Tutela fauna e flora
Da qualche settimana al Servizio di tutela della fauna e della flora della Città metropolitana di Torino giungevano generiche segnalazioni dai tecnici del comune di Brandizzo riguardo all'avvistamento in un'area sotterranea del Centro sportivo del Comune di numerosi serpenti non identificati.Mercoledì 27 gennaio nel pomeriggio agli agenti faunistico ambientali della Città metropolitana veniva segnalato telefonicamente che gli animali stavano svernando in un anfratto sotterraneo dove si sarebbero dovuti svolgere dei lavori di posa in opera di tubature e che gli operai, a causa di tale presenza, si rifiutavano di proseguire i lavori.
Giunti sul posto, gli agenti si rendevano conto che si trattava di biacchi (Hierophis viridiflavus, è il nome scientifico e prende il nome dalla livrea verde gialla) serpenti del tutto innocui, molto diffusi nelle nostre città e campagne e lunghi fino a 180 centimetri. Appartengono a una specie protetta e sono molto utili come derattizzatori naturali, in quanto si nutrono di topi. Non è difficile incontrarli in anfratti, cavità, garage e cantine dove spesso si rifugiano per trascorrere i lunghi mesi invernali, a Torino come in altre città e paesi.
I biacchi sono stati catturati e portati in un luogo sicuro dove la temperatura non scende sotto lo zero e, soprattutto, al riparo dai lavori umani.
“Non tutti gli animali selvatici destano gli stessi sentimenti di confidenza e tenerezza” commenta la consigliera delegata della Città metropolitana Elisa Pirro “E i biacchi, che raggiungono dimensioni notevoli, sono di certo fra quelli che destano timore. Il comportamento più razionale da tenere in caso se ne ritrovasse un esemplare è quello di lasciarlo tranquillo. Ma, come in questo caso dove è necessario spostarli, si può chiamare il nostro Servizio tutela fauna e flora della Città metropolitana di Torino, che rivolge la sua attenzione su tutte le specie animali in qualsiasi periodo dell'anno ".
A CHI RIVOLGERSI QUANDO SI RINVENGONO ANIMALI FERITI O IN DIFFICOLTA’: IL PROGETTO “SALVIAMOLI INSIEME” DELLA CITTÀ METROPOLITANA
- Città metropolitana di Torino-Servizio tutela della fauna e della flora, corso Inghilterra 7, Torino, telefono 011-8616987, cellulare 349-4163347; dal lunedì al giovedì dalle 9 alle 14,30, il venerdì dalle 9 alle 13- Centro animali non convenzionali dell’ospedale veterinario della Facoltà di medicina veterinaria dell’Università di Torino, largo Braccini 2, Grugliasco, telefono accettazione 011-6709053 e 366-6867428. In orario notturno l’accesso avviene dal numero civico 44 di via Leonardo da Vinci.
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Andare “Alla ricerca della Trota Marmorata” nel Pellice, sfidando le gelide acque invernali per scoprire i luoghi in cui le trote depongono le uova, in una divertente e avventurosa passeggiata lungo le sponde del torrente, fino alla confluenza con il Po: è l’iniziativa che il Parco del Monviso-Riserva MAB della Biosfera e il Servizio Tutela Fauna e Flora della Città Metropolitana di Torino propongono per sabato 30 dicembre.Il ritrovo è fissato per le 9,30 al ponte tra Vigone e Villafranca Piemonte sulla Strada Provinciale 139, sul lato della pizzeria Ponte Pellice. Occorrerà essere muniti di scarponcini, abbigliamento comodo e caldo e possibilmente anche di stivali. Si consiglia di parcheggiare prima e raggiungere il punto di ritrovo a piedi. Da lì, accompagnati da esperti di fauna ittica, si partirà per una passeggiata di circa 9 km. Per il ritorno sarà possibile organizzarsi con le auto. L’attività terminerà intorno alle 16. Chi vorrà partecipare alla conta delle ovature nel torrente dovrà indossare i cosciali abitualmente utilizzati dai pescatori. Il pranzo sarà al sacco. L’attività è particolarmente indicata per le famiglie e per gli appassionati dell’ambiente fluviale.
Per informazioni si può telefonare in orario d’ufficio al Parco del Monviso, al numero 0175-46505
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Per la giovane cerva recuperata in difficoltà dagli agenti del Servizio di Tutela della Fauna e della Flora della Città Metropolitana di Torino durante un normale pattugliamento nel territorio del Comune di Oulx si prospetta un miglioramento della qualità della vita.L'animale, recuperato nel mese di maggio con pochissimi giorni di vita, sarebbe stato condannato a morte sicura da una lesione congenita, una contrattura di un tendine flessore dell'arto posteriore sinistro, che non le permetteva una deambulazione normale.
L’esemplare era stato immediatamente portato al CANC di Grugliasco, il Centro Animali Non Convenzionali della Facoltà di Medicina Veterinaria dell'Università di Torino, convenzionato con la Città Metropolitana per la cura degli animali selvatici rinvenuti in stato di difficoltà. La giovane cerva è stata sottoposta ad un intervento di resezione tendinea che, a causa di complicanze, ha avuto come esito finale l'amputazione di metà del metatarso. Ora, per garantire una deambulazione più efficiente, all'animale verrà posizionata una protesi provvisoria, che, a sviluppo terminato, verrà sostituita da una protesi definitiva strettamente solidale all'arto.
“Chiaramente la soluzione adottata non potrà restituire l'animale selvatico ad una vita di completa libertà. – commenta la Consigliera metropolitana Elisa Pirro, delegata alla tutela della fauna e della flora - Ma la protesti garantirà alla cerva un'ottima libertà di movimento in un ambiente protetto, migliorandone sensibilmente la qualità della vita”.
Per vedere il videocomunicato sulla cerva curata con una protesi sul canale You Tube della Città Metropolitana: https://www.14dd5266c70789bdc806364df4586335-gdprlock/watch?v=yMkqzhsqrrg
A CHI RIVOLGERSI QUANDO SI RINVENGONO ANIMALI FERITI O IN DIFFICOLTÀ: IL PROGETTO “SALVIAMOLI INSIEME” DELLA CITTÀ METROPOLITANA
- Città Metropolitana di Torino-Servizio Tutela della Fauna e della Flora, corso Inghilterra 7, Torino, telefono 011-8616987, cellulare 349-4163347; dal lunedì al giovedì dalle 9 alle 14,30, il venerdì dalle 9 alle 13
- Centro Animali Non Convenzionali dell’Ospedale Veterinario della Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Torino, largo Braccini 2, Grugliasco, telefono accettazione 011-6709053 e 366-6867428. In orario notturno l’accesso avviene dal numero civico 44 di via Leonardo da Vinci.
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È stato nuovamente rinviato a data da destinarsi l’evento “Conoscere per convivere” in programma domani, sabato 2 dicembre, a Noasca.Seguiranno comunicazioni su nuova data e orario.
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Lupo e cinghiale sono due specie che, per motivi diversi, impongono una riflessione sul nostro concetto di natura e sul modello di sviluppo territoriale che intendiamo promuovere, soprattutto nelle aree montane. Ne discuteranno sabato 2 dicembre a Noasca il Sindaco Domenico Aimonino, la Consigliera metropolitana delegata all’ambiente, alla tutela della fauna e della flora, ai parchi e alle aree protette, Elisa Pirro, il Consigliere metropolitano Mauro Fava e alcuni esperti. L’incontro era stato in un primo momento programmato per sabato 28 ottobre, ma era stato rinviato a causa dell’emergenza incendi.Luca Giunti, guardiaparco dell’Ente di gestione delle aree protette delle Alpi Cozie, si porrà e porrà ai presenti “Le domande del lupo”. Il dirigente del Servizio tutela della fauna e della flora della Città metropolitana, Mario Lupo, tratterà il tema della gestione del cinghiale nel territorio dell’Ente di area vasta che ha ereditato le competenze dell’ex Provincia di Torino. Bruno Bassano, responsabile del settore Biodiversità e ricerca scientifica del parco Nazionale del Gran Paradiso, terrà una relazione sul tema “Ecologia delle specie problematiche: il punto di vista di un Parco nazionale”. Sergio Barone, Vicepresidente della Coldiretti di Torino, si soffermerà sull’impatto degli animali selvatici sul territorio agricolo.
L’appuntamento è alle 15 al Pala Noasca della frazione Gere Sopra.
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Gli incendi boschivi di fine ottobre in Valsusa e in altri territori montani della Città Metropolitana di Torino hanno seriamente danneggiato la fauna selvatica, patrimonio indisponibile dello Stato e quindi della collettività? È l'interrogativo che ha spinto la Città Metropolitana a mettere in campo le competenze dei tecnici e dei funzionari dei servizi Tutela Fauna e Flora e Pianificazione e Gestione Rete Ecologica, Aree Protette e Vigilanza Ambientale, per capire quanti e quali danni possono aver subito gli animali che popolano i territori montani e pedemontani.“Le operazioni, - spiega la Consigliera metropolitana Elisa Pirro, delegata all'ambiente, alla tutela della fauna e della flora, ai parchi e alle aree protette - si sono svolte con la collaborazione del personale dei Comprensori Alpini di caccia TO1, TO3 e TO5, del Parco Nazionale del Gran Paradiso, del Parco regionale delle Alpi Cozie e dei Carabinieri Forestali. La Facoltà di Medicina Veterinaria dell'Università di Torino ha impegnato una quindicina di studenti del corso di Gestione delle Risorse faunistiche per affiancare gli operatori coinvolti”.
La Consigliera Pirro ha voluto rendersi conto di persona della metodologie utilizzate per il monitoraggio, assistendo alle operazioni condotte venerdì 17 novembre nella zona di Mompantero, a cui si riferiscono le allegate foto da lei scattate.
IL MONITORAGGIO NELLE VALLI DI SUSA, CHISONE, GERMANASCA E ORCO
A partire da venerdì 10 novembre è stato effettuato un monitoraggio campione in Val di Susa,Valle dell’Orco e Val Chisone, poi esteso anche alla zona del Parco provinciale del Tre Denti-Monte Freidour. Nel frattempo è stata acquisita la cartografia digitale delle aree interessate dagli incendi, elaborata a partire da foto satellitari del Politecnico di Torino, che partecipa al programma “Copernicus” dell’Unione Europea.
In Valle di Susa sono state controllate in particolare le zone tutelate, le oasi di protezione del Rocciamelone, i SIC e l'oasi xerotermica dell'Orrido di Foresto, che rientra nel Parco Naturale Alpi Cozie. Hanno partecipato al monitoraggio due operatori del Comprensorio Alpino TO3, due guardaparco del Parco Alpi Cozie, quattro agenti faunistico-ambientali della Città Metropolitana, accompagnati da un ex-collega in pensione come volontario e da una dozzina di studenti accompagnati dal professor Luca Rossi. Sono stati percorsi a piedi alcuni tratti, per verificare l'eventuale presenza di animali selvatici morti o feriti e la presenza di fauna selvatica viva, segnalata dalle tracce di passaggio. L’area è stata suddivisa in nove transetti percorsi a piedi, interessando in modo omogeneo una zona che si estende dal Comune di Chianocco a quello di Mompantero. In quasi tutti i transetti sono state rilevate alcune tracce recenti del transito di cinghiali, cervi, caprioli, camosci, lepri, volpi e lupi. Alcuni animali sono stati osservati direttamente: ad esempio gli scoiattoli. Nei giorni precedenti, durante il normale svolgimento del loro servizio gli agenti faunistico-ambientali avevano osservato esemplari di Coturnice presenti a quote insolitamente basse, sicuramente a causa degli incendi che ne avevano compromesso l’habitat e la disponibilità alimentare alle quote in cui abitualmente svernano. Lo spostamento dal territorio abituale è avvenuto per tutte le specie per mancanza di cibo nelle zone attraversate dal fuoco. Nel Comune di Mompantero nel periodo successivo all’incendio sono stati recuperati un capriolo e un camoscio in evidente difficoltà, per cause da imputare all’azione del fuoco. Gli animali sono stati affidati alle cure del Centro Animali Non Convenzionali di Grugliasco. Durante l’incendio si era già intervenuto per un caso analogo per un altro capriolo a Bussoleno. Nelle prime perlustrazioni sono stati segnalati altri cinque caprioli morti, di cui si sono però perse le tracce nei successivi sopralluoghi congiunti.
In Valle Orco, grazie alla collaborazione del personale del Comprensorio Alpino TO5 sono stati eseguiti tre transetti nelle zone montane dei Comuni di Locana, Sparone e Ribordone, ciascuno percorso da quattro operatori. Non sono state rinvenute carcasse di animali, ma sono state rilevate tracce ed è stata avvistata fauna selvatica viva. Le fiamme avevano attraversato velocemente il bosco, bruciando essenzialmente il substrato di foglie e rami secchi senza in apparenza compromettere o intaccare le piante verdi, tanto che dall'esterno non si nota quasi il passaggio del fuoco, in quanto le chiome degli alberi sono integre.
In Val Germanasca una squadra composta da operatori del Comprensorio Alpino TO1 ha effettuato un sopralluogo dalla località Bovile di Perrero alla Punta Muret, percorrendo la cresta di confine con la Val Chisone e scendendo poi lungo la pista di accesso all’alpeggio del Muret. L’area ha un'altitudine compresa tra 1400 e 2200 metri e, nonostante l’esposizione prevalentemente a sud, al momento del monitoraggio si presentava in gran parte innevata. Nelle settimane precedenti alla nevicata di metà novembre era però stata interessata da un incendio che, sui tre versanti della Punta Muret, era proseguito per quasi quattro settimane, con effetti per il bosco meno gravi rispetto a quanto avvenuto in Valle di Susa. Nessuna carcassa è stata rinvenuta e sono stati osservati direttamente solo alcuni caprioli. Sulla neve sono state rinvenute numerose tracce di camosci, caprioli, cervi, cinghiali, lepri e scoiattoli. Il fatto di aver constatato la presenza recente di fauna selvatica è il segno di un’alta capacità di resilienza dell’ambiente ai danni causati dell’incendio.
LA SITUAZIONE NEL PARCO TRE DENTI-FREIDOUR: POCHI DANNI ALLA FAUNA, MA IL TERRENO SI È IMPOVERITO
Nella zona di Cumiana i tecnici del Servizio Gestione Rete Ecologica, Aree Protette e Vigilanza Ambientale hanno avviato a partire da mercoledì 15 novembre il rilievo dei danni prodotti dall'incendio boschivo all'interno e nei pressi del Parco provinciale Tre Denti-Freidour, sia per verificare l'eventuale presenza di carcasse di animali morti, sia per la verifica dei danni al patrimonio forestale. L'incendio ha interessato una superficie che è circa il 50% dell'intera estensione del Comune di Cumiana. Il rilievo si è per ora concentrato nella zona compresa fra la Borgata Bastianoni, il colle Aragno, il monte Freidour, il colle Prà l'Abbà e il colle Crò. Non sono stati rinvenuti resti di animali morti mentre, nonostante l'estensione e la durata, l'incendio non pare aver prodotto danni gravi. Nell'area finora indagata il fuoco ha avuto un andamento di tipo radente, rimanendo cioè a livello della lettiera di foglie e salendo molto raramente sulle chiome degli alberi. In poche decine di piante sono state verificate scottature irreversibili: soprattutto in una porzione limitata di bosco presso la fontana del Pieu. Nelle zone più elevate vicine alle creste le fiamme hanno bruciato quasi esclusivamente praterie disseccate, interessando marginalmente la copertura forestale. E' chiaro però che la mineralizzazione della sostanza organica e la scopertura del terreno in forte pendenza diminuiranno la fertilità dei terreni, con il rischio di smottamenti o frane, che la presenza di alberi e arbusti concorreva ad evitare.
I monitoraggi proseguiranno nei prossimi giorni sulla restante parte del parco e su altre aree interessate da incendi, con un progetto più articolato di assistenza ai Comuni.
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Nella mattinata di lunedì 13 novembre in Alta Valle di Susa un automobilista ha segnalato un Lupo investito da un automezzo poco prima dell'abitato di Salbertrand, in direzione Oulx, al km 72+500 della Strada Statale 24. Si tratta di un giovane maschio. Dopo essere stata portata alla vicina sede del Parco naturale del Gran Bosco di Salbertrand, la carcassa dell’animale è stata recuperata dagli agenti faunistico-ambientali della Città Metropolitana di Torino e controllata dal veterinario dell'ASL competente. E' prevista la consegna della carcassa alla Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Torino, i cui medici, congiuntamente con i colleghi dell’Istituto Zooprofilattico, si occuperanno dell’autopsia.Dal mese di ottobre anche in Alta valle di Susa è ripartito il monitoraggio sistematico del Lupo nell’ambito del progetto europeo Life WolfAlps. Rispetto a quanto avvenuto nel 2015 e 2016 sono stati aggiunti alcuni settori geografici, Val Sangone, Pinerolese, Valli Tesso, Malone, Gallenca e Pellice, in modo da estendere l’area di indagine per avere un quadro il più dettagliato possibile della distribuzione della specie. Il monitoraggio intensivo procederà fino alla fine di febbraio.
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“Sospendere temporaneamente l’attività venatoria per un periodo non inferiore ad un mese e fintanto che l’emergenza incendi non sarà stata superata”: lo chiede la Città Metropolitana di Torino in una lettera che la Consigliera delegata all’ambiente, parchi e aree protette, tutela della fauna e della flora, Elisa Pirro, ha inviato alla Regione Piemonte.La Città Metropolitana, sollecitata a segnalare le situazioni di maggiore criticità causate dagli incendi boschivi delle ultime due settimane, ricorda che sul proprio territorio sono attualmente censiti roghi nelle valli Chisone, Germanasca, Susa, Sangone, Orco, Chiusella, ossia nella quasi totalità dei versanti alpini, eccettuate le Valli di Lanzo, la Val Soana e la Val Pellice. La lettera è firmata anche dal dirigente del Servizio Tutela Fauna e Flora Mario Lupo ed è indirizzata al Settore Conservazione e gestione della fauna selvatica e acquacoltura della Direzione Agricoltura della Regione.
Nella comunicazione si sottolinea che gli incendi diffusi sul territorio comportano la perdita di molti esemplari di fauna selvatica. La Consigliera Pirro e il dirigente del Servizio Tutela Fauna e Flora chiedono pertanto che la sospensione della caccia riguardi l’intero territorio della Città Metropolitana in cui è ammessa la caccia programmata e quello delle aziende faunistico-venatorie che fanno parte dei Compensori Alpini, per consentire di realizzare una serie di corridoi di sicurezza nei quali gli animali superstiti possano rifugiarsi. La sospensione della caccia solo nelle zone direttamente coinvolte dagli incendi sarebbe probabilmente soggetta a continue correzioni, in funzione dell’evoluzione del fenomeno e comporterebbe difficoltà nell’informazione capillare ai cacciatori e al personale di vigilanza, con il probabile risultato di dar vita a numerosi contenziosi. La Città Metropolitana ritiene opportuno sospendere la caccia anche nei territori degli ATC confinanti con i comprensori interessati dagli incendi - ATC TO1, TO2 e TO3 - in cui è probabile che la fauna selvatica in fuga si andrà a concentrare.
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A causa dell’emergenza causata dagli incendi boschivi che stanno interessando numerosi territori montani, è stato rinviato a data da destinarsi l’evento “Conoscere per convivere” in programma domani, sabato 28 ottobre, a Noasca.Seguiranno comunicazioni su nuova data e orario.
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Lupo e cinghiale sono due specie che, per motivi diversi, impongono una riflessione sul nostro concetto di natura e sul modello di sviluppo territoriale che intendiamo promuovere, soprattutto nelle aree montane.Ne discuteranno sabato 28 ottobre a Noasca il Sindaco Domenico Aimonino, la Consigliera metropolitana delegata all’ambiente, alla tutela della fauna e della flora, ai parchi e alle aree protette, Elisa Pirro, il Consigliere metropolitano Mauro Fava e alcuni esperti.
Luca Giunti, guardiaparco dell’Ente di Gestione delle aree protette delle Alpi Cozie, si porrà e porrà ai presenti “Le domande del Lupo”. Il dirigente del Servizio Tutela della Fauna e della Flora della Città Metropolitana, Mario Lupo, tratterà il tema della gestione del cinghiale nel territorio dell’Ente di area vasta che ha ereditato le competenze dell’ex Provincia di Torino. Bruno Bassano, responsabile del settore Biodiversità e Ricerca scientifica del parco Nazionale del Gran Paradiso, terrà una relazione sul tema “Ecologia delle specie problematiche: il punto di vista di un Parco nazionale”. Sergio Barone, Vicepresidente della Coldiretti di Torino, si soffermerà sull’impatto degli animali selvatici sul territorio agricolo.
L’appuntamento è alle 15 al Pala Noasca della frazione Gere Sopra.
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