Campi elettromagnetici

EFFETTI SANITARI

DELLE RADIAZIONI NON IONIZZANTI

Le caratteristiche dei campi elettromagnetici variano notevolmente a seconda della frequenza, ed infatti campi a diversa frequenza trovano applicazioni tecnologiche diverse.
Allo stesso modo ci possiamo aspettare che gli effetti sugli organismi viventi siano diversi a frequenze diverse. Per esempio, le radiazioni ad altissima frequenza come raggi x e gamma (radiazioni ionizzanti) hanno possibili effetti cangerogeni.

Nel caso delle radiazioni non ionizzanti, gli effetti acuti sul corpo umano riconosciuti dalla comunità scientifica sono:

  • per i campi a frequenza industriale (50 Hz) generazione di correnti indotte superficiali;
  • per i campi a radiofrequenza, impiegati nelle telecomunicazioni, surriscaldamento dei tessuti.
I limiti di esposizione previsti dalla normativa sono stati fissati proprio per proteggere la popolazione da questi effetti.

Grandi risorse sono state investite in questi ultimi anni per scoprire se ci possano essere anche effetti cronici: che cosa succede quando l'organismo umano viene esposto ad un fondo elettromagnetico di bassa intensità ma per una lunga porzione della sua vita?
Periodicamente leggiamo sui giornali notizie allarmanti in proposito, ma ad oggi non c'è evidenza scientifica (indagini epidemiologiche e esperimenti in laboratorio e spiegazioni teoriche consistenti tra loro) di correlazione tra esposizione ai campi elettromagnetici e insonnia, affaticamento, cefalee o addirittura patologie degenerative e tumori.

Le più recenti pubblicazioni scientifiche sull'argomento possono essere consultate sul sito dell'Organizzazione Mondiale della Sanità - Progetto Campi Elettromagnetici (EMF) all'indirizzo www.who.int/peh-emf/en/ (in inglese ma con rapporti in italiano).