Grazie al progetto Spott, da oggi, conosciamo meglio come si disperdono e si depositano gli inquinanti dell’aria a partire dal punto del termovalorizzatore di Torino.
Proprio all’avvio della stagione autunnale-invernale dove si concentra la maggior parte delle sostanze che inquinano l’aria e proprio mentre Torino ha superato anche quest’anno i limiti di sforamento per il PM10 arriva questo nuovo modello che permette di studiare meglio l’inquinamento dell’aria.
Con report n. 12, del Programma SPott, si rendono disponibili i risultati dello studio modellistico di dispersione degli inquinanti in atmosfera che valuta il contributo delle emissioni del termovalorizzatore di Torino alla qualità dell’aria nell’area circostante l’impianto, nel corso del 2019.
Con i risultati della modellizzazione sono state prodotte mappe di concentrazione e deposizione per i vari inquinanti che descrivono le aree maggiormente interessate dalle ricadute. È stato inoltre effettuato il confronto fra le concentrazioni stimate dal modello e quelle misurate presso le stazioni di monitoraggio della qualità dell’aria presenti nella zona.
Il confronto dei dati modellizzati con quelli misurati mostra per tutti gli inquinanti, sia a livello di concentrazioni in atmosfera sia di deposizioni, un contributo del termovalorizzatore decisamente modesto, spesso inferiore di uno o più ordini di grandezza rispetto ai valori misurati.
L’unico inquinante per il quale la simulazione restituisce concentrazioni medie annue per le deposizioni totali inferiori alle misure ottenute presso la stazione di Beinasco, ma dello stesso ordine di grandezza, è il mercurio. Sebbene la normativa vigente non preveda valori limite per questo inquinante, sarà necessario monitorarne nel tempo le concentrazioni.
Con i risultati della modellizzazione sono state prodotte mappe di concentrazione e deposizione per i vari inquinanti che descrivono le aree maggiormente interessate dalle ricadute. È stato inoltre effettuato il confronto fra le concentrazioni stimate dal modello e quelle misurate presso le stazioni di monitoraggio della qualità dell’aria presenti nella zona.
Il confronto dei dati modellizzati con quelli misurati mostra per tutti gli inquinanti, sia a livello di concentrazioni in atmosfera sia di deposizioni, un contributo del termovalorizzatore decisamente modesto, spesso inferiore di uno o più ordini di grandezza rispetto ai valori misurati.
L’unico inquinante per il quale la simulazione restituisce concentrazioni medie annue per le deposizioni totali inferiori alle misure ottenute presso la stazione di Beinasco, ma dello stesso ordine di grandezza, è il mercurio. Sebbene la normativa vigente non preveda valori limite per questo inquinante, sarà necessario monitorarne nel tempo le concentrazioni.
L’area di studio, che copre una superficie di oltre 40 km di lato, approssimativamente centrata sul termovalorizzatore, include i comuni dell’hinterland torinese.
Il sistema modellistico utilizzato produce informazioni a elevato dettaglio temporale e spaziale, fornendo i dati di concentrazione in aria e di deposizione totale degli inquinanti prodotti dall’impianto a livello orario e con risoluzione di 250 metri.
Le emissioni orarie per ossidi di azoto, biossido di zolfo, monossido di carbonio, carbonio organico totale, particolato PM10 e PM2.5 primario, ammoniaca, acido fluoridrico, acido cloridrico e mercurio sono state descritte fornendo al modello di dispersione i dati registrati dal Sistema di Monitoraggio in continuo delle emissioni del termovalorizzatore, in modo da rappresentare nel modo più fedele possibile il funzionamento dell’impianto. Le emissioni degli inquinanti non monitorati in continuo, ossia metalli e microinquinanti (IPA, PCDD/DF e PCB), sono state ricostruite a partire dalle analisi periodiche condotte fra il 2013 e il 2020 sull’impianto.
I risultati delle attività previste nel corso del programma SPoTT-2 (ulteriori simulazioni modellistiche meteo dispersive e i dati derivanti dal monitoraggio delle deposizioni di mercurio avviato presso la sede Arpa di Torino) permetteranno di approfondire lo studio del contributo del termovalorizzatore alle ricadute di questo inquinante nell’area di studio.
Il Programma SPoTT-2, la seconda fase del Programma SPoTT–Sorveglianza sulla salute della Popolazione nei pressi del Termovalorizzatore di Torino –è stato avviato a gennaio 2020. Le attività previste si svolgono nel periodo 2020 –2023 e si articolano in 10linee progettuali descritte nel sito del Programma: www.spott.dors.it
Il report n.12 è stato redatto dalla struttura Meteorologia, Clima e Qualità dell’Aria–ARPA Piemonte ed è disponibile QUI