I NOSTRI COMUNICATI

 

Agricoltura

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Si torna dalle vacanze estive ed è tempo di importanti e numerose fiere e sagre enogastronomiche, che vedono i produttori del "Paniere" protagonisti della promozione commerciale delle tipicità enogastronomiche.

Il primo appuntamento in ordine di tempo è per venerdì 28 agosto alle 20,30 in piazza Manzoni a Carmagnola, con l'inaugurazione della sessantaseiesima edizione della Sagra del Peperone, alla presenza del Vice-Sindaco della Città Metropolitana di Torino, Alberto Avetta.

Durante i giorni della Sagra, sino domenica 6 settembre, nel salone della chiesa di San Filippo è allestita l'ormai tradizionale mostra dedicata al Paniere dei prodotti tipici della Provincia di Torino, curata dall'associazione che riunisce tuti i Consorzi dei produttori, con il sostegno della Città Metropolitana. Il Consorzio del Peperone di Carmagnola mette in mostra i quattro ecotipi del prodotto che ha reso la città famosa in tutta Italia. benefico.

LA SAGRA DIVENTA "PEPERÒ"

Giunta alla sessantaseiesima edizione, la Sagra del Peperone di Carmagnola cambia, ma all'insegna della tradizione. Il nome della manifestazione – un "brand" riconosciuto ormai a livello nazionale - rimane sempre lo stesso, ma viene affiancato da un marchio ridanciano e da un nome, "Peperò", che è una sorta di slogan e che strizza l'occhio ai più giovani, un pubblico da conquistare per continuare a stare al passo con i tempi. L'idea di "Peperò" è arrivata dal progetto grafico che ha vinto il concorso indetto in collaborazione con il quotidiano La Stampa, media partner della manifestazione. Quella che si apre a Carmagnola venerdì 28 agosto non vuole più essere la tradizionale sagra enogastronomica di paese, se mai lo è stata. In primo luogo perché Carmagnola è una città, agricola e rurale fin che si vuole, ma con una storia secolare e uno spessore culturale e sociale di tutto rispetto. La Sagra non è più da molto tempo un evento locale, ma richiama visitatori dalla Liguria, dalla Lombardia e da molte altre regioni italiane. Lo dimostrano i numeri dell'edizione dello scorso anno: 250.000 presenze, con un giro di affari sul territorio stimato in 2,2 milioni di Euro. L'obiettivo di quello che è ormai diventato un festival che propone dieci giorni di eventi gastronomici, culturali e artistici è quello di far venir fuori l'anima di Carmagnola, vera e propria "porta" dell'area metropolitana di Torino per chi arriva dalla Liguria e dalla provincia di Cuneo, con le sue bellezze architettoniche (imperdibili la Casa Cavassa, il ghetto ebraico, il Museo tipografico e quello navale, i portici e le dimore storiche di piazza Sant'Agostino e via Valobra), le sue tradizioni agricole, le sue eccellenze enogastronomiche e la sapienza - tramandata nei secoli e ora recuperata dal gruppo storico dei Cordai di San Bernardo - degli artigiani che lavoravano la canapa per farne corde utilizzate sui velieri che partivano da Genova e Savona.

Sono tanti i motivi per visitare Carmagnola a fine agosto e all'inizio di settembre: la Piazza dei Sapori, il concorso per gli agricoltori produttori di peperoni delle varietà locali Tumaticot, Quadrato, Corno di Bue e Trottola, la galleria commerciale, la sagra del pane, i talk show, gli allestimenti visivi, gli show cooking e il nuovo salone "Peperò". Senza dimenticare, naturalmente, l'esposizione e la vendita dei prodotti tipici del "Paniere" della Provincia di Torino nel salone e nel chiostro della chiesa di San Filippo, dove si potrà acquistare anche il Pane della Sagra offerto a scopo benefico, con peperoni, spezie, verdure e canapa. L'Alto Adige presenterà i suoi prodotti tipici all'interno di una baita alpina di 150 metri quadrati. Ampi spazi saranno dedicati allo street food e al movimento dei "griller", gli appassionati del barbecue, con Gianfranco Lo Cascio che darà dimostrazioni pratiche di come il peperone può essere un'ottima risorsa anche per la griglia. Ma il cartellone proporrà anche spettacoli di teatro, cabaret e danza, tanta musica con gruppi pop, rock e jazz, eventi dedicati alla musica occitana con la ghironda e alla taranta, l'ormai tradizionale raduno vespistico nazionale, prove sportive, centinaia di personaggi e maschere del Piemonte, mostre di arte contemporanea e convegni su temi legati al mondo del lavoro e dell'agricoltura.

Per consultare il programma della Sagra del Peperone di Carmagnola: www.sagrapeperone.it

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Giunta alla sessantaseiesima edizione, la Sagra del Peperone di Carmagnola cambia, ma all'insegna della tradizione. Il nome della manifestazione – un "brand" riconosciuto ormai a livello nazionale - rimane sempre lo stesso, ma viene affiancato da un marchio ridanciano e da un nome, "Peperò", che è una sorta di slogan e che strizza l'occhio ai più giovani, un pubblico da conquistare per continuare a stare al passo con i tempi. L'idea di "Peperò" è arrivata dal progetto grafico che ha vinto il concorso indetto in collaborazione con "La Stampa", media partner della manifestazione. Quella che si aprirà a Carmagnola venerdì 28 agosto non vuole più essere la tradizionale sagra enogastronomica di paese, se mai lo è stata. In primo luogo perché Carmagnola è una città, agricola e rurale fin che si vuole, ma con una storia secolare e uno spessore culturale e sociale di tutto rispetto. La Sagra non è più da molto tempo un evento locale, ma richiama visitatori dalla Liguria, dalla Lombardia e da molte altre regioni italiane. Lo dimostrano i numeri dell'edizione dello scorso anno: 250.000 presenze, con un giro di affari sul territorio stimato in 2,2 milioni di Euro. L'edizione 2015 è stata presentata giovedì 2 luglio al Circolo della Stampa Sporting di Torino, alla presenza del testimonial dell'evento, il critico enogastronomico Paolo Massobrio. L'obiettivo di quello che è ormai diventato un festival che propone dieci giorni di eventi gastronomici, culturali ed artistici è quello di far venir fuori l'anima di Carmagnola, vera e propria "porta" della Città Metropolitana di Torino per chi arriva dalla Liguria e dalla Provincia di Cuneo, con le sue bellezze architettoniche (imperdibili la Casa Cavassa, il ghetto ebraico, il Museo Tipografico e quello Navale, i portici e e le dimore storiche di piazza Sant'Agostino e via Valobra), le sue tradizioni agricole, le sue eccellenze enogastronomiche e la sapienza - tramandata nei secoli ed ora recuperata dal gruppo storico dei Cordai di San Bernardo - degli artigiani che lavoravano la canapa per farne corde utilizzate sui velieri che partivano da Genova e Savona. Sono tanti i motivi per visitare Carmagnola a fine agosto e all'inizio di settembre: la Piazza dei Sapori, il concorso per gli agricoltori produttori di peperoni delle varietà locali Tumaticot, Quadrato, Corno di Bue e Trottola, la galleria commerciale, la sagra del pane, i talk show, gli allestimenti visivi, gli show cooking e il nuovo salone "Peperò". Senza dimenticare, naturalmente, l'esposizione e vendita dei prodotti tipici del "Paniere" della provincia di Torino nel salone e nel chiostro della chiesa di San Filippo, dove si potrà acquistare anche il Pane della Sagra offerto a scopo benefico, con peperoni,spezie, verdure e canapa. L'Alto Adige presenterà i suoi prodotti tipici all'interno di una baita alpina di 150 metri quadrati. Ampi spazi saranno dedicati allo street food e al movimento dei "griller", gli appassionati del barbecue, con Gianfranco Lo Cascio che darà dimostrazioni pratiche di come il peperone può essere un'ottima risorsa anche per la griglia. Ma il cartellone proporrà anche spettacoli di teatro e cabaret e danza, tanta musica con band pop, rock e jazz, eventi dedicati alla musica occitana con la ghironda e alla taranta, l'ormai tradizionale raduno vespistico nazionale, prove sportive, centinaia di personaggi e maschere del Piemonte, mostre di arte contemporanea e convegni su temi legati al mondo del lavoro e dell'agricoltura.

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Stamani al campus della Facoltà di Agraria dell'Università di Torino si è tenuto il terzo incontro nell'ambito del progetto"Nutrire Torino Metropolitana". Sono stati presentati i risultati delle prime due giornate di studio e confronto e sono stati approfonditi alcuni temi che troveranno spazio nell'Agenda del Cibo, che, entro fine anno, sarà posta all'attenzione delle istituzioni locali, dei soggetti economici, delle forze sociali e dell'opinione pubblica. Le idee, i progetti e le esperienze innovative emerse in questa fase preparatoria potranno essere accompagnati e sostenuti attraverso fondi europei o regionali o sponsorizzazioni pubbliche e private. L'Agenda sarà inoltre parte integrante del Piano Strategico di cui nei prossimi mesi si doterà la Città Metropolitana di Torino.

All'incontro odierno ha partecipato la Consigliera metropolitana delegata all'agricoltura, all'ambiente e allo sviluppo montano, Gemma Amprino, che ha sottolineato come dal confronto tra tutti i soggetti pubblici e privati interessati alla redazione dell'Agenda stia emergendo la rilevanza dei temi dell'educazione alimentare e della formazione degli operatori delle filiere produttive e commerciali. "Nei seminari che hanno affrontato i temi della qualità e della conoscenza sono emerse proposte che ora dovranno tradursi in progetti e azioni concrete. - ha ricordato Amprino - Ci sono indicazioni su azioni realizzabili in tempi brevi, mentre altri progetti e proposte necessitano di una programmazione di lungo o medio periodo. Sono convinta che i primi risultati concreti motiveranno tutti a proseguire il cammino". "Avendo le mie radici familiari nel mondo contadino, ho ben presente il significato e il valore della stagionalità nella produzione e distribuzione dei prodotti. – ha aggiunto la Consigliera metropolitana delegata all'agricoltura, all'ambiente e allo sviluppo montano – E' un tema di cui dovremo farci carico, con iniziative di comunicazione e di formazione. L'Expo 2015, dedicato alla nutrizione e alle risorse naturali, ci aiuta a considerarlo in tutta la sua importanza".

Maria Grazia Pellerino, Assessore all'Istruzione della Città di Torino, ha affrontato il tema dell'accesso al cibo di qualità, che non deve essere confinato in una nicchia commerciale e produttiva a disposizione di una elite. Dal confronto fra i soggetti coinvolti in "Nutrire Torino Metropolitana" è emerso che la qualità non si identifica completamente con la filiera biologica o con i prodotti ottenuti con la lotta fitosanitaria integrata. Per quanto riguarda il rispetto delle norme igienico-sanitarie la qualità del cibo nell'area metropolitana torinese è buona, ma all'interno delle filiere produttive vi è una scarsa condivisione delle conoscenze. "La qualità, - ha affermato l'Assessore Pellerino - deriva dal come si produce, dal metodo, dall'approccio che si tiene. Perché il cibo di qualità ha più dimensioni: quella sensoriale, quella relativa all'equità nella produzione, distribuzione e consumo, quella della sostenibilità. Il cibo di qualità è più caro, ma si può e si deve imparare a consumare di meno e meglio e a cercare il cibo più genuino. Occorre riavvicinare produttori e consumatori, accorciando le filiere distributive. Occorre mutare le condizioni economiche della filiera produttiva e di quella distributiva. Sia per i produttori che per i consumatori sono importanti la condivisione delle conoscenze, la formazione e l'accessibilità economica, intesa come giusta remunerazione per i produttori, adeguata capacità di spesa e opportunità di scelta per i consumatori".

I TEMI AFFRONTATI NELLA FASE PREPARATORIA DELL'AGENDA DEL CIBO

- Educazione e fomazione: educazione scolastica, programmi formativi per gli operatori economici, i consumatori, i funzionari e gli amministratori pubblici

- Informazione e conoscenza: conocenza reciproca tra i soggetti della stessa filiera, tra filiere diverse, tra settori e operatori economici. Circolazione e diffusione delle informazioni nutrizionali e sulla provenienza dei cibi, attraverso etichette, marchi, sistemi di tracciabilità e rintracciabilità

- Distribuzione e piattaforme logistiche: rapporti tra nuovi modelli distributivi e canali tradizionali (grande distribuzione, mercati rionali, commercio al dettaglio), partnership gestionali (pubbliche, private e miste) per le nuove forme di distribuzione, ruolo del CAAT

- Public procurement: organizzazione delle filiere, vincoli e regole, costi e benefici degli acquisti "verdi" della pubblica amministrazione

- Semplificazione: registro unico dei controlli, armonizzazione degli organismi sanitari

- Premi e incentivi alla qualità: sgravi fiscali, utilizzo e reperimento di fondi pubblici

- Pianificazione territoriale: tutela e uso del suolo agricolo, integrazione degli strumenti e regole per l'utilizzo delle risorse territoriali, continuum urbano-rurale

- Nuove governance alimentari: politiche alimentari integrate, reti di istituzioni, istituzione degli assessorati alle politiche alimentari e del food policy council, partnership urbane e territoriali, utilizzo di processi partecipati

Per informazioni sul progetto si può scrivere a nutriretorino@gmail.com

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Migliorare la qualità del cibo nell'area metropolitana di Torino, con alimenti il più possibile sani, buoni, sostenibili e legati alle tradizioni e al territorio. E' il tema che oggi al Museo della Resistenza di Collegno è al centro del secondo dei tre momenti di seminario e riflessione nell'ambito del progetto "Nutrire Torino Metropolitana", promosso dalla Città Metropolitana, dalla Città di Torino e dall'Università di Torino (Dipartimento Scienze Agrarie e Forestali e Dipartimento Scienze Politiche e Società). Gli Enti locali e l'Ateneo torinese hanno unito le forze per promuovere la definizione di un'Agenda strategica del cibo, da proporre ai decisori politici ed economici che hanno il potere di determinare cosa finisce tutti i giorni sulle nostre tavole, a casa, nelle mense scolastiche e aziendali, nei bar e ristoranti, nelle case di riposo e negli ospedali.

"L'Agenda del cibo sarà parte integrante del Piano Strategico di cui nei prossimi mesi si doterà la Città Metropolitana di Torino – ha sottolineato nel suo intervento il Vice-Sindaco, Alberto Avetta – Avendo raccolto l'eredità amministrativa della Provincia, siamo portatori di un'impostazione e di un'esperienza che si sono concretizzati in alcuni grandi progetti: il Piano Territoriale di Coordinamento, che ha fermato l'ulteriore consumo di suoli agricoli fertili ed ha aperto a livello nazionale un dibattito su questo tema; il "Paniere", che ha censito, tutelato e promosso le produzioni agroalimentari tipiche del territorio; il lavoro per il miglioramento della qualità delle mense scolastiche torinesi e per l'educazione alimentare degli allievi. Queste esperienze le vogliamo proseguire oggi che la Città Metropolitana ha, per legge, la competenza sulla promozione dello sviluppo e sociale ed economico. Occorre definire politiche alimentari strategiche, perché il cibo ha conseguenze sulla salute, sull'ambiente, sull'educazione delle giovani generazioni e sulla sostenibilità dello sviluppo".

L'idea di "Nutrire Torino Metropolitana" è quella di far parlare tra loro tutti i soggetti pubblici e privati che influenzano a qualsiasi titolo la qualità del cibo quotidiano, interagendo con il mondo produttivo dell'intero Piemonte. Sino al tardo pomeriggio, a Collegno si confrontano 140 tra operatori della produzione e della distribuzione piemontese, consumatori, esperti di agricoltura e di alimentazione, amministratori e tecnici delle istituzioni, per fare emergere idee, progetti, esperienze innovative, che potranno essere sostenuti con fondi europei o regionali o sponsorizzazioni pubbliche e private.

L'Agenda del cibo sarà successivamente affinata nel terzo ed ultimo incontro, in programma il 29 maggio e sarà infine consegnata alle istituzioni locali, Regione, Città metropolitana e Comune di Torino nel corso di un successivo incontro. L'agenda del cibo vuole anche essere occasione - in continuità con il lavoro di Torino Strategica su "Torino capitale del cibo" - per fare emergere idee, progetti, esperienze innovative, che potranno essere accompagnate e sostenute attraverso fondi europei o regionali o sponsorizzazioni pubbliche e private. Le progettualità che si intende promuovere devono essere l'espressione di un più maturo senso della collettività, della comunità di "pari", in cui pubblico e privato, istituzioni, operatori e società civile, rafforzino le capacità e possibilità di collaborazione e le mutue sinergie.

Per informazioni sul progetto e per iscriversi ai seminari si può scrivere a nutriretorino@gmail.com

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Venerdì 8 maggio dalle 9 alle 17 al Museo della Resistenza alla Certosa di Collegno, in piazza Cavalieri della Santissima Annunziata 7, è in programma il secondo dei tre momenti di seminario e riflessione nell'ambito del progetto "Nutrire Torino Metropolitana", promosso dalla Città Metropolitana, dalla Città di Torino e dall'Università di Torino (Dipartimento Scienze Agrarie e Forestali e Dipartimento Scienze Politiche e Società) per definire un'Agenda strategica del cibo.

Attraverso un lavoro partecipato, che durerà l'intera giornata, verranno affrontati alcuni nodi strategici del sistema alimentare, per arrivare a definire un vero e proprio programma strategico, che individui i punti critici e gli obiettivi che il sistema alimentare metropolitano, inteso come rete di attori pubblici e privati del territorio, deve darsi per innalzare la soglia di qualità del cibo quotidiano, interagendo con il mondo produttivo dell'intero Piemonte.


I temi oggetto del confronto

Migliorare la qualità del cibo: cosa si intende per qualità; cosa si intende per cibo sano, buono, sostenibile, salubre, tradizionale, sicuro; come migliorare la qualità del cibo disponibile

Rifornire Torino Metropolitana: come garantire una maggiore disponibilità dei prodotti piemontesi nell'area metropolitana torinese; come favorire una loro maggiore diffusione e su quali prodotti puntare

- Accessibilità al cibo di qualità per tutti: a quali condizioni il cibo di qualità può diventare più accessibile

I temi saranno brevemente descritti all'interno di una Guida alla discussione che sarà inviata a tutti i partecipanti nei giorni precedenti il seminario. La Guida conterrà anche le possibili declinazioni specifiche dei temi.

L'invito a partecipare è strettamente personale e rivolto a 140 tra operatori economici della produzione e della distribuzione piemontese, consumatori, esperti e tecnici delle istituzioni, che si confronteranno per la prima volta tutti insieme sulle grandi sfide imposte dalla prospettiva di "città che mangiano" e territori che producono all'interno di uno scenario globale e locale allo stesso tempo.

L'Agenda del cibo sarà successivamente affinata nel terzo ed ultimo incontro, in programma il 29 maggio e sarà infine consegnata alle istituzioni locali, Regione, Città metropolitana e Comune di Torino nel corso di un successivo incontro. L'agenda del cibo vuole anche essere occasione - in continuità con il lavoro di Torino Strategica su "Torino capitale del cibo" - per fare emergere idee, progetti, esperienze innovative, che potranno essere accompagnate e sostenute attraverso fondi europei o regionali o sponsorizzazioni pubbliche e private. Le progettualità che si intende promuovere devono essere l'espressione di un più maturo senso della collettività, della comunità di "pari", in cui pubblico e privato, istituzioni, operatori e società civile, rafforzino le capacità e possibilità di collaborazione e le mutue sinergie.

L'Agenda del cibo è la prima esperienza di incontro attivo tra "portatori di esperienze" del sistema alimentare metropolitano e piemontese, un'occasione per costruire nuove relazioni. Ed è anche il contributo che il territorio può e deve portare al grande dibattito sul tema del cibo come bene primario dell'umanità, al quale, non a caso è dedicato l'Expo di Milano, che ha messo al centro dell'attenzione il tema "Nutrire il Pianeta".

Per informazioni sul progetto e per iscriversi ai seminari si può scrivere a nutriretorino@gmail.com

Costruire un'Agenda del cibo

Il fatto che il cibo sia una risorsa fondamentale per la vita degli esseri umani, così come l'aria e l'acqua, dovrebbe indurre la collettività ad occuparsi in maniera più consapevole di ciò che mangia. Tuttavia, anche nei Paesi occidentali la sicurezza alimentare, intesa come possibilità di accesso fisico, sociale ed economico ad un cibo sano, nutriente e sufficiente, non è una garanzia per tutti: lo dimostrano i dati sulla povertà alimentare e la crescente diffusione di molte malattie cronico-degenerative, come il diabete, le patologie cardio-vascolari e oncologiche, tutte dipendenti in larga misura dall'alimentazione. Anche in un Paese come l'Italia, che ha fatto del cibo un elemento portante della propria cultura e della propria economia, non sono sufficientemente garantiti né la possibilità di avere informazioni per scegliere consapevolmente il cibo, né l'accesso )soprattutto in termini economici) a un cibo di qualità.

Da alcuni anni la Città e la Provincia di Torino – oggi Città Metropolitana – hanno iniziato una riflessione sulle politiche alimentari, nella consapevolezza del fatto che gli Enti locali possono manovrare alcune "leve" molto importanti per garantire una qualità alimentare diffusa e accessibile, insieme ad una più ampia ed aperta possibilità di scelta per i consumatori, all'interno di un sistema alimentare complesso e globale, dove i grandi attori decidono di fatto quello che quotidianamente mettiamo nel piatto.

Se quindi una politica del cibo è auspicabile, a scala almeno metropolitana o provinciale, l'ambizione che guida il progetto "Nutrire Torino Metropolitana" attraverso i suoi tre momenti di incontro è la costruzione di una "Agenda del cibo", un manifesto condiviso con i cittadini e gli operatori economici - agricoltori, artigiani, ristoratori, commercianti, grandi attori del sistema agroalimentare - che permetta di evidenziare i nodi fondamentali da sciogliere e gli obiettivi da raggiungere. L'Agenda potrà orientare in futuro le politiche della Città di Torino, della Città Metropolitana e della Regione Piemonte in una serie di settori strategici: agricoltura, ambiente, urbanistica, sanità pubblica, commercio, logistica, istruzione e solidarietà sociale.

L'obiettivo è quello di evitare una visione che riduca la questione alimentare ad una serie di problematiche settoriali (solo agricole, solo igienico sanitarie, solo educative, solo gastronomiche, solo socio-assistenziali, solo economiche, ecc.). La grande complessità del sistema alimentare, globale e locale, è infatti basata su relazioni, anche conflittuali, tra chi produce, chi distribuisce e chi consuma; una complessità che "intercetta" molte politiche, a vari livelli istituzionali. "Nutrire Torino Metropolitana" nasce con l'ambizione di essere l'inizio di un percorso - lungo e articolato, ma molto concreto - per arrivare alla costruzione di una strategia alimentare sistemica, condivisa e partecipata.

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A partire dal 17 marzo e sino a tutto il mese di giugno, nel pomeriggio del martedì, dalle 14,30 alle 19, si terrà il mercato agroalimentare tematico "La Spesa in Campagna", una iniziativa dell'Assessorato al Commercio della Città di Torino per vivacizzare l'area posta alle spalle del nuovo grattacielo della Regione in fase di costruzione. Il mercato sarà allestito nel tratto compreso tra il numero civico 335 di via Nizza e l'incrocio con via Sommariva. Per offrire ai consumatori il massimo della qualità e della tipicità, al mercato parteciperanno sino ad un massimo di 15 aziende agroalimentari del territorio, rigorosamente selezionate.

L'iniziativa della Città di Torino scaturisce da una proposta della Cia-Confederazione Italiana Agricoltori ed è realizzata in collaborazione con la Città Metropolitana, l'Associazione produttori del Paniere della provincia di Torino, GTT-Gruppo Torinese Trasporti, Infra.To e la Circoscrizione 9. Il mercato tematico risponde alle esigenze ed alle richieste dei residenti e dei negozianti della zona interessata dal cantiere della Metropolitana, allo scopo di rivitalizzare l'area dal punto di vista commerciale e sociale, offrendo ai consumatori l'occasione per confrontarsi con gli imprenditori agricoli e i titolari di aziende artigiane agroalimentari di qualità del territorio piemontese.

L'inaugurazione del mercato è fissata per martedì 17 marzo alle 14,30, alla presenza dell'Assessore al Commercio, Lavoro e Attività produttive della Città di Torino, Domenico Mangone.

Sino a giugno, ogni terzo martedì del mese la Cia proporrà una giornata a tema, coinvolgendo Comuni, Pro Loco, produttori agricoli e artigianali del territorio della Città Metropolitana e dell'intero Piemonte. Il tema della giornata inaugurale del 17 marzo sarà "La Primavera è alle porte: si trapianta e si fiorisce", con la presenza, accanto alle aziende agroalimentari legate al marchio del "Paniere", di produttori di fiori, piantine aromatiche e officinali. E' in programma anche una breve lezione di cucina con i fiori e le erbe. Anche gli appuntamenti successivi, del 21 aprile, 19 maggio e 16 giugno, avranno un carattere prettamente stagionale: ad aprile al centro dell'attenzione ci saranno gli Asparagi di Santena e le insalate di Carmagnola, a maggio le rose di Sciolze e della Collina torinese, a giugno le Ciliegie di Pecetto.

Agricoltura

L'Expo di Milano, dedicato al tema "Nutrire il Pianeta", sta riportando l'attenzione dell'opinione pubblica sul tema del diritto al cibo, la cui centralità pubblica e privata è stata recentemente riconosciuta dal Ministro dell'Agricoltura, Maurizio Martina, secondo cui tale diritto andrebbe inserito a pieno titolo nella Costituzione italiana. La questione è da tempo oggetto anche delle preoccupazioni delle istituzioni internazionali, a causa dello stridente squilibrio tra il miliardo di essere umani male o poco nutriti e gli altrettanti individui obesi, in un mondo in cui il 30% degli alimenti va sprecato, per problemi logistici o semplicemente per abitudini errate.

Nei mesi di marzo e aprile su questi ed altri temi la Città di Torino e la Città Metropolitana propongono tre momenti di seminario e riflessione, nell'ambito del progetto "Nutrire Torino Metropolitana". Nel corso del primo workshop, che si terrà venerdì 6 marzo a partire dalle 14 nell'aula magna del Campus universitario Luigi Einaudi, in Lungodora Siena 100, saranno raccolte e presentate – attraverso un dialogo aperto tra i partecipanti e una sessione poster - alcune esperienze significative che, su scala metropolitana, contribuiscono alla sostenibilità e all'equità del sistema agroalimentare.

Per informazioni sul progetto e per iscriversi ai seminari si può scrivere a nutriretorino@gmail.com

 

 

Costruire un'Agenda del cibo

Il fatto che il cibo sia una risorsa fondamentale per la vita degli esseri umani, così come l'aria e l'acqua, dovrebbe indurre la collettività ad occuparsi in maniera più consapevole di ciò che mangia. Tuttavia, anche nei Paesi occidentali la sicurezza alimentare, intesa come possibilità di accesso fisico, sociale ed economico ad un cibo sano, nutriente e sufficiente, non è una garanzia per tutti: lo dimostrano i dati sulla povertà alimentare e la crescente diffusione di molte malattie cronico-degenerative, come il diabete, le patologie cardio-vascolari e oncologiche, tutte dipendenti in larga misura dall'alimentazione. Anche in un Paese come l'Italia, che ha fatto del cibo un elemento portante della propria cultura e della propria economia, non sono sufficientemente garantiti né la possibilità di avere informazioni per scegliere consapevolmente il cibo, né l'accesso )soprattutto in termini economici) a un cibo di qualità.

Da alcuni anni la Città e la Provincia di Torino – oggi Città Metropolitana – hanno iniziato una riflessione sulle politiche alimentari, nella consapevolezza del fatto che gli Enti locali possono manovrare alcune "leve" molto importanti per garantire una qualità alimentare diffusa e accessibile, insieme ad una più ampia ed aperta possibilità di scelta per i consumatori, all'interno di un sistema alimentare complesso e globale, dove i grandi attori decidono di fatto quello che quotidianamente mettiamo nel piatto.

Se quindi una politica del cibo è auspicabile, a scala almeno metropolitana o provinciale, l'ambizione che guida il progetto "Nutrire Torino Metropolitana" attraverso i suoi tre momenti di incontro è la costruzione di una "Agenda del cibo", un manifesto condiviso con i cittadini e gli operatori economici - agricoltori, artigiani, ristoratori, commercianti, grandi attori del sistema agroalimentare - che permetta di evidenziare i nodi fondamentali da sciogliere e gli obiettivi da raggiungere. L'Agenda potrà orientare in futuro le politiche della Città di Torino, della Città Metropolitana e della Regione Piemonte in una serie di settori strategici: agricoltura, ambiente, urbanistica, sanità pubblica, commercio, logistica, istruzione e solidarietà sociale.

L'obiettivo è quello di evitare una visione che riduca la questione alimentare ad una serie di problematiche settoriali (solo agricole, solo igienico sanitarie, solo educative, solo gastronomiche, solo socio-assistenziali, solo economiche, ecc.). La grande complessità del sistema alimentare, globale e locale, è infatti basata su relazioni, anche conflittuali, tra chi produce, chi distribuisce e chi consuma; una complessità che "intercetta" molte politiche, a vari livelli istituzionali. "Nutrire Torino Metropolitana" nasce con l'ambizione di essere l'inizio di un percorso - lungo e articolato, ma molto concreto - per arrivare alla costruzione di una strategia alimentare sistemica, condivisa e partecipata.

Come detto, il primo workshop si terrà venerdì 6 marzo, per raccogliere e presentare tutte le esperienze innovative su scala metropolitana, attraverso un dialogo aperto fra i partecipanti e una sessione poster. Il secondo workshop, che si terrà ad aprile, è invece pensato come un momento di confronto più intenso e mirato (anche di tipo conflittuale) fra gli attori, al fine di evidenziare e mettere in relazione posizioni, interessi, dimensioni e logiche differenti che compongono il sistema alimentare. Il terzo workshop, anch'esso previsto in aprile, costituisce la sintesi dei primi due, con l'ambizione di "gestire" la complessità, attraverso uno sforzo progettuale partecipato sui temi chiave emersi lungo tutto il processo, al fine di elaborare un documento condiviso di visione e di azione, da presentare alle istituzioni.