I NOSTRI COMUNICATI

 

Cultura

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In Piemonte, a Torino, in tutti i Comuni del territorio della Città Metropolitana l’arte è di casa. Molte opere necessiterebbero di restauri, altrettante sono state oggetto di interventi importanti. La Direzione comunicazione e rapporti con i cittadini e il territorio della Città Metropolitana di Torino sta presentando alcune buone pratiche, per avviare una riflessione sul tempo, la cultura, la creatività nel corso dei secoli. I reportage sinora pubblicati sono dedicati alla chiesa della Misericordia di Torino e al complesso che a Carmagnola comprende la chiesa e il convento di Sant’Agostino.
Per visionare la playlist dei reportage videopubblicati sul canale YouTube della Città Metropolitana e alle fotogallery basta accedere al portale Internet della Città Metropolitana di Torino, alla pagina
www.cittametropolitana.torino.it/speciali/2021/riflettori_restauri_arte/

L’ARCICONFRATERNITA DELLA MISERICORDIA

La prima puntata della rubrica “Restauri d’Arte” è partita dal cuore di Torino, esattamente da via Barbaroux, dove sorge la chiesa della Misericordia, gioiello barocco dedicato a San Giovanni Battista decollato, che deve il suo nome all’Arciconfraternita che nel 1718 ne prese possesso e la ristrutturò una prima volta. Nel 1726 fu aperta la strada di collegamento con l’attuale via Garibaldi di cui la chiesa costituisce fondale architettonico. 
L’edificio come lo vediamo oggi è frutto di un progetto dell’architetto di Robilant che risale al 1751. La facciata attuale in stile neoclassico del 1828, opera dei fratelli Lombardi, ripropone quasi fedelmente il disegno di facciata del Robilant, a suo tempo non eseguito per mancanza di fondi. Nel 1753 vennero realizzate le due cappelle laterali con gradini in pietra di Gassino. L’altare maggiore in marmi policromi riccamente decorato è opera dell’artista Francesco Benedetto Feroggio. Dietro all’altare è collocata la “Decollazione di San Giovanni Battista” di Federico Zuccari (1539-1609). Da non dimenticare l’opera del Beaumont intitolata “San Giovanni Nepomuceno davanti all’Addolorata, l’Annunciazione e l’Assunta”, una grande pala d’altare con una particolarità che la rende unica: un quadro nel quadro. All’interno della chiesa, con pianta a croce greca che si articola su due cupole, si possono ammirare l’ampio presbiterio, con eleganti fianchi decorati da coretti e la cupola emisferica di gusto guariniano e vari apparati decorativi settecenteschi. La sala capitolare contiene pregevoli arredi barocchi, preziosi paramenti ed una sorpresa: un grande armadio cela un ascensore, con il quale si scende nell’archivio storico. Qui gli ultimi restauri completano l’importante recupero strutturale sostenuto dalla Compagnia di San Paolo.
Grazie al progetto Edifici Sacri, dal 2001 la Fondazione Compagnia di San Paolo interviene a sostegno del patrimonio religioso, recuperando alcune eccellenze architettoniche della parte più antica della città, come appunto la chiesa della Misericordia. Sono stati investiti oltre 25 milioni di euro in campagne di restauri a favore delle chiese architettonicamente più rilevanti, la maggior parte delle quali concentrate nel centro storico della città, per promuovere un percorso tra le testimonianze religiose d’arte barocca, da affiancare al programma di recupero e valorizzazione del patrimonio museale della città.
 In occasione dell'Ostensione della Santa Sindone del 2015 la Compagnia di San Paolo ha inoltre promosso un progetto per diffondere la conoscenza del patrimonio architettonico religioso di Torino e la consapevolezza dell'importanza che gli edifici sacri e le opere d'arte che vi sono custodite rappresentano per l’offerta culturale della città.
 Sono state realizzate schede informative a cura dell'Associazione Guarino Guarini, che si possono trovare nelle principali chiese e che offrono al visitatore le informazioni necessarie per costruire un percorso di visita alla scoperta di capolavori d'architettura e arte spesso poco noti.

L’Arciconfraternita della Misericordia si è sempre occupata dei carcerati: un tempo confortando i condannati a morte, accompagnandoli al patibolo, curandone le esequie e facendo celebrare messe in suffragio delle loro anime; oggi curando il loro reinserimento nella società. L’avvocato Alberto Tealdi, generale dell’Arciconfraternita, nell’intervista per la rubrica “Restauri d’Arte”, ha sottolineato che si tratta di “un impegno coinvolgente, per dare un aiuto sia con l’attività assistenziale che con il servizio liturgico”. Costituita nel 1578, l’Arciconfraternita ha ininterrottamente svolto la sua attività di assistenza ai carcerati, coinvolgendo uomini e donne nell’opera di carità. Basti pensare che ha annoverato tra i suoi iscritti anche la marchesa Giulia di Barolo. Nella chiesa della Misericordia le funzioni si celebrano il sabato alle 16 e alle 18 e la domenica alle 10, alle 12,30, alle 16 e alle 18.
 Nei giorni feriali la Chiesa si può visitare su appuntamento
, con prenotazione scrivendo a segreteria@arciconfraternitadellamisericordia.com

LA CHIESA E IL CONVENTO DI SANT’AGOSTINO: UNO SPAZIO DA VIVERE PER CARMAGNOLA

Uno spazio da vivere, nel rispetto della memoria storica: è questa l’idea alla base del progetto di recupero della chiesa di Sant’Agostino a Carmagnola, che si affaccia sull’omonima piazza e, insieme al convento, è il complesso monumentale più rappresentativo della città, da sei secoli fulcro della sua vita sociale, religiosa, artistica e culturale.
Nel gennaio del 2020 è stata avviata la campagna di civic crowdfunding “Riapriamo insieme Sant’Agostino”, per sostenerne il progetto di recupero, mentre il Comune ha presentato una credibile e ben argomentata candidatura al sostegno dell’Unesco.
Nel luglio 2020 sono iniziati i lavori di restauro della facciata e i passi successivi sono la messa in sicurezza degli interni e il restauro del tetto, con il parere favorevole della Soprintendenza per i beni culturali.
Edificata tra il 1406 ed il 1437 con abside, lato est e campanile di marcata connotazione gotica, la chiesa presenta all’interno sovrapposizioni barocche, affreschi del ‘400 e del ‘500, iscrizioni, stemmi nobiliari, un organo del ‘500 con registri a funzione timbrica, un’elegante bifora a sesto acuto, un coro ligneo del 1457 rimaneggiato nel XVI e XVII secolo, una stele funeraria romana del I secolo d.C. e una lastra tombale del ‘400 scolpita da Amedeo di Francesco da Settignano, detto anche Meo del Caprino.
Nell’intervista registrata il 3 marzo per la rubrica “Restauri d’Arte”, il geometra Mario Cordero della Ripartizione tecnica della Città di Carmagnola ha sottolineato il ruolo civico che la chiesa e il convento hanno sempre avuto. Nel convento si tenevano un tempo le riunioni del Consiglio comunale e sul campanile era collocata una campana adibita alla diffusione degli allarmi in situazioni di pericolo per la popolazione. Intorno al 1450 la zona centrale di Carmagnola venne rialzata di un metro, per risanare il concentrico che era circondato da un ambiente allora paludoso. Per questo i basamenti delle colonne non sono più visibili e lo stile gotico originario ha perso lo slancio iniziale. Anche gli altari originari con gli affreschi quattrocenteschi vennero sostituiti con altri di gusto barocco.
Sul coro ligneo del 1457, che presenta arricchimenti cinquecenteschi e seicenteschi, sono tuttora impressi i nomi dei maggiorenti carmagnolesi dell’epoca. L’idea dell’attuale Sindaca di Carmagnola, Ivana Gaveglio, sarebbe di riportare almeno per una volta i Consiglieri comunali a tenere in Sant’Agostino una riunione simbolica, che sancisca la riappropriazione dell’importante bene culturale e architettonici da parte della città.
L’architetto Renato Crivello, direttore della ripartizione tecnica della Città di Carmagnola, ha sottolineato l’ambizione dell’amministrazione comunale di fare del complesso di Sant’Agostino un polo culturale di rilevanza nazionale. È stato elaborato un progetto suddiviso in cinque lotti funzionali. La copertura è stata messa in sicurezza, per eliminare le infiltrazioni ed evitare ulteriori distacchi di stucchi dal soffitto. Il secondo lotto, candidato al sostegno dell’Unesco, riguarda il restauro e la rifunzionalizzazione della chiesa, con una spesa prevista di 3,9 milioni di euro. Altri lotti riguardano il recupero dell'ex convento, che potrà ospitare l'archivio storico comunale, ma anche le attività delle associazioni locali ed eventi culturali e aggregativi di rilevanza sia locale che regionale.

chiesa della Misericordia Torino 6

Cultura

Continua con successo di pubblico la XIV edizione di Chantar l’Uvern, i cui eventi quest’anno sono fruibili esclusivamente online per i noti problemi legati alla pandemia. Il prossimo appuntamento in programma sarà trasmesso sabato 13 marzo alle 21: si tratta di “Dante e la lingua occitana”, una conferenza/lezione a cura di Maria Soresina, con riprese e montaggio a cura di Andrea Fantino.
Due le iniziative in programma la prossima settimana: mercoledì 17 marzo alle 21, il Concerto di San Patrizio, un concerto di musica da ballo occitana con il gruppo Tir na d'Oc, a cura di Opificio musicale.
Sabato 20 marzo alle 21 sarà la volta dell’Angelo della peste, uno spettacolo teatrale a cura di ArTeMuDa che si ispira – come spiegano gli autori - “all'iconografia dei santi protettori invocati contro la peste, alla storia, ai testi letterari di Lucrezio, Boccaccio, Manzoni, Camus, Artaud e La Fontaine, ai riti della morte e della tradizione, alle musiche e alle danze popolari, e si domanda in quale forma potrebbe oggi presentarsi una nuova peste”.
L’edizione 2021 di Chantar l’Uver propone fino al 22 aprile una ventina di appuntamenti (teatro, cinema, musica, presentazioni di libri, conferenze e laboratori) organizzati dagli sportelli linguistici occitano, francoprovenzale e francese - all'interno del progetto di Città metropolitana di Torino sulla valorizzazione delle lingue madri in attuazione della legge nazionale 482 - e gestiti dall'Associazione Chambra d'Oc e dall'ente di gestione delle Aree protette delle Alpi Cozie, con la collaborazione del Centro studi documentazione memoria orale di Giaglione, dell'ecomuseo Colombano Romean, del Consorzio forestale Alta Valle Susa e con la partecipazione attiva delle associazioni culturali ArTeMuDa, Banda musicale Alta Valle Susa, Opificio musicale e del Comune di Villar Focchiardo.
Due le tipologie di eventi: dirette streaming su Zoom e video-première su Youtube con chat in diretta.
Per collegarsi ai singoli appuntamenti occorre consultare il calendario sui siti www.parchialpicozie.it, www.chambradoc.it e www.cittametropolitana.torino.it o ancora le pagine Facebook Chambra d'Oc, Sportelli Linguistici francoprovenzale, occitano e francese, Parchi Alpi Cozie e CittaMetroTO.

Cultura

33 titoli, 5 giornate, 1 piattaforma streaming, 20esima edizione: con questi numeri il Glocal Film Festival batte il Covid e si svolgerà nel suo periodo consueto, anche se non in presenza, dall’11 al 15 marzo. Organizzato da Associazione Piemonte Movie con il contributo di Regione Piemonte, il patrocinio di Città di Torino e Città metropolitana di Torino e il supporto di Film Commission Torino Piemonte e Museo nazionale del Cinema-Torino Film Festival, il Glocal Film Festival - che da sempre ha come mission la produzione cinematografica regionale - in questa edizione realizza il desiderio di uscire dai confini regionali, aprendosi nella narrazione e nella realizzazione a contaminazioni e coproduzioni: fra le novità  il focus “From local to global: let’s act ‘glocal’ together!” che prevede quattro cortometraggi da festival gemellati italiani e uno dai Paesi Baschi (Spagna), regione ospite; e il panel “Orizzonte corti: uno sguardo regionale” sulla produzione di cortometraggi nelle diverse regioni dei festival coinvolti.

Cuore del Glocal, le sezioni competitive: “Panoramica doc” con 6 documentari che propongono il meglio di una produzione regionale più che mai di ampio respiro grazie a protagonisti, temi e location che fanno da sfondo, presentati a festival internazionali; e il contest per cortometraggi “Spazio Piemonte” con 16 film brevi, cui si aggiunge la speciale sezione fuori concorso dall’evocativo nome “Lock & Short” dedicata ai corti che restituiscono in immagini l’emergenza pandemica e il confinamento tra le mura di casa. Numerosi i premi, a cominciare dal Premio riserva Carlo Alberto, che quest’anno verrà assegnato alla scenografa Paola Bizzarri, nata a Roma ma torinese d’adozione, che sarà ospite del festival lunedì 15 marzo alle 19 insieme a Silvio Soldini, sulla pagina Facebook del festival.

Seguendo la strada delle rassegne che l’hanno preceduto in questi mesi di lockdown, i titoli della 20ª edizione del Glocal Film Festival saranno disponibili in streaming su streeen.org e ognuno sarà accompagnato da presentazioni sui social con registi, interpreti e produttori.

Tutto il programma e le informazioni: www.piemontemovie.com

 

Cultura

Dopo la presentazione del Cahier 31 dell’Ecomuseo Colombano Romean intitolato "Itinerari artistici quattro-cinquecenteschi tra Pinerolese, Valle di Susa e Briançonese", a cura di Ilario Manfredini, che avverrà in video-première su Youtube con chat in diretta sabato 27 febbraio alle 15, il cartellone di Chantar l’Uvern 2021 prosegue martedì 2 marzo alle 21 con la proiezione del film “Lo sol poder es que dire”, un documentario di Andrea Fantino dedicato a Fausta Garavini, scrittrice, critica e studiosa di letteratura occitana contemporanea e compagna di vita di Robert Lafont, il linguista e storico francese della letteratura occitana, poeta, romanziere e drammaturgo dell'espressione occitana.
Sabato 6 marzo alle 21 sarà la volta di “Distillare è imitare il sole”, uno spettacolo teatrale a cura di ArTeMuDa in cui si racconta dell'antro dell'alambicco di Deveys (Exilles), uno degli ultimi della Val Susa che ogni anno torna ad esalare i suoi fumi: il Laboratorio permanente di ricerca teatrale di Salbertrand cerca di capire il segreto alchemico di trasformazione della grappa.

Chantar l’uvern 2021
L’edizione 2021 di Chantar l’Uver, la 14ª della sua storia, propone fino al 22 aprile una ventina di appuntamenti (teatro, cinema, musica, presentazioni di libri, conferenze e laboratori), tutti necessariamente online, organizzati dagli sportelli linguistici occitano, francoprovenzale e francese - all'interno del progetto di Città metropolitana di Torino sulla valorizzazione delle lingue madri in attuazione della legge nazionale 482 - e gestiti dall'Associazione Chambra d'Oc e dall'Ente di gestione delle Aree Protette delle Alpi Cozie, con la collaborazione del Centro Studi Documentazione Memoria Orale di Giaglione, dell'Ecomuseo Colombano Romean, del Consorzio Forestale Alta Valle Susa e con la partecipazione attiva delle Associazioni culturali ArTeMuDa, Banda musicale Alta Valle Susa, Opificio musicale e del Comune di Villar Focchiardo.
Due le tipologie di eventi: dirette streaming su Zoom e video-première su Youtube con chat in diretta.
Per collegarsi ai singoli appuntamenti occorre consultare il calendario sui siti www.parchialpicozie.it, www.chambradoc.it e www.cittametropolitana.torino.it o ancora le pagine Facebook Chambra d'Oc, Sportelli Linguistici francoprovenzale, occitano e francese, Parchi Alpi Cozie e CittaMetroTO.

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Sabato 27 la presentazione del Cahier "Itinerari artistici quattro-cinquecenteschi tra Pinerolese, Valle di Susa e Briançonese"

Si chiama “Purus Purì” la seconda proposta del cartellone di Chantar l’Uvern 2021, in scena martedì 23 febbraio alle 21 in video-première su Youtube. Si tratta di uno spettacolo teatral-musicale dedicatoa Mil Pürüs - il suonatore e orologiaio occitano Emilio Sibille nato a Chiomonte nel 1891 - scritto e condotto da Renato Sibille, nipote di Emilio, con la collaborazione dei musicisti Flavio Giacchero (clarinetto basso, sax, cornamuse, voce), Luca Pellegrino (ghironda, organetto, voce), Peyre Anghilante (fisarmonica, organetto, voce) e Sara Cesano (violino, voce).
Il programma di Chantar 2021 prosegue sabato 27 febbraio alle 15, con la presentazione del Cahier 31 dell’Ecomuseo Colombano Romean intitolato "Itinerari artistici quattro-cinquecenteschi tra Pinerolese, Valle di Susa e Briançonese", a cura di Ilario Manfredini.
L’edizione 2021 di Chantar l’Uver, la 14ª della sua storia, propone fino al 22 aprile una ventina di appuntamenti (teatro, cinema, musica, presentazioni di libri, conferenze e laboratori), tutti necessariamente online, organizzati dagli sportelli linguistici occitano, francoprovenzale e francese - all'interno del progetto di Città metropolitana di Torino sulla valorizzazione delle lingue madri in attuazione della legge nazionale 482 - e gestiti dall'Associazione Chambra d'Oc e dall'Ente di gestione delle Aree Protette delle Alpi Cozie, con la collaborazione del Centro Studi Documentazione Memoria Orale di Giaglione, dell'Ecomuseo Colombano Romean, del Consorzio Forestale Alta Valle Susa e con la partecipazione attiva delle Associazioni culturali ArTeMuDa, Banda musicale Alta Valle Susa, Opificio musicale e del Comune di Villar Focchiardo.
Due le tipologie di eventi: dirette streaming su Zoom e video-première su Youtube con chat in diretta. Per collegarsi ai singoli appuntamenti occorre consultare il calendario sui siti www.parchialpicozie.it, www.chambradoc.it e www.cittametropolitana.torino.it o ancora le pagine Facebook Chambra d'Oc, Sportelli Linguistici francoprovenzale, occitano e francese, Parchi Alpi Cozie e CittaMetroTO.

Cultura

Quante e quali sono le tradizioni che dall’antichità ad oggi continuano ad animare in Valle di Susa i piccoli centri e i borghi alpini?
Si rischia di disperdere questo patrimonio a causa dei vincoli dettati dalla pandemia?
Le Unioni Montane della Bassa e dell’Alta Valle di Susa insieme alla Città metropolitana di Torino hanno lavorato in questi mesi ad un progetto che in questi giorni ha preso forma online: si chiama #ritialpinivalsusa ed è racchiuso in una serie di pagine ospitate sul sito internet valdisusaturismo.it con immagini ed approfondimenti sulle feste e le celebrazioni con il loro profondo contenuto simbolico.
Chi non conosce la danza degli spadonari di Giaglione, Venaus, San Giorio, I branc di Meana o la simbolica cattura dell’Orso a Mompantero?
La ricerca riguarda le tradizioni di sei realtà: Chiomonte, Giaglione, Mompantero, Venaus, San Giorio, Meana di Susa con i loro riti di passaggio dall’inverno alla primavera che fino allo scorso anno animavano le comunità alpine valsusine con imperdibili appuntamenti tra sacro e profano, con danze rituali, costumi tradizionali della festa, cerimonie per unire le piccole comunità di montagna.
“La Città metropolitana di Torino ha accolto volentieri la proposta di supportare il progetto dedicato ai riti alpini della Valle di Susa - commenta il vicesindaco metropolitano Marco Marocco - per contribuire a raccontare un territorio ricco di cultura e storia: lo faremo anche su tutti i nostri canali di comunicazione per essere a fianco dei sei piccoli Comuni che hanno una storia importante da tramandare”.
L’assessore alla tradizione e cultura della Unione Montana dell’Alta Valle di Susa è Marco Rey, Sindaco di Giaglione: “ Nella media Val Susa, in un limitato concentrico questi comuni celebrano riti di provenienza lontana. Rituali agresti, il persistere di alcuni modi del paganesimo alpino integrati nelle feste cristiane. Origini di provenienza arcaica, molto forti. Significato propiziatorio, fallico, esorcizzante, ritualistico sia la danza delle spade sia l’albero fiorito attorno al quale la popolazione compiva riti di propiziazione per stimolare la fertilità della terra. Ci sono le spade, ma ci sono i fiori, i frutti, i colori sulle punte: i fiori e i nastri colorati sul cappello degli spadonari. Insieme vogliamo incuriosire, insieme vogliamo promuovere un territorio con una cultura radicata e viva. Queste feste sono sopravvissute a tanti eventi tragici, non le fermerà di certo questa pandemia”.
Concorda l’assessore alla cultura della Unione Montana della Bassa Valle di Susa Andrea Archinà, sindaco di Avigliana: “Le nostre Alpi custodiscono uno straordinario tesoro di riti e tradizioni che si perdono nella notte dei tempi e che oggi, grazie alla tecnologia, possono essere comunicate a tutto il Mondo. Un’operazione in primis di ricerca culturale, una preziosa lente di ingrandimento per interpretare il nostro territorio attraverso le emozioni delle donne e degli uomini che lo hanno abitato nei secoli. E poi anche di promozione turistica, se pensiamo ai tanti visitatori della nostra Valle che sempre più esprimono interesse verso quell’esperienzialità in grado di far scoprire la vera essenza di un luogo”.
Le pagine del progetto sono già on line al link 
https://www.valdisusaturismo.it/riti-alpini-valsusa/ anche se non ancora complete per tutti e sei i Comuni interessati; il lavoro di ricerca è in corso, grazie alla preziosa collaborazione dei ricercatori locali e al fondo fotografico di cultura materiale dell’Archivio Diocesano di Susa.

Intanto le immagini e le curiosità vengono postate sulle pagine social degli enti coinvolti nel progetto

Cultura


A Torino tra il 1868 e il 1872 si svolsero quattro manifestazioni in onore di Gianduja, nel periodo del Carnevale: andarono in scena lungo via Po sottoforma di una pantomima tra rievocazione storica e invenzione, secondo una trama ideata da Giuseppe Giacosa.
Una quinta edizione si svolse poi nel 1893 e coinvolse addiritura 1500 attori in costume.
Nella sua biblioteca di storia e cultura del Piemonte a Palazzo Cisterna, la Città metropolitana di Torino conserva traccia di questi avvenimenti tra le carte del "Fondo Morselli".
Si trovano ad esempio le annate complete 1866-67 de La Gazeta d'Gianduja, bisettimanale di dialoghi e poesie sull'attualità storica, ma anche gli Almanacch (anno 1868 e 1870), calendari a 5 centesimi l'uno e poi lo spartito de La Giandujeide, canzone carnascialesca (parole di Cesare Scotta e musica di Giuseppe Stella) a 50 centesimi.
E non mancano le famose carte che avvolgevano in forma esagonale le piatte caramelle Gianduja che si vendono ancor oggi.


Altre info sul Fondo Morselli al link http://www.cittametropolitana.torino.it/cultura/biblioteca_storica/fondi/morselli.shtml

Cultura

Dal 16 febbraio al 22 aprile 2021 la rassegna culturale dedicata alle lingue e culture occitana, francoprovenzale e francese

La nuova edizione online di Chantar l'Uvern propone una ventina di appuntamenti organizzati dagli sportelli linguistici occitano, francoprovenzale e francese - all'interno del progetto di Città metropolitana di Torino sulla valorizzazione delle lingue madri in attuazione della legge nazionale 482 - gestiti dall'Associazione Chambra d'Oc e dall'Ente di gestione delle Aree Protette delle Alpi Cozie, con la collaborazione del Centro Studi Documentazione Memoria Orale di Giaglione, dell'Ecomuseo Colombano Romean, del Consorzio Forestale Alta Valle Susa e la partecipazione attiva delle Associazioni culturali: ArTeMuDa, Banda musicale Alta Valle Susa, Opificio musicale e del Comune di Villar Focchiardo.
La passata edizione venne interrotta dalla pandemia il 22 febbraio 2020, domenica di carnevale. A distanza di un anno, Chantar l'Uvern vuole riprendere la propria programmazione, seppur con una edizione limitata e necessariamente a distanza. Le misure restrittive imposte dalla pandemia e la lunga chiusura di sportelli, biblioteche, centri visita, ecomusei, teatri hanno spento da mesi gli eventi e i loro spazi ma grazie all'uso delle tecnologie tutti noi partecipiamo a video chiamate, riunioni a distanza, corsi di formazione e webinar. La lunga storia di Chantar l'Uvern nasce nel 2006, all'interno del progetto celebrativo della lingua occitana, denominato Occitan lenga Olimpica e prosegue anche in lockdown, con un lavoro comune di enti e associazioni che credono nel valore delle lingue, del territorio e della cultura.
Il nuovo programma 2021, sotto la direzione artistica di Nadia Faure e Flavio Giacchero, ripercorre, in parte, le passate edizioni, attraverso video di repertorio, spettacoli e ricerche, e presenta nuove produzioni culturali, necessariamente declinate per la fruizione web. Sono previste alcune presentazioni editoriali e conferenze tematiche in versione webinar, tutorial e racconti con video documentari, e persino un laboratorio "Chantar Zoom: dal tsant'an tsamin al canto a distanza".
Per partecipare agli appuntamenti che seguiranno due tipologie diverse di eventi - webinar a distanza o video streaming ma con diretta social - occorre seguire e consultare il calendario eventi del sito www.parchialpicozie.it o le pagine dei siti www.chambradoc.it, www.cittametropolitana.torino.it o ancora le pagine facebook Chambra d'Oc, Sportelli Linguistici francoprovenzale, occitano e francese, Parchi Alpi Cozie, CittaMetroTO.
Lunedì 15 febbraio, alle ore 15.00 i promotori della nuova edizione di Chantar l'Uvern 2021 presenteranno e inaugureranno ufficialmente la rassegna su piattaforma Zoom. Il link di partecipazione sarà ben visibile sulla home page del sito www.parchialpicozie.it e di Città metropolitana di Torino.

Cultura

I nuovi riti musicali, che vedono le esibizioni dal vivo spostarsi sul Web, non fermano la musica classica che dà appuntamento a tutti gli appassionati in occasione dei sei concerti gratuiti “I martedì on line dell’Accademia di Musica”, trasmessi in streaming a partire dal 9 febbraio e sino al 16 marzo, ogni martedì alle 21 sul canale Youtube dell’Accademia di Musica di Pinerolo.
Ogni concerto è introdotto da Francesco Antonioni, compositore e conduttore di Rai Radio3-suite. Protagonisti sono i musicisti della Scuola di Specializzazione post laurea in Beni musicali strumentali (unica in Italia) dell’Accademia di Pinerolo e Torino: giovani concertisti che affinano il loro repertorio con solisti e didatti tra i più importanti del panorama internazionale, maestri come Mischa Maisky, Pavel Gililov, Fabio Biondi, Pierre-Laurent Aimard. In programma la grande musica, da Schumann a Danilo Comitini, da Ravel a Boccherini.
I martedì on line dell’Accademia di Musica si inaugurano martedì 9 febbraio con la pianista Roberta Pandolfi, che deve la sua formazione classica a Enrico Pace e Giovanni Valentini. Da anni è impegnata nell’attività concertistica alla ricerca di un crescente consenso internazionale che la porterà nel 2021-22 in Europa, USA e Cina, con i concerti di Beethoven e Ciakovskij. È fondatrice e direttrice artistica di Orchestra Olimpia, ensemble sinfonico femminile che, attraverso le sue iniziative musicali a scopo benefico, promuove la parità di genere e i diritti umani. Seguiranno il violoncellista Luca Colardo con il Quartetto Siegfried il 16 febbraio, il pianista Umberto Scali il 23 febbraio, il violoncellista Gianluca Pirisi solo e in duo con Gianluca Montaruli il 2 marzo, la pianista Antonia Comito il 9 marzo e il violinista Stefano Raccagni accompagnato da Gaston Polle Ansaldi al pianoforte il 16 marzo.
I corsi biennali per pianoforte, pianoforte contemporaneo, violino e violoncello della Scuola di specializzazione post laurea in Beni Musicali dell’Accademia di Musica, sono riconosciuti dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e sono rivolti a pochi e selezionatissimi musicisti, di cui viene sostenuto il percorso professionale, grazie al progetto Pro Carriera. Le attività dell’Accademia di Pinerolo sono realizzate con il contributo della Compagnia di San Paolo e del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Regione Piemonte, della Città Metropolitana di Torino, della Città di Pinerolo e della Fondazione CRT. La sponsorizzazione tecnica è a cura di di Piatino Pianoforti e Yamaha Musica Italia.

IL PROGRAMMA DEI CONCERTI

- martedì 9 febbraio alle 21 Roberta Pandolfi al pianoforte, propone “An Tasten” di Mauricio Kagel, “Sehr langsam” da otto fantasie opera 16 da Kreisleriana di Robert Schumann, “L’incandescenza del rame. Song to the Moon”, parafrasi su un tema da “Rusalka” di Antonín Dvořák di Danilo Comitini
- martedì 16 febbraio alle 21 il violoncellista Luca Colardo violoncello, componente del Quartetto Siegfried (Alessandro Savinetti violino I, Giorgia Brancaleon violino II, Francesco Scarpetti viola, Luca Colardo violoncello) propone i “Trois Pièces pour quatuor à cordes” di Igor Stravinskij e il Quartetto in si bemolle maggiore opera 76 di Franz Joseph Haydn
- martedì 23 febbraio alle 21 il pianista Umberto Scali propone brani dalle “Sette Fantasie” e le “Undici variazioni sopra un tema originale” opera 21 numero 1 di Johannes Brahms
- martedì 2 marzo alle 21 i violoncellisti Gianluca Pirisi e Gianluca Montaruli propongono la “Sonata in si bemolle maggiore per violoncello e basso” G. 565 di Luigi Boccherini e il “Capriccio sopra un tema della Niobe di G. Pacini per violoncello solo opera 22” di Carlo Alfredo Piatti
- martedì 9 marzo alle 21 la pianista Antonia Comito propone la Sonata numero 2 in sol minore opera 22 “So rasch wie möglich” di Robert Schumann
- martedì 16 marzo alle 21 il violinista Stefano Raccagni e il pianista Gaston Polle Ansaldi propongono la Sonata numero 2 in sol maggiore di Maurice Ravel e tre movimenti dalla suite in la minore “Sechs Vortragsstücke” di Max Reger.

martedionline Accademia Musica Pinerolo 2

Cultura

Un insieme di 232 copioni teatrali appartenenti al filone del teatro comico dialettale piemontese: questo il contenuto dell’ultimo inventario in ordine di tempo pubblicato nella sezione “Raccolte particolari” delle pagine Internet della Biblioteca storica “Giuseppe Grosso” della Città metropolitana di Torino (http://www.cittametropolitana.torino.it/cultura/biblioteca_storica/raccolte/collezione_copioni_teatrali.shtml).
Si tratta di copioni di opere di oltre un centinaio di autori, tra cui Vittorio Bersezio, Nino Costa, Nino Oxilia ed Erminio Macario, in parte manoscritti, in parte dattiloscritti, che la Biblioteca dell’allora Provincia di Torino acquistò nel marzo del 1966 dal collezionista Fortunato Rivetti, che li aveva raccolti e ordinati in serie numerica. Il timbro di proprietà di Rivetti si sovrappone in molti casi a quelli di alcune Compagnie teatrali, in particolare quella di Romolo Solari, capo comico della Compagnia piemontese, a cui sembra appartenessero, almeno in parte, originariamente. Si rintracciano anche altre indicazioni di provenienza, come la Compagnia teatro comico piemontese Giovanni Biondi o la Compagnia di varietà diretta da Vittorio Bogino.
“Ci si trova di fronte a una curiosa testimonianza” si legge nella presentazione dell’inventario “di come questi importantissimi testi passassero di compagnia in compagnia, distribuiti agli attori, riscritti, rilegati alla meglio con copertine cartonate destinate a usurarsi velocemente. Il loro stato di conservazione rivela l'utilizzo continuo, per generazioni”.
Le opere sono commedie, riviste, vaudeville, drammi, farse e altro ancora, tutte in dialetto piemontese (c’è anche una “tavanada ant un att”, traduzione: una stupidaggine in un atto): testi trascritti o composti tra gli ultimi decenni dell'Ottocento e gli anni '30 del Novecento. Gli autori maggiormente ricorrenti sono Vittorio Actis, Vittorio Bersezio, Federico Garelli, Enrico Gemelli, Alfredo Mariani, Carlo Alfredo Occhetti (che spesso firmava con lo pseudonimo Carlo Tiochet), Luigi Pietracqua, Oreste Poggio, Mario Valabrega e Giovanni Zoppis.
I loro lavori facevano evidentemente parte del repertorio consueto di queste Compagnie e non tutti i testi sono oggi conosciuti e rappresentati. Un materiale che merita certamente una visita alla Biblioteca “Giuseppe Grosso” di Palazzo Cisterna, che in questo periodo di pandemia va obbligatoriamente prenotata scrivendo a biblioteca_storica@cittametropolitana.torino.it.