Tutela fauna e flora
Catarifrangenti blu sui delineatori di carreggiata che dissuadono gli animali selvatici dall’attraversare le strade extraurbane più trafficate. La luce dei fari dei veicoli riflessa dai catarifrangenti crea una barriera ottica di protezione, che scoraggia gli animali dal tentare l'attraversamento, riducendo così il rischio di incidenti. Stiamo parlando di una delle azioni per la prevenzione degli incidenti stradali con la fauna selvatica in Alta Valle di Susa previste da un innovativo progetto che la Città metropolitana di Torino e l’ANAS hanno realizzato e completato nei giorni scorsi lungo il tratto della Strada Statale 24 che va da Gravere a Cesana Torinese e sulla Statale 335 tra Oulx e Bardonecchia. Gli interventi sono stati finanziati dal progetto europeo LIFE WolfAlps EU, dedicato al miglioramento della coesistenza tra lupi e attività umane, la cui azione C6 è volta a ridurre la frammentazione degli habitat naturali e a proteggere la fauna dell'Alta Valle di Susa.Il posizionamento dei catarifrangenti blu anti-attraversamento sui delineatori di carreggiata non è l’unica azione messa in campo per ridurre il numero degli incidenti e la mortalità degli animali selvatici. Collaborando con ANAS, RFI e SITAF, i tecnici della Città metropolitana e dell’Ente di gestione delle Aree Protette delle Alpi Cozie hanno effettuato sopralluoghi nei punti critici, frequentati da lupi e ungulati vittime di incidenti. In quei luoghi sono state installate reti che impediscono il passaggio agli animali e li indirizzano verso vie sicure: si tratta di alcuni sottopassi già presenti, che sono stati liberati dalla vegetazione e dai rifiuti, creando percorsi protetti che consentono di evitare eventuali collisioni. Dove non è stato possibile installare reti, è stato pianificato il posizionamento di catarifrangenti, eseguito nelle scorse settimane.
L’azione C6 del progetto LIFE WolfAlps EU e la collaborazione avviata dalla Città metropolitana di Torino con ANAS, RFI e SITAF nascono dalla necessità di ridurre la frammentazione ambientale in Alta Valle di Susa: la conformazione dei versanti alpini e la presenza di strade e binari costringono gli animali selvatici ad attraversare le vie di comunicazione per sopravvivere, per nutrirsi, per difendere il proprio territorio e, soprattutto, per incontrare altri membri della propria specie. Gli spostamenti possono avere risultati drammatici, sia per la fauna che per gli automobilisti. I dati sugli incidenti stradali raccolti su tutto il territorio della Città metropolitana di Torino a partire dal 2002 mostrano come le specie selvatiche maggiormente coinvolte siano il capriolo e il cinghiale, ma vengono investiti anche cervi, lupi e camosci. La densità maggiore di incidenti nei 312 Comuni del territorio metropolitano si verifica proprio in Alta Valle di Susa, in siti in cui non c’è scampo per un animale che voglia attraversare una stradao la ferrovia.
UNA CAMPAGNA PER LA SENSIBILIZZAZIONE DEI CONDUCENTI
È chiaro come lo strumento più potente per ridurre gli incidenti sia la consapevolezza di ogni automobilista di non essere l'unico utilizzatore delle strade: per questo, lungo la Strada Statale 24 e lungo la Provinciale 214, sempre nell’ambito del progetto LIFE WolfAlps EU, la collaborazione tra Città metropolitana di Torino e ANAS ha consentito l’installazione di cartelli che, attraverso un’immagine e uno slogan dal forte impatto emotivo – “Rallenta! La velocità uccide!” – ricorda ai conducenti che stanno attraversano una zona in cui il rischio di impatto con la fauna selvatica è elevato.
La campagna di comunicazione mira a sensibilizzare sull’importanza della prudenza nella guida, sul dovere di rispettare i limiti di velocità e la segnaletica, sulla necessità di mantenere la concentrazione nella guida e sull’attenzione particolare che occorre prestare durante la notte, al crepuscolo e all’alba, quando gli animali attraversano più frequentemente le strade. Se un animale attraversa la strada occorre rallentare, lasciarlo attraversare e controllare se sopraggiungono altri esemplari. Rimanere nella propria corsia e non cercare di inseguire l’animale con l’auto sono comportamenti basilari, che non dovrebbero nemmeno essere richiamati, ma, in tema di fauna selvatica, non occorre mai dare nulla per scontato. In caso di incidente occorre subito chiamare il 112 e attenersi alle indicazioni fornite dagli operatori delle forze dell’ordine. Per la propria incolumità, è meglio non scendere dalla vettura e, soprattutto, non ci si deve avvicinare ad un animale ferito, la cui reazione alla presenza dell’uomo potrebbe essere imprevedibile. In questi casi meglio lasciar fare a chi ha le conoscenze professionali per intervenire.
Gli scopi e le modalità di implementazione dell’azione C6 sono stati efficacemente sintetizzati in un filmato realizzato a cura della Città metropolitana di Torino e pubblicato su YouTube all’indirizzo https://youtu.be/qk8VQTf0PWA
UN’APPLICAZIONE PER SMARTPHONE AVVISA QUANDO SI ATTRAVERSA UNA ZONA A RISCHIO
Risponde proprio alle finalità dell’azione C6 l’applicazione per smartphone SPIA-Segnalazione Pericolo Investimento Animali che, sulla base dei dati pregressi e di una modellistica del territorio, indica all’utente la probabilità di attraversamento da parte della fauna e i tratti di strada a maggior rischio di collisione con la fauna selvatica. L'App, sviluppata dall’Università del Piemonte Orientale su incarico della Provincia di Cuneo nel 2017, è stata concessa in uso gratuito alla Città metropolitana di Torino, che l’ha implementata con i dati dell’incidentalità stradale con fauna selvatica presenti nel database ultraventennale degli incidenti, costantemente aggiornato dall’Unità specializzata Tutela Flora e Fauna. L’applicazione consente ora anche agli utenti delle strade della Città metropolitana di Torino di essere avvisati con un segnale sonoro qualora percorrano un tratto di strada ad alta probabilità di attraversamento da parte della fauna selvatica. È inoltre possibile segnalare nuovi incidenti, così da implementare il database sul quale è impostata l’applicazione.
L'applicazione, scaricabile gratuitamente dal Play store di Google (per scaricarla occorre cercare la voce “S.P.I.A. Università Piemonte Orientale”) e da Ios, o inquadrando i Qrcode corrispondenti, è attivabile e disattivabile in qualsiasi momento dal conducente ed è indipendente dal sistema di navigazione utilizzato. SPIA inoltre accede alla posizione in background dell'utente, anche quando l'App è chiusa, al fine di monitorare e rilevare l'accesso e l'uscita da zone che sono state identificate come potenzialmente pericolose per l'attraversamento di animali selvatici, ma non memorizza alcuna informazione sulla posizione dello smartphone dell’utente (al fine di salvaguardarne la privacy) e viene unicamente utilizzata per il rilevamento della posizione corrente. In qualsiasi momento, l'utente può interrompere il rilevamento della posizione, uscendo dall'App attraverso l'apposito pulsante.

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Il TAR del Piemonte ha respinto il ricorso delle associazioni LAV, OIPA, SOS Gaia, ENPA, PAN Odv, Pro Natura Torino, Ente Nazionale per la Protezione degli Animali Odv e Fondazione per L'Ecospiritualità Odv contro il Piano di contenimento del Colombo (Columbia liva forma domestica) per gli anni che vanno dal 2024 al 2029. Il TAR ha considerato infondati e ha quindi respinto tutti e cinque i motivi di ricorso presentati dalle associazioni al fine di ottenere l'annullamento della Deliberazione di approvazione del Piano, votata all'unanimità dal Consiglio metropolitano il 15 febbraio scorso. Le associazioni ricorrenti sono state condannate al pagamento delle spese legali.È da notare che l'implementazione delle azioni previste nel Piano è già iniziata nei mesi scorsi con l'organizzazione di corsi di formazione per gli agricoltori che intendono impegnarsi nel contenimento della specie. Ciascuno dei partecipanti alla formazione, dopo aver superato con esito positivo un esame finale, sarà autorizzato ad effettuare le azioni. Prossimamente la Città metropolitana di Torino dedicherà corsi di formazione anche ai cittadini in possesso della licenza di caccia e al personale delle ditte specializzate nel contenimento dei Colombi.
Il primo motivo di ricorso respinto dal TAR riguardava la carenza dei presupposti di legge per operare un "controllo" sulla fauna selvatica. Il Tribunale Amministrativo Regionale ha ritenuto adeguate le argomentazioni contenute negli atti impugnati e riguardanti le esigenze sanitarie e di tutela del patrimonio storico-artistico. Respinto anche il riferimento alla presunta pericolosità, anche per le persone, dei mezzi di controllo previsti dal Piano, il cui utilizzo è a giudizio del TAR Piemonte, motivato dalle esigenze sanitarie. Inoltre nella sentenza del TAR si fa presente che i cannoncini a gas e i palloni gonfiati con elio potranno essere impiegati esclusivamente in aree rurali, per prevenire danni alle coltivazioni di pieno campo.
Il TAR ha poi riconosciuto che la Città metropolitana di Torino in passato ha sperimentato in passato metodi indiretti e non cruenti per il controllo del Colombo, con risultati insoddisfacenti in termini di riduzione della densità di popolazione nel territorio. Risultano inoltre rispettati i principi di proporzionalità e gradualità delle azioni intraprese programmate per il contenimento, dal momento che non è prevista un'attuazione "a tappeto" del Piano di controllo mediante strumenti attivi di contenimento, da utilizzarsi invece a seguito di segnalazioni di danneggiamento provenienti dal territorio.
Il TAR ha poi riconosciuto che l'utilizzo di reti o gabbie per la cattura in vivo previsto dal Piano non espone altre specie animali al rischio di essere soppresse per sbaglio, dal momento che le gabbie devono essere controllate almeno una volta al giorno, al fine di liberare esemplari di volatili appartenenti ad altre specie eventualmente catturati.
Sono stati inoltre respinti i motivi di ricorso relativi alla non rispondenza dei metodi eutanasici con la disciplina europea in materia e al contrasto della Deliberazione della Città metropolitana di Torino con il Piano straordinario per la gestione e il contenimento della fauna selvatica adottato nel 2023 dal Ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Tale Piano straordinario prevede espressamente la necessità che gli operatori demandati alle operazioni di controllo abbiano frequentato specifici corsi di formazione secondo i programmi predisposti dall'ISPRA.
COSA PREVEDE IL PIANO
Il Piano prevede nel dettaglio le misure per il contenimento delle popolazioni che, nelle zone rurali, causano danni notevoli alle colture cerealicole, mentre in quelle urbane pongono problemi igienici e di decoro degli spazi pubblici. In ambito urbano si prevede l'impiego di gabbie-trappola installate a cura dei Comuni, mentre in ambito extraurbano sono possibili sia l'utilizzo delle gabbie di cattura che le operazioni di sparo ad opera di selecontrollori formati e autorizzati dalla Città metropolitana. Il Piano ha ottenuto i pareri positivi dell'ISPRA, del Settore Sviluppo sostenibile, biodiversità e aree naturali della Regione Piemonte, della Direzione Sistemi naturali della Città metropolitana, degli Enti di gestione del Parco del Po piemontese, delle Aree protette delle Alpi Cozie e dei Parchi Reali".
Per prevenire i danni alle colture agricole nelle fasi della semina e della maturazione possono essere impiegati cannoncini a gas con detonazioni temporizzate, sagome dissuasive di varia forma o palloni gonfiati con elio che rimangono sospesi in aria.
Per quanto riguarda i prelievi di granaglie, la nidificazione e l'imbrattamento di siti industriali o artigianali, magazzini di stoccaggio di granaglie e allevamenti di bestiame, laddove possibile, possono essere installate reti per chiudere i punti di entrata e pannelli basculanti dotati di sensori per l'apertura automatica. Sono previste misure per la tutela delle colonie di pipistrelli. Salvo che nelle Zone di Protezione Speciale, possono essere utilizzati rapaci appartenenti a specie autoctone e addestrati da soggetti autorizzati. Lo sparo in orario diurno deve avvenire con l'uso di fucili con canna ad anima liscia di calibro non superiore al 12 e in prossimità di colture a rischio di danneggiamento, di allevamenti, di magazzini o di siti industriali. Dove, per motivi di sicurezza, non è praticabile lo sparo possono essere impiegate reti o gabbie-trappola selettive di cattura in vivo, attivate con esche alimentari.
Le misure preventive di contenimento nell'ambito urbano sono volte a ridurre le risorse alimentari e i siti di nidificazione, con il divieto di somministrazione di granaglie o altri alimenti appetiti dai colombi in luoghi pubblici, l'obbligo di occlusione fisica dei punti di accesso dei volatili agli edifici pubblici e privati (sottotetti) e ai piloni dei cavalcavia. I regolamenti edilizi e di igiene comunale dovranno prevedere recinzioni con reti anti-intrusione, l'impiego di fili elettrificati, dissuasori a cavi e l'uso di filamenti anti intrusione posti sui bordi dei pannelli solari o fotovoltaici. L'occlusione dei siti riproduttivi con reti deve essere attuata in forma selettiva, per non precludere l'accesso ad altre specie.
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Per la Città metropolitana di Torino la prevenzione e la riduzione numerica dei circa 250 incidenti stradali che ogni anno sono causati dall’impatto tra gli autoveicoli e la fauna selvatica è una priorità, sia dal punto di vista della sicurezza stradale che da quello della tutela della fauna. Oltre alle iniziative di sensibilizzazione rivolte agli automobilisti, perché adottino uno stile di guida prudente nelle aree extraurbane, la Città metropolitana ha dedicato alla protezione della fauna selvatica nei territori attraversati da strade e ferrovie una delle azioni previste dal progetto europeo Life WolfAlps EU, dedicato al miglioramento della coesistenza tra lupi e attività umane. L’azione C6 mira alla riduzione della frammentazione degli habitat naturali in cui vivono i grandi mammiferi e i suoi scopi e le modalità di implementazione sono stati efficacemente sintetizzati in un filmato realizzato a cura della Città metropolitana di Torino e pubblicato su YouTube all’indirizzo https://youtu.be/qk8VQTf0PWA
Oltre agli interventi che gli Enti e aziende proprietari e gestori di strade e ferrovie possono realizzare, lo strumento più potente per ridurre gli incidenti è la consapevolezza di ogni automobilista di non essere l'unico utilizzatore delle strade. Risponde proprio a questa finalità l’applicazione per smartphone S.P.I.A.-Segnalazione Pericolo Investimento Animaliche, sulla base dei dati pregressi e di una modellistica del territorio, indica all’utente la probabilità di attraversamento da parte della fauna e i tratti di strada a maggior rischio di collisione con la fauna selvatica. L’App, sviluppata dall’Università del Piemonte Orientale su incarico della Provincia di Cuneo nel 2017, è stata concessa in uso gratuito alla Città metropolitana di Torino, che l’ha implementata con i dati dell’incidentalità stradale con fauna selvatica presenti nel database ultraventennale degli incidenti, costantemente aggiornato dall’Unità specializzata Tutela Flora e Fauna. L’applicazione consente ora anche agli utenti delle strade della Città metropolitana di Torino di essere avvisati con un segnale sonoro qualora attraversino un tratto di strada ad alta probabilità di attraversamento da parte della fauna selvatica. È inoltre possibile segnalare nuovi incidenti, così da implementare il database sul quale è basata l’applicazione.
L'applicazione, scaricabile gratuitamente dal Play store di Google e da Ios o inquadrando i Qrcode corrispondenti, è attivabile e disattivabile in qualsiasi momento dal conducente ed è indipendente dal sistema di navigazione utilizzato. S.P.I.A. inoltre accede alla posizione in background dell'utente, anche quando l'app è chiusa, al fine di monitorare e rilevare l'accesso e l'uscita da zone che sono state identificate come potenzialmente pericolose per l'attraversamento di animali selvatici, ma non memorizza alcuna informazione sulla posizione dello smartphone dell’utente, al fine di salvaguardarne la privacy: viene unicamente utilizzata per il rilevamento della posizione corrente. In qualsiasi momento, l'utente può interrompere il rilevamento della posizione, uscendo dall'app attraverso l'apposito pulsante.
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Negli ultimi vent’anni, nel territorio della Città metropolitana di Torino si sono verificati quasi 5.000 incidenti stradali con animali selvatici: circa 250 all’anno. La prevenzione degli incidenti è una priorità sia dal punto di vista della sicurezza stradale che da quello della tutela della fauna. Oltre alle iniziative di sensibilizzazione verso gli automobilisti, perché adottino uno stile di guida prudente nelle aree extraurbane, la Città metropolitana ha dedicato alla protezione della fauna selvatica nei territori attraversati da strade e ferrovie una delle azioni previste dal progetto europeo Life WolfAlps EU, dedicato al miglioramento della coesistenza tra lupi e attività umane.L’azione C6, i suoi scopi e le modalità di implementazione sono stati efficacemente sintetizzati in un filmato realizzato a cura della Città metropolitana di Torino e pubblicato su YouTube all’indirizzo https://youtu.be/qk8VQTf0PWA
Il filmato realizzato nell’ambito dell’azione C6 sarà presentato durante l'evento di chiusura del progetto LIFE WolfAlps EU, in programmaa Trento in questo fine settimana. L’evento si articola tra il Museo delle Scienze e l’ITAS forum,nel quartiere Le Albere della Città di Trento. Sono previsti momenti di approfondimento sui principali risultati del progetto e sulla tematica della coesistenza tra le attività umane e il lupo, ma anche momenti dieducazione e formazione, talk scientifici, laboratori e spettacoli. Agli appuntamenti partecipa unteam internazionaledi ricercatrici e ricercatori, guardiaparco, tecnici di campo, educatrici ed educatori, allevatrici e allevatori, guide escursionistiche. Non si parla solo di lupo, ma anche di altri grandi carnivori che condividono con l’uomo il territorio alpino, comelinci, sciacalli dorati e altre specie. I dettagli dell’evento sono illustrati nel sito Internet del progetto alla pagina www.lifewolfalps.eu/conferenza-finale-life-wolfalps-eu/
RIDURRE LA FRAMMENTAZIONE DEGLI HABITAT NATURALI
Essendo uno dei partner attivi del progetto LIFE WolfAlps EU, che si concluderà ufficialmente nel mese di settembre, la Città metropolitana si è posta l'ambizioso obiettivo di ridurre la frammentazione degli habitat naturali e di proteggere la fauna dell'Alta Valle di Susa, un territorio in cui le strade statali e provinciali, l’autostrada Torino-Bardonecchia e la ferrovia Torino-Modane sono talvolta teatro di incidenti. La conformazione dei versanti alpini in cui si muovono pone agli animali selvatici una sfida quotidiana: attraversare strade e binari per sopravvivere, per nutrirsi, per difendere il proprio territorio e, soprattutto, per incontrare altri membri della propria specie. Gli spostamenti, soprattutto dei mammiferi, hanno sovente un raggio di chilometri, con risultati che possono essere drammatici, sia per gli animali che per gli automobilisti.
I dati degli incidenti stradali raccolti su tutto il territorio della Città metropolitana di Torino a partire dal 2002 mostrano come le speciemaggiormentecoinvolte siano il capriolo e il cinghiale, ma vengono investiti anche cervi, lupi e camosci. La densità maggiore di incidenti nei 312 Comuni del territorio metropolitano si verifica proprio in Alta Val di Susa, in siti in cui non c’è scampo per un animale che voglia attraversare una strada o la ferrovia.
LE SOLUZIONI TECNICHE
Collaborando con ANAS, RFI e SITAF i tecnici della Città metropolitana di Torinoe dell’Ente di gestione delle Aree Protette delle Alpi Cozie hanno effettuato sopralluoghi nei punti critici, frequentati da lupi ed ungulati vittime di incidenti. In quei luoghi sono state installate reti che sbarrano il passo agli animali, mentre alcuni sottopassi che possono consentire di evitare collisioni sono stati liberati dalla vegetazione e dai rifiuti, creando vie di passaggio sicure. Dove non è stato possibile installare reti, è stato programmato il posizionamento di catarifrangenti blu anti-attraversamento sui delineatori di carreggiata. La luce dei fari dei veicoli riflessa dai catarifrangenti crea una barriera ottica di protezione, che scoraggia gli animali dal tentare l'attraversamento, riducendo così il rischio di incidenti.
L’IMPORTANZA DELLA PRUDENZA AL VOLANTE
Sebbene lo strumento più potente per ridurre gli incidenti sia la consapevolezza di ogni automobilista di non essere l'unico utilizzatore delle strade, è stata messa a punto un’applicazione per smartphone che segnala, sulla base dei dati pregressi e di una modellistica del territorio, la probabilità di attraversamento da parte della fauna e i tratti di strada a maggior rischio di collisione con la fauna selvatica. L’app consente anche agli utenti della strada di segnalare nuovi incidenti, così da implementare il database sul quale è basata l’applicazione.
Ma, come detto, è di fondamentale importanza la prudenza nella guida, il rispetto dei limiti di velocità e della segnaletica, la concentrazione nella guida e un’attenzione particolare durante la notte, al crepuscolo e all’alba, quando gli animali attraversano più frequentemente le strade. Se un animale attraversa occorre rallentare, lasciarlo attraversare e controllare se sopraggiungono altri esemplari. Rimanere sulla propria corsia e non cercare di inseguire l’animale con l’auto sono comportamenti basilari, che non dovrebbero nemmeno essere richiamati, ma, in tema di fauna selvatica, non occorre mai dare nulla per scontato. In caso di incidente occorre subito chiamare il 112 e attenersi alle indicazioni fornite dagli operatori delle forze dell’ordine. Per la propria incolumità, è meglio non scendere dall’auto e, soprattutto, non ci si deve avvicinare ad un animale ferito, la cui reazione alla presenza dell’uomo potrebbe essere imprevedibile. In questi casi meglio lasciar fare a chi ha le conoscenze professionali per intervenire.

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I tecnici faunistici del progetto “Salviamoli insieme on the road” hanno recuperato una Tartaruga azzannatrice nel giardino di un maneggio di Gassino Torinese. Il soggetto è un adulto in discrete condizioni di salute ed ora ricoverato al CANC, il Centro Animali non Convenzionali della Struttura didattica speciale Veterinaria dell'Università di Torino.La Tartaruga azzannatrice è un rettile comune in Nordamerica e si ritiene che la sua diffusione in Europa derivi da importazioni illegali: la sua area di diffusione va dal Canada meridionale agli Stati Uniti d'America centrali e orientali e dalle coste atlantiche fino alle Montagne Rocciose. Predilige acque stagnanti o a corso lento, con un fondo melmoso e ricche di vegetazione. Ha un corpo robusto, il carapace increspato (più evidente negli esemplari giovani) e una lunga coda. L'apparato muscolare è ben sviluppato, in particolare quello del collo, che permette di sferrare abili morsi: una caratteristica che suggerisce di tenersi alla larga dall’animale.
COSA FARE SE SI AVVISTANO ANIMALI IN DIFFICOLTÀ O PERICOLOSI
Per quanto riguarda la fauna selvatica pericolosa o non gestibile dai cittadini, il CANC e la Città metropolitana di Torino hanno stipulato da alcuni anni una convenzione, che prevede l'impegno diretto della Struttura didattica speciale Veterinaria dell'Università di Torino, oltre che del personale della Funzione specializzata tutela fauna e flora della Città Metropolitana, per il servizio “Salviamoli Insieme on the road”. Tale servizio prevede il recupero in campo della fauna selvatica pericolosa o non gestibile dai cittadini. Il CANC ha sede in largo Braccini 2 a Grugliasco e, come detto, cura il servizio per conto della Città Metropolitana. Il servizio “Salviamoli Insieme on the road” è attivo 24 ore su 24 sulla linea telefonica 349-4163385, a cui rispondono i tecnici faunistici che effettuano i recuperi di ungulati, carnivori pericolosi, rapaci e ofidi. Al numero 366-6867428 del servizio “Salviamoli Insieme” rispondono invece i veterinari in reperibilità che visitano gli animali selvatici portati al CANC dai privati cittadini. Le segnalazioni di animali selvatici in difficoltà possono anche essere inviate via e-mail all’indirizzo infofauna@cittametropolitana.torino.it

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Era stato recuperato stremato e impossibilitato a riprendere il volo, ma le cure ricevute dai sanitari del CANC, il Centro Animali Non Convenzionali di Grugliasco, nell'ambito del progetto "Salviamoli Insieme" (a cui collaborano il CANC e la Città metropolitana di Torino), gli hanno consentito di tornare libero. Parliamo di un Gheppio, che, su segnalazione di un dipendente della Regione Piemonte, i tecnici del CANC avevano recuperato in piazza Piemonte a Torino, proprio nel palazzo dell'amministrazione regionale. Dopo le cure del caso, essendo il Gheppio in grave stato di shock da stress, i tecnici del CANC hanno rilasciato il rapace a Grugliasco, trattandosi di un animale abituato a vivere in un ambiente urbano ed essendo in grado, volendolo, di ritornare nella zona di provenienza.COSA FARE SE SI AVVISTANO ANIMALI IN DIFFICOLTÀ
Per quanto riguarda la fauna selvatica pericolosa o non gestibile dai cittadini, il CANC e la Città metropolitana di Torino hanno stipulato da alcuni anni una convenzione, che prevede l'impegno diretto della Struttura didattica speciale Veterinaria dell'Università di Torino, oltre che del personale della Funzione specializzata tutela fauna e flora della Città Metropolitana, per il servizio "Salviamoli Insieme on the road". Tale servizio prevede il recupero in campo della fauna selvatica pericolosa o non gestibile dai cittadini. Il CANC ha sede in largo Braccini 2 a Grugliasco e, come detto, cura il servizio per conto della Città Metropolitana. Il servizio "Salviamoli Insieme on the road" è attivo 24 ore su 24 sulla linea telefonica 349-4163385, a cui rispondono i tecnici faunistici che effettuano i recuperi di ungulati, carnivori pericolosi, rapaci e ofidi. Al numero 366-6867428 del servizio "Salviamoli Insieme" rispondono invece i veterinari in reperibilità che visitano gli animali selvatici portati al CANC dai privati cittadini. Le segnalazioni di animali selvatici in difficoltà possono anche essere inviate via e-mail all'indirizzo infofauna@cittametropolitana.torino.it

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Stamani alla Casa Valdese diTorre Pellice, con un incontro di presentazione delle attività e di confronto tra i giovani delle scuole medie inferiori e superiori italiane e francesi coinvolte, è entrato nel vivo il progetto europeoGe.Co.-Gestion Ecologique des Conflits. Lo scopo del progetto, unALCOTRA Italia-Francia, è quello di ridurre i conflitti e rendere accettabili le limitazioni all’accesso e all’utilizzazione turistica di delicati siti naturali italiani e francesi, mobilitando i giovani per far comprendere il valore di due aree pilota e delle specie animali che le abitano. Capofila di Ge.Co. è la cooperativa francese Oxalis, mentre la Città metropolitana di Torino è partner e coordina la realizzazione del progetto a livello transfrontaliero.Alle giovani generazioni è assegnato un ruolo di sentinelle e custodi a lungo termine della biodiversitànellearee-pilota scelte per il progetto di studio e sensibilizzazione dell’opinione pubblica: la Riserva della Biosfera transfrontaliera del Monviso, la Conca del Prà in Val Pellice e la regione geografica francese del Queyras, che confina con le vallate alpine italiane ai piedi del “Re di Pietra”. Le specie di cui si vuole promuovere la tutela sono la Salamandra di Lanza e la Trota Fario mediterranea, presente quest’ultima nelle riserve di pesca in Alta Valle di Susa, in Val Chisone, in Val Pellice, nell’Alta Valle Po e nel Queyras. L'obiettivo è quello di promuovere la crescita del senso di responsabilità verso le specie protette da parte di tutti gli utenti dei siti naturali, compresi i turisti. Grazie alle metodologie sviluppate dal progetto PROBIODIV si intende favorire la nascita di comunità di giovani custodi della biodiversità.Portando il saluto ufficiale della Città metropolitana di Torino all’evento di avvio che si è tenuto a Torre Pellice, il Consigliere delegato all’ambiente e alla tutela dalla fauna e della flora, Gianfranco Guerrini, ha sottolineato l’importanza del coinvolgimento delle giovani generazioni superando i confini nazionali. “Gestire i conflitti che possono scaturire dalle esigenze di tutela degli ambienti naturali non è facile. - ha notato il Consigliere Guerrini – Ma gli studenti coinvolti in Ge.Co. avranno l’occasione per comprendere che i conflitti, se affrontati correttamente e nel rispetto di tutte le sensibilità e degli interessi in gioco, possono generare nuove opportunità, sia in termini di tutela ambientale che di promozione del territorio”.
Le scuole coinvolte sono la media del College de Guillestre, il Lycée d'altitude di Briançon, il Liceo Valdese di Torre Pellice, l’istituto di istruzione superiore Luigi Des Ambrois di Oulx, gli istituti di istruzione superiore “Carlo Denina” e “Soleri-Bertoni” di Saluzzo. Il progetto coinvolge circa 120 tra studentesse, studenti e insegnanti. La gestione dei conflitti sarà al centro di incontri formativi in aula rivolti agli studenti e ai loro insegnanti, a cui seguiranno incontri di approfondimento scientifico, in italiano e in francese, sulle due specie protette e sui contesti naturali in cui vivono. Il lavoro proposto agli studenti sarà anche dedicato alla promozione turistica e al design applicato alla comunicazione dei temi ambientali, senza dimenticare, ovviamente la conoscenza e il monitoraggio della biodiversità con esperti del settore e guide naturalistiche. La parte più critica e “sfidante” delle attività sarà comunque il confronto con i portatori di interesse in conflitto: pescatori, pastori e operatori turistici della Riserva della Biosfera transfrontaliera del Monviso.

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Con l’approvazione all’unanimità da parte del Consiglio metropolitano diventa operativo il Piano di contenimento del Colombo (Columbia liva forma domestica) per gli anni che vanno dal 2024 al 2029. Il Piano prevede nel dettaglio le misure per il contenimento delle popolazioni che, nelle zone rurali, causano danni notevoli alle colture cerealicole, mentre in quelle urbane pongono problemi igienici e di decoro degli spazi pubblici.“Le misure incruente e dissuasive per il controllo della specie non si sono rivelate sufficienti per contenere la densità di popolazione del Colombo: è pertanto necessario il controllo diretto della specie. - spiega il Consigliere metropolitano Gianfranco Guerrini, delegato all’ambiente e alla tutela della fauna e della flora - In ambito urbano si prevede l’impiego di gabbie-trappola installate a cura dei Comuni, mentre in ambito extraurbano si interverrà sia installando le gabbie che con operazioni di sparo ad opera di selecontrollori formati e autorizzati dalla Città metropolitana. Il Piano è stato sottoposto ad una valutazione dell’incidenza sui siti della Rete Natura 2000 in cui verrà attuato e ha ottenuto i pareri positivi dell’ISPRA, del Settore Sviluppo sostenibile, biodiversità e aree naturali della Regione Piemonte, della Direzione Sistemi naturali della Città metropolitana, degli Enti di gestione del Parco del Po piemontese, delle Aree protette delle Alpi Cozie e dei Parchi Reali”.
Il coordinamento delle operazioni di controllo sarà in carico alla Polizia metropolitana, affiancata da cacciatori volontari e autorizzati e seguito di un percorso di formazione e degli agenti delle Polizie locali per la gestione degli interventi nelle aree urbane. Per prevenire i danni alle colture agricole nelle fasi della semina e della maturazione potranno essere impiegati cannoncini a gas con detonazioni temporizzate, sagome dissuasive di varia forma o palloni gonfiati con elio che rimangono sospesi in aria.
Per quanto riguarda i prelievi di granaglie, la nidificazione e l’imbrattamento di siti industriali o artigianali, magazzini di stoccaggio di granaglie e allevamenti di bestiame, laddove possibile, potranno essere installate reti per chiudere i punti di entrata e pannelli basculanti dotati di sensori per l’apertura automatica. Si dovranno prevedere adeguate misure per la tutela delle colonie di pipistrelli. Salvo che nelle Zone di Protezione Speciale, potranno essere utilizzati rapaci appartenenti a specie autoctone e addestrati da soggetti autorizzati. Lo sparo in orario diurno dovrà avvenire con l’uso di fucili con canna ad anima liscia di calibro non superiore al 12 e in prossimità di colture a rischio di danneggiamento, di allevamenti, di magazzini o di siti industriali. Dove, per motivi di sicurezza, non è praticabile lo sparo potranno essere impiegate reti o gabbie-trappola selettive di cattura in vivo, attivate con esche alimentari. È prevista l’immediata liberazione di soggetti appartenenti a specie diverse eventualmente catturati.
Le misure preventive di contenimento nell’ambito urbano saranno volte a ridurre le risorse alimentari e i siti di nidificazione, con il divieto di somministrazione di granaglie o altri alimenti appetiti dai colombi in luoghi pubblici, l’obbligo di occlusione fisica dei punti di accesso dei volatili agli edifici pubblici e privati (sottotetti) e ai piloni dei cavalcavia. I regolamenti edilizi e di igiene comunale dovranno prevedere recinzioni con reti anti-intrusione, l’impiego di fili elettrificati, dissuasori a cavi e l’uso di filamenti anti intrusione posti sui bordi dei pannelli solari o fotovoltaici. L’occlusione dei siti riproduttivi con reti deve essere attuata in forma selettiva, per non precludere l’accesso ad altre specie.
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Ridurre i conflitti e rendere accettabili le limitazioni all’accesso e all’utilizzazione turistica di delicati siti naturali italiani e francesi, mobilitando i giovani per far comprendere il valore di due aree pilota e delle specie animali che le abitano. È questo lo scopo di un progetto europeo ALCOTRA Italia-Francia denominato Ge.Co.-Gestion Ecologique des Conflits, di cui è capofila la cooperativa francese Oxalis e di cui la Città metropolitana di Torino è partner. Protagonisti del progetto, che sta per entrare nel vivo, sono appunto le giovani generazioni, a cui è assegnato un ruolo di sentinelle e custodi a lungo termine della biodiversità. Le aree-pilota scelte per il progetto di studio e sensibilizzazione dell’opinione pubblica sono la Riserva della Biosfera transfrontaliera del Monviso, la Conca del Prà in Val Pellice e la regione geografica francese del Queyras, che confina con le vallate alpine italiane ai piedi del “Re di Pietra”. Le specie di cui si vuole promuovere la tutela sono la Salamandra di Lanza e la Trota Fario mediterranea, presente quest’ultima nelle riserve di pesca in Alta Valle di Susa, in Val Chisone, in Val Pellice, nell’Alta Valle Po e nel Queyras. L'obiettivo è quello di promuovere la crescita del senso di responsabilità verso le specie protette da parte di tutti gli utenti dei siti naturali, compresi i turisti. Grazie alle metodologie sviluppate dal progetto PROBIODIV si intende favorire la nascita di comunità di giovani custodi della biodiversità.La realizzazione del progetto è coordinata a livello transfrontaliero dalla Città metropolitana di Torino. Le scuole coinvolte sono la media del College de Guillestre, il Lycée d'altitude di Briançon, il Liceo Valdese di Torre Pellice, l’istituto di istruzione superiore Luigi Des Ambrois di Oulx, gli istituti di istruzione superiore “Carlo Denina” e “Soleri-Bertoni” di Saluzzo. Il progetto coinvolge circa 120 tra studentesse, studenti e insegnanti.
Martedì 20 febbraio a partire dalle 10,30 nell’Aula Sinodale di via Beckwith 2 a Torre Pellice è in programma un incontro di presentazione delle attività e di confronto tra i giovani delle scuole medie superiori italiane e francesi coinvolte nel progetto. La gestione dei conflitti sarà al centro di incontri formativi in aula rivolti agli studenti e ai loro insegnanti, a cui seguiranno incontri di approfondimento scientifico, in italiano e in francese, sulle due specie protette e sui contesti naturali in cui vivono. Il lavoro proposto agli studenti sarà anche dedicato alla promozione turistica e al design applicato alla comunicazione dei temi ambientali, senza dimenticare, ovviamente la conoscenza e il monitoraggio della biodiversità con esperti del settore e guide naturalistiche. La parte più critica e “sfidante” delle attività sarà comunque il confronto con i portatori di interesse in conflitto: pescatori, pastori e operatori turistici della Riserva della Biosfera transfrontaliera del Monviso.

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Città metropolitana e Canc rinnovano il progetto SalviamolinsiemeÈ stato rinnovato anche per il 2024 il progetto Salviamolinsieme per il recupero in campo della fauna selvatica , che vede l'impegno diretto del personale della Funzione specializzata tutela fauna e flora della Città metropolitana insieme al Canc, il Centro animali non convenzionali all’interno della Struttura didattica speciale veterinaria dell'Università di Torino.
La convenzione conferma, per il 2024, l’attuale organizzazione di Salviamolinsieme presso il Canc a Grugliasco per le attività sanitarie e di mantenimento, cura e riabilitazione degli animali selvatici rinvenuti feriti o in stato di difficoltà sul territorio metropolitano, ed è articolato in: un servizio di primo soccorso operativo nelle ventiquattro ore tutti i giorni della settimana, in grado di garantire l’accettazione degli animali e le cure sanitarie urgenti o di primo livello; un centro sanitario attrezzato per la terapia medica e chirurgica, terapia post-intervento, prima ospedalizzazione; uno o più centri terapeutico-riabilitativi dotati di strutture atte alla degenza degli animali delle diverse specie e alla loro riabilitazione; una o più strutture che possano ospitare gli animali con invalidità croniche tali da non consentire la loro reimmissione in ambiente naturale e/o animali appartenenti alla fauna esotica recuperati o oggetto di sequestro.
Per l’anno in corso il finanziamento è di 37mila euro.
La collaborazione con la struttura universitaria in realtà è più che ventennale: iniziata quando la Città metropolitana era ancora Provincia di Torino ha scritto uno dei capitoli fondamentali della sua storia all’inizio del 2020, quando la Città metropolitana e la Struttura didattica speciale Veterinaria dell’Università degli Studi di Torino hanno avviato la sperimentazione del servizio “Salviamoli insieme on the road” per il recupero in campo della fauna selvatica classificata come pericolosa, degli ungulati, dei carnivori, dei rapaci diurni e notturni e degli ofidi (serpenti) feriti a seguito di incidenti stradali.
Nel 2023 i sanitari del CANC hanno curato quasi 5000 animali selvatici rinvenuti in difficoltà e recuperati dai propri tecnici faunistici, da privati cittadini o dagli agenti faunistico-ambientali della Città metropolitana di Torino. Tra le specie che più frequentemente sono in pericolo figurano i colombi (645 esemplari), i rondoni (499), i ricci (494), i merli (300), i caprioli (103), le volpi (44), i rapaci (62) e i tassi (11).
Gli interventi di recupero e salvataggio sul posto nell’ambito di “Salviamoli insieme on the road” sono stati 250, mentre le segnalazioni telefoniche dei cittadini sono state 1120. Il servizio avviato nel 2020 è attivabile 24 ore su 24 tutti i giorni, con una chiamata alla linea telefonica 349-4163385. Il Dipartimento Universitario di Scienze Veterinarie cura il servizio per conto della Città metropolitana.
Il cittadino può chiamare il 349-4163385, che lo mette in contatto con un operatore specializzato. Parlando con l’operatore occorre cercare di identificare correttamente il luogo in cui è presente l’animale ferito o in difficoltà. L’operatore può nell’immediato dare consigli su come comportarsi in attesa dell’intervento dei sanitari veterinari. I tecnici che rispondono ai cittadini sono in possesso di una laurea che li abilita a soccorrere e gestire nel modo più corretto la fauna selvatica, tutelando l’incolumità propria e degli animali. L’esperienza accumulata in anni di servizio consente ai tecnici di valutare se, nei casi meno gravi, il cittadino può portare direttamente al CANC gli animali rinvenuti o se, invece, occorre un intervento diretto da parte di personale in grado di manipolare in maniera corretta animali che non sono abituati al contatto con l’uomo e possono subire danni gravi a seguito di un intervento errato.
Per conoscere gli aspetti organizzativi e gestionali del servizio è possibile consultare il portale Internet della Città metropolitana alla pagina www.cittametropolitana.torino.it/cms/fauna-flora-parchi/fauna-e-flora/salviamoli-insieme
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