Cultura
La serie di reportage televisivi che la Direzione comunicazione e rapporti con i cittadini e il territorio della Città Metropolitana di Torino dedica ai "Restauri d'Arte" prosegue questa settimana con il filmato dedicato alla chiesa parrocchiale di San Martino Vescovo a Bruino.
I filmati dei "Restauri d'Arte" vengono messi in onda dall'emittente televisiva locale GRP sul canale 114 del digitale terrestre, il venerdì alle 21,30, il sabato alle 13,45 e la domenica alle 20,45. Per visionare la playlist dei reportage video sinora pubblicati sul canale YouTube della Città metropolitana di Torino e le fotogallery basta accedere al portale Internet della Città metropolitana di Torino, alla pagina
http://www.cittametropolitana.torino.it/speciali/2021/riflettori_restauri_arte/
Per visionare tutte le fotogallery dei Restauri d'Arte e scaricare le immagini: urly.it/3dkm8
La chiesa parrocchiale dedicata al patrono San Martino Vescovo risale al sedicesimo secolo, anche se non è semplice individuarne lo stile architettonico, essendo l'edificio attuale il frutto di numerosi rimaneggiamenti. Fu Carlo della Rovere, conte di Bruino, a far demolire nel 1594 l'ormai fatiscente edificio medievale e a far edificare l'attuale, così come testimonia la lapide in lingua latina conservata all'interno dell'edificio di culto. Nel corso del Novecento la chiesa è stata oggetto di due interventi di restauro. Negli anni '20 venne completamente ridecorato l'interno ad opera del pittore Antonio Rolando, mentre nel 1979-1980 venne attuato un restauro conservativo, con il rifacimento del presbiterio, la posa del nuovo altare e degli arredi, secondo le disposizioni liturgiche del Concilio Vaticano II.
Nei mesi scorsi è invece terminato l'ultimo intervento di un restauro globale pensato e voluto dalla comunità locale nel 2016 in occasione del diciassettesimo centenario della nascita di San Martino Vescovo di Tours, reso possibile grazie al contributo del Comune di Bruino e delle Fondazioni, ai fondi dell'8 per Mille e a quelli raccolti dalla comunità stessa in occasione di numerose manifestazioni organizzate in paese.
Il lavoro, come ha spiegato il parroco, don Massimiliano Arzaroli, è stato suddiviso in due lotti. Il primo, realizzato tra il 2018 e il 2019, ha coinvolto le parti esterne, con il rifacimento delle coperture e il restauro delle facciate, che sono state ripristinate nel colore originale, individuato grazie alle indagini stratigrafiche. Il secondo lotto, realizzato tra il 2020 e il 2021, ha riguardato invece il rifacimento dei vari impianti (elettrico, di illuminazione, di riscaldamento e acustico) e le parti decorative. Nel restauro delle superfici murarie interne si è optato per mantenere la decorazione attuale che risale agli anni '20 del secolo scorso. Gli altari, pregevoli manufatti di marmo del '700, sono stati ripuliti, consolidati e stuccati, così come i confessionali settecenteschi in legno hanno ritrovato il loro splendore. Nei prossimi anni, non appena saranno reperiti i fondi necessari, si procederà al restauro delle due pale d'altare.
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Sarà l’eporediese di adozione e urbinate di nascita Alessandro Veneri a tenere il concerto che conclude la presenza di Organalia 2021 a Ivrea. Sabato 25 settembre alle 21 al santuario Regina del Monte Stella, alla consolle dell’organo Costamagna, è in programma il recital organistico intitolato “Tota pulchra es, Maria”, ispirato alla spiritualità mariana. Il concerto verrà aperto da due pagine di Gerolamo Frescobaldi, tratte dalla “Messa della Madonna”: la “Toccata” e la “Canzon dopo l’Epistola”. Si passerà poi a Johann Sebastian Bach, di cui verrà eseguito il Preludio e tripla fuga in Mi bemolle maggiore “Sant’Anna” BWV 552. Si proseguirà con pagine tratte dalla “Suite Gotique” di Léon Boëllmann (“Prière a Notre Dame” e “Toccata”). Di MaxReger l’organista Veneri eseguirà l’Ave Maria opera 80 numero 5 e l’Introduzione e Passacaglia in Re minore. Infine due brani di Marco Enrico Bossi, l’Ave Maria opera 104 numero 2 e la Marcia Festiva opera 118 numero 8. Il concerto di sabato 25 settembre rientra nel progetto “A riveder le stelle”, sostenuto dalla Città di Ivrea in collaborazione con la Fondazione Guelpa.
A VOLPIANO BENEDETTA PORCEDDA SPAZIA TRA IX E XX SECOLO
Domenica 26 settembre alle 21 nell'elegante chiesa parrocchiale di Volpiano, dedicata ai santi Pietro e Paolo, si esibirà la giovanissima organista sarda Benedetta Porcedda, alla consolle dell’organo costruito da Giuseppe Bernasconi nel 1884. Nata nel 1997, Benedetta Porcedda frequenta il corso accademico di II livello sotto la guida del maestro Angelo Castaldo presso il Conservatorio di Musica “Giovanni Pierluigi da Palestrina” di Cagliari. Attualmente è a Göteborg in Svezia per il semestre Erasmus. Ha al suo attivo numerosi concerti sia in Italia, sia all’Estero. Il programma della serata spazia tra il XIX e il XX secolo e comprende pagine di Jacques-Nicolas Lemmens (“Fanfare”), Polibio Fumagalli (“La Caccia”, capriccio per organo opera 257), Vincenzo Petrali (“Adagio per voce umana”), Louis Lefébure-Wély (“Boléro de concert”), Filippo Capocci (“Solo di oboe” e “Toccata in Mi bemolle”), Cèsar Franck (Andantino in Sol minore), Pietro Alessandro Yon (“Toccatina for flute”), Alexandre Guilmant (“Deuxième méditation”) e Marco Enrico Bossi (Scherzo in Sol minore).
L’accesso del pubblico è possibile trenta minuti prima dell’inizio del concerto, con ingresso a libera offerta e con l’esibizione del Green Pass. Il circuito Organalia 2021 può contare su di un contributo della Fondazione CRT (maggior sostenitore) e sui patrocini della Giunta e del Consiglio regionale del Piemonte, della Città Metropolitana di Torino e del Pontificio Consiglio per la Cultura.
Per saperne di più si può consultare il portale Internet www.organalia.org o scrivere a info@organalia.org
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Anche quest’anno in occasione della Fiera Franca del Grand Escarton di Oulx, la Città metropolitana di Torino e l’associazione Chambra d’Oc, in collaborazione con il Comune di Oulx, celebrano la giornata dedicata alle minoranze linguistiche storiche, tutelate dalla legge 482 del 1999.La decima edizione della giornata dedicata alla valorizzazione dell’occitano, del francoprovenzale e del francese prevede sabato 2 ottobre al mattino un incontro con gli studenti dell’Istituto Des Ambrois di Oulx, mentre nel pomeriggio (ripetuta poi la sera) ci sarà la proiezione aperta al pubblico del film documentario Bogre, la grande eresia europea di Fredo Valla.
Bogre racconta un lungo viaggio sulle tracce di Catari e Bogomìli, eretici del Medioevo, diffusi dai Balcani all’Occitania, passando per l’Italia settentrionale e la Bosnia. Perché Bogre? Chi parla la lingua d’oc sa che bogre significa bulgaro, ma che da secoli la parola ha assunto il significato di inetto, babbeo, di colui che maschera la verità. Dal XII secolo bogre divenne un insulto diretto ai Catari d'Occitania, assimilati al movimento dei Bogomìli bulgari, da cui il catarismo occidentale derivava.
La dimensione europea del film si respira a partire dalle cinque lingue protagoniste del documentario: occitano, italiano, francese, bulgaro e croato-bosniaco. Fredo Valla, regista e sceneggiatore pluricandidato al David di Donatello, è di lingua madre occitana.
Il film ha visto coinvolto l’intero gruppo della Chambra d’Oc, a partire da Peyre Anghilante e Matteo Ghiotto, animatori degli sportelli linguistici che si sono occupati rispettivamente dei sottotitoli in occitano e in francese.
Prenotazione obbligatoria presso lo sportello linguistico di francese di Agnès Dijaux al n° telefonico 3284730692.
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La manifestazione “Filo lungo filo, un nodo si farà” arriva alla ventisettesima edizione e, da venerdì 24 a domenica 26 settembre, si veste di nuovi colori, abbinando al fascino storico del Villaggio Leumann la scenografia monastica della Certosa Reale di Collegno. Innanzitutto l’evento, patrocinato dalla Città Metropolitana di Torino, torna ad essere organizzato in presenza, dopo le limitazioni dello scorso anno a causa della pandemia da Covid-19, che non hanno però scalfito la straordinaria tradizione di riunire a Collegno gli appassionati artigiani tessiliprovenienti da ogni dove.È un tuffo nella vita sociale e culturale che riprende in pieno il suo slancio, perché il Villaggio Leumann e la Certosa Reale sono luoghi simbolo di Collegno. Il borgo operaio sorto nel XIX secolo intorno alla fabbrica tessile fu una vera e propria fucina di innovazione sociale, mentre il complesso certosino, per decenni è stato uno dei più grandi ospedali psichiatrici italiani, superato dalla cosiddetta legge Basaglia, una rivoluzione che ha restituito dignità ai ricoverati. Dopo la chiusura del Cotonificio Leumann nel 1972, il Comune di Collegno comprò i terreni e le case dell’omonimo Villaggio, salvando il complesso urbanistico dalla demolizione e dall’oblìo. Nello stesso decennio, un anno prima dell’approvazione della legge Basaglia, l’amministrazione comunale decise di abbattere il lungo muro di cinta che separava la città dal manicomio. Sono storie diverse, che però sono intrecciate dal filo compositivo degli "igienisti" che plasmarono le architetture del villaggio e dell’ospedale psichiatrico. La Certosa accoglie tra le sue suggestive prospettive, espositori e visitatori, che animano con stoffe, filati e tessuti, portali, portici e chiostri.
Dal 1995 l’associazione Amici della Scuola Leumann organizza con entusiasmo una manifestazione che ha il sapore della grande riunione della famiglia artigiana.
L’edizione 2021 si apre venerdì 24 settembre al Villaggio Leumann di corso Francia 345/349 con i laboratori su prenotazione, che si tengono dalle 9 alle 18 e sono dedicati alla tessitura (docente Marina Costantino; per prenotazioni scrivere a costantinomarina@libero.it), alla tintura naturale (per prenotazioni telefonare a Patrizia Vayola, cellulare 3471550151), al feltro (Cristiana Di Nardo, e-mail cristianadinardo@hotmail.com), al feltro ad ago (Diana Biscaioli, cellulare 3407756557) e al patchwork (Barbara Bray, cellulare 3493530167).
Sabato 25 alle 15 alla Certosa Reale in via Martiri XXX Aprile 30 è in programma l’inaugurazione ufficiale della manifestazione. Dalle 15,30 alle 19,30 di sabato e dalle 9 alle 19,30 di domenica 26 si possono visitare la rassegna dell’artigianato tessile e le altre mostre, mentre i bambini possono partecipare ai laboratori creativi, a cura di LeuLab (su prenotazione al numero telefono 3472964704). Alle 16,30 il Coordinamento tessitori propone il manuale di ecoprint “Nuove alchimie” realizzato da Marisa Tacchi. Sarà presente l’autrice. Alle 18 è in programma una sfilata delle creazioni degli studenti dell’Istituto Passoni e dello Ied. Alle 16,30 di domenica 26 è in programma una sfilata dei modelli realizzati dagli espositori. Le mostre visitabili alla Certosa reale sono: “Congiunzioni” di Lisa Fontana; “La pesca miracolosa” di Junko Kyoto e Konny Kuligk; una selezione della collezione Leumann a cura di Leulab; “Trame in verde”, workshop e installazione delle Artenaute del Dipartimento educazione del Castello di Rivoli-Museo d’arte contemporanea; “La tessitrice”, installazione del gruppo knit-cafè di Collegno “Donne ai ferri corti”; “Tutti i colori del verde” con le piante tintorie dell’azienda agricola Fratelli Gramaglia.
Per saperne di più si può consultare il portale Internet www.villaggioleumann.it

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Sabato 18 settembre alle 21 nel Duomo di San Giovanni Battista a Ciriè è in programma il diciannovesimo concerto di Organalia 2021, intitolato “Arie Sacre”. Al pubblico appassionato di musica organistica è offerta l’occasione di ascoltare la “voce” dell’organo, a trasmissione pneumatica, costruito da Carlo Vegezzi Bossi nel 1897, recentemente restaurato da Orgelbau Thomas Wälti con la collaborazione dell’organaro biellese Alessandro Rigola, che ne cura attualmente la manutenzione. Protagonisti del concerto due musicisti canavesani, l’organista Sandro Frola e lamezzosoprano Elisa Barbero, chiamati ad eseguire celebri arie sacre da concerto intercalate da brani d’organo di ispirazione ceciliana. La serata si apre conil Largo “O mio Signor” di Georg Friederich Händel dall’opera “Xerxes”. A seguire due pagine mozartiane tratte dalla Messa in Do minore K 427: “Agnus Dei” e “Laudamus Te”. Il concerto prosegue con il brano “Fac ut portem” dallo Stabat Mater rossiniano e con l’Agnus Dei dalla “Petite Messe Solemnelle”. Non mancano i “cavalli di battaglia” di ogni cantante che si rispetti: l’Ave Maria di Charles Gounod, il “Panis Angelicus” dalla “Messe a trois voix” opera 12 di César Franck e l’Agnus Dei dall’Intermezzo dell’opera “L’Arlésienne” di Georges Bizet. La parte vocale si conclude con il “Cor Jesu” opera 3 di Pietro Magri, seguito dal verdiano “Liber scriptus” tratto dalla Messa da Requiem e da una pagina del canavesano Angelo Burbatti, “Salve Regina” opera 187. La parte organistica è dedicata invece a Pietro Magri, sacerdote di origine emiliana che concluse la propria attività di organista e compositore al Santuario di Oropa, dove morì nel 1937. Sandro Frola esegue i Sei Fioretti Mariani e il “Flectamus genua” opera 498. È inoltre in programma una pagina di un altro illustre compositore canavesano, Angelo Burbatti, organista della Cattedrale di Ivrea per un quarantennio, del quale Sandro Frola propone un Offertorio opera 328/a.
“STILI A CONFRONTO” AD IVREA CON L’ORGANISTA UCRAINA TANIA DOVGAL
Domenica 19 settembre ad Ivrea il concerto “Stili a confronto” è invece in programma alle 21 nella chiesa parrocchiale di San Lorenzo, in corso Massimo D’Azeglio 71. Alla consolle dell’organo costruito da Giuseppe Mola nel 1901, l’organista ucraina Tania Dovgal. Il secondo dei tre concertiprogrammati ad Ivrea rientra nel progetto “A riveder le stelle”, sostenuto dall’amministrazione comunale e dalla Fondazione Guelpa. La serata di domenica 19 è organizzata in collaborazione con la Fondation K del Principato di Monaco ed è parzialmente dedicata alle composizioni del monegasco Marc Giacone, presente al concerto, organista presso la chiesa dei Carmelitani a Montecarlo. I brani di Giacone in programma sono la Microsinfonia numero 1 “Sur les écarts dansants”, la Microsinfonia numero 2 “Sur les pulsations ondulantes”, le Variazioni sull’inno “Veni Creator”, e la Microsinfonia numero 5 “Sur un thème de Borodine”. Tania Dovgal eseguirà anche brani di Maurice Ravel (estratti dalla Suite dall’opera “Tombeau de Couperin”), Jehan Alain (“Deux Danses à Agni Yavishta”), Joseph Jongen (Due pezzi per organo opera 108), Johannes Brahms (Cinque Corali dall’opera 122: “Mein Jesu, der du mich”, “Herzlich tut mich erfreuen”, “O Gott, du frommer Gott”, “Herzlich tut mich verlangen”, “O Welt, ich muss dich lassen”) e Félix Mendelssohn (Sonata numero 4 in Si bemolle maggiore dall’opera 65).
L’accesso del pubblico è possibile trenta minuti prima dell’inizio del concerto, con ingresso a libera offerta e con l’esibizione del Green Pass. Il circuito Organalia 2021 può contare su di un contributo della Fondazione CRT (maggior sostenitore) e sui patrocini della Giunta e del Consiglio regionale del Piemonte, della Città Metropolitana di Torino e del Pontificio Consiglio per la Cultura.
Per saperne di più si può consultare il portale Internet www.organalia.org o scrivere a info@organalia.org
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La serie di reportage televisivi che la Direzione comunicazione e rapporti con i cittadini e il territorio della Città Metropolitana di Torino dedica ai “Restauri d’Arte” prosegue questa settimana con il filmato dedicato alla chiesa di Santa Maria Maggiore nel borgo vecchio di Avigliana.I filmati dei “Restauri d’Arte”vengono messi in onda dall’emittente televisiva locale GRP sul canale 114 del digitale terrestre, il venerdì alle 21,30, il sabato alle 13,45 e la domenica alle 20,45.Per visionare la playlist dei reportage video sinora pubblicati sul canale YouTube della Città metropolitana di Torino e le fotogallery basta accedere al portale Internet della Città metropolitana di Torino, alla pagina
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UN GIOIELLO ARCHITETTONICO E STORICO E LE OPERE DI UN’ARTISTA CHE LO VALORIZZANO
Avigliana, che è per collocazione ambientale un terrazzo sulla Valle di Susa e sulla pianura torinese, ai piedi della Sacra di San Michele, ai margini delle colline moreniche e con i suoi due laghi, ha sviluppato nei secoli un borgo medioevale di primario interesse. In questa preziosa cornice e in un’incantevole posizione panoramica affacciata sull’antico borgo si trova la chiesa di Santa Maria Maggiore. Le origini dell’edificio sono incerte e le prime notizie certe fanno riferimento a rifacimenti eseguiti nel 774, in seguito ai danni subìti dall’edificio durante la battaglia traCarlo Magno e i Longobardi. Dopo una serie di distruzioni e ricostruzioni, prima della fine del XVII secolo la chiesa venne riedificata per la quinta volta, secondo le linee di ispirazione barocca che si possono ammirare ancora oggi. Ulteriori interventi di restauro e ristrutturazione si susseguirono, fino all’abbandono del borgo medioevale negli anni ‘60 del secolo scorso ne al conseguente trasferimento del culto nella nuova chiesa di Santa Maria, situata nel borgo basso di Avigliana. Numerosi furti hanno depauperato il patrimonio di arredi sacri e la decadenza strutturale è stata accentuata dalla vandalizzazione dei locali, ai danni soprattutto degli affreschi. Grazie al parroco don Robero Balbiano, aiutato dai borghigiani e da alcune associazioni di volontari, nel 1984 iniziarono importanti interventi strutturali. Oggi la chiesa è sede del centro culturale “Vita e Pace” che, da oltre vent’anni,promuove i lavori di restauro e le indagini archeologiche e ospita la collezione permanente delle opere scultoree dell'artista Elsa Veglio Turino.
La restauratrice Raffaella Bianchi, accreditata dalla Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio della Città metropolitana di Torino, dal 2015 collabora con l’associazione “Vita e pace” e ci ha raccontato i recenti interventi per il recupero delle pareti della prima e seconda campata della navata centrale a sinistra dell'ingresso e per il restauro della fase ottocentesca a monocromo dal cornicione sino a terra.
Manuela Turino Matlìè la presidente del centro culturale “Vita e Pace”. Dal suo cognome si può intuire il profondo legame che la unisce alle opere scultoree di Elsa Veglio Turino, che da oltre vent’anni sono qui custodite e arricchiscono un luogo già carico di storia e significati. Elsa Veglio Turino(1921-1986), all’età di 35 anni e senza essersi mai dedicata all’arte della scultura, sentì forte l’impulso di creare plasmando ed iniziò a realizzare prima volti del Cristo e poi vere e proprie statue a grandezza d’uomo, quasi tutte di carattere religioso. Nell’intervista registrata per il reportage video Manuela Turino Matlì, figlia di Elsa, ha raccontato la storia artistica della madre e il recupero delle sue opere, andate disperse nel corso degli anni. Lo spazio ritenuto ideale per ricomporre l’opera di Elsa Veglio Turno e restituire alle opere il loro significato più autentico è la chiesa di Santa Maria Maggiore, che oggi ospita in maniera permanente le sculture dell’artista, oltre a numerose attività culturali di “Vita e Pace”. L’associazione, che ha superato i vent’anni di attività, ha tra i suoi obiettivi il restauro, la manutenzione e la valorizzazione dell’edificio, attraverso l’organizzazione di eventi culturali come concerti, presentazioni e mostre, gratuiti e aperti a tutti.
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Sabato 25 settembre Palazzo dal Pozzo della Cisterna riapre le porte per l’ormai consueto appuntamento mensile dedicato alla visita animata.
Alle ore 10 sarà il Gruppo storico “La lavandera e ij lavandè 'd Bertula” ad accogliere il pubblico raccontando l’attività dei lavandai che operavano nella borgata Bertolla di Torino fino agli anni ’60, quando il loro lavoro venne sostituito dalle lavatrici meccaniche.
La visita, come sempre, sarà un’occasione per raccontare la storia e le trasformazioni della sede aulica della Città metropolitana a partire dalla costruzione del nucleo originario del complesso risalente agli ultimi decenni del 1600 per arrivare al 1940, anno in cui la Provincia di Torino lo acquistò e lo destinò a sede istituzionale. Parte della visita sarà dedicata a illustrare il periodo in cui il Palazzo, in seguito al matrimonio di Maria Vittoria, ultima discendente dei Dal Pozzo della Cisterna, con Amedeo di Savoia, I° Duca d’Aosta, diventò sede ducale.
Sabato 25 settembre sarà una mattinata da trascorrere ammirando stucchi dorati, soffitti a cassettoni, vetrate cattedrale e ripercorrendo la storia di personaggi, famiglie e istituzioni che hanno abitato e ancora abitano questo luogo.
Come sempre la visita è gratuita con prenotazione obbligatoria scrivendo a:
urp@cittametropolitana.torino.it o telefonando dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 13 al numero 011-8617100.
Le prossime visite del sabato sono previste: 23 ottobre, 20 novembre e 18 dicembre.
MODALITA’ DI ACCESSO
Per partecipare alla visita occorre:
- essere in possesso di certificazione verde (Green Pass) COVID-19, così come previsto dal Decreto-Legge 23 luglio 2021, n.105, per musei, mostre, istituti e luoghi della cultura;
- indossare la propria mascherina e igienizzarsi le mani con il gel posto all’ingresso;
- mantenere la distanza di almeno 1 metro con gli altri visitatori e il personale di Palazzo.
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Come gestire un itinerario per trekking sui luoghi di memoria della Resistenza?La Città metropolitana di Torino organizza una intera giornata di confronto sull’escursionismo e la memoria della Resistenza per sabato 11 settembre all’Ecomuseo del Colle del Lys con l’intervento di esperti, storici, appassionati dal territorio torinese e non solo.
Coordinati da Marco Sguayzer animatore del progetto “Sentieri Resistenti” porteranno le loro esperienze esponenti delle sezioni CAI di Lanzo e di Pianezza, dell’ANPI di Traves, della Valle Pellice e di Condove - Caprie, l’associazione “Sentieri Val Malone” di Corio, l’Ecomuseo Colle del Lys e l'Ecomuseo della Resistenza della Val Sangone oltre agli esperti del cammino della Linea Gotica da Jesi (Ancona).
Si potrà partecipare collegandosi online su
https://zoom.us/j/4979776404?pwd=bGNyRmIvSEdSYzVGV0pReG4rUG1XZz09
oppure in presenza rispettando le prescrizioni anti covid: per chi intenda partecipare in presenza, è indispensabile la registrazione alla mail segre@colledellys.it alla quale seguirà conferma, compatibilmente con i posti a disposizione.
Il seminario rientra tra le azioni del piano tematico Pa.C.E Patrimonio, Cultura, Economia finanziato dal programma di cooperazione transfrontaliera ALCOTRA Italia- Francia all’interno del quale la Città metropolitana di Torino coordina il “tavolo Resistenza” per la valorizzazione della memoria storica e mette a sistema i percorsi in una prospettiva di turismo sostenibile.
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Archiviata la pausa estiva, la serie di reportage televisivi che la Direzione comunicazione e rapporti con i cittadini e il territorio della Città Metropolitana di Torino dedica ai “Restauri d’Arte”riprende questa settimana con il filmato dedicato al castello di Santena, dove, dopo un lungo ed elaborato restauro, il Memoriale Cavour è da qualche mese visitabile da tutti i cittadini e dai turisti, in un allestimento che ha recuperato i locali del maniero, gli arredi, i dipinti della collezione privata della famiglia del conte Camillo Benso, con supporti multimediali che aiutano a collocare la figura del padre dell’Italia Unita nel contesto storico dell’Europa del XIX secolo.
I filmati dei “Restauri d’Arte”vengono messi in onda dall’emittente televisiva locale GRP sul canale 114 del digitale terrestre, il venerdì alle 21,30, il sabato alle 13,45 e la domenica alle 20,45.
Per visionare la playlist dei reportage video sinora pubblicati sul canale YouTube della Città metropolitana di Torinoe le fotogallery basta accedere al portale Internet della Città metropolitana di Torino, alla pagina
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TRE ANNI DI LAVORI PER RIPORTARE ALL’ANTICO SPLENDORE LA RESIDENZA CHE EBBE UN POSTO SPECIALE NEL CUORE DEL PADRE DELLA PATRIA
Per riportare il castello di Santena all’antico splendore, la Fondazione Cavour, a cui è affidato un patrimonio storico di inestimabile valore e di rilevanza mondiale, ha potuto contare su di un finanziamento di 3 milioni di euro erogati dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Nei tre piani visitabili si possono ammirare la ricostruzione con il mobilio originale della stanza ove Cavour morì a Torino e molti oggetti a lui appartenuti, come il necessaire da viaggio, la coppa in porcellana di Sevres regalo di Napoleone III in occasione del Congresso di Parigi, la collezione della Santissima Annunziata donata da Vittorio Emanuele II.
Come ha sottolineato nell’intervista realizzata per il reportage video il direttore della Fondazione Cavour, Marco Fasano, “i restauri del castello sono durati tre anni e hanno trasformato il vecchio museo nell’attuale Memoriale Cavour, che ha una valenza nazionale, perché proprio qui è sepolto il Padre della Patria. Lo Stato ha aiutato la Fondazione a reperire i fondi e a realizzare i lavori, mettendo in campo la struttura di missione presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri”. Al castello di Santena l’attività culturale e didattica è dedicata in primo luogo alle nuove generazioni, per far comprendere loro come e per opera di quali uomini nacque lo Stato unitario italiano. I luoghi cavouriani di grande interesse sono molti, dalla casa d’origine della famiglia Benso a Chieri all’abitazione torinese in cui il conte Camillo morì nel 1861. Ma il castello di Santena, posseduto dalla famiglia sin dal XIII secolo, aveva un posto speciale nel cuore del primo Presidente del Consiglio del Regno d’Italia. Qui il conte Camillo Benso volle essere sepolto, vicino alla tomba del nipote prediletto, Augusto, morto a vent’anni nella battaglia di Goito del 1848.
Nell’intervista registrata per il reportage, Barbara Rinetti, restauratrice dei beni culturali che ha coordinato gli impegnativi lavori, ha spiega: “Il restauro del castello ha avuto come priorità quello di restituire all’edificio le partiture cromatiche originali. L’impostazione del nostro lavoro esclude la sovrapposizione dell’operato del restauratore alla storia del manufatto artistico. In questo castello la gamma di manufatti è molto ampia: dipinti su tela e murari, boiserie e arredi lignei. Vivere lavorare nella casa degli affetti di Cavour è stato commovente per tutti noi. È stato un restauro importante, significativo e impegnativo. Abbiamo recuperato gli stupendi affreschi e la sala degli stucchi, in cui si svolgevano le feste danzanti”. Ai restauri hanno lavorato una decina di specialisti, con il sostegno della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la Città metropolitana di Torino. Il risultato è sotto l’occhio di tutti ed ha restituito alla comunità nazionale un tesoro storico, artistico e architettonico.Per coloro che non hanno mai approfondito le conoscenze sull’epopea risorgimentale una visita al castello di Santena è l’occasione per scoprire le vicende private e pubbliche dell’uomo che, insieme al re Vittorio Emanuele II e al generale Garibaldi, realizzò il sogno di un’Italia unita e indipendente.
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Il circuito Organalia 2021 approderà sabato 11 settembre alle 21,30 nella chiesa parrocchiale di Pavone Canavese, dove è in programma il concerto “Gran disfida musicale. L’organo e la banda musicale: originali e trascrizioni a confronto”, di cui saranno protagonisti l’orchestra a fiati Arsnova Wind Orchestra e l’organista Luca Scandali, che proporranno un programma di brani eseguiti “in primis” dall’organo Felice e Giacomo Vegezzi Bossi del 1855 e, successivamente, dalla banda diretta dal maestro Fulvio Creux, già direttore delle bande della Guardia di Finanza e dell’Esercito. Sarà possibile ascoltare composizioni di Vincenzo Bellini (Sonata in Sol maggiore, trascrizione per banda di Salvatore Farina), Gioacchino Rossini (La Corona d’Italia-Fanfara per musica militare, trascrizione per organo di Luca Scandali), Ferdinando Provesi (Sinfonia in Do maggiore, trascrizione per banda di Fulvio Creux), Amilcare Ponchielli (Facile marcia, trascrizione per banda di Fulvio Creux) e Saverio Mercadante (Omaggio a Bellini, trascrizione per banda di Salvatore Farina). Il concerto è organizzato in collaborazione con il Comune di Pavone Canavese.Domenica 12 settembre alle 21 nella chiesa parrocchiale di San Maurizio Canavese si esibiranno due concertisti canavesani: l’organista Gianfranco Luca e il trombettista Riccardo Albry. Il programma del concerto intitolato ”La musica per organo e tromba nel nuovo millennio” metterà in evidenza le qualità timbriche e foniche dell’organo a trasmissione pneumatica costruito da Vittino Vegezzi Bossi nel 1912. Saranno eseguite pagine di importanti autori contemporanei quali Palmiro Froldi (Marcia d’ingresso per organi e tromba, Preghiera, Maestoso per tromba e organo), Denis Bédard (Pater Noster, Suite romantique pour orgue, Variations sur “Christus vincit”), Gianfranco Luca (Trittico per organo e tromba) e Hans-André Stamm (Celtic Hymn, March of Joy). Il concerto è organizzato in collaborazione con il Comune di San Maurizio Canavese, l’Unione dei Comuni del Canavese e Basso Canavese e l’associazione Amici di San Maurizio.
L’accesso del pubblico è possibile trenta minuti prima dell’inizio del concerto, con ingresso a libera offerta e con l’esibizione del green pass, obbligatorio a decorrere dallo scorso 6 agosto. Il circuito Organalia 2021 può contare su di un contributo della Fondazione CRT (maggior sostenitore) e sui patrocini della Giunta e del Consiglio regionale del Piemonte, della Città Metropolitana di Torino e del Pontificio Consiglio per la Cultura.
Per saperne di più si può consultare il portale Internet www.organalia.org o scrivere a info@organalia.org
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