Cultura
Anche se il fronte era lontano centinaia di chilometri, cent’anni fa la Prima Guerra Mondiale ebbe profonde ripercussioni su Torino e sull’intero Piemonte. Intere classi di operai, contadini, artigiani, tecnici e intellettuali per oltre tre anni combatterono (e in molti casi purtroppo morirono) nelle trincee delle Alpi Retiche, Carniche e Giulie, mentre nelle fabbriche, nelle botteghe, negli uffici e nei campi dovettero essere sostituiti da donne, giovani o persone la cui età non era più adatta al lavoro.Fu un vero e proprio terremoto sociale ed economico, di cui, a livello locale, ha inteso dare conto il libro “La Grande Guerra e il Consiglio provinciale di Torino”, curato da Maria Valeria Galliano, che fa parte del direttivo della Consulta permanente dei Consiglieri e amministratori della Provincia e della Città Metropolitana di Torino.
Per iniziativa della Consulta, il libro è stato presentato oggi pomeriggio nella Sala Consiglieri di Palazzo Dal Pozzo della Cisterna, sede storica della Città Metropolitana. A discutere i temi trattati da Maria Valeria Galliano sono stati l’autrice del volume e il generale degli Alpini in congedo Giorgio Blais.
Il libro, uscito per i tipi delle Edizioni SGI Torino, ripercorre i dibattiti e i provvedimenti del Consiglio Provinciale durante lʹamministrazione di guerra, che iniziò prima dell’entrata dell’Italia nel conflitto, nel 1914, protraendosi sino al 1920. Il confronto nell’assemblea è inserito nello scenario delle vicende belliche e delle loro conseguenze sulla vita socio-economica italiana e di Torino in particolare, fino alle soglie dell’avvento del regime fascista.
Nei sei anni dell’amministrazione di guerra in Consiglio si discussero temi amministrativi, ma anche sociali ed economici. Nelle sedute non poteva non giungere l’eco di temi particolarmente sentiti dalla popolazione: il rincaro del costo della vita e la conseguente necessità di un adeguamento degli stipendi dei dipendenti dell’Ente, la carenza di cibo, l’insufficiente distribuzione della farina e del pane, la scarsa qualità delle derrate alimentari, l’eccessiva mortalità infantile anche negli orfanotrofi e brefotrofi, l’arrivo di bambini profughi dal Friuli, le prospettive educative e formative della scuola.
In Consiglio riecheggiava lo scontro tra nazionalisti e interventisti da una parte e socialisti e neutralisti dall’altra. Tra gli interventisti vi era il liberale conservatore Paolo Boselli, per ben 44 anni – dal 1882 al 1926 - presidente dell’assemblea, parlamentare di lungo corso, promotore della fondazione del Politecnico di Torino e Presidente del Consiglio tra il giugno del 1916 e l’ottobre del ’17. A sinistra sedevano il leader sindacale socialista riformista Bruno Buozzi e il massimalista Francesco Barberis. Si discuteva delle visite a Torino del presidente statunitense Thomas Woodrow Wilson e di una delegazione dei rivoluzionari russi che avevano da poco rovesciato il regime zarista. La Russia stava vivendo la breve fase transitoria in cui, deposto lo Zar Nicola II Romanov, il potere era passato al governo guidato da Aleksandr Fëdorovič Kerenskij. Si discuteva anche dei tumulti della Settimana Rossa, dei sacrifici e delle sofferenze che le classi popolari stavano sostenendo a causa dell’evento bellico, della militarizzazione della produzione industriale particolarmente importante nella Torino della Fiat e di altre grandi aziende, del nuovo ruolo delle donne nel mondo del lavoro, degli scioperi per il pane, dell’influenza “Spagnola” e del suo mortifero dilagare.
Il libro è il ritratto di un’assemblea di carattere amministrativo, ma di grande peso e valenza politica, testimoniato dalla caratura di figure come quelle dei già citati Boselli, Buozzi e Barberis e quella del giovane avvocato Umberto Terracini, socialista massimalista, Consigliere del Mandamento di Lanzo, che fu tra i fondatori del Partito Comunista d’Italia nel 1921 e avrebbe presieduto l’Assemblea Costituente nel secondo dopoguerra. Terminata con la “vittoria mutilata” la Grande Guerra, l’Italia sperimentò il “Biennio Rosso” e la successiva reazione autoritaria, avviandosi a tappe forzate verso la dittatura fascista, che, non a caso, avrebbe finito con il sopprimere gli organi elettivi degli Enti locali. Nel 1926, nell’ultima seduta del Consiglio Provinciale, vennnero dichiarati decaduti i consiglieri socialisti e comunisti ancora in carica, ad eccezione di Terracini, che, ufficialmente, aveva cambiato residenza ed era ritenuto irreperibile. In realtà il leader comunista era in carcere per la sua attività antifascista. La democrazia liberale e le sue istituzioni erano al tramonto. Nel 1927 con un Decreto prefettizio venne sciolta la Deputazione provinciale e venne nominato un commissario. Il fascismo avrebbe poi affidato le funzioni dei Consigli Provinciali ai Rettorati di nomina prefettizia e quelle delle Deputazioni provinciali e dei rispettivi Presidenti a Presidi di nomina regia. Il primo Consiglio Provinciale democratico del secondo dopoguerra sarebbe eletto a Torino soltanto sei anni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, nel 1951.
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Nel Canavese torna in scena l’attore e presentatore Davide Mindo, con il suo spettacolo dedicato al personaggio immaginario del viandante medioevale Diamantinus. Lunedì 5 novembre alle 20,30 nella chiesa del Gesù di Tavagnasco, l’amministrazione comunale, l’associazione artistico-culturale “Il Diamante” e l’ensemble Canavisium MoyenAge proporranno “Diamantinus nel Cielo di Dante”, un viaggio tra le pagine della Divina Commedia, con particolare riferimento alla visione del cielo. Le terzine dantesche verranno proposte con l’accompagnamento musicale eseguito al liuto secondo le melodie indicate dal Sommo Poeta dal musicista Paolo Lova. La serata è patrocinata dall’associazione europea Vie Francigene AEVF, dalla Città Metropolitana di Torino e dal Comitato di Torino della Società Dante Alighieri. L’ingresso sarà libero. Per ulteriori informazioni si può telefonare al numero 349-1272524.A SAMONE, QUINCINETTO E AZEGLIO SI VA “OLTRE IL RETICOLATO”
Sabato 3 novembre alle 21 nel salone pluriuso di via Alpini d’Italia a Samone, nell’ambito del ciclo di iniziative “Una Sera a Teatro Con…” organizzate dalla Pro Loco, andrà in scena la rappresentazione teatrale “Il Piave della Vittoria”, proposta in occasione del centenario della fine della Grande Guerra, con il patrocinio della Città Metropolitana di Torino e la collaborazione dell’associazione “Il Diamante”. Lo spettacolo è ideato e interpretato da Davide Mindo, con la partecipazione del cantautore Riccardo Bonsanto e del coro CAI “La Serra”. Il coro diretto da Orroino Zilioli eseguirà alcuni tra i canti più conosciuti della Grande Guerra, costituendo un suggestivo intermezzo musicale tra i diversi personaggi che si alterneranno sul palco. La nuova versione dello spettacolo “Oltre il reticolato”, è stata inserita dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri nel novero delle commemorazioni del centenario dell’evento bellico. Alla serata ad ingresso gratuito prenderanno parte i bambini della scuola elementare “Gianni Rodari” e i coscritti della classe 2001.
Domenica 4 novembre alle 17 nell’auditorium “Dante Conrero” di piazza Armonia e Concordia a Quincinetto la Pro Loco e il coro “La Rupe” proporranno in collaborazione con l’associazione “Il Diamante” lo spettacolo “Dal Piave al Don”, anch’esso frutto di una rielaborazione di “Oltre il reticolato”. Il coro “La Rupe” eseguirà sia i canti della Grande Guerra che quelli della Seconda Guerra Mondiale. I personaggi “parleranno” attraverso i documenti ufficiali e le memorie scritte. Nella scena dedicata alle lettere censurate saranno gli spettatori a leggere le parole scritte in trincea e mai recapitate perché “non conformi alle disposizioni” e pertanto segretate per ottant’anni negli archivi di Stato.
“Oltre il reticolato” sarà riproposto anche sabato 10 novembre nell’oratorio di Sant’Anna in via Marconi 30 ad Azeglio, sempre con ingresso libero e con il patrocinio della Città Metropolitana.
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E’ tempo di festeggiamenti all’Ecomuseo Regionale delle Miniere e della Val Germanasca: compie vent’anni “Scopri Miniera”, il complesso minerario recuperato, valorizzato e aperto al pubblico nell’autunno del 1998, grazie all’impegno dell’allora Comunità Montana Valli Chisone e Germanasca.I primi visitatori trovarono ad accoglierli vecchie pertinenze minerarie - magazzini, silos, officine, sale macchine - trasformati in biglietteria, museo, sale di proiezione, bar, punto di ristoro e bookshop. Ebbe subito successo il trenino di colore arancio squillante, pronto a far accomodare sessanta visitatori alla volta per portarli in visita al percorso turistico-minerario allestito lungo i quasi due km della miniera di talco “Paola”.
Oggi l’Ecomuseo delle Miniere di Prali è uno dei più strutturati e articolati a livello nazionale ed europeo e propone al pubblico la visita di due diversi complessi: oltre alla miniera “Paola”, la “Gianna”, dove dal 2015 si può effettuare il tour scientifico-geologico “Scopri Alpi”. L’Ecomuseo propone 1500 metri quadrati di spazi dedicati al pubblico, percorsi per disabili anche motori, visite didattiche per le scuole, i centri estivi, i tour operator e i gruppi organizzati.
In vent’anni lo staff e le guide hanno accolto, accompagnato e guidato 400.000 visitatori alla scoperta del microcosmo minerario del talco bianco della Val Germanasca. Sono state formate oltre cinquanta guide per l’accompagnamento e si sono creati una decina di posti di lavoro. Quasi il 50% dei visitatori sono studenti di ogni ordine e grado. Provengono da tutto il Nord-Ovest italiano e molti, inizialmente attratti dalle miniere, hanno poi voluto conoscere altre realtà del territorio, come i musei etnografici, i rifugi antiaerei e il Forte di Fenestrelle.
Con gli eventi in programma nella giornata di sabato 27 ottobre si festeggia il successo di un modello di turismo sostenibile, ma si analizzano anche le prospettive future dell’Ecomuseo. Dalle 9,30 alle 18 si svolgeranno visite guidate a “Scopri Miniera” e a “Scopri Alpi”, gratuite e aperte a tutti, con prenotazione obbligatoria al numero telefonico 0121-806987. Sono inoltre in programma una mostra mercato dei prodotti locali nello spazio espositivo adiacente alla biglietteria e il convegno ad inviti sul tema “ScopriMiniera: tra passato, presente e futuro”, a cui parteciperà la Consigliera metropolitana Ann Merlin, delegata agli affari istituzionali, affari e servizi generali, gare e contratti, comunicazione istituzionale, turismo, relazioni e progetti europei ed internazionali.
Per saperne di più: www.ecomuseominiere.it
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Quando si arriva ai quasi mille metri di Alpette è naturale e immediato apprezzare l’incantevole vista sulle valli e sui boschi dell’Alto Canavese. Se, grazie al potente telescopio dell’Osservatorio astronomico intitolato al prete astrofilo Don Giovanni Capace, pioniere dell’osservazione e dello studio delle stelle nel Canavese, si solleva lo sguardo alla volta celeste, il potente riflettore Ritchey-Chretien del diametro di 60 centimetri installato nella cupola che sovrasta il Municipio, apre le porte ad uno spettacolo emozionante: le profondità dell’Universo, le stelle, le nebulose e le galassie lontane anche milioni di anni-luce dalla Terra.Martedì 30 ottobre alle 15 nella Sala Stemmi del palazzo della Città Metropolitana di Torino, in corso Inghilterra 7, è in programma una presentazione dell’attività del Polo Astronomico di Alpette, dedicata in particolare agli insegnanti e ai dirigenti delle istituzioni scolastiche. In tale occasione il Polo riceverà la Certificazione Herity International, rilasciata dall’organismo non governativo e non profit per la gestione di qualità del patrimonio culturale. Herity deriva il proprio nome dall'unione delle parole inglesi “heritage” e “quality”.
La prima sessione dell’evento si aprirà con i saluti istituzionali della Consigliera metropolitana delegata all’istruzione Barbarà Azzarà e del Sindaco di Alpette, Silvio Varetto. Il Presidente dell’associazione Amici del Polo Astronomico, Daniele Corna, presenterà la storia e l’attività scientifica e didattica che si svolge ad Alpette, mentre il fisico Sabino Saracino entrerà nel dettaglio sulla strumentazione dell’osservatorio e del planetario e sui progetti in corso nel Polo. L’astronomo Walter Ferreri si soffermerà sugli eventi astronomici più importanti del 2018 e del 2019 e su come vengono seguiti ad Alpette. Ernesto Torti, autore di testi di divulgazione, parlerà di come si può “Scrivere l’astronomia”. Il progetto di CLIL-Content and Language Integrated Learning che coinvolge il Polo Astronomico sarà illustrato dall’ACLE-Associazione Culturale Linguistica Educational e dal CeseDi, il Centro Servizi Didattici della Città Metropolitana di Torino.
La seconda sessione si aprirà alle 17 e sarà condotta dal giornalista scientifico Antonio Lo Campo. Sono previsti i saluti istituzionali del Sindaco di Alpette e della Consigliera metropolitana delegata al turismo, alle relazioni internazionali e ai progetti europei, Anna Merlin. A seguire la coordinatrice di Herity Italia, Gaia Marnetto - insieme al professor Maurizio Quagliuolo, Segretario generale di Herity - conferirà la Certificazione Herity al Polo Astronomico di Alpette. Al termine la Coldiretti proporrà un buffet con i prodotti della tradizione canavesana.
STORIA, VALENZA SCIENTIFICA E DIDATTICA E IMPORTANZA TURISTICA DEL POLO ASTRONOMICO DI ALPETTE
Grazie all’osservatorio e all’Ecomuseo del Rame e della Resistenza, Alpette passa dai 250 abitanti del periodo invernale ai 3.000 del periodo estivo, alcuni dei quali soggiornano nella guest house Spazio Gran Paradiso.
Negli anni ’70 Don Capace costruì il primo osservatorio, installando un potente telescopio Newton nella canonica della chiesa parrocchiale. Alpette, località già allora scelta da molti torinesi per rilassanti vacanze estive, diventò nota per il suo parroco astrofilo e per il suo osservatorio. Il Polo Astronomico "Don Giovanni Capace" è costituito dall'osservatorio e dal planetario e porta avanti le sue attività grazie all’entusiasmo degli Amici del Polo Astronomico di Alpette, associazione che organizza le visite guidate di gruppi e scolaresche e gli eventi come lo “Star Party” del solstizio d’estate.
L'osservatorio è posizionato sulla parte più alta del palazzo municipale, mentre il planetario è a poca distanza, nella vicina piazzetta Gran Paradiso. La cupola dell'osservatorio misura circa 5,5 metri. Vi è alloggiato un nuovo telescopio di tipo Ritchey-Chretien di 60 centimetri di diametro, al quale è accoppiato un telescopio di tipo rifrattore APO di 12 centimetri di diametro. Il telescopio principale consente di scorgere astri che emettono una luce più debole di quella del pianeta Plutone. Si tratta di strumentazioni ideali per osservare oggetti celesti della nostra galassia - come pianeti, nebulose, ammassi stellari - e altre galassie più lontane. Il planetario, inaugurato nell'ottobre del 2010, ha la possibilità di accogliere 54 visitatori per volta e consente di osservare la sfera celeste e i suoi fenomeni, proiettati sulla cupola, anche durante il giorno e con qualsiasi condizione climatica e atmosferica. È dotato di un sistema di proiezione a tecnologia digitale con risoluzione Ultra HD.
Scopo principale dell'attività del Polo Astronomico è la divulgazione scientifica, attraverso l'organizzazione di osservazioni e visite guidate, conferenze, seminari e “Star Party”. L'attività è diretta a tutti coloro che vogliono avvicinarsi all'astronomia, con particolare riguardo ai ragazzi della scuola primaria e secondaria. Per consultare le proposte didattiche rivolte alle scuole di ogni ordine e grado si può accedere al portale Internet www.osservatorioalpette.it o scrivere all’indirizzo e-mail info@osservatorioalpette.it
Per maggiori informazioni si può contattare il Comune di Alpette, al numero telefonico 0124-809122, al fax 0124-809122, oppure al numero 347-9098468.
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Anche se il fronte era lontano centinaia di chilometri, cent’anni fa la Prima Guerra Mondiale ebbe profonde ripercussioni su Torino e sull’intero Piemonte. Intere classi di operai, contadini, artigiani, tecnici e intellettuali per oltre tre anni combatterono (e in molti casi purtroppo morirono) nelle trincee delle Alpi Retiche, Carniche e Giulie, mentre nelle fabbriche, nelle botteghe, negli uffici e nei campi dovettero essere sostituiti da donne, giovani o persone la cui età non era più adatta al lavoro.Fu un vero e proprio terremoto sociale ed economico, di cui, a livello locale, intende dare conto il libro “La Grande Guerra e il Consiglio provinciale di Torino”, curato da Maria Valeria Galliano, che fa parte del direttivo della Consulta permanente dei Consiglieri e amministratori della Provincia e della Città metropolitana di Torino.
Per iniziativa della Consulta, il libro sarà presentato lunedì 29 ottobre alle 16 nella Sala Consiglieri di Palazzo Dal Pozzo della Cisterna, in via Maria Vittoria 12. A discutere i temi trattati da Maria Valeria Galliano saranno lo storico Gianni Oliva e il generale degli Alpini in congedo Giorgio Blais.
Il volume, uscito per i tipi delle Edizioni SGI Torino, ripercorre i dibattiti e i provvedimenti del Consiglio Provinciale durante lʹamministrazione di guerra, che iniziò prima dell’entrata dell’Italia nel conflitto, nel 1914, protraendosi sino al 1920. Il confronto nell’assemblea è inserito nello scenario delle vicende belliche e delle loro conseguenze sulla vita socio-economica italiana e di Torino in particolare, fino alle soglie dell’avvento del regime fascista.
Nei sei anni dell’amministrazione di guerra in Consiglio si discussero temi amministrativi, ma anche sociali ed economici: l’aumento dei prezzi, l’adeguamento degli stipendi dei dipendenti dell’Ente, la carenza di cibo, l’insufficiente distribuzione della farina e del pane, la scarsa qualità delle derrate alimentari, la mortalità infantile, l’arrivo di bambini profughi dal Friuli, le prospettive educative e formative della scuola.
In Consiglio riecheggiava lo scontro tra nazionalisti e interventisti da una parte e socialisti e neutralisti dall’altra. L’assemblea era presieduta da Paolo Boselli, Presidente del Consiglio tra il giugno del 1916 e l’ottobre del ’17. A sinistra sedevano il leader sindacale socialista riformista Bruno Buozzi e il massimalista Francesco Barberis. Si discuteva delle visite a Torino del presidente statunitense Thomas Woodrow Wilson e di una delegazione dei bolscevichi che avevano da poco rovesciato il Governo di Aleksandr Fëdorovič Kerenskij, il quale, dopo la caduta del regime zarista, aveva guidato la Russia per alcuni mesi. Si discuteva anche dei tumulti della Settimana Rossa, della militarizzazione della produzione industriale, del nuovo ruolo delle donne nel mondo del lavoro, degli scioperi per il pane, dell’influenza “Spagnola” e del suo mortifero dilagare. Il libro è il ritratto di un’assemblea di carattere amministrativo, ma di grande peso e valenza politica.
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L’ultimo concerto del cartellone di “Organalia sensazioni d’autunno 2018” si tiene venerdì 19 ottobre alle 21 nella chiesa Collegiata di Santa Maria della Scala a Moncalieri e ha come protagonisti il flautista Giovanni Miszczyszyn e Danilo Costantini, che siede alla consolle del claviorgano. Il flauto traversiere, o traverso, appartiene alla famiglia dei “legni” ed è utilizzato nella prassi esecutiva della musica barocca. Il claviorgano è una vera e propria “chimera musicale”, nata dalla combinazione o fusione di un clavicembalo con un piccolo organo e utilizzata soprattutto tra XV e XVIII secolo.Nel concerto in programma a Moncalieri viene utilizzato un claviorgano costruito accoppiando un clavicembalo (copia di uno strumento di Antonio Scotti, cembalaro attivo a Milano nel XVIII secolo) costruito da Carlo Mascheroni di Paina di Giussano (Monza) ad un organo costruito da Walter Chinaglia di Cermenate (Como). Il programma è incentrato su compositori che operarono nella corte sabauda nel XVIII secolo: Felice Giardini (1716-96), Salvatore Lancetti (1710-80), Carlo Ignazio Monza (1685-1739) e Alessandro Besozzi (1702-93).
Il concerto è a ingresso con offerta libera ed è organizzato in collaborazione con l’Assessorato alla cultura della Città di Moncalieri.
Per ulteriori informazioni: www.organalia.org, e-mail info@organalia.org
CHIVASSO IN MUSICA DEDICA UN PREMIO ALLA CARRIERA A ROBERTO COGNAZZO
Sabato 20 ottobre alle 21, con il terzo concerto della stagione 2018-2019, la rassegna “Chivasso in Musica” ritorna nella chiesa parrocchiale di San Giuseppe Lavoratore nel borgo Blatta.
Le associazioni Chivasso in Musica e Organalia e l’Università della Terza Età organizzano una serata nel corso della quale il presidente Piero Tirone consegnerà al celebre concertista e compositore Roberto Cognazzo il Premio Organalia alla carriera, in occasione del 75° compleanno del maestro. Alla consolle dell’organo costruito da Carlo Vegezzi Bossi nel 1894 Roberto Cognazzo proporrà un programma intitolato emblematicamente “Un palco all’opera”, con brani operistici trascritti per organo dal maestro piemontese: di Giacomo Meyerbeer la “Marcia dell’Incoronazione”, di Vincenzo Bellini la celeberrima “Casta diva”, di Pietro Mascagni alcuni brani tratti dalla “Cavalleria Rusticana”, di Giuseppe Verdi le sinfonie dalle opere “Nabucco” e “Giovanna d’Arco”, di Alfredo Catalani la “Danza delle Ondine”, di Giacomo Puccini l’Intermezzo dalla “Manon Lescaut”, di Jules Massenet la “Méditation” dall’opera “Thaïs”, di Gioacchino Rossini la sinfonia dall’opera “L’Italiana in Algeri”.
L’ingresso è come di consueto con libera offerta. Per favorire gli spettatori privi di automobile, l’associazione culturale Contatto ha messo a disposizione una navetta gratuita che, partendo alle 20.30 da piazza d’Armi (di fronte all’Oviesse) percorrerà viale Matteotti, viale Vittorio Veneto, viale Cavour, via Regis, via
Ivrea e via Blatta. Il ritorno verrà effettuato in senso inverso al
termine del concerto.
Per informazioni: sito Internet www.chivassoinmusica.it,
e-mai info@chivassoinmusica.it, telefono 011-2075580.
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Una piena attuazione della legge 482 del 1999 per la tutela e la promozione delle lingue minoritarie, un impegno per valorizzare un patrimonio culturale intessuto di storia locale, recupero delle radici, tradizioni.Lo ha chiesto al sottosegretario agli affari regionali Stefano Buffagni la consigliera della Città Metropolitana di Torino Silvia Cossu delegata alle politiche di tutela delle lingue minoritarie del nostro territorio, l'occitano, il franco provenzale e il francese, parlati in decine e decine di Comuni delle valli e delle montagne.
Nei giorni scorsi a Roma Silvia Cossu ha illustrato al sottosegretario Buffagni l'impegno di Citta metropolitana di Torino in questo campo, il lavoro insieme all'associazione Chambra D'òc nella rete di sportelli linguistici Tsambra Francoprovensal e di animazione culturale. Presenti all'incontro anche Ines Cavalcanti e Giacomo Lombardo di Chambra d'oc da sempre impegnati al fianco della Provincia di Torino prima e della Città metropolitana poi per lo sviluppo di una cultura locale che valorizzi questo patrimonio linguistico.
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La stagione concertistica Chivasso in Musica 2018-19, patrocinata dalla Città Metropolitana di Torino, prosegue domenica 14 ottobre con un concerto corale alle 16,30 nella chiesa parrocchiale ortodossa romena di San Giorgio di Cernica, in via Baraggino, 53. Protagonista dell’appuntamento sarà il coro femminile “La Bottega Musicale”, diretto da Dario Ribechi e fondato dal compianto Gianni Cucci, a cui è intitolato il concerto.Il programma antologico e spirituale propone nella prima parte brani di compositori vissuti nel periodo della Controriforma (Jacobus Gallus Carniolus e Giovanni Pierluigi da Palestrina), per proseguire con Tomàs Louis de Victoria e con il repertorio barocco di Johann Sebastian Bach. È anche in programma un’incursione nel canto gregoriano, con l’inno “Veni Creator Spiritus”. La seconda parte del concerto domenicale pomeridiano è incentrata invece su compositori vissuti nel XX secolo ed ancora viventi: Hristov Dobri, Cyrillus Kreek, Maurice Duruflé, Franz Biebl, Eva Ugalde, Ēriks Ešenvalds, Ivo Antognini, Miklós Kocsár e Mariss Jansons.
Il concerto è organizzato in collaborazione con il Comitato locale di Chivasso della Croce Rossa Italiana. L’ingresso è ad offerta libera. L’associazione culturale Contatto mette a disposizione una navetta gratuita che, partendo alle 16 da piazza d’Armi (di fronte al supermercato Oviesse) percorre viale Matteotti, viale Vittorio Veneto, viale Cavour, via Regis, via Ivrea e via Caluso per poi raggiungere via Baraggino. Al termine del concerto è previsto il percorso inverso.
Per saperne di più si può visitare il sito Internet www.chivassoinmusica.it, oppure scrivere a info@chivassoinmusica.it, oppure ancora telefonare al numero 011-2075580.
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Riprende con slancio l’attività culturale del Centro Pannunzio, l’istituto italiano di Cultura fondato da Arrigo Olivetti e Mario Soldati nel 1968, patrocinata dalla Città metropolitana di Torino.Lunedì 8 ottobre alle ore 17,30 a Palazzo Cisterna, sede aulica della Città metropolitana di Torino (via Maria Vittoria 12), il Centro Pannunzio organizza la presentazione del libro del maresciallo Antonio Brunetti "I 31 uomini del Generale - Un maresciallo dei Carabinieri con dalla Chiesa contro le brigate rosse", Luni Editore. Il libro tratta uno dei momenti più drammatici della storia recente, la lotta armata, vista attraverso un testimone eccezionale, il maresciallo dei carabinieri Antonio Brunetti, medaglia d’oro per la sua attività contro l’eversione, che fece parte del primo nucleo antiterrorismo creato dal generale Carlo Alberto dalla Chiesa nel maggio del 1974. Alla presentazione condotta dal vice presidente del Centro Pannunzio prof. Pier Franco Quaglieni interverranno il Presidente del Consiglio regionale del Piemonte Nino Boeti, il Col. Benedetto Lauretti, il Gen. Franco Cardarelli. Sarà presente l'autore del libro e il curatore della collana prof. Giuseppe Parlato. Ingresso libero.
Mercoledì 10 ottobre alle ore 14, nell’Aula Magna del Rettorato dell’Università di Torino (via Verdi 8), il Centro Pannunzio, il Dipartimento di Informatica dell’Università di Torino e Nel futuro Magazine, propongono il convegno “Intelligenza artificiale: una realtà tra sogno e magia”.L'intelligenza artificiale è tornata di recente ad esercitare un notevole impatto sull'immaginario collettivo. Si potrebbe anche estendere questa affermazione a tutte le tecnologie dell'informazione, pensando alle recenti problematiche relative a dati e social network. Proprio per questo diventa urgente cercare una migliore comprensione delle questioni in gioco, perché nei momenti di maggiore successo di una disciplina si insinuano le incomprensioni più gravi a proposito dei suoi obiettivi e dei suoi strumenti, creando intorno ad essi un alone di magia.
All’evento, presentato e coordinato da Felice Cardone e Tito Giraudo, intervengono:
Giuseppe Piccoli, Pietro Bordoli, Simone Fubini, Cristina Baroglio, Guido Boella, Silvia Rosa Brusin, Luca Console, Cristina Bosco, Diego Magro e Alberto Cipriani.Al termine, in collaborazione con studenti dei Corsi di Laurea in Informatica dell’Università di Torino, coordinati da Federico Torrielli si svolge la tavola rotonda con studenti e relatori condotta dalla giornalista Silvia Rosa Brusin.
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Sarà Milo Julini, storico noto per i rigorosi studi sugli aspetti criminologici tra Ottocento e Novecento, il protagonista del primo appuntamento autunnale organizzato dagli Amici della Cultura a Palazzo Cisterna.L’associazione, che ad agosto ha perso il suo presidente emerito, nonché fondatore, Cav. Raffaele Natta Soleri, prosegue fino a dicembre con la programmazione di eventi culturali nella sede aulica della Città metropolitana di Torino. L’incontro, che si svolge giovedì 11 ottobre alle ore 17,00 in via Maria Vittoria 12 a Torino, è la presentazione del libro pubblicato da Julini in occasione del 150º anniversario dell'Unitá d’Italia dal titolo “La morte di Camillo Cavour – Storia di una inquietante ipotesi risorgimentale”.L’appuntamento sarà l’occasione per ripercorrere gli ultimi giorni di vita del presidente del Consiglio dei ministri del neonato Regno d'Italia, nato a Torino il 10 agosto 1810 e morto il 6 giugno 1861 nel palazzo di famiglia torinese, raccontando tutte le ipotesi, che in seguito alla sua morte, vennero formulate. La tesi più ricorrente è senz’altro quella di avvelenamento per mano di Bianca Ronzani, una chiacchierata ballerina, ma commissionato da altre persone. Come presunti mandanti dell'avvelenamento si facevano i nomi di Napoleone III, di Papa Pio IX e dei Gesuiti, che nella loro rivista 'La Civiltá Cattolica' non avevano esitato a presentare la morte di Cavour come una vendetta divina. Milo Julini, che non crede all'ipotesi dell'avvelenamento, raccoglie le varie alternative relative alla morte di Cavour che, oltre all'opuscolo pubblicato dall’editore torinese Domenico Cena nel 1871 “Cavour avvelenato da Napoleone III”, annoverano anche le “Memorie” di Domenico Cappa (1891), un poliziotto che fu guardia del corpo del Presidente del Consiglio dal 1859 fino al momento della morte. Ingresso libero.
Prossimi appuntamenti a Palazzo Cisterna:
25 ottobre ore 17
"I 200 anni del Museo Egizio di Torino"
Intervento di Piero Angelo Chiara
8 novembre ore 17
Montanari razza fiera
Presentazione del libro a cura dell'autore Marco Gentile
29 novembre ore 17
Il mistero dell'Arca dell'Alleanza
Presentazione del libro a cura dell'autore Francesco Cordero di Pamparato
13 dicembre ore 17
Gli interminati spazi: naufrangando nell'Universo dal Big Bang ad oggi
Intervento di Sara Garino
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