I NOSTRI COMUNICATI

 

Tutela fauna e flora

Tutela fauna e flora

Si intitola “Sulle tracce del lupo: dalle montagne ai fiumi” ed è un appuntamento inserito nella Notte Europea dei Ricercatori che Università e Politecnico di Torino organizzano venerdì 24 e sabato 25 settembre all’Orto Botanico del Valentino. All’evento, organizzato dal Dipartimento di Scienze della vita e biologia dei sistemi dell’Università, collabora la Città Metropolitana di Torino, come partner del progetto europeo LIFE WolfAlps EU.

L'evento si tiene sabato 25 settembre all’Erbario dell’Orto Botanico e prevede una breve presentazione con video e a seguire tavoli interattivi, tra cui una escape room virtuale. L’intento è quello di far conoscere al pubblico le tecniche di monitoraggio della presenza del lupo nel territorio e divulgare una serie di nozioni scientifiche sulla biologia ed etologia della specie, per aiutare i cittadini ad acquisire un approccio critico sul tema. Per partecipare all’iniziativa è richiesta la registrazione, possibile sul posto. È possibile partecipare ad uno dei tre incontri della durata di circa 90 minuti ciascuno, alle 10,30, 14,30 e 16,30.

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In quali corsi d’acqua -anzi, per l’esattezza in quali tratti – del territorio metropolitano si può pescare? In quali orari? Quali pesci si possono pescare, e in che quantità, e quali sono vietati? Con che attrezzi e metodi?

Le attenzioni che gli amanti della pesca devono avere, per dedicarsi al loro hobby nel rispetto delle regole e dell’ambiente, non sono poche e sono importanti. In loro aiuto c’è una agile pubblicazione della Città metropolitana di Torino, disponibile sul sito in pdf, che si chiama il “Vademecum per il pescatore” e che raccoglie in una trentina di pagine aggiornate nell’estate del 2021, tutte le regole, le prescrizioni, le licenze necessarie per dedicarsi alla pesca en plein air.

Da alcune nozioni fondamentali sulla classificazione delle acque ai diritti demaniali esclusivi di pesca, dal conseguimento e rinnovo della licenza di pesca agli orari; dal posto di pesca e distanza degli attrezzi alle modalità di pesca, dalle specie permesse e vietate ai periodi di chiusura, dai limiti giornalieri di cattura alle zone protette e agli incubatoi di valle, il Vademecum del pescatore offre un’ampia ma concisa documentazione per andare a pescare nel territorio metropolitano.

Scaricandolo sul cellulare, si può consultare in caso di dubbi anche nel bel mezzo di un torrente!

Da scaricare qui:
http://www.cittametropolitana.torino.it/cms/risorse/natura/dwd/pdf/fauna_flora/vademecum.pdf

Per informazioni ancora più esaustive, consultare
http://www.cittametropolitana.torino.it/cms/fauna-flora-parchi/fauna-e-flora/autorizzazioni-abilitazioni/pesca-citta-metropolitana

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E' stata consegnata ai veterinari del CANC di Grugliasco un esemplare di tartaruga azzannatrice (Chelydra serpentina) ritrovata in via Possasso a Collegno, probabilmente abbandonata da chi la deteneva abusivamente.
Si tratta infatti di una specie considerata pericolosa per l'incolumità pubblica e quindi non commerciabile nè detenibile in casa da privati, a seguito di un decreto del Ministero dell'ambiente del 1996.
I veterinari del CANC hanno allertato il nucleo CITES dei Carabinieri Forestali di Torino affinchè l'animale venga collocato in una struttura idonea ed autorizzata.
Anche questo intervento della struttura universitaria di Grugliasco rientra nella convenzione attivatata da Città metropolitana di Torino nell'ambito del progetto "Salviamoli insieme on the road" riferita al recupero e al salvataggio di animali non convenzionali: si rinnova ancora una volta l'appello a non allevare animali pericolosi e vietati.  

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Il progetto LIFE WolfAlps EU condivide con i giornalisti fonti e conoscenze tecnico-scientifiche a supporto della diffusione delle notizie legate al lupo, proponendo nel mese di giugno un corso di formazione online, che prevede il riconoscimento di 4 crediti formativi, in due sessioni online di due ore ciascuna. Dal momento che il numero di iscrizioni sulla piattaforma SiGeF ha già superato quello dei posti disponibili, in autunno verrà proposta la replica di ogni sessione. È previsto che materiali informativi siano a disposizione dei partecipanti.
L’iniziativa è a cura della Città Metropolitana di Torino, dell’Ente di gestione delle Aree Protette delle Alpi Cozie e dell’Ente di gestione delle Aree Protette delle Alpi Marittime, in collaborazione con gli altri partner del progetto.
Martedì 8 giugno l’incontro si svolgerà dalle 14,30 alle 16,30 e sarà introdotto da Carla Gatti, responsabile della Direzione comunicazione e rapporti con i cittadini e i territori della Città Metropolitana di Torino. Michele Ottino, direttore dell’Ente di gestione delle aree protette delle Alpi Cozie, illustrerà l’impostazione e gli obiettivi del progetto LIFE WolfAlps EU2019-2024. Laura Scillitani, communication manager di LIFE WolfAlps EU presso il MUSE, il Museo delle Scienze di Trento, passerà in rassegna il glossario e i termini tecnici utili per la comprensione del fenomeno della diffusione del lupo nella catena alpina e nelle zone di pianura e collina limitrofe; lo farà con un taglio attinente alla professione giornalistica, che parte dall’esame della rassegna stampa sinora raccolta nel 2021 su temi come la presenza della specie in contesti urbani e periurbani, i dati (più o meno attendibili e più o meno scientificamente fondati, a seconda dell’attendibilità della fonte da cui provengono) sulla distribuzione dei branchi e degli individui, il rischio di ibridazione con il cane, le fake news attualmente in circolazione e il controllo di tali notizie alla luce dei dati oggettivi, i pericoli che corrono gli animali domestici e i loro allevatori, le paure (vere o presunte, indotte o fondate su fatti reali) che attraversano i diversi settori dell’opinione pubblica. Paola Bertotto, tecnico della Città Metropolitana di Torino, proporrà invece una serie di indicazioni sulla biologia e sull’etologia del lupo.
Martedì 22 giugno dalle 10 alle 12, dopo l’introduzione da parte di Michele Fassinotti, redattore dell’ufficio stampa della Città Metropolitana, Luca Giunti, guardiaparco dell’Ente di gestione delle aree protette delle Alpi Cozie, terrà una relazione su “La matematica dei lupi”, delineando i tempi e le metodologie del monitoraggio e dell’analisi dei report sulla presenza di branchi e individui nei diversi territori. Giunti enuncerà anche i tassi di incremento della popolazione che sono ipotizzabili sulla scorta della letteratura scientifica. Valeria Salvatori, project manager dell’Istituto di Ecologia Applicata, affronterà il tema del piano nazionale di gestione della specie, individuando i portatori di legittimi interessi tra coloro che vivono e lavorano nelle aree di presenza del lupo, spiegando quali sono le criticità che affrontano e quali sono le loro esigenze. Laura Scillitani tratterà invece il tema dei lupi ibridi e confidenti, illustrando le criticità e le possibili azioni di prevenzione e controllo.
Per saperne di più sul progetto LIFE WolfAlps EU si può visitare il sito Internet www.lifewolfalps.eu o scrivere a info@lifewolfalps.eu

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Ancora un intervento di salvataggio di un capriolo in difficoltà stamani da parte del personale specializzato del CANC. Gli esperti del Centro Animali Non Convenzionali del Dipartimento di Scienze Veterinarie che ha sede a Grugliasco, sono intervenuti sul percorso della tramvia a cremagliera Sassi-Superga per soccorrere un esemplare maschio dell’apparente età di tre anni che non riusciva più a muoversi e a reggersi sulle zampe. Il capriolo è stato recuperato e, grazie ad un’apposita cassa per il trasporto di animali selvatici in difficoltà, è stato portato al CANC per i controlli del caso da parte dei veterinari del centro specializzato di Grugliasco. I controlli hanno consentito di appurare che il capriolo presenta una ferita sul dorso e una frattura del bacino, probabilmente causate dal tentativo di scavalcare la recinzione che delimita la linea tramviaria. L’esame radiografico ha inoltre evidenziato una frattura della mandibola. Domani mattina il capriolo sarà sottoposto ad un intervento chirurgico, a cui seguiranno una lunga degenza e la riabilitazione.
Per il personale del CANC il salvataggio del capriolo recuperato sulla tramvia Sassi-Superga è il centesimo intervento dall’inizio dell’anno e rientra tra quelli previsti dalla convenzione attivata dalla Città Metropolitana, che vede l'impegno diretto della Struttura didattica speciale Veterinaria dell'Università di Torino, oltre che del personale della Funzione specializzata tutela fauna e flora della Città metropolitana, nel servizio “Salviamoli Insieme on the road”, che prevede il recupero in campo della fauna selvatica pericolosa o non gestibile dai cittadini.
Il CANC ha sede in largo Braccini 2 a Grugliasco e cura il servizio per conto della Città Metropolitana. Il servizio “Salviamoli Insieme on the road” è attivo 24 ore su 24 sulla linea telefonica 349-4163385, a cui rispondono i tecnici faunistici che effettuano i recuperi. Al numero 366-6867428 rispondono invece i veterinari in reperibilità che visitano gli animali selvatici portati al CANC dai privati cittadini.recupero capriolo su tramvia Sassi-Superga 2

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"Non è giusto e non è corretto che la Città Metropolitana di Torino si trovi ad affrontare l'emergenza cinghiali senza un'adeguata dotazione di personale professionalmente formato e competente": lo ribadiscono il Vicesindaco metropolitano Marco Marocco e la Consigliera delegata all'ambiente e alla tutela della fauna e della flora Barbara Azzarà commentando l'incidente in cui a Marentino è rimasto ferito un ciclista tredicenne, che ha trovato sulla sua strada due grossi esemplari di cinghiale.
"La Regione Piemonte deve assumersi le proprie responsabilità e rispondere alla nostra richiesta di poter assumere nuovi agenti faunistico-ambientali. Diversamente continueremo a contare i danni alle colture agricole (rimborsati peraltro con grave ritardo) e gli incidenti stradali (per i quali i rimborsi sono bloccati da anni) senza poter implementare adeguati piani di contenimento dei cinghiali" sottolineano Marocco e Azzarà.
Secondo il Vicesindaco metropolitano e la Consigliera delegata all'ambiente e alla tutela della fauna e della flora "è positivo che, grazie all'impulso impresso dal Prefetto Claudio Palomba, le istituzioni, le organizzazioni del mondo agricolo e le associazioni interessate al tema abbiano trovato l'accordo per convocare un tavolo tecnico per affrontare l'emergenza. Ma il tema delle assunzioni di nuovi agenti faunistico-ambientali negli organici della Città Metropolitana e delle Province piemontesi non può essere eluso. Non possiamo procedere a piani di contenimento dei cinghiali basandoci principalmente sui volontari, come i selecontrollori. Non possiamo delegare ai volontari questa che è una funzione pubblica, che deve esercitare personale di un Ente pubblico adeguatamente formato".
"Non ci stancheremo mai di ripeterlo in tutte le sedi: è fondamentale che la Regione Piemonte trasferisca agli Enti di area vasta le risorse per assumere nuovo personale di vigilanza faunistico-venatoria" concludono Marocco e Azzarà.

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A seguito dei controlli effettuati dai sanitari del CANC, il Centro Animali Non Convenzionali del Dipartimento di Scienze Veterinarie che ha sede a Grugliasco, è stato liberato nell’ambiente naturale a Villarbasse il capriolo che era stato salvato stamani a Candiolo. L’animale si era incastrato nella cancellata che delimita la sede dell’Istituto di Candiolo IRCCS. Il personale del CANC ha dovuto anestetizzare l’animale per estrarlo dal punto della recinzione in cui era rimasto bloccato. I controlli effettuati presso il Centro Animali Non Convenzionali hanno consentito di appurare che il capriolo si trovava in buone condizioni di salute e ne hanno consentito la successiva liberazione nell’ambiente naturale.
Il salvataggio del capriolo recuperato a Candiolo e la sua liberazione in natura rientrano tra gli interventi previsti dalla convenzione attivata dalla Città Metropolitana, che vede l'impegno diretto della Struttura didattica speciale Veterinaria dell'Università di Torino per il recupero in campo della fauna selvatica, oltre che del personale della Funzione specializzata tutela fauna e flora della Città metropolitana.
Il CANC ha sede in largo Braccini 2 a Grugliasco e cura il servizio per conto della Città Metropolitana. Il servizio “Salviamoli Insieme on the road” è attivo 24 ore su 24 sulle linee telefoniche 349-4163385 e 3666867428.capriolo Candiolo 10 05 2021

 

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La Città Metropolitana di Torino ha pubblicato un avviso di selezione per individuare operatori economici interessati a svolgere il ruolo di mediatore all’interno delle squadre di pronto intervento WPIU(acronimo dall’inglese Wolf Prevention Intervention Units), che interverranno nelle vallate alpine e nelle aree rurali di pianura e collinari in caso di predazioni di animali domestici da parte del lupo.
L’istituzione delle squadre di pronto intervento rientra tra le attività previste dalla Città Metropolitana nell’ambito del progetto europeo LIFE WolfAlps EU. In particolare, sono previste azioni coordinate per migliorare la coesistenza fra il lupo e le attività umane. Qualora i veterinari delle Asl chiamati a verificare i danni subìti dagli allevatori attribuiscano le predazioni al lupo, è previsto che possano attivare la squadra competente per territorio, che interverrà fornendo, qualora si rilevasse utile per affrontare l’emergenza, mezzi di protezione in prestito temporaneo all’allevatore, suggerendo soluzioni anche in merito ai sistemi di prevenzione e alla gestione di cani da guardianìa. Le squadre forniranno ascolto e supporto per le pratiche amministrative di indennizzo. Sul territorio della Città Metropolitana è prevista l’istituzione di tre squadre: una per le valli Pellice, Germanasca Chisone, Sangone e di Susa, un’altra per le valli di Lanzo, Chiusella, Orco e dell’Alto Canavese, una terza per le zone collinari e di pianura. Oltre che dal veterinario dell’Asl, ogni squadre sarà composta da un esperto in prevenzione degli attacchi da lupo, scelto tra il personale degli Enti partner di LIFE WolfAlps EU formato a questo scopo, e dal mediatore, il cui compito sarà di supportare l’allevatore sia da un punto di vista amministrativo che emotivo. Chi ha subìto una predazione infatti non lamenta solo un danno economico ma anche la perdita di animali con cui condivide le proprie giornate. La funzione del mediatore è quindi essenziale, al fine di ridurre l’inevitabile conflitto tra le attività pastorali e la presenza del predatore per eccellenza, in un’ottica di miglioramento della coesistenza tra uomo e lupo.

REQUISITI E COMPITI DEI MEDIATORI

La formazione che viene richiesta per partecipare all’avviso di selezione è di livello universitario, ma l’accesso è aperto a molte e diverse professionalità, dato che si tratta di una figura che dovrà avere competenze multiple, di tipo biologico e amministrativo, ma anche relazionali.
Ogni mediatore dovrà:
- partecipare ai corsi di formazione e ai workshop che saranno attivati per la formazione delle squadre e per l’approfondimento degli argomenti di loro competenza
- effettuare in autonomia o in coordinamento con gli altri membri delle squadre WPIUsopralluoghi nei siti e presso gli allevamenti in cui sono stati riscontrati danni da lupo, per fornire agli allevatori assistenza tecnica, amministrativa e sostegno per un minimo di cinque ispezioni l’anno per ogni squadra
- garantire una reperibilità telefonica giornaliera per tutti i giorni della settimana e per tutta la durata del progetto in orario diurno da definire
- collaborare con gli altri partner e supporter del progetto LIFE WolfAlps EU, all’interno della strategia già elaborata nell’ambito delle azioni per l’operatività delle WPIU in Piemonte, allo svolgimento dell’attività oggetto dell’avviso
- partecipare a tutti i meeting relativi all’azione C1 che verranno organizzati nel corso del progetto
- comunicare i dati raccolti e/o analizzati ai fini dell’affidamento, in forma cartacea e/o nei formati informatici richiesti dell’Ente
- contribuire, con il coordinamento dei responsabili della Città metropolitana di Torino e dell’Ente di Gestione delle Aree Protette delle Alpi Marittime, alla redazione dei report intermedi e finali in lingua italiana e inglese relativi alle attività di prevenzione in particolare sul territorio metropolitano
- fornire tutti i dati che verranno richiesti per lo svolgimento dell’azione, relativa alle ricadute socio-economiche delle azioni di progetto e alle funzioni ecologiche implementate.
Ogni operatore economico che manifesterà il proprio interesse a partecipare alla selezione potrà candidarsi per una, due o tre squadre, indicando le aree di preferenza. Nell’ambito della successiva valutazione delle candidature si determinerà, in funzione del numero di richieste pervenute, dei curricula degli operatori e della provenienza dei candidati, se affidare ad uno o più operatori, fino ad un massimo di tre incaricati, il ruolo di mediatore delle WPIU.
Per ciascun affidamento si prevede un importo 8.000 euro Iva compresa. Le risorse per ciascun affidamento sono reperite nel contesto del progetto LIFE Wolf Alps EU e saranno oggetto di rendicontazione da parte della Città Metropolitana di Torino. Il compenso sarà forfettario per ogni squadra WPIU e comprensivo di tutte le spese che il mediatore sosterrà durante il periodo di progetto. La durata dell’incarico è compresa tra la contrattualizzazione del mediatore e il 30 settembre 2024, data di termine del progetto LIFE WolfAlps EU.

PER SAPERNE DI PIÙ

L’avviso è reperibile sul sito www.cittametropolitana.torino.it alla pagina Bandi e Appalti ela scadenza per l’invio delle manifestazioni di interesse è fissata per le 12 del 20 maggio.

Per consultare l’avviso e il fac-simile della manifestazione di interesse:  https://bit.ly/3o7mwYn

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A seguito delle cure prestate con successo dai sanitari del CANC, il Centro Animali Non Convenzionali del Dipartimento di Scienze Veterinarie che ha sede a Grugliasco, è stato liberato nell’ambiente naturale a Villarbasse il capriolo che era stato salvato nella mattinata di martedì 27 aprile 2021 dai Carabinieri forestali a Moncalieri. L’animale era stato recuperato in un canale artificiale, dove era rimasto bloccato anche a causa degli argini in cemento.
Dopo diversi tentativi, i militari forestali erano riusciti ad attirare il capriolo sulla sponda del canale per metterlo in salvo. L’animale presentava ferite alle zampe anteriori e posteriori - probabilmente causate dai disperati tentativi di uscire dal canale - e versava in stato di ipotermia.
Le cure prestate al capriolo recuperato a Moncalieri e la sua liberazione in natura rientrano tra gli interventi previsti dalla convenzione attivata dalla Città Metropolitana, che vede l'impegno diretto della Struttura didattica speciale Veterinaria dell'Università di Torino per il recupero in campodella fauna selvatica, oltre che del personale della Funzione specializzata tutela fauna e flora della Città metropolitana.
Il CANC ha sede in largo Braccini 2 a Grugliasco e cura il servizio per conto della Città Metropolitana. Il servizio “Salviamoli Insieme on the road” è attivo 24 ore su 24 sulle linee telefoniche 349-4163385 e 3666867428.liberazione capriolo Villarbasse 30 04 2021 1

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A fine marzo si è conclusa la raccolta sistematica dei segni di presenza del lupo nel territorio della Città Metropolitana di Torino, che costituiva la fase 1 del primo monitoraggio nazionale della specie, lanciato nell'autunno 2020 dal Ministero per 'Ambiente (ora Ministero per la Transizione Ecologica).
Mentre è in corso la fase 2, che prevede la validazione e l'archiviazione dei campioni biologici da inviare ai vari laboratori di genetica di riferimento, si può fare il punto su come si sono svolte nei mesi scorsi le operazioni nelle zone della Città Metropolitana di Torino interessate al monitoraggio.
"Le linee guida e i protocolli operativi, a cui tutti gli Enti, i professionisti e i volontari si devono attenere sono stati elaborati dall'ISPRA, l'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, che ha coordinato il monitoraggio a livello nazionale. - spiega la Consigliera metropolitana Barbara Azzarà, delegata all'ambiente e alla tutela della fauna e della flora - Grazie al progetto LIFE WolfAlps EU è stata creata una rete di Enti e di volontari che collabora alle attività di campo finalizzate alla raccolta di segni indiretti della presenza del lupo, animale difficile da avvistare ma che lascia tracce che possono essere rilevate dal personale del network debitamente formato".
Le tracce che vengono rilevate sono costituite da escrementi, impronte sulla neve, resti della predazione e del consumo di ungulati selvatici. Il monitoraggio viene svolto in modo sistematico e calendarizzato da ottobre a marzo. Nel caso del territorio della Città Metropolitana di Torino è stata monitorata la porzione della catena alpina che va dalla Val Pellice al Canavese e quindi dal confine con la Provincia di Cuneo (anch'essa interessata al monitoraggio) a quello con la Valle d'Aosta. Per la prima volta, oltre ai territori alpini, sono stati monitorati quelli collinari tra il Chivassese e il Chierese, il parco della Mandria e la zona a quota più alta della Serra morenica di Ivrea.
Sono state ben 170 le persone coinvolte nell'attività, tra personale di vari Enti, Carabinieri forestali, guardiaparco, agenti faunistico-ambientali della Città Metropolitana, GEV, volontari indipendenti o appartenenti ad associazioni come la Commissione internazionale per la protezione delle Alpi, il WWF e il CAI, il personale dei Comprensori Alpini CA TO 1,2 e 3 e dell'azienda faunistico venatoria dell'Albergian.
Sono stati individuati 192 transetti per un totale di 1150 chilometri da percorrere, la maggior parte dei quali monitorati a piedi una volta al mese per sei mesi, con l'obiettivo di raccogliere i segni di presenza. Oltre ai segni materiali, sono stati raccolti dati fotografici e video validati, sia occasionali che derivanti dal monitoraggio sistematico della specie con l'impiego delle fototrappole.

STIMARE I BRANCHI E LA LORO DISTRIBUZIONE

L'obiettivo del monitoraggio è la stima della consistenza numerica dei branchi e della loro distribuzione sul territorio. I risultati non possono prescindere dalle analisi genetiche derivanti dalla raccolta di campioni fecali freschi (ma anche dai lupi rinvenuti morti), che consentono il riconoscimento individuale degli animali, la ricostruzione delle relazioni parentali e dei fenomeni di dispersione. Tutte le informazioni sono utili per chiarire nel tempo le dinamiche dei branchi e la loro configurazione spaziale, partendo dal presupposto che un singolo branco occupa un territorio che ha un'estensione variabile tra i 100 e i 200 chilometri quadrati.
I dati raccolti in campo durante l'inverno comportano un successivo lavoro di alcuni mesi da parte dei ricercatori, poiché devono essere processati, analizzati geneticamente e sintetizzati in un report tecnico, che presumibilmente sarà disponibile verso la fine di quest'anno. Un primo bilancio potrebbe essere costituito dalla distribuzione dei segni di presenza sul territorio.
Rispetto ai precedenti monitoraggi, la tecnica non è cambiata. Quelli che cambieranno saranno probabilmente i dati sulla consistenza numerica e la distribuzione della specie, poiché l'area monitorata a partire dall'ottobre 2020 è un po' più ampia rispetto alla campagna conclusa nel 2018.
Grazie al supporto di un gruppo di ricercatori, si otterrà una stima attendibile della distribuzione e della popolazione del lupo in Italia. I dati saranno messi a disposizione delle istituzioni, che sono tenute a comunicare periodicamente alla Commissione Europea i dati relativi allo status di conservazione del lupo, essendo la specie inserita nell'allegato D della direttiva Habitat come "specie prioritaria, di interesse comunitario che richiede una protezione rigorosa". "Le istituzioni dovranno prendere decisioni che, con l'espansione della popolazione in zone nuove, alcune a bassa quota, le pongono di fronte a scelte inedite. - sottolinea la Consigliera Azzarà - Il primo passo verso qualsiasi tipo di ipotesi per la gestione della specie lupo è la conoscenza scientifica dello status della popolazione".