Tutela fauna e flora
Era rimasto incastrato in una rete metallicaposizionata all’esterno di un capanno per gli attrezzi nella frazione Maniglia del Comune di Perrero, in Val Germanascal’esemplare di Cervo maschio adulto che è stato soccorso stamani nell’ambito del progetto “Salviamoli Insieme on the road”, a cui collaborano la Città metropolitana di Torino e il CANC-Centro Animali Non Convenzionali di Grugliasco. Dell’animale, dell’età di circa 5-6 anni, si sono occupati un tecnico faunisticoche lavora nell’ambito di “Salviamoli insieme on the road” e uno dei veterinari del CANC, che ha provveduto ad anestetizzarlo per poterlo avvicinare. Una volta anestetizzato l’esemplare, è stato possibile liberare la testa e il palco dalla rete metallica, che ormai impediva al Cervo qualsiasi movimento. La rete è stata tagliata con le tronchesine e con apposite cesoie e sfilata delicatamente dalla testa dell’animale, che è poi stato spostato in una zona vicina e priva da pericoli. Una volta risvegliato è stato lasciato libero di tornare nell’ambiente naturale.Per vedere nel canale Youtube della Città metropolitana di Torino il filmato sulla liberazione del Cervo a Maniglia di Perrero: https://www.14dd5266c70789bdc806364df4586335-gdprlock/watch?v=UeWmMRw6do8
COSA FARE SE SI AVVISTANO ANIMALI IN DIFFICOLTÀ
Per quanto riguarda la fauna selvatica pericolosa o non gestibile dai cittadini, il CANC e la Città metropolitana hanno stipulato da alcuni anni una convenzione, che prevede l'impegno diretto della Struttura didattica speciale Veterinaria dell'Università di Torino, oltre che del personale della Funzione specializzata tutela fauna e flora della Città Metropolitana, per il servizio “Salviamoli Insieme on the road”. Tale servizio prevede il recupero in campo della fauna selvatica pericolosa o non gestibile dai cittadini. Il CANC ha sede in largo Braccini 2 a Grugliasco e, come detto, cura il servizio per conto della Città Metropolitana. Il servizio “Salviamoli Insieme on the road” è attivo 24 ore su 24 sulla linea telefonica 349-4163385, a cui rispondono i tecnici faunistici che effettuano i recuperi di ungulati, carnivori pericolosi, rapaci e ofidi. Al numero 366-6867428 del servizio “Salviamoli Insieme” rispondono invece i veterinari in reperibilità che visitano gli animali selvatici portati al CANC dai privati cittadini. Le segnalazioni di animali selvatici in difficoltà possono anche essere inviate via e-mail all’indirizzo infofauna@cittametropolitana.torino.it

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Venerdì 1 dicembre gli agenti del Nucleo faunistico della Polizia locale della Città metropolitana di Torino sono stati impegnati in un delicato intervento. Quattro agenti hanno catturato una femmina di capriolo che, dopo aver attraversato il centro urbano di Settimo Torinese, scampando al pericolo di essere investita dagli autoveicoli in transito, si era rifugiata all'interno del parco Nilde Iotti in via della Repubblica. Il capriolo era in buone condizioni di salute è stato successivamente liberato in un’area idonea sulla collina torinese.Le segnalazioni di animali selvatici in difficoltà possono essere inviate via e-mail all’indirizzo infofauna@cittametropolitana.torino.it

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È stata ritrovata da un cittadino, nel parco di zona San Quirico del Comune di Nichelino, una tartaruga rarissima e a rischio estinzione.
L’animale, portato al Canc - Centro animali non convenzionali dell'Unicersità degli Studi di Torino, ha ricevuto, per quasi un mese, le cure necessarie prima di essere affidato ad una struttura zoologica adeguata grazie all'intervento del nucleo CITES dei Carabinieri Forestali di Torino.
Si tratta di un esemplare di tartaruga aracnoide (nome scientifico Pyxis arachnoides), originaria della costa meridionale del Madagascar, che vive nella radure delle foreste tropicali e nelle boscaglie aride e che si adatta con difficoltà alla vita in cattività.
Su questa azione è intervenuta Valentina Cera, consigliera comunale di Nichelino e di Città metropolitana di Torino che ha dichiarato: “Da cittadina prima e amministratrice di Nichelino dopo, sento il dovere di condannare con forza il gesto criminale di abbandonare un animale, qualunque esso sia. Prendersi cura di un animale ci rende persone migliori”. “Il triste caso di cronaca – continua la consigliera Cera – mi permette di sottolineare che l’attività del CANC, che da anni collabora con la Funzione specializzata tutela fauna e flora della Città metropolitana di Torino, per le attività di recupero e la riabilitazione di animali in difficoltà con il progetto "Salviamoli Insieme on the road", è fondamentale per gestire e curare fauna in pericolo”.
Il Canc si trova in largo Braccini 2 a Grugliasco e offre il servizio per conto della Città metropolitana.
Il servizio “Salviamoli Insieme on the road” è attivo 24 ore su 24 al numero 349-4163385, a cui rispondono i tecnici faunistici che effettuano i recuperi di ungulati, carnivori pericolosi, rapaci e ofidi.
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Si intensifica l’impegno della Città metropolitana di Torino per pianificare la vigilanza svolta dal nucleo operativo faunistico della Polizia locale per contrastare il fenomeno dell’avvelenamento dei cani da compagnia con esche avvelenate e bocconi chiodati, che vengono posizionati da veri e propri delinquenti neiparchi cittadini, nei giardini e nelle aree cani dei Comuni di Torino e delle prima e seconda cintura. È stato completato ilcensimento delle aree cani comunali, che consentirà di disporre di una mappatura utile per la programmazione dei controlli degli agenti metropolitani e l’affissione di cartelli di informazione ai cittadini.I Comuni sono stati invitati a rispondere ad un questionario e a fornire le mappe delle aree cani presenti sul loro territorio. Al censimento hanno risposto i Comuni di Beinasco (2 aree censite), Borgaro Torinese (3 aree), Bruino (1 area), Cambiano (1), Candiolo (1), Carignano (1), Carmagnola (3), Caselle Torinese (1), Chieri (2), Collegno (5), Druento (2), Grugliasco (13), La Loggia (1), Leini (1), Mappano (3), Moncalieri (4), Nichelino (5), None (2), Orbassano (8), Pianezza (1), Pino Torinese (1), Piobesi Torinese (1), Piossasco (3), Poirino (1), Rivalta di Torino (4), Rivoli (10), San Mauro Torinese (2), San Benigno Canavese (1), Sangano (1), Santena (2), Settimo Torinese (2), Torino (64), Trofarello (2), Venaria Reale (4), Villarbasse (1), Villastellone (3), Vinovo (4), Volvera (1).
CONOSCERE IL FENOMENO PER PREVENIRLO
In parallelo al censimento delle aree cani, è stata avviata una campagna di sensibilizzazione, rivolta sia ai proprietari dei cani perché facciano prevenzione - non solo controllando i loro animali, ma segnalando tempestivamente la presenza di esche - sia a dissuadere chi lascia le esche sul territorio. La tutela dell'ambiente e la sicurezza degli animali domestici è una responsabilità condivisa, che richiede un impegno collettivo per proteggere gli animali che frequentano gli spazi verdi, garantendo un ambiente sicuro e sano per tutti.
Le esche avvelenate sono ovviamente motivo di grande preoccupazione per gli esperti di conservazione della fauna selvatica e per i proprietari di animali. Spesso persone senza scrupoli utilizzano sostanze tossiche per controllare le popolazioni indesiderate di parassiti o animali considerati dannosi. L’uso indiscriminato di tali sostanze può avere effetti devastanti sull'ambiente e mettere in pericolo la vita degli animali, siano essi domestici che selvatici. Gli animali selvatici e domestici che entrano in contatto con le esche avvelenate possono subire gravi danni alla salute o morire. Uccelli, mammiferi, rettili, sono spesso vittime di avvelenamenti secondari, ingerendo esche avvelenate a causa del consumo di prede già avvelenate, o accidentalmente durante le loro attività quotidiane. Le aree cani sono luoghi ad alto rischio, poiché i cani esplorano e annusano tutto ciò che li circonda, perciò sono particolarmente vulnerabili a questo pericolo. Anche i gatti che vagano liberamente negli spazi verdi possono incorrere negli stessi rischi.
Nelle aree montane e rurali le esche avvelenate vengono usate pensando di difendere il bestiame dai lupi, ma anche per liberarsi della concorrenza di volpi e rapaci nella caccia di lepri e fagianio addirittura, nelle aree urbane, per eliminare gli animali dei vicini. Ma il veleno non sceglie le sue vittime e le esche possono contaminare corsi d’acqua e terreni provocando danni incalcolabili agli ecosistemi anche nel tempo.
Le unità cinofile antivelenoche contrastano il fenomeno sono formate dalla coppia cane-conduttore che, attraverso un intenso percorso di formazione, sviluppa una fortissima intesa e reciproca comprensione. Sono costituite da militari dell’Arma dei Carabinieri, da guardiaparco e altro personale degli Enti Parco, da agenti delle Polizie provinciali, del Nucleo regionale di vigilanza faunistica della Regione Liguria, della Polizia locale della Città metropolitana di Torino. I cani antiveleno specializzati nell’individuare quantità anche minime di sostanze tossiche sparse sul terreno. L’attività delle unità cinofile è inquadrata nel progetto europeo LIFE WolfAlps EU “Azioni coordinate per migliorare la coesistenza fra lupo e attività umane a livello di popolazione alpina”.
L’UNITÀ CINOFILA ANTIVELENO DELLA CITTÀ METROPOLITANA DI TORINO
Da alcuni anni la Città metropolitana di Torino dispone di un’unità cinofila antiveleno della Polizia locale, di cui fanno parte l’istruttore direttivo di vigilanza e vice commissario Carlo Geymonat e il cane pastore australiano Myrtille, di cui Geymonat è conduttore. Le ispezioni dell’unità cinofila hanno una funzione di prevenzione e deterrenza, per far capire a chi si macchia di questo odioso reato che non sempre può farla franca. L’importante è quindi che i padroni dei cani rispettino le regole di comportamento, raccogliendo le deiezioni dei loro amici a quattro zampe, ma soprattutto non lasciandoli liberi nei parchi e controllando il loro comportamento, per evitare che durante le passeggiate al guinzaglio possano trovare e ingoiare cibo non sicuro.
Ma cosa si può fare in caso di emergenza? Chi trova bocconi avvelenati deve segnalarlo alle forze dell’ordine o agli uffici sanitari competenti: Vigili Urbani, Carabinieri Forestali, Polizia Metropolitana, Asl, ecc. I soggetti competenti sul territorio lavorano in sinergia e, chiamando il numero di emergenza 112, si consente alla rete di attivarsi per interventi di emergenza per la bonifica dei luoghi in cui sono stati segnalati bocconi avvelenati.

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Si chiama Cafaggio, è un Pastore Maremmano Abruzzese ed è il cane più bello del mondo. Vive a Castellamonte, ha compiuto 6 anni nel mese di settembre e si è laureato campione iridato per razza e bellezza al World Dog Show, la massima competizione cinofila mondiale, che si è svolta a Ginevra nello scorso mese di agosto. Nel pomeriggio del 5 ottobre Cafaggio ha fatto visita alla sede di corso Inghilterra della Città metropolitana di Torino, per ricevere, sul terrazzo del 15° piano, le coccole e i complimenti dell’amministrazione. Le motivazioni dei complimenti sono sintetizzate in una pergamena che i Consiglieri delegati Sonia Cambursano, Valentina Cera e Pasquale Mazza e la Consigliera metropolitana Rossana Schillaci hanno consegnato ai suoi proprietari, Michele Casadibari e Monica Taglietti, titolari dell’allevamento “La Quercia Bianca” di Castellamonte.Già premiato a Castellamonte dal Consigliere Mazza, nella sua veste di Sindaco della città, Cafaggio non è in realtà al primo successo a livello internazionale. A maggio in Danimarca aveva già conquistato il titolo di campione europeo e a marzo si era aggiudicato con merito la coccarda del primo posto anche al Crufts 2023 di Birmingham. Successi che proiettano Cafaggio nella storia delle esposizioni canine. In 16 mesi lo straordinario esemplare dell’allevamento castellamontese ha vinto i titoli di campione italiano, internazionale, mediterraneo winner, sociale, sloveno, croato e di San Marino. I segreti del successo di Cafaggio nei concorsi internazionali sono dovuti al rispettodi tutti gli standard richiesti, dall’altezza al garrese alle proporzioni del corpo e della testa in base all’altezza. Oltre al test morfologico, è importante anche il carattere, che deve essere stabile ed equilibrato.
Il Pastore Maremmano Abruzzese è una razza originaria delle montagne appenniniche dell’Italia centrale, appartenente al ceppo dei grandi cani bianchi del Centro Europa, stirpe antichissima di guardiani di armenti e del gregge , giunta in Italia dal Medio Oriente. Tale appartenenza lascerebbe supporre antenati comuni con i cani da montagna dei Pirenei, i Kuvaszungheresi, i Tatra della Polonia, i Cuvac slovacchi, i Šarplaninac e gli Akbash della Turchia.
Citato e decantato già in età romana da Catone, Columella, Varrone e Palladio, il Canis pastoralis o Pequarius (pecoraio) dal pelo bianco ha continuato a svolgere indisturbato le sue mansioni di guardiano di greggi nel corso dei secoli, senza mai allontanarsi dall'appennino centro-meridionale dove aveva fatto specie a sé. Bellezza in quiete e in azione, intelligenza, equilibrio caratteriale, dignità e istinto naturale e non indotto per la guardia sono solo alcune delle qualità positive del Pastore Maremmano Abruzzese, che ha l'abitudine naturale di trattare l'uomo da pari a pari e come un amico.

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Sono in viaggio verso il Centro recupero ricci La Ninna di Novello i primi ricci catturati nell’area di via Druento a Torino per essere salvati e trasferiti in luogo sicuro. Ieri sera gli agenti faunistico-ambientali della Città metropolitana di Torino hanno posato sul terreno, che in decenni di abbandono si era trasformato in una sorta di habitat naturale, otto gabbie dotate di esche.I volontari del Centro La Ninna, con cui la Città metropolitana ha firmato una convenzione, prelevano quindi tutti gli esemplari presenti nell’area per trasferirli in ambienti in cui gli animali saranno custoditi per il tempo necessario alla preparazione in vista del loro ritorno in natura. I ricci, infatti, a causa dell’attuale stato di elevata domesticità, poiché da sempre si nutrono delle crocchette depositate nell’area per una colonia di gatti lì presente, avranno bisogno di un periodo di preparazione prima di essere reintrodotti nel loro habitat.
“Ci vorranno un po’ di giorni per completare l'intervento, calcoliamo che i ricci da spostare siano circa una ventina” spiega Massimo Vacchetta, fondatore e direttore del Centro La Ninna. “Nel frattempo, monitoriamo la presenza di altri animali, come per esempio i pipistrelli, che dovranno anche loro essere trasferiti in un luogo sicuro”.
La posa dei dispositivi di cattura sarà replicata nel corso della settimana sempre a cura degli agenti faunistici di Città metropolitana di Torino, che utilizzano anche termocamere dal momento che gli interventi avvengono in orario notturno.
Nell'area di via Druento la Città di Torino sta realizzando un'opera di housing sociale, ma i lavori sono stati interrotti in attesa che si completi il trasferimento degli animali.



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La Città metropolitana di Torino, alla luce delle numerose segnalazioni pervenute sull’ingestione di esche avvelenate e bocconi chiodati da parte dei cani da compagnia all'interno di parchi cittadini, giardini e aree cani comunali in numerosi Comuni del territorio piccoli e grandi, è al lavoro per pianificare un’adeguata vigilanza attraverso gli operatori della Polizia metropolitana."Abbiamo avviato un censimento delle aree cani comunali - spiega il vicesindaco metropolitano Jacopo Suppo - per predisporre una mappatura idonea ad effettuare i controlli e le affissioni di cartellonistica sul tema. I Comuni sono stati invitati a rispondere ad un questionario e a fornire le mappe delle aree cani presenti sul loro territorio. In parallelo abbiamo anche predisposto materiali per una campagna di sensibilizzazione".
Ci si rivolge ai proprietari dei cani perché facciano prevenzione - non solo controllando i loro animali, ma segnalando tempestivamente la presenza di esche - e si cerca di sensibilizzare contro il rilascio di esche, bocconi avvelenati, trappole e tagliole richiamando le sanzioni.
"La Città metropolitana ha a disposizione Myrtille, cane antiveleno addestrata e a breve arriveranno rinforzi al personale assegnato a questi compiti - aggiunge il vicesindaco metropolitano Suppo - per cui i Comuni possono chiederci interventi di controllo preventivi, che verranno programmati".
La tutela dell'ambiente e la sicurezza degli animali domestici è una responsabilità condivisa, che richiede un impegno collettivo per proteggere gli animali che frequentano gli spazi verdi, garantendo un ambiente sicuro e sano per tutti.
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È stato consegnato ai veterinari del CANC, il Centro Animali Non Convezionali che ha sede a Grugliasco e fa parte della Struttura didattica speciale Veterinaria dell'Università di Torino, un esemplare di tartaruga alligatore (Macrochelys temminckii), comunemente nota come testuggine alligatore, appartenente alla famiglia Chelydridae.
Il rettile, che appartiene ad una specie di cui attualmente è vietata la commercializzazione e la detenzione in base legge 150 del 92, è stato ritrovato sul greto del torrente Rio Fellone nel Comune di Pianezza da personale del nucleo Raggruppamento Carabinieri CITES del Comando carabinieri di Torino per la tutela della biodiversità e dei parchi.
L’animale è stato visitato dai veterinari del CANC che fortunatamente non hanno riscontrato patologie gravi ad eccezione del naturale stress che ha comportato l’ambiente non idoneo in cui è stato ritrovato.
La tartaruga è di notevole dimensioni: pesa 15,7 kg ed è lunga, testa compresa, 60 cm di cui 40 cm solo di carapace.
Al momento l’esemplare è stata inserito nel recinto per animali pericolosi presente nell'Oasi del CANC in attesa che venga destinato a bioparchi idonei.
Ormai da molti anni la Funzione specializzata tutela fauna e flora della Città metropolitana di Torino e il CANC collaborano per il recupero e la riabilitazione parziale o totale di mammiferi, volatili e rettili, nell'ambito del progetto "Salviamoli Insieme on the road", che prevede il recupero in campo della fauna selvatica pericolosa o non gestibile dai cittadini.
Il CANC ha sede in largo Braccini 2 a Grugliasco e, come detto, cura il servizio per conto della Città metropolitana.
Il servizio “Salviamoli Insieme on the road” è attivo 24 ore su 24 sulla linea telefonica 349-4163385, a cui rispondono i tecnici faunistici che effettuano i recuperi di ungulati, carnivori pericolosi, rapaci e ofidi.
Al numero 366-6867428 del servizio “Salviamoli Insieme” rispondono invece i veterinari in reperibilità che visitano gli animali selvatici portati al CANC dai privati cittadini.
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Nei giorni scorsi nel Pinerolese le guardie venatorie della Lega per l'Abolizione della Cacciacoadiuvate da personale della Polizia locale della Città metropolitana di Torinohanno effettuato la bonifica di un tratto di boscagliain cui era stata allestita una tesa composta da 42 lacci in metallo per la cattura della piccola selvaggina,in particolare lepri e minilepri. I lacci sono stati sottoposti a sequestro e gli atti sono stati trasmessi per la convalida alla Procura della Repubblica di Torino. La zona è tuttora monitorata per cercare di risalire al bracconiere responsabile della posa della tesa. L'utilizzo di lacci è una pratica di caccia illegale, cruenta e non selettiva, che condanna l'animale intrappolato a morire per strangolamento o di stenti, tra atroci sofferenze. Il laccio, al pari di trappole e tagliole, è uno strumento di caccia vietato dall'articolo 30 della Legge 157 del 1992. Il suo utilizzo è un reato penale. Negli ultimi mesi si è registratonel territorio della Città metropolitana di Torino un aumento dei casi di bracconaggio. Il personale di vigilanza rimane impegnato nel monitoraggio delle aree interessate dal fenomeno.
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Aveva lottato con altri esemplari della sua specie, forse addirittura con i suoi genitori, che la consideravano ormai svezzata e in grado di prendere il volo per cercare un proprio areale in cui vivere. La lotta l’aveva vista soccombere, era caduta a terra e non riusciva più a prendere il volo. Quando è stata recuperata da un agente faunistico ambientale della Città metropolitana di Torino, il 13 aprile scorso in Val Thuras nel territorio del Comune di Cesana torinese, l’Aquila reale femmina, poi battezzata Elisabetta, era priva di forze, presentava una profonda lacerazione della pelle intorno al becco e una lesione all’articolazione dell’ala, con una cisti contenente liquido di provenienza sinoviale.Dopo essere stata trasportata al CANC-Centro Animali Non Convenzionalidella Struttura didattica speciale Veterinaria dell'Università di Torino aGrugliasco, l’Aquila è stata medicata e sottoposta a radiografie per verificare se avesse riportato fratture. Dopo essere stata alimentata forzatamente nei primi giorni dopo il recupero e il ricovero, Elisabetta ha recuperato gradualmente le forze. È stata sottoposta ad un intervento chirurgico per risolvere il problema della cisti articolare e, quando le ferite riportate nella lotta con i suoi simili e quelle relative all’intervento chirurgico sono guarite, si è proceduto alla riabilitazione al volo, con ginnastica passiva e attiva nel tunnel che consente ai volatili in convalescenza di provare a spiccare nuovamente il volo.
Verificato che Elisabetta avesse recuperato la capacità di sollevarsi dal suolo i sanitari del CANC hanno deciso di rimetterla in libertà nella zona pascoliva a monte del Santuario di Santa Elisabetta (ecco il perché del nome assegnato al volatile) nel territorio del Comune canavesano di Colleretto Castelnuovo.
La liberazione nell’ambiente naturale, come spiegano i sanitari del CANC, è un’operazione molto delicata, perché, oltre a verificare l’effettiva guarigione dell’animale selvatico, occorre individuare per ogni esemplare un ambiente idoneo. Per quanto riguarda i rapaci occorre evitare per quanto possibile che gli esemplari liberati, che non hanno ancora recuperato pienamente le forze, siano disturbati o spaventati da rumori molesti e dalla presenza umana. Si cerca inoltre di evitare di liberarli in luoghi in cui sono stabilmente stanziati animali della medesima specie, che potrebbero attaccarli per scacciarli dal proprio territorio.
COSA FARE SE SI AVVISTANO ANIMALI IN DIFFICOLTÀ
Per quanto riguarda la fauna selvatica pericolosa o non gestibile dai cittadini, il CANC e la Città metropolitana hanno stipulato da alcuni anni una convenzione, che prevede l'impegno diretto della Struttura didattica speciale Veterinaria dell'Università di Torino, oltre che del personale della Funzione specializzata tutela fauna e flora della Città Metropolitana, per il servizio “Salviamoli Insieme on the road”. Tale servizio prevede il recupero in campo della fauna selvatica pericolosa o non gestibile dai cittadini. Il CANC ha sede in largo Braccini 2 a Grugliasco e, come detto, cura il servizio per conto della Città Metropolitana. Il servizio “Salviamoli Insieme on the road” è attivo 24 ore su 24 sulla linea telefonica 349-4163385, a cui rispondono i tecnici faunistici che effettuano i recuperi di ungulati, carnivori pericolosi, rapaci e ofidi.
Al numero 366-6867428 del servizio “Salviamoli Insieme” rispondono invece i veterinari in reperibilità che visitano gli animali selvatici portati al CANC dai privati cittadini.

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