I NOSTRI COMUNICATI

 

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La nuova puntata di Storie metropolitane, i video-racconti realizzati da Città metropolitana di Torino per la valorizzazione delle eccellenze del territorio, ci porta nella parte terminale della Val Grande delle Valli di Lanzo.
Un luogo naturalmente favorito dalla bellezza del paesaggio, dalla vicinanza a Torino e dalle notevoli possibilità escursionistiche.
Il nostro viaggio si ferma a Groscavallo, frazione Richiardi, per visitare insieme ai nuovi proprietari, ai rappresentanti dell’amministrazione comunale e all’Associazione Dimore Storiche Italiane Villa Pastrone, un’elegante villa liberty appartenuta a Giovanni Pastrone, regista di “Cabiria” (1914), grande kolossal nazionale che ottenne una fama mondiale.
La proprietà, acquistata dal regista nel 1922, è costituita di due edifici: la villa vera e propria, costruita tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, e una dépendance, che ospita un salone da ballo al primo piano e altre salette al pianterreno dedicate alla conversazione e al gioco del biliardo. Villa e dépandance sono immerse in un grande parco adorno di alberi secolari, fontane, statue di importante valore artistico.
Ceduta negli anni Settanta del Novecento dagli eredi Pastrone, la proprietà è passata ad altre famiglie con successive compravendite, fino ad essere acquistata nel 2023 dagli attuali proprietari: Vittorio Cassano e Stefano Caraffa Braga.
È quest’ultimo che ci accoglie sul terrazzino prospiciente l’ingresso contraddistinto da un elegante e affascinante portoncino liberty. “Non eravamo alla ricerca di una dimora” ci racconta Stefano Caraffa Braga “quando, per caso, nell’estate 2022 ci siamo trovati a Groscavallo e siamo rimasti colpiti da questa villa. Abbiamo fatto delle ricerche e abbiamo scoperto che era in vendita e che proprio in quei giorni la richiesta di acquisto era scesa in modo importante. Abbiamo fatto un’offerta e la casa è stata nostra”.
Un colpo di fulmine che, accompagnato da un’attenta programmazione di lavori di restauri conservativi, prosegue con passione avvalendosi del supporto dell’Associazione Dimore Storiche Italiane, organizzazione a cui i proprietari si sono immediatamente iscritti in seguito all’acquisto della proprietà. Terminati i lavori di ripristino del parco e di buona parte della villa, ora i lavori proseguono sulla dépendace, sulle statue e sulla fontana avvalendosi di molte imprese locali.
“I restauri sostengono il mantenimento dei saperi artigiani” spiega Teresa Besostri Grimaldi di Bellino, consigliera ADSI “e offrono lavoro alle ditte specializzate nei restauri e ai giardinieri che conoscono le peculiarità dei parchi storici. ADSI aiuta i proprietari a scegliere gli artigiani più preparati grazie alla costituzione di un portale dedicato alle imprese specializzate per lavori su edifici storici”. Il recupero della villa e la scelta dei proprietari di abitarla e di alternarla come sede di lavoro contribuiscono alla vita di Groscavallo. Così come avvenuto già la scorsa estate, anche per la stagione estiva 2024 il parco di Villa Pastrone sarà palcoscenico naturale di appuntamenti musicali.
“Siamo felici” spiega Maria Cristina Cerutti Dafarra, assessore alla Cultura di Groscavallo “di poter ripetere la positiva collaborazione con la nuova proprietà avvenuta lo scorso anno. Villa Pastrone è un gioiello del nostro territorio che contribuisce a tenere in vita tutto il tessuto economico locale”.

Il video https://youtu.be/x-Hi0UR2v_0

Lo speciale dedicato al link http://www.cittametropolitana.torino.it/speciali/2023/storiemetropolitane/




 

Cultura

Sabato 20 e domenica 21 luglio l'Associassiôn Festa dël Piemônt al Còl ëd l'Assieta torna al Colle dell’Assietta per la 56ª edizione della festa e della rievocazione della battaglia del 1747, eventi patrocinati dalla Città metropolitana di Torino. Per sabato 20 luglio la Direzione Viabilità 2 della Città metropolitana ha previsto una deroga al divieto di circolazione dei mezzi motorizzati sulla Strada Provinciale 173 da Pian dell’Alpe al Col Basset. Chi salirà al Colle dell’Assietta deve tenere però presente che sabato 20 la vicina Provinciale 172 del Colle delle Finestre sarà interessata dal passaggio della gara ciclistica Granfondo Sestriere-Colle delle Finestre, in partenza alle 9 da Sestriere Borgata. È prevista la chiusura della SP 172 dalle 9 alle 13 circa da Meana al Colle delle Finestre. Dalle 10 alle 14 la 172 sarà chiusa dal Colle delle Finestre al bivio di Pra Catinat, dalle 10,30 alle 13,30 dal bivio di Pra Catinat ad Usseaux e a Pourrieres.
Tornando alla Provinciale 173 dell’Assietta, è da ricordare che per domenica 21 luglio dalle 6 alle 12 è istituita la circolazione a senso unico in salita da Pian dell’Alpe (km 34, incrocio con la strada comunale per Balboutet di Usseaux) al Colle dell’Assietta (km 22+750). Dalle 14 alle 18 nello stesso tratto della Sp 173 è istituita la circolazione a senso unico in discesa dal Colle dell’Assietta a Pian dell’Alpe. Se si desidera lasciare l’auto a casa, iComuni di Fenestrelle e di Meana di Susa, con il sostegno del Consiglio Regionale del Piemonte, hanno messo a disposizione gratuitamente un servizio di bus navetta per gli over 65 con partenza domenica 21 luglio alle 7 dal campeggio di Fraisse di Usseaux, da piazzale Kandahar a Sestriere, da piazzale Sportinia a Sauze d’Oulx, da piazza Europa e dalla stazione ferroviaria di Meana di Susa (quest’ultima partenza in coincidenza con il treno che arriva da Torino alle 6,38).

IL PROGRAMMA DELLA FESTA E IL COMPORTAMENTO DA SEGUIRE

Sabato 20 luglio il programma della Festa dël Piemônt al Còl ëd l'Assieta prevede le visite al campo storico dalle 15,20 in avanti e la cena al rifugio Casa Assietta Jack Canali (ex casa cantoniera) alle 19, prenotabile al numero telefonico 375-6291465 (è preferibile telefonare con WhattsApp) o all’indirizzo e-mail rifugioassiettajackcanali@gmail.com. A partire dalle 21,30 sono previsti la camminata con le torce fino all'obelisco sulla Testa dell’Assietta, gli onori ai caduti della battaglia del 1747 e il falò a Casa Assietta con accompagnamento musicale. Domenica 21, dopo l’alzabandiera, la Messa in piemontese sarà celebrata alle 10, mentre la commemorazione ufficiale all'obelisco si terrà alle 11 e la rievocazione storica della battaglia a Casa Assietta alle 11,45. Alle 12,30 è in programma il pranzo organizzato dai gestori del rifugio, seguito dai balli tradizionali piemontesi e dalla musica proposti dalla Filarmonica di Cavour e dal coro alpino Rivoli. Alle 15 verrà presentato il libro “La battaglia dell’Assietta e la campagna militare alpina del 1747”.
Gli organizzatori sconsigliano la salita all’Assietta a chi è affetto da problemi cardiaci, respiratori e di pressione. Chi sale deve utilizzare scarpe chiuse, possibilmente scarponcini o scarpe da ginnastica, evitare assolutamente infradito, ciabatte, scarpe con tacco e con suola scivolosa. Vista la notevole variabilità del meteo in alta quota, è bene munirsi di mantelline per la pioggia, maglioncini e giacche a vento. Meglio evitare gli ombrelli, visto che, in caso di temporali, ci si trova in aree esposte ai fulmini. Se dovesse scatenarsi un temporale è meglio ripararsi al coperto o in auto. Il sole cocente delle alte quote suggerisce di munirsi di creme solari e cappellini, soprattutto per i più piccoli. Gli organizzatori raccomandano il rispetto dei segnali stradali, soprattutto quelli che indicano il divieto di sosta nel tratto della Provinciale 173 tra la zona in cui viene celebrata la Messa e il rifugio Casa Assietta Jack Canali. I partecipanti all’evento sono tenuti a rispettare le indicazioni dei volontari della Protezione Civile e delle forze dell’ordine. Le zone di parcheggio indicate nei pressi del rifugio sono gestite dai volontari. È meglio limitare l’afflusso all’obelisco durante la commemorazione, visto che sulla Testa dell’Assietta lo spazio è ristretto. È bene ricordare che la Festa del Piemonte e la commemorazione della Battaglia dell’Assietta vengono organizzare in un’area protetta. L’Ente di gestione dei Parchi delle Alpi Cozie invita a non calpestare inutilmente i prati, non molestare gli animali autoctoni (tra i quali gli anfibi che popolano il laghetto vicino a Casa Assietta), non raccogliere fiori, erbe e piante, non calpestare le aree di torbiera segnalate. Sono vietati il fuori strada con biciclette, moto ed auto e l’accensione di fuochi liberi. Si raccomanda di limitare l’inquinamento acustico e luminoso, ripulire le aree utilizzate e non abbandonare rifiuti. La Croce Rossa Italiana allestirà unatenda di pronto soccorso presso il Rifugio Casa Assietta Jack Canali e metterà a disposizione un’ambulanza con personale medico nelle ore di maggior afflusso del pubblico. Per ulteriori informazioni si può scrivere a info@festa-del-piemonte-al-colle-assietta.it o si possono chiamare gli organizzatori: Enrico Tenivella al numero telefonico 337-225401, Carlo Maina al 348-5146050.


LA BATTAGLIA DELL’ASSIETTA, FEROCE PAGINA DI STORIA MILITARE

La battaglia del Colle dell’Assietta del 19 luglio 1747 fece seguito ad una lunghissima serie di schermaglie tra francesi e piemontesi. Nei giorni precedenti lo scontro, i piemontesi collocarono una serie di trinceramenti sul piano dell'Assietta, visibili dal contrafforte fra il Colle del Sestriere e la Testa del Gran Serin, che divide la Val Chisone dalla Valle di Susa. I piemontesi affidarono il comando al tenente generale Giovanni Cacherano, conte di Bricherasio, che, oltre alle truppe piemontesi regolari, poté contare sull’apporto delle milizie valdesi del Pinerolese e dell'alta Val Chisone, mentre quattro battaglioni austriaci, guidati dal generale Colloredo, arrivarono all’ultimo a rinforzo delle posizioni. Le postazioni piemontesi erano disposte a semicerchio su di una cresta ristretta e si appoggiavano alla Testa dell'Assietta e alla Testa del Gran Serin. L'assalto dei francesi fu lungo e spietato, ma, grazie all’eroica Compagnia Granatieri del 1° battaglione delle Guardie, poi rinforzata dalla Compagnia Granatieri del Reggimento provinciale di Casale, i nemici furono fermati. I francesi, dopo aver rimpiazzato i combattenti in prima linea con truppe fresche, continuarono nell'assalto, ma i granatieri piemontesi, anche se erano privi di munizioni, li attaccarono facendone strage. Al tramonto, l'esercito francese, ormai esausto, si ritirò dal campo di battaglia, lasciandosi dietro 5.300 soldati, 439 ufficiali, tra cui due generali, cinque brigadieri e nove colonnelli, mentre i piemontesi persero solo sette ufficiali e 185 soldati e gli austriaci due ufficiali e 25 soldati.locandina Festa del Piemonte Colle Assietta 20-21 07 2024 italiano

 

 

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Nell'Abbazia di Novalesa è stata realizzata una nuova installazione del Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto, artista biellese, pittore e scultore, animatore e protagonista della corrente dell'Arte povera, 91 anni compiuti da poche settimane. 
L'opera è stata realizzata utilizzando frammenti costruttivi residui conservati nel sito, diventando così un'estensione creativa e rigenerativa dell'abbazia benedettina.
L'inaugurazione - alla presenza di Pistoletto, dei monaci benedettini che animano l’Abbazia e dei rappresentanti della Città metropolitana di Torino, l’Ente proprietario del gioiello di storia, arte e cultura in val Cenischia - è in programma nel pomeriggio di giovedì 11 luglio, alle ore 17.
Pistoletto ha scritto il manifesto del Terzo Paradiso nel 2003 e ne ha disegnato sulla sabbia il simbolo, una riconfigurazione del segno matematico d’infinito; l’anno seguente, in occasione del conferimento della laurea honoris causa da parte dell'Università di Torino, ha  annunciato il Terzo Paradiso come nuova fase del suo lavoro. A partire da questa data, per Pistoletto il Terzo Paradiso è diventato la principale direttrice di un lavoro condotto intessendo una fitta rete di relazioni e collaborazioni con innumerevoli partner.
Quella dell'Abbazia di Novalesa è l’ultima tappa in ordine di tempo di una grande opera collettiva e partecipata.

Cultura

A pochi chilometri da Carmagnola, l'Abbazia di Casanova è un capolavoro di arte e storia, immerso nelle campagne al confine tra la Città metropolitana di Torino e la Provincia di Cuneo, alle porte del Roero e a poca distanza dal casello dell'autostrada Torino-Savona.
La puntata di questa settimana delle "Storie metropolitane", che la Direzione Comunicazione della Città metropolitana di Torino racconta con i reportage televisivi che vengono pubblicati nel canale Youtube dell'Ente, è dedicata ad un complesso che è un vero e proprio campionario di stili architettonici appartenenti ad epoche storiche diverse, a testimonianza del ruolo spirituale, sociale, politico ed economico che l'Abbazia assunse a partire dalla metà del XII secolo, quando l'ordine monacale cistercense volle dedicare il suo nuovo insediamento sulla Via Francigena all'Assunzione di Maria Vergine e a San Michele di Casanova.
Per vedere il video del reportage basta andare nel canale YouTube della Città metropolitana di Torino all'indirizzo https://youtu.be/gvBreH9gNu8

Bonificando le campagne circostanti, donate loro dai Marchesi di Saluzzo, i monaci cistercensi, provenienti dalla Badia ligure di Tiglieto, vollero che il monastero diventasse un esempio vivente e tangibile del ritorno all'austerità, alla regola di San Benedetto e al lavoro manuale di cui erano fautori.

I cistercensi rimasero a Casanova sino al XVI secolo, spesso disputando con il potere politico sul diritto di nominare gli abati. I Savoia nel 1588 assunsero il controllo del territorio e per l'Abbazia iniziò un periodo di declino, perché Emanuele Filiberto, duca D'Aosta, decretò di fatto l'alienabilità del patrimonio ecclesiastico e buona parte delle ricchezze dell'Abbazia andarono a favore dell'abate commendatario di turno. Il più illustre abate di Casanova fu il principe Eugenio di Savoia, maresciallo d'Austria ed eroe della battaglia di Torino del 1706.
Nel XVII secolo furono numerosi i saccheggi, uno dei quali ad opera di truppe calviniste. A causa di un incendio, tra il 1743 e il 1753, il complesso fu totalmente demolito e venne ricostruito sulla base di un progetto di Giovanni Tommaso Prunotto, allievo di Filippo Juvarra, mentre la chiesa venne utilizzata come residenza sabauda. L'attuale campanile risale al 1825, e sostituisce il precedente che aveva a sua volta preso il posto della torre-lanterna originaria della prima costruzione cistercense. Ospita un concerto di cinque campane, di cui quattro fuse dalla storica fonderia Achille Mazzola di Valduggia e una, il campanone, rifusa dalla Ecat di Mondovì in anni recenti.

DAL DECLINO ALLA RINASCITA SPIRITUALE E CULTURALE

Tornando alla storia del complesso abbaziale, è da notare che la soppressione del monastero fu decretata da Papa Pio VI il 3 aprile 1792: la chiesa abbaziale divenne parrocchia e il re Vittorio Amedeo III ebbe la facoltà di disporre liberamente dei beni dell'abbazia, divenuta un castello e un luogo di caccia di Casa Savoia.
Nel 1868 Vittorio Emanuele II vendette l'intero patrimonio al Regio Economato Generale, che nel 1921 cedette il complesso all'Opera Nazionale Combattenti, la quale divise la grande tenuta in piccoli poderi da cedere ai privati. Nel 1928 la restante proprietà passò alle suore di Maria Ausiliatrice che la destinarono, fino al 1970, a sede per il noviziato internazionale.
Nel 1999 il complesso architettonico di Casanova venne rilevato all'asta dall'associazione di volontariato Cenacolo Eucaristico della Trasfigurazione, fondata dal sacerdote dell'Ordine di San Giuseppe Benedetto Cottolengo don Adriano Gennari, che ha adibito il complesso a casa di spiritualità e centro di ascolto. Il Cenacolo fondato da don Gennari mette a disposizione per brevi soggiorni posti letto in camere con servizi. Sono stati recuperati le cucine, il refettorio e alcuni locali di servizio. Tra gli ambienti restaurati e accessibili vi sono una cappella per l'adorazione permanente e una per le celebrazioni eucaristiche, saloni polivalenti per ritiri spirituali, congressi, mostre e incontri culturali. Il Cenacolo Eucaristico della Trasfigurazione accoglie sacerdoti, comunità religiose e gruppi di persone che desiderano raccogliersi nel silenzio in preghiera, in meditazione e in adorazione eucaristica nei week-end o in giorni feriali da concordare.

LA CHIESA ABBAZIALE E LA SUA CRIPTA RISCOPERTA

Per il rifacimento settecentesco della facciata della chiesa principale del complesso, l'architetto monregalese Francesco Gallo adottò lo stile del tardo barocco piemontese, con i mattoni a vista. Nonostante il rimaneggiamento, l'edificio denota chiaramente l'originale stile gotico, con le forme romaniche che prevalgono all'esterno e quelle gotiche all'interno. Nel XVIII secolo i pilastri furono rivestiti in muratura, mentre i capitelli in cotto assunsero il tipico aspetto con decorazione corinzia.
Gli affreschi della volta e delle pareti sono opera di Bartolomeo Guidobono, contemporaneo del Parmigianino e del Correggio. Sulla volta campeggia la figura della Beata Vergine Assunta, con intorno cori di angeli e santi. Ai margini le figure degli Evangelisti e dei Dottori della Chiesa, mentre sulla parete di sinistra un affresco raffigura Amedeo III di Savoia mentre fonda l'Abbazia di Hautecombe. Interessanti affreschi ornano anche la cripta dei monaci, visitabile su appuntamento e recentemente riscoperta sul lato absidale della chiesa, innanzi al prato che ospitava l'antico cimitero. E' attualmente allo studio un progetto di recupero del percorso di cunicoli sottostanti l'abbazia, il cui accesso avveniva proprio dalla cripta. Nell'abside si trova la pala dell'Assunta, del pittore veneto Federico Cervelli.
Le visite alla chiesa abbaziale e parrocchiale di Santa Maria a Casanova sono possibili tutte le domeniche e nei giorni festivi da aprile a settembre dalle 15,30 alle 18,30. Grazie ai volontari dell'associazione Amici dell'Abbazia di Casanova, è possibile organizzare visite guidate per gruppi. Per informazioni si può telefonare al numero 334-3001779, scrivere a ass.amiciabbaziadicasanova@gmail.com o visitare la pagina Facebook dell'associazione. Come sottolinea Enrico Tachis, vicepresidente dell'associazione, "per la nostra comunità, l'Abbazia è sempre stata un punto di incontro. La vita sociale di Casanova da sempre trova il suo fulcro nell'antico monastero, che per noi è come una seconda madre. Il complesso richiede una manutenzione continua, con rilevanti investimenti. Per questo cerchiamo di far conoscere e promuovere l'Abbazia e di raccogliere fondi per i restauri futuri".Abbazia Casanova

Cultura

Nel fine settimana si conclude l’edizione 2024 del circuito concertistico Regie Armonie-Itinerari musicali lungo la Via Francigena, proposto da Itinerari in Musica con il patrocinio della Città metropolitana di Torino.
Venerdì 14 giugno alle 21 nella chiesa di San Giovanni Battista in via Umberto I 34 ad Avigliana l’organista Valter Savant Levet, la contralto Stefania Balsamo e il basso Fabrizio Blandino propongono un concerto che rientra nel programma delle iniziative in occasione del 41° Palio Storico dei Borghi di Avigliana alla Corte del Conte Rosso. Sono in programma pagine di Giovanni Morandi, Johannes Brahms, Johann Sebastian Bach, Gottfried Heinrich Stölzel, Felice Moretti, Wolfgang Amadeus Mozart, Georg Friedrich Händel, Charles Gounod, Cesar Franck e Vincenzo Antonio Petrali.
L’ultimo appuntamento di Regie Armonie-Itinerari musicali lungo la Via Francigena è organizzato in collaborazione con il circuito Organalia ed è in programma alle 16,30 di domenica 16 giugno all’Abbazia di Novalesa. La soprano Danae Rikos, accompagnata da Alessandro Tonietti all’organo, propone il concerto “Pagine eterne dal Barocco allo Stile Galante”, con musiche di Johann Sebastian Bach, John Stanley, Georg Friedrich Händel, William Boyce e Wolfgang Amadeus Mozart. In concomitanza con l’appuntamento musicale, sono possibili percorsi di visita alla chiesa di Santo Stefano nel borgo medievale di Novalesa, al Museo Etnografico di Vita Montana (per la prenotazione delle visite si può chiamare il numero telefonico 349-7114475 o scrivere a museo.novalesa@libero.it) e all'Abbazia alle 10,30, alle 11,30 e alle 15.30. L’ingresso ai concerti di Regie Armonie-Itinerari musicali lungo la Via Francigena è ad offerta libera. Per maggiori informazioni si può scrivere a soloclassica@gmail.com

Nell’ambito del circuito Organalia, sabato 15 giugno alle 21 nella chiesa della Confraternita dell'Immacolata a Volpiano l’organista Massimo Gabba, accompagnato dai giovani percussionisti della Filarmonica Volpianesenel concerto intitolato “Fuochi d’artificio” propone alcune pagine del repertorio bandistico e teatrale di Giovanni D’Andrea, Giovanni Quirici, Giovanni Simone Mayr, Carlo Bodro, Felice Geremia Piazzano, Vincenzo Petrali  e Padre Davide da Bergamo.
Sabato 22 giugno a Monastero di Lanzo alle 21 nella chiesa di Sant'Anastasia la soprano Sara Lacitignola e l’organista Andrea Banaudi proporranno il concerto Musica sacra del Barocco Veneziano”, con pagine di Heinrich Schütz, Andrea Gabrieli, Alessandro Grandi, Andrea Gabrieli, Claudio Monteverdi, Claudio Merulo, Heinrich Schütz, Giovanni Gabrieli, Alessandro Grandi, Giovanni Gabrieli e Claudio Monteverdi.

Sabato 29 giugno alle 21 nella chiesa di San Pietro in Vincoli ad Andrate l’organista Matteo Cotti proporrà il concerto Echi dal primo Barocco Italiano”, con musiche di Marc’Antonio Cavazzoni, Giovanni Battista dalla Gostena, Giovanni de Macque, Luzzasco Luzzaschi, Claudio Merulo, Girolamo Frescobaldi, Michelangelo Rossi, Gregorio Strozzi e Bernardo Storace.

Cultura

Una giornata dedicata alla memoria degli oltre seicento caduti nel Pinerolese durante la guerra di Liberazione: l’iniziativa è una tradizione del Comune di Prarostino, che, domenica 16 giugno, celebra il 57° anniversario della costruzione del Faro della Libertà.
Le iniziative, patrocinate dalla Città metropolitana di Torino, iniziano alle 10,30 con il ritrovo dei partecipanti sul piazzale del Municipio, da dove prende le mosse il corteo che tocca il cimitero e il parco della Rimembranza e si conclude nel parco del Faro, dove avviene la deposizione delle corone d’alloro in memoria dei caduti per la libertà. Partecipano al corteo tutte le associazioni locali e la banda musicale di Inverso Pinasca. Alle 11 sono in programma i saluti del Sindaco di Prarostino e del rappresentante dell’ANPI. A seguire gli interventi della Consigliera regionale Monica Canalis e del Consigliere metropolitano delegato ai trasporti, alla protezione civile, alla pianificazione territoriale e alle difesa del suolo, Pasquale Mazza. La mattinata si conclude con la consegna di una copia della Costituzione della Repubblica Italiana ai diciottenni del paese.
La torre-faro di Prarostino venne inaugurata il 18 giugno 1967 e fu voluta dalla popolazione e dagli amministratori locali per ricordare con la sua ardita architettura i 600 partigiani dei 51 Comuni delle valli pinerolesi caduti nella lotta di Liberazione contro il nazifascismo. Progettato dagli architetti Roberto Gabetti ed Aimaro Isola, realizzato con vari contributi, l'apporto gratuito di ex-partigiani e il dono del pietrame da parte dei cavatori di Bagnolo Piemonte, il monumento si presenta come una torre-traliccio su pianta quadrata, realizzata in pietra greggia e alta 15 metri. La torre termina con un terrazzino e una stele metallica sormontata da un faro, la cui luce è visibile dalla pianura pinerolese anche a notevoli distanze.locandina Festa Faro Libertà Prarostino 2024 1

Cultura

Imponente ed elegante, il Castello di Pavarolo che domina l'abitato è, forse ancor più della torre campanaria, il vero simbolo del paese.
La nuova puntata di Storie metropolitana dedicata all'antica dimora che domina il versante meridionale delle colline del Po è pubblicata al link https://youtu.be/7eASJPtfigU
Ci accompagna alla scoperta del luogo Eleonora Zavattaro Ardizzi, discendente della famiglia che nel 1924 acquistò il castello.

"Da cento anni – spiega la proprietaria – la famiglia di mio padre, il generale Guglielmo Zavattaro Ardizzi, è legata al Castello da un sentimento di dedizione e appartenenza e, allo stesso tempo, di responsabilità per il patrimonio storico e artistico che oggi rappresenta sul territorio".
I primi documenti raccontano che il Castello di Pavarolo intorno al 1047 svolgeva, con la sua posizione panoramica a 360°, una funzione difensiva feudale e di controllo sulla via del Sale. Le pietre rotonde di fiume visibili sulla base dello spigolo sud-ovest ci rammentano tale epoca. Grazie ad importanti lavori di restauro conservativo sono stati riportati alla luce soffitti a cassettoni dipinti su commissione della famiglia Signorino Balbo che nel 1260 visse a Pavarolo. La scoperta ha suscitato l'interesse di uno studio approfondito condotto da Luisa Gentile, esperta di araldica e ricercatrice dell'Archivio di Stato di Torino. I dipinti, datati dalla Sovraintendenza, tra il 1350 e 1360, raffigurano uno stemmario, figure antropomorfe, animali e immagini cortesi come scene di brindisi e innamorati. Ad oggi sono riconosciuti tra i dipinti meglio conservati di tutto il Piemonte. Il castello è stato oggetto tra il 1700 e la fine del 1800 di ampliamenti strutturali e interventi decorativi. Nel 1700 fu lateralmente ampliato con la scuderia e con la doppia scalinata sovrastante l'antichissimo pozzo di quasi 90 metri ancora attivo. Al piano terreno e al primo piano si trovano decori del tardo 800, commissionati dalla proprietaria Malvina Garnery, figlia del console inglese di Torino, che portò il caratteristico stile neogotico floreale conferendo un tocco femminile e gentile.

"La nostra famiglia – conclude Eleonora - in collaborazione con ADSI, l'Associazione Dimore Storiche Italiane, il Comune di Pavarolo e la Pro Loco locale ha scelto di condividere questo patrimonio privato di importanza collettiva nazionale. Il Castello ospita eventi che catturano l'interesse di un turismo di tipo esperienziale che vive stupore nell'accedere ad una ricchezza storica artistica esplorando al contempo il tessuto culturale, economico e sociale del paese di Pavarolo fortemente partecipativo cui va la nostra riconoscenza".
Avere sul proprio territorio una dimora storica è un buon punto di partenza per attrarre turisti, ma occorre lavorare insieme con l'amministrazione e le associazioni locali per creare una vera e propria sinergia.

" Tutti i volontari che operano sul territorio comunale – spiega la volontaria Paola Vittone - si mettono a disposizione affinché le aperture del Castello siano un successo. Occorre pensare a molti aspetti, primo fra tutti alla sicurezza dei visitatori controllando i flussi di traffico e prevedendo parcheggi e navette. Un lavoro impegnativo che vede la collaborazione dell'amministrazione, della Protezione Civile e dei Carabinieri. In occasione della Giornata Nazionale ADSI, che ha coinvolto il Castello di Pavarolo il 26 maggio, tutto il Comune si è messo a disposizione: Museo e Casa Casorati aperti, giardini accessibili, ristoranti e locali con golose proposte. Un lavoro di squadra che ci ha premiato".
Tassello fondamentale per aiutare i proprietari di dimore storiche è senza dubbio ADSI, la cui sezione Piemonte -Valle d'Aosta è stata costituita nel 1977.

"L'Associazione – racconta Teresa Besostri Grimaldi di Bellino, consigliera ADSI, nasce proprio con l'intenzione di fare rete tra i proprietari delle dimore storiche condividendo così le problematiche connesse al mantenimento, alla ristrutturazione e al loro utilizzo.
"Personalmente – continua la consigliera Besostri – credo che lo scopo di ADSI sia anche la tutela del bello, perché da un lato la bellezza crea comportamenti emulativi virtuosi e dall'altro è risaputo che attenua molto la conflittualità. Occorre anche comprendere – conclude la consigliera - che possedere una dimora storica non è solo un privilegio privato, ma è un bene al servizio della collettività".
Video e galleria foto al link http://www.cittametropolitana.torino.it/speciali/2023/storiemetropolitane/

Cultura

La nuova puntata di Storie metropolitane ci porta a Villar Dora, Comune posto sul versante sinistro della Valle di Susa, per visitare e raccontare il Castello, antica residenza medievale fra le meglio conservate della Valle, un luogo magico senza tempo dove presente e passato si uniscono.
Ci accoglie Maria Antonielli d’Oulx, che insieme al marito Carlo, cura con passione e amore la gestione del Castello la cui proprietà si è tramandata di generazione in generazione da più di 8 secoli, passando dalla famiglia Provana a quella dei Conti Antonielli d’Oulx.
La nuova puntata di Storie metropolitane è pubblica on line sul canale youtube di Città metropolitana di Torino al link https://youtu.be/qItUODObn7w e nello speciale https://www.cittametropolitana.torino.it/speciali/2023/storiemetropolitane

Il castello è socio dell’Associazione Dimore Storiche Italiane, l’associazione che riunisce i titolari di dimore storiche presenti in Italia e organizza ogni anno la Giornata nazionale che prevede aperture e visite gratuite. Per l’occasione di Castello di Villar Dora domenica 26 maggio organizza visite guidate gratuite offrendo così la possibilità ai prenotati di immergersi in ambienti fiabeschi: la galleria degli stemmi, la sala pranzo e il salone del camino per quanto riguarda gli spazi interni e all’esterno, il meraviglioso parco in cui svettano un imponente Cedro della California e un maestoso Cedro del Libano. (Prenotazioni obbligatorie al numero 353.3762035).
Per la giornata nazionale ADSI tutto il comune di Villar Dora è stato coinvolto. Domenica 26 maggio sono previste anche visite guidate alla chiesa parrocchiale dei Santi Vincenzo e Anastasio, attualmente in fase di restauro e per il quale è aperta una raccolta fondi, e alla cappella di San Rocco. Inoltre per le vie del paese sarà allestito un mercatino dei prodotti tipici e le trattorie e i ristoranti proporranno piatti della tradizione.
Alla giornata nazionale oltre a Villar Dora, aderisce per la prima volta anche Villa Pastrone di Groscavallo, una dimora neo associata, che per l’occasione apre le porte al Parco e alla dépendance della Villa.
Tutti i dettagli delle dimore coinvolte al link https://shorturl.at/K23mz
“L’Associazione Dimore Storiche Italiane – spiega Francesco Luda di Cortemiglia, consigliere ADSI Piemonte - Valle d’Aosta – è nata nel 1977 e attualmente conta circa 4500 soci. In Piemonte le dimore socie che partecipano alla Giornata nazionale sono più di trenta. L’associazione promuove attività di sensibilizzazione per favorire la conservazione, la valorizzazione e la gestione dei beni, affinché questi possano essere tutelati e tramandati alle generazioni future nelle condizioni migliori”. Le dimore storiche costituiscono il più grande museo diffuso d’Italia che necessita da parte della proprietà di dedizione e cura costante. Attenzioni che Maria e Carlo Antonielli d’Oulx non fanno mancare al loro Castello contribuendo quotidianamente alla conservazione della storia occupandosi della gestione ordinaria e straordinaria affinché tutta la comunità possa godere del luogo comprendendone l’arte, la bellezza e l’autenticità.


...la storia del Castello di Villar Dora
Il primo documento in cui si parla del castello risale al 1280. È situato su uno sperone roccioso e domina tutto il paese. Risulta essere stato abitato dalle epoche più remote, grazie alla sua naturale posizione di difesa. È infatti stato costruito come luogo per proteggere le popolazioni di un territorio di confine da sempre oggetto di battaglie. Era collegato visivamente con il Castello di Avigliana e la Sacra di San Michele. Tramite segnali con le fiaccole in pochi minuti a Torino giungeva notizia di invasioni di nemici dalla Francia. Il Castello è stato teatro di rilevanti episodi storici, ai suoi piedi si svolse una delle battaglie decisive tra Costantino e Massenzio per il possesso della città di Susa e in seguito scontri tra i Franchi e i Longobardi. Nell’anno 1418 vi soggiornò Papa Martino V Colonna, di ritorno dal Concilio di Costanza il quale ripartì scortato da un esercito dato dai feudatari. Nel 1691 venne danneggiato dalle truppe francesi del terribile Maresciallo di Francia Catinat (che nello stesso anno distrusse completamente il vicino Castello di Avigliana). Contrariamente a quello che fece con tutti gli altri castelli di val di Susa, il Maresciallo decise di non radere al suolo il Castello di Villar Dora. A metà del 1700, in una stanza che ancora oggi porta il suo nome vi soggiornò re Carlo Emanuele III di Savoia. Tra la fine dell’800 e i primi del ‘900 il Conte Annibale Antonielli d’Oulx commissionò ad uno dei migliori architetti dell’epoca, Ernesto Bertea, importanti opere di ristrutturazione e di ampliamento quali una serie di possenti arcate che sostengono i viali. Il parco, come lo vediamo oggi, è il lavoro di un sapiente architetto di giardini di fine ‘800. Lo stile è quello del giardino italiano. Si possono però trovare anche siepi di Lauro Ceraso e di Ligustrum. Numerose aiuole di rose antiche emanano un delicato profumo e accendono di tanti colori i giardini. Gli alberi più belli e maestosi del parco sono una Sophora giapponese situata nel terrazzamento erboso del belvedere, un Cedro della California con un tronco dal diametro di 2 metri e una altezza di 30 metri, un Cedro del Libano situato nel giardino interno con un tronco dal diametro di 3 metri e un’altezza di oltre 30 metri. La sua mole imponente offre una gradevole ombra nei giorni d’estate.
https://www.castellodivillardora.it




 

Cultura

 

Come pagine di un libro che ogni anno svela momenti di storia pubblica e privata ad un ampio pubblico, domenica 26 maggio torna la Giornata Nazionale dell’Associazione Dimore Storiche Italiane (ADSI). Oltre 450 le proprietà visitabili gratuitamente in tutta la Penisola: castelli, rocche, ville, parchi, giardini che accoglieranno tutti coloro che vorranno immergersi in luoghi ed atmosfere senza tempo.
L’iniziativa, giunta quest’anno alla XIV edizione, è organizzata in collaborazione con l’Associazione Nazionale Case della Memoria, la Federazione Italiana Amici dei Musei (FIDAM) e Federmatrimoni ed Eventi Privati (Federmep) e ha ricevuto il patrocinio di ENIT – Agenzia Nazionale del Turismo e della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO e del Ministero della Cultura.
Partner ai quali, per il Piemonte, si aggiunge il sostegno di Reale Mutua e i patrocini della Città metropolitana di Torino e delle Province di Alessandria, Asti, Biella, Cuneo e Novara.

Trentuno le dimore aperte in Piemonte. Sette le proprietà che aprono per la prima volta, quattro delle quali associate da quest’anno (evidenziate in blu nell’elenco sottostante) a cui si aggiunge a Torino, la Casa Museo Faà di Bruno che fa parte dell’Ass.ne Nazionale Case della Memoria.
Fra le neo-associate, Villa Pastrone, residenza della Val di Lanzo (TO) che fu il Buen ritiro del regista Giovanni Pastrone, considerato il padre fondatore del cinema muto. Dopo anni di anni di abbandono, dal 2023 sta tornando a vivere recuperando gli affreschi, i manufatti lignei e tutti gli apparati decorativi. Nel cuneese, ben tre le nuove associate che debuttano nel circuito.Villa Corinna, a Villanova Mondovì,cascinale del ‘700 poi convertito in residenza estiva, caratterizzata da un giardino all’inglese con una grande varietà di scorci; il Castello della Margarita, nell’omonima località a pochi chilometri da Cuneo, Fossano e Mondovì. Ampliato a fine ‘600, conserva l’impianto a ferro di cavallo e il giardino progettato da un allievo di Le Nôtre, artefice dei giardini di Versailles. A Savigliano, Palazzo Muratori Cravetta, restaurato nel 2010, e che in sé accorpa tre proprietà nobiliari, memorie e ricordi di storia sabauda. Fra queste mura, dove soggiornarono nel 1515 Francesco I, Re di Francia e nel 1536 l’Imperatore Carlo V , nel 1630 morì il Duca Carlo Emanuele Idi Savoia.

Siamo felici che in Piemonte ci siano tante nuove adesioni di giovani, che hanno preso in mano la gestione e il mantenimento delle dimore e portano freschi entusiasmi e nuove visioni per il futurodichiara Sandor Gosztonyi, presidente ADSI, Sez. Piemonte e Valle d’Aosta -. I proprietari sono custodi da secoli di eccellenze che costituiscono al contempo una grande opportunità per il futuro italiano, un futuro sostenibile, diffuso sul territorio, non delocalizzabile, all'insegna di quella bellezza e cultura che contraddistinguono il nostro Paese nel mondo. Ogni dimora contribuisce a tenere in vita il tessuto economico locale (storia, turismo, antiche lavorazioni artigiane, tradizioni,... n.d.r) con attività che migliorano la vivibilità del territorio e valorizzano le peculiarità locali, spesso uniche
Dettagli su ogni dimora e modalità di prenotazione delle visite, al link
www.adsi.it/giornatanazionale2024

ALESSANDRIA

  1. Castello Sannazzaro, Giarole-visita della chiesa di San Giacomo, il parco, le cantine, la scuderia, i sotterranei e il cortile interno

  2. Castello di Borgo Adorno, Cantalupo Ligure– si visitano il giardino e il castello con la collezione di arte contemporanea Clemen Parrocchetti

  3. Castello di Piovera, Alluvioni Piovera– visita libera del parco,delle ex cantine vinicole e dei musei esterni nel parco

  4. Castello di Tagliolo, Tagliolo M.to - visita della Corte inferiore, corte superiore, la Bigattiera, sala delle armi, cantine, borgo medievale. Riapre dopo anni per la Giornata Nazionale ADSI

  5. Tenuta La Marchesa, Novi Ligure– visita di giardini, cappella, limonaia con museo del vino, cantina del XVII secolo e cantina moderna, sala di degustazione, lago della Tenuta

  6. Castello di Gabiano - saranno visitabili gratuitamente il parco e il labirinto del Castello.

ASTI

  1. Castello di Robella – visita del parco e della torre con la specola. Saranno presenti, inoltre,un mercatino di libri ed oggetti e degli stand di prodotti gastronomici locali.

  2. Castello San Marzano Oliveto visita del parco, cantina e piano nobile del castello.

BIELLA

  1. Palazzo La Marmora, Biella– visita del primo piano del palazzo casa-museo: lo scalone di ingresso con la sua vetrata dipinta, il Salone da ballo settecentesco affrescato a trompe l’oeil dai fratelli Galliari, la ex-Sala del Biliardo che oggi ospita una mostra sui Quattro generali

  2. Villa Era, Vigliano Biellese – visita del piano terra della Villa, il laboratorio di Davide Furno, la cantina dei vini, il parco, il vigneto e la Cascina il Chioso.

CUNEO

  1. Castello della Margarita, Margarita – visita della cappella e di una parte del piano terra. NUOVO SOCIO

  2. Castello di Sanfré - visita del parco e dell'antica scuderia

  3. Palazzo Muratori Cravetta, Savigliano - interamente aperta al pubblico NUOVO SOCIO

  4. Tenuta Berroni, Racconigi - visita del Parco e di alcuni saloni della Villa

  5. Villa Corinna, Villanova Mondovì - visita del cortile, del portico e dei due salotti con affaccio sul parco. NUOVO SOCIO

  6. Villa Oldofredi Tadini, Cuneo – si visita la cappella privata

NOVARA

  1. Casa Cobianchi, Boca – visita di alcune sale di rappresentanza e del parco con concerto finale

  2. Podere ai Valloni, Boca- passeggiata nel vigneto e visita alle cantine di vinificazione ed invecchiamento (bottaia).

  3. Villa Motta, Orta San Giulio – visita guidata del parco

TORINO

  1. Casa Lajolo, Piossasco - visita degli interni della casa storica e del giardino e orto-giardino

  2. Castello di Marchierù,Villafranca Piemonte – vistadi parco, cappella gentilizia e antiche scuderie

  3. Palazzotto Juva, Volvera - visita del giardinoedella parte agricola della dimora

  4. Castello Provana di Collegno – visita di parco e sale del piano terreno del castello, con mostra sulla creazione del Principato del Piemonte e sulla Principessa Mafalda

  5. Castello di Pavarolo –visitadiparco, antica ghiacciaia, e piano terreno del castello

*il Comune partecipa con degustazioni, workshop e altre aperture in paese come lo Studio-Museo Felice Casorati,il giardino botanico, la casa del pittore Felice Casorati e il giardino di Villa Enrichetta.

  1. Castello Galli della Loggia,La Loggia – visitadel giardino e salone centrale del castello. Nella corte interna sarà allestita una mostra

  2. Villa Malfatti, San Giorgio Canavese–visita guidata del parco.

  3. Castello di Barone – visita del giardino e piano aulico del castello

  4. Museo Francesco Faà di Bruno – Torino – già dimora di uno dei Santi Sociali torinesi

NUOVI SOCI E NUOVE APERTURE

  1. Villa Pastrone, Groscavallo –visita delParco e dépendance della villa. NUOVO SOCIO

  2. Villa le Peschiere, Pinerolo – visita del parco con le facciate esterne restaurate della villa e la corte rustica NUOVA APERTURA

  3. Castello di Villar Dora, Villar Dora- visitadel giardino e alcuni saloni del piano nobile.

*Il comune partecipa con mercatini evisite ad alcune chiese del paese. NUOVA APERTURA

I “NUMERI” DI UN’INDUSTRIA NON DELOCALIZZABILE

In Italia, dei 37mila immobili storici identificati, sono oltre 8.200 le dimore private abitualmente aperte al pubblico. Cifra che supera lo stesso numero dei comuni italiani (7.901) e che indica quindi la presenza di più di una dimora per località. Non è un caso quindi che dimore storiche costituiscano “il più grande museo diffuso d’Italia”. Testimoni di arte e storia di ogni epoca, custodiscono e preservano un patrimonio d’immenso valore sociale, risorsa culturale ed economica per i territori di appartenenza e lo stesso Paese. Una ricchezza non comune a molti Paesi e che per l’Italia rappresenta la più estesa industria culturale.
Il 28% delle dimore, infatti, si trova in comuni sotto i 5.000 abitanti (il 70% dei comuni italiani) il54%in centri abitati con meno di 20.000 abitanti ed il 31,3% in aree prossime alle città. Più di una dimora su tre si trova all’interno di un borgo storico, una su quattro in area rurale. Se adeguatamente valorizzate possono quindi rappresentare uno stimolo per la ripartenza dei piccoli centri garantendo un ritorno positivo per le attività produttive locali che sono sempre più in
difficoltà. Le aree interne - pari al 58% del Paese, in cui vivono 13 mln di persone - sono sempre più povere e prive di servizi a causa di uno spopolamento che va ben oltre l’attuale calo demografico.

Alla scoperta di luoghi e delizie di un Piemonte insolito

Il turismo di prossimità, che negli ultimi anni ha registrato una crescita della capacità di spesa, per i borghi rappresenta l’occasione per preservare l’autenticità di luoghi, ma anche per favorire lo sviluppo delle comunità locali, grazie alla nascita di piccole imprese e la realizzazione di iniziative culturali.

In Piemonte, alcune dimore aperte in occasione della XIV Giornata Nazionale ADSI invitano a mini-tour secondo interessi personali. Pavarolo, Collegno, Villar Dora, Villafranca Piemonte, Volvera, Piossasco, Pinerolo, La Loggia possono essere il complemento di un week end a Torino; San Giorgio e Barone Canavese suggeriscono invece un tour nel Canavese che può estendersi a Groscavallo o, a Biella, Vigliano Biellese. Nel novarese dal lago ed Orta San Giulio si può fare rotta su Boca. Fra le colline del Monferrato astigiano e alessandrino, una sequenza di possibili soste portano a Piovera, Giarole, Novi Ligure, Cantalupo Ligure, Tagliolo Monferrato fino a Robella e San Marzano Oliveto. Infine il cuneese, con un possibile itinerario che dalla pianura di Sanfré, Racconigi e Savigliano si spinge alle porte di Cuneo e da qui a Margarita e Villanova Mondovì.
La Giornata Nazionale ADSI rappresenta quindi un’occasione unica per sensibilizzare la società civile e le istituzioni sul ruolo che le dimore storiche ricoprono per il tessuto socio-economico del Paese, oltre che per riscoprire le bellezze italiane.
Per le redazioni sono disponibili video. Informazioni aggiuntive e accordi per interviste e servizi da realizzare devono essere preventivamente concordate (con 3 giorni di anticipo) con l’Ufficio Stampa.
Ufficio Stampa ADSI - Sezione Piemonte e Valle d’Aosta:
Federica De Luca fededelu@gmail.com 335 6398734


Associazione Nazionale Dimore Storiche 
L’Associazione Dimore Storiche italiane, Ente morale riconosciuto senza fini di lucro, è l’associazione che riunisce i titolari di dimore storiche presenti in tutta Italia. Nata nel 1977, l’Associazione conta attualmente circa 4500 soci e rappresenta una componente significativa del patrimonio storico e artistico del nostro Paese. L’Associazione promuove attività di sensibilizzazione per favorire la conservazione, la valorizzazione e la gestione delle dimore storiche, affinché tali immobili, di valore storico-artistico e di interesse per la collettività, possano essere tutelati e tramandati alle generazioni future nelle condizioni migliori. Questo impegno è rivolto in tre direzioni: verso i soci stessi, proprietari dei beni; verso le Istituzioni centrali e territoriali, competenti sui diversi aspetti della conservazione; verso la pubblica opinione, interessata alla tutela e valorizzazione del patrimonio culturale del Paese. 
www.adsi.itwww.dimorestoricheitaliane.it
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Youtube: Associazione Dimore Storiche Italiane 




Cultura

Anche quest'anno Città di Torino e Città metropolitana di Torino saranno presenti al Salone Internazionale del Libro (Lingotto Fiere 9 -13 maggio) con un unico stand istituzionale e un ricco palinsesto di appuntamenti.

Lo spazio - collocato nel padiglione 1, accanto all’iconica torre di libri di François Confino - si presenta con una nuova veste progettuale e grafica, che accoglierà relatori e spettatori, con 70 posti a sedere. Sarà, come sempre, una importante occasione di incontro e di scambio.
Per l’edizione 2024 tutti gli incontri curati da Città metropolitana di Torino e Città di Torino saranno tradotti nella Lingua italiana dei segni per consentire la migliore fruizione ai sordi segnanti. Appuntamenti quindi accessibili ai disabili sensoriali grazie all’impegno delle due istituzioni.

La Città metropolitana di Torino propone cinque incontri, uno al giorno, a partire dalla presentazione di un percorso pensato per far crescere a livello locale una rete europea di giovani ambasciatori della memoria, per poi passare ad illustrare una guida dedicata al Cammino di Don Bosco. Nello spazio istituzionale si parla anche di divulgazione scientifica, con l’esempio di due buone pratiche sul territorio, delle celebrazioni degli 850 anni dalla nascita del movimento valdese e di politica, con la presentazione di un percorso rivolto a giovani cittadini e cittadine.

Nel padiglione 2, accanto all’Arena Piemonte, sarà allestito uno spazio dedicato alle biblioteche piemontesi e alle Civiche comunali. Città metropolitana è presente con un desk dedicato alla Biblioteca di Storia e Cultura del Piemonte di Palazzo Cisterna intitolata a Giuseppe Grosso. Un'occasione importante per far conoscere l'istituzione custode di un immenso patrimonio culturale. Incunaboli, Fondi, Bibliotour, digitalizzazione, tutte informazioni che verranno fornite e raccontate dai bibliotecari presenti allo stand.