grande impresa”.

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"Siamo tutti convinti che si debba poter lavorare per far vivere le nostre città anche attraverso manifestazioni stimolanti ed attrattive: ma non possiamo tollerare l'arrivo di pullman carichi di negazionisti che utilizzano il caso della torteria di Chivasso per  sfidare lo Stato, negando la pandemia e strumentalizzando politicamente".
Il vicesindaco i Città metropolitana di Torino Marco Marocco, amministratore comunale di Chivasso, interviene sui cosiddetti "aperitivi disobbedienti" che da settimane si ripetono alla Torteria di via Orti a Chivasso, diventando un appuntamento fisso del sabato sera.
"Anche sabato scorso più di 100 persone senza mascherine, in barba a tutte le regole anti covid, si sono dati appuntamento nel locale attraverso i social"  commenta preoccupato Marocco che sottolinea come il sindaco di Chivasso Claudio Castello abbia sollecitato l'intervento della prefettura, sia in merito alle violazioni che per tutelare i ristoratori e i commercianti che hanno sempre rispettato le regole.
"Si è davvero superato il limite - aggiunge Marocco - la politica è chiamata ad intervenire soprattutto alla luce delle strumentalizzazioni dell'estrema destra: dobbiamo tutelare la maggioranza dei cittadini e dei commercianti che rispettano le leggi dello Stato, ricordando i drammi vissuti  da migliaia di famiglie che in Piemonte hanno avuto vittime a causa del covid".
Marocco conclude: "la totalità dei commercianti vuole riaprire, ma in sicurezza e non sfidando la scienza. Lo Stato, la Regione Piemonte e tutti gli amministratori locali stanno operando per tornare il prima possibile alla normalità,  nel rispetto delle leggi e nel contrasto forte alla diffusione della pandemia". 

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La Città metropolitana di Torino è al lavoro per prolungare il comodato d’uso che consente al Comitato per la resistenza di gestire la ex casa cantoniera, da decenni simbolo della storia partigiana scritta sulle nostre vallate e più di recente sede anche di attività collegate al Parco naturale. 
La convenzione, scaduta a fine 2020, vedrà la durata estesa a dieci anni alla luce degli importanti lavori di riallestimento degli spazi espositivi situati al primo piano che il Comitato ha in corso proprio in questi mesi in continuità e completamento della ristrutturazione del piano terreno avvenuta nel 2019 a cura di Città metropolitana
L’intesa è arrivata nei giorni scorsi durante un incontro online tra il vicesindaco metropolitano Marco Marocco e la presidente del Comitato resistenza Col del Lly Amalia Neirotti. L'ecomuseo è situato sullo spartiacque tra le valli di Lanzo e la Valle di Susa, a 1.314 metri di altezza: nato per valorizzare il contributo delle popolazioni montane della Resistenza, in particolare della 17° Brigata Garibaldi “Felice Cima”, ospita documentazione, mostre ed archivi storici. 

In tempi ordinari (covid permettendo) rappresenta una tappa per la visita di centinaia di scolaresche. E' aperto dal 25 aprile alla fine di settembre con un interessante connubio tra storia e natura: da due anni infatti la ex casa cantoniera sul Colle ospita anche il nuovo centro visite del Parco provinciale del Colle del Lys.  

La nuova sede è stata ricavata grazie all’ampliamento e alla ristrutturazione del fabbricato, dove hanno trovato posto nuovi e originali allestimenti espositivi, che valorizzano il concetto di resilienza, cioè la capacità di resistenza e sopravvivenza avvenuto sia da parte dell'uomo nel corso della seconda guerra mondiale, che da parte della natura  negli anni della rinascita postbellica fino ai giorni nostri.

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Marco Marocco: “Sosterremo il Comune nella ricerca dei finanziamenti”

Visita del vicesindaco di Chiesanuova, Giovanni Perucca, questa mattina nella sede di corso Inghilterra della Città metropolitana di Torino. Ricevuto dal vicesindaco metropolitano, Marco Marocco, Perucca ha presentato due progetti della sua amministrazione che necessitano di finanziamenti per la loro realizzazione. Si tratta dello sviluppo e riqualificazione di una zona turistica nell’area del Belice e della creazione di un punto di aggregazione per attività sociali, in particolare musicali.
“Non è ancora dato di sapere se sarà possibile utilizzare i fondi del Ricovery fund” ha spiegato il vicesindaco Marocco. “In ogni caso, la Città metropolitana si impegna a tenere puntualmente informata l’amministrazione di Chiesanuova sull’imminente uscita di bandi europei e regionali”.
Il vicesindaco Perucca ha espresso soddisfazione per l’esito dell’incontro: “Speriamo di poter realizzare rapidamente i nostri progetti. L’attenzione del vicesindaco Marocco e le prime risposte degli uffici ci rincuorano e ci lasciano ben sperare”.

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Un appello alla Regione Piemonte affinchè tenga in considerazione tutti i dati tecnici completi in arrivo dai territori prima di deliberare e prendere ufficialmente posizione rispetto allo studio di Sogin spa sui siti potenzialmente idonei ad ospitare il deposito unico nazionale delle scorie nucleari.
La richiesta arriva da Città metropolitana di Torino con il vicesindaco metropolitano Marco Marocco e da sindaci ed assessori dei Comuni di Carmagnola, Caluso, Chieri, Chivasso, Lauriano, Mazzè, Poirino, Rondissone e Villastellone che giovedi 1 aprile hanno incontrato online l'assessore regionale all'ambiente Matteo Marnati.
"Un incontro utile e positivo - commenta il vicesindaco metropolitano Marco Marocco - durante il quale abbiamo spiegato a Marnati che le diverse relazioni tecniche dei Comuni coinvolti non sono ancora terminate: sarebbe grave se la Giunta regionale deliberasse nei prossimi giorni la propria posizione senza l'indispensabile corredo tecnico".
Unanime la preoccupazione dei Comuni presenti all'incontro: per tutti è indispensabile che Regione Piemonte formalizzi il NO all'individuazione dei siti indicati da Sogin spa come idonei e per questo sono stati affidati incarichi e consulenze tecniche a geologi, agronomi, esperti ambientali che stanno terminando le relazioni.

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E' crisi strutturale per il sistema piemontese delle RSA, le residenze per anziani che dall'inizio della pandemia vivono fasi drammatiche e necessitano di interventi per non essere costrette a chiudere, mettendo in crisi sia migliaia di famiglie degli anziani ricoverati sia migliaia di lavoratori.
Se ne è parlato oggi pomeriggio con toni anche accesi durante la seduta online dell'Osservatorio regionale sulle RSA, il coordinamento istituito lo scorso anno durante la prima fase della pandemia per farsi carico di dare risposte alle segnalazioni in arrivo dai diversi tavoli provinciali, composto da Regione Piemonte, Prefettura di Torino, Città metropolitana di Torino, Ordini dei medici, sindacati, ANCI Piemonte.
"L'assenza della parte politica regionale a questi lavori di coordinamento non è più tollerabile" commenta il vicesindaco di Città metropolitana di Torino Marco Marocco che nell'Osservatorio rappresenta anche tutte le Province piemontesi: "la struttura tecnica della Regione Piemonte fin da subito ha fatto la sua parte, ma non possiamo più attendere. L'assessore alla sanità della Regione Piemonte Icardi si è presentato una sola volta alle riunioni dell'Osservatorio dimostrando scarsa considerazione per un'emergenza che si va trasformando in vera crisi di sistema. Da mesi abbiamo raccolto e segnalato il grido d'allarme delle RSA che, in assenza dei ristori finora solo annunciati, rischiano la chiusura. La politica regionale ha il dovere di intervenire prima che sia troppo tardi".
Del problema sociale legato ai servizi agli anziani l'Osservatorio ha a lungo parlato anche oggi: "vogliamo tutti evitare il falimento di questo coordinamento - aggiuge Marocco - e le risposte devono arrivare dalla sanità regionale. Auspico che il presidente della Regione Cirio voglia intervenire direttamente".

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Un confronto con il mondo accademico e il Politecnico di Torino per incrementare le condizioni di sicurezza di chi lavora sulle strade provinciali, riorganizzazione della filiera del lavoro e in prospettiva il ricorso alle nuove tecnologie per migliorare la sicurezza stradale, una campagna di comunicazione, una maggiore integrazione con la polizia metropolitana. Sono alcune delle proposte emerse nell’incontro che si è tenuto il 24 marzo fra i Consiglieri delegati, i capigruppo e le organizzazioni sindacali della Città metropolitana di Torino. Al centro del dibattito, non solo le questioni sulla sicurezza degli operatori stradali, tema ineludibile dopo l’incidente mortale avvenuto ai due colleghi cantonieri ai primi di marzo, ma più in generale la sofferenza dell’Ente legata ai fabbisogni di personale e investimenti in servizi strategici come la Viabilità e l’Ambiente.

Dopo gli interventi delle sigle sindacali Cgil Cisl Uil e Csa che hanno sottolineato la mancanza di personale e il ritardo nelle assunzioni previste sia per il Dipartimento della Viabilità, che rendono difficoltose le condizioni dei lavoratori e incidono sulla sicurezza nei cantieri stradali, sia per il Dipartimento Ambiente, in particolare per i settori che si occupano di attività autorizzative, è intervenuto il direttore della Città metropolitana di Torino Filippo Dani illustrando il quadro della situazione per quanto riguarda le procedure di assunzione e le progressioni verticali in corso che integreranno, almeno parzialmente, gli organici dei due Dipartimenti. Dani è quindi entrato nel merito della sicurezza stradale, spiegando che la normativa prevede, anche in caso di un incidente causato dall’irresponsabilità di un utente della strada, la revisione del Documento sulla valutazione dei rischi (Dvr), ma che l’obiettivo della Città metropolitana guarda a un Piano della sicurezza più ampio e di lungo periodo, per il quale l’amministrazione ha già preso contatti con il mondo accademico, per avviare un confronto sulle modalità operative, l’articolazione della struttura organizzativa, la formazione dei lavoratori e in prospettiva anche l’uso delle nuove tecnologie nella prevenzione degli incidenti.

La discussione ha preso il via con l’intervento del consigliere delegato Dimitri De Vita, capogruppo del Movimento 5Stelle, che ha fatto notare che i problemi strutturali della Città metropolitana hanno basi antiche e ci vorranno ancora alcuni anni per risolverli e che la pandemia ha influito anche sui ritardi nel piano assunzionale. Il capogruppo 5Stelle ha aggiunto anche che, a fronte di situazioni difficili, non bisogna escludere il ricorso alle esternalizzazioni.

La consigliera delegata Barbara Azzarà è intervenuta sui problemi del Dipartimento Ambiente, sottolineando che serve una visione strategica di lungo periodo che non si limiti al fabbisogno di personale, anche perché la Città metropolitana di Torino è riconosciuta, anche a livello nazionale, per la sua capacità innovativa di confrontarsi con il territorio sul tema della transizione ecologica e non deve perdere questo primato.

Paolo Ruzzola, capogruppo della Lista civica per il territorio, ha preso la parola ricordando che il suo gruppo ha votato a favore del documento che ha permesso la riorganizzazione della Città metropolitana di Torino. Però lamenta che in quattro anni i problemi siano ancora da risolvere, a fronte di un miglioramento del bilancio, e che forse si poteva fare di più. Pur condividendo le problematiche sollevate dalle sigle sindacali, Ruzzola ha ribadito che non considera, in situazioni di necessità, negativo ricorrere alle esternalizzazioni.

Fabio Bianco, consigliere delegato alla Viabilità, ha fatto notare che rispetto alle “risorse zero” con cui la Città metropolitana ha dovuto fare i conti al suo debutto, in questi ultimi tre anni sono stati investiti oltre due milioni di euro per il rinnovo del parco mezzi, le case cantoniere e gli strumenti e che ora, in tema di sicurezza, l’obiettivo è andare oltre alle prescrizioni di legge.

Roberto Montà, capogruppo della lista “Città di città” ha chiesto, in vista della fine del mandato, di esaminare attentamente quali saranno i numeri esatti delle assunzioni e se vi sono dei correttivi possibili per riequilibrare l’attività e i carichi di lavoro in vista delle assunzioni che saranno effettuate. Sul problema del Dipartimento Ambiente rileva la medesima necessità di fare una valutazione sul processo di riorganizzazione avviato che fra pandemia e difficoltà di bilancio rischia di rimanere incompiuto.

Maria Grazia Grippo della lista Città di Città ha caldeggiato un riscontro operativo alla discussione, mettendo in campo anche risorse straordinarie. Ha anche sollecitato, per quanto riguarda l’area Ambiente, di interloquire maggiormente con la Regione Piemonte.

Marco Marocco, vicesindaco della Città metropolitana,  ha concluso l’incontro ricordando che fra le iniziative in merito alla sicurezza stradale sono allo studio una campagna di comunicazione e il coinvolgimento della polizia metropolitana.

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Un confronto con il mondo accademico e il Politecnico di Torino per incrementare le condizioni di sicurezza di chi lavora sulle strade provinciali, riorganizzazione della filiera del lavoro e in prospettiva il ricorso all’internet delle cose per migliorare la sicurezza stradale, una campagna di comunicazione, una maggiore integrazione con la polizia metropolitana. Sono alcune delle proposte emerse oggi nell’incontro fra i Consiglieri delegati, i capigruppo e le organizzazioni sindacali della Città metropolitana di Torino. Al centro del dibattito, non solo le questioni sulla sicurezza degli operatori stradali, tema ineludibile dopo l’incidente mortale avvenuto ai due colleghi cantonieri ai primi di marzo, ma più in generale la sofferenza dell’Ente legata ai fabbisogni di personale e investimenti in servizi strategici come la Viabilità e l’Ambiente.

Filippo Dani, direttore della Città metropolitana, ha illustrato il quadro della situazione. Le difficoltà riguardo ai fabbisogni di personale sono comuni a molti enti pubblici, sia per il blocco dei concorsi legato alle limitazioni imposte dalla pandemia, ma anche perché la crisi economica scatenata dal Covid-19 ha comportato entrate minori, mettendo a rischio gli equilibri di bilancio. Ciononostante, la Città metropolitana sta portando avanti le assunzioni previste dal Piano dei fabbisogni, sia per quanto riguarda i cantonieri e i responsabili dei Circondari della Viabilità che per il Dipartimento Ambiente.

Sul tema della sicurezza stradale, Dani ha spiegato che la normativa prevede, anche in caso di un incidente causato dall’irresponsabilità di un utente della strada, la revisione del Documento sulla revisione dei rischi (Dvr), ma che l’obiettivo della Città metropolitana guarda a un Piano della sicurezza più ampio e di lungo periodo, per il quale l’amministrazione ha già preso contatti con il mondo accademico, in particolare con il Politecnico di Torino, per avviare un confronto sulle modalità operative, l’articolazione della struttura organizzativa, la formazione dei lavoratori e in prospettiva anche l’uso delle nuove tecnologie nella prevenzione degli incidenti.

“Pensiamo anche” ha aggiunto il vicesindaco Marco Marocco “al coinvolgimento della polizia metropolitana e a una campagna di comunicazione mirata alla tutela dei lavoratori della strada. Il percorso intrapreso vuole mettere in campo iniziative che vadano al di là dei problemi della pianta organica o della semplice revisione del Dvr, per questo puntiamo al coinvolgimento e alla condivisione con tutte le articolazioni dell’Ente, da quelle politiche al personale alle organizzazioni sindacali”.

Fabio Bianco, consigliere delegato alla Viabilità, ha sottolineato che rispetto alle “risorse zero” con cui la Città metropolitana ha dovuto fare i conti al suo debutto, in questi ultimi tre anni sono stati investiti oltre due milioni di euro per il rinnovo del parco mezzi, le case cantoniere e gli strumenti e che ora, in tema di sicurezza, l’obiettivo è andare oltre alle prescrizioni di legge.

Il problema del fabbisogno del personale riguarda un po’ tutti i settori della Città metropolitana, ma è particolarmente acuto anche al Dipartimento dell’Ambiente, impegnato con molti servizi in attività non solo di gestione del territorio ma anche di controllo e autorizzative. “Avevamo già portato all’attenzione del Consiglio, con una delibera poi votata all’unanimità, le necessità di personale di Viabilità, Ambiente e Cesedi” ricorda la consigliera delegata Barbara Azzarà. “Anche in questo caso serve una visione strategica di lungo periodo che non si limiti al fabbisogno di personale. La Città metropolitana di Torino è riconosciuta, anche a livello nazionale, per la sua capacità innovativa di confrontarsi con il territorio sul tema della transizione ecologica, non deve perdere questo primato e va considerato come un settore di primo piano nelle attività dell’ente”.