Qualità dell'aria

Idrocarburi policiclici aromatici

Descrizione

Gli IPA presenti in aria ambiente si originano da tutti i processi che comportano la combustione incompleta e/o la pirolisi di materiali organici.
Le principali fonti di emissione in ambito urbano sono costituite dagli autoveicoli alimentati a benzina (l'utilizzo di marmitte catalitiche ha ridotto l'emissione di IPA dell’80-90%) o gasolio e dalle combustioni domestiche (il fumo di sigaretta può costituire un'importante fonte emissiva) e industriali che utilizzano combustibili solidi o liquidi.
La parziale sostituzione del carbone e degli olii combustibili con il gas naturale ai fini della produzione di energia ha peraltro costituito un indubbio beneficio anche in termini di emissioni di IPA.
La diffusione della combustione di biomasse per il riscaldamento domestico, invece, se da un lato ha indubbi benefici in termini di bilancio complessivo di gas serra, dall'altro va tenuta attentamente sotto controllo poichè la quantità di IPA emessi da un impianto domestico alimentato a legna è 5-10 volte maggiore di quella emessa da un impianto alimentato con combustibile liquido (kerosene, gasolio da riscaldamento, etc...).
Il benzo(a)pirene (o 3,4-benzopirene) è costituito da cinque anelli condensati e viene utilizzato quale indicatore di esposizione in aria per l'intera classe degli IPA.

Danni causati

In termini di massa gli IPA costituiscono una frazione molto piccola del particolato atmosferico rilevabile in aria ambiente (< 0,1%) ma rivestono un grande rilievo tossicologico (specialmente quelli con 5 o più anelli) e sono per la quasi totalità adsorbiti sulla frazione di particolato con diametro aerodinamico inferiore a 2,5 µm.
L'International Agency for Research on Cancer (IARC) classifica il benzo(a)pirene nel gruppo 1 come "cancerogeno per l'uomo", il dibenzo(a,h)antracene nel gruppo 2 come "probabile cancerogeno per l'uomo" mentre tutti gli altri IPA sono inseriti nel gruppo 2B come "possibili cancerogeni per l'uomo".

Metodi di misura

A partire dall'anno 2005 è prevista la raccolta giornaliera su filtro in fibra di quarzo della frazione inalabile del particolato (PM10) contenuta in un volume noto d'aria. Il campione è sottoposto a estrazione con solvente e successiva determinazione quantitativa mediante gascromatografia-spettrometria di massa.
A partire dal 2006 nel caso della stazione di Torino Lingotto, la determinazione del benzo(a)pirene è stata effettuata anche sulla frazione PM2,5 con le stesse modalità utilizzate per la frazione PM10.

Riferimenti normativi (D.Lgs. n. 155 del 13 Agosto 2010)
  • valore obiettivo di qualità
    la media annuale delle concentrazioni non deve superare il valore di 1 ng/m3.