Rischio meteo-idrologico ed idrogeologico
Il Tavolo di lavoro nasce da una specifica richiesta del territorio di redigere un piano intercomunale di Protezione Civile per il bacino del Sangone, avanzata in occasione della Cabina di Regia del 17 febbraio 2017, di cui è a disposizione il resoconto di sintesi (pdf 948 KB).
L'attività si svolge con il coordinamento del Servizio Protezione Civile della Città metropolitana e del Settore Protezione Civile della Regione Piemonte.
I primi incontri del tavolo si sono tenuti il 5 aprile e il 10 maggio 2017 a Bruino: a seguito di quest'ultima riunione ha preso avvio il percorso insieme ai tecnici delegati dai comuni del contratto del Sangone, le cui fasi sono di seguito dettagliate:
- In due successivi incontri tecnici, svolti sempre nella sede comunale di Bruino, i tecnici del Servizio Protezione civile della Città metropolitana hanno illustrato in dettaglio cosa manca negli attuali piani comunali ai fini della sicurezza sul rischio meteo-idrologico, per realizzare un veloce aggiornamento ed una efficace risposta alle criticità.
- In un’apposita pagina dell'area riservata del sito della Città metropolitana, è stata messa a disposizione dei Comuni coinvolti una mappa particolareggiata delle aree a rischio ufficialmente riconosciute, sia da fonte Regionale che da quelle Comunali contenute negli strumenti urbanistici adeguati al PAI. Il materiale cartografico è stato inoltre corredato da un vademecum in pdf, con ulteriore materiale tabellare e cartografico attraverso i quali i nuovi piani di emergenza possono essere agevolmente sviluppati a livello comunale.
- In una terza fase sono stati svolti degli incontri tecnici ristretti, cui hanno partecipato 2-3 Comuni per volta, durante i quali è stato spiegato in dettaglio come utilizzare il supporto tecnico da parte dei tecnici comunali e con quali passi pratici.
Oltre a toccare gli aspetti di gestione del rischio e delle risorse territoriali, è stata più volte richiamata l'attenzione su un punto focale della prevenzione degli eventi calamitosi: la comunicazione nei confronti della popolazione, sia in fase previsionale che di attuazione del piani stessi. Questa andrà attentamente gestita in sede comunale, trattandosi di un aspetto molto delicato.
In questa fase, un ulteriore incontro tecnico, da svolgersi con gli stessi soggetti e le stesse modalità, permetterà di verificare le integrazioni sviluppate nelle sedi comunali, eventualmente proponendo suggerimenti e modifiche ai singoli piani di emergenza. La successiva fase conclusiva, sarà quella di pianificazione intercomunale, che seguirà alcuni principi generali che verranno illustrati nella stessa sede.
In linea di massima si tratta di individuare, in modo condiviso, un soggetto capofila all'interno dei Comuni partecipi, che avrà il ruolo, in corso di evento, di accentrare i dati provenienti da qualsiasi monitor attivato sul territorio (umano o tecnologico) e di distribuire le opportune informazioni ai Centri Operativi Comunali (COC). Ciò servirà a realizzare una risposta coordinata alla scala dell'intero bacino del Sangone, soprattutto per il controllo della viabilità e della salvaguardia della pubblica incolumità, adottando una priorità assoluta nei confronti delle aree a maggior rischio di alluvione.
Attraverso un ultimo incontro tecnico si potrà concludere la redazione del Piano di Emergenza del Sangone con poche regole semplici e condivise. La sottoscrizione del Piano avverrà pertanto in forma di un accordo intercomunale che sancirà l'avvenuta adozione da parte di ciascun Consiglio Comunale, con l'impegno a rispettarne i dettami da parte dei Sindaci in qualità di Autorità unica della protezione civile locale.
Si ringraziano Francesco Vitale e Fabrizio Longo per la redazione del testo