Ambiente
Il Tavolo di coordinamento metropolitano sulla qualità dell’aria è stato convocato dalla consigliera con delega all’Ambiente della Città metropolitana Barbara Azzarà per giovedi 10 settembre alle ore 17,30. Alla seduta interverranno i sindaci e gli assessori dei comuni di Alpignano, Beinasco, Borgaro Torinese, Carmagnola, Caselle Torinese, Chieri, Chivasso, Collegno, Grugliasco, Ivrea, Leinì, Mappano, Moncalieri, Nichelino, Orbassano, Pianezza, Rivalta di Torino, Rivoli, San Mauro Torinese, Settimo Torinese, Torino, Venaria Reale, Vinovo, Volpiano, oltre ai rappresentanti di Regione, Arpa Piemonte, Anci e Agenzia per la Mobilità piemontese.Al centro dei lavori del Tavolo la rivalutazione della progressiva applicazione delle limitazioni definite nel Protocollo Padano che prevedono il blocco dei veicoli diesel Euro 4 a partire dal 1 ottobre 2020.
“Le ordinanze attualmente in vigore nei comuni della città metropolitana – spiega la consiglgiera Azzarà nella lettera di convocazione - contengono già questa misura che entrerà automaticamente in vigore fra pochi giorni. Ritengo importante, in previsione delle prossime comunicazioni da parte della Regione Piemonte, avviare un confronto per definire una strategia a livello metropolitano. Ricordo inoltre che lo scorso inverno è stato presentato un ricorso al T.A.R. avverso i nostri provvedimenti, a seguito dell’introduzione di alcune deroghe che a detta del ricorrente limitavano l’effetto delle misure di risanamento, occorre pertanto valutare con estrema attenzione modifiche che possano avere effetti sulla traiettoria di miglioramento pianificata”.
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Si è concluso positivamente l'iter per la Valutazione Ambientale Strategica del Contratto di Fiume del bacino Torrente Pellice. Un passaggio indispensabile per poter avviare la fase di sottoscrizione del Contratto di Fiume, il quarto nel nostro territorio dopo i Contratti del Sangone e dei laghi di Avigliana e Viverone.Ora la parola, o meglio la firma, passa ai sottoscrittori. Non vi saranno momenti ufficiali con un evento pubblico aperto e in attesa di una riprogrammazione dell'Assemblea di Bacini del Pellice, rinviata a data da destinarsi a causa dell'emergenza Covid 19, i soggetti interessati hanno concordato di procedere attraverso la firma digitale, il Contratto di Fiume verrà siglato da remoto e i comuni aderenti hanno già provveduto ad approvare il testo.
Dunque, per non far ulteriormente attendere il territorio del Pellice si sta procedendo con la firma del documento con l'invio del documento a tutti i soggetti pubblici e privati, un'operazione che si concluderà nelle prossime settimane.
Questi i sottoscrittori del Contatto, oltre naturalmente alla Città metropolitana di Torino: Regione Piemonte, Unione Montana del Pinerolese, i comuni di Bobbio Pellice, Bricherasio, Campiglione Fenile, Cavour, Garzigliana, Luserna S. Giovanni, Lusernetta, Osasco, Pancalieri, San Secondo di Pinerolo, Torre Pellice, Villar Pellice, Villafranca Piemonte, Vigone. E ancora SMAT, Provincia CIA Agricoltori delle Alpi, Coldiretti Torino, Confagricoltura Torino, Politecnico di Torino e ATAAI – Associazione Tutela Ambienti Acquatici e Ittiofauna.
Il territorio del bacino del Torrente Pellice è stato oggetto negli ultimi anni di studi condotti nell'ambito della Programma di Cooperazione territoriale ALCOTRA 2007-2013, finalizzati all'analisi dell'assetto idrogeologico e dello stato ambientale.
In particolare il progetto europeo "Pellidrac - Pellice e Drac si parlano: Histoire d'Eau", condotto in partenariato con il Politecnico di Torino e il Conseil Général Hautes Alpes, aveva analizzato temi relativi allo studio e alla gestione del tratto montano del Pellice dal punto di vista idraulico, geologico e naturalistico e aveva promosso la collaborazione e lo scambio di conoscenze fra gli attori territoriali.
Proprio in questa occasione era emersa l'esigenza di ottimizzare le risorse finanziarie e gli interventi volti alla riqualificazione del bacino fluviale e alla gestione integrata delle risorse idriche.
Il Contratto di Fiume è stato così individuato quale strumento più idoneo per il raggiungimento di questi obiettivi: le esperienze già condotte dalla Provincia di Torino in altri bacini hanno dimostrato la sua validità per il coinvolgimento dei portatori di interesse e per il coordinamento delle azioni ritenute prioritarie sul territorio per la sua riqualificazione.
Le prime azioni del percorso che ha portato al Contratto di Fiume sono state dedicate alla condivisione delle informazioni sul progetto TT:CoCo e alla diffusione della cultura dell'acqua e del territorio: come ambito prioritario per questa attività sono state individuate da un lato le scuole primarie, per un totale di 320 allievi coinvolti tra classi elementari dei comuni di Luserna San Giovanni, Torre Pellice e Villar Pellice e classi medie dei comuni di Cavour e di Torre Pellice, e dall'altro il Liceo Artistico "M. Buniva" di Pinerolo i cui studenti sono stati coinvolti nel Concorso di Idee per l'elaborazione del Logo del Contratto.
E' stato inoltre richiesto dal territorio di individuare modalità di informazione e divulgazione innovative ed efficaci sui temi del rischio idrogeologico e della riqualificazione fluviale, tematiche fra loro strettamente correlate.
Le Linee Guida Regionali sui Contratti di Fiume indicano la necessità di prevedere, nell'ambito del processo, momenti di confronto con i portatori di interesse pubblici e privati a partire dall'incontro del 17 aprile 2014, con il 1° tavolo di progettazione partecipata del Contratto di Fiume al quale erano intervenuti una cinquantina di portatori di interesse pubblici e privati.
Il 4 luglio 2019 si era tenuta a Pinerolo l'Assemblea di Bacino, preceduta da un incontro della Cabina di Regia, finalizzata alla diffusione delle informazioni sulla riattivazione dei lavori del Contratto per il completamento del percorso verso la sottoscrizione. All'ordine del giorno la Valutazione Ambientale Stragetica del Contratto di Fiume del bacino del Torrente Pellice, le iniziative legate al territorio del bacino del Pellice e gli studi e ricerche inerenti il territorio dello stesso bacino.
Oggi si è finalmente giunti alla raccolta delle firme, un traguardo importante per completare la fase operativa del Contratto.
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La situazione ambientale in atto da ormai troppo tempo nell'area del Chivassese preoccupa gli amministratori di Città metropolitana di Torino che si sono fatti interpreti del senso diffuso di insicurezza ed allarme della popolazione in una lettera inviata all'assessore all'ambiente della Regione Piemonte, Matteo Marnati.Il vicesindaco metropolitano Marco Marocco e la consigliera metropolitana delegata all'ambiente Barbara Azzarà hanno mandato a Marnati un documento predisposto dai tecnici della Città metropolitana di Torino che illustra nel dettaglio la concentrazione di discariche, impianti di trattamento e produzione di biometano, cave ed alcune altre attività in regime di autorizzazione integrata ambientale (AIA).
Tutto insediato da tempo in una stessa e limitata realtà territoriale.
"Siamo certi che la Regione Piemonte è a conoscenza della situazione – scrivono tra l'altro Marocco e Barbara Azzarà - ma come amministratori della Città metropolitana di Torino sentiamo il dovere di segnalare la necessità di un esame maggiormente approfondito per poter prevenire allarmi o criticità ambientali. Le chiediamo, assessore Marnati, di valutare il documento insieme alla possibilità di un colloquio che ci consenta di illustrarLe direttamente le nostre posizioni".
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E' stato dunque un guasto alla rete di distribuzione fognaria gestita dalla Smat a provocare sversamenti nel Sangone, rilevati nei giorni scorsi, che hanno causato un grave danno ambientale e la conseguente moria di pesci.L'incidente si è verificato nel periodo in cui la situazione idrica è sfavorevole in quanto la portata media giornaliera dello stesso Sangone, rilevata all'idrometro di Torino, è inferiore alla soglia di attenzione di 0,83 metri cubi al secondo.
La Città metropolitana, in attesa che la Smat si occupi degli interventi necessari per eliminare l'inquinamento, ha ritenuto utile intervenire con la diluizione dei reflui immessi.
Il Dipartimento ambientale e Vigilanza ambientale, direzione risorse idriche di corso Inghilterra, ha inviato il 24 luglio una lettera in tal senso al Consorzio Argini e Praterie di Trana, ai sindaci di Piossasco, Rivalta e Trana, al Consorzio irriguo delle Gerbole di Rivalta e per conoscenza all'Arpa Piemonte. Nel documento viene imposta ai consorzi la riduzione del 50 per cento del prelievo delle portate concesse. La riduzione durerà una settimana e la situazione in tutta la zona sarà tenuta costantemente sotto controllo.
Era stata l'Arpa a segnalare l'inquinamento del Sangone ipotizzando quale causa il crollo della fognatura delle acque reflue urbane avvenuto in strada del Drosso nel territorio di Torino, con la richiesta alla Smat di valutare lo stato di fatto e la portata media delle acque reflue collegate allo stesso impianto. E' poi stato sollecitato alla società di attuare subito interventi specifici per ridurre al minimo l'impatto sul territorio.
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Nel giorno in cui l'Amministrazione comunale di Avigliana ha messo a disposizione una piscina naturale nel Lago grande - che si conferma il lago più pulito del Piemonte - Goletta verde di Legambiente ha diffuso i dati relativi alle analisi delle acque dei laghi piemontesi.
«Dalle analisi – spiega il sindaco di Avigliana Andrea Archinà – è emerso quello che già sapevamo: ovvero che il Lago grande di Avigliana è pulito e balneabile, d'altra parte la stessa Legambiente gli ha assegnato le Cinque vele, mentre il Lago piccolo presenta alcune criticità e non è balneabile».
Da tempo infatti sulle spiagge intorno al Lago piccolo sono presenti cartelli di divieto di balneazione che avvisano i turisti. L'inquinamento è sostanzialmente dovuto all'irrigazione con fertilizzanti delle torbiere di Trana. Alcuni canali di affluenza (dove peraltro sono stati effettuati i rilievi) trasportano le sostanze fertilizzanti provenienti dai campi.
«Dopo aver messo al sicuro il Lago grande – continua il sindaco di Avigliana – insieme a Goletta dei laghi e Città metropolitana di Torino nel corso degli ultimi anni abbiamo cominciato a concentrarci sullo stato di salute del Lago piccolo per capire quali azioni possono progressivamente migliorare la salute del nostro secondo specchio d'acqua. L'intento è certamente quello propositivo di continuare a migliorare il nostro Parco naturale e la qualità di tutte le sue acque. Sono già infatti intercorsi una serie di incontri anche con l'Amministrazione di Trana proprio per agire in modo sinergico coinvolgendo i vari portatori di interesse come peraltro già previsto dal Contratto di Lago siglato tre anni fa».
«Goletta dei Laghi è una campagna che si occupa di misurazioni, così da classificare la qualità delle acque e i livelli di inquinamento microbiologico – dichiara Giorgio Prino, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta – Le misurazioni sono oggettive, e quest'anno si è scelto di farle da riva, in un'ottica di citizen-science con un coinvolgimento del territorio. Goletta dei laghi è monitoraggio e conseguentemente presidio del territorio. Conosciamo e apprezziamo sinceramente il lavoro fatto in questi anni dal Comune di Avigliana sul Lago grande. Così come conosciamo le difficoltà presenti sul Lago piccolo e siamo sicuri che i dati di Goletta non abbiano sorpreso l'Amministrazione comunale, che già da tempo sta lavorando alla loro risoluzione anche attraverso il Contratto di Lago in collaborazione con la Città Metropolitana. La scelta di evidenziarli vuole essere uno sprone a continuare quel cammino iniziato sul Lago grande, con l'obiettivo conferire le 5 vele blu anche al Lago Piccolo prima possibile. Un cammino che Legambiente si rende disponibile condividere, fianco a fianco con le Amministrazioni competenti».
«Il contratto di Lago di Avigliana – dichiara Gianna Betta, responsabile dell'Ufficio pianificazione e controllo delle risorse idriche della Città Metropolitana di Torino – è nato molti anni fa proprio per una volontà esplicita del Comune di Avigliana. Il Comune ha il nostro pieno supporto ma anche la piena volontà da sempre di risolvere i problemi dei laghi e ci sta lavorando attivamente»
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La Città metropolitana di Torino ha aggiornato il piano quinquennale delle misure antirumore sulle strade che ha in gestione.Sono 127 i comuni del nostro territorio interessati dalla mappatura, con una popolazione coinvolta di circa 140 mila persone ed una superficie complessiva di mappatura acustica di 250 chilometri quadrati.
Sappiamo tutti come le criticità acustiche causano innalzamento dei livelli di stress: il risanamento acustico dei nostri assi stradali principali, su cui transitano più di 3 milioni di veicoli all'anno, viene realizzato all'interno del più vasto programma di manutenzione stradale che prevede la realizzazione di nuove tratte e interventi di sicurezza stradale.
Tutti i dettagli del piano aggiornato e l'elenco degli assi stradali interessati dallo studio sono consultabili al link https://bit.ly/30KhQxV
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Con una propria determinazione la Città metropolitana ha disposto il diniego per la costruzione della nona cella per rifiuti pericolosi e non pericolosi all'interno della discarica di Torrazza Piemonte.Il provvedimento è giunto dopo la presentazione di un'istanza da parte della società "La Torrazza srl", proprietaria dell'impianto che ha sede nel territorio del comune del chivassese, per la realizzazione di una nuova vasca che si sarebbe aggiunta a quelle già presenti all'interno dell'area di circa 210 mila metri quadri, attiva dal 1981, dove si svolgono attività di smaltimento di rifiuti non pericolosi e pericolosi compresi quelli contenenti amianto.
La gestione delle vecchie celle, con lo smaltimento di rifiuti industriali, sia speciali che tossico-nocivi (ex categoria 2B ai sensi della D.C.I.27/07/84), era partita con la cella 1 nel 1981 e terminata con la cella 7 nel 1993. Queste celle erano già state individuate quali sorgenti di inquinamento delle acque sotterranee e richiesto l'attivazione delle procedure di bonifica oggi concluse ai sensi dell'attuale normativa.
Negli anni Novanta la società aveva avviato le procedure per la realizzazione della cella 8, una vasca con una previsione di volumetria iniziale di ben 700.000 metri cubi, ma nel 1996 il Ministero dell'Ambiente con proprio DEC.VIA era intervenuto ridimensionando il progetto e dimezzando la volumetria a 350.000 metri cubi, oltre ad esplicitare che quello sarebbe stato l'ultimo intervento possibile all'interno del sito inserito in un contesto territoriale caratterizzato da un notevole carico ambientale.
Nel 2000 anche la Regione Piemonte, a cui competeva l'approvazione del progetto ed il rilascio dell'autorizzazione alla realizzazione della cella 8, aveva confermato le prescrizioni del Ministero.
Nel corso del 2014 era stato approvato un poco significativo rimodellamento della cella 8 da parte dell'allora Provincia di Torino che ribadiva come il progetto presentato doveva costituire l'ultimo ampliamento in termini di volumi di smaltimento dell'area in disponibilità della società La Torrazza. Con il passare degli anni si è assistito ad un progressivo processo di urbanizzazione, con la creazione ed il successivo ampliamento di nuove aree residenziali situate a sud dell'area oggetto dell'intervento, ad una distanza di circa 300 metri dalla nuova vasca, una situazione decisamente meno cautelativa anche rispetto alle valutazioni di rischio effettuate dal Ministero.
Anche i comuni limitrofi hanno sempre espresso le loro contrarietà ad eventuali progetti di espansione e già nel DEC.VIA ministeriale del 1996 si faceva esplicito riferimento alle posizioni contrarie della popolazione. Oggi arriva la decisione della Città metropolitana che pone la parola fine alle richieste per la realizzazione di nuove vasche con il conseguente aumento della quantità di rifiuti in smaltimento.
"L'atto – commentano il vicesindaco metropolitano Marco Marocco e la consigliera con delega all'ambiente Barbara Azzarà – mette in evidenza la particolare situazione di quel territorio e interviene tutelando in primis la salute dei cittadini".
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Le sedute del Tavolo di coordinamento metropolitano sulla qualità dell'aria sono riprese oggi pomeriggio su piattaforma Web Meeting. Una quarantina i partecipanti, a partire dalla consigliera delegata all'Ambiente della Città metropolitana Barbara Azzarà, che ha il compito di coordinare i lavori, dell'assessore regionale all'Ambiente Matteo Marnati, i vertici di Arpa Piemonte e i rappresentanti di Anci e di numerose amministrazioni comunali.L'incontro è stato aperto dal direttore generale dell'Arpa Angelo Robotto, che ha presentato le prime valutazioni sull'effetto del lockdown sui dati di qualità dell'aria, paragonando le misure dei primi mesi del 2020 con gli anni precedenti. La forte contrazione del traffico veicolare ha portato, secondo i dati illustrati oggi, evidenti e significative riduzioni sulle concentrazioni di biossido di azoto, uno dei due inquinanti per i quali non sono rispettati i valori limite ed il nostro territorio è soggetto a procedure di infrazione da parte della Commissione Europea.
La riduzione delle concentrazioni di Pm10 è invece meno significativa. Si compensa la minore emissione di inquinanti da parte del traffico con l'aumento dell'inquinamento domestico fino al 15 aprile. Per questo inquinante la combustione della biomassa per riscaldamento domestico rappresenta infatti la fonte principale e il traffico, pur essendo una sorgente importante, non è quella prioritaria. La riduzione delle emissioni da traffico nel periodo di quarantena è stata in parte controbilanciata da un inevitabile aumento delle emissioni da riscaldamento domestico.
"I dati di questo periodo straordinario di test – commenta la consigliera Barbara Azzarà - confermano che le azioni di limitazione del traffico veicolare, ed in particolare dei veicoli diesel, sono la strada corretta per ridurre le concentrazioni di biossido di azoto. Per il Pm10 la sola riduzione del traffico non è sufficiente ma, come già abbiamo iniziato a fare, occorre concentrarsi in modo determinato sulle emissioni legate alla combustione della biomassa. Un grande aiuto arriverà attraverso il bonus governativo al 110 per cento che permetterà la sostituzione delle vecchie caldaie, la realizzazione del cappotto termico e l'utilizzo dei pannelli fotovoltaici".
L'assessore regionale Marnati ha confermato durante i lavori del tavolo l'impegno, assunto insieme alle regioni del bacino padano, a proseguire con l'attuazione del protocollo padano che prevede lo stop ai veicoli diesel Euro 4 a partire da ottobre 2020 con l'utilizzo del sistema MOVE-IN, già testato in Regione Lombardia. Un sistema che garantirà la possibilità di poter percorrere un numero determinato di chilometri da definirsi in relazione alla categoria emissiva dei veicoli, semplificando in modo significativo il complesso sistema di deroghe attualmente in vigore.
Sono nella fase di avvio i bandi per il rinnovo del parco veicoli di enti locali e aziende, il finanziamento per il rinnovo dei mezzi di Trasporto Pubblico Locale e sistemi di incentivo per la sostituzione degli impianti termici che saranno in parte indirizzati alla tipologia di impianti non coperta dall'eco-bonus. Fondi in arrivo anche per la mobilità ciclabile e il consolidamento dello smart-working.
"In relazione alle prime ipotesi di correlazione, ancora da confermare, legate alla maggior incidenza del virus Covid-19 nelle aree con bassi livelli di qualità dell'aria – ha sottolineato Azzarà - qualora venissero confermate dagli studi ancora in corso, rafforzerebbero la necessità di insistere con determinazione sulle misure di risanamento della qualità dell'aria i cui effetti diretti sulla salute sono certi e dimostrati".
Il Tavolo sarà riconvocato, se non emergono particolari necessità, non appena disponibile la bozza regionale con il dettaglio dei provvedimenti per il prossimo inverno, al fine di discutere e garantire una rapida e omogenea implementazione sui territori comunali e comunicare per tempo le novità a tutti i cittadini.
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Riprendono on line le sedute del Tavolo di coordinamento metropolitano sulla qualità dell'aria. La consigliera con delega all'Ambiente della Città metropolitana Barbara Azzarà, ha inviato nei giorni scorsi la convocazione: l'appuntamento è fissato per mercoledi 27 maggio alle ore 15,30 (su piattaforma Web Meeting).Parteciperanno i sindaci e gli assessori all'Ambiente di Alpignano, Beinasco, Borgaro Torinese, Carmagnola, Caselle Torinese, Chieri, Chivasso, Collegno, Grugliasco, Ivrea, Leinì, Mappano, Moncalieri, Nichelino, Orbassano, Pianezza, Rivalta di Torino, Rivoli, San Mauro Torinese, Settimo Torinese, Torino, Venaria Reale, Vinovo, Volpiano, l'assessore all'Ambiente della Regione Piemonte, i vertici di Arpa Piemonte, Anci e dell'Agenzia per la Mobilità Piemonte.
"L'incontro – spiega la consigliera Azzarà - sarà l'occasione per confrontarci con l'assessore regionale Matteo Marnati sulle prime valutazioni sull'evoluzione delle misure di risanamento della qualità dell'aria alla luce dell'emergenza Covid-19, sull'aggiornamento in merito alle decisioni assunte nell'incontro del 31 gennaio scorso fra gli assessori all'ambiente delle regioni del bacino padano per definire le modalità di prosecuzione dell'accordo, sull'aggiornamento dello stato di avanzamento delle procedure di infrazione per il superamento dei limiti di Pm10 e NO2 e dei ricorsi presentati da alcune associazioni contro i provvedimenti di limitazione delle emissioni.
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Mercoledì 22 aprile si celebra in tutto il mondo la Giornata della Terra, la più importante iniziativa planetaria di sensibilizzazione ambientale, l'unico momento in cui tutti i cittadini del mondo si uniscono per celebrare la natura e promuoverne la salvaguardia. La Giornata, che le Nazioni Unite celebrano ogni anno un mese e due giorni dopo l'equinozio di primavera, è scaturita cinquant'anni orsono da un'idea del senatore statunitense Gaylord Nelson e coinvolge ogni anno fino a un miliardo di persone in ben 192 paesi del mondo.La Città Metropolitana di Torino celebra la Giornata con uno speciale nel suo sito Internet alla pagina www.cittametropolitana.torino.it/speciali/2020/earth_day_2020/ in cui è spiegata la "filosofia" della giornata, mentre in due testimonianze video le guide escursionistiche ambientali Franco Borgogno e Anna Boschiazzo si interrogano su cosa possono fare in questi giorni di quarantena e sul significato della giornata. Confinate temporaneamente a casa, le guide che durante tutto l'anno accompagnano i clienti in escursioni giornaliere o in trekking di più giorni studiano e dettagliano nuovi itinerari e preparano la loro attrezzatura per la ripresa delle escursioni. Molto importante è anche il loro lavoro didattico, per far conoscere il patrimonio naturale agli allievi delle scuole e più in generale a tutti i cittadini. La Città Metropolitana cura la tenuta e l'aggiornamento degli elenchi degli abilitati all'esercizio delle professioni turistiche, tra cui appunto quella di Accompagnatore Naturalistico o Guida Escursionistica Ambientale. Negli elenchi viene specificata la professione, la specializzazione o specialità, le lingue conosciute e la frequenza dei corsi di aggiornamento. Per saperne di più: http://www.cittametropolitana.torino.it/cms/attivita-produttive/economia-turistica/professioni-turistiche
La Giornata della Terra è un'occasione per valutare le problematiche del pianeta: l'inquinamento di aria, acqua e suolo, la distruzione degli ecosistemi, la progressiva estinzione di migliaia di specie animali e botaniche, l'esaurimento delle risorse non rinnovabili. Ma è anche l'occasione per promuovere soluzioni che permettano di eliminare gli effetti negativi delle attività umane.
Barbara Azzarà, Consigliera metropolitana delegata all'ambiente, ha registrato a sua volta un video messaggio che sarà inserito nello speciale del sito Internet della Città Metropolitana e sottolinea che "cinquant'anni fa l'ambiente non era tra le priorità delle politiche nazionali e locali, mentre oggi anche e soprattutto un Ente locale come la Città metropolitana di Torino deve avere un approccio integrato a temi come la programmazione a livello sovracomunale della gestione dei rifiuti, l'autorizzazione e il controllo delle discariche e degli impianti di smaltimento, il monitoraggio della qualità dell'aria e delle acque superficiali e di falda, il monitoraggio dell'inquinamento elettromagnetico e acustico, la vigilanza sugli impianti di riscaldamento delle abitazioni private, le valutazioni di impatto ambientale delle attività produttive, le politiche e i comportamenti che favoriscono la sostenibilità ambientale del sistema economico-produttivo, la tutela delle aree che godono di una particolare protezione perché ospitano gli habitat di specie botaniche e animali protette e a rischio di estinzione".
"La gestione diretta di decine di aree protette, la vigilanza ambientale svolta dal personale del nostro Ente ma anche dalle Guardie Ecologiche Volontarie, la pianificazione strategica e territoriale, i progetti di educazione alla sostenibilità ambientale come A.P.P.VER. , 'Ci basta un pianeta' e 'A scuola camminando', la formazione sulle tematiche ambientali dedicata ai tecnici e agli amministratori locali, i Contratti di Fiume sono solo alcuni degli innumerevoli esempi di progetti e di azioni che un Ente di area vasta come la Città metropolitana può ideare e mettere in campo" conclude la Consigliera Azzarà.
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