Cultura
A Cavour, grazie all’impegno dei volontari dell’Associazione Vivi la Rocca, si rinnova, anche quest’anno, la tradizione del suggestivo Presepe in Vetta, la settima edizione di uno dei più spettacolari e scenografici presepi del pinerolese.
Il presepe sulla vetta e lungo i sentieri della sommità della Rocca di Cavour, con il consueto fascino, propone diverse ambientazioni create dallo scultore Fabio Moriena, vere e proprie scenografie che di anno in anno si sono arricchite di personaggi, soggetti e dettagli.
Un suggestivo allestimento che inaugura domenica 8 dicembre alle ore 14,30, alla presenza delle autorità civili e religiose, e che fino al 12 gennaio sarà aperto, tutti i giorni, dalle ore 10 alle ore 23 grazie alla collaborazione dei numerosi volontari. Il pomeriggio di festa prosegue alle ore 15,30 con l’arrivo di Babbo Natale accompagnato dalle musiche degli Zampognari di Vottignasco.
Il programma di eventi natalizi continua fino all’Epifania proponendo, giovedì 26 dicembre, giorno di Santo Stefano, la visita guidata al presepe partendo alle ore 16 da piazza Sforzini organizzato dai volontari di Vivi la Rocca, con successiva celebrazione della Santa Messa e il concerto Melodie d’inverno di Carola e The Piano Vibes. Anche nelle domeniche 29 dicembre e 5 gennaio sono previste attività per bambini e distribuzione di bevande calde e panettone.
Info
Vivi la Rocca 371.3422832
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Dal 22 novembre al 12 dicembre 2024 Palazzo Einaudi di Chivasso ospita la mostra storico culturale “Città ferite. Torino-Chivasso anni ‘70”, ideata dall’Associazione La Porta di Vetro e curata da Michele Ruggiero, presidente e socio fondatore dell’Associazione, e Tiziana Bonomo di ArtPhotò, in collaborazione con ANPI, Unitre e amministrazione comunale di Chivasso.
La mostra, inaugurata per la prima volta a Torino l’11 marzo 2022, è diventata itinerante e dopo l’esposizione a Rivoli, arriva ora a Chivasso. L’iniziativa, sostenuta dal Consiglio regionale del Piemonte, è nata con l’idea di restituire alla memoria un periodo particolarmente complesso, consegnato alla storia come “Anni di piombo”. Immagini, testi, pannelli, ripercorrono la cronaca di alcuni eventi che hanno caratterizzato per anni i vissuti sia di una grande città come Torino, sia di centri dell’hinterland torinese come Rivoli e, come in questo caso, di Chivasso, sede di un importante stabilimento industriale automobilistico. Dalle foto emerge la strategia sanguinaria del terrorismo rosso: Brigate Rosse, Prima linea e altre sigle della galassia eversiva, che ambivano a rovesciare lo Stato di diritto con parole d’ordine di lotta alle diseguaglianze, iniquità e ingiustizie, ma che nel quotidiano si traducevano con omicidi e ferimenti ai danni di servitori dello Stato, politici, giornalisti e lavoratori.
Quattro le sezioni: l’Assedio, gli Attentati, il Dolore, l’Attacco. Quest’ultima sezione è dedicata a uno dei più gravi episodi di quella stagione: 11 dicembre 1979, l’irruzione di un gruppo di Prima linea all’interno della Scuola di Amministrazione Aziendale di Torino, che provocò il ferimento di dieci persone.
La mostra, ad ingresso gratuito, è aperta dal martedì al venerdì ore 16-19 e sabato e domenica ore 10 – 13 e 16 – 19. Lunedì chiuso.
Info: anpi.b.bradac@gmail.com, laportadivetro@gmail.com, artphotò +39 335 7815940
La Porta di Vetro
L’associazione La Porta di Vetro è nata il 9 aprile del 2013 con l’intento di analizzare e dibattere di alcuni temi principali quali la politica italiana, l’intercultura e l’immigrazione e i rapporti industriali. I soci fondatori sono Stefano Maria Cavalitto, Angelo Corrù, Armando Francia, Mauro Nebiolo Vietti, Pietro Terna, Gian Paolo Zanetta e Michele Ruggiero, l'attuale presidente. Oggi l'Associazione conta una trentina di soci e nel tempo si è sviluppata anche nella realizzazione di mostre fotografiche, ultima quella proposta al Museo del Risorgimento, dedicata al fotoreporter Ivo Saglietti. Con la Riforma del Terzo Settore, l'associazione si è trasformata giuridicamente in Associazione La Porta di Vetro Aps. La sua pubblicazione di riferimento è la rivista omonima La Porta di Vetro in formato cartaceo, mentre nel web sono attivi quotidianamente l'omonimo sito on line, e settimanalmente la newsletter, distribuita ogni lunedì, con una selezione degli articoli apparsi nella settimana precedente.
https://www.laportadivetro.com/
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A Torino la celebrazione della Festa dell’Indipendenza della Repubblica di Polonia, che ricorre l’11 novembre, vivrà il suo momento più significativo con il concerto in programma sabato 23 novembre alle 16 nel Salone d’Onore di Palazzo Madama. Il concerto è organizzato dal Consolato della Repubblica di Polonia in Milano e dal Consolato Onorario della Repubblica di Polonia in Torino, con il contributo della Comunità Polacca di Torino e il patrocinio della Città metropolitana di Torino.I violinisti Filip Jeska e Roberto D'Auria, la violista Margherita Sarchini e il violoncellista Michelangiolo Mafuccieseguiranno pagine dei compositori polacchi Stanislaw Moniuszko (Quartetto numero 1 in re minore), Zygmunt Noskowski (Variazioni e fuga su un tema di Giovanni Battista Viotti) e Józef Wieniawski (Quartetto in la minore opera 32).
UNA NAZIONE FIERA DELLA PROPRIA IDENTITÀ
In oltre 1000 anni di storia, a causa della sua posizione geopolitica, la Polonia è stata costretta a difendere i propri confini dagli attacchi degli invasori russi, prussiani e austroungarici, che nel 1795 si spartirono il territorio polacco. La Polonia risorse nel 1918, dopo la Prima guerra mondiale. Nel 1919 in Francia nacque l'Armata Blu, sotto il comando del generale Jósef Haller, che fu rinforzata anche dai 22.000 soldati polacchi ex prigionieri austroungarici del Regio Esercito Italiano, che erano stati raggruppati nel campo di addestramento della Mandria di Chivasso. Torino e il Piemonte hanno con la Polonia un legame storico, nato nell’Ottocento, nel periodo in cui il popolo italiano e quello polacco lottavano per raggiungere l’agognata indipendenza nazionale. Centinaia di polacchi combatterono le guerre risorgimentali italiane, molti dei quali al comando del generale Garibaldi, il quale a sua volta fornì sostegno morale e concreto ai patrioti polacchi che lottavano per sottrarre il loro Paese al dominio russo, a quello austroungarico e a quello prussiano. Il legame forte fra Torino e la sua provincia e la Polonia si rinsaldò al termine della Prima guerra mondiale, quando i soldati polacchi inquadrati nell'esercito austroungarico e catturati dagli italiani durante il conflitto, si arruolarono come volontari nel nuovo esercito costituito per iniziativa del Comitato nazionale polacco. Essi trascorsero un periodo di addestramento alla Mandria di Chivasso e, nel 1919, tornarono in patria per combattere ai confini orientali prima contro gli ucraini e poi contro le truppe sovietiche dell'Armata Rossa. Le vicende storiche sono all’origine del gemellaggio tra la Città di Chivasso e quella di Przemysl, in Precarpazia.A Chivasso, a Ivrea e a Torino sono sepolte le salme di molti dei soldati che non riuscirono a sopravvivere alle malattie contratte durante la prigionia in Italia tra il 1915 e il 1918. Durante l'addestramento alla Mandria per i militari polacchi furono organizzate attività di istruzione primaria e professionale, iniziative culturali e sportive. A coordinare tali iniziative fu il Comitato Pro-Polonia, presieduto dall'avvocato Attilio Begey, che nel dopoguerra fu nominato Console onorario di Polonia a Torino. La ricorrenza dell'11 novembre ricorda proprio la riconquista della sovranità nazionale da parte dei polacchi nel 1918. La Comunità polacca di Torino si è invece costituita ufficialmente dopo la Seconda guerra mondiale, quando alcuni ufficiali che avevano combattuto contro i nazifascisti, servendo nel corpo d'armata comandato dal generale Anders, si stabilirono a Torino per completare i loro studi. Negli anni ’80, l’associazione organizzò a Torino numerose iniziative di sensibilizzazione dell’opinione pubblica e di sostegno al sindacato Solidarność. L’associazione continua a tenere vivi i legami tra la madrepatria e le famiglie dei polacchi che vivono e lavorano a Torino.

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Un passo in avanti per il rilancio di Casa Olimpia quale centro per l’animazione culturale nelle montagne olimpiche: sono iniziati i lavori per la manutenzione straordinaria e l’adeguamento alle normative dell’ex casa cantoniera di Sestriere, concessa in comodato al Comune a seguito della stipula di una convenzione che sarà prossimamente rinnovata. È prevista una spesa di quasi 250.000 euro a carico della Città metropolitana, del cui patrimonio immobiliare Casa Olimpia fa parte. Il cantiere aperto a Sestriere rientra in un più ampio programma di manutenzione straordinaria delle case cantoniere e dei magazzini che sono utilizzati dal Dipartimento Viabilità e Trasporti per le attività di gestione della rete stradale di competenza della Città metropolitana di Torino. Oltre che sulle facciate dell’edificio, sono previsti interventi per il ripristino e l’adeguamento normativo dell’ascensore interno, per la messa a norma degli allacciamenti ai pubblici servizi e di alcune interferenze. L’amministrazione locale ha espresso l’intenzione di collocare a Casa Olimpia la biblioteca comunale e di riprendere ad organizzarvi attività culturali permanenti, mostre, cicli di conferenze, incontri con i protagonisti della cultura, dello sport e della montagna in generale.“Casa Olimpia è un luogo della memoria, come ex casa cantoniera e come punto immagine della Provincia nel periodo olimpico e post-olimpico. - sottolinea il Vicesindaco metropolitano con delega ai lavori pubblici Jacopo Suppo - Ma può e deve tornare ad essere un luogo in cui si gioca una partita importante per l’attrattività turistica e culturale del territorio”.
UN PO’ DI STORIA
Era il rifugio dei cantonieri quando le bufere di neve imperversavano e tenere aperta la Statale 23 del Sestriere era, più che un lavoro, un’impresa. Ha continuato, almeno in parte a svolgere la funzione di ricovero notturno di uomini e mezzi, ma, nel frattempo, è diventata il punto-immagine della Provincia di Torino nei giorni in cui Sestriere era il cuore pulsante delle Olimpiadi Invernali del 2006, teatro delle gare di sci alpino. Durante le Paralimpiadi vi si è installata la “Casa Italia” che accoglieva ogni pomeriggio e sera gli atleti, i dirigenti e i giornalisti. Poi, dal dicembre del 2006, la storica Casa Cantoniera di Sestriere, è diventata Casa Olimpia, il luogo in cui la cultura, la musica, l’alpinismo e lo sport si sono dati appuntamento per animare i pomeriggi le serate del “Colle”. La “Cantoniera” fu edificata nel 1864 quando il Governo del neonato Regno d'Italia decise che la strada del Sestriere doveva essere tenuta in ordine tutto l’anno e che i viaggiatori che si inerpicavano fino ai 2.000 metri di quel Colle allora disabitato dovevano poter contare su un punto di rifugio e soccorso. A Casa Olimpia sono passati e hanno lasciato il loro segno praticamente tutti i grandi nomi della letteratura e della musica italiana, insieme ad autorevoli giornalisti, ad alpinisti di fama mondiale e ad una schiera di campioni dello sport che va dai calciatori della Nazionale di calcio al “Cannibale” dello slittino Armin Zoeggeler. Comune e Città metropolitana hanno deciso di unire le forze per cogliere le opportunità che una struttura così centrale nell’abitato di Sestriere e così vicina alle piste da sci in inverno e al campo da golf in estate offre a coloro che vogliono impiegare in modo costruttivo le ore di relax dopo l’attività sportiva.

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L’elegante oasi verde che si affaccia su via Carlo Alberto, le cui tracce risalgono alla fine del '600, quando il nucleo originario dell'edificio si arricchì di un giardino, donato dalla Madama reale Maria Giovanna Battista di Savoia Nemours, è oggetto di un ampio progetto di conservazione e valorizzazione che si sta completando.
Dopo il recupero dei vialetti in ghiaia e dei cordoli, della fontana circolare centrale, del percorso in pietra di Luserna lungo la metà sud dell'ellisse centrale e la valorizzazione e il riposizionamento delle sculture e delle panchine, si sono conclusi anche i lavori riguardanti l’impianto di irrigazione ed illuminazione.
A giorni, condizioni meteorologiche permettendo, verrà seminato il prato che circonda la fontana e verranno messi a dimora 5000 esemplari arbustivi ed erbacei che giocheranno un ruolo fondamentale per ristabilire tutti i rapporti visivi che dai percorsi e dalle sedute convergeranno verso l'elemento cardine dell'intera composizione: la fontana con il suo zampillo.
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Si intitola Specchi riflessi il programma tutto al femminile, organizzato dall’associazione Insieme cambiamo Pianezza con il patrocinio di Regione Piemonte, Città metropolitana di Torino e Salone Internazionale del Libro.
Un programma dedicato a tutte le donne, che ha preso il via l’11 settembre scorso, in occasione del Palio dei Semna Sal, con la presentazione del libro di Bruna Bertolo “Le donne di Casa Savoia”.
Il secondo appuntamento è previsto martedì 1 ottobre alle ore 20,45 nell’AgriBiscotto Bakery Bistrot (Via Caduti per la Libertà 18, Pianezza) quando la scrittrice Chiara Dotta presenta il suo libro “È sempre Venere”, un romanzo di attualità che desidera soffermarsi sulle diverse sfumature che una donna può dover affrontare.
La rassegna prosegue giovedì 7 novembre con Simonetta Sciandivasci, firma de La Stampa al femminile, che presenterà “I figli che non voglio”. Il 14 novembre il programma prevede la partecipazione di una ospite d’eccezione: la professoressa Antonella Di Bartolo, preside di un istituto palermitano situato in una zona difficile in cui ha operato anche don Puglisi. Specchi riflessi si chiude lunedì 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, con una serata dedicata alla medicina e cura dei traumi post violenza. Interverrà anche Andrea Deaglio, regista di documentari sociali, sul recupero delle donne Yazidi e in generale del recupero delle donne vittime di violenza in ambiti di guerra.
Info e prenotazioni
domi662006@gmail.com; sms/wa al n. 3332834252
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Domenica 15 settembre è possibile visitare la villa romana di Almese e la villa romana di Caselette per scoprire come vivevano i romani in Valle di Susa nel primo secolo dopo Cristo. Tornando indietro nel tempo è possibile entrare nelle stanze delle ville e immergersi nell’atmosfera di due dei più importanti complessi residenziali extraurbani di epoca romana in Piemonte. È anche possibile partecipare al tour gratuito dell’area Primavalle, guidato da un naturalista, per conoscere da vicino numerose specie di animali e vegetali rari che rendono l’ambiente ai piedi del monte Musiné una delle aree piemontesi con la maggiore biodiversità, una vera e propria oasi xerotermica che comprende anche i laghi Superiore e Inferiore di Caselette.La villa romana di Almese è visitabile in località Grange di Rivera dalle 15 alle 18, con la prima visita in partenza alle 15 e la seconda alle 16,30. La villa romana di Caselette è visitabile con la prima visita in partenza alle 15,30, la seconda alle 16,30 e l’ultima alle 17,30. Per visitare l’area Primavalle il punto di ritrovo è alla villa romana di Caselette, alle 15,30 e alle 17. Alle 18, terminate le visite guidate gratuite alla villa romana di Almese, l‘associazione Ar.c.A., propone un concerto di pianoforte ad accesso gratuito con le musiche di Scott Joplin riproposte dal pianista Pier Paolo Strona. È possibile degustare l’apericena proposta dall’azienda Rare food&apewines di Giuliano Bosio, a base di vini e prodotti tipici almesini. Per informazioni e prenotazioni della degustazione si può chiamare il numero telefonico 329-7503934.
La giornata è promossa dall'associazione Ar.c.A.-Arte, Archeologia e Cultura ad Almese, con il patrocinio della Città metropolitana di Torino e dei Comuni di Almese e Caselette, in collaborazione con Fondazione Magnetto, Finder spa, Univoca, Tesori d’arte e cultura alpina e Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per la Città metropolitana di Torino. Per maggiori informazioni si può scrivere ad arca.almese@gmail.com o chiamare il numero telefonico 342-0601365.


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Con la pubblicazione dell’inventario dell’archivio di Lorenzo Valerio, la Biblioteca di Storia e Cultura del Piemonte “Giuseppe Grosso”, istituzione culturale della Città metropolitana con sede a Palazzo Dal Pozzo della Cisterna, completa la messa online dei cataloghi di tutti i 51 archivi storici che fanno parte del suo ricco patrimonio. Un lavoro iniziato nel 2020, durante i mesi del lockdown dovuto alla pandemia, e giunto ora felicemente al termine, nell’ambito di un vasto programma di digitalizzazione dei beni della biblioteca.Il carteggio di Lorenzo Valerio (Torino 1810 - Messina 1865) è uno tra i più importanti archivi risorgimentali. Organizzatore culturale e uomo politico liberale, deputato del Regno d'Italia, nominato da Vittorio Emanuele II governatore della provincia di Como, poi governatore straordinario delle Marche, infine senatore del Regno e prefetto di Messina, Valerio intrattenne fitte relazioni con tutti i personaggi protagonisti della storia dell'epoca. Nella sua casa torinese, dove si teneva un affollato salotto di intellettuali e patrioti liberali, era stato presentato, e quindi musicato da Michele Novaro, l'Inno i cui versi erano stati scritti nel 1847 dal giovane patriota Goffredo Mameli.
Il suo archivio, compreso fra gli anni Trenta del XIX secolo e il 1865, contiene una miniera di informazioni sui rapporti politici e culturali dell'epoca, di fondamentale importanza per il processo unitario italiano: si contano nel complesso oltre 2800 lettere di eminenti personalità politiche e letterarie dell'800. Troviamo tra gli altri Cavour, D'Azeglio, Gioberti, Cristina di Belgioioso, Balbo, Cattaneo, Bixio, Garibaldi, Depretis, Crispi, Pisacane e Rattazzi tra gli italiani, e fra gli stranieri il generale Chrzanowski, Victor Hugo, Kossuth e il principe Gerolamo Napoleone. Ma non mancano le missive di una folla di personaggi minori, fondamentali per restituirci il clima di quegli anni, come i profughi ungheresi e polacchi.
Grazie alla collaborazione con la Fondazione Luigi Einaudi, è in corso la pubblicazione di questi materiali, a cura inizialmente di Luigi Firpo, Guido Quazza e Franco Venturi, e ora di Adriano Viarengo. Sono stati editati cinque volumi, e i lavori sono tutt’ora in corso d’opera.
Per consultare il materiale dell’archivio Valerio, così come qualsiasi altro elemento del patrimonio librario e archivistico della biblioteca “Giuseppe Grosso”, è necessario prendere un appuntamento scrivendo (a partire da lunedì 2 settembre, alla riapertura dopo la chiusura estiva) a biblioteca_storica@cittametropolitana.torino.it.
Tutte le info e l’inventario dell’archivio Valerio su http://www.cittametropolitana.torino.it/cms/patrimonio-artistico-culturale-storico/biblioteca-storica/fondi-archivistici/fondo-valerio



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La biblioteca che ha sede nel Museo delle tradizioni e delle genti alpine della borgata Rivets di Pragelato festeggia i quarant’anni di attività, con una serie di iniziative programmate dalla Fondazione Guiot Bourg e incentrate sul pane, inteso come alimento principale per il sostentamento umano, ma anche come nutrimento della mente. La festa della biblioteca con “I libri, pane per tutti noi” è in programma sabato 27 e domenica 28 luglio con il patrocinio della Città metropolitana di Torino. Da sabato 27 nel museo pragelatese sarà possibile visitare la mostra fotografica “La tradizione del pane a Pragelato” e nella giornata inaugurale verrà presentato il libro “Pane, Acqua, Fede e Culti” scritto da Renzo Guiot sulla base di un progetto delle associazioni “La Valaddo” e “Vivere le Alpi”. Attraverso fotografie e testimonianze, la mostra e il libro raccontano come avveniva un tempo la preparazione dell’alimento base della dieta dei montanari: dalla predisposizione del terreno ai metodi di semina e raccolta, dalla preparazione dell'impasto alla cottura. Nei 12 pannelli della mostra emergono scorci e spaccati della vita comunitaria di un passato ricco di insegnamenti e conoscenze, ma anche la proposta di un percorso dedicato alla scoperta dei forni nelle varie borgate di Pragelato.Il programma della giornata inizierà alle 10,30 in via Rivet 2 con il racconto dei quarant’anni della biblioteca, seguito dall’inaugurazione della mostra, allestita lungo la strada che porta al museo e alla biblioteca. Lo scorso anno via Rivets accolse la mostra dedicata alle “Fontane e abbeveratoi” ideata da Ezio Giaj, per la quale il compianto grafico e animatore culturale disegnò anche una cartina. In continuità con alcuni dei filoni di valorizzazione e promozione culturale promossi da Giaj con il Centro Arti e Tradizioni e con il Consorzio Vittone in tanti anni di collaborazione con la Fondazione Guiot Bourg, la mostra pone in evidenza il ruolo economico e sociale dei mulini e dei numerosi forni comuni un tempo attivi nelle frazioni. L’allestimento è stato curato da Remo Caffaro con il Centro Arti e Tradizioni Popolari del Pinerolese e con il Consorzio Vittone. Nel pomeriggio di sabato 27 luglio alle 15,30 verrà presentato il libro “Pane, Acqua, Fede e Culti”, dedicato alla comunità pragelatese di un tempo e ai momenti di aggregazione, con immagini d’epoca di particolare bellezza. Ci sarà anche la relazione dei Mansìa, i tradizionali capi delle borgate, sulle letture nelle rispettive frazioni. L’intervista immaginaria ad un minatore del Beth ripercorrerà la memoria della terribile valanga che 120 anni orsono uccise 81 lavoratori. Alle 17 è invece in programma la conferenza “Un pezzo di pane. Alla ri-scoperta di un grande della tavola”: la giornalista e animatrice culturale Alessandra Maritano coinvolgerà Dario Calcagno e Andrea Goitre dell’Associazione panificatori della Provincia di Torino per gli approfondimenti tecnici. La storia del pane locale ornato con i fiori sarà raccontata dal panificatore e dalla mansìa della borgata Soucheres Basses e ci sarà anche un laboratorio didattico rivolto ai bambini. Domenica 28 luglio a partire dalle 16 sono in programma i balli tradizionali a cura dell’associazione Lou Magnaut di Pragelato e alle 16,15 l’incontro dedicato a “Una valle di memorie”, con LAReditore.
Per maggiori informazioni si possono contattare i numeri telefonici 0122-78800 e 348-4434357.

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Nel prossimo fine settimana il circuito concertistico Organalia 2024, patrocinato e sostenuto dalla Città metropolitana di Torino, approda ad Ala di Stura e a Corio.Sabato 20 luglio alle 21 nella chiesa parrocchiale di San Nicola vescovo ad Ala di Sturadel 19° concerto della rassegna saranno protagonistil’organista torineseLuca Benedicti e il violinista emiliano Maurizio Cadossi.La serata valorizzerà l’organo costruito dalla Pontificia Fabbrica d'Organi Tamburini di Crema nel 1937, con un programma di tipo antologico, che comprende brani per organo solo e per organo e violino di Johann Sebastian Bach, Johann Pachelbel, Tomaso Albinoni, Felix Mendelsshon, Giacomo Puccini, Friedrich Oskar Wermann, Pietro Mascagni e Albert Becker.
A Corio domenica 21 luglio alle 21 nella chiesa parrocchiale di San Genesio martireal 20° concerto della rassegna parteciperannol’organista torinese Matteo Cotti e il soprano veneto Ilenia Tosatto. Cotti siederà alla consolle dell’organo costruito dai Fratelli Concone nel 1752 e restaurato tra il 2004 e il 2006 dall'organaro torinese Marco Renolfi che ne cura la manutenzione. Il programma per organo solo e per organo e voce prevede l'esecuzione di pagine di Paolo Quagliati, Claudio Monteverdi, Girolamo Frescobaldi, Nicolas Bernier, Bernardo Storace, Antonio Vivaldi, Johann Sebastian Bach, Johann Christian Bach e Wolfgang Amadeus Mozart.
I concerti ad Ala di Stura sono organizzati con il contributo della Fondazione CRT, delle amministrazioni comunalie con la collaborazione dell'Unione dei Comuni delle Valli di Lanzo, Ceronda e Casternone. L'ingresso ai concerti è con libera offerta.


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