Tutela fauna e flora
Dovrebbe essere liberato nel pomeriggio di sabato 17 ottobre lungo le sponde del Po il Cigno che ieri sera intorno alle 22 si è posato in corso Casale a Torino, dopo aver sbattuto in volo contro un cavo di una linea elettrica. Ieri sera il Servizio di Tutela della Fauna e della Flora della Città Metropolitana di Torino ha ricevuto numerose segnalazioni sulla presenza del volatile in corso Casale, anche da parte di guardie zoofile. Gli agenti faunistico-ambientali della Città Metropolitana hanno fornito indicazioni sulle modalità di cattura da adottare per evitare ogni danno al Cigno. E’ stata inoltre segnalata la necessità che l’animale venisse prontamente ricoverato per le cure del caso presso il CANC, il Centro Animali Non Convenzionali della Facoltà di Medicina Veterinaria dell'Università di Torino, che ha sede a Grugliasco. L'animale è stato sottoposto oggi a tutte le analisi necessarie ed è risultato in buona salute. Dopo un ulteriore giorno di osservazione, il Cigno dovrebbe quindi essere liberato lungo il Po, dove vive abitualmente.A CHI RIVOLGERSI QUANDO SI RINVENGONO ANIMALI FERITI O IN DIFFICOLTA’: IL PROGETTO “SALVIAMOLI INSIEME” DELLA CITTA’ METROPOLITANA
- Città Metropolitana di Torino-Servizio Tutela della Fauna e della Flora, corso Inghilterra 7, Torino, telefono 011-8616987, cellulare 349-4163347; dal lunedì al giovedì dalle 9 alle 14,30, il venerdì dalle 9 alle 13
- Centro Animali Non Convenzionali dell’Ospedale Veterinario della Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Torino, largo Braccini 2, Grugliasco, telefono accettazione 011-6709053 e 366-6867428. In orario notturno l’accesso avviene dal numero civico 44 di via Leonardo da Vinci.
- Dettagli
- Categoria: Tutela fauna e flora
Tutela fauna e flora
Nei prossimi giorni, condizioni meteo permettendo, a Lanzo si procederà allo svuotamento di un tratto di un canale (della lunghezza di circa 10 km) utilizzato per il trasporto di acqua ad uso irriguo, prelevata sulla riva sinistra dal torrente Stura. Durante il percorso il canale alimenta quattro centraline per la produzione di energia elettrica. Il tratto interessato dallo svuotamento e dalle operazioni per la pulizia e la manutenzione dell'alveo inizia a Lanzo e attraversa i territori di alcuni Comuni a valle: Balangero, Mathi, Villanova, Nole e Ciriè. Si renderà necessario il recupero di tutti i pesci presenti nel corso d’acqua artificiale con l’utilizzo di elettrostorditori. L’operazione è stata programmata per venerdì 2 e sabato 3 ottobre e sarà effettuata dagli agenti faunistico-ambientali del Servizio Tutela della Fauna e della Flora della Città Metropolitana di Torino, in collaborazione con l'Associazione Tutela della Stura di Lanzo e con numerosi pescatori volontari.“La cattura tramite elettrostorditore garantisce la migliore tutela per la salute degli animali. – precisa Gemma Amprino, Consigliera metropolitana delegata alla Tutela della fauna e della Flora - Negli anni nel corso di operazioni simili si è riscontrata una mortalità che non supera l'1%. I pesci, trasportati tramite vasche munite di ossigenatori, verranno liberati immediatamente nei torrenti Stura e Malone e nei loro affluenti”.
Vista l'assenza di predatori nel corso d’acqua, il canale viene utilizzato dal Consiglio "Valli di Lanzo" come “nursery” per l'accrescimento degli avannotti prodotti nell’incubatoio ittico locale. Come ogni anno, l’immissione degli avannotti nel canale è avvenuta nel mese di maggio ed, ora, dopo cinque mesi, è possibile catturare e spostare i pesci senza arrecare loro danni.
IL RUOLO DELLA CITTÀ METROPOLITANA PER LA TUTELA DELLA FAUNA ITTICA
Una produzione di oltre due milioni di avannotti di Trota Fario, Trota Marmorata e Luccio, che vengono immessi in primavera nei corsi d’acqua da cui, nell’anno precedente, erano stati prelevati i riproduttori idonei alla fecondazione artificiale. Sono numeri importanti quelli che sintetizzano l’attività svolta ogni anno nei tredici Incubatoi ittici che la Città Metropolitana di Torino gestisce, con la preziosa collaborazione delle associazioni locali dei pescatori, per salvaguardare la biodiversità delle popolazioni ittiche, tutelare le specie autoctone, evitare incroci impropri ed ovviare alla perdita di esemplari derivante dal deterioramento ambientale di alcuni corsi d'acqua.
Il sistema degli Incubatoi di valle è stato costituito a partire dalla metà degli anni ’80 ed è stato successivamente esteso alla pianura, al fine di potenziare alcune specie ittiche autoctone appartenenti alle famiglie dei Salmonidi (la Trota Marmorata), dei Timallidi (il Temolo) e degli Esocidi (il Luccio). Tali specie sono tipiche del bacino padano e negli ultimi anni sono andate incontro ad un processo di riduzione dell’areale di distribuzione, a cui si può ovviare con le operazioni di ripopolamento.
“La gestione degli incubatoi, - sottolinea la Consigliera metropolitana Gemma Amprino - sarebbe impensabile senza il volontariato organizzato nelle associazioni, che, in molti casi, si sono costituite proprio per avviare l’attività delle strutture di proprietà dell’allora Provincia (oggi Città Metropolitana), formalizzando in accordi scritti la collaborazione con l’Ente di area vasta per la produzione di materiale ittico da ripopolamento e le operazioni di tutela degli ecosistemi acquatici e gestione della fauna ittica”. Oltre a curare la cattura dei riproduttori, la fecondazione artificiale delle uova, la loro schiusa e il successivo svezzamento degli avannotti sino a 4-5 centimetri di lunghezza, i pescatori riuniti nelle associazioni recuperano i pesci di fiumi e torrenti nei casi in cui si verifichi un loro temporaneo prosciugamento. La collaborazione tra la Città Metropolitana e le associazioni piscatorie è regolata dalla Legge Regionale 37 del 2006 e dalle Linee di indirizzo per la tutela e gestione degli ecosistemi acquatici e l’esercizio della pesca, approvate dal Consiglio Provinciale il 21 febbraio 2012. Tali linee di indirizzo fissano la ripartizione del reticolo idrico provinciale in bacini gestionali, stabiliscono la zonazione ittica e la classificazione delle acque per la pesca, dettano le soluzioni tecniche per il potenziamento della fauna ittica, la gestione dell’attività della pesca e la tutela degli habitat acquatici.
LE ASSOCIAZIONI CHE COLLABORANO CON LA CITTA’ METROPOLITANA PER LA GESTIONE DEGLI INCUBATOI ITTICI:
- Incubatoio di Ceres: Associazione Sportiva Dilettantistica Tutela della Stura di Lanzo
- Incubatoio di Locana: Associazione Pescatori Riuniti dell’Alta Valle Orco
- Incubatoio di Luserna San Giovanni: Associazione per la tutela degli ambienti acquatici e dell’ittiofauna
- Incubatoi di Mattie e Oulx: Associazione Pescatori Valsusa
- Incubatoi di Perosa Argentina e Perrero: Associazione Pescatori Val Chisone e Germanasca
- Incubatoio di Porte: Associazione Pescatori Riuniti della Bassa Val Chisone e Lemina
- Incubatoio di Pont Canavese: Associazione Pescatori e Comuni Riuniti in Consiglio di
Valle Medio e Basso Torrente Orco
- Incubatoio di Quagliuzzo: Associazione Pescatori Bassa Val Chiusella
- Incubatoio di Trana: Associazione Sportiva Dilettantistica Sportiva Pescatori Consiglio di Valle della Val Sangone
- Incubatoio di Traversella: Gruppo Pescatori Sportivi Alta Val Chiusella
- Incubatoio di Carmagnola: Associazione Pescatori Carmagnolesi
- Dettagli
- Categoria: Tutela fauna e flora
Tutela fauna e flora
Le piogge dei giorni scorsi agevolano la crescita dei funghi e invogliano i cercatori professionisti e dilettanti a recarsi nei boschi per approfittare di una delle tante meraviglie della natura. La raccolta dei funghi è regolata da una serie di norme dettate dalla Legge regionale 24 del 17 dicembre 2007, dalla Legge Regionale 7 dell'8 settembre 2014 e dalla Delibera 27-431 adottata dalla Giunta Regionale il 13 ottobre 2014.Agli agenti faunistico-ambientali del Servizio Tutela Fauna e Flora della Città Metropolitana di Torino spettano i controlli sul rispetto della normativa. Da un mese a questa parte l'attività si è fatta particolarmente intensa. Ad esempio, già nella seconda decade di agosto nel comune di Salza di Pinerolo, in alta Val Germanasca, per via delle abbondanti piogge cadute nel periodo di Ferragosto, si è avuta un'eccezionale crescita di funghi, che ha richiamato centinaia di cercatori provenienti da tutto il Piemonte. Gli agenti faunistico-ambientali del Servizio Tutela Fauna e Flora della Città Metropolitana si sono attivati per i controlli, in collaborazione con le associazioni ARCIPESCA-FISA e FIDC-Federazione Italiana della Caccia, le quali hanno operato sotto il coordinamento del Servizio e hanno anche messo a disposizione i loro automezzi in alcune occasioni. Sono state controllate 176 persone, per verificare che fossero in possesso del titolo per la raccolta funghi: 24 cercatori sono stati sanzionati perché non in possesso del titolo, due per l'uso di sacchetti in plastica, uno perché aveva raccolto una quantità di funghi superiore al consentito, due per essere transitati con mezzi motorizzati su piste forestali interdette alle auto e alle moto, due per aver parcheggiato mezzi motorizzati sui prati.
"I nostri agenti ed i volontari non si limitano però a constatare violazioni e a comminare sanzioni.- precisa Gemma Amprino, Consigliera metropolitana delegata all'ambiente, alla montagna e alla tutela della fauna e della flora - Viene anche distribuito materiale informativo che spiega nel dettaglio le norme per la raccolta dei funghi e le modalità per dotarsi del titolo di raccolta". La Consigliera Amprino ricorda inoltre che "i cercatori di funghi che svolgono la loro attività in modo corretto e rispettando le normativa sono le sentinelle e i custodi di un prodotto naturale che ha un forte significato ambientale: solo un bosco sano produce buoni e abbondanti funghi; il che presuppone una cura del territorio che solo un adeguato presidio umano può garantire".
Cosa dice la nuova normativa regionale
Con l'approvazione della Legge Regionale 7 dell'8 settembre 2014, in Piemonte l'autorizzazione alla raccolta dei funghi epigei spontanei è sostituita dal nuovo titolo, costituito dalla ricevuta di versamento del contributo per la raccolta. ll titolo non deve essere corredato dall'imposta di bollo e continua ad avere validità per l'intero territorio regionale. La raccolta di alcune specie, indicate all'articolo 3 comma 1bis della Legge Regionale 24 del 2007, non necessita del possesso del titolo. Per rafforzare la tutela delle aree a vocazione fungina e consentire un utilizzo efficiente delle risorse derivanti dal contributo, la Legge Regionale 7 del 2014 ha rivisto l'elenco degli Enti legittimati a riscuotere e introitare i proventi dei contributi: gli Enti regionali di gestione delle aree protette, le Unioni Montane di Comuni e in via transitoria le Comunità Montane sino alla loro formale soppressione, le forme associative dei Comuni collinari. I singoli Comuni non sono più legittimati alla riscossione e all'introito dei contributi. Alla Giunta Regionale spetta il compito di definire l'importo, le modalità di versamento, le condizioni di efficacia e la durata del titolo.
Il titolo annuale con validità su tutto il territorio regionale costa 30 Euro. E' possibile versare da subito anche due o tre annualità, anticipando così eventuali aumenti futuri. I soggetti abilitati possono rilasciare titoli per la raccolta funghi epigei spontanei giornalieri o settimanali, validi sull'intero territorio regionale. Il regime di raccolta dei funghi legato ai titoli settimanali e giornalieri è il medesimo previsto per quelli annuali. L'unica differenza è rappresentata dalla durata e dal costo del titolo, che è stato stabilito attualmente dalla Regione Piemonte in 10 Euro per il settimanale e 5 Euro per il giornaliero.
Tutti i dettagli sulla normativa sono pubblicati nel portale Internet della Regione Piemonte alla pagina http://www.regione.piemonte.it/ambiente/tutela_amb/funghi.htm
- Dettagli
- Categoria: Tutela fauna e flora
Tutela fauna e flora
Nel tardo pomeriggio di ieri gli agenti del Servizio Tutela Fauna e Flora della Città Metropolitana di Torino hanno recuperato la carcassa di una femmina di Lupo, gravida e del peso di 24 Kg. Il recupero è avvenuto in località Bivio Sagnalonga nel territorio del Comune di Cesana Torinese, in prossimità del Km 90+600 della Strada Statale 24 del Monginevro. La probabile causa della morte dell'animale è l'investimento da parte di un autoveicolo. Stamani la carcassa è stata conferita presso la Facoltà di Medicina Veterinaria dell'Università di Torino a Grugliasco, a disposizione del professor Ezio Ferroglio per l'autopsia e gli accertamenti del caso.- Dettagli
- Categoria: Tutela fauna e flora
Tutela fauna e flora
Alle 0,30 della notte scorsa gli agenti faunistico-ambientali del Servizio Tutela Fauna e della Flora della Città Metropolitana di Torino hanno ricevuto una telefonata da un automobilista di passaggio, che riferiva di un canide investito da un veicolo lungo la strada statale 24 al km 84,500 presso il bivio per la frazione Desertes di Cesana Torinese.
Giunto sul posto, il brigadiere del Servizio Tutela Fauna e della Flora della Città Metropolitana responsabile della vigilanza faunistico-ambientale, si è reso conto che l'animale, purtroppo morto a causa dell'impatto, era un esemplare maschio di Lupo (Canis lupus) di circa 4-5 anni di età del considerevole peso di 41 kg.
In mattinata l'esemplare è stato trasportato a Grugliasco, presso la Facoltà di Medicina Veterinaria dell'Università di Torino per l'effettuazione di un esame autoptico.
- Dettagli
- Categoria: Tutela fauna e flora
Tutela fauna e flora
Nel pomeriggio di sabato 7 febbraio gli agenti faunistico-venatori del Servizio di Tutela della Fauna e della Flora della Città Metropolitana di Torino hanno recuperato una giovane femmina di Lupo, che era in difficoltà, a seguito di un probabile impatto con un autoveicolo. Il recupero è avvenuto nella scarpata della Strada Regionale 23 del Sestriere, in prossimità del bivio per la borgata Laux del Comune di Usseaux. L'animale si presentava in stato di denutrizione e aveva una lacerazione alla zampa anteriore destra.
L'intervento è avvenuto intorno alle 16, a seguito della segnalazione di un automobilista di passaggio, il quale, tramite il numero telefonico di emergenza 118, ha contattato il Servizio di Tutela della Fauna e della Flora. Al recupero dell'animale ha collaborato il personale di vigilanza dell'azienda faunistico-venatoria dell'Albergian..
A recupero avvenuto, è stata segnalata la presenza di un secondo Lupo, che si aggirava nell'abitato di Pragelato. Giunti sul posto, gli agenti faunistico-venatori della Città Metropolitana hanno constatato la presenza dell'animale nella pertinenza recintata di un condominio di via Colle di Costa Piana 1. Apparentemente l'animale non presentava ferite e si era posizionato tranquillamente davanti alla porta di ingresso dello stabile. Il personale Servizio di Tutela della Fauna e della Flora della Città Metropolitana di Torino ha provveduto ad allontanare il Lupo fuori dal centro abitato.
Intanto, per stabilire il trattamento da riservare alla femmina di Lupo recuperata ad Usseaux, è stato contattato il professor Giuseppe Quaranta del CANC, il Centro Animali Non Convenzionali di Grugliasco, che è convenzionato con la Città Metropolitana di Torino. E' stato concordato il trasporto dell'animale ferito presso l'ospedale della Facoltà di Medicina Veterinaria dell'Università di Torino, dove si trova attualmente ricoverato in condizioni non gravi.
Nella mattinata di domenica 8 febbraio il brigadiere del Servizio di Tutela della Fauna e della Flora della Città Metropolitana competente per territorio ha segnalato ufficialmente quanto accaduto al Sindaco di Pragelato e ai comandanti delle locali stazioni dei Carabinieri e del Corpo Forestale dello Stato.
Nella stessa mattinata è giunta una nuova segnalazione della presenza di un Lupo in frazione Rivets di Pragelato, lungo la Strada Regionale 23. L'animale si era rifugiato sul pianerottolo esterno della scalinata di un'abitazione. Il brigadiere del Servizio di Tutela della Fauna e della Flora della Città Metropolitana, gli Agenti del Corpo Forestale dello Stato, il personale di vigilanza dell'azienda faunistico-venatoria dell'Albergian, i guadiaparco del Parco Alpi Cozie, il veterinario dell'ASL 3 e il professor Quaranta sono riusciti, dopo notevoli sforzi, ad allontanare il Lupo dal centro abitato. L'animale è stato indirizzato nei boschi adiacenti ed ha fatto perdere le proprie tracce.
- Dettagli
- Categoria: Tutela fauna e flora
Tutela fauna e flora
Nei primi giorni del 2015 la collaborazione tra le guardie venatorie-ambientali della LAC (Lega per l'Abolizione della Caccia), il Servizio pianificazione e gestione rete ecologica, aree protette e vigilanza ambientale e le Guardie Ecologiche Volontarie della Città Metropolitana di Torino ha consentito una efficace azione di contrasto all'attività fuoristradistica non consentita nei boschi delle valli pinerolesi. L'operazione è stata possibile anche e soprattutto grazie alle segnalazioni pervenute da privati cittadini.
Sabato 10 gennaio, durante un servizio congiunto, una pattuglia dei due corpi di vigilanza ambientale ha individuato un gruppo di otto motociclisti in località Montagnetta, a monte della Rocca Vautero, nel territorio del Comune di Pinerolo. I motociclisti sono stati fermati e sottoposti agli accertamenti di legge, perché percorrevano i sentieri che si diramano nei boschi. L'operazione si è conclusa con l'applicazione delle sanzioni amministrative previste dalla Legge regionale 32 del 1982, che, all'articolo 11, vieta l'attività fuoristradistica su tutto il territorio regionale. Il divieto è esteso anche ai sentieri di montagna, alle mulattiere, alle piste e strade forestali che sono segnalate ai sensi della Legge regionale 27 del 1981. Per cinque motociclisti la sanzione è stata raddoppiata, in quanto le loro moto risultavano essere prive di targhe.
L'attività fuoristradistica è vietata in quanto può essere gravemente dannosa per l'ambiente naturale, a causa del disturbo arrecato alla fauna selvatica e agli escursionisti che desiderano praticare attività sportiva nei boschi, ma anche dei possibili danni alla flora e all'ambiente nel suo insieme. I trasgressori sono puniti con la sanzione amministrativa da 56 a 340 Euro, maggiorata nei casi in cui il mezzo motorizzato non risulti regolarmente immatricolato, sia privo di targa, sia privo di assicurazione o di libretto di circolazione, sia impiegato nei territori ad altitudine superiore a mille metri sul livello del mare. La legge prevede come sempre possibile il sequestro del mezzo.
Le tracce del passaggio dei fuoristradisti sono purtroppo evidenti e presenti in molti sentieri boschivi del Pinerolese, danneggiati dall'azione dei pneumatici tassellati. E' anche frequente il rinvenimento di rifiuti, derivanti da riparazioni improvvisate dei mezzi motorizzati o dalla perdita di parti meccaniche durante le escursioni.
Viste le numerose segnalazioni pervenute da privati cittadini e le condizioni climatiche sinora favorevoli all'attività fuoristradistica, è prevista una intensificazione dei controlli.
- Dettagli
- Categoria: Tutela fauna e flora