I NOSTRI COMUNICATI

 

Agricoltura

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Domenica 23 ottobre si celebrerà il centesimo anniversario della Tettoia dell’Orologio al mercato di Porta Palazzo, un luogo simbolo di Torino, molto amato sia dai produttori che dai consumatori. In una delle aree commerciali più frequentate della città si sono avvicendate almeno tre generazioni di agricoltori, che arrivavano e arrivano tuttora dalle aree agricole del “fuori porta” torinese, salvate dal consumo di suolo e dall’abbandono.

Il programma delle celebrazioni, patrocinate dalla Città Metropolitana di Torino prevede per domenica 23 a partire dalle 12,30 la Gran Zuppa del giorno di mercato”, preparata e servita dagli studenti dell’Istituto Professionale “Colombatto” di Torino, accompagnata da intrattenimenti artistici. La partecipazione al momento conviviale è a offerta libera. Dalle 17 alle 18 si terranno invece una serie di letture “animate” su Porta Palazzo, con scrittori del calibro di Alessandro Perissinotto, Giuseppe Culicchia, Margherita Oggero, Dario Voltolini e con gli scrittori di “ToriNoir”. I Racconti di Porta Palazzo saranno invece curati dalla Scuola Holden. Dalle 18,15 alle 23 la festa continuerà con lo spettacolo del circus performer Mister David e con la musica della Bandragola Orkestar.

Giovedì 27 ottobre le celebrazioni del centenario proseguiranno alle 21 alla residenza temporanea “Luoghi Comuni” di via Clemente Priocca 3, con la proiezione gratuita del film “Food Market: profumi e sapori a Km 0 – Porta Palazzo”, prodotto dalla Stefilm Torino.

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Sabato 15 e domenica 16 ottobre ritorna a Villar Focchiardo la Sagra valsusina del Marrone, giunta alla cinquantacinquesima edizione, il che ne fa la più antica manifestazione a livello nazionale dedicata a questo prodotto. La Sagra è uno degli appuntamenti di punta della rassegna enogastronomica “Gusto ValSusa” e vede i castanicoltori della Valle di Susa contendersi la palma del miglior produttore con la gara del peso: ogni coltivatore presenta i suoi 50 frutti di maggior pezzatura e viene proclamato vincitore colui che fa registrare il peso più alto in assoluto.

Figure chiave della festa sono “Pero” e “Gepa”, ovvero “Lo Desbator” e “La Rapoloira” della tradizione contadina valsusina. Il primo con lunghe pertiche batteva i ricci sugli alberi per far cadere a terra le castagne, mentre la seconda le raccoglieva. Pero e Gepa sono accompagnati dalle note dei “Barbis du Vilè” e guidano i “Brusatairo”, che si occupano della preparazione e distribuzione delle caldarroste, le “brusatà”.

Venerdì 14 ottobre la giornata è interamente dedicata agli espositori per l’allestimento degli stand. Sabato 15 ottobre alle 10 è in programma l’apertura della Sagra del Marrone e della mostra mercato nell'area della scuola primaria e nelle vie del paese. Alle 12,30 al centro polivalente di via Cappella delle Vigne si può pranzare con un menù completo a base di marroni. Alle 14 iniziano la distribuzione delle “brusatà” e lo spettacolo di musica itinerante con il gruppo “Sensa döit street band”. Alle 15 comincia invece la distribuzione di dolci a base di marroni al centro polivalente, dove in serata si può cenare. Alle 21 nel piazzale antistante il centro si esibiscono i “Farinei dla Brigna”. Domenica 16 ottobre la sagra e la mostra mercato riaprono alle 9 e la distribuzione gratuita di brusatà accompagna i presenti dalle 11 e per l'intera giornata, così come gli spettacoli di musica itinerante dei “Barbis du Vilè” che, partendo da Via Umberto I alle 14.30, accompagnano Pero e Gepa in sagra. Alle 10 e poi alle 15 riprende la distribuzione di dolci a base di marroni e alle 12.30 la ristorazione. Nel pomeriggio, alle 16.30, sono previsti i saluti delle autorità e le premiazioni dei concorsi peso e confezioni. Gli intrattenimenti e le iniziative collaterali spaziano dalle mostre di pittura, pirografia e acquerello alla rievocazione medioevale, dalla vendita di marroni a un laboratorio di origami, da una dimostrazione di scultura alle prove di aratura, senza dimenticare il castello gonfiabile, il trenino lillipuziano e il parco avventura per i bambini.

Per saperne di più: www.comune.villarfocchiardo.to.it

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Sabato 15 e domenica 16 ottobre a Coazzesi svolge la sedicesima edizione della “Festa Rurale del Cevrin”, tradizionale fiera commerciale dei prodotti agro-alimentari di qualità delle montagne della Val Sangone. La manifestazione è anche un’occasione per riflettere sulla realtà produttiva delle vallate torinesi e un’occasione per la promozione delle iniziative di sviluppo socio economico della montagna rurale.

“Cibo & territorio alpino”è il marchio che rappresenta la sfida per rivendicare uno spazio importante di confronto e promozione delle “Terre Alte”, territori che si confrontano con un mercato alimentare sempre più omologato e condizionato dalle grandi aziende internazionali.

Il tema portante dell’edizione 2016 della Festa Rurale è la caratterizzazione e la protezione del suolo come primo elemento della catena della tracciabilità e della qualità alimentare, in collaborazione con la Facoltà di Agraria dell’Università di Torino e con la campagna People4Soil di Slow Food.

Tra le novità della Festa ci sono due conferenze, sui primi risultati del progetto di certificazione dei suoli dei pascoli alpini del Comune di Coazze e sul nuovo Piano di sviluppo localepreparato dal Gal Escarton e Valli Valdesi.Alla manifestazione partecipano produttori e amministratori di Comuni francesi transfrontalieri, con cui i coazzesi intendono iniziare un percorso di collaborazione. Sempre in tema di collaborazione tra Comuni, Coazze ha avviato una raccolta fondi a favore delle popolazioni terremotate di Amandola.

Per saperne di più e consultare il programma della manifestazione: www.comune.coazze.to.it

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Recuperare la memoria della coltivazione della vite sulla Collina Morenica di Rivoli, dove, nel Medioevo, il più nobile vitigno piemontese era di casa: è l’obiettivo del progetto “Nebbiolo 1226”, promosso da un gruppo di volontari e sostenuto dalla Strada Reale dei vini torinesi.

Le prime testimonianze scritte della vitivinicoltura a Rivoli collocano appunto la presenza del vitigno sulla Collina Morenica nell'anno 1266. Il progetto si propone di valorizzare il patrimonio paesaggistico e rurale della Collina Morenica per favorirne la frequentazione, accrescere la consapevolezza dei residenti, comunicare le bellezze, le peculiarità e la storia di un ambiente naturale unico. Da Rivoli ad Avigliana si stende un vero e proprio “polmone verde” di oltre 50 Kilometri quadrati, la cui elevazione rispetto al fondovalle della Dora Riparia e alla pianura torinese è dovuta ad un processo millenario di trasporto e deposito di sedimenti glaciali.

La dedizione e la passione con la quale alcune associazioni locali hanno provveduto negli anni scorsi alla pulizia e alla sistemazione dei sentieri hanno dato visibilità alla Collina Morenica e al suo potenziale ricreativo, turistico, culturale e sportivo.

Le amministrazioni locali hanno patrocinato il progetto: in primo luogo il Comune di Rivoli e la Città Metropolitana di Torino, ma anche i Comuni di Avigliana, Bruino, Buttigliera Alta, Reano, Rosta, Sangano, Trana e Villarbasse.

45 Km di antiche vie, da promuovere on line e con un contest fotografico

L’Anfiteatro Morenico di Rivoli è un territorio che coniuga lo sfruttamento agricolo con l’ambiente forestale ed è disseminato di sorprendenti massi erratici, muti testimoni dell’origine del territorio. Il percorso che attraversa la Collina è un anello di 45 kilometri, con 1266 metri di dislivello totale, tracciato e mappato con GPS. Culmina sulla cima del Monte Cuneo, belvedere tra la Valle Sangone e la Valle di Susa. L’abbraccio delle Alpi, che nelle giornate terse arriva fino al Monviso, è una corona alla bellezza discreta di questi luoghi. E’ un itinerario da percorrere preferibilmente in bici, ma anche a piedi, nella sua interezza o per frazioni, seguendo antiche vie di comunicazione di alto valore storico e ambientale.

Per sottolineare la vocazione enologica del percorso, in corrispondenza delle vigne più importanti saranno posati cartelli informativi in legno, che racconteranno la storia e le caratteristiche della singola vigna. Il tracciato sarà fruibile anche grazie alle moderne tecnologie di mapping GPS. Il percorso è suddiviso in anelli più brevi e meno difficoltosi dal punto di vista sportivo, perché possa essere frequentato dal maggior numero possibile di turisti, escursionisti e ciclisti. Si snoda prevalentemente in aree boscate, su sterrato dal fondo per lo più compatto e drenante. La maggior parte dell'itinerario non richiede particolari doti tecniche o fisiche e presenta sia una valenza sportiva che escursionistica.

Il percorso Nebbiolo1266 è caratterizzato da un logo originale che richiama la Strada Reale dei vini torinesi e il Nebbiolo e sarà presto supportato dal sito Internet www.nebbiolo1266.itdal quale saranno scaricabili i tracciati GPS e le mappe statiche. Sul sito sarà descritto il progetto, saranno comunicate le iniziative e sarà disponibile un compendio storico bibliografico. Verranno anche attivati canali social su Facebook, YouTube, Twitter e Instagram.

L’avvio delle attività sul Web avverrà con un contest fotografico. Per festeggiare la ricorrenza dei 750 anni dalle prime tracce del Nebbiolo in Piemonte il progetto viene presentato in autunno, per beneficiare della bellezza delle vigne cariche di uva in maturazione, della vendemmia e dei colori autunnali. Il contest fotografico raccoglierà le migliori immagini del percorso.

Tramite Facebook si promuoverà il tracciato, invogliando escursionisti e ciclisti a percorrerlo, a conoscerlo e a cercare immagini belle e originali che saranno utilizzate sul sito dedicato.

La premiazione del contest fotografico è prevista per lunedì 28 novembre 2016 a Rivoli.

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Da venerdì 7 a domenica 9 ottobre a Carignano è in programma la XXV Sagra del Ciapinabò, che offre la possibilità di gustare il caratteristico tubero, cucinato con le ricette della tradizione e in inedite preparazioni.

La conferenza stampa di presentazione della manifestazione si è tenuta martedì 4 ottobre alle 11 nella Sala Marmi di Palazzo Dal Pozzo della Cisterna, sede della Città Metropolitana di Torino, in via Maria Vittoria 12.

La Sagra del Ciapinabò è nata agli inizi degli anni ’90 da un'idea del Comitato Manifestazioni carignanese, in modo assolutamente volontaristico e senza motivazioni scientifiche o economiche. L'Helianthus tuberosus, o Topinambur o, in lingua piemontese, Ciapinabò, venne scelto perché è l’ingrediente fondamentale nell'assortimento di verdure che accompagna la bagna caôda: un modo semplice e immediato per coinvolgere il pubblico alla ricerca delle identità gastronomiche regionali. Da qualche anno il Ciapinabò è anche entrato nel “Paniere” dei prodotti tipici, istituito quindici anni orsono dall’allora Provincia di Torino, oggi Città Metropolitana.

La Sagra è ormai un evento di portata nazionale ed è un’importante occasione per incontrare e far incontrare contadini e cultura accademica, cuochi, grandi cultori dell'enogastronomia e semplici neofiti, artisti, artigiani e commercianti.

Gli stand gastronomici si affiancano ai laboratori divulgativi dedicati alle proprietà culinarie e salutistiche del tubero, mentre la mostra della razza bovina Frisona offre uno spaccato della realtà zootecnica della ricca pianura torinese. La Sagra continua a crescere nei numeri e nell’attenzione dell’opinione pubblica e, intanto, il Ciapinabò si propone come una valida alternativa all'agricoltura e all'alimentazione tradizionali, alle prese con antichi problemi e con le nuove esigenze di una dieta sana ed equilibrata.

Nel 2015 a Carignano i 30.000 visitatori della Sagra hanno consumato circa 700 Kg di Ciapinabò, che, ormai, non è più considerabile come un tubero spontaneo, perché alcune aziende agricole carignanesi lo propongono sui mercati di tutto il Piemonte e non solo, mentre Slow Food e l’Istituto alberghiero “Norberto Bobbio” di Carignano ne studiano le proprietà organolettiche e le infinite possibilità di utilizzo innovativo in cucina e per la produzione di bioetanolo. Tra le proposte gastronomiche dell’unica sagra dedicata al Ciapinabò in Piemonte spiccano i “Ciafrit”, una ricetta molto apprezzata dai visitatori della manifestazione: si tratta di sottili fette di Ciapinabò infarinate e fritte, a prima vista simili alle patatine, ma con un gusto del tutto diverso e originale. Da un paio di anni, poi, in piazza San Giovanni si tiene un laboratorio di show cooking, con la partecipazione di alcuni chef stellati, che propongono piatti a base di Ciapinabò. Agli studenti dell’Istituto alberghiero “Bobbio” è invece riservato un concorso di cucina, la cui giuria è formata da giornalisti specializzati in enogastronomia. A conclusione della Sagra e per festeggiarne i 25 anni, domenica 9 ottobre alle 21 nella chiesa medioevale di San Remigio (in fase di restauro) è in programma lo spettacolo son et lumière “Emozioni pirotecniche”.

Per consultare il programma completo della Sagra: www.comune.carignano.to.it

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Da venerdì 7 a domenica 9 ottobre a Carignano è in programma la XXV Sagra del Ciapinabò, che offre la possibilità di gustare il caratteristico tubero, cucinato con le ricette della tradizione e in inedite preparazioni.

La conferenza stampa di presentazione della manifestazione si terrà martedì 4 ottobre alle 11 nella Sala Marmi di Palazzo Dal Pozzo della Cisterna, sede della Città Metropolitana di Torino, in via Maria Vittoria 12.

I colleghi giornalisti sono cordialmente invitati ad intervenire

La Sagra del Ciapinabò è nata agli inizi degli anni ’90 da un'idea del Comitato Manifestazioni carignanese, in modo assolutamente volontaristico e senza motivazioni scientifiche o economiche. L'Helianthus tuberosus, o Topinambur o, in lingua piemontese, Ciapinabò, venne scelto perché è l’ingrediente fondamentale nell'assortimento di verdure che accompagna la bagna caôda: un modo semplice e immediato per coinvolgere il pubblico alla ricerca delle identità gastronomiche regionali.

La Sagra è ormai un evento di portata nazionale ed è un’importante occasione per incontrare e far incontrare contadini e cultura accademica, cuochi, grandi cultori dell'enogastronomia e semplici neofiti, artisti, artigiani e commercianti.

Gli stand gastronomici si affiancano ai laboratori divulgativi dedicati alle proprietà culinarie e salutistiche del tubero, mentre la mostra della razza bovina Frisona offre uno spaccato della realtà zootecnica della ricca pianura torinese. La Sagra continua a crescere nei numeri e nell’attenzione dell’opinione pubblica e, intanto, il Ciapinabò si propone come una valida alternativa all'agricoltura e all'alimentazione tradizionali, alle prese con antichi problemi e con le nuove esigenze di una dieta sana ed equilibrata.

Nel 2015 a Carignano i 30.000 visitatori della Sagra hanno consumato circa 700 Kg di Ciapinabò, che, ormai, non è più considerabile come un tubero spontaneo, perché alcune aziende agricole carignanesi lo propongono ormai sui mercati di tutto il Piemonte e non solo, mentre Slow Food e l’Istituto alberghiero di Carignano ne studiano le proprietà organolettiche e le infinite possibilità di utilizzo innovativo in cucina e per la produzione di bioetanolo. Il Ciapinabò è anche entrato nel “Paniere” dei prodotti tipici istituito quindici anni orsono dall’allora Provincia di Torino.

Per consultare il programma completo della Sagra: www.comune.carignano.to.it

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Tempo di Festa d’Autunno a Pragelato, per un evento che rientra nel circuito “Gusto in Quota”. La kermesse inizierà sabato 24 settembre alle 15,30 con l’inaugurazione ufficiale alla Casa Escartons e con la conferenza “Raccontar di fiori”, in cui la pittrice Gianna Tuninetti racconterà la sua tecnica e la meraviglia della natura attraverso cento immagini floreali.

Alle 17,30 il professor Marco Porporato, docente alla Facoltà di Agraria dell’Università di Torino illustrerà “Le caratteristiche compositive del miele di Pragelato. Quali piante sono bottinate e in quale percentuale partecipano alla formazione del miele locale”. Il successivo incontro su “Il Miele Millefiori di Pragelato: dalla smielatura alla degustazione” sarà a cura del Consorzio Apicoltori Miele di Pragelato. A seguire una degustazione dei distillati Albergian e del digestivo Larice.

Alle 20 i ristoranti pragelatesi proporranno una cena a tema, mentre il formaggio tipico del Parco Alpi Cozie sarà protagonista della cena con degustazione guidata in programma al Mulino di Laval, a cura dei tecnici dell’ONAF, L’Organizzazione Nazionale Assaggiatori Formaggi.

Domenica 25 settembre dalle 10 alle 17 sono in programma la Borsa delle patate e il mercatino dei prodotti locali, in piazza Lantelme e nel cortile dell’azienda agricola Balcet. Alle 10 in piazza del Municipio si potrà anche assistere ad una dimostrazione di caseificazione, a cura dell’Alpeggio Troncea e del Parco Alpi Cozie. Alle 11,30 al Museo del Costume e delle Tradizioni delle Genti Alpine si inaugurerà la mostra “Sulle ali delle Api” di Gianna Tuninetti, realizzata in collaborazione con la Fondazione Guiot Bourg. Alle 12,30 in piazza del Municipio è in programma la premiazione del miglior formaggio 2016 dei Parchi delle Alpi Cozie, con successiva degustazione dei formaggi. Dopo il pranzo a tema nei ristoranti locali, alle 14,30 ancora una dimostrazione di caseificazione, a cura dell’Alpeggio Troncea e di Massimo Giletta.

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Si intitola “Feeding you fair”, cioè “Nutrirvi in modo pulito” (o corretto) ed è un decalogo a cui hanno deciso di aderire decine di ristoratori, gestori di bar e di negozi alimentari torinesi attenti alla qualità e sostenibilità dei cibi. L’iniziativa è partita dalla Città Metropolitana di Torino, nell’ambito del progetto “Nutrire Torino Metropolitana” e con la collaborazione di Slow Food e dell’Asl Torino1, in occasione del Salone del Gusto e di “Terra Madre” 2016.

I promotori dell’iniziativa ritengono che la qualità del cibo e la salute del consumatore non possano essere appannaggio di chi investe in prestigiose “locations” per i propri locali, in immagine pubblicitaria e in slogan salutistici. Cibo pulito e salute devono essere alla portata di tutti, perché, accanto ai cuochi stellati, ai vini blasonati ed alle etichette pubblicizzate ci sono migliaia di operatori della ristorazione meno visibili ma non per questo meno capaci; operatori che scelgono con cura le materie prime, si preoccupano della genuinità dei loro prodotti e prestano attenzione all’ambiente, alle disuguaglianze sociali e alla promozione della salute; operatori che hanno scelto di passare “dal dire al fare”, con semplicità, con umiltà e con la voglia di dare il loro piccolo-grande contributo in tema di alimentazione.

GLI IMPEGNI MINIMI DEI LOCALI ADERENTI AL DECALOGO

I locali aderenti si impegnano a rispettare i seguenti requisiti:

Requisiti ambientali

- concorrere alla raccolta differenziata con elementi di premialità (da definire a cura della Città di Torino)

- utilizzare bicchieri, piatti e posate compostabili o lavabili

- non utilizzare acqua in contenitori di plastica e/o servire la cosiddetta “acqua del Sindaco” (esclusa l’acqua da asporto)

Requisiti sociali

- evitare distinzioni di genere, razza o ceto sociale tra i clienti e i fornitori

- aderire ad iniziative di riduzione degli sprechi alimentari volte a ridurre il volume dei prodotti da destinare alle discariche, mettendo a disposizione gli alimenti non consumati e ancora commestibili

- rispettare gli abitanti del proprio quartiere e sollecitare i nostri clienti a fare altrettanto

Requisiti alimentari

- evitare cibi contenenti polifosfati aggiunti

- evitare grassi idrogenati e oli tropicali

- evitare cibi precotti

- evitare formaggi fusi (ad esempio le sottilette)

- utilizzare solo uova provenienti da allevamenti biologici o da galline allevate a terra

- utilizzare almeno il 70% di pane fresco di giornata (cioè non cotto a partire da prodotto surgelato), proveniente da forni locali o regionali o prodotto nei ristoranti

- scegliere carni frollate per almeno 7 giorni

- utilizzare nei bar succhi di frutta contenenti il 100% di frutta, senza zuccheri o conservanti aggiunti, secondo i dettami della Direttiva 2012/2012 dell’Unione Europea in corso di recepimento in Italia

GLI IMPEGNI FACOLTATIVI DEI LOCALI ADERENTI AL DECALOGO

- utilizzare solo frutta e verdura di stagione, che non ha subito trattamenti post raccolta e non è stata congelata o surgelata. È invece consentita la frutta o verdura conservata in atmosfera modificata

- utilizzare frutta e verdura locale o regionale se presente nell’area regionale

- utilizzare solo formaggi artigianali, provenienti da piccoli produttori (caseifici aziendali) e tradizionali, inseriti nell’elenco dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali o in altri elenchi certificati se extra nazionali

GLI IMPEGNI NON IN ESCLUSIVA DEI LOCALI ADERENTI AL DECALOGO

- proporre ai clienti il pane “mezzo sale” e informarli sulle panetterie di Torino Città che lo producono

- utilizzare (in maniera non esclusiva) farine integrali o di grani antichi per la produzione di pane o dolci

- proporre ai clienti birre artigianali

- proporre ai clienti menù speciali, vegetariani o senza glutine

- produrre e proporre nei bar centrifugati di frutta e verdure fresche

- adottare una birra di Terra Madre Salone del Gusto per l’intera durata della manifestazione

- proporre nei locali beverage menù dedicati ai drink solo con frutta fresca di stagione

- proporre produzioni nazionali e di piccoli produttori nei negozi di formaggi

- utilizzare nelle panetterie anche farine di grano di tipo 2 o integrali e antiche varietà di cereali o di mais

- proporre facoltativamente un’offerta proteica alternativa alla carne: pesce azzurro, latticini, legumi

- adottare facoltativamente un Presidio Slow Food e/o un prodotto dell’Arca del Gusto di Slow Food e/o un produttore di Terra Madre Salone del Gusto per l’intera durata della manifestazione

GLI IMPEGNI SCRITTI DEI LOCALI ADERENTI AL DECALOGO

- indicare, ove possibile, l’origine della materia prima o dei prodotti di prima trasformazione come i formaggi, i salumi, le carni, ortofrutta, i vini, il pesce. Si indica nome e luogo di provenienza del produttore o allevatore o pescatore o trasformatore nel caso di salumi

- indicare le caratteristiche della materia prima: se il formaggio è crudo, se i latticini sono prodotti con latte nobile, se il prodotto proviene da agricoltura biologica, se le carni provengono da animali allevati con sistemi estensivi, se sono presenti conservanti non necessari ad assicurare la salubrità del prodotto, se sono presenti prodotti artigianali o prodotti in caseificio aziendale o poco processati, se le farine sono integrali e utilizzano cereali di antiche varietà

- indicare l’utilizzo dell’olio per frittura se mono seme o di arachide

- indicare le calorie delle bevande nei locali beverage

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La nuova veste del Salone del Gusto, allestito all’aperto in diversi luoghi della città, è una grande sfida per gli organizzatori: i cibi tradizionali tornano nelle strade per essere venduti direttamente, come nei mercati popolari. Nella vetrina a cielo aperto dedicata agli alimenti coltivati, prodotti e cucinati, Torino riserva una piazza ai propri territori. Per iniziativa della Camera di commercio, in piazzale Valdo Fusi si raccoglieranno i “Maestri del gusto” e alcuni produttori vitivinicoli del “Paniere dei prodotti tipici della Provincia di Torino” e della “Strada Reale dei vini Torinesi”.

Per valorizzare le produzioni locali realizzate secondo le consuetudini del passato e con materie prime del territorio saranno presenti numerose tipologie alimentari, che rappresenteranno le diverse aree della Città Metropolitana e le differenti arti della loro preparazione. L’Enoteca regionale dei vini della Provincia di Torino proporrà ai visitatori del Salone i migliori vini del territorio: l’Erbaluce Docg nelle sue diverse declinazioni, il Freisa Doc, il Valsusa Doc, il Pinerolese Doc e altre tipologie dal variegato panorama enologico torinese.

La viticoltura ci conduce al vino ma anche all’apprezzamento del panorama che la connota. Per questo, a fianco del bancone di mescita, sarà presente uno spazio espositivo che proporrà al pubblico la “Strada Reale dei vini torinesi”, le bellezze del territorio e le occasioni per goderne. Saranno distribuiti materiali promozionali per favorire la conoscenza e la visita delle zone vitivinicole e dei parchi provinciali. Presso lo stand, inoltre, sarà presente un hot spot che consentirà la connessione a Internet.

UN’OCCASIONE DI PROMOZIONE PER IL CAREMA DOC E IL SUO TERRITORIO

Tra i protagonisti della promozione delle eccellenze vitivinicole al Salone del Gusto non poteva mancare il Carema Doc, uno degli otto vini italiani Presìdi Slow Food. In concomitanza con la kermesse torinese, a Carema è in programma la Festa dell’uva e del vino. Il programma completo è consultabile nel portale Internet www.comune.carema.to.it Nella serata di sabato 24 settembre nel suggestivo centro storico, illuminato dalle fiaccole e animato da intrattenimenti musicali, si svolgerà la passeggiata enogastronomica "Andar per cantine antiche". Sarà una cena itinerante, in cui si assaporeranno i vini di Carema e i migliori vini piemontesi, si gusteranno i piatti della tradizione e si visiteranno le caratteristiche e antiche cantine (“crote”) del paese.

A Carema il termine “viticoltura eroica” trova un’espressione adeguata alla natura dei luoghi e alla fatica del lavoro. Le vigne disegnano un paesaggio unico, in virtù della coltivazione su terrazzamenti aggrappati alla montagna tra i 350 ed i 700 metri d’altitudine. I caratteri di questo paesaggio si sono definiti e rafforzati in un lungo e lento processo, basato su regole riconosciute e accettate da tutti. La costruzione e la conduzione del vigneto sono guidate da leggi dettate dai fenomeni naturali. Nella conca soleggiata di Carema la sapiente e antica opera dell’uomo ha realizzato una scenografica “architettura verde”, vanto per gli uomini che ne tramandano l’arte costruttiva e concreta prova del sacrificio di coltivare una terra dura e difficile. Si tratta di pergole, chiamate in dialetto “topia” o “tupiun”, costruite su muraglioni a secco con funzioni di sostegno e schiere di “pilun”, pilastrini in pietra a vista o intonacati, dalla forma tronco-conica.Su tali colonne, sormontate da un “cappello” di pietra, poggiano i graticci in legno che sostengono i tralci. Questi materiali svolgono l’importante funzione di immagazzinare il calore del sole, rilasciandolo durante la notte e attenuando così l’escursione termica. Il vitigno principe a Carema e nei comuni limitrofi è il Nebbiolo, chiamato “Picotener”. Originario probabilmente delle vallate alpine, è uno dei vitigni più antichi presenti in Piemonte: lo testimonia la grande varietà di sotto-cultivar o biotipi del vitigno, risultato della diversificazione indotta dai diversi ambienti di coltivazione. Essendo un vitigno vigoroso, ben si adatta alla caratteristica forma d’allevamento espansa. Le viti mantengono le gemme produttive distanti dal suolo, così da sfuggire alle gelate tardive, frequenti negli ambienti montani. I grappoli sono costantemente controllati dai viticoltori, per garantire un’ottimale esposizione al sole e la naturale maturazione tardiva delle uve. Solo i grappoli migliori vengono raccolti per la produzione del Carema Doc, dando origine a un vino che ben si presta all’invecchiamento.

LA CARTA D’IDENTITÀ DEL CAREMA

Nel contesto montano il Nebbiolo offre produzioni enologiche molto particolari, caratterizzate da un insieme di componenti strutturali che ne fanno un vino dotato di un colore più stabile nel tempo dei Nebbioli ottenuti in altre aree viticole. Il sapore morbido, vellutato e corposo, insieme alla sua longevità, lo rendono un elemento cardine della cultura enologica del Canavese. Le tipologie sono due. Il Carema Doc ha un colore rosso rubino intenso, tendente al granato, un odore fine e caratteristico che ricorda la rosa macerata, un sapore morbido, vellutato al palato e di corpo. È obbligatorio l’invecchiamento di due anni, di cui uno in botte di rovere o castagno. Il Carema Riserva Doc ha colore rosso granato, odore fine e caratteristico, sapore morbido, vellutato e corposo. È obbligatorio l’invecchiamento di tre anni, di cui uno in botte di rovere o castagno.

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Il Gruppo Amici della Montagna della frazione Grange di Bovile del Comune di Perrero, in Val Germanasca, organizza per sabato 3 e domenica 4 settembre l’ottava edizione della Rassegna dei formaggi d’alpeggio e la seconda edizione della Rassegna dei prodotti della montagna. L’iniziativa è patrocinata dalla Città Metropolitana di Torino e si aprirà nella serata di sabato 3 settembre con una cena ed una serata blues. Domenica 4 alle 10 si apriranno le rassegne dei formaggi e dei prodotti della montagna e alle 12,30 ci sarà un pranzo con gli Amici della Montagna. Per informazioni e prenotazioni si può scrivere all’indirizzo info@gamboville.net o telefonare ai numeri 345-5155386 e 349-3824679.

L'associazione Gruppo Amici della Montagna è nata nel 1973 dall'integrazione di due gruppi spontanei nati nelle diverse borgate: uno a Vrocchi, costituito da un gruppo di ragazzi che si riunivano in una ex stalla nell'allora casa della Vicaria; l’altro, costituito da giovani e meno giovani delle borgate e di Grange e Peyrone, che avevano allestito un campo per il gioco delle bocce e un fabbricato di legno in località Pellenc.
Nella prima fase della sua attività l’associazione ha realizzato la struttura della “Crotto d' Pellenc”. Oggi il Gruppo Amici della Montagna privilegia le iniziative culturali ed è impagnata nella conservazione del patrimonio locale, grazie al recupero delle scuole Beckwith e al loro riuso come musei (Museo delle diaconesse di Vrocchi), al recupero dei lavatoi e della cappella della Visitazione di Vrocchi, con la tinteggiatura del campanile e il restauro dei quadranti dell'orologio.