Ambiente
E’ operativa da ieri, mercoledi 4 dicembre, con la firma della sindaca della Città metropolitana Chiara Appendino, la convenzione per la prosecuzione delle attività del piano di sorveglianza sanitaria e di conoscenza della variazione dello stato di salute della popolazione residente nei pressi dell’impianto di termovalorizzazione di rifiuti di Torino (Programma SPoTT 2), fra Città Metropolitana di Torino, l’ARPA (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale del Piemonte, l’Asl TO3, l’Asl Città di Torino, l’Istituto Superiore di Sanità e l’ Istituto Zooprofilattico Sperimentale Piemonte Liguria e Valle d’Aosta.SPoTT2 è il proseguimento della campagna di biomonitoraggio effettuato su un campione di cittadini residenti sia all’interno che all’esterno dell’area di ricaduta dei fumi dell’impianto a cui saranno affiancate attività di monitoraggio ambientale, epidemiologico, degli ambienti di lavoro e delle matrici alimentari. E’ previsto inoltre uno studio modellistico di dispersione degli inquinanti realizzato sui dati effettivi dei emissione dell’impianto.
SPoTT2 avrà una durata di 5 anni, dal 2020 al 2025 e un costo di circa 1.650.000 euro che sarà finanziato interamente dalla società TRM S.p.A.
“Con la firma del protocollo d’intesa – ha dichiarato la Consigliera della Città metropolitana di Torino delegata all’ambiente, Barbara Azzarà - si avvia la fase operativa dello studio che, mantenendo attivi i monitoraggi nei prossimi anni, consentirà di consolidare le risultanze emerse nella prima fase della ricerca. Il programma ha anche nuove linee di attività, si occuperà delle matrici alimentari, verificando i dati della campagna di biomonitoraggio veterinario realizzata prima dell’avvio dell’impianto, verrà ampliato il monitoraggio del mercurio e si prevede la realizzazione di uno studio di dispersione degli inquinanti che ci aiuterà ad interpretare meglio i risultati dei monitoraggi. Il progetto ha una grande portata scientifica e ha l’unico scopo di tutelare i cittadini e il loro diritto alla salute».
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La qualità dell’aria nel nostro territorio è migliorata rispetto agli anni precedenti, ma per alcuni inquinanti l’attenzione è ancora alta. Le misure di risanamento sin qui adottate risultano efficaci ma occorre lavorare molto verso una riduzione definitiva delle concentrazioni.E’, in sintesi, quanto emerge dal Rapporto 2018 sulla qualità dell’aria curato da Città metropolitana di Torino e Arpa Piemonte, “Uno sguardo all’aria 2018”, da oggi disponibile sulle pagine web dei due Enti:
http://www.cittametropolitana.torino.it/cms/ambiente/qualita-aria/dati-qualita-aria/relazioni-annuali
http://www.arpa.piemonte.gov.it/approfondimenti/territorio/torino/aria/Pubblicazioni
La relazione, predisposta annualmente dal 1998, segue il rapporto di Anteprima pubblicato all’inizio di ogni anno.
Il documento fornisce una valutazione approfondita della situazione della qualità dell’aria nella città metropolitana di Torino, attraverso l’analisi dei dati misurati che sono posti in relazione alla meteorologia del periodo, alle differenze territoriali e alle misure di riduzione delle emissioni adottate.
Inoltre, grazie alla disponibilità di serie storiche che per alcuni inquinanti risalgono al 1971, il rapporto è uno strumento fondamentale per la valutazione dell’efficacia delle azioni di risanamento sul lungo periodo.
Nell’edizione 2018 sono inoltre presenti sezioni specifiche su temi quali la concentrazione numerica delle particelle ultrafini, le deposizioni atmosferiche, la mutagenicità del particolato e le emissioni dei veicoli a motore.
Angelo Robotto, direttore generale dell’Arpa Piemonte, nel commentare i dati ha sostenuto che ”Arpa Piemonte, con le proprie competenze, supporta le amministrazioni locali nell’analizzare e comprendere le criticità ambientali. I dati di qualità dell’aria mostrano nel loro complesso un significativo miglioramento. Permangono però, in particolare nell’agglomerato torinese, superamenti dei valori limite del PM10, del biossido di azoto e del valore obbiettivo per l’ozono. Nella stazione di via della Consolata a Torino, ad esempio, siamo passati da 214 giorni di superamento del PM10 nel 2000 a 55 nel 2018. Un grosso passo avanti ma il limite di 35 giorni non è ancora conseguito”.
“I dati certificano l’efficacia delle misure di risanamento adottate, evidenziano però che per alcuni inquinanti la riduzione delle concentrazioni è stata lenta e ad oggi, nonostante siano passati molti anni dall’entrata in vigore dei valori limite, non ancora sufficiente – ha commentato la consigliera della Città metropolitana di Torino con deleghe all’ambiente e alla qualità dell’aria, Barbara Azzarà - Occorrerà nei prossimi anni insistere con determinazione e coraggio nelle azioni di miglioramento della qualità dell’aria. Dobbiamo garantire a tutti gli abitanti della città metropolitana il rispetto dei limiti per la tutela della salute umana nel più breve tempo possibile.”
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In merito al comunicato stampa diramato questa mattina dal titolo “Azzarà sui prodotti usa e getta: “Scoraggiare la produzione e non solo il consumo.Lettera a Consorzi e Regione durante la Settimana europea per la riduzione dei rifiuti”,la consigliera delegata all’ambiente della Città metropolitana di Torino, Barbara Azzarà, precisa quanto segue:
“A seguito della nota inviata ai Consorzi di Bacino e alla aziende affidatarie del servizio di igiene urbana del territorio della Città metropolitana di Torino circa le criticità relative alla gestione di rifiuti in bioplastica, si sottolinea che la Città metropolitana di Torino non ha competenze relativamente all’affidamento dei servizi di raccolta e pertanto alle modalità e sistemi con cui viene localmente realizzata, né tanto meno relativamente alla individuazione degli impianti presso cui vengono avviati i flussi di rifiuti raccolti separatamente.
Sono commercializzati, e il loro consumo è in crescita, prodotti usa e getta biodegradabili e compostabili, che generano confusione nel consumatore, anche perché alcuni prodotti appaiono non dissimili da analoghi prodotti in plastica tradizionale.
I processi industriali che portano alla trasformazione del rifiuto organico non sono sempre compatibili con i tempi di gestione dei manufatti in bioplastica e per tale ragione la Città Metropolitana di Torino ha ritenuto di intervenire con una comunicazione ad hoc ai Consorzi di Bacino del proprio territorio. La decisione, sofferta, di indicare nel caso di utilizzo (che a nostro avviso è comunque da scoraggiare) di prodotti monouso in bioplastica che questi vadano conferiti nella raccolta del secco residuo e non nella raccolta della frazione organica, deriva dalla necessità di preservare il più possibile la delicata filiera del compostaggio e limitare la produzione di scarti.
Siamo consapevoli che il problema vada affrontato su un altro livello, di regolamentazione normativa, adeguamento impiantistico e miglioramento produttivo e per questo auspichiamo che, anche a seguito della nostra e di diverse altre segnalazioni, il Ministero convochi le parti e verifichi quali sono gli effettivi ostacoli attuali e promuova in conseguenza azioni mirate prioritariamente alla salvaguardia ambientale, alla corretta gestione ambientale dei rifiuti, tenendo conto anche dei costi che dalle diverse scelte derivano.
Da ultimo si sottolinea la necessità, ormai non più procrastinabile, di incentivare velocemente a tutti i livelli (istituzionale, sistema produttivo, consumo) la transizione verso un modello di consumo che privilegi il riuso e il riutilizzo piuttosto che l’usa e getta”.
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La Città metropolitana di Torino annovera tra i propri compiti il controllo periodico sulle attività di gestione dei rifiuti, la promozione di attività educative, formative e di sensibilizzazione per diffondere una corretta informazione in materia ambientale, in particolare per quanto riguarda i rifiuti.La consigliera metropolitana delegata all’ambiente e vigilanza ambientale, risorse idriche e qualità dell’aria, tutela flora e fauna, parchi e aree protette, Barbara Azzarà, è intervenuta sul tema della produzione di beni e imballaggi che riportano l’indicazione “compostabile”. La consigliera ha sottolineato le criticità legate al significativo e crescente utilizzo di questo tipo di rifiuti e al loro scorretto conferimento nella raccolta dell’organico.
In proposito ha inviato una lettera a tutti i consorzi e gestori della raccolta urbana del territorio: Consorzio di Bacino ACEA, Consorzio di Bacino CCA, Consorzio di Bacino CCS, Consorzio di Bacino CADOS, Consorzio di Bacino CISA, Consorzio di Bacino COVAR14, Consorzio di Bacino 16, Consorzio di Bacino 18, Acea Pinerolese Industriale S.p.a., ACSEL, AMIAT, CIDIU, Società Canavesana Servizi, SETA, Teknoservicee per conoscenza anche a Regione Piemonte e ATO-Rifiuti Torinese.
Nel testo Barbara Azzarà è partita dall’interpretazione “non sempre corretta dei recenti interventi normativi europei, la Direttiva 2019/904 sulla riduzione dell’incidenza di determinati prodotti di plastica sull’ambiente e di come, per evitare il consumo di prodotti monouso in plastica, si stia semplicemente sostituendo il materiale con cui questo viene realizzato senza invece promuovere comportamenti ambientalmente sostenibili”.
Si tratta di una lunga serie di prodotti, dichiarati compostabili, la cui produzione è considerevolmente cresciuta nell’ultimo anno. Sotto questa dicitura vengono attualmente commercializzati prodotti a base di carta o di polpa di cellulosa, oltre ad una vasta serie di beni e imballaggi in bioplastica come sacchetti rigidi e stoviglie usa e getta.
A proposito della bioplastica si pensi che il suo consumo nel 2018 è stato, secondo Assobioplastica, di 88.500 tonnellate, il 90 per cento dei quali impiegato per la produzione dei sacchetti che tutti utilizziamo per la spesa e per il confezionamento primario per i prodotti dell’ortofrutta, carne e pesce. Il rimanente riguarda la produzione di beni monouso.
“E’ ormai generalmente accettato il messaggio, veicolato anche dai media nazionali, ma soprattutto dai social network, che tutto quanto marchiato compostabile possa effettivamente essere trattato negli impianti di gestione del rifiuto organico e che attraverso il processo industriale contribuisca alla produzione di compost – ha scritto la consigliera nella lettera - Questo ha portato anche molte amministrazioni a promuovere la sostituzione di beni usa e getta in plastica con analoghi beni usa e getta in materiale diverso dalla plastica tradizionale, come se il problema fosse esclusivamente il materiale con cui sono realizzati tali beni e non l’utilizzo effimero.
Nei mesi scorsi i miei Uffici hanno condotto una ricognizione sui maggiori impianti presso i quali viene conferito il rifiuto organico prodotto nel territorio della Città Metropolitana di Torino, al fine di acquisire informazioni relativamente alle modalità di gestione di questa particolare tipologia di rifiuto. La ricognizione ha evidenziato che in tutti gli impianti che hanno risposto alla richiesta di informazioni, il rifiuto di carta o a base di polpa di cellulosa è trattato nel processo produttivo, mentre tutte le matrici (beni e imballaggi) definite come “non spolpabili” (es. bioplastica, Mater-bi, pannolini con indicazione biodegradabili, ecc..) vengono selezionate meccanicamente in testa al processo e avviati a smaltimento come scarti con un evidente aggravio dei costi (finanziari e ambientali). Rappresenta una significativa criticità inoltre la gestione di flussi omogenei di rifiuto indicato compostabile, laddove ad esempio derivi da eventi temporanei o grandi utenze”
La proposta, secondo Azzarà, non solo è quella di non promuovere il consumo di beni usa e getta, “sarebbe auspicabile”, ma di scoraggiare il loro conferimento in raccolta differenziata nella frazione dell’organico.
“Si richiama esplicitamente la gerarchia per la corretta gestione dei rifiuti – prosegue il testo della lettera - che prevede prioritariamente la riduzione e il riutilizzo, e la già citata direttiva sulla riduzione di alcuni prodotti in plastica: la lettura coordinata delle due direttive mi porta a sottolineare come sia prioritario privilegiare sempre e dove tecnicamente è possibile il ricorso a beni/imballaggi non usa e getta (ad esempio stoviglie almeno per il consumo dei cibi non da asporto, sacchetti per la spesa, etc). Un altro ambito di grande produzione di questa tipologia di rifiuti sono gli eventi temporanei (come sagre e concerti): anche in questo caso è necessario privilegiare strumenti e modalità gestionali finalizzate alla riduzione della produzione dei rifiuti ricorrendo all’utilizzo di stoviglie non monouso anche attraverso il vuoto a rendere con cauzione”.
La consigliera metropolitana ha invitato i consorzi ad intervenire nella comunicazione ai cittadini ed alle amministrazioni comunali per sottolineare in maniera incisiva l’importanza della riduzione della produzione di rifiuti prima ancora di una loro corretta gestione.
La lettera è stata inviata a ridosso dell’undicesima edizione della Settimana europea per la riduzione dei rifiuti che si svolge dal 16 al 24 novembre e che ha come tema centrale “Educare alla riduzione dei rifiuti”, come stabilito dal Comitato promotore nazionale di cui fa parte anche la Città metropolitana di Torino. Lo slogan che accompagna la settimana è “Conosci, Cambia, Previeni”. Secondo la FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura, ogni anno vengono sprecati circa un terzo degli alimenti destinati al consumo umano, almeno 1,3 miliardi di tonnellate. L’obiettivo della Settimana 2019 è di coinvolgere il più possibile le amministrazioni pubbliche, scuole, associazioni, imprese e singoli cittadini nel proporre nuove azioni per prevenire, ridurre o riciclare i rifiuti prodotti.
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“Ci siamo ritrovati attorno al Tavolo, ancora una volta, senza la presenza dell’assessore all’ambiente della Regione Piemonte."Avevamo già rinviato la seduta convocata il 18 ottobre scorso di concerto con l'assessore Marnati, rinviata poi per sua assenza, ma non avendo ricevuto risposte su una nuova data, era assolutamente necessario riunirci e non procrastinare ulteriormente la data per discutere tematiche importanti, con tempi che si fanno via via sempre più stretti."
Ora, così è stato deciso, invieremo una lettera direttamente al presidente della Regione Cirio, se l’assessore Marnati non intende lavorare con i rappresentanti del territorio lo dica. In primo piano ci sono le decisioni da prendere sul rinnovo o sulla modifica dei bandi, siamo alla vigilia dell’avvio di misure importanti, tra meno di un anno ad esempio i blocchi del traffico riguarderanno anche i diesel euro 4, un numero considerevole di autoveicoli. Città metropolitana e comuni chiedono di lavorare insieme per poter dare soluzioni ai problemi che toccano da vicino la vita dei cittadini, la loro salute, oltre alla possibilità che tutti possano mettersi in regola. Scade alla fine di novembre il bando che riguarda i veicoli commerciali e propone incentivi per la sostituzione dei mezzi più inquinanti, bando che fino ad oggi non ha sortito gli effetti sperati. Ci chiediamo se verrà riproposta la stessa impostazione o come potrà variare e, soprattutto, come la stessa Regione intende intervenire. Se non otterremo a breve risposte da piazza Castello ci rivolgeremo direttamente al Ministro dell’Ambiente”.
E’ quanto ha dichiarato la consigliera delegata all’ambiente e qualità dell’aria della Città metropolitana di Torino, Barbara Azzarà, alla fine della seduta del Tavolo di coordinamento che si è svolto questa mattina presso la sede dell’Agenzia Mobilità Piemontese in corso Marconi a Torino.
Molti i punti all’ordine del giorno. E’ stato confermatol’aggiornamento della mappa contenente tutte le indicazioni sulle limitazione del traffico, pubblicata sul web della Città metropolitana a partire dalla pagina http://www.cittametropolitana.torino.it/cms/ambiente/qualita-aria/blocchi-traffico
E' stata inoltre predisposta la sezione "orari ed esenzioni", dove è possibile individuare in funzione della tipologia del proprio veicolo gli orari del blocco e le eventuali deroghe.
Presto questa pagina verrà linkatadai siti di ogni singolo comune per facilitare i cittadini nella ricerca di informazioni e favorire i loro spostamenti senza incorrere nelle sanzioni previste dalle ordinanze.
Proprio per quanto riguarda le attività di comunicazione è stato chiesto dai componenti del Tavolo di predisporre una campagna rivolta ai possessori di veicoli euro 4, in vista della scadenza dell’ottobre 2020, quando scatteranno le limitazioni che li coinvolgeranno.
Sono aumentati controlli e sanzioni nel capoluogo e nei territori della cintura dopo l’avvio delle misure antinquinamento. I riscontri sono positivi anche grazie ad un miglior coordinamento tra le polizie locali e presto verranno raccolti i dati ufficiali.
Il Tavolo ha poi affrontato il tema degli impianti di riscaldamento con le testimonianze di alcune amministrazioni comunali, tra queste Chivasso, Rivoli e Chieri, che hanno proceduto ad avviare azioni di verifica sugli impianti che presentavano valori di emissione superiori al limite. E’ emersa la volontà dei cittadini di mettersi in regola, molti si sono attivati immediatamente con manutenzioni specifiche e sostituzione degli impianti. Naturalmente vi sono situazioni complesse come quelle dei condomini che richiedono più tempo per intervenire. Inoltre è emersa la necessità di aiutare i cittadini ad orientarsi meglio nel comprendere la normativa e adottare le soluzioni più adeguate.
In alcune aree, è stato ricordato, vi sono problemi di conversione degli impianti da gasolio a metano, a causa della mancata estensione della rete.
“Nei prossimi giorni – ha concluso la consigliera Azzarà – prepareremo un documento da inviare al Presidente della Regione con le richieste dei territori e l’elenco delle questioni da affrontare. Questioni che i sindaci vorrebbero discutere insieme per trovare soluzioni condivise. Si confermerà ulteriormente la richiesta di un incontro per iniziare a lavorare e giungere in tempi adeguati alle importanti misure a favore della qualità dell’aria che tutti respiriamo”.
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Si svolgerà mercoledì 13 novembre la seduta del Tavolo di coordinamento sulla qualità dell’aria. È stato convocato dalla consigliera delegata all’ambiente e qualità dell’aria della Città metropolitana di Torino Barbara Azzarà e inizierà i lavori alle 9, presso la Sala Agnelli dell’Agenzia Mobilità Piemontese in corso Marconi 10 a Torino. La sede è stata decisa per evitare la sovrapposizione tra il Tavolo e l’Agenzia (la cui Assemblea regionale inizierà lo stesso giorno alle 10,30).Sono stati convocati i sindaci e gli amministratori dei 33 Comuni che rientrano nel Protocollo: Alpignano, Beinasco, Borgaro, Cambiano, Candiolo, Carignano, Carmagnola, Caselle, Chieri, Chivasso, Collegno, Druento, Grugliasco, Ivrea, La Loggia, Leinì, Mappano, Moncalieri, Nichelino, Orbassano, Pecetto, Pianezza, Pino Torinese, Rivalta di Torino, Rivoli, San Mauro, Santena, Settimo, Torino, Trofarello, Venaria Reale, Vinovo e Volpiano. La convocazione comprende come sempre l’assessore all’ambiente della Regione Piemonte, Arpa e Anci Piemonte, l’Agenzia per la Mobilità Piemontese.
All’ordine del giorno la discussione sulle misure di incentivazione per il rinnovo del parco veicolare e di promozione della mobilità sostenibile; le azioni informative predisposte dalla Città metropolitana di Torino per l’inverno 2019/2020; le attività di comunicazione da intraprendere in previsione del blocco dei veicoli diesel Euro 4 che il protocollo padano prevede a partire dal 01/10/2020; verranno inoltre trattate le problematiche emerse nel primo periodo di applicazione delle misure del protocollo padano, le azioni di controllo adottate dai Comuni e le attività di informazione e verifica sul corretto esercizio degli impianti termici.
Durante l’incontro si parlerà anche del ricorso presentato al Tar Piemonte da parte del Comitato Torino Respira sulle misure adottate in materia di risanamento della qualità dell’aria, le ordinanze sui blocchi alla circolazione nel caso del superamento dei limiti previsti dalle norme.
Il ricorso è stato presentato per richiedere l’annullamento delle delibere della Città metropolitana del 18 settembre e del Comune di Torino del 27 settembre in riferimento alle sole parti riguardanti le deroghe ai possessori di certificato Isee inferiore ai 14 mila euro e a favore dei cittadini over 70.
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Per domani, venerdi 25 ottobre, è stato indetto uno sciopero generale di 24 ore del trasporto pubblico locale.Pertanto, come previsto nelle ordinanze dei 24 comuni che hanno adottato le misure previste dall’accordo di bacino padano (Beinasco, Borgaro, Carmagnola, Caselle, Chieri, Chivasso, Collegno, Grugliasco, Ivrea, Leinì, Mappano, Moncalieri, Nichelino, Orbassano, Pianezza, Rivalta di Torino, Rivoli, San Mauro, Settimo, Torino, Venaria Reale, Vinovo e Volpiano) ogni limitazione alla circolazione veicolare è automaticamente sospesa per l’intera giornata di domani.
Tutte le info sul sito della Città metropolitana di Torino alla pagina
http://www.cittametropolitana.torino.it/cms/ambiente/qualita-aria/blocchi-traffico
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Giovedì 17 ottobre 2019 a partire dalle 14 nell'Auditorium della Città metropolitana di Torino (corso Inghilterra 7) verrà presentato il progetto "Acqua e territorio", un percorso di formazione e informazione sotto forma di videolezioni online rivolte agli enti e ai professionisti che si occupano di ambiente, territorio e risorse idriche.Il progetto, ideato dalla Città metropolit a na , ha visto la collaborazione di esperti del settore di diversi e nti e associazioni ( Regione Piemonte, Politecnico di Torino, Università di Torino, ENEA, CNR-IRSA, CIRF ) e la partecipazione di Luca Mercalli , meteorologo e divulgatore scientifico, che prenderà parte inoltre alla giornata di presentazione del progetto.
L’idea di produrre delle videolezioni on line nasce dalle attività legate ai Contratti d fiume e di lago, che hanno fra gli obiettivi prioritari la sensibilizzazione, l’informazione e la formazione – a tutti livelli, dalle scuole ai professionisti - su ecosistemi, rischio idraulico, opere in alveo, gestione della vegetazione e sviluppo sostenibile del territorio. A partire da questa esperienza la Città metropolitana ha scelto di mettere a disposizione di tutto il territorio strumenti di supporto alla gestione del territorio e alla riqualificazione degli ambienti lacustri e fluviali.
Sono stati realizzati 15 filmati della durata di circa mezz'ora ciascuno, sotto forma di "lezione" condotta da un esperto, inerenti a ecologia fluviale e vegetazione riparia; modellamento fluviale: forme e processi geomorfologici; importanza e gestione della vegetazione riparia; valutazione dello stato dei corsi d'acqua, territorio e dissesto; opere in alveo, vincolo idrogeologico, derivazioni idriche e concessioni, scarichi di acque reflue, ecologia dei laghi. contratti di fiume e di lago, protezione civile.
Di seguito il programma
ore 13.30 Saluti istituzionali
Marco Marocco
vicesindaco - Città metropolitana di Torino
Barbara Azzarà
consigliera delegata alle Risorse idriche e qualità dell'aria
Città metropolitana di Torino
Massimo Giuntoli
presidente dell’Ordine degli architetti della provincia di Torino
Introduzione
Guglielmo Filippini
direttore Dipartimento ambiente e vigilanza ambientale
Città metropolitana di Torino
Apertura e conduzione dei lavori
Acqua e territorio di fronte al cambiamento climatico
Luca Mercalli
divulgatore scientico
Approfondimenti tematici
L’importanza di una gestione resiliente dei territori fluviali per contrastare i cambiamenti climatici
Maria Rita Minciardi
Laboratorio Biodiversità e servizi ecosistemici - Centro ricerche ENEA di Saluggia
Vegetazione riparia, gestiamola nel modo giusto
Giorgio Cacciabue
Regione Piemonte
Pausa e proiezione del video “Acqua e territorio di fronte al cambiamento climatico”
con Luca Mercalli
Approfondimenti tematici
Gli usi delle acque: concessioni e autorizzazioni
Vincenzo Latagliata e Luigi Capilongo
Città metropolitana di Torino
Rischio geologico idraulico
Maurizio Rosso
Politecnico di Torino
Scenari di rischio idrogeologico e idraulico: il ruolo dei comuni in emergenza
Fabrizio Longo e Francesco Vitale
Città metropolitana di Torino
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Al Borgo Medioevale del Valentino, in viale Virgilio 107, il Gruppo Micologico Torinese proporrà sabato 26 e domenica 27 ottobre l’ormai tradizionale mostra didattica “Alla scoperta dei funghi”, patrocinata dalla Regione Piemonte, dalla Città e dalla Città Metropolitana di Torino.Il Gruppo Micologico proporrà un viaggio alla scoperta nel misterioso mondo di quegli straordinari esseri viventi che sono i funghi, per imparare a conoscerli, apprezzarli e, soprattutto, a rispettarli. L’ingresso all’esposizione sarà gratuito sia per il pubblico che per le scolaresche ed è un’occasione per promuovere l’educazione ambientale e diffondere le conoscenze utili a prevenire le intossicazioni da funghi.La mostra guida i visitatori al riconoscimento di alcune specie fondamentali ai fini del consumo, che, di solito, è la prima molla dell’interesse e della raccolta. In realtà l’universo fungino va molto al di là dell’interesse gastronomico e suscita curiosità per il richiamo di forme e colori. Prima che prede per avveduti gourmet, i funghi sono organismi viventi importantissimi per l’ambiente naturale, al pari di piante e animali e, come questi, hanno ruoli ben definiti e importanti nelle catene alimentari e biologiche.
L’iniziativa realizzata evidenzia l’impegno costante del Gruppo Micologico Torinese nell’organizzazione di corsi, conferenze ed esposizioni e nelle collaborazioni per favorire la tutela degli ecosistemi naturali e prevenire gli avvelenamenti da funghi. Le sezioni della mostra e le conferenze contestuali trattano gli argomenti con un taglio divulgativo, pur nel rispetto del massimo rigore scientifico.
Sabato 26 alle 18 è in programma la conferenza “I funghi mangia inquinanti”, dedicata ad un nuovo strumento per il recupero degli ambienti contaminati. Ne parlerà Cristina Varese, ricercatrice del Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi dell’Università di Torino. Alle 19 di sabato 26, alle 12 e alle 18,30 di domenica 27 l’aperifungo sarà proposto dalla Caffetteria del Borgo Medievale. Per informazioni e prenotazioni si può chiamare il numero 346-2323774. La conferenza su “Boschi, funghi e… zecche! Conoscere e difendersi da questi parassiti” sarà tenuta domenica 27 alle 17,30 da Laura Tomassone e da Aitor Garcia Vozmediano del Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università.
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Gestire e connettere parchi, aree protette e habitat attraverso fiumi, foreste e aree agricole, per creare vere e proprie reti di strutture naturali collegate fra loro e incrementarne la resilienza: è uno degli Obiettivi di sviluppo del Millennio - definiti dall'ONU quasi vent’anni fa e ripresi nel 2017 nella Carta di Bologna per l'ambiente e lo sviluppo sostenibile delle Città metropolitane - per garantire un futuro alla terra e quindi all' uomo.A quegli Obiettivi la Città Metropolitana di Torino ha dedicato un seminario ad inviti, promosso in occasione della Giornata Mondiale delle Metropoli e nell’ambito delle iniziative della rete mondiale Metropolis. Il World Metropolitan Day è nato nel 2015 dalla Carta di Montreal, per valorizzare le buone pratiche delle aree metropolitane del mondo in relazione ai Millennium Development Goals.
Amministratori locali, responsabili di parchi e aree protette, funzionari e dirigenti degli Enti locali, associazioni, docenti universitari e professionisti hanno confrontato esperienze e progetti per gestire e difendere il grande ed insostituibile patrimonio naturale ancora presente nelle nostre vallate alpine e nelle zone collinari, estendendolo nei territori di pianura più urbanizzati e connettendolo, per potenziarne la resistenza all’inquinamento e ai cambiamenti climatici e per incrementarne i servizi ecosistemici indispensabili alla sopravvivenza della specie umana.
È stata sottolineata la peculiarità di un territorio come quello della Città Metropolitana di Torino in cui convivono una grande area urbana, zone rurali di pianura e di collina e una vasta porzione della catena alpina, con una diversità climatica, paesaggistica, ecologica, faunistica e botanica che, dalle vallate del Gran Paradiso a Torino, dalle colline del Canavese alla pianura carmagnolese,non ha eguali, perlomeno in Italia; con l’ulteriore vantaggio di avere alle porte di Torino grandi parchi periurbani come Stupinigi, La Mandria e Superga.
Dopo i saluti istituzionali del Vicesindaco metropolitano Marco Marocco e della Consigliera delegata all’ambiente e ai parchi, Barbara Azzarà, hanno portato la testimonianza del loro lavoro quotidiano e della capacità di creare una grande rete di collaborazione tra istituzioni il responsabile della Direzione Sistemi naturali della Città Metropolitana, l’assessore all’ambiente e al verde pubblico della Città di Torino Alberto Unia, undici Sindaci nei cui Comuni sono presenti parchi metropolitani, il dirigente del settore Aree protette della Regione Piemonte, il presidente e il direttore del Parco Nazionale Gran Paradiso, i direttori degli Enti di gestione dei parchi delle Alpi Cozie, delle Aree protette del Po torinese e dei Parchi Reali. Sono inoltre stati illustrati alcuni esempi di buone pratiche, relative ai progetti “Corona Verde” della Regione Piemonte e “Magiclandscapes” - Central Europe dell’ENEA.
Il seminario è stata l’occasione per registrare testimonianze video dei numerosi attori del sistema verde che collaborano con la Città metropolitana di Torino: IPLA, CNR, Politecnico e Università di Torino, Ordini professionali, ENEA, Consorzio forestale Alta Valle di Susa, ARPA Piemonte, Carabinieri forestali, Pronatura, Guardie Ecologiche Volontarie e Gruppo Piemontese Studi Ornitologici. I video sono disponibili sul portale Internet della Città Metropolitana alla pagina http://www.cittametropolitana.torino.it/speciali/2019/world_metropolitan_day/
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