I NOSTRI COMUNICATI

 

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Palazzo dal Pozzo della Cisterna, sede aulica della Città metropolitana di Torino, così come tutti i musei e dimore storiche, in questi giorni di emergenza sanitaria Covid-19 è chiuso al pubblico. Sospese le visite animate dai Gruppi Storici, che in situazione di normale attività si svolgono un sabato al mese, è sorta l'esigenza di continuare a raccontare le tante opere d'arte che il palazzo racchiude e che la Città metropolitana conserva e promuove.

E' nata quindi da alcune settimane la rubrica "Veniamo noi da voi", un modo per "ingolosire" i futuri visitatori che oggi non possono spostarsi né programmare alcun tour, ma possono certamente iniziare a scoprire, se non conoscono, o a ripassare, se sono gli affezionati frequentatori delle visite a palazzo, l'importante patrimonio artistico che Palazzo Cisterna custodisce.

La rubrica, pubblicata sul sito www.cittametropolitana.torino.it, sui canali social dell'Ente e sull'agenzia settimanale online Cronache da Palazzo Cisterna, di settimana in settimana tocca e approfondisce un aspetto del palazzo, antica dimora dei Savoia Aosta: si è iniziato a raccontare la storia familiare che lega il monumentale portone d'ingresso in ferro battuto ad una prestigiosa famiglia di fabbri di Firenze, le cui eredi sono venute in visita a Torino alla ricerca di un anello mancante per chiudere il cerchio dell'attività lavorativa della famiglia Biondi; si è passati a descrivere l'arte di Piero da Cortona nel suo dipinto "La raccolta della manna" collocato nello Studio del Duca al piano nobile del palazzo di via Maria Vittoria 12 e, a seguire, si è raccontato un altro importante quadro custodito in Sala Marmi: Il Ghiacciaio del Monte Bianco di Giuseppe Camino, pittore piemontese della metà dell'ottocento.

Ogni settimana si racconta una storia, perché questo è un modo semplice di trovare piacere e nutrimento. Lo sapevano gli antichi e lo sappiano molto bene anche noi. Mai come in questi giorni di emergenza sanitaria abbiamo bisogno di racconti che ci allietino e che ci portino da un'altra parte, dove una voce narra e un pubblico appassionato ascolta.

 

Racconti Palazzo Cisterna

 

 

 

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Nel rispetto delle indicazioni sull'emergenza Coronavirus, la comunità monastica di Novalesa rinuncia quest'anno alla processione in onore del patrono Sant'Eldrado, le cui spoglie sono custodite all'interno di una preziosa urna in argento sbalzato e dorato che una volta all'anno torna dalla parrocchia del paese alla cappella dedicata al santo, situata nel recinto dell'abbazia. La storica processione avrebbe dovuto tenersi domenica 15 marzo. Venerdì 13 marzo, invece, i monaci dell'Abbazia terranno la liturgia a porte chiuse: la recita delle Lodi, la Messa e i Vespri nella chiesa abbaziale e nella cappella dedicata al santo saranno riservate alla sola comunità monastica novalicense, guidata da qualche mese dal nuovo priore, padre Marco Mancini, che ha diretto fino alla sua elezione la Biblioteca statale del monumento nazionale di Santa Scolastica di Subiaco e che è impegnato ora per valorizzare l'Abbazia, di proprietà fin dal 1972 della Città Metropolitana di Torino.

1294 ANNI DI STORIA

Posta al centro della Valle Cenischia, l'Abbazia di Novalesa è circondata da uno straordinario anfiteatro naturale, ai piedi del Monte Rocciamelone. Fu fondata nel 726 da Abbone, signore franco di Susa e Maurienne, che ne volle fare un presidio e controllo del valico del Moncenisio, affidandola ai monaci benedettini. Dedicata ai Santi Apostoli Pietro e Andrea, l'Abbazia figurava tra le più importanti d'Europa nell'XI secolo, quando furono realizzati gli affreschi della cappella di Sant'Eldrado, che ancora oggi stupiscono e affascinano per la luminosità e la conservazione cromatica. Nella chiesa, costruita nel XVIII secolo sulle fondamenta di un preesistente edificio di culto di epoca tardo-romana, sono ancora visibili degli affreschi risalenti a più di mille anni fa, come la "Lapidazione di Santo Stefano". Il monastero conserva ancora oggi quella che doveva essere la planimetria originaria: un chiostro centrale, fiancheggiato sul lato nord dalla chiesa e sugli altri lati dagli ambienti necessari al funzionamento della comunità. Nei pressi del monastero, quattro cappelle sono dedicate a Santa Maria, al Santissimo Salvatore, a San Michele, a Sant'Eldrado e San Nicola. Negli anni successivi alla fondazione l'abbazia ottenne dai sovrani franchi Pipino il Breve e Carlo Magno numerosi privilegi, tra cui quello della libera elezione dell'abate e del pieno possesso dei beni di fronte ad ogni autorità laica ed ecclesiastica. In quel tempo il monastero estendeva i suoi domini anche nel Basso Piemonte, fino all'entroterra ligure di Ponente. Distrutto dai Saraceni nel 906, il monastero fu ricostruito nella prima metà dell'XI secolo su iniziativa di Gezone, abate di Breme. Con i villaggi della Val Cenischia (Ferrera, Venaus e Novalesa) l'abbazia costituì per alcuni secoli una circoscrizione ecclesiastica autonoma. Nel 1646 ai benedettini si sostituirono i Cistercensi, che rimasero a Novalesa fino al 1798, quando furono espulsi dal Governo provvisorio piemontese. Il monastero fu successivamente affidato ai monaci trappisti. Fu requisito dallo Stato nel 1855, quando fu approvata la Legge sui Conventi. La storia più recente è quella dell'acquisto da parte dell'allora Provincia e del recupero di un patrimonio di arte, storia, cultura e spiritualità.

La storia dell'Abbazia è sintetizzata nel video realizzato dalla Direzione Comunicazione della Città Metropolitana che si può vedere nal canale You Tube dell'Ente alla pagina
https://www.14dd5266c70789bdc806364df4586335-gdprlock/watch?v=nBIG6t2LPWg&feature=youtu.be

LE VISITE GUIDATE

Il monastero conserva ancora oggi quella che doveva essere la planimetria originaria: un chiostro centrale, fiancheggiato sul lato nord dalla chiesa e sugli altri lati dagli ambienti necessari al funzionamento della comunità. All'interno del recinto murario si possono ammirare quattro cappelle. Quella dedicata a Sant'Eldrado conserva i suggestivi affreschi di età romanica dedicati alla vita del santo. L'obiettivo degli interventi in anni recenti è stato quello di localizzare all'interno del complesso funzioni diverse: dalla residenza dei monaci alle attività legate al libro, dall'ospitalità dei visitatori alla realizzazione di spazi museali.
Novalesa è il luogo ideale per ritemprare corpo e spirito, per dedicare un po' di tempo alla meditazione e alla riflessione, alternando momenti di relax a momenti turistici e culturali. Il tutto è reso possibile dalla cortese accoglienza dei monaci Benedettini, i quali perseguono tuttora nella loro vita quotidiana il motto "Ora et labora".
La chiesa e le cappelle di San Salvatore e Sant'Eldrado si possono ammirare durante visite guidate su prenotazione: attualmente però le visite sono sospese per l'emergenza coronavirus e riprenderanno appena possibile.

Cultura

In ottemperanza alla disposizioni emanate dal C.O.C. (Centro Operativo Comunale) di Chivasso, il Concerto di Carnevale in programma lunedì 24 febbraio alle ore 21 al Teatro dell'Oratorio "Carletti" con Archeia Orchestra è statoiannullato.

 

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Il mese di febbraio porta il Carnevale e con esso una serie di giorni importanti tra cui il giovedì grasso, festa che insieme al martedì, sanciscono la fine dei festeggiamenti e l'inizio della Quaresima.

Giovedì 20 febbraio, per l'appunto giovedì grasso 2020, anche la Città metropolitana di Torino accoglie lo spirito carnevalesco e ospita alle ore 17,00 a Palazzo Cisterna, sede aulica dell'Ente, la presentazione del libro di Giorgio Enrico Cavallo (Editrice il Punto -Piemonte in Bancarella) «A la manera 'd Gianduja», a cura dell'Associassion Piemontèisa.

Alla presenza dei vertici dell'associazione, Giorgio Enrico Cavallo racconterà al pubblico l'idea dal quale è nato il libro e il percorso di ricerca condotto prima della stesura definitiva.

Il libro "A la manera 'd Gianduja" narra sia la vicenda del Gianduja storico sia le sue interpretazioni successive. La prima sezione riguarda la nascita di Gianduja, tutt'altro che scontata o limitata al folklore paesano. Il libro ricostruisce con precisione la storia del personaggio, creato a Genova attorno al 1802 da Giovanni Battista Sales e Gioachino Bellone. Nel corso dell'Otto e del Novecento, alcuni narratori di aneddoti legarono Gianduja a Callianetto e descrissero Bellone come nativo di Racconigi. Nessuno cercò mai né la data di nascita né quella di morte dei due burattinai, che forse per la prima volta vengono svelate in questo studio, rivelando definitivamente che tanto Sales quanto Bellone erano nativi di Torino. La sezione storica prosegue con l'evoluzione del personaggio, diventato simbolo (ad insaputa dei suoi creatori, ormai defunti) del Piemonte risorgimentale. Una seconda sezione descrive le grandi famiglie di marionettisti e burattinai ancora in attività che rappresentano le storie di Gianduja o che le hanno rappresentate: i Lupi, gli Niemen e i Grilli. Interviste agli artisti permettono di conoscere più da vicino l'arte del teatro di marionette e burattini. Una terza sezione illustra la storia delle associazioni storiche, l'Associassion Piemontèisa e la Famija Turinèisa. In modo particolare, viene fornita l'unica intervista-biografia rilasciata da Andrea Flamini, storico Gianduja dell'Associassion Piemontèisa, che egli desiderava espandere e rendere un vero libro incentrato sulla sua figura. Purtroppo, non fece in tempo e il libro pubblicato rivela particolari poco noti della vita di Flamini, che fu un protagonista del folklore ma anche un portavoce della piemontesità nel mondo: mantenne contatti strettissimi con i piemontesi di Argentina e Brasile e si sentì "investito" del ruolo di rappresentante del Piemonte.
Il volume è arricchito da decine di immagini d'epoca, molte delle quali inedite.

Ingresso libero fino ad esaurimento posti in sala.

 

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La settima tappa del circuito di visite guidate e animate "MuseiAmo", patrocinato dalla Città Metropolitana di Torino, è in programma domenica 16 febbraio al Museo Francesco Borgogna di Vercelli, sorto nel 1907 per legato testamentario del filantropo e collezionista Antonio Borgogna. La prestigiosa istituzione culturale vercellese ospita una vasta collezione di pittura, scultura, arti decorative e lastre fotografiche. Per la quantità e qualità di opere pittoriche italiane ed europee, che spaziano dal Medioevo al Novecento, il "Borgogna" è considerato la seconda pinacoteca del Piemonte dopo la Galleria Sabauda di Torino. Le collezioni comprendono una notevole sezione di dipinti murali staccati e risistemati, oltre a pale d'altare risalenti al periodo tra il XV e XVI secolo e a una biblioteca storica e corrente. Le opere esposte su tre piani espositivi sono circa 800 e coprono un arco cronologico che va dal XV al XXI secolo. Il percorso espositivo permanente è oggetto di rotazione degli allestimenti, favoriti dai prestiti, da nuovi restauri, da recuperi dai depositi del Museo o da comodati o doni da enti e privati. La sezione di opere del XV e XVI secolo, che furono raccolte da Borgogna o che provengono da chiese, confraternite e dall'Istituto di Belle Arti di Vercelli, costituisce un nucleo altamente rappresentativo del Rinascimento piemontese. Tra gli artisti più significativi vi sono i discepoli della bottega spanzottiana, Gerolamo e Giovan Battista Giovenone, Bernardino Lanino, Defendente e Gaudenzio Ferrari.

SABATO 22 AL MUSEO DI ANATOMIA UMANA "LUIGI ROLANDO"

Sabato 22 febbraio "MuseiAmo" farà tappa al Museo di Anatomia umana di Torino, nato nel 1739 e trasferito nel 1898 nel Palazzo degli Istituti anatomici di corso Massimo D'Azeglio 52. Da allora, è rimasto quasi immutato e le operazioni di restauro hanno voluto restituire l'atmosfera ottocentesca. Anche l'allestimento storico di questa vera e propria "cattedrale della scienza" è stato mantenuto, nonostante penalizzi la comunicazione. Le vetrine sono infatti affollate di preparati e senza illuminazione interna. Sono quasi prive di testi esplicativi, come era usuale in un museo dell'epoca. Ma, grazie a postazioni video, a una guida cartacea e a una serie di schede di approfondimento, il museo può raccontare la storia delle collezioni (tra cui quella di modelli in cera, una delle più ricche esistenti), parlare di scoperte scientifiche, rievocare vicende legate all'attività della scuola anatomica torinese negli ultimi trecento anni. La collezione è intitolata a Luigi Rolando, che dal 1804 fu professore di Anatomia all'Università di Sassari. Con la Restaurazione e il ritorno dei Savoia in Piemonte, a Rolando venne affidato l'insegnamento a Torino, ove si impegnò nell'arricchimento delle collezioni del museo anatomico. Grazie all'esperienza maturata frequentando la scuola di ceroplastica fiorentina tra il 1805 e il 1807, al suo ritorno a Torino Rolando curò la formazione dei tecnici modellatori che realizzarono gran parte delle cere anatomiche oggi esposte nel museo. I contributi scientifici di Rolando riguardano specialmente la neuroanatomia. Alcune formazioni del sistema nervoso (scissura centrale di Rolando, sostanza gelatinosa di Rolando) prendono da lui il nome.

QUOTE E MODALITÀ DI PARTECIPAZIONE

Le visite animate di MuseiAmo sono in programma alle 15 e alle 16,30, con quote di partecipazione di 6 euro per gli adulti e 5 per i possessori della carta Torino Musei. I bambini sino a 6 anni entrano gratuitamente. L'ideazione e la realizzazione del progetto MuseiAmo sono a cura di Oikos Teatro e ART.O'. Sono partner del progetto l'Abbonamento Musei Torino Piemonte, l'Atl Turismo Torino e provincia. La Città Metropolitana di Torino e la Città di Torino patrocinano l'iniziativa, che è organizzata con la collaborazione del corso di laurea Dams dell'Università.
Per informazioni e prenotazioni si può consultare il sito Internet www.museiamo.it o contattare l'ufficio di Ivrea dell'Atl Turismo Torino e provincia, telefono 0125-618131, e-mail info.ivrea@turismotorino.org

Museo Francesco Borgogna Vercelli 1 ridotta

Cultura

La sesta tappa del progetto “MuseiAmo”, patrocinato dalla Città Metropolitana di Torino, è in programma sabato 8 febbraio all’Officina della Scrittura di Strada da Bertolla all’Abbadia di Stura 200 a Torino. L’Officina è il primo museo al mondo dedicato al segno, che testimonia la nascita e l’evoluzione di un’invenzione straordinaria come quella della comunicazione non orale.Vera e propria “cittadella della conoscenza”, è il luogo in cui viene raccontato e valorizzato tutto ciò che è legato alla cultura della scrittura e, più in generale, al segno dell’uomo: dalle pitture rupestri fino alle svariate forme della comunicazione contemporanea. Il museo propone un perfetto mix di tecnologia e tradizione, attraverso un percorso organico che racconta, emoziona, educa il pubblico di ogni età. Gli oltre 2.500 metri quadri dell’allestimento sono suddivisi in aree ben distinte ma profondamente interconnesse: dal racconto delle origini del segno, alla prima macchina da scrivere Remington, dal viaggio all’interno della scrittura alla sezione dedicata alla storia delle penne stilografiche, dove è possibile apprezzare una selezione delle 13 penne iconiche del XX secolo, come la Waterman’s 22 del 1896 e la Hastil Aurora disegnata da Marco Zanuso nel 1970 ed esposta al MoMA di New York.

DOMENICA 16 AL MUSEO FRANCESCO BORGOGNA DI VERCELLI

La settima tappa di “MuseiAmo” è invece in programma domenica 16 febbraio al museo Francesco Borgogna di Vercelli, sorto nel 1907 per legato testamentario del filantropo e collezionista Antonio Borgogna. La prestigiosa istituzione culturale vercellese ospita una vasta collezione di pittura, scultura, arti decorative e lastre fotografiche. Per la quantità e qualità di opere pittoriche italiane ed europee, che spaziano dal Medioevo al Novecento, il “Borgogna” è considerato la seconda pinacoteca del Piemonte dopo la Galleria Sabauda di Torino. Le collezioni comprendono una notevole sezione di dipinti murali strappati e staccati, oltre a pale d’altare risalenti al periodo tra il XV e XVI secolo e ad una biblioteca storica e corrente. Le opere esposte su tre piani espositivi sono circa 800 e coprono un arco cronologico che va dal XV al XXI secolo. Il percorso espositivo permanente è oggetto di rotazione degli allestimenti, favoriti dai prestiti, da nuovi restauri, da recuperi dai depositi del Museo o da comodati o doni da enti e privati. La sezione di opere del XV e XVI secolo, che furono raccolte da Borgogna o che provengono da chiese, confraternite e dall’Istituto di Belle Arti di Vercelli, costituisce un nucleo altamente rappresentativo del Rinascimento piemontese. Tra gli artisti più significativi vi sono i discepoli della bottega spanzottiana, Gerolamo e Giovan Battista Giovenone, Bernardino Lanino, Defendente e Gaudenzio Ferrari.

QUOTE E MODALITÀ DI PARTECIPAZIONE

Le visite animate di MuseiAmo sono in programma alle 15 e alle 16,30, con quote di partecipazione di 6 euro per gli adulti e 5 per i possessori della carta Torino Musei. I bambini sino a 6 anni entrano gratuitamente. L'ideazione e la realizzazione del progetto MuseiAmo sono a cura di Oikos Teatro e ART.O’. Sono partner del progetto l’Abbonamento Musei Torino Piemonte, l’Atl Turismo Torino e provincia. La Città metropolitana di Torino e la Città di Torino patrocinano l’iniziativa, che è organizzata con la collaborazione del corso di laurea Dams dell'Università.
Per informazioni e prenotazioni: Turismo Torino e provincia-Ufficio del Turismo di Ivrea, telefono 0125-618131, e-mail info.ivrea@turismotorino.org

Officina della Scrittura 8

Cultura

Sabato 15 febbraio sarà l’associazione Sbandieratori e Musici Città di Grugliasco ad animare e a rendere ancora più interessante la visita a Palazzo Dal Pozzo della Cisterna, sede aulica della Città Metropolitana di Torino.
Appuntamento alle ore 10,00 in via Maria Vittoria 12 per una mattinata che inizierà nel cortile d’onore con l’esibizione degli sbandieratori e proseguirà con un tour guidato che attraverserà gli ambienti della biblioteca, le sale settecentesche e, percorrendo lo scalone d’onore, il piano nobile con gli arredi, le vetrate e i preziosi soffitti a cassettoni.
Le visite a Palazzo Cisterna, tutte gratuite , si effettuano su prenotazione telefonica al numero 011-8612644, dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13. Per prenotare le visite del sabato o quelle in giorni feriali si può anche inviare una e-mail all’indirizzo urp@cittametropolitana.torino.it.
Le prossime visite del sabato mattina si svolgeranno il: 14 marzo, 18 aprile, 23 maggio, 20 giugno, 19 settembre, 17 ottobre, 21 novembre e 19 dicembre.

http://www.cittametropolitana.torino.it/speciali/2020/visita_palazzo_cisterna/index.shtml


Associazione Sbandieratori e Musici Città di Grugliasco

L'Associazione è nata nel 1986 come gruppo “Borgo del Gerbo” in seno al comitato organizzatore del tradizionale "Palio della Gru". Il Palio si svolge ogni anno la prima domenica di giugno a Grugliasco e rievoca gli avvenimenti accaduti nel 1599, dopo la cessazione della pestilenza che dilagò in tutto il Nord Italia. L’associazione ha ottenuto innumerevoli riconoscimenti durante manifestazioni turistiche, tornei, feste cittadine e rassegne promozionali. Dal 1991 al 2014 è stata affiliata alla Lega Italiana Sbandieratori e ha partecipato agli annuali campionati italiani. Nel 2000 ha organizzato il Campionato Nazionale Sbandieratori della LIS, che si è svolto a Torino nelle piazze Castello e Palazzo di Città e nel cortile del Castello del Valentino. Dal 2015 l’associazione è affiliata alla Federazione Italiana Sbandieratori. Nel 1994 ha dato vita ad una scuola per piccoli sbandieratori e tamburini, che propone ai bambini e ai ragazzi delle scuole di Grugliasco e altri Comuni vicini regolari corsi per imparare a destreggiarsi con la bandiera o la ritmica dei tamburi. Attualmente il Gruppo è composto da circa 60 elementi tra gonfaloniere (o vessillifero), tamburini (con rullanti e timpani), chiariniste, sbandieratori e sbandieratrici; tutti rigorosamente vestiti in costumi d'epoca. Il loro repertorio artistico, tra rulli di tamburi e squilli di chiarine, si articola in esibizioni singole, di coppia e di squadra, sviluppando figure via via più complesse, oltre ad un’articolata coreografia presentata durante le sfilate accompagnate dalle note dei Musici. Il fiore all'occhiello è senz'altro l'esibizione notturna, durante la quale, nel buio della notte, bandiere fluorescenti volteggiano all'incessante ritmo dei tamburi.

www.sbandieratorigrugliasco.it

 

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Cultura

Giovedì 6 febbraio alle 11 in via Lagrange 7 è in programma il primo evento delle celebrazioni per il centenario della fondazione della sezione di Torino dell’Associazione Nazionale Alpini, la prima in Italia, conosciuta come “La Veja” e costituita il 6 febbraio del 1920. Alla presenza di autorità civili e militari verrà scoperta una targa commemorativa della fondazione, che avvenne nel palazzo che al tempo ospitava il Circolo Ufficiali in congedo. Le celebrazioni vivranno il loro momento centrale sabato 6 e domenica 7 giugno, con una serie di eventi che si apriranno con l’alzabandiera in piazza Castello e una Messa nella chiesa reale di San Lorenzo. Fanfare e cori alpini si esibiranno nelle piazze e nelle vie centrali della città, mentre si potrà cenare con gli Alpini in piazza Vittorio Veneto. Domenica 7 è  in programma una sfilata al suono delle fanfare alpine da piazza Carlo Felice a piazza Vittorio.

QUANDO NACQUE “LA VEJA”

Migliaia di Alpini reduci della Grande Guerra erano tornati da qualche mese alle loro case, quando, nel novembre del 1919 a Morgex, in occasione dello scoprimento della lapide in onore della medaglia d'oro al valor militare Capitano alpino Giuseppe Garrone, caduto il 18 dicembre 1917 sul Monte Grappa, alcune autorità civili e militari espressero il desiderio di costituire la prima Sezione della neonata Associazione Nazionale Alpini fondata in luglio a Milano. Nel gennaio del 1920 nello studio dell'avvocato torinese Guido Operti si riunirono i promotori, per iniziare la stesura di uno Statuto sociale. Il 6 febbraio al Circolo Ufficiali in congedo di via Lagrange si tenne l’assemblea costituente della Sezione di Torino, i cui componenti, tutti ufficiali in congedo o in servizio, stabilirono di non attribuire alcun riferimento politico alla Sezione, semplicemente considerandola una diramazione dell’ANA, fondata sette mesi prima a Milano. Primo presidente della Sezione fu il generale Andrea Cerri. Dopo le prime riunioni al caffè Fiorina di via Pietro Micca, all'Albergo dei due Mondi in via Saluzzo e al caffè Romano di piazza Castello, la Sezione fissò la sua sede alla cosiddetta “Rotonda” in via Bertola angolo via Stampatori, dove oggi ci sono i giardini La Marmora. Nel settembre 1920 la Sezione era già in grado di organizzare una sfilata di 120 soci da piazza San Carlo alla caserma Rubatto, per un gemellaggio ideale con gli Alpini in armi.
Nel periodo tra le due guerre mondiali la Sezione torinese crebbe numericamente e organizzativamente e rivendicò in più occasioni, se non l’autonomia, quantomeno la pari dignità con la sede milanese dell’ANA. Nel 1961, nel Centenario dell'Unità d'Italia, fu “La Veja” ad organizzare ed ospitare la 34ª Adunata Nazionale, la prima in cui si superò il numero di centomila partecipanti: un successo replicato nel 2011 per il 150° anniversario dell’Unità nazionale, con ben cinquecentomila partecipanti.
L’ANA non è e non è mai stata una semplice associazione di Penne Nere reduci dai conflitti bellici o dal servizio militare in tempo di pace. Sono innumerevoli gli esempi della solidarietà concreta che la Sezione di Torino ha saputo mettere in campo in occasione di catastrofi ed emergenze nazionali, come i terremoti del maggio 1976 in Friuli e del novembre 1980 in Irpinia. Oggi “La Veja” può contare su di un nucleo di volontari della Protezione Civile composto da oltre 250 soci, che operano in tutta Italia e all’estero, vivendo e testimoniando con il loro impegno il motto “Gli Alpini ci sono sempre!”.

Cultura

Itaca? Una volta era nel Mar Baltico
Mercoledì 29 gennaio al Teatro San Giuseppe di Torino

Si intitola“Omero nel Baltico. Le origini nordiche dell’Odissea e dell’Iliade”, ed è un libro che sovverte, basandosi su solide argomentazioni, tutte le conoscenze di carattere geografico che hanno finora accompagnato la lettura dei grandi poemi omerici. Per consentire al suo autore, Felice Vinci, di presentarlo al pubblico torinese, l’Associazione Ex Allievi del Collegio San Giuseppe, con il patrocinio della Città metropolitana di Torino, ha organizzato un incontro che si terrà nel teatro del Collegio (ingresso da via Andrea Doria 18, Torino) mercoledì 29 gennaio alle 20.30. Insieme a Vinci, e introdotti dal presidente dell’Associazione Ex allievi del Collegio San Giuseppe, Dario Tarozzi, presenteranno “Omero nel Baltico” (Palombi editore) Fratel Adalberto Valerani, professore di latino e greco ed ex preside del Liceo classico del Collegio San Giuseppe, e il notaio torinese Mario Enrico Rossi, ex allievo del medesimo liceo sangiuseppino.
Secondo la tesi contenuta in “Omero nel Baltico”, il reale scenario dei poemi omerici è identificabile non nel Mediterraneo, ma nell’Europa settentrionale: le saghe che hanno dato loro origine provengono dal Baltico e dalla Scandinavia, dove nel II millennio a.C. fioriva una splendida età del bronzo; le portarono in Grecia, in seguito al tracollo dell’optimum climatico, i grandi navigatori che nel XVI secolo a.C. fondarono la civiltà micenea: essi ricostruirono nel Mediterraneo il loro mondo originario, in cui si erano svolte la guerra di Troia e le altre vicende della mitologia greca. Una tesi ben suffragata da molti dati oggettivi raccolti da Vinci in anni di attente ricerche.

La locandina dell'incontro

 

 

Cultura

Triplice appuntamento nel mese di febbraio per la rassegna Chivasso in Musica 2020, patrocinata dalla Città Metropolitana di Torino. Domenica 9, nel corso dell’investitura dell’Abbà Ugo, si esibirà il coro della Cattedrale di Ivrea, mentre sabato 15 sarà la volta del coro polifonico di Lanzo e lunedì 24 si terrà un concerto dell’orchestra giovanile d’archi Archeia.
Domenica 9 febbraio alle 15,30 in Duomo sarà celebrata la Messa solenne per l’investitura del LXVII Abbà, impersonato da Ugo Novo. Il rito sarà presieduto dal vescovo di Ivrea monsignor Edoardo Aldo Cerrato. Il coro della Cattedrale di Ivrea sarà diretto da Maria Ausilia Fiorina. Alla consolle dell’organo Felice Bossi del 1843 siederà l’organista e compositore canavesano Sandro Frola. Collabora all’organizzazione dell’evento la Pro Loco Chivasso l’Agricola.
Nel concerto delle Bele Tôlere di sabato 15 febbraio alle 21 nella chiesa di Santa Maria degli Angeli il coro polifonico di Lanzo, diretto da Simone Bertolazzi, svilupperà un programma “profano”, incentrato sull’eleganza, sulla femminilità e sul fascino sviluppato dalla vocalità contemporanea. Al termine del concerto la pasticceria Bonfante offrirà il tradizionale zabaglione con i Nocciolini.
Il concerto di Carnevale di lunedì 24 febbraio alle 21 nel teatro dell’Oratorio Carletti avrà come protagonista un’orchestra giovanile d’archi emergente, l’Archeia, che, sotto la direzione di Giacomo Pomati farà ascoltare musiche di Grieg (Holberg Suite), Mendelssohn (Sinfonia numero 10 in Si minore per archi, MWN 10), Bartók (Danze popolari rumene) e Britten (Simple Symphony, opera 4).
L’ingresso ai concerti è con libera offerta. Per saperne di più: www.chivassoinmusica.it