A seguito di un'intensa attività di ricerca scientifica rivolta allo studio degli effetti degli agenti inquinanti aerodispersi, si è affermata la necessità di sviluppare azioni e politiche di riduzione dell'inquinamento atmosferico. Tali politiche, che nel corso degli ultimi decenni hanno prodotto numerosi risultati positivi quali l'abbattimento delle concentrazioni di biossido di zolfo (SO2), piombo e di monossido di carbonio (CO), oggi affrontano problematiche legate ad inquinanti atmosferici quali il biossido di azoto (NO2) il particolato PM10 e l'ozono (O3). Per questi ultimi inquinanti i valori limite e obiettivo definiti dalla legislazione nazionale e comunitaria per la protezione della salute umana non sono infatti sempre rispettati.
Informare la popolazione sullo stato della qualità dell'aria è un aspetto importantissimo sia perché richiesto dalla normativa di settore sia per supportare l'adozione delle necessarie misure di risanamento. A tal fine in diversi paesi viene utilizzato un sistema di indicatori in grado di esplicitare alla popolazione, in modo semplice ed immediato, il livello qualitativo dell'aria che si respira. Tale sistema, proposto originariamente dall'agenzia per la protezione dell'ambiente americana (E.P.A.), prende il nome di Air Quality Index (AQI); anche in Europa molti Stati applicano un indice paragonabile a quello americano come strumento per informare e sensibilizzare l'opinione pubblica sul tema della qualità dell'aria. Qualsiasi sia la metodologia di calcolo utilizzata la diffusione dell'indice ha solitamente la finalità di informare il cittadino in merito allo "stato" della qualità dell'aria su aree estese in cui le concentrazioni di inquinanti e quindi i livelli di rischio per la salute siano mediamente omogenei.
La messa in opera di un indice previsionale di qualità dell'aria nel nostro territorio permette di fornire in tempo utile indicazioni riguardo "a quanto pulita o inquinata" possa essere l'aria che respiriamo e, essendo basato sui valori limite e obiettivo per la protezione della salute umana, fornisce indicazioni circa gli aspetti sanitari relativi ai livelli di inquinamento rilevati. L'IPQA prende in considerazione, fra i vari parametri per i quali la legge prevede il controllo, le sostanze inquinanti maggiormente critiche nel nostro territorio e i cui effetti sono rappresentativi dell'impatto dell'inquinamento atmosferico sulla salute umana: il particolato atmosferico PM10, il biossido d'azoto (NO2) e l'ozono (O3).
L'IPQA relativo all'agglomerato torinese è quindi uno strumento di comunicazione che rende facilmente accessibili le informazioni fornite da un sistema di modellistica previsionale della qualità dell'aria. Esso indica, attraverso il confronto con gli indicatori a breve termine definiti della normativa vigente per la protezione della salute umana, il livello della qualità dell'aria e il relativo grado di protezione della salute umana. L'IPQA viene espresso con un indice numerico che può variare da 1 a 5, più alto è il valore, più elevato è il livello di inquinamento atmosferico e maggiore è il potenziale rischio per la salute.