Risorse idriche

Le video lezioni del progetto "Acqua e territorio"

Tutte le video lezioni sono disponibili anche nella playlist pubblicata sul canale YouTube della Città metropolitana di Torino

Tutti gli approfondimenti sul progetto e sulla realizzazione delle videolezioni


Video lezioni "Acqua e territorio": introduzione al corso

Introduzione istituzionale del Vicesindaco della Città metropolitana di Torino Marco Marocco.
 

 

Acqua e territorio di fronte al cambiamento climatico

Luca Mercalli spiega come il cambiamento climatico impatterà sulla gestione dell’acqua e del territorio e perché è importante essere formati su questi aspetti. Con i contributi tecnico-scientifici di:

 

 

Cenni di Ecologia fluviale. Il fiume: un ecosistema in equilibrio dinamico - Dott.ssa Maria Rita Minciardi

Il ruolo chiave degli ecosistemi fluviali per la biodiversità e la resilienza del territorio al cambiamento climatico.
Un fiume non è solo il canale principale in cui scorre l’acqua, ma comprende una fascia molto più ampia in cui la vegetazione presente è stata selezionata proprio per la capacità di adattarsi a falde subaffioranti e a periodiche sommersioni. In tale contesto il passaggio delle piene, anche quelle distruttive, rappresenta condizione essenziale per la conservazione della complessità e della biodiversità propria degli ambienti ripari. La dinamica fluviale stessa è generatrice di biodiversità attraverso i suoi processi di erosione, trasporto e sedimentazione, che periodicamente rinnovano e diversificano l’ambiente fluviale mediante l’attivazione di nuovi bracci fluviali e l’abbandono di altri.
La dott.ssa Minciardi mette quindi in guardia dai rischi determinati dalle imponenti opere di regimazione dei corsi d’acqua che, negli ultimi 50 anni, hanno ingessato i corsi d’acqua e hanno sottratto loro territori fluviali per destinarli a un uso antropico. Così come un eccessivo prelievo di acque altera l’andamento naturale delle portate e abbatte la capacità dei corsi d’acqua di depurare i nostri scarichi. Per garantire il mantenimento delle funzioni e dei servizi ecosistemici che i corsi d’acqua forniscono al genere umano è quindi necessario invertire la rotta lasciando più acqua e più spazio ai fiumi.
 

 

Il modellamento fluviale: forme e processi geomorfologici - Prof. Marco Giardino, Dott.ssa Chiara Audisio

Conoscere e saper interpretare le forme di un fiume può essere determinante per una efficace protezione dal rischio idrogeologico. Un corso d’acqua nella sua vita erode sedimenti, li trasporta e li deposita. Questi 3 processi sono strettamente dipendenti l’uno dall’altro ed è il loro lavoro combinato a governare l’evoluzione morfologica di fiumi e torrenti. La conoscenza di tali processi permette di interpretare le forme fluviali e di ipotizzarne l’evoluzione, anche in occasione di piene ed eventi alluvionali, consentendo così di effettuare anche una migliore protezione dal rischio idrogeologico. Il non prendere in considerazione le regole che governano le relazioni tra erosione, trasporto e sedimentazione all’interno di un corso d’acqua, può infatti portare alla realizzazione di opere idrauliche che nel risolvere una problematica puntuale possono in realtà andarne ad accentuare altre come risulterà evidente nei filmati che si occupano in modo specifico di dissesto e di opere idrauliche.
Il filmato spiega quindi come funziona un corso d’acqua, guida all’interpretazione dei processi fluviali con l’ausilio di riprese sul campo e descrive i fenomeni che si possono innescare durante un evento di piena. La sua visione è quindi anche propedeutica a una migliore comprensione dei filmati relativi al dissesto e agli effetti delle opere idrauliche e degli interventi sui corsi d’acqua.
 

 

Importanza e gestione della vegetazione riparia - Dott. Alessandro Errico

Tagliare a raso la vegetazione lungo i corsi d'acqua può essere controproducente per il rischio idraulico oltre a determinare perdita di naturalità e biodiversità. La vegetazione presente lungo i corsi d'acqua spesso è percepita come un fattore di rischio idraulico e quindi da eliminare, a prescindere dal contesto.
Il filmato, partendo da una descrizione delle interazioni tra vegetazione e corsi d'acqua, evidenzia invece come la gestione delle formazioni vegetali debba sempre essere adattata all'ambito territoriale di riferimento. Si scopre quindi che in determinate situazioni il suo taglio, a fronte di un impoverimento della naturalità dell'area, può non apportare alcun miglioramento in termini di officiosità idraulica e che la vegetazione riparia può viceversa svolgere un importante ruolo di consolidamento delle sponde e dell'alveo.
E' quindi fondamentale avere sempre un approccio integrato alla gestione della vegetazione perifluviale che, a partire dal contesto di riferimento, ne valorizzi le diverse funzionalità coniugando il mantenimento della funzionalità idraulica con la conservazione della biodiversità, con il miglioramento della fruizione o con finalità di tipo produttivo.
 

 

Esperienze e tecniche di gestione della vegetazione riparia in Piemonte - Dott. For. Giorgio Cacciabue

Qualsiasi eventuale intervento sulla vegetazione riparia deve partire dall’analisi e dalla conoscenza dello stato di fatto e delle dinamiche naturali in atto.
La diffusione di specie esotiche invasive è un aspetto di particolare rilevanza da tenere in considerazione come possibile effetto collaterale indesiderato di interventi di gestione della vegetazione non corretti.
La videolezione fornisce elementi utili alla valutazione degli interventi di gestione della vegetazione riparia e ricostruisce il quadro normativo di riferimento comunitario, nazionale e regionale.
Vengono mostrate situazioni esemplificative di ambiente montano, pedemontano e di pianura.
 

 

Valutazione dello stato dei corsi d'acqua: quadro normativo e approccio ecologico - Dott. Simone Ciadamidaro

Le attività antropiche generano notevoli pressioni sui corsi d'acqua, dall'inquinamento ai prelievi idrici all'introduzione di specie esotiche invasive.
Lo stato di un corso d'acqua indica se e quanto esso sia ancora in grado di sostenere gli impatti dell'attività umana.
La lezione verte su classificazione e monitoraggio delle acque, tipi di alterazione antropica che sono esercitati sugli ecosistemi fluviali, fornisce i principali riferimenti normativi e gli strumenti di pianificazione e gestione utili a raggiungere gli obiettivi di qualità posti dalla normativa stessa. In conclusione viene illustrato il metodo di campionamento dei macroinvertebrati bentonici utilizzato per valutare la qualità biologica ed ecologica del corso d'acqua.
 

 

Il territorio e il dissesto
Durata: 18' 17"
Il territorio e il dissesto - Prof. Ing. Maurizio Rosso

Asportare sedimenti dai letti dei corsi d'acqua può diventare pericoloso per le infrastrutture quali ponti e difese spondali.
Il docente tratta alcuni aspetti del dissesto idrogeologico connesso alla dinamica dei corsi d'acqua alpini con un approccio di tipo tecnico-scientifico che porta a sfatare quelli che sono luoghi comuni molto diffusi. Uno di questi è senz'altro la credenza che per aumentare la sicurezza idraulica sia necessario asportare periodicamente sedimenti dai corsi d'acqua. Si scopre invece che è proprio la carenza di sedimenti ad aver determinato il generalizzato abbassamento dell'alveo dei tratti vallivi e di pianura delle aste fluviali. Abbassamento che mette a rischio la stabilità di infrastrutture quali ponti e delle stesse difese spondali scalzandole alla base.
E' quindi ormai consolidato, in ambito scientifico, che la difesa del territorio dal rischio idrogeologico va gestita sulla base di studi della dinamica geomorfologica a livello di bacino idrografico. E' infatti dimostrato che interventi realizzati per risolvere criticità locali, senza tenere conto della dinamica complessiva del corso d'acqua, nel tentare di risolvere una problematica puntuale, possono in realtà contribuire ad aumentare il rischio idrogeologico di un territorio.
 

 

Effetti delle opere idrauliche e degli interventi sui corsi d'acqua - Ing. Geol. Chiara Silvestro

Molteplici sono le tipologie delle opere idrauliche di difesa esistenti lungo i corsi d'acqua piemontesi o comunque interferenti con essi. Diversi gli effetti da esse generati soprattutto durante gli eventi estremi.
La lezione illustra la classificazione delle opere idrauliche, longitudinali e trasversali, utilizzata nel Sistema Informativo Catasto Opere di Difesa della Regione Piemonte che censisce e cataloga le opere esistenti sui corsi d'acqua piemontesi.
Particolare attenzione viene posta agli effetti che possono indurre tali opere sulla dinamica dei corsi d'acqua, soprattutto durante gli eventi alluvionali.
 

 

Il vincolo idrogeologico
Durata: 14' 13"
Il vincolo idrogeologico - Dott. For. Giorgio Cacciabue

Il vincolo idrogeologico sottopone a tutela aree territoriali che possono subire danni, perdere di stabilità o vedere alterato il regime delle acque a seguito di interventi di movimento terra o disboscamenti.
Il vincolo idrogeologico, ricadente soprattutto in area montana e collinare, non preclude la possibilità di intervenire sul terreno ma subordina l’intervento all’ottenimento di una specifica autorizzazione che di norma fornisce opportune prescrizioni affinché gli interventi siano eseguiti in modalità corretta e compatibile con l’ambiente.
La lezione fornisce indicazioni per l’ottenimento dell’autorizzazione e illustra la principale normativa in materia.
 

 

Derivazioni idriche e concessioni - Dott. Vincenzo Latagliata

Le concessioni di uso dell’acqua e l’autorizzazione unica per la produzione di energia idroelettrica.
Dopo un inquadramento generale della normativa che regolamenta la disciplina delle concessioni di utilizzo delle acque superficiali e sotterranee, il focus si restringe sull'uso idroelettrico e, in particolare, sul coinvolgimento delle amministrazioni comunali nei relativi procedimenti autorizzativi.
L'aumento delle domande di autorizzazione, legate alle politiche di incentivazione della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, ha determinato, infatti, un consistente incremento dell'attività amministrativa a carico degli enti locali. Il D.Lgs. 387/2003, sulla promozione dell'energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili, è la principale normativa di riferimento e prevede, per questo tipo di impianti, il rilascio di un’autorizzazione unica, ovvero comprensiva di tutti i permessi necessari alla costruzione dell’opera, compresa l’eventuale variante al Piano Regolatore Generale Comunale.
La lezione si chiude con la disamina dei principali strumenti di pianificazione delle risorse idriche e le loro ricadute sui procedimenti di concessione di uso delle acque, nel rispetto degli obiettivi di qualità dei corpi idrici interessati.
 

 

Disciplina degli scarichi delle acque reflue e delle acque meteoriche - Dott. Ing. Luigi Capilongo

Le autorizzazioni agli scarichi come strumento di tutela delle acque.
La videolezione offre una panoramica sui principali argomenti di interesse per i professionisti del settore in materia di disciplina degli scarichi, delle acque reflue e delle acque meteoriche. In particolare vengono trattate la legislazione di riferimento, a livello nazionale e regionale, ed i suoi principali contenuti, evidenziando l'approccio innovativo del D.Lgs 152/2006 che introduce l'obiettivo di qualità ambientale, spostando l'attenzione dalla sola qualità fisico chimica delle acque, a quella dell'intero ecosistema acquatico.
Sono inoltre descritte le competenze da parte degli enti preposti in materia di rilascio di autorizzazioni allo scarico e di controlli per l'accertamento del rispetto dei limiti di emissione.
Infine, un breve cenno alla regolamentazione relativa alla disciplina dello scarico delle acque meteoriche in Regione Piemonte.
 

 

I laghi: funzionamento ed ecologia - Dott. Pietro Volta

Conoscere i laghi e i loro meccanismi aiuta a comprendere fenomeni quali l’eutrofizzazione delle acque che provoca spesso un’indesiderata proliferazione di vegetazione acquatica. I laghi sono ecosistemi complessi in cui la qualità chimico-fisica delle acque è strettamente correlata alla qualità delle comunità animali e vegetali che le abitano. Lo studio di un lago non può quindi prescindere dal monitoraggio dello stato di salute di tutte le sue componenti. La conoscenza del funzionamento dell’ecosistema lacustre diventa quindi fondamentale anche per comprendere i processi di degrado che coinvolgono molti laghi italiani e per individuare le migliori strategie di tutela e riqualificazione.
Il Dott. Volta parte quindi da un’analisi del sistema lago per arrivare ad elencare le forme di alterazione più diffuse di questi ambienti. Tra le principali problematiche dei laghi italiani ed europei spicca senz’altro l’eccessivo apporto di nutrienti provenienti dagli scarichi fognari e dalle attività agricole e zootecniche. L’elevata concentrazione di azoto e fosforo nelle acque innesca infatti complessi meccanismi che possono arrivare a causare anche morie di pesci. In tali situazioni la conoscenza di tali meccanismi può permettere di comprendere, ad esempio, come lo sviluppo eccessivo della vegetazione acquatica non sia la causa diretta dell’alterazione di un lago, ma la conseguenza di un eccesso di nutrienti nelle sue acque.
 

 

I Contratti di Fiume per il progetto del territorio e del paesaggio - Prof.ssa Angioletta Voghera

I Contratti di Fiume e di Lago quali strumenti di pianificazione e gestione concertata del territorio.
La Prof.ssa Voghera descrive alcune esperienze di buone pratiche di pianificazione territoriale e locale condotte nell’ambito dei Contratti promossi dalla Città metropolitana di Torino, in attuazione dei Piani d’Azione condivisi dal territorio. I Contratti di Fiume e di Lago sono infatti strumenti di programmazione negoziata per la gestione integrata e la tutela delle risorse idriche e dei territori connessi. Svolgono un importante ruolo nella valorizzazione dell’ambiente e del paesaggio, in sinergia con i diversi livelli di programmazione, promuovendo la partecipazione di tutti gli attori territoriali e l’incremento della conoscenza e della consapevolezza sociale.
I Contratti incentivano la sostenibilità promuovendo la valorizzazione del paesaggio e del territorio e la qualità e la sicurezza del sistema fluviale; contribuiscono a dare attuazione alle strategie di adattamento ai cambiamenti climatici e costituiscono uno strumento essenziale per migliorare la resilienza dei territori.
 

 

La protezione civile della Città metropolitana di Torino a supporto dei Comuni – parte 1 - Dott. For. Fabrizio Longo

La fase di previsione dei rischi e il sistema di allertamento regionale.
La videolezione affronta le fasi di previsione e allertamento previsti dall'ultimo Disciplinare meteorologico regionale.
Quali sono e come sono fatti i principali bollettini di vigilanza e di allerta meteorologica, i bollettini valanghe e quello delle piene nonché il sistema di comunicazione e diramazione.
 

 

La protezione civile della Città metropolitana di Torino a supporto dei Comuni – parte 1 - Dott. Geol. Francesco Vitale

La fase di pianificazione dei rischi e della gestione delle emergenze.
La resilienza in protezione civile. Il Piano di protezione civile comunale rappresenta la risposta al rischio delle amministrazioni comunali e contiene gli scenari di rischio, quelli di evento, le risorse necessarie per affrontare gli eventi, il sistema delle comunicazioni e le procedure di allerta e di emergenza. Per migliorare la risposta delle comunità alle situazioni critiche è fondamentale il coinvolgimento della popolazione già in fase di prevenzione, popolazione che va informata e preparata prima che gli eventi si verifichino. Questo è in sintesi il concetto di resilienza, ovvero la capacità di un sistema di reagire ad un evento estremo nel miglior modo possibile.
In Città metropolitana di Torino sono in fase di sperimentazione piani di protezione civile intercomunali nell’ambito di alcuni Contratti di Fiume e di Lago con l’obiettivo di migliorare la gestione delle emergenze condividendo risorse e conoscenze.