I NOSTRI COMUNICATI

 

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La serie di reportage televisivi che la Direzione Comunicazione e rapporti con i cittadini e i territori della Città Metropolitana di Torino dedica ai Segni d’Arte” prosegue questa settimana con il filmato dedicato alla mostra L’inesauribile scalata di un sognatore, visitabile sino al 3 luglio al Museo Nazionale della Montagna “Duca degli Abruzzi” di Torino.
I filmati dei “Segni d’Arte”vengono messi in onda dall’emittente televisiva locale GRP sul canale 114 del digitale terrestre, il venerdì alle 22,30, il sabato alle 13,30 e la domenica alle 14.

Per visionare la playlist dei reportage video sinora pubblicati sul canale YouTube della Città metropolitana di Torino e le fotogallery basta accedere al portale Internet della Città metropolitana di Torino, alla pagina
http://www.cittametropolitana.torino.it/speciali/2021/segni_arte/
Per visionare tutte le fotogallery dei Segni d’Arte e scaricare le immagini: https://photos.app.goo.gl/j1pEatjfZmEQ6Hrt7

GIAN CARLO GRASSI, PIONIERE DELL’ARRAMPICATA SU GHIACCIO

Pioniere dell’arrampicata su ghiaccio in Italia alla fine degli anni Settanta, scopritore, tra i primi, dei massi erratici dell’Anfiteatro Morenico della Valle di Susa, guida alpina ed esploratore di vie e goulotte sulle grandi pareti himalayane e patagoniche. All’alpinista valsusino Gian Carlo Grassi il Museo Nazionale della Montagna di Torino dedica la mostra “L’inesauribile scalata di un sognatore”, visitabile dallo scorso 1° aprile, giorno in cui ricorreva il trentunesimo anniversario della scomparsa, avvenuta sul Monte Bove, nei Sibillini.
Curata dal giornalista Enrico Camanni, daVeronica Lisino, responsabile della Fototeca del Centro documentazione, e da Marco Ribetti, vicedirettore del Museo, l’esposizione racconta l’intensa vita di Gian Carlo Grassi attraverso il filo delle sue immagini, che delineano una ricerca alpinistica ed estetica in quattro continenti, sempre all’insegna della scoperta e dell’innovazione. Le suggestive immagini raccontano gli esordi alpinistici dell’alpinista originario di Condove, la molteplice attività alpinistica ed esplorativa, che spazia dalle prime scalate giovanili sulle Alpi Cozie e Graie, dal Cuneese alla Valle d’Aosta, l’affermazione negli anni Sessanta con le prime ascensioni invernali e le vie nuove, il periodo del Nuovo Mattino condiviso con personaggi come Gian Piero Motti e Danilo Galante, la scoperta delle goulotte e delle cascate di ghiaccio insieme all’amico Gianni Comino; e poi l’esplorazione sistematica dei massi dell’Anfiteatro Morenico della Valsusa, le spedizioni in quattro continenti, compreso un tentativo invernale all’Everest.
Grassi è stato il grande specialista del ghiaccio, perché sul ghiaccio riusciva a esprimere pienamente la sua fantasia e il bisogno di ricerca, ma non ha mai privilegiato un terreno particolare, spaziando liberamente dalle vie estreme d’alta quota ai sassi della sua valle. Ha sostenuto con convinzione, e dimostrato con coerenza, che un passaggio su un masso riuscito dopo ripetuti tentativi offre il medesimo momento di soddisfazione di una grande ascensione in alta montagna. Ma quale lezione ha lasciato Gian Carlo Grassi agli alpinisti delle generazioni successive? “Certi personaggi non si perdono mai. - risponde Enrico Camanni - La lezione di Grassi è la fantasia, la ricerca: non percorrere i sentieri comuni, ma cercare sempre strade diverse e nuove, strade di fantasia. E questa è una lezione che rimane nel tempo”.

UN “PETER PAN DELLA MONTAGNA”

Oltre alle quasi cento fotografie selezionate dal Fondo Gian Carlo Grassi, costituito da più di 15.000 diapositive, il percorso espositivo si compone anche di materiali alpinistici che appartennero a Grassi e al primo periodo dell’evoluzione moderna della scalata su ghiaccio, tra la metà degli anni Settanta e gli anni Ottanta del Novecento. Il visitatore ha l’occasione di viaggiare attraverso le tante vite di Grassi, che comprendono l’attività su ghiaccio tra cascate gelate, goulotte e seracchi, con interventi video a cura di auroraMeccanica-Narrative Space Studio di Torino.
Interessanti i passaggi dell’uomo e dell’alpinista, dalle esperienze adolescenziali alle grandi imprese nella Valle di Yosemite, dai massi della Valle di Susa ai viaggi in Scozia, dalle spedizioni sulle Ande e in Africa alle esplorazioni in Canada, Patagonia, Norvegia e Himalaya. Il percorso si conclude con le testimonianze di alcuni compagni di cordata tratte dai documentari di Angelo Siri del 2009 e di Elio Bonfanti del 2021.

IL RICORDO DELLA COMUNITÀ CONDOVESE

All’inaugurazione della mostra era presente il Vicesindaco metropolitano Jacopo Suppo, nella sua veste Sindaco di una comunità fiera di aver dato i natali ad un vero e proprio profeta dell’alpinismo mondiale. “Per noi Grassi è un personaggio indimenticabile. - sottolinea il primo cittadino condovese - Le sue gesta, le sue imprese sono più che mai vive nella memoria dei concittadini che lo hanno conosciuto. Dobbiamo trarre lezioni dal suo modo di vivere l’alpinismo e la natura: da eterno Peter Pan come ha scritto qualcuno, con grande profondità e con grande amore per la nostra Madre Terra. Gian Carlo ha lasciato un segno importante nella storia dell’alpinismo e in quella della comunità condovese e più in generale valsusina”. “Si parla spesso di sviluppo montano, di aree interne, di territori marginali. - riflette Suppo - I nostri sono territori che hanno molto da raccontare e il loro sviluppo passa attraverso la conoscenza delle radici e dell’amore profondo che chi abita in questi luoghi nutre per la montagna. Gian Carlo Grassi ha rappresentato tutto questo e se al Museo della Montagna è stata allestita una mostra così ampia e bella, subito dopo un’altra mostra importantissima dedicata a Walter Bonatti, significa che il segno che lui ha lasciato è importante, non è stato dimenticato e può essere prezioso in un tempo in cui stiamo riscoprendo il senso e l’importanza dello stare e contatto con la natura e riscoprire le nostre radici”.F-16606

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Lunedì 11 aprile, primo giorno della Settimana Santa, alle 21 nel Duomo di Santa Maria Assunta a Chivasso è in programma il concerto spirituale della rassegna Chivasso in Musica, organizzata dall’associazione Contatto e patrocinata dalla Città Metropolitana di Torino. Protagonista dell’appuntamento sarà la Cappella Musicale della Cattedrale di Vercelli, da sempre attiva sia liturgicamente che a livello concertistico e discografico nella promozione e nel recupero del patrimonio compositivo degli antichi maestri della cattedrale eusebiana. La Cappella musicale vercellese si presenterà al pubblico chivassese nel suo organico vocale quasi al completo: il coro misto, i solisti Serena Romano, Teresa Nesci, Gianluigi Ghiringhelli, Luca Dellacasa, Alessandro Papini, Enrico Bava e Davide Galleano, affiancati da alcuni dei “pueri cantus” del Collegio degli Innocenti”, un gruppo di sei piccoli cantori educati alla musica monodica e polifonica secondo l’antica tradizione risalente alla fine del XV secolo. Dirigerà il concerto monsignor Denis Silano, maestro di cappella e canonico della Cattedrale vercellese.
I brani in programma proporranno una scelta di composizioni appartenenti al prezioso patrimonio liturgico-musicale manoscritto conservato nell’Archivio Capitolare di Vercelli, quasi del tutto inedito. La serata si aprirà con l’antifona-responsorio “Ingrediente Domino” per la Domenica delle Palme, nella versione per cinque voci di “cantus” (soprano) del vercellese Marco Antonio Centorio. A seguire sarà il testo della Passione secondo Matteo a prendere la scena, nella versione anonima di inizio ‘600 a sei voci, particolarmente suggestiva, poiché non solo gli interventi della “turba” (il popolo), come in molti esempi coevi, sono messi in musica, ma anche quelli dei “soliloquentes”, che sono i personaggi singoli o collettivi che intervengono usando il discorso diretto. La parte narrativa del “chronista”, come quella del Cristo, sono invece tratte dal volume Cantus ecclesiasticus Passionis” di Giovanni Guidetti, erede della tradizione italiana del canto della Passione e cronologicamente avvicinabile alla versione polifonica presentata.
Chiuderà la meditazione musicale il solenne responsorio “Ecce vidimus eum” nella versione a sei voci dello stesso manoscritto vercellese, che consegna all’ascoltatore il messaggio fondamentale dell’evento salvifico della Passione: cuius livore sanati sumus”, ovvero dalla sofferenza del Cristo noi tutti siamo stati guariti dal peccato.
L’ingresso ad offerta libera, sarà consentito a partire dalle 20,30 alle persone munite del super green pass e della mascherina Ffp2. Al pubblico sarà consegnato un programma di sala contenente il testo completo dei testi che verranno cantati nel corso del concerto spirituale. Sarà consentito l’applauso solo alla conclusione del concerto. Per ulteriori informazioni si può consultare il sito Internet www.chivassoinmusica.it, scrivere a info@chivassoinmusica.it o chiamare il numero telefonico 011-2075580.Cappella musicale Vercelli

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Tornano anche nel mese di aprile le visite gratuite animate dai Gruppi storici a Palazzo dal Pozzo della Cisterna, sede aulica di Città metropolitana di Torino.
Il prossimo appuntamento è organizzato sabato 9 aprile alle ore 10 (in caso di molte prenotazioni è previsto un secondo gruppo alle ore 11) in via Maria Vittoria 12 a Torino.
Ad accogliere il pubblico ed ad animare la visita ci sarà l’ Accademia Scrima Torino, associazione fondata nel 1995 e iscritta all’Albo dei Gruppi storici della Città metropolitana di Torino. Una vivace e solida realtà che è la succursale piemontese dell'Istituto di Ricerca e Studi dell'Accademia di Scherma Tradizionale di Bologna.
Il cortile d’onore di Palazzo Cisterna sarà un suggestivo palcoscenico per un combattimento storico, con tanto di armature e arme lunghe. Tutto intorno comparse e attori in abiti seicenteschi che intratterranno e accompagneranno il pubblico nella visita degli ambienti aulici.

La visita è gratuita con prenotazione obbligatoria al numero 011 861 7100, dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 13, oppure scrivendo una e-mail all'indirizzo: urp@cittametropolitana.torino.it.
La prossima visita del sabato si svolgerà sabato 9 aprile.

MODALITA’ DI ACCESSO
Per partecipare alla visita occorre:
- essere in possesso di certificazione verde COVID-19 (Green Pass), non è richiesto per i minori di anni 12;
- indossare la propria mascherina e igienizzarsi le mani con il gel posto all'ingresso;
- mantenere la distanza di almeno 1 metro con gli altri visitatori e il personale di Palazzo.




 

Cultura

Si è conclusa con successo  la visita animata a Palazzo Cisterna di sabato 19 marzo.
La sede aulica della Città metropolitana di Torino, grazie all'animazione del Gruppo storico della Fenice, ha organizzato una visita dedicata alla Festa dei Papà.
É stato infatti il Gruppo storico di Pianezza, una vivace realtà culturale recentemente iscritta nell’Albo dei Gruppi storici della Città metropolitana, ma i cui componenti vantano una ventennale esperienza nell'ambito delle rievocazioni storiche, nel teatro e nella danza in costume, a raccontare come è nata la Festa del Papà e come nel 1700 nelle case dei nobili si festeggiava San Giuseppe. Tra racconti, letture e suggestive danze dedicate all'amore la mattina è trascorsa in modo piacevole e leggero.
Anche in questa occasione gli ambienti aulici con i soffitti a cassettoni, gli stucchi dorati, le sete alle pareti hanno lasciato sorpresi i visitatori che non conoscevano gli aspetti artistici e storici dell'antica dimora della famiglia Savoia Duca d'Aosta.

La visite a Palazzo Cisterna sono gratuite con prenotazione obbligatoria al numero 011 861 7100, dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 13, oppure scrivendo una e-mail all'indirizzo: urp@cittametropolitana.torino.it.
La prossima visita del sabato si svolgerà sabato 9 aprile.

MODALITA’ DI ACCESSO
Per partecipare alla visita occorre:
- essere in possesso di certificazione verde COVID-19 (Green Pass rafforzato), non è richiesto per i minori di anni 12;
- indossare la propria mascherina e igienizzarsi le mani con il gel posto all'ingresso;
- mantenere la distanza di almeno 1 metro con gli altri visitatori e il personale di Palazzo.




 

Cultura

Dopo l'inaugurazione ufficiale, in programma questa sera ad inviti, è visitabile da sabato 19 marzo a domenica 12 giugno la mostra "Il Rinascimento in Piemonte. Tesori d'arte al Castello di Vinovo", curata dallo storico Ilario Manfredini e ispirata alla figura del cardinale Domenico Della Rovere, esponente di spicco di una potente famiglia aristocratica il cui maniero vinovese è una delle più importanti testimonianze della stagione post medioevale in cui l'Italia guidò il rifiorire dell'arte, della letteratura, della scienza e della filosofia.
L'esposizione sarà visitabile tutti i sabati e le domeniche dalle 10 alle 19. Il biglietto d'ingresso costa 10 euro, ridotti a 6 per i possessori della tessera Torino Musei o di biglietti d'ingresso alle mostre allestite alla Palazzina di Caccia di Stupinigi, per gli over 70 e gli under 18. L'ingresso è gratuito per i bambini al di sotto dei 6 anni e per le persone diversamente abili.
Sono previste aperture straordinarie lunedì 18 e lunedì 25 aprile, in occasione della Pasquetta e della Festa della Liberazione. La mostra non sarà visitabile per l'intero giorno nella domenica di Pasqua del 17 aprile, nel pomeriggio di sabato 23 aprile e nella mattinata di domenica 24, nella mattinata di domenica 22 maggio, nelle mattinate di sabato 4, domenica 5 e domenica 12 giugno. Sono possibili visite guidate la domenica alle 15 e alle 17, su prenotazione ai numeri telefonici 011-9620413 e 338-2313951 o all'indirizzo e-mail cultura@comune.vinovo.to.it. È anche possibile prenotare visite riservate a gruppi e scolaresche, dal martedì al venerdì ad ingresso ridotto.
L'esposizione, patrocinata dalla Regione Piemonte, dalla Città Metropolitana di Torino, dalla Città di Torino e dall'Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento, propone una ricostruzione della straordinaria stagione artistica promossa da Domenico Della Rovere e dalla sua famiglia in Piemonte e in altre regioni.
Nelle stanze del castello di Vinovo si possono ammirare miniature, pitture, documenti e riproduzioni provenienti da vari musei e biblioteche, che segnano con una puntuale ricostruzione scientifica e filologica la visita agli ambienti del complesso architettonico che è una delle realizzazioni più significative nel panorama artistico del Quattrocento piemontese e che deve il suo splendore e il suo valore storico proprio a Domenico Della Rovere.
La mostra è finalizzata al rilancio della dimora rinascimentale e del suo parco come luoghi di visita, svago, promozione culturale e turismo e come vetrina dell'intero territorio. All'esposizione è abbinato un percorso storico permanente, al servizio dei visitatori, delle scuole e degli appassionati di arte. Nelle sale interne sono collocati pannelli informativi, dedicati al mecenatismo dei Della Rovere e alla storia del castello.
Nella Sala del Fregio gli argomenti sono il rinnovamento delle arti, la miniatura e la preziosa raccolta libraria conservata nel castello dopo la morte del cardinale Domenico. Nella Sala degli Stucchi e dei Medaglioni si può andare alla scoperta della pittura rinascimentale in Piemonte. Nell'ambiente di Carlo VIII sono rievocate le figure di Domenico Della Rovere, Carlo VIII di Francia e Carlo II di Savoia. Nel salone d'onore del lato nord si trovano documenti e disegni che contribuiscono a ripercorrere le varie fasi costruttive dell'edificio. Nel chiostro si può ammirare il cortile cesareo del castello. Infine si analizzano i modelli della speciale tecnica realizzativa conosciuta come grottesca in ambito vinovese. La mostra si conclude nella chiesa parrocchiale di Vinovo dove si può ammirare il complesso scultoreo tardo quattrocentesco del Compianto, opera realizzata per il perduto convento del Tivoletto. Il percorso è adatto anche alle persone con ridotta capacità motoria.

Per saperne di più e per visionarie la photogallery realizzata dalla Direzione Comunicazione e rapporti con i cittadini e i territori della Città Metropolitana di Torino:
http://www.cittametropolitana.torino.it/speciali/2022/rinascimento_castello_vinovo/

UN MECENATE TRA VINOVO, ROMA E TORINO

Nato a Vinovo nel 1442, Domenico si trasferì a Roma nel 1465 seguendo l'esempio del fratello Cristoforo Della Rovere, protonotario apostolico. Il nobile vinovese avviò la sua carriera ecclesiastica sotto la protezione del cardinale Francesco Della Rovere, che sarebbe salito al soglio pontificio con il nome di Sisto IV. I prestigiosi, impegnativi e remunerativi incarichi presso la Curia romana consentirono a Domenico della Rovere di consolidare la sua posizione, sia a Roma che in Piemonte, soprattutto dopo la morte del fratello nel 1478. Le fortune economiche e la carriera ecclesiastica del nobile ecclesiastico vinovese ebbero importanti riverberi culturali e artistici a Vinovo e in tutti i luoghi in cui Domenico della Rovere mise in campo il suo mecenatismo. Creato cardinale nel 1478, Domenico Della Rovere diventò Vescovo di Torino nell'anno successivo, consolidando il suo ruolo di promotore e sostenitore degli artisti e dei letterati più qualificati presenti a Roma alla fine del XV secolo. Fu lui a chiamare il Pinturicchio e le sue maestranze ad affrescare tra il 1485 e il 1490 la villa che possedeva in Borgo Vecchio, ora via della Conciliazione, ma anche la cappella funeraria in Santa Maria del Popolo, dove fu collocato il sepolcro del fratello Cristoforo. Si deve a Domenico Della Rovere la costruzione del nuovo Duomo di Torino, realizzata nell'ultimo decennio del Quattrocento su progetto di Meo del Caprina. La sua predilezione per i canoni estetici rinascimentali trova una plastica rappresentazione anche nel castello di famiglia a Vinovo, che per suo impulso fu oggetto di una radicale trasformazione negli stessi anni in cui si realizzava il Duomo del capoluogo subalpino. L'obsoleta struttura difensiva medievale venne trasformata per suo volere in una sontuosa residenza rinascimentale. Nel XVI secolo il prestigio e il potere dei Della Rovere in Piemonte proseguirono con Giovanni Ludovico, Vescovo di Torino dal 1501 al 1510, e con Giovanni Francesco, Arcivescovo subalpino fino al 1515.LOCANDINA A3 MOSTRA RINASCIMENTO VINOVO page-0001

Cultura

Il prossimo concerto del circuito Chivasso in Musica 2022, patrocinato dalla Città Metropolitana di Torino, sarà un omaggio alla cultura ebraica. Poesia e musica, al di qua e al di là dell'Atlantico saranno le componenti fondamentali di un appuntamento che la direzione artistica avrebbe voluto programmare il 27 gennaio scorso ma che, per motivi di forza maggiore, sarà possibile mercoledì 16 marzo.
Alle 21 nella chiesa di Santa Maria degli Angeli, luogo particolarmente indicato per la musica da camera, la pianista Simonetta Heger e la soprano statunitense Elisabeth Hertzberg proporranno un repertorio che comprende composizioni di autori di origine ebraica italiani e americani: Aldo Finzi, Mario Castelnuovo-Tedesco, George Crumb, John Stone e George Gershwin. Al concerto è stato invitato il Lions Club Duomo (interamente femminile) che quest'anno è guidato da Maria Pia Suman. L'ingresso con libera offerta sarà consentito a partire dalle 20,30 con mascherina FFP2 e super green pass.
Per saperne di più si può consultare il sito Internet www.chivassoinmusica.it o scrivere a info@chivassoinmusica.it.Elizabeth Hertzberg



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Tornano anche nel mese di marzo le visite gratuite animate dai Gruppi storici a Palazzo dal Pozzo della Cisterna, sede aulica di Città metropolitana di Torino.
Il prossimo appuntamento è organizzato sabato 19 marzo alle ore 10 in via Maria Vittoria 12 a Torino.
Ad accogliere il pubblico ed ad animare la visita ci sarà il Gruppo storico della Fenice, una vivace realtà culturale del Comune di Pianezza recentemente iscritta nell’Albo dei Gruppi storici della Città metropolitana, ma i cui componenti vantano una ventennale esperienza nell'ambito delle rievocazioni storiche, nel teatro e nella danza in costume.
Sabato 19 marzo, giorno in cui si celebra San Giuseppe e la Festa del Papà, sarà l’occasione per il Gruppo storico di proporre ai visitatori un viaggio nel tempo raccontando come è nata la Festa del Papà e come nel 1700 nelle case dei nobili si festeggiava San Giuseppe. L’animazione e l’intrattenimento comprende anche suggestive danze dedicate all’amore.
La visita è gratuita con prenotazione obbligatoria al numero 011 861 7100, dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 13, oppure scrivendo una e-mail all'indirizzo: urp@cittametropolitana.torino.it.
La prossima visita del sabato si svolgerà sabato 9 aprile.

MODALITA’ DI ACCESSO
Per partecipare alla visita occorre:
- essere in possesso di certificazione verde COVID-19 (Green Pass rafforzato), non è richiesto per i minori di anni 12;
- indossare la propria mascherina e igienizzarsi le mani con il gel posto all'ingresso;
- mantenere la distanza di almeno 1 metro con gli altri visitatori e il personale di Palazzo.




 

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Nella storia dell’arte italiana il Rinascimento ha un protagonista assoluto nel cardinale Domenico Della Rovere, esponente di spicco di una potente famiglia aristocratica il cui castello, a Vinovo, è una delle più importanti testimonianze della stagione post medioevale, in cui l’Italia guidò il rifiorire dell’arte, della letteratura, della scienza e della filosofia. Il maniero dei Della Rovere è il protagonista della mostra curata dallo storico Ilario Manfredini, che sarà inaugurata ufficialmente venerdi 18 marzo alle 18 e sarà aperta al pubblico da sabato 19 marzo a domenica 12 giugno.
L’esposizione, patrocinata dalla Regione Piemonte, dalla Città Metropolitana di Torino, dalla Città di Torino e dall’Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento, proporrà una ricostruzione della straordinaria stagione artistica promossa da Domenico Della Rovere e dalla sua famiglia in Piemonte e in altre regioni.
Nelle stanze del castello di Vinovo si potranno ammirare miniature, pitture, documenti e riproduzioni provenienti da vari musei e biblioteche, che segneranno con una puntuale ricostruzione scientifica e filologica la visita agli ambienti del complesso architettonico che è una delle realizzazioni più significative nel panorama artistico del Quattrocento piemontese e che deve il suo splendore e il suo valore storico proprio a Domenico Della Rovere.
La mostra è finalizzata al
rilancio della dimora rinascimentale e del suo parco come luoghi di visita, svago, promozione culturale e turismo e come vetrina dell'intero territorio. All’esposizione è abbinato un percorso storico permanente, al servizio dei visitatori, delle scuole e degli appassionati di arte. Nelle sale interne saranno collocati pannelli informativi, dedicati al mecenatismo dei Della Rovere e alla storia del castello.
Nella Sala del Fregio gli argomenti saranno il rinnovamento delle arti, la miniatura e la preziosa raccolta libraria conservata nel castello dopo la morte del cardinale Domenico. Nella Sala degli Stucchi e dei Medaglioni si potrà andare alla scoperta della pittura rinascimentale in Piemonte. Nell’ambiente di Carlo VIII saranno rievocate le figure di Domenico Della Rovere, Carlo VIII di Francia e Carlo II di Savoia. Nel salone d’onore del lato nord si troveranno documenti e disegni che contribuiranno a ricostruire le varie fasi costruttive dell’edificio. Nel chiostro si potrà ammirare il cortile cesareo del castello. Infine si analizzeranno i modelli della speciale tecnica realizzativa conosciuta come grottesca in ambito vinovese. La mostra si concluderà nella chiesa parrocchiale dove si potrà ammirare il complesso scultoreo tardo quattrocentesco del Compianto, opera realizzata per il perduto convento del Tivoletto. Il percorso sarà adatto anche alle persone con ridotta capacità motoria.

UN MECENATE TRA VINOVO, ROMA E TORINO

Nato a Vinovo nel 1442, Domenico si trasferì a Roma nel 1465 seguendo l'esempio del fratello Cristoforo Della Rovere, protonotario apostolico. Il nobile vinovese avviò la sua carriera ecclesiastica sotto la protezione del cardinale Francesco Della Rovere, che sarebbe salito al soglio pontificio con il nome di Sisto IV. I prestigiosi, impegnativi e remunerativi incarichi presso la Curia romana consentirono a Domenico della Rovere di consolidare la sua posizione, sia a Roma che in Piemonte, soprattutto dopo la morte del fratello nel 1478. Le fortune economiche e la carriera ecclesiastica del nobile ecclesiastico vinovese ebbero importanti riverberi culturali e artistici a Vinovo e in tutti i luoghi in cui Domenico della Rovere mise in campo il suo mecenatismo. Creato cardinale nel 1478, Domenico Della Rovere diventò Vescovo di Torino nell’anno successivo, consolidando il suo ruolo di promotore e sostenitore degli artisti e dei letterati più qualificati presenti a Roma alla fine del XV secolo. Fu lui a chiamare il Pinturicchio e le sue maestranze ad affrescare tra il 1485 e il 1490 la villa che possedeva in Borgo Vecchio, ora via della Conciliazione, ma anche la cappella funeraria in Santa Maria del Popolo, dove fu collocato il sepolcro del fratello Cristoforo. Si deve a Domenico Della Rovere la costruzione del nuovo Duomo di Torino, realizzata nell’ultimo decennio del Quattrocento su progetto di Meo del Caprina. La sua predilezione per i canoni estetici rinascimentali trova una plastica rappresentazione anche nel castello di famiglia a Vinovo, che per suo impulso fu oggetto di una radicale trasformazione negli stessi anni in cui si realizzava il Duomo del capoluogo subalpino. L’obsoleta struttura difensiva medievale venne trasformata per suo volere in una sontuosa residenza rinascimentale. Nel XVI secolo il prestigio e il potere dei Della Rovere in Piemonte proseguirono con Giovanni Ludovico, Vescovo di Torino dal 1501 al 1510, e con Giovanni Francesco, Arcivescovo subalpino fino al 1515.LOCANDINA A3 MOSTRA RINASCIMENTO VINOVO page-0001

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A 80 anni dalla morte, avvenuta il 3 marzo 1943 a Nairobi, il Centro Pannunzio di Torino, presieduto da Pier Franco Quaglieni, ricorda Amedeo di Savoia, duca d’Aosta, a Torino in un incontro con lo storico Gianni Oliva.
L’appuntamento è domani, giovedì 3 marzo, alle ore 17,30 nella sala Consiglieri di Palazzo dal Pozzo della Cisterna (via Maria Vittoria 12), oggi sede aulica di Città metropolitana di Torino, ma un tempo dimora della famiglia Savoia ramo duca d’Aosta. É proprio nel palazzo di via Maria Vittoria che Amedeo nacque il 21 ottobre 1898 da Emanuele Filiberto, secondo duca d’Aosta e da Elena di Borbone Orléans. Fu un generale e esperto aviatore, nonché vicerè d’Etiopia dal 1937 al 1941. Venne soprannominato per le sue imprese Duca di Ferro e Eroe dell’Amba Alagi.
L’incontro, ad ingresso libero fino ad esaurimento posti, si aprirà con la lettura da parte di Albina Malerba della poesia composta da Nino Costa “Per la mort del Duca d’Aosta” custodita nella biblioteca storica di Palazzo Cisterna.
Per l’occasione, la Città metropolitana di Torino che ha concesso il patrocinio all’evento, allestirà una piccola esposizione di libri, documenti e fotografie relative ad Amedeo di Savoia, conservate nella Biblioteca di Storia e Cultura del Piemonte Giuseppe Grosso che ha sede a Palazzo Cisterna.

https://www.centropannunzio.it/




 

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È dedicato alla Festa della Donna il prossimo appuntamento della rassegna concertistica Chivasso in Musica, patrocinata dalla Città Metropolitana di Torino, in programma martedì 8 marzo alle 21 nella chiesa di Santa Maria degli Angeli. Le interpreti saranno la pianista torinese Cecilia Novarino e la violinista Marta Tortia, strumentista dell’orchestra del Teatro Regio di Torino. Il programma sarà dedicato ad una serie di brani scritti da compositrici vissute nel XIX e nel XX secolo.
La serata verrà aperta da due brani di Cécile Chaminade, Trois morceaux opera 31” e il “Capriccio”. Di Fanny Mendelssohn, sorella del compositore Felix, si potrà ascoltare l’Adagio, per violino e pianoforte. Si rimarrà in area tedesca con Clara Wieck Schumann, pianista dell’era romantica tra le più importanti e significative e moglie di Robert Schumann, di cui si potranno ascoltare le “Tre romanze”. Della violinista piemontese Teresa Milanollo si ascolterà “L’impromptu” opera 8. Per finire la pagina di Lili Boulanger intitolata “D’un matin de printemps”, che proietterà il pubblico nell’imminente stagione primaverile.
Il Magnifico Coro degli Abbà di Chivasso offrirà rametti di mimosa a tutte le donne che assisteranno al concerto. Saranno presenti anche l’Abbà Ugo Novo, la Bela Tôlera Melissa Bertaina e il Presidente della Pro Loco L’Agricola Davide Chiolerio.
L’accesso del pubblico sarà consentito a partire dalle 20,30 con l’esibizione del super green pass e l’utilizzazione della mascherina protettiva del tipo FFP2. L’ingresso sarà come di consueto con libera offerta.
Per ulteriori informazioni si può consultare il portale Internet www.chivassoinmusica.it, scrivere a info@chivassoinmusica.it o chiamare il numero telefonico 011-2075580.concerto Festa della Donna Chivasso in Musica 08 03 2022