Cultura
Venerdì 11 maggio alle 16 nello Stand istituzionale Città di Torino e Città metropolitana di Torino Si intitola “Progetti di poesia, progetti d'impresa. Il supporto della Città metropolitana per lo sviluppo di imprese attraverso il servizio MIP-Mettersi in Proprio” l’incontro che si terrà al Salone Internazionale del Libro venerdì 11 maggio alle 16.30, nello Stand istituzionale Città di Torino e Città metropolitana di Torino (Padiglione 1).
Sarà l’occasione per far conoscere al pubblico il Mip - il servizio per il sostegno alla creazione d’impresa e al lavoro autonomo creato dalla Provincia di Torino nel 1994 - attraverso i casi di successo: questa è la volta di Alessandra Racca, autrice del blog “Signora dei calzini” e conduttrice di corsi di scrittura creativa e poetica.
Gli altri interventi nel corso dell’incontro saranno di:
Dimitri De Vita, consigliere della Città metropolitana di Torino
Marta Giavarini, tutor di Soges Spa
Tessa Zaramella, funzionaria della Città metropolitana
Nello spazio dibattiti all’interno dello stand condiviso con il Comune di Torino, nell’arco dei cinque giorni di apertura del Salone la Città metropolitana proporrà cinque momenti di incontro, uno per giorno, esaminando altrettanti casi di buone pratiche, tutte collegate da uno stesso fil rouge: la valorizzazione del patrimonio e delle realtà territoriali.
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La rassegna musicale Organalia 2018, patrocinata e sostenuta dalla Città Metropolitana di Torino, ritornerà a Ivrea con un concerto d’organo in programma venerdì 11 maggio alle 21 nella chiesa parrocchiale di San Lorenzo martire, in corso Massimo d’Azeglio 71. Alla consolle dell’organo costruito da Giuseppe Mola nel 1901, siederà il maestro casalese Massimo Gabba, docente di organo e composizione organistica al Conservatorio di Trapani. Il programma del concerto si aprirà nel nome di Richard Wagner, compositore che non ha scritto nulla per l’organo, ma che è stato trascritto per questo strumento da alcuni importanti compositori, come Edwin Lemare, a cui Massimo Gabba ha dedicato un CD con il marchio Elegia (www.elegiaclassics.com). Il brano d’inizio sarà la Marcia dall’opera “Tannhäuser”, a cui farà seguito un’altra pagina romantica, il “Preludio e Fuga in Sol maggiore” opera 37 numero 1 di Felix Mendelssohn. Gabba eseguirà poi una Sonata in Re maggiore di Vincenzo Petrali e il meraviglioso “Chant du soir” di Marco Enrico Bossi. Non potranno mancare in una serata organistica eporediese le composizioni del canavesano Pietro Alessandro Yon, di cui Gabba ha registrato due CD con il marchio Elegia. Il pubblico potrà riascoltare la “Marche pastorale” e l’”Humoresque”. La conclusione sarà affidata alla “Sortie” di Lefebure-Wely. L’ingresso al concerto sarà come sempre ad offerta libera. La serata è organizzata in collaborazione con la Città di Ivrea nell’ambito del progetto “Ivrea Città Industriale del XX secolo” e con il sostegno della Fondazione Guelpa.Sabato 12 maggio alle 21 Organalia farà per la prima volta tappa a San Carlo Canavese nella chiesa parrocchiale di San Carlo Borromeo, in strada Cirié 2, con il concerto “Echi di gioia” per saxofono e organo, di cui saranno protagonisti i coniugi Isabella Stabio ai sassofonie Carmelo Luca Sambataro all’organo. I due musicisti, molto noti nel Ciriacese e nelle Valli di Lanzo, hanno costituito nel 2015 il Duo Isakar, che alterna la formazione di saxofono con pianoforte con quelle di saxofono con organo e flauti dolci con clavicembalo. Il duo cameristico propone un repertorio che spazia dalla musica antica alle composizioni contemporanee più recenti ed ha partecipato a numerose rassegne concertistiche in Italia e all’estero, tra cui World Saxophone Congress di Strasburgo nel 2015, il Festival delle Nazioni a Roma nel 2016, il Festival EurSax 2017 ad Oporto e la rassegna “Canne al Vento” a Bolzano nel 2017. In tutte queste occasioni i coniugi musicisti hanno eseguito in prima assoluta composizioni originali di Luca Sambataro. Al Duo Isakar sono stati dedicati alcuni brani dei compositori Ilio Volante e Andrea Vezzoli. Alcuni anni or sono Isabella Stabio ha registrato per il marchio Elegia un CD dedicato ad Astor Piazzolla. L’organo della Chiesa parrocchiale di San Carlo Borromeo è stato probabilmente costruito negli anni ’30 del secolo scorso dall’organaro torinese Giacomo Bollito. Negli anni ’60-’70 del ‘900 l’organaro Renzo Rosso operò diverse modifiche allo strumento. Il concerto è intitolato “Echi di gioia” poiché sviluppa la tematica prendendo spunto dal brano di Hans André Stamm (compositore contemporaneo che è stato anche ospite di Organalia alcuni anni or sono) intitolato “Echoes of Joy”. A seguire si potranno ascoltare composizioni di Enrico Pasini (“Scherzo–Fantasia in Do maggiore”), Jean-Baptiste Singelee (“Septième Solo de Concert” opera 93 e Concerto opera 57), Niccolò Paganini (Capriccio numero 24 e “Carnevale di Venezia” opera 10), Johann Sebastian Bach (“Toccata e Fuga in Re minore” BWV 565 e “Jesu Bleibet meine Freude” BWV 147), Gabriel Faurė (“Sicilienne” opera 78 e “Pavane”), Béla Bartók (“Danze Rumene”) e Dmitrij Šostakovič (“The Second Waltz”).
Il concerto è organizzato in collaborazione e con il sostegno del Comune di San Carlo Canavese.
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Venerdì 4 maggio, con una conferenza sul tema “I luoghi di Cavour in Piemonte”, prenderanno il via le manifestazioni comprese nel ricco programma del Poirino Foto Festival, patrocinato dalla Città Metropolitana di Torino e organizzato dal Circolo Fotografico Poirinese “Romolo Nazzaro”. L’appuntamento del 4 maggio è alle 21 nella chiesa della Madonna dell’Ala. Sono previste relazioni di Gino Anchisi (membro del direttivo dell’associazione Amici della Fondazione Camillo Cavour) e del professor Carlo Avataneo, insegnante, giornalista e fotografo, che esporrà le sue immagini raccolte nella mostra “Cavour e il Piemonte. I luoghi di una vita, le ragioni di un amore”.Venerdì 11 maggio alle 21 nella sala consiliare del Comune di Poirinosi terrà la serata di presentazione del Festival, a cura di Francesco Varacalli. Alessandro Crivello condurrà la presentazione del fotografo poirinese Giovanni Battista Vitrotti, mentre l’opera di Romolo Nazzaro sarà presentata da Franco Pavesio. Una selezione di fotografie dei due autori celebrati nella serata sarà esposta nella sala consiliare, insieme ad alcune macchine fotografiche d’epoca.
L’unico evento a pagamento del programma è il workshop “Scattare in luce naturale. Il metodo Mc Curry”, a cura di Ivana Porta, in programma sabato 12 maggio.
Domenica 13verranno inaugurate alcune mostre fotografiche sulla Passeggiata Marconi: “Architettura” (a cura del Circolo fotografico “Romolo Nazzaro”), “Geometrie carmagnolesi” (a cura de “La Fonte” di Carmagnola), “Arti & mestieri” (a cura del Circolo fotografico “Autofocus” di Cambiano), “Momenti di vita chierese” (a cura del circolo “F8” di Chieri), “Highwork” (a cura di Maurizio Puato), “La fotografia attraverso immagini e musica” (a cura della polisportiva CRAsti), “Patrimonio Unesco. Tunisia, Egitto Giordania, Siria, Turchia, Grecia” e “Castello della Manta, Gatti Matti, Auschwitz e i genocidi dimenticati. Quando la fotografia racconta la morte” (a cura di Livio Saule e Tatiana Lovera del Circolo “Imago” di Savigliano). Sono previste anche proiezioni audiovisive. Nella biblioteca comunale sarà allestita la mostra “My Myanmar” a cura di Ivana Porta, mentre nella Casa della Donne di via Indipendenza 48 si potranno vedere le “Storie di donne” a cura di Barbara Zingato.
Sempre domenica 13, alle 17 nel Salone Italia sulla passeggiata Marconi si terrà la premiazione del concorso fotografico “Riflessi” per le classi terze delle scuole medie.
La conclusione del Poirino Foto Festival è in programma alle 21 di sabato 19 maggio nel Salone Italia.
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Da giovedì 10 a lunedì 14 maggio al Salone del Libro la Città Metropolitana di Torino condividerà lo spazio istituzionale con la Città di Torino, nell’ambito di un progetto comune di presentazione al pubblico dei progetti di sviluppo sociale e culturale del capoluogo e dell’intero territorio metropolitano.Nello spazio dibattiti all’interno dello stand nell’arco dei cinque giorni di apertura del Salone, la Città Metropolitana proporrà cinque momenti di incontro, uno per giorno, esaminando altrettanti casi di buone pratiche, tutte collegate da uno stesso fil rouge: la valorizzazione del patrimonio e delle realtà territoriali.
Si parlerà quindi della candidatura Unesco per la Città di Ivrea e per il complesso delle architetture olivettiane (giovedì 10 maggio alle 14), dei casi di successo del progetto MIP-Mettersi in proprio (venerdì 11 alle 16), della valorizzazione delle radici storiche culturali dei territori montani e pedemontani dove si parlano l’Occitano e il Francoprovenzale (sabato 12 alle 16) e del concorso nazionale e internazionale “Comuni Fioriti” come occasione di promozione turistica e di sviluppo sostenibile (domenica 13 maggio alle 16). L’ultimo appuntamento, lunedì 14 alle 11 sarà quello dedicato alla valorizzazione del patrimonio custodito nelle biblioteche storiche di Torino, a cominciare da quella di Palazzo Cisterna intitolata a Giuseppe Grosso.
Gli appuntamenti nel dettaglio
- giovedì 10 maggio alle 14, “ Ivrea, il futuro nasce da un grande passato. Il percorso della candidatura Unesco”. Intervengono: Anna Merlin (Consigliera metropolitana delegata agli Affari istituzionali, affari e servizi generali, gare e contratti, comunicazione istituzionale, turismo, relazioni e progetti europei ed internazionali), Beniamino de Liguori Carino (segretario generale della Fondazione Adriano Olivetti), Carlo Della Pepa (Sindaco di Ivrea), Renato Lavarini (coordinatore del progetto di candidatura di Ivrea città industriale del ventesimo secolo a patrimonio mondiale Unesco)
- venerdì 11 maggio alle 16 “Progetti di poesia, progetti d'impresa. Il supporto della Città metropolitana per lo sviluppo di imprese attraverso il servizio MIP-Mettersi in Proprio”. Intervengono: Dimitri De Vita (Consigliere metropolitano delegato allo Sviluppo montano, pianificazione strategica, sviluppo economico, attività produttive, trasporti), Marta Giavarini (tutor di Soges spa), Alessandra Racca (imprenditrice), Tessa Zaramella (funzionaria Città metropolitana)
- sabato 12 maggio alle 16 “Lingue madri, dal passato al futuro. La valorizzazione delle radici storiche culturali del territorio montano”. Intervengono: Silvia Cossu (Consigliera metropolitana delegata a Diritti sociali e parità, welfare, minoranze linguistiche, rapporti con il territorio), Giacomo Lombardo (Chambra d’Oc) e i “Blu l'azard”, che presentano il “Bal poètic”, uno spettacolo che coniuga danze e poesia sulle note di brani ispirati a poeti e grandi pensatori di epoche e culture diverse.
- domenica 13 maggio alle 16 “Comuni fioriti. Dal territorio metropolitano occasioni concrete di sviluppo sostenibile e di promozione”. Intervengono: Marco Marocco (Vicesindaco metropolitano delegato ad Ambiente e vigilanza ambientale, risorse idriche e qualità dell’aria, tutela fauna e flora, parchi e aree protette), Danilo Breusa (Sindaco di Pomaretto), Marco Bussone (Vicepresidente Uncem Piemonte), Igor De Santis (Sindaco di Ingria), Renzo Marconi (Presidente Asproflor)
- lunedì 14 maggio alle 11 “Il futuro delle biblioteche storiche a Torino e in Piemonte. Le buone pratiche per la valorizzazione di un patrimonio prezioso”. Intervengono: Barbara Azzarà (Consigliera metropolitana delegata ad Istruzione, orientamento e formazione professionale, sistema educativo, rete scolastica e infanzia, politiche giovanili, biblioteca storica), Elena Borgi (responsabile biblioteca Accademia delle Scienze di Torino), Eugenio Pintore (dirigente settore Promozione beni librari ed archivistici della Regione Piemonte).
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È Volpiano la prossima tappa del circuito musicale Organalia 2018, patrocinato e sostenuto alla Città Metropolitana di Torino. Venerdì 27 aprile, alle 21 nella chiesa della Confraternita dell’Immacolata, in via Umberto I, si esibiscono l’organista ligure Silvano Rodi e il polistrumentista francese Francois Dujardin, con un programma interamente dedicato alle musiche della Provenza dal XIII al XVIII secolo. È un’occasione rarissima di ascoltare strumenti quali il “fifre” (piffero), il “galoubet” (simile a un piccolo flauto) e il “tambourin” (tamburo). Nessun altro strumento potrebbe rappresentare meglio del galoubet-tambourin (i due strumenti vengono suonati insieme) lo spirito musicale della Provenza. In programma composizioni di autori anonimi della Provenza, ma anche di Severan, Archimbaud, Saboly, Corette e molti altri ancora. Silvano Rodi siederà alla consolle dell’organo costruito da Felice Bossi nel 1856 nella controfacciata della chiesa confraternitale dell’Immacolata, restaurato nel 2003 dalla Pontificia Fabbrica d’Organi Giovanni Tamburini di Crema. La chiesa della Confraternita dell’Immacolata venne eretta tra il 1734 e il 1756 su progetto dell'architetto Antonio Maria Lampo (1680-1746), nativo di Camburzano nel Biellese e autore di varie opere di difesa a Torino. L'altissimo campanile è stato sopraelevato nel 1836 su disegno dell'architetto Federico Blancheri. L'interno si presenta a pianta circolare, con uno spazioso coro: il tutto si impone per una diffusa luminosità. Il concerto è organizzato in collaborazione con il Comune di Volpiano e l’ingresso è ad offerta libera.Sabato 28 aprile Organalia prosegue alle 15,30 nella Basilica Pontificia del Colle Don Bosco, con il concerto di Paolo Giacone, che propone le “Suggestioni d’Organo”, con musiche di Swann, Mendelssohn-Bartholdy, Schumann, Bédard, Pierné, Reger, Peetters, Drayton e Nosetti. Sarà l’occasione per consegnare alla vedova, signora Franca, il premio “Organalia alla carriera” al maestro Massimo Nosetti nel quinto anniversario dalla sua prematura scomparsa. Il Premio sarà consegnato dal sindaco di Castelnuovo Don Bosco, Giorgio Musso. Paolo Giacone, nato nel 1986, ha intrapreso gli studi musicali con Omar Caputi. Si è diplomato con il massimo dei voti e la lode in organo e composizione organistica, sotto la guida del maestro Nosetti al Conservatorio “Ghedini” di Cuneo. Ha frequentato diversi corsi di perfezionamento, in particolare sulla letteratura romantico-sinfonica sotto la guida dei maestri Nosetti, Roth e Schmeding nell’ambito di prestigiose accademie organistiche internazionali. Dal 2011 è organista titolare presso il santuario Sant’Antonio da Padova a Torino. Svolge attività concertistica in Italia e Francia e, come organista accompagnatore, collabora dal 2016 con il Coro Polifonico “Mater Ecclesiae” di Almese. Musicologo e ricercatore, Giacone si è inoltre laureato in Lettere con una tesi in storia della musica su “La letteratura per organo e orchestra tra Ottocento e Novecento”, premiata dal Senato Accademico dell’Università di Torino. Il grandioso organo della Basilica del Colle Don Bosco, è stato costruito nel 2000 dalla ditta Fratelli Pinchi di Foligno. E’ collocato sul pavimento sul lato sinistro rispetto all’altare. Per il concerto al Colle Don Bosco Paolo Giacone ha scelto un programma antologico, la cui apertura è affidata alla composizione “Trumpet Tune” dell’organista, compositore e direttore di coro statunitense Frederick Swann. A seguire due pagine romantiche: la “Sonata in Do minore” opera 65 numero 2 di Mendelssohn e lo “Studio in forma di canone” opera 56 numero 4. Si torna poi al repertorio contemporaneo con le Variazioni sull’inno “Christus vincit” del canadese Denis Bédard. Di particolare interesse anche il “Prelude” di Gabriel Pierné e il “Benedictus” di Max Reger. La conclusione dell’appuntamento pomeridiano di Organalia 2018 è affidata alla “Toccata, Fuga e Inno su Ave Maris Stella” di Flor Peeters e alla “Pavane” di Paul Drayton. Per ricordare il suo maestro e mentore, Paolo Giacone eseguirà quale ultimo brano “Exultemus!” di Massimo Nosetti. Il concerto è con ingresso ad offerta libera ed è organizzato in collaborazione con il Comune di Castelnuovo don Bosco e con il patrocinio della Provincia di Asti.
UN FINE SETTIMANA BACHIANO A SAN MAURIZIO CANAVESE E A IVREA
Organalia proseguirà nel primo fine settimana di maggio con il concerto intitolato “Nel palazzo di Sanssouci. Johan Sebastian Bach”, in programma venerdì 4 maggio alle 21 nell’antica chiesa plebana di San Maurizio Canavese. A esibirsi saranno i solisti dell’Ensemble Sol Invictus della Turin Baroque Orchestra: Francesca Odling al flauto traversiere, Svetlana Fomina al violino e viola, Paola Nervi al violino, Nicola Brovelli e Gianluca Cagnani all’organo portativo costruito dalla Bottega Organara Dell’Orto & Lanzini di Dormelletto (Novara).
Lo stesso programma e gli stessi concertisti animeranno il concerto di sabato 5 maggio alle 21 nella chiesa parrocchiale del Sacro Cuore, in via Canton Maridon 11 a Ivrea. Il programma bachiano sarà anche l’occasione per presentare il CD “L’offerta musicale di Bach” del marchio discografico Elegia (www.elegiaclassics.com), che è stato registrato per la parte strumentale nella chiesa della Madonna del Rosario a Chivasso e per la parte organistica nel Tempio Valdese di Torino alla consolle dell’organo Pinchi-Renolfi. “L’Offerta Musicale” è in realtà una sfida musicale, forse la maggiore sfida ancora aperta della musica. La prima è la sfida a Bach lanciata dal re Federico II di Prussia, flautista dilettante. Dopo averlo invitato e atteso a lungo, Federico ricevette finalmente Bach nella sua reggia di Sanssouci a Potsdam, la sera del 17 maggio 1747. Il sovrano propose al compositore un tema enigmatico, il celeberrimo “Thema Regium”, su cui eseguire una fuga a sei voci obbligate. Bach improvvisò secondo le forme richieste da Federico e il re raccontò con meraviglia quell’esperienza. Poi però chiese a Federico di poter trascrivere il tema, per comporre in modo meditato e far stampare le variazioni da lui richieste. Nacque così l’Offerta: un percorso musicale di poco più di un’ora, lineare e labirintico, lieve e denso di contenuti, che non esprime mai del tutto i propri misteri.
La chiesa plebana di San Maurizio Canavese è monumento nazionale dal 1922. Risale all’XI secolo ed è nota soprattutto per gli affreschi riguardanti episodi della vita di Cristo, commissionati nel 1495 a Bartolomeo e Sebastiano Serra. Costituito da tre navate, l’edificio di culto ha il proprio nucleo più antico nel campanile romanico, risalente alla prima metà dell’XI secolo.
La chiesa parrocchiale del Sacro Cuore a Ivrea, è stata progettata dagli architetti Giuseppe Mario Oliveri e Marcello Nizzoli nel 1958. Le strutture vennero disegnate dall’ingegner Aldo Favini su commissione dell’Olivetti, nell’ambito del quartiere residenziale di Canton Vesco.
Il concerto di San Maurizio Canavese è organizzato in collaborazione con il Comune e con l’associazione Amici di San Maurizio, mentre a quello di Ivrea collabora l’amministrazione comunale, nell’ambito del progetto “Ivrea Città Industriale del XX secolo” e con il sostegno della Fondazione Guelpa.
Per saperne di più sui concerti di Organalia: www.organalia.org
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È Volpiano la prossima tappa del circuito musicale Organalia 2018, patrocinato e sostenuto alla Città Metropolitana di Torino. Venerdì 27 aprile alle 21 nella chiesa della Confraternita dell’Immacolata, in via Umberto I, si esibiscono l’organista ligure Silvano Rodi e il polistrumentista francese Francois Dujardin, con un programma interamente dedicato alle musiche della Provenza dal XIII al XVIII secolo. È un’occasione rarissima di ascoltare strumenti quali il “fifre” (piffero), il “galoubet” (simile a un piccolo flauto) e il “tambourin” (tamburo). Nessun altro strumento potrebbe rappresentare meglio del galoubet-tambourin (i due strumenti vengono suonati insieme) lo spirito musicale della Provenza. In programma composizioni di autori anonimi della Provenza, ma anche di Severan, Archimbaud, Saboly, Corette e molti altri ancora. Silvano Rodi siederà alla consolle dell’organo costruito da Felice Bossi nel 1856 nella controfacciata della chiesa confraternitale dell’Immacolata, restaurato nel 2003 dalla Pontificia Fabbrica d’Organi Giovanni Tamburini di Crema. La chiesa della Confraternita dell’Immacolata venne eretta tra il 1734 ed il 1756 su progetto dell'architetto Antonio Maria Lampo (1680-1746), nativo di Camburzano nel Biellese e autore di varie opere di difesa a Torino. L'altissimo campanile è stato sopraelevato nel 1836 su disegno dell'architetto Federico Blancheri. L'interno si presenta a pianta circolare, con uno spazioso coro: il tutto si impone per una diffusa luminosità. Il concerto è organizzato in collaborazione con il Comune di Volpiano e l’ingresso è ad offerta libera.Sabato 28 aprile Organalia prosegue alle 15,30 nella Basilica Pontificia del Colle Don Bosco, con il concerto di Paolo Giacone, che propone le “Suggestioni d’Organo”, con musiche di Swann, Mendelssohn-Bartholdy, Schumann, Bédard, Pierné, Reger, Peetters, Drayton e Nosetti. Sarà l’occasione per consegnare alla vedova, signora Franca, il premio “Organalia alla carriera” al maestro Massimo Nosetti nel quinto anniversario dalla sua prematura scomparsa. Il Premio sarà consegnato dal sindaco di Castelnuovo Don Bosco, Giorgio Musso. Paolo Giacone, nato nel 1986, ha intrapreso gli studi musicali con Omar Caputi. Si è diplomato con il massimo dei voti e la lode in organo e composizione organistica, sotto la guida del maestro Nosetti al Conservatorio “Ghedini” di Cuneo. Ha frequentato diversi corsi di perfezionamento, in particolare sulla letteratura romantico-sinfonica sotto la guida dei maestri Nosetti, Roth e Schmeding nell’ambito di prestigiose accademie organistiche internazionali. Dal 2011 è organista titolare presso il santuario Sant’Antonio da Padova a Torino. Svolge attività concertistica in Italia e Francia e, come organista accompagnatore, collabora dal 2016 con il Coro Polifonico “Mater Ecclesiae” di Almese. Musicologo e ricercatore, Giacone si è inoltre laureato in Lettere con una tesi in storia della musica su “La letteratura per organo e orchestra tra Ottocento e Novecento”, premiata dal Senato Accademico dell’Università di Torino. Il grandioso organo della Basilica del Colle Don Bosco, è stato costruito nel 2000 dalla ditta Fratelli Pinchi di Foligno. E’ collocato sul pavimento sul lato sinistro rispetto all’altare. Per il concerto al Colle Don Bosco Paolo Giacone ha scelto un programma antologico, la cui apertura è affidata alla composizione “Trumpet Tune” dell’organista, compositore e direttore di coro statunitense Frederick Swann. A seguire due pagine romantiche: la “Sonata in Do minore” opera 65 numero 2 di Mendelssohn e lo “Studio in forma di canone” opera 56 numero 4. Si torna poi al repertorio contemporaneo con le Variazioni sull’inno “Christus vincit” del canadese Denis Bédard. Di particolare interesse anche il “Prelude” di Gabriel Pierné e il “Benedictus” di Max Reger. La conclusione dell’appuntamento pomeridiano di Organalia 2018 è affidata alla “Toccata, Fuga e Inno su Ave Maris Stella” di Flor Peeters e alla “Pavane” di Paul Drayton. Per ricordare il suo maestro e mentore, Paolo Giacone eseguirà quale ultimo brano “Exultemus!” di Massimo Nosetti. Il concerto è con ingresso ad offerta libera ed è organizzato in collaborazione con il Comune di Castelnuovo don Bosco e con il patrocinio della Provincia di Asti.
Organalia proseguirà poi con il concerto intitolato “Nel palazzo di Sanssouci. Johan Sebastian Bach”, in programma venerdì 4 maggio alle 21 nell’antica chiesa plebana di San Maurizio Canavese. Ad esibirsi saranno i solisti dell’Ensemble Sol Invictus della Turin Baroque Orchestra: Francesca Odling al flauto traversiere, Svetlana Fomina al violino e viola, Paola Nervi al violino, Nicola Brovelli e Gianluca Cagnani all’organo portativo costruito dalla Bottega Organara Dell’Orto & Lanzini di Dormelletto (Novara). Lo stesso programma e gli stessi concertisti animeranno il concerto di sabato 5 maggio alle 21 nella chiesa parrocchiale del Sacro Cuore in via Canton Maridon 11 ad Ivrea.
Per saperne di più sui concerti di Organalia: www.organalia.org
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In occasione del 25 Aprile e del settantatreesimo anniversario della Liberazione, il Comune di Alpette e la locale sezione dell’ANPI, oltre ad organizzare l'annuale celebrazione, hanno allestito nei locali dell'Ecomuseo del Rame, del Lavoro e della Resistenza la mostra dedicata a Jan Karski, che rievoca la figura e le vicende di cui fu testimone e protagonista il corriere dello Stato “segreto” polacco e del Governo in esilio della Repubblica Polacca durante la Seconda Guerra Mondiale.La mostra è itinerante ed è stata realizzata dal Museo della Storia della Polonia e dal Ministero degli Affari Esteri della Repubblica di Polonia. In Piemonte è stata allestita per la prima volta a Palazzo Dal Pozzo della Cisterna, sede storica della Città Metropolitana di Torino, in occasione del Giorno della Memoria 2017. L’allestimento a Torino era stato realizzato in collaborazione con la Città Metropolitana, il Consolato Generale di Polonia a Milano, l’Istituto Polacco di Roma, il Consolato onorario di Polonia a Torino, la Comunità Ebraica di Torino e la Comunità Polacca di Torino-Ognisko Polskie w Turynie.
Anche ad Alpette l’allestimento della mostra è stato reso possibile dall’interessamento del Consolato onorario di Polonia a Torino. La mostra su Jan Karski è rivolta soprattutto ai giovani che, con sempre maggiore frequenza, salgono ad Alpette per visitare l’Ecomuseo o per apprendere nozioni sulla volta celeste al Polo Astronomico Don Giovanni Capace. L’esposizione sarà inaugurata nell’ambito delle celebrazioni del 25 Aprile e sarà visitabile fino a sabato 2 giugno, da singoli o da gruppi organizzati, nelle giornate del sabato dalle 15 alle 17 e della domenica dalle 10 alle 12. Le visite delle scolaresche sono possibili nei giorni feriali su prenotazione al numero telefonico 347-9098468, oppure inviando un’e-mail all’indirizzo segreteria.sindaco@comune.alpette.to.it
RACCONTÒ IL GENOCIDIO SENZA ESSERE CREDUTO
Unitosi alla Resistenza polacca dopo la sconfitta nella “guerra-lampo” del settembre 1939, il giovane ufficiale della riserva Jan Karski venne incaricato di tenere i collegamenti fra lo Stato segreto polacco - operante in patria come struttura clandestina - e gli organi ufficiali del governo in esilio a Londra. Oltre a svolgere temerarie missioni, culminate nella sua cattura da parte della Gestapo e in una rocambolesca fuga, Karski portò a termine un'impresa inaudita: riuscì a infiltrarsi nel ghetto di Varsavia e nel campo di transito di Bełzec e a uscirne indenne. Deciso a denunciare al mondo le atrocità commesse dai nazisti ai danni della nazione polacca e degli ebrei, nel 1943 Jan Karski venne inviato presso i rappresentanti degli Alleati con la missione di raccontare i crimini dei nazisti in Polonia, compreso il genocidio degli ebrei. I suoi interlocutori occidentali, purtroppo, non compresero le dimensioni dell’immane tragedia che si stava consumando nella Polonia occupata dalle armate di Hitler. Rimane l’interrogativo sulla natura di quell’incomprensione: semplice incredulità o cinico calcolo politico-strategico, per non interferire più di tanto in un paese che, con la spartizione decisa a Yalta, sarebbe rientrato nella sfera di influenza sovietica? Il settimanale americano “Newsweek” ha inserito Jan Karski nel novero delle figure eccellenti del XX secolo, riconoscendo la missione da lui compiuta durante la guerra come una delle pietre miliari nell’etica della civiltà. Negli ultimi anni sono stati pubblicati in Italia: la prima edizione italiana dellibro di Jan Karski “La mia testimonianza davanti al mondo. Storia di uno stato segreto”(Adelphi 2013) a cura e con la traduzione di Luca Bernardini; il fumetto Jan Karski “L’uomo che scoprì l’Olocausto” di Marco Rizzo e Lelio Bonaccorso (Rizzoli-Lizard 2014).
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Sabato 28 aprile alle 18 Luserna San Giovanni l’associazione culturale Sën Gian organizza, nell’ambito della rassegna “MineraLuserna” 2018, patrocinata dalla Città Metropolitana di Torino, la seconda edizione dell’iniziativa “Libro Cena”, con la presentazione del libro “Una storia della mineralogia”.L’appuntamento è all’agriturismo “La Coustera”, in strada Panoramica 40. Il volume si inserisce pienamente nel filone legato alle manifestazioni mineralogiche che a Luserna si concluderanno il 27 maggio. L’autore Massimo Tomalino sarà presente alla serata e illustrerà i contenuti del libro con un lessico semplice e accessibile a tutti, delineando le vicende della mineralogia e le scoperte di grande importanza industriale e tecnologica.
La serata si aprirà alle 18 e proseguirà con la cena, il cui menù sarà dedicato alle ricette stagionali con ampio uso di prodotti locali.
Per la presentazione non occorre prenotare e l’ingresso è libero e gratuito. Per la cena è richiesta la prenotazione presso la ferramenta di Michele Malan, in via Ribet 1 angolo via I Maggio a Luserna. La quota di partecipazione alla cena è di 15 Euro. Per informazioni: associazione culturale Sën Gian, strada del Saret, Luserna San Giovanni, e-mail associazionesengian@gmail.com
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Novalesa, un paese medioevale con un’abbazia più che millenaria, è stata per secoli una tappa obbligata sulla strada del Moncenisio, che conduceva da Parigi a Roma. La storia di Novalesa la si può scoprire e riscoprire in ogni angolo del paese e della sua abbazia. L’associazione “Arte, Cultura e Tradizioni a Novalesa in Val Cenischia” valorizza il patrimonio culturale e storico novalicense organizzando visite guidate ed eventi culturali e collaborando con altre associazioni: in particolare con gli “Autori Associati della Savoia e dell’Arco Alpino” e con la Società di ricerca e di studi “Segusium”, fondata nel 1963 con l'obiettivo di promuovere e tutelare il patrimonio storico, artistico, linguistico e paesaggistico della Valle di Susa.Sabato 28 aprile alle 16il Presidente della “Segusium” Germano Bellicardi e il vicepresidente Livio Dezzani terranno una conferenza alla Casa degli Affreschi Novalesa, per parlare dell’associazione, della sua attività e del ruolo del paese nella storia. Nel convegno patrocinato dalla Città Metropolitana di Torino il Presidente Bellicardi tratterà il tema “Novalesa nel cammino di Santiago”, mentre l’architetto Dezzani parlerà di “Novalesa, Comune d’Europa”.
45 ANNI FA IL RITORNO DEI MONACI A NOVALESA
L’Abbazia di Novalesa in Val Cenischia, fondata nel 726 da monaci cistercensi, fu un faro di civiltà e cultura nei secoli più bui del Medioevo e ha resistito ai saccheggi, all’abbandono e alla laicizzazione, per tornare quarantacinque anni orsono alla sua funzione originaria di centro spirituale e culturale della Valsusa (vedi www.abbazianovalesa.org). Nel 1973 l’allora Provincia di Torino scelse di affidare l’Abbazia alla Congregazione Benedettina Sublacense, con una convenzione della durata di 29 anni, che fu siglata ufficialmente nel 1974 e rinnovata nel 2006. La prima convenzione ha consentito di procedere ai restauri e alla valorizzazione del complesso. Di particolare rilevanza l'attuale attività di restauro di antichissimi volumi da parte dei benedettini. La nuova convenzione ha consolidato il rapporto tra la Provincia e l'ordine religioso, che si adopera per diffondere la conoscenza dell'antichissima tradizione spirituale, culturale e sociale dell'Abbazia. Il programma di recupero, portato a termine all’inizio del nuovo millennio, è stato incentrato sulla riorganizzazione degli spazi necessari per la vita della comunità dei monaci e per le relazioni con l'esterno, a cui la comunità stessa si è aperta negli ultimi anni. Il monastero conserva ancora oggi quella che doveva essere la planimetria originaria: un chiostro centrale, fiancheggiato sul lato nord dalla chiesa e sugli altri lati dagli ambienti necessari al funzionamento della comunità. All’interno del recinto murario si possono ammirare quattro cappelle. Quella di Sant’Eldrado conserva i suggestivi affreschi di età romanica dedicati alla vita del santo. L'obiettivo degli interventi realizzati negli ultimi quindici anni è stato quello di localizzare all'interno del complesso funzioni diverse: dalla residenza dei monaci alle attività legate al libro, dall'ospitalità dei visitatori alla realizzazione di spazi museali. Novalesa è il luogo ideale per ritemprare corpo e spirito, per dedicare un po’ di tempo alla meditazione e alla riflessione, alternando momenti di relax a momenti turistici e culturali. Il tutto è reso possibile dalla cortese accoglienza dei monaci benedettini, i quali perseguono tuttora nella loro vita quotidiana il motto “Ora et labora”. La chiesa e le cappelle di San Salvatore e Sant’Eldrado si possono ammirare durante visite guidate il sabato e la domenica dalle 9 alle 11,30. La chiesa abbaziale e le sale del museo sono visitabili nei giorni feriali e festivi estivi dal 1° luglio al 15 settembre (escluso il giovedì) dalle 9,30 alle 12,30 e dalle 14,30 alle 17,30. Dal 16 settembre al 30 giugno le visite pomeridiane terminano alle 16. Per ulteriori informazioni e per i dettagli sulle visite alle cappelle del complesso abbaziale si può telefonare al numero 0122-653210 o visitare il sito Internet www.abbazianovalesa.org
1.300 ANNI DI STORIA
Posta al centro della Valle Cenischia, l’Abbazia di Novalesa è circondata da uno straordinario anfiteatro naturale, ai piedi del Monte Rocciamelone. Fu fondata nel 726 da Abbone, signore franco di Susa e Maurienne, che ne volle fare un presidio e controllo del valico del Moncenisio, affidandola ai monaci benedettini. Dedicata ai Santi Apostoli Pietro e Andrea, l’Abbazia figurava tra le più importanti d’Europa nell’XI secolo, quando furono realizzati gli affreschi della cappella di Sant’Eldrado, che ancora oggi stupiscono e affascinano per la luminosità e la conservazione cromatica. Nella chiesa, costruita nel XVIII secolo sulle fondamenta di un preesistente edificio di culto di epoca tardo-romana, sono ancora visibili degli affreschi risalenti a più di mille anni fa, come la “lapidazione di Santo Stefano”. Il monastero conserva ancora oggi quella che doveva essere la planimetria originaria: un chiostro centrale, fiancheggiato sul lato nord dalla chiesa e sugli altri lati dagli ambienti necessari al funzionamento della comunità. Nei pressi del monastero, quattro cappelle sono dedicate a Santa Maria, al Santissimo Salvatore, a San Michele (la più famosa) a Sant’Eldrado e San Nicola. Nei primi anni successivi alla fondazione l’abbazia ottenne dai sovrani franchiPipino il Breve e Carlo Magno numerosi privilegi, tra cui quello della libera elezione dell'abate e del pieno possesso dei beni di fronte a ogni autorità laica ed ecclesiastica. In quel tempo il monastero estendeva i suoi domini anche nel Basso Piemonte, fino all'entroterra ligure di Ponente. Distrutto dai Saraceni nel 906, il monastero fu ricostruito nella prima metà dell'XI secolo su iniziativa di Gezone, abate di Breme. Con i villaggi della Val Cenischia- Ferrera, Venaus e Novalesa - l’abbazia costituì per alcuni secoli una circoscrizione ecclesiastica autonoma. Nel 1646 ai benedettini si sostituirono i cistercensi, che rimasero a Novalesa fino al 1798, quando furono espulsi dal Governo provvisorio piemontese. Il monastero fu successivamente affidato ai monaci trappisti. Fu requisito dallo Stato nel 1855, quando fu approvata la Legge sui Conventi.
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Cultura
Si intitola “2 pittori a teatro – Carlin Bergoglio e Piergiuseppe Valsecchi” la mostra che si inaugurerà venerdì 20 aprile alle 17 nella “bomboniera” del Teatro Storico Comunale di via Garibaldi 17 a Cuorgnè. L’iniziativa del Lyons Club Alto Canavese e dell’amministrazione comunale è anche l’occasione per presentare alla cittadinanza i lavori del primo lotto del progetto di restauro del teatro, recentemente completati grazie ai contributi della Compagnia di San Paolo e della Fondazione CRT e grazie alle donazioni private raccolte grazie all’Art Bonus varato dal Governo nel 2014. L’evento è organizzato con il patrocinio della Città Metropolitana di Torino.A Cuorgnè c’è grande attesa per constatare come sta procedendo il restauro di un importantissimo patrimonio architettonico e culturale della città, la cui realizzazione risale al 1886. Rispetto ad altri piccoli teatri piemontesi realizzati nel XIX secolo, quello cuorgnatese ha una peculiarità che lo ha reso noto ben oltre il territorio canavesano: venne ricavato all’interno di una Chiesa seicentesca che faceva parte di un convento di monache benedettine. A seguito della soppressione degli ordini religiosi durante l’età napoleonica, il Comune acquisì l’edificio, operando già nella prima metà dell’Ottocento alcuni interventi interni di trasformazione. Con il progetto ultimato nel 1866 la trasformazione divenne radicale e, dal punto di vista architettonico, molto interessante, poiché al di sopra della struttura lignea estradossale di chiusura della platea teatrale, venne conservata la porzione sommitale della chiesa, con le aperture originali ornate da decorazioni in stucco. Il locale fu gestito direttamente dal Comune fino al 1919 e poi concesso in affitto a privati, che vi insediarono il cinema comunale. Per molti anni il teatro è rimasto inagibile ai piani alti e aperto solo in occasione di particolari eventi a pochi gruppi di persone. Quanto tornerà all’antico splendore tutti potranno ammirare l’apparato decorativo del plafond di chiusura della platea e del boccascena, le decorazioni sui palchi e sulle balconate e i fondali di scena dipinti da artisti appartenuti alla scuola di Rivara. Per la città sarà l’occasione per riappropriarsi di un elemento importante della propria storia e della propria identità.
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