Cultura
Lunedì 24 dicembre nel Duomo di Ivrea e sabato 5 gennaio al santuario di Monte Stella sono in programma la terza edizione della rievocazione della Natività di Gesù e la sesta edizione della sacra rappresentazione medievale di Ivrea, con il patrocinio tra gli altri della Città Metropolitana di Torino e dell'associazione europea delle Vie Francigene (EAVF). L'iniziativa è ideata e gestita dall’associazione “Il Diamante”, in collaborazione con la Via Francigena di Sigerico e con i gruppi storici “IJ Ruset", “Il Mastio” e “La Castellata” di Chiaverano.L’evento ripercorre una tradizione ben radicata in Ivrea già a partire dall'anno Mille, come testimoniano di alcuni documenti della biblioteca capitolare, dai quali si desume che la città di Yporegia vantava un primato in ambito regionale in materia di sacre rappresentazioni.
Gli eventi del 24 dicembre e del 5 gennaio sono una sorta di prologo di quello che avverrà nel periodo pasquale. Sabato 13 aprile 2019 tornerà infatti la sacra rappresentazione medievale della Passione di Cristo. Tornando alla notte di Natale, in piazza Duomo, a partire dalle 23,30 circa, verrà proposto il quadro vivente della sacra famiglia, verso il quale convergeranno a piccoli gruppetti i figuranti medievali provenienti dai diversi punti della città, ciascuno portando con sé una candela accesa. Dopo la rievocazione della nascita di Gesù, alle 24 in Duomo il vescovo di Ivrea monsignor Edoardo Cerrato celebrerà la Messa di Natale. Sabato 5 gennaio alle 18 si rievocherà invece l'arrivo dei Re Magi al santuario di Monte Stella, dove sarà allestito il quadro vivente della Natività. A seguire il vescovo officerà la Messa.
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Sarà il gruppo storico “Savoia Carignano” di Buttigliera Alta ad animare l’ultima visita dell’anno di Palazzo Dal Pozzo della Cisterna, sede aulica della Città metropolitana di Torino.
L’appuntamento è per sabato 15 dicembre alle ore 10 in via Maria Vittoria 12 a Torino.
Il gruppo è stato costituito nel 2010, con l'intento di rievocare le fasi salienti della storia della casata, a partire dal fondatore, il principe Tommaso di Carignano, ricostruendo avvenimenti e personaggi fino all'Unità d'Italia. Particolare rilievo viene dato alla rievocazione di alcune figure femminili che ebbero un ruolo importante nel periodo del Risorgimento, ponendo a confronto nei loro salotti intellettuali, patrioti, artisti e militari, contribuendo così a formare la classe dirigente della nuova Italia.
L'ingresso è come sempre gratuito, ma con prenotazione al numero 011.8612644, dal lunedì al venerdì dalle 9,30 alle 13, oppure al numero 011.8617100 il lunedì e il giovedì dalle 9,30 alle 17, il martedì, il mercoledì e il venerdì dalle 9,30 alle 13. Per prenotare la visita si può anche inviare un'e-mail all'indirizzo urp@cittametropolitana.torino.it. Le visite si effettuano con un minimo di dieci adesioni. Il complesso è anche visitabile sempre su prenotazione, dal lunedì al venerdì, per scolaresche, associazioni e gruppi di cittadini.
Le visite al complesso proseguiranno anche nel 2019: presto il nuovo calendario su www.cittametropolitana.torino.it.
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Il prossimo appuntamento della stagione Chivasso in Musica 2018-19, patrocinata dalla Città Metropolitana di Torino, sarà il concerto di Natale, previsto per sabato 15 dicembre alle 21 nel teatro dell’oratorio “Carletti”. Sarà l’occasione per rinsaldare la lunga amicizia che lega l’associazione culturale “Contatto”(ormai prossima al trentennale) e l’Istituto musicale comunale Leone Sinigaglia. Protagonistadel concerto sarà il coro polifonico dell’istituto, diretto da Michele Frezza, che proporrà il programma “American Christmas”, interamente incentrato su compositori anglo-americani. L’apertura sarà dedicata aLeonard Bernstein, direttore d’orchestra e compositore, del quale si celebra il centenario della nascita. “I hate music” è il il titolo del primo brano, un ciclo di cinque canzoni per bambini scritto per pianoforte e soprano. Sempre di Bernstein si potrà ascoltare il medley tratto da “West Side Story” nella versione per coro e pianoforte. A seguire verrà eseguita la Sonatina per clarinetto e pianoforte di Joseph Horowitz. DiGeorge Gershwinsaranno eseguiti i Tre preludi per pianoforte e a quattro mani e, nell’arrangiamento di Mac Huff, una composizione intitolata “A Gershwin portrait” per coro, due trombe, sax, trombone, pianoforte, contrabbasso e batteria. L’appuntamento con gli auguri di buon Natale e felice anno nuovo, sarà suggellato da “We wish you a merry Christmas”, nell’arrangiamento curato dal compositore e organista britannico John Rutter. L’ingresso è a pagamento, con il posto unico a 10 euro. Il biglietto omaggio è riservato ai soci di “Contatto” in regola con il tesseramento. Il concerto è sostenuto dall’assessorato al commercio della Città di Chivasso. La biglietteria verrà aperta alle 20:30. Per informazioni si può consultare il portale www.chivassoinmusica.it o scrivere a info@chivassoinmusica.it- Dettagli
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Mercoledì 28 novembre alle 18 nella Sala Mostre del Palazzo della Città Metropolitana di Torino, in corso Inghilterra 7, sarà inaugurata la mostra storica didattica “1918-1968. Dalla nascita della Cecoslovacchia alla Primavera di Praga”, promossa, in occasione del Centenario dalla fondazione della Repubblica di Cecoslovacchia, dalle Ambasciate della Repubblica Ceca e della Repubblica Slovacca in Italia, dal Consolato onorario della Repubblica Slovacca a Torino e dal Consolato onorario della Repubblica Ceca in Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta. All’inaugurazione saranno presenti i Consoli onorari della Repubblica Slovacca Giuseppe Pellegrino e della Repubblica Ceca Franco Aprile. L’esposizione sarà visitabile sino a lunedì 3 dicembre dalle 9 alle 19, sabato e domenica esclusi.La mostra ripercorre un cinquantennio cruciale nella storia dell’Europa centrale e orientale. Cento anni fa, dalle ceneri dell’impero austroungarico, nacquero alcuni nuovi stati nazionali, tra i quali la Polonia, l’Austria, l’Ungheria e, appunto, la Cecoslovacchia, di cui la mostra racconta le vicende.
Lo Stato cecoslovacco fu costituito dai popoli ceco e slovacco e da numerose minoranze nazionali, tra cui quella tedesca nelle terre ceche e quella ungherese in Slovacchia e nella Rutenia Subcarpatica. Le personalità più rilevanti impegnate nella costruzione di uno Stato cecoslovacco indipendente furono Tomáš Garrigue Masaryk, Edvard Beneš, Karel Kramář, Milan Rastislav Štefánik, Antonín Švehla, František Soukup, Alois Rašín, Vavro Šrobár e Jiří Stříbrný. Masaryk. Beneš e Štefánik furono i maggiori rappresentanti della resistenza e del governo in esilio, Kramář fu il capo del Comitato nazionale e primo ministro della nuova repubblica, mentre Štefánik rappresentava la Slovacchia in veste non ufficiale. Il movimento per l’autodeterminazione del popolo si manifestò nella resistenza nazionale e all’estero. Tomáš Garrigue Masaryk, che dirigeva la resistenza all’estero, sapeva che per realizzare il suo progetto avrebbe avuto bisogno dell’aiuto delle grandi potenze che lottavano contro l’Austria-Ungheria e di un esercito, la cui costruzione partì da un nucleo di volontari cechi e slovacchi. Organo fondamentale della resistenza nazionale ceca fu un’organizzazione, il cui nome di copertura era Maffie, che dirigeva l’attività informativa e cospirativa, trasmettendo informazioni e mantenendo i contatti con l’attività all’estero di Masaryk.
Mentre l’impero austroungarico si avviava alla dissoluzione e all’armistizio con l’Italia, il 28 ottobre 1918 il Comitato nazionale cecoslovacco promulgò la legge sulla fondazione del nuovo stato indipendente cecoslovacco. Lo stesso giorno una delegazione del Comitato nazionale guidata da Karel Kramář iniziò a Ginevra le trattative con il rappresentante della resistenza antiaustriaca all’estero Edvard Beneš sulla creazione e la forma dello stato indipendente.
Alla fine del 1918 fu creata una commissione che aveva il compito di scegliere il progetto di una nuova bandiera che simbolizzasse tutta la nuova Repubblica della Cecoslovacchia e fu inoltre emesso il primo francobollo postale cecoslovacco, che raffigurava la cattedrale gotica di San Vito, parte del Castello di Praga, proposto dal pittore Alfons Mucha. Nel febbraio 1919 venne approvata la legge costitutiva della Repubblica di Cecoslovacchia, venne dichiarata la riforma monetaria e si cominciarono a stampare e a coniare le prime corone cecoslovacche.
Iniziava così una storia politica che si sarebbe conclusa nel 1992, con la separazione pacifica e consensuale tra la Repubblica Ceca e la Repubblica Slovacca; non prima di aver scritto pagine drammatiche e pagine luminose: l’invasione tedesca nel 1938, la feroce dominazione hitleriana, la liberazione da parte delle truppe dell’Unione Sovietica che avrebbe aperto le porte a una nuova dominazione totalitaria, le spinte riformistiche della Primavera di Praga stroncate dall’invasione delle truppe del Patto di Varsavia nell’agosto di cinquant’anni fa, il Movimento Charta 77, il ritorno alla libertà dopo la caduta del comunismo, la presidenza di Václav Havel.
Oggi Repubblica Ceca e Repubblica Slovacca sono due paesi democratici, membri importanti dell’Unione Europea e della NATO, partner politici e commerciali dell’Italia come di tutti i paesi europei. Studiare e divulgare tratto di storia che hanno percorso insieme è importante per il rafforzamento dell’identità e della cultura europee, anche per il modo in cui cechi e slovacchi hanno saputo separare i loro destini politici senza pregiudicare i rapporti di buon vicinato.
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Sabato 17 novembrecon la visita al Museo dell’Automobile partirà la terza edizione del progetto “MuseiAmo”, che propone non solo un percorso di visite teatrali guidate, ma anche un vero e proprio circuito di spettacoli ispirati al patrimonio artistico e culturale piemontese. Lo scopo dell’attore e regista Davide Motto, ideatore insieme a Vincenzo Valenti del circuito patrocinato dalla Città Metropolitana di Torino, è quello di promuoverne i luoghi con modalità inattese e innovative. L'ideazione e la realizzazione del progetto sono a cura di Oikos Teatro e ART.O’. “Museiamo” consente di vivere la storia e l’autenticità dei luoghi con un’ottica diversa. Le visite teatrali del circuito “Museiamo” si svolgono dalle 15 alle 16,30, il biglietto costa 5 Euro per tutti ed è gratuito per i bambini fino a 6 anni.Sabato 17 novembre si inizia quindi con il “MAUTO”, ripercorrendo la storia del Novecento per scoprire curiosità e aneddoti dell’auto, invenzione che ha cambiato la storia dell’uomo, passata, presente e futura. Il Museo Nazionale dell'Automobilenacque nel 1932 dall’idea di Cesare Goria Gatti e del disegnatore, storico e progettista Carlo Biscaretti di Ruffia. Fu Biscaretti a radunare l'iniziale collezione e a cercare la sede opportuna per far nascere il museo, che fu inaugurato un anno dopo la sua morte, nel 1960. Il “MAUTO” è oggi uno dei musei di automobili più antichi al mondo ed è unico nel suo genere in Italia, con una collezione di oltre 200 automobili originali di 80 marche di tutto il mondo. La collezione copre il periodo che va dalla metà dell’800 a oggi e continua ad arricchirsi.
LE SUCCESSIVE VISITE IN PROGRAMMA
Domenica 9 dicembre Museo Diffuso della Resistenza, sabato 15 dicembre Infini.to Planetario di Torino-Museo dell’Astronomia e dello Spazio, sabato 29 dicembre Museo Nazionale del Risorgimento Italiano, sabato 12 gennaio Museo della Frutta, domenica 20 gennaio Palazzo Madama Museo Civico di Arte Antica, domenica 27 gennaio Officina della Scrittura, domenica 3 febbraio Museo Nazionale del Cinema, sabato 16 febbraio Museo Storico della Reale Mutua, domenica 24 febbraio Castello Cavour di Santena, domenica 3 marzo Mao-Museo d’Arte Orientale, domenica 10 marzo Palazzo dei Musei-Pinacoteca di Varallo, sabato 16 marzo Museo di Antropologia Criminale “Cesare Lombroso”, sabato 30 marzo Museo di Anatomia Umana, sabato 6 aprile Museo Paleontologico di Ovada, sabato 13 aprile Museo Civico “Pier Alessandro Garda” di Ivrea, domenica 28 aprile Museo della Scuola e del Libro per l’Infanzia.
PER INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI
Ufficio di Ivrea dell’Atl “Turismo Torino e provincia”, dal lunedì al sabato dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 17, telefono 0125-618131, e-mail info.ivrea@turismotorino.org
Portali Internet www.museiamo.it, www.turismotorino.org, www.abbonamentomusei.it, www.art-o.it e www.oikostreatro.it.
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Una visita particolare quella che si svolgerà a Palazzo Dal Pozzo della Cisterna sabato 17 novembre alle 10: sarà infatti l’occasione per scoprire, oltre alle sale della sede aulica della Città Metropolitana di Torino - dove vissero nella seconda metà dell’Ottocento Maria Vittoria dal Pozzo della Cisterna e Amedeo Savoia Duca d’Aosta – il ricco calendario dell’edizione 2019 di Provincia Incantata.
La visita all’antica dimora di casa Savoia, animata da Teatro e Società, associazione che curerà gli intrattenimenti teatrali di tutte le tappe del circuito, prevede anche una degustazione curata dalla azienda La Masera di Piverone.
La visita guidata è gratuita con obbligo di prenotazione fino ad esaurimento dei posti disponibili.
Per informazioni e prenotazioni si può telefonare ai numeri 011-8612644-8617100 o scrivere a urp@cittametropolitana.torino.it
Anteprima di Provincia Incantata
La visita animata è l’anteprima di Provincia Incantata, l'iniziativa di Città metropolitana di Torino in collaborazione con Turismo Torino e provincia nell’ambito del progetto europeo della Strada dei Vigneti Alpini, finanziato dal FESR-Fondo europeo di sviluppo regionale del Programma di cooperazione transfrontaliera Italia-Francia Alcotra 2014-2020, che racconta la bellezza, la storia, i paesaggi, l'arte che insieme creano l'incanto del territorio metropolitano.
Protagonista dell'edizione 2019 il vino della provincia che è un'eccellenza da scoprire. Con le visite teatrali animate da Teatro e Società si toccheranno castelli, dimore, luoghi del pinerolese, canavese, chierese e Val di Susa.
Il calendario è in via di definizione, ma è già in programma una seconda presentazione a Caluso nell’Enoteca Regionale dei Vini della provincia di Torino prevista domenica 16 dicembre.
La Masera: un sogno diventato realtà
Il cuore e la testa sono di Alessandro Comotto, neopresidente della Strada Reale dei vini della provincia di Torino, che nel 2005 a Settimo Rottaro, insieme agli amici Gian Carlo, Davide, Sergio e Marco, ha costituito “La Masera”, con il desiderio di far rivivere la produzione dell’Erbaluce Passito, che si narra nato proprio dalle mani sapienti dei contadini di queste terre.
La scelta del nome è significativa di uno dei valori che maggiormente li caratterizzano: il forte legame con il territorio e la sua autenticità. Infatti, “masere” è l’appellativo locale che si usa per indicare i grossi muri di pietra che demarcano i campi, esattamente come quello che sostiene nel suo terrazzamento il primo terreno acquistato per avviare la produzione di Erbaluce.
La Masera conta una superficie vitata di circa 5 ettari, situati nei comuni di Settimo Rottaro, Azeglio e Piverone, tra le colline dell’Anfiteatro morenico di Ivrea, nell’area metropolitana del Canavese. www.lamasera.it
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Da sabato 10 novembre, con inaugurazione alle ore 14, fino al 9 dicembre il Castello di Miradolo ospita la mostra “Augusto Cantamessa. Fotografie”, la più importante retrospettiva dedicata al Maestro fino a oggi. Il progetto, curato dalla Fondazione Cosso, celebra l’arte di Augusto Cantamessa a poca distanza dalla sua scomparsa, dopo 70 anni di attività, e si sviluppa con la collaborazione di Bruna Genovesio e Patrik Losano, curatori del patrimonio fotografico di Augusto Cantamessa.
La mostra racconta l’opera del Maestro attraverso una selezione di oltre 60 fotografie, in bianco e nero, modern print e vintage, tra cui diversi inediti, svelati al pubblico in questa occasione. Numerose le opere esposte per le quali Cantamessa ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti come Breve orizzonte (1955), icona senza tempo, in Europa come oltre oceano, oppure Giovane fabbro (1958), acquisito dalla Bibliothèque Nationale de France a Parigi. L’esposizione si articola in 5 sezioni che individuano altrettante aree tematiche, cardine della ricerca fotografica di Cantamessa: f8/1:200, Terra, Paesaggi, Ritratti, Vintage.
In f8/1:200 le fotografie fanno compiere un viaggio nel tempo che rievoca profondi cambiamenti avvenuti nella società italiana durante gli anni del boom economico, con il tramonto della civiltà contadina e l’emigrazione verso la città. Nella sezione Terra emerge il forte legame con il mondo rurale, del quale Cantamessa si sentiva parte, con scene di uomini e donne immortalati alle prese con le fatiche quotidiane: una raccolta di scatti, dagli anni Cinquanta alla fine degli anni Settanta, che riproducono vedute del paese delle origini. I Paesaggi silenti del Maestro sono un invito a placare la mente per contemplare l’essenza dei luoghi e degli elementi naturali. In Ritratti i volti ci catturano: l’immagine è avvolta dalla luce e compaiono i segni del tempo. Con la sezione Vintage si alternano scatti intimi come Mia moglie (1950), sua musa ispiratrice, a ritratti che ci raccontano di antichi mestieri, come Il carradore (1956), in una chiusa di grande suggestione. Grazie a un’inedita installazione sonora curata dal progetto artistico Avant-dernière pensée nelle sale espositive, i visitatori sperimentano un’esperienza di visita insolita e coinvolgente: la dimensione musicale entra a far parte della narrazione visiva per rendere omaggio a Cantamessa, all’uomo, al professionista, all’amico. Un racconto musicale che esprime il legame di grande stima e vicinanza, consolidatosi nel tempo tra il fotografo, la Fondazione Cosso e Roberto Galimberti. In diverse occasioni, dal 2009, l’arte di Cantamessa ha incontrato le sperimentazioni di Avant-dernière pensée, trovando spazio di espressione al Castello di Miradolo.
Info e prenotazioni
www.fondazionecosso.com
prenotazioni@fondazionecosso.it
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Sabato 17 novembre alle 21 nel teatro dell’oratorio Beato Carletti è in programma il prossimo appuntamento della stagione Chivasso in Musica 2018-19, patrocinata dalla Città Metropolitana di Torino. Protagonista della serata sarà l’ensemble “Gli otto violoncelli di Torino”, nato nel 2005 per iniziativa del maestro Fabrice De Donatis, desideroso di creare un gruppo violoncellistico di livello unico in Italia. Dell’ensemble fanno parte Giulio Arpinati, Massimo Barrera, Alberto Capellaro, Fabrice De Donatis, Paola Perardi, Claudia Ravetto, Pierpaolo Toso e Manuel Zigante.Il programma del concerto del 17 novembre a Chivasso sarà aperto dalla “Sarabande” di Johann Sebastian Bach, tratta dalla Suite numero 6 in Re maggiore BWV 1012, a cui farà seguito “Bach en promenade”, una composizione del contemporaneo Gian Paolo Chiti.
Conclusa la prima sezione dedicata alla musica barocca e alla sua rivisitazione, si passerà all’ascolto della lirica, con un omaggio a Giuseppe Verdi. Il primo brano sarà il Preludio all’atto primo de “La Traviata”, mentre il secondo brano sarà la Sinfonia del “Nabucco”. La terza parte del programma sarà dedicata a celebri brani di musica leggera e ad alcune colonne sonore di film famosi: “Moonlight serenade” di Glenn Miller, “La vie en rose” di Edith Piaf, “Il padrino” di Nino Rota, “Il postino” di Luis Bacalov e “La Vita è bella” di Nicola Piovani.
Il concerto è organizzato in collaborazione con i due Lyons Club chivassesi, l’Host e il Duomo. Il biglietto d’ingresso costerà 10 Euro e i biglietti omaggio saranno riservati agli iscritti all’associazione Contatto in regola con il tesseramento.
Per saperne di più si può visitare il portale Internet www.chivassoinmusica.it, scrivere a info@chivassoinmusica.it o telefonare al numero 011-2075580.
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In occasione della Festa nazionale e del centenario dell’indipendenza della Polonia, il Consolato Generale della Repubblica di Polonia in Milano, il Console onorario a Torino, la Comunità Polacca torinese e l’amministrazione comunale hanno organizzato per sabato 3 novembre alla Mandria di Chivasso una serie di celebrazioni e di iniziative che rinsaldano il gemellaggio tra le città di Chivasso e di Przemysl e il legame tra la Polonia e il Canavese.Le celebrazioni, patrocinate dalla Città Metropolitana di Torino, inizieranno alle 9,30 con lo scoprimento della lapide in ricordo dei soldati polacchi ospitati al termine della Prima Guerra Mondiale nella tenuta della Mandria, la posa di una corona d’alloro in memoria dei militari e i saluti delle autorità polacche e italiane. Alle 10 nel cimitero della Mandria saranno deposti fiori alla lapide che ricorda i primi soldati polacchi deceduti a Chivasso. Altri fiori saranno deposti alle 10,45 sulla tomba dei soldati polacchi nel cimitero del capoluogo. Una corona d’alloro sarà infine deposta alle 11,15 alla lapide che ricorda i caduti polacchi in piazza Dalla Chiesa.
Nella stessa piazza alle 11,30 si inaugurerà la mostra ”Da prigionieri a uomini liberi. L’Armata polacca in Italia 1918 – 1919”, allestita nei locali dell’ex biblioteca e celebrata con un annullo filatelico speciale.
Alle 16 nel cimitero di Ivrea sarà deposta una corona alla tomba dei soldati polacchi, mentre in serata, alle 20, il Teatro Civico di Chivasso ospiterà il Gran concerto vocale strumentale polacco-italiano, con canti patriottici dei due paesi, arie d’opera e canti di Stanisław Moniuszko. Protagonisti del concerto saranno la soprano Dominika Zamara, il pianista Andrea Musso e la voce recitante Beata Dudek.
LO STORICO LEGAME TRA CHIVASSO E LA POLONIA
Torino e il Piemonte hanno con la Polonia un legame storico, nato nell’Ottocento nel periodo in cui il popolo italiano e quello polacco lottavano per raggiungere l’agognata indipendenza nazionale. Centinaia di polacchi combatterono le guerre risorgimentali italiane, molti dei quali al comando del generale Garibaldi, il quale a sua volta fornì sostegno morale e concreto ai patrioti polacchi che lottavano per sottrarre il loro Paese al dominio russo, a quello austroungarico e a quello prussiano.
Negli ultimi dieci anni la Provincia di Torino prima e la Città Metropolitana poi hanno concesso il loro patrocinio alle iniziative per la Festa nazionale polacca, proprio in considerazione dei legami storici tra il nostro territorio - in particolare il Chivassese - e la Polonia. Concedendo il patrocinio, la Città Metropolitana prosegue quindi nel solco di una consolidata tradizione di attenzione e vicinanza alla comunità polacca, alla sua associazione Ognisko Polskie w Turynie e al Consolato onorario di Polonia a Torino.
Il legame forte fra Torino e la sua provincia e la Polonia si rinsaldò al termine della Prima Guerra Mondiale, quando 22.000 soldati polacchi, precedentemente inquadrati nell'esercito austro-ungarico e catturati dagli italiani durante il conflitto, si arruolarono come volontari nel nuovo esercito che venne costituito per iniziativa del Comitato Nazionale Polacco. Essi trascorsero un periodo di addestramento alla Mandria di Chivasso e, nel 1919, tornarono in patria per combattere ai confini orientali prima contro gli ucraini e poi contro le truppe sovietiche dell'Armata Rossa, assicurando così alla Polonia un breve periodo di indipendenza nazionale, che sarebbe però terminato tragicamente nel 1939, con le contemporanee invasioni tedesca e russa seguite allo sciagurato Patto Molotov-Ribbentrop.
A Chivasso, ad Ivrea e a Torino sono sepolte le salme di molti dei soldati che non riuscirono a sopravvivere alle malattie contratte durante la prigionia in Italia negli anni che vanno dal 1915 al 1918. Nel 1990 il Papa polacco Giovanni Paolo II rese onore alla lapide che nel cimitero di Chivasso ricorda i connazionali militari, durante la sua visita alla Diocesi di Ivrea. Durante l'addestramento alla Mandria le condizioni dei militari polacchi migliorarono notevolmente. Per loro furono organizzate attività di istruzione primaria e professionale, iniziative culturali e sportive. A coordinare tali iniziative fu il Comitato Pro-Polonia, presieduto dall'avvocato Attilio Begey, il quale nel dopoguerra fu nominato Console onorario di Polonia a Torino.
La ricorrenza dell'11 novembre ricorda la riconquista della sovranità nazionale da parte dei polacchi nel 1918, al termine della Grande Guerra. La Comunità Polacca di Torino-Ognisko Polskie w Turynie si è invece costituita ufficialmente dopo la Seconda Guerra mondiale, quando alcuni ufficiali che avevano combattuto contro i nazifascisti, servendo nel corpo d'armata comandato dal generale Anders, si stabilirono a Torino per completare i loro studi, nell’impossibilità di tornare in una patria che era passata dal giogo nazista a quello sovietico. Gli ufficiali e i militari polacchi rimasti a Torino si laurearono al Politecnico e all’Università e, nel 1948, costituirono ufficialmente l’associazione Ognisko Polskie w Turynie, per mantenere vive le tradizioni nazionali e i legami con la madrepatria. Negli anni ’80, Ognisko Polskie w Turynie organizzò a Torino numerose iniziative di sensibilizzazione dell’opinione pubblica e di sostegno al sindacato Solidarność.
Oggi che la Polonia è a pieno titolo membro dell’Unione Europea, l’associazione continua a tenere vivi i legami tra la madrepatria e le famiglie dei polacchi che vivono e lavorano a Torino e in Piemonte, molti dei quali hanno un’elevata professionalità nel settore sanitario e nell’industria. Corsi di lingua polacca per i bambini e gli adulti (anche italiani), corsi di italiano per coloro che si sono stabiliti da poco a Torino, conferenze e momenti di svago aiutano i polacchi torinesi a sentirsi a casa loro in una città e in un Paese che li hanno sempre stimati e apprezzati.
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Nella sede di corso Inghilterra 7 della Città Metropolitana di Torino il Comune di Alpette ha ricevuto la Certificazione Herity International per il suo Polo Astronomico, al termine di un pomeriggio dedicato alla presentazione delle attività scientifiche e didattiche del Polo agli insegnanti e ai dirigenti delle istituzioni scolastiche.La prima sessione dell’evento, condotta dal giornalista scientifico Antonio Lo Campo, si è aperta con i saluti istituzionali della Consigliera metropolitana delegata all’istruzione Barbarà Azzarà e del Sindaco di Alpette, Silvio Varetto. Il Presidente dell’associazione Amici del Polo Astronomico, Daniele Corna, ha illustrato l’attività scientifica e didattica che si svolge ad Alpette, mentre il fisico Sabino Saracino è entrato nel dettaglio sulla strumentazione dell’osservatorio e del planetario e sui progetti di ricerca in corso nel Polo. L’astronomo Walter Ferreri, direttore scientifico del Polo Astronomico, si è soffermato sugli eventi astronomici più importanti del 2018 e del 2019 e su come vengono seguiti ad Alpette. La seconda sessione si è aperta con il saluto della Consigliera metropolitana delegata al turismo, alle relazioni internazionali e ai progetti europei, Anna Merlin e con quello del Presidente dell’UNCEM, Marco Bussone. Ernesto Torti, autore di testi di divulgazione, ha poi parlato di come si può “Scrivere l’astronomia”. Il progetto di CLIL-Content and Language Integrated Learning che coinvolge il Polo Astronomico è stato illustrato dall’ACLE-Associazione Culturale Linguistica Educational e dal CeseDi, il Centro Servizi Didattici della Città Metropolitana di Torino.
La coordinatrice di Herity Italia, Gaia Marnetto - insieme al professor Maurizio Quagliuolo, Segretario generale di Herity – ha poi conferito la Certificazione Herity al Polo Astronomico di Alpette. Al termine la Coldiretti ha proposto un buffet con i prodotti della tradizione canavesana.
STORIA, VALENZA SCIENTIFICA E DIDATTICA E IMPORTANZA TURISTICA DEL POLO ASTRONOMICO DI ALPETTE
Quando si arriva ai quasi mille metri di Alpette è naturale e immediato apprezzare l’incantevole vista sulle valli e sui boschi dell’Alto Canavese. Se, grazie al potente telescopio dell’Osservatorio astronomico intitolato al prete astrofilo Don Giovanni Capace, pioniere dell’osservazione e dello studio delle stelle nel Canavese, si solleva lo sguardo alla volta celeste, il potente riflettore Ritchey-Chretien del diametro di 60 centimetri installato nella cupola che sovrasta il Municipio, apre le porte ad uno spettacolo emozionante: le profondità dell’Universo, le stelle, le nebulose e le galassie lontane anche milioni di anni-luce dalla Terra.
Grazie all’osservatorio e all’Ecomuseo del Rame e della Resistenza, Alpette passa dai 250 abitanti del periodo invernale ai 3.000 del periodo estivo, alcuni dei quali soggiornano nella guest house Spazio Gran Paradiso.
Negli anni ’70 Don Capace costruì il primo osservatorio, installando un potente telescopio Newton nella canonica della chiesa parrocchiale. Alpette, località già allora scelta da molti torinesi per rilassanti vacanze estive, diventò nota per il suo parroco astrofilo e per il suo osservatorio. Il Polo Astronomico "Don Giovanni Capace" è costituito dall'osservatorio e dal planetario e porta avanti le sue attività grazie all’entusiasmo degli Amici del Polo Astronomico di Alpette, associazione che organizza le visite guidate di gruppi e scolaresche e gli eventi come lo “Star Party” del solstizio d’estate.
L'osservatorio è posizionato sulla parte più alta del palazzo municipale, mentre il planetario è a poca distanza, nella vicina piazzetta Gran Paradiso. La cupola dell'osservatorio misura circa 5,5 metri. Vi è alloggiato un nuovo telescopio di tipo Ritchey-Chretien di 60 centimetri di diametro, al quale è accoppiato un telescopio di tipo rifrattore APO di 12 centimetri di diametro. Il telescopio principale consente di scorgere astri che emettono una luce più debole di quella del pianeta Plutone. Si tratta di strumentazioni ideali per osservare oggetti celesti della nostra galassia - come pianeti, nebulose, ammassi stellari - e altre galassie più lontane. Il planetario, inaugurato nell'ottobre del 2010, ha la possibilità di accogliere 54 visitatori per volta e consente di osservare la sfera celeste e i suoi fenomeni, proiettati sulla cupola, anche durante il giorno e con qualsiasi condizione climatica e atmosferica. È dotato di un sistema di proiezione a tecnologia digitale con risoluzione Ultra HD.
Scopo principale dell'attività del Polo Astronomico è la divulgazione scientifica, attraverso l'organizzazione di osservazioni e visite guidate, conferenze, seminari e “Star Party”. L'attività è diretta a tutti coloro che vogliono avvicinarsi all'astronomia, con particolare riguardo ai ragazzi della scuola primaria e secondaria. Per consultare le proposte didattiche rivolte alle scuole di ogni ordine e grado si può accedere al portale Internet www.osservatorioalpette.it o scrivere all’indirizzo e-mail info@osservatorioalpette.it
Per maggiori informazioni si può contattare il Comune di Alpette, al numero telefonico 0124-809122, al fax 0124-809122, oppure al numero 347-9098468.
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