Cultura
È stata inaugurata nella serata di lunedì 29 gennaio e prosegue sino a venerdì 9 febbraio la mostra dedicata a Ludwik Zamenhof, ebreo polacco, iniziatore e instancabile promotore della lingua Esperanto, allestita in occasione del Giorno della Memoria a Palazzo Dal Pozzo della Cisterna, sede storica della Città Metropolitana di Torino. La mostra è visitabile nei giorni feriali (sabato escluso) dalle 9 alle 18.Con l’esposizione dedicata a Zamenhof prosegue la collaborazione culturale tra la Citta Metropolitana di Torino e l’Ambasciata polacca a Roma, iniziata nel 2016 con la mostra “A rischio della propria vita” e proseguita nel 2017 con quella dedicata a Jan Karski. L’Ambasciata della Repubblica di Polonia in Italia ha scelto la figura di Zamenhof perché è uno dei più illustri rappresentanti della comunità ebraica di Polonia, che diede un enorme contributo alla vita sociale, economica e culturale polacca e mondiale e che, dopo nove secoli di storia, scomparve nella Shoah. Nel 2017 è caduto il centesimo anniversario della scomparsa dello studioso polacco e l’anno che si è appena concluso era stato dichiarato dall’UNESCO come l’anno di Zamenhof.
La mostra consiste in diciotto pannelli, con testi e didascalie in italiano e in esperanto. L’allestimento a Palazzo Cisterna è stato realizzato per iniziativa dell’Ambasciata della Repubblica di Polonia a Roma, del Consolato onorario di Polonia in Torino, della Città Metropolitana di Torino, della Federazione Esperantista Italiana, della Comunità Ebraica e della Comunità Polacca di Torino-Ognisko Polskie w Turynie e del Gruppo Studi Ebraici.
A completare l’allestimento vi è una sezione bibliografica curata dal Centro Esperanto di Torino, che comprende sia opere di letteratura originale in esperanto sia capolavori della letteratura mondiale tradotti in lingua internazionale, materiale didattico (manuali di grammatica e vocabolari) e informativo sulla diffusione dell'esperanto nel mondo.
Per informazioni: Ufficio Stampa Città Metropolitana di Torino, telefono 011-8612705 (Michele Fassinotti), e-mail stampa@cittametropolitana.torino.it
CHI ERA ZAMENHOF
Ludwik Zamenhof nacque il 15 dicembre 1859 a Białystok, città che all’epoca faceva parte dell’impero russo, dopo la spartizione della Polonia. A Białystok viveva un’eterogenea popolazione di molte nazionalità: polacchi, russi, ebrei e tedeschi. Già a 10 anni Ludovico scrisse un dramma intitolato “La Torre di Babele - una tragedia di Białystok”. Il titolo indica chiaramente che la vita non era facile per i singoli gruppi etnici, a causa tra l’altro della difficile intercomprensione linguistica. Per questa ragione Zamenhof a scuola curò lo studio delle lingue e al tempo stesso pensò costantemente alla creazione di un idioma comune, che potesse risolvere molti problemi delle società multietniche. I primi tentativi di creazione di un idioma internazionale, “Lingwe Uniwersala”, risalgono agli anni degli studi ginnasiali, ma la proposta definitiva di lingua ausiliaria internazionale fu presentata da Zamenhof nel 1887 in un libretto intitolato “Lingvo internacia. Antaŭparolo kaj kompleta lernolibro”-“Lingua internazionale. Prefazione e manuale completo per l’apprendimento”, pubblicato con lo pseudonimo Doktoro Esperanto, che significa “dottore che spera”. Quella parola divenne il nome della lingua, che ebbe un rapido successo. Il suo creatore rinunciò a tutti i diritti d’autore, volendo che la lingua appartenesse a tutta l’umanità.
Il primo Congresso Mondiale di Esperanto ebbe luogo nel 1905 in Francia, dove Zamenhof fu insignito dell’Ordine della Legion d’Onore. In suo omaggio fu illuminata la Torre Eiffel. Il movimento esperantista lanciato da Zamenhof si diffuse rapidamente ed ebbe riconoscimenti da molti insigni esponenti della cultura dell’epoca. In Polonia, il primo che apprezzò l’idea di una lingua internazionale fu Antoni Grabowski, ingegnere e poliglotta, che conosceva e utilizzava quindici lingue, il quale curò la traduzione nella lingua internazionale dei poemi “Signor Taddeo” di Adam Mickiewicz e “Mazepa” di Juliusz Słowacki e di altre opere letterarie. La fama del creatore dell’esperanto crebbe e per otto volte fu candidato al Premio Nobel per la Pace. Nel 1912 fu organizzato a Cracovia il Congresso Mondiale di Esperanto. Zamenhof scrisse queste parole agli organizzatori: “Se proprio doveste parlare di me, potreste chiamarmi ‘figlio della terra polacca’, perché nessuno può contestare che la terra in cui sono sepolti i miei genitori e dove lavoro stabilmente ed ho intenzione di lavorare fino al termine della mia vita – è la mia casa…”.
Ludwik Zamenhof morì il 14 aprile 1917 a Varsavia e durante la cerimonia funebre si disse: “Verrà un giorno, in cui tutta la terra polacca capirà quale radiosa fama ha dato questo gran figlio alla sua Patria.” Poco più di vent’anni dopo la sua scomparsa, anche la famiglia di Zamenhof dette il duo tributo di sangue all’orrore della Shoah: durante la Seconda Guerra mondiale, i familiari dello studioso, compresi tre bambini, furono uccisi. Si salvò soltanto suo nipote Cristoforo, figlio di Adamo. Zamenhof e la sua creazione sono onorati da circa 1600 monumenti e siti che recano il suo nome o quello dell’Esperanto in tutti i continenti e persino nello spazio. Per tre volte l’UNESCO ha approvato risoluzioni che confermano i suoi meriti verso l’Umanità: nel 1954, nel 1985 e nel 2015.
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Domenica 4 febbraio alle 15,30 nel Duomo Collegiata di Santa Maria Assunta sarà celebrata la Messa solenne per l'investitura del 65° Abbà del Carnevale di Chivasso, al secolo Piergiacomo Verga. L'Eucarestia sarà presieduta dal vescovo di Ivrea, monsignor Edoardo Aldo Cerrato. I canti saranno eseguiti dal coro “La Genzianella” di Tonengo di Mazzé, diretto da Renato Giovannini. Alla consolle dell'organo “Felice Bossi” del 1843 siederà il concertista e compositore Sandro Frola. L'evento è inserito nel cartellone della stagione “Chivasso in Musica 2017-18” patrocinata dalla Città Metropolitana di Torino ed è organizzato in collaborazione con la Pro Loco Chivasso l'Agricola, che cura tutte le iniziative carnevalesche chivassesi.Il coro “La Genzianella” di Tonengo di Mazzé è stato costituito nel 1987, attingendo i migliori elementi dalla cantoria parrocchiale del paese. L’attuale formazione conta una trentina di elementi, provenienti da vari paesi del circondario, accompagnati alla tastiera e quando è possibile all’organo a canne da Sandro Frola, di cui vengono anche eseguite alcune armonizzazioni, vocali e strumentali. Frola, diplomato in organo al Conservatorio “Ghedini” di Cuneo, è stato allievo di organo e composizione del maestro Guido Donati di Torino. Ha tenuto negli ultimi anni numerosi concerti d’organo, come solista e come accompagnatore di varie formazioni strumentali e vocali. Ha frequentato i corsi di musica antica a Magnano sotto la guida del maestro Luca Scandali. Come compositore ha al suo attivo la realizzazione delle musiche originali e degli arrangiamenti dello spettacolo “Cantarkaicos” e le musiche dello spettacolo “Alla Corte di Re Leone” dedicato ai bambini.- Dettagli
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Questa mattinaLa visita è stata occasione per passare in rassegna il patrimonio acquisito dalla biblioteca a partire dalla metà degli anni Sessanta: 130.000 volumi e opuscoli; 11incunaboli ; 350 edizioni del Cinquecento; 150 manoscritti; 254 spartiti musicali; 1.200 tesi di laurea; 2.273 periodici, di cui un centinaio correnti; 347 carte geografiche; 482 stampe; 375 unità di grafica d'autore; 1.000 fotografie; 43 fondi archivistici. Ma anche per spigolare fra alcune rarità e curiosità, come i preziosi incunaboli fotografici di Luigi Sacchi, che a metà Ottocento mise a punto una tecnica che può essere considerata alle origini della fotografia, o come il “libro più piccolo al mondo”, un volume che ha le dimensioni di un cioccolatino.
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Nel pomeriggio di sabato 3 febbraio la Squadra degli Aranceri Scorpioni d'Arduino organizza “A Spasso nella Storia”, un pomeriggio culturale all'insegna della riscoperta della Città di Ivrea. L'iniziativa prevede una passeggiata in compagnia dell'archeologa Lorenza Boni e, a seguire, lo spettacolo teatrale “Diamantinus e il Manoscritto ritrovato”, a cura di Paolo Lova e Davide Mindo. Il ritrovo è per le 14,30 nella nuova sede degli Arduini, in via Peana 1. Si visiteranno i ruderi dell'antico teatro romano e altre testimonianze dell’antica città di Eporedia, come ad esempio la zona portuale in riva alla Dora Baltea. Seguendo le trasformazioni della città e del suo paesaggio tra età romana e medioevale, particolare attenzione verrà riservata alla cittadella vescovile, con la visita alla cripta e al chiostro del Duomo. Il rientro nella sede della Squadra degli Aranceri Scorpioni d'Arduino è previsto intorno alle 17,15.A seguire, l’attore Davide Mindo e il musicista Paolo Lova, proporranno il loro spettacolo, frutto di una ricerca storica condotta su antichi testi medievali. Il viandante Diamantinus (Davide Mindo) guiderà lo spettatore nel mondo medievale attraverso l’accompagnamento musicale di Paolo Lova, che eseguirà al liuto brani risalenti all’epoca compresa tra il X e il XV secolo. Musica e parole creeranno il giusto connubio per rievocare le suggestioni e le atmosfere del tempo che fu, offrendo diversi punti di contatto e riflessione tra passato e presente. Davide Mindo, ideatore e interprete della suggestiva Passione di Cristo di Ivrea - la cui terza edizione si terrà il 24 marzo - in occasione del cinquantennale degli Arduini aveva ideato lo spettacolo "Aggiungi una casacca in piazza", una commedia basata sulla storia della squadra che ha gettato le basi per costituire la Compagnia Teatrale dello Scorpione. Paolo Lova, liutista di fama internazionale, recentemente designato direttore artistico della manifestazione Medieval Italy, è stato definito goliardicamente il “Diavolo Arduino” da Giancarlo Maffeo. Con Davide Mindo ha stretto da tempo un’intensa collaborazione artistica, proponendo spettacoli basati sul suggestivo connubio liuto-voce. Lorenza Boni da diversi anni collabora con la Sovraintendenza ai Beni Archeologici del Piemonte, occupandosi di indagine e divulgazione su diversi scavi in corso nel territorio canavesano, come ad esempio la Pieve di San Lorenzo a Settimo Vittone e numerosi siti di archeologia urbana eporediese e dell'Anfiteatro Morenico. La partecipazione al pomeriggio culturale è aperta e gratuita a tutti. È gradita la prenotazione al numero telefonico 349-1272524.
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Si addestrarono sulle Alpi Occidentali prima di affrontare la Campagna di Russia, raccontata in pagine memorabili da scrittori del calibro di Mario Rigoni Stern, Nuto Revelli e Giulio Bedeschi: erano gli Alpini della Divisione Tridentina, che sarebbe stata mandata al massacro dal regime fascista e dalla monarchia sabauda tra le steppe dell’Unione Sovietica, insieme alla Cuneense, alla Julia e al Battaglione Alpini Sciatori “Monte Cervino” del capitano Giuseppe Lamberti. Li mandarono ad affrontare il terribile inverno russo e le truppe sovietiche che difendevano la propria patria con equipaggiamenti, mezzi e armamenti inadeguati, in un teatro di guerra in cui si contrapponevano otto milioni di soldati, nello scontro militare più imponente che la storia avesse mai conosciuto. Quando i sovietici scatenarono l’attacco alla linea difensiva tenuta dai reparti italiani dell’ARMIR gran parte dello schieramento non resse l’urto e gli attaccanti dilagarono nelle retrovie del fronte. I reparti alpini furono trattenuti sulle loro linee di combattimento per espresso ordine di Hitler. Quando lasciarono le postazioni l’intero corpo d’armata alpino si trovò accerchiato e il ripiegamento si trasformò in una ritirata caotica e tragica.Dal 17 al 26 gennaio 1943 gli alpini affrontarono dieci giorni di scontri continui in condizioni ambientali estreme. Le Divisioni Julia e Cuneense non riuscirono a superare gli sbarramenti e furono quasi totalmente annientate, mentre gli uomini della Tridentina, giunti il 26 gennaio alle porte di Nikolajewka, ultimo sbarramento della “sacca” del Don, riuscirono ad aprire un varco per se stessi e per molti altri reparti sbandati italiani, tedeschi e ungheresi.
“Ricordo della Tridentina in Piemonte” è il titolo di una manifestazione commemorativa che il Comitato Tridentina 1942-2018, costituito dalle Sezioni di Torino, Asti e Val Susa dell’Associazione Nazionale Alpini, sta organizzando per il mese di luglio, con il patrocinio e il sostegno della Città Metropolitana di Torino. Giovedì 18 gennaio nella Sala delle Colonne del Comune di Torino si è tenuta la conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa, che intende tenere viva la memoria del soggiorno degli Alpini della Tridentina in Piemonte e della loro partenza nel luglio 1942 dalle stazioni di Torino, Asti, Avigliana, Collegno e Chivasso alla volta del fronte russo, dopo un anno di impegnativo addestramento.
Giunti nel nord del Piemonte nel luglio del 1941, di ritorno dalla campagna di Grecia, i militari della Tridentina soggiornarono per quasi tre mesi in alta Valle di Susa, per poi acquartierarsi in pianura nel mese di ottobre, in varie zone del Torinese e dell’Astigiano, dove rimasero fino alla partenza per la Russia. I soldati stabilirono con le popolazioni locali forti rapporti di amicizia e di affetto, vivendo in Piemonte un periodo sereno della vita militare, prima che su di loro si scatenasse l’inferno della guerra. Nelle città e nei paesi nacquero anche alcuni amori tra ragazze piemontesi e alpini lombardi e veneti, alcuni dei quali, usciti vivi da quella disastrosa guerra, tornarono in Piemonte per sposarsi.
Il programma delle manifestazioni organizzate dall’ANA si concluderà domenica 15 luglio, con la partenza di un treno storico dalla stazione di Porta Nuova per ricordare la partenza per la Russia di numerose tradotte alpine, tra le quali quella dello scrittore Mario Rigoni Stern, sergente del battaglione Vestone, partita da Porta Nuova il 26 luglio 1942.
UN LIBRO, UNO SPETTACOLO E TARGHE COMMEMORATIVE DEL SACRIFICIO DEGLI ALPINI
Franco Voghera, con la collaborazione di Beppe Barbero, di Pier Giorgio Longo e dello storico Gianni Oliva, ha lavorato a una ricerca incentrata sulla permanenza tra il 1941 e il 1942 della divisione Tridentina in Piemonte prima della partenza per la Russia. I risultati di questo lavoro sono sintetizzati nel libro “La Tridentina in Piemonte. Dalla permanenza tra le genti del Torinese e dell’Astigiano alla tragica ritirata di Russia”. Il 26 ottobre scorso, all’auditorium Antonio Vivaldi di Torino, si è tenuto lo spettacolo musicale “Alpini in Russia”, con le voci narranti di Alfatre Gruppo Teatro e l’orchestra fiati giovanile Giovanni XXIII di Pianezza. La prima replica dello spettacolo, organizzata dalla sezione astigiana dell’ANA, si svolgerà il 21 aprile alle 21 al teatro Alfieri di Asti, e sarà preceduta da un concerto di una fanfara alpina per le vie della città. Il secondo spettacolo, organizzato dalla sezione ANA di Susa, si terrà il 26 maggio alle 21 nel centro polivalente di Bussoleno, mentre il terzo è in programma la sera del 14 luglio a Rivoli, nel cortile della caserma Ceccaroni.
Nei prossimi mesi saranno poste tre targhe nelle stazioni ferroviarie di Asti, Chivasso e Torino Porta Nuova, per ricordare la partenza per la Russia degli alpini da quelle stazioni. Da Asti partirono 12 tradotte, da Torino 16 (11 da Torino Smistamento e 5 da Torino Dora) e da Chivasso altre 5. Ad Asti lo scoprimento avverrà il 21 aprile alle 18,15, a Chivasso il 25 aprile alle 10,30 e a Torino Porta Nuova giovedì 12 luglio alle 10,30.
IL PROGRAMMA DELLE MANIFESTAZIONI DEL 14 E 15 LUGLIO
Sabato 14 luglio
In mattinata arrivo e sistemazione in albergo a Torino dei partecipanti provenienti da altre regioni e degli ospiti che seguiranno il programma previsto a Rivoli per il pomeriggio e la sera di sabato 14 luglio. Alcuni Alpini potrebbero già arrivare venerdì 13 luglio per una visita alla città di Torino. Alle 15,30 cerimonia ufficiale di apertura della manifestazione a Rivoli, con alzabandiera e deposizione di una corona al locale monumento agli Alpini in largo Susa. Alle 16 presentazione nella sala consiliare della Città di Rivoli del libro sulla permanenza della divisione Tridentina in Piemonte. Alle 19 cena nella caserma Ceccaroni e, a seguire, spettacolo “Alpini in Russia”.
Domenica 15 luglio
Alle 8,30 ritrovo alla stazione di Torino Porta Nuova al binario da cui partirà il treno storico e breve cerimonia per ricordare la partenza da Torino per la Russia delle tradotte alpine. Interventi di autorità alla presenza dei vessilli e dei gagliardetti alpini. Alle 9,50 arrivo del treno ad Avigliana e ammassamento presso il piazzale della stazione ferroviaria per la deposizione di una corona alla lapide all’ingresso della stazione in ricordo della partenza di 11 tradotte della divisione Tridentina. Breve cerimonia con interventi delle autorità alla presenza di una banda musicale e dei vessilli e dei gagliardetti alpini. Alle 10,30 sfilata lungo corso Laghi e verso piazza del Popolo, dove alle 11 è previsto un concerto della Fanfara alpina Montenero. Alle 11,45 Messa in suffragio degli alpini caduti e dispersi nella campagna di Russia e dei caduti di tutte le guerre, con la partecipazione del coro della sezione ANA di Torino. Il successivo rancio militare sarà preparato dalla cucina da campo del Gruppo Alpini di Giaveno e servito sotto una grande tensostruttura. Alle 14,30 ritrovo allo scalo ferroviario, luogo di partenza dei reparti alpini. Alle 15 inizio della visita del treno storico e dei mezzi militari d’epoca, con l’intervento di animatori in divisa alpina. Rievocazione del momento della partenza delle tradotte con Alpini in divisa, muli, materiali e mezzi militari dell’epoca e la partecipazione di gruppi storici. Alle 16,30 spostamento a piedi o con navette fino alla stazione ferroviaria di Avigliana, da dove alle 17,05 partirà il treno storico diretto a Torino, con sosta intermedia a Collegno alle 17,25 per la deposizione di una corona alla lapide in ricordo della partenza di 4 tradotte della divisione Tridentina. Alle 18,30 arrivo del treno a Porta Nuova e termine della manifestazione. A Rivoli, in contemporanea, si terrà una breve cerimonia ufficiale di chiusura con ammainabandiera al monumento degli Alpini in largo Susa.
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L’ottavo concerto della stagione “Chivasso in Musica 2017-18”, patrocinata dalla Città Metropolitana di Torino è in programma sabato 20 gennaio alle 21 al Teatro dell’Oratorio di via Don Dublino (e non in Duomo come precedentemente annunciato, a causa dei lavori di restauro in una delle navate laterali). L’appuntamento musicale intitolato “Un palco all’opera” avrà come protagonisti tre artisti torinesi: la soprano Annamaria Turicchi, il pianista Francesco Cavaliere e l’attrice Alessia Pratolongo.Il programma prevede l’esecuzione di celebri arie d’opera e da salotto di Puccini, Verdi, Bellini e Tosti. La serata si aprirà nel nome di Giacomo Puccini del quale si potranno ascoltare “O mio babbino caro” dall’opera “Gianni Schicchi”, “Mi chiamano Mimì” dalla “Bohéme”, “Un bel dì vedremo” dalla “Madama Butterfly” e “Vissi d’arte” dalla “Tosca”. Si passerà poi a Giuseppe Verdi, con “Tacea la notte placida” da “Il Trovatore”, “Addio del passato” da “La Traviata”, “Nel dì della vittoria” dal “Macbeth”. Le aarie da salotto in programma sono “Malinconia Ninfa gentile” di Vincenzo Bellini, “Ideale” e “L’ultima canzone” di Francesco Paolo Tosti. L’attrice torinese Alessia Pratolongo che ha studiato al Liceo classico “Isaac Newton” di Chivasso, sarà la voce recitante della serata, conducendo il pubblico all’ascolto delle diverse composizioni, i cui testi sono comunque riportati sulla brochure della stagione. Il pianista Francesco Cavaliere eseguirà una sua composizione intitolata “Reminiscenze pucciniane e un Valzer di verdiana memoria”. Protagonista principale dell’appuntamento sarà la soprano Annamaria Turicchi, figlia di musicisti che ha intrapreso gli studi musicali del violino, diplomandosi successivamente in viola nel 1999 al Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Torino, sotto la guida del maestro Enrico Massimino. Parallelamente agli studi di viola, Annamaria Turicchi ha proseguito quelli di canto, sotto la guida del maestro Elio Battaglia, diplomandosi nel 2002 in canto lirico con il massimo dei voti e nel 2009 in musica vocale da camera con il maestro Erik Battaglia con il massimo dei voti e la lode. Ha studiato danza classica con Cristina Moretti ed è laureata al DAMS di Torino con indirizzo teatrale.
Il concerto, del 20 gennaio è inserito nel cartellone delle manifestazioni del Carnevale-Carnevalone 2018, è organizzato in collaborazione con il Magnifico Coro degli Abbà ed è dedicato al patrono San Sebastiano, la cui memoria liturgica cade proprio il 20 gennaio. Nell’occasione verrà festeggiato il nuovo Abbà, Piergiacomo Verga, nel 70° anniversario della reintroduzione di questa figura nel carnevale chivassese.
L’ingresso è a pagamento, con il costo del posto unico di 10 Euro; ridotto 5 Euro per i membri dell’associazione “Contatto”, gli ultrasessantacinquenni e i ragazzi minorenni. I biglietti saranno venduti la sera del concerto nel botteghino
del Teatro dell’Oratorio, che sarà aperto al pubblico alle 20,15.
Per ulteriori informazioni: si può consultare il portale Internet www.chivassoinmusica.ito scrivere a info@chivassoinmusica.it
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Proseguendo il filone culturale e storico inaugurato nel 2016 con la mostra “A rischio della propria vita” e proseguito nel 2017 con quella dedicata a Jan Karski,in occasione del Giorno della Memoria 2018a Palazzo Dal Pozzo della Cisterna, sede storica della Città Metropolitana di Torino, in via Maria Vittoria 12, è previsto l’allestimento di una mostra dedicata a Ludwik Zamenhof, ebreo polacco, iniziatore e instancabile promotore della lingua Esperanto.L’Ambasciata della Repubblica di Polonia in Italia ha scelto la figura di Zamenhof perché è uno dei molti illustri rappresentanti della comunità ebraica di Polonia, che diede un enorme contributo alla vita sociale, economica e culturale polacca e mondiale e che, dopo nove secoli di storia, scomparve nella Shoah. Nel 2017 è caduto il centesimo anniversario della scomparsa dello studioso polacco e l’anno che si è appena concluso era stato dichiarato dall’Unesco come l’anno di Zamenhof.
La mostra consiste in diciotto pannelli, con testi e didascalie in italiano e in esperanto. L’allestimento a Palazzo Cisterna verrà inaugurato ufficialmente lunedì 29 gennaio alle 17, per iniziativa dell’Ambasciata della Repubblica di Polonia a Roma, del Consolato onorario di Polonia in Torino, della Città Metropolitana di Torino, della Federazione Esperantista Italiana, della Comunità Ebraica e della Comunità Polacca di Torino-Ognisko Polskie w Turynie e del Gruppo Studi Ebraici. La mostra sarà visitabile nei giorni feriali (sabato escluso) dal 29 gennaio al 9 febbraio dalle 9 alle 18.
A completare l’allestimento vi sarà una sezione bibliografica curata dal Centro Esperanto di Torino, che comprenderà sia opere di letteratura originale in esperanto sia capolavori della letteratura mondiale tradotti in lingua internazionale, materiale didattico (manuali di grammatica e vocabolari) e materiale informativo sulla diffusione dell'esperanto nel mondo.
Per informazioni: Ufficio Stampa Città Metropolitana di Torino, telefono 011-8612705 (Michele Fassinotti), e-mail stampa@cittametropolitana.torino.it
CHI ERA ZAMENHOF
Ludwik Zamenhof nacque il 15 dicembre 1859 a Białystok, città che all’epoca faceva parte dell’impero russo, dopo la spartizione della Polonia. Vi abitava un’eterogenea popolazione di molte nazioni: polacchi, russi, ebrei e tedeschi. Già a 10 anni Ludovico scrisse un dramma intitolato “La Torre di Babele - una tragedia di Białystok”. Il titolo indica chiaramente che lì la vita non era facile per i singoli gruppi etnici, a causa tra l’altro (dei problemi di lingua) della difficile intercomprensione linguistica. Per questa ragione Zamenhof già molto presto, a scuola, curò lo studio delle lingue e al tempo stesso pensò costantemente alla creazione di una lingua comune, che potesse risolvere molti problemi delle società multietniche. I primi tentativi di creazione di una lingua internazionale, “Lingwe Uniwersala”, risalgono agli anni degli studi ginnasiali, ma la proposta definitiva di lingua ausiliaria internazionale fu presentata da Zamenhof nel 1887 in un libretto intitolato “Lingvo internacia. Antaŭparolo kaj kompleta lernolibro”- “Lingua internazionale. Prefazione e manuale completo per l’apprendimento” e pubblicato con lo pseudonimo Doktoro Esperanto, che significa “dottore che spera”. Quella parola divenne il nome della lingua, che ebbe un rapido successo. Il suo creatore rinunciò a tutti i diritti d’autore, volendo che la lingua appartenesse a tutta l’umanità.
Il primo Congresso Mondiale di Esperanto ebbe luogo nel 1905 in Francia, dove Zamenhof fu insignito dell’Ordine della Legion d’Onore. In suo omaggio fu illuminata la Torre Eiffel. Il movimento esperantista lanciato da Zamenhof si diffuse rapidamente ed ebbe riconoscimenti da molti insigni esponenti della cultura dell’epoca. In Polonia, il primo che apprezzò l’idea di una lingua internazionale fu Antoni Grabowski, ingegnere e poliglotta, che conosceva e utilizzava quindici lingue, il quale curò la traduzione nella lingua internazionale dei poemi “Signor Taddeo” di Adamo Mickiewicz, e “Mazepa” di Juliusz Słowacki e di altre opere letterarie. La fama del creatore dell’esperanto crebbe e per otto volte fu candidato al Premio Nobel per la Pace. Nel 1912 fu organizzato a Cracovia il Congresso Mondiale di Esperanto. Zamenhof scrisse queste parole agli organizzatori: “Se proprio doveste parlare di me, potreste chiamarmi ‘figlio della terra polacca’, perché nessuno può contestare che la terra in cui sono sepolti i miei genitori e dove lavoro stabilmente ed ho intenzione di lavorare fino al termine della mia vita – è la mia casa…”.
Ludwik Zamenhof morì il 14 aprile 1917 a Varsavia e durante la cerimonia funebre si disse: “Verrà un giorno, in cui tutta la terra polacca capirà quale radiosa fama ha dato questo gran figlio alla sua Patria.” Poco più di vent’anni dopo la sua scomparsa, anche la famiglia di Zamenhof dette il duo tributo di sangue all’orrore della Shoah: durante la Seconda Guerra mondiale, i familiari dello studioso, compresi tre bambini, furono uccisi. Si salvò soltanto suo nipote Cristoforo, figlio di Adamo. Zamenhof e la sua creazione sono onorati da circa 1600 monumenti e siti che recano il suo nome o quello dell’Esperanto in tutti i continenti e persino nello spazio. Per tre volte l’UNESCO ha approvato risoluzioni che confermano i suoi meriti verso l’Umanità: nel 1954, nel 1985 e nel 2015.
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Anche nel 2018 proseguono le visite guidate a Palazzo Dal Pozzo della Cisterna, sede della Città Metropolitana di Torino.Il primo appuntamento dell’anno è previsto per le ore 10 di sabato 20 gennaio con un’esibizione del gruppo storico “Le Vie del Tempo”. Sebbene sia nata di fatto soltanto nel 2016, l’associazione “Le Vie del Tempo” riunisce rievocatori che, da oltre vent’anni, hanno scelto di fare cultura con una modalità, la rievocazione, che in Europa e negli Stati Uniti ha raggiunto un elevato standard qualitativo e che in Italia viene sempre più tenuta in considerazione. Gli interessi culturali e divulgativi dell’associazione abbracciano un arco temporale che va dal periodo romano antico all’inizio del ‘900. “Le Vie del tempo” propone ricostruzioni storiche, tableaux vivants, attività didattiche anche nelle scuole, visite guidate e pubblicazioni a cura dei soci. Dell’associazione fanno parte storici militari, dell’architettura e della sartoria, guide turistiche ed esperti di uniformologia, che hanno scelto di raccontare e divulgare le vicende del Piemonte (e non solo) nei secoli, rivivendole in prima persona e facendole rivivere al pubblico.Dopo l’appuntamento di gennaio, le visite guidate si svolgeranno nei sabati 17 febbraio, 17 marzo, 21 aprile, 19 maggio, 16 giugno. Inoltre il palazzo è sempre aperto ai visitatori su prenotazione telefonica al numero 011-8612644, dal lunedì al venerdì dalle 9,30 alle 13, oppure al numero 011-8617100 il lunedì e il giovedì dalle 9,30 alle 17, il martedì, il mercoledì e il venerdì dalle 9,30 alle 13. Per prenotare la visita si può anche inviare una e-mail all’indirizzo urp@cittametropolitana.torino.it. Le visite si effettuano con un minimo di dieci adesioni. Il complesso è anche visitabile sempre su prenotazione, dal lunedì al venerdì, per scolaresche, associazioni e gruppi di cittadini.
PER SAPERNE DI PIÙ SU PALAZZO CISTERNA, SULLA SUA STORIA, SULLE POSSIBILITA’ DI VISITA E PER AMMIRARE LE FOTO PANORAMICHE A 360°
http://www.cittametropolitana.torino.it/cms/urp/visita-palazzo-cisterna/storia-palazzo
http://www.cittametropolitana.torino.it/cms/urp/visita-palazzo-cisterna
http://www.cittametropolitana.torino.it/multimedia/virtual/palazzo_cisterna_esterni.shtml
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Il settimo concerto della stagione Chivasso in Musica 2017-18, patrocinata dalla Città Metropolitana di Torino, si terrà sabato 13 gennaio alle 21 al Teatro dell’Oratorio. Sul palco suoneranno i cornisti dell’Orchestra del Teatro Regio di Torino: Natalino Ricciardo, Ugo Favaro, Fabrizio Dindo, Pierluigi Filagna, Evandro Merisio, Eros Tondella, Gregorio Demaria e Vincenzo Ferrante Bannera.Il concerto verrà aperto da tre pagine del repertorio barocco. Innanzitutto “Water Music” (Musica sull’acqua), una suite scritta da Georg Frederic Händel nel 1717 per animare una grande festa sulle acque del Tamigia. Seguirà la celeberrima “Aria sulla quarta corda”, tratta dalla Suite orchestrale n° 3 di Johann Sebastian Bach, del quale si potrà anche ascoltare il “Preludio e Fuga in La minore”. Saranno poi eseguite pagine tratte da famose opere liriche: di Gioachino Rossini l’”Ouverture e Caccia” dal Gugliemo Tell, di Carl Maria von Weber la “Preghiera e Coro dei Cacciatori” tratti da “Il franco cacciatore” (Der Freischütz), di Richard Wagner “Caccia e Coro dei Pellegrini” dal “Tannhäuser”. Il trittico verrà suggellato dalla “Wagneriana Suite” di Hans Richter. Passando a pagine musicali più recenti, i “Regi Corni” faranno ascoltare “My heart will go on” di James Horner tratto dalla colonna sonora del film “Titanic”, “Round midnight” di Thelonius Monk e “Autumn leaves” di Joseph Kosma. La conclusione sarà nel nome di Gioachino Rossini, del quale sarà eseguita la “Grande Fanfare”.
Il concerto di sabato 13 gennaio aprirà gli appuntamenti musicali connessi con il Carnevale-Carnevalone 2018. L’evento è organizzato in collaborazione con l’Ordine delle Bele Tôlere e con
L’ingresso è a pagamento: il posto unico costa 10 Euro; 5 Euro il ridotto per i membri dell’associazione “Contatto”, i ragazzi sotto i 18 anni e gli anziani ultrasessantacinquenni; gratis per i bambini sotto i 12 anni. I biglietti saranno venduti la sera del concerto nel botteghino del Teatro dell’Oratorio, che sarà aperto al pubblico alle 20,15.
Per ulteriori informazioni: www.chivassoinmusica.it e info@chivassoinmusica.it
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Domenica 24 dicembre ad Ivrea è in programma seconda edizione della Sacra rappresentazione medievale della Natività di Gesù, sotto la direzione artistica del poliedrico attore canavesano Davide Mindo. L’evento è patrocinato dalla Diocesi e dalla Città di Ivrea, dalla Regione, dalla Presidenza del Consiglio Regionale del Piemonte, dalla Città Metropolitana di Torino, dall’Associazione europea delle Vie Francigene e dall'Atl “Turismo Torino e provincia”.La manifestazione natalizia costituisce il preludio alla terza edizione della Sacra rappresentazione medievale della Passione di Cristo, che si terrà ad Ivrea sabato 24 marzo 2018, con importanti novità rispetto alle due precedenti edizioni.
All’iniziativa del 24 dicembre collaborano numerose realtà e associazioni del territorio, unite nell’intento di riprendere una tradizione ben radicata a Ivrea già a partire dall'anno Mille, testimoniata da alcuni documenti conservati nella biblioteca capitolare che attestano come la città di Yporegia potesse vantare un primato in ambito regionale in materia di sacre rappresentazioni. L'evento della notte di Natale a Ivrea è il completamento naturale di un progetto di riscoperta delle sacre rappresentazioni medievali della Natività e della Passione di Gesù, riprese dall'associazione "Il Diamante" a partire dal 2016, con la collaborazione della Via Francigena di Sigerico, del gruppo storico del Canavese "IJ Ruset", del gruppo “Il Mastio”, della Compagnia dell'Unicorno e della compagnia teatrale dello Scorpione.
La novità dell’edizione 2017, in coincidenza con l'inizio della settimana di Novena del Natale, è l'appuntamento storico-culturale previsto di sabato 16 dicembre alle 21 nella sala Santa Marta, con la partecipazione del Coro della Cattedrale diretto da Paolo Bersano e del Coro Cai “La Serra” diretto da Ottorino Zilioli. I cori accompagneranno i relatori Silvio Ricciardone, Michele Zaio, Paolo Bersano, Fabrizio Dassano, Andrea Plichero e la giovanissima Martina Gueli, i quali affronteranno il tema della rappresentazione della Natività nel Canavese, con riferimenti allo scriptorium di Warmondo.
Domenica 24 dicembre a partire dalle 23,30 in piazza Duomo verrà proposto il quadro vivente della Sacra Famiglia, verso il quale convergeranno a piccoli gruppetti i figuranti in costumi medievali, provenienti dai diversi punti della piazza, ciascuno portando con sé una candela accesa. Intorno alle 23,45 l'evento vivrà il momento clou con la nascita del Bambin Gesù. A mezzanotte in punto il Vescovo di Ivrea, monsignor Edoardo Cerrato, celebrerà la Messa di Natale in Duomo.
Gli eporediesi sono invitati a raggiungere il Duomo con una candela accesa, un simbolico punto in comune tra i figuranti medievali e i cittadini della Ivrea del XXI secolo, che punta a coinvolgere il pubblico nella manifestazione.
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