I NOSTRI COMUNICATI

 

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Sabato 30 novembre con la visita al Museo di antropologia criminale “Cesare Lombroso” inizia la quarta stagione delle visite guidate teatrali del progetto “MuseiAmo” (www.museiamo.it), ideato dall’attore e regista Davide Motto e da Vincenzo Valenti e patrocinato dalla Città Metropolitana di Torino. L'ideazione e la realizzazione del progetto sono a cura di Oikos Teatro e ART.Ò.
Museiamo” consente di vivere la storia e l’autenticità dei luoghi con un’ottica diversa. Quest'anno, il file-rouge che unisce i 18 siti coinvolti è un set cinematografico per celebrare Torino Capitale del cinema 2020. Gli attori-guide impersoneranno un regista e un attore da provinare che, con l'aiuto e il coinvolgimento del pubblico, dovranno girare un “colossal” che valorizzi il patrimonio culturale piemontese. Le tappe nei musei prevedono due visite, alle 15 e alle 16,30, ad eccezione del Museo della Scuola e del Libro per l’infanzia, visitabile alle 15,30 o alle 17. La visita unica alla pinacoteca e al Sacro Monte di Varallo inizierà alle 15,30. Il biglietto d’ingresso costa 6 euro, scontati a 5 per i possessori della Carta Torino Musei. L’ingresso è gratuito per i bambini fino a 6 anni. Sono partner dell’iniziativa l’Abbonamento Musei Torino Piemonte, il DAMS dell'Università e l'Atl "Turismo Torino e provincia", che assicura la segreteria organizzativa degli eventi. Per informazioni e prenotazioni è possibile contattare l’Ufficio del Turismo di Ivrea dell’Atl “Turismo Torino e provincia”, chiamando il numero telefonico 0125-618131 o scrivendo a info.ivrea@turismotorino.org

SI PARTE DAL MUSEO LOMBROSO

Come detto, la prima tappa di MuseiAmo sarà, sabato 30 novembre il Museo di antropologia criminale,riallestito nel 2009 a cento anni dalla morte di Cesare Lombroso, fondatore della disciplina. Le collezioni comprendono preparati anatomici, disegni, fotografie, corpi di reato, scritti e produzioni artigianali e artistiche, anche di pregio, realizzate da internati nei manicomi e da carcerati principalmente nella seconda metà dell’Ottocento. Il nuovo allestimento intende fornire al visitatore gli strumenti necessari a comprendere l'epoca storica in cui Lombroso si trovò a formulare le sue teorie su due principali categorie sociali: i criminali e i malati psichiatrici, sottolineando anche gli errori da lui commessi e le aperture a nuove discipline antropologiche che si svilupparono durante tutto il Novecento.

IL CALENDARIO COMPLETO DELLE VISITE

- sabato 30 novembre Museo di antropologia criminale “Cesare Lombroso”
- domenica 8 dicembre Museo storico della Reale Mutua
- domenica 29 dicembre Museo nazionale del Risorgimento italiano
- domenica 12 gennaio Infini.To - Museo dell’astronomia e dello spazio di Pino Torinese
- sabato 25 gennaio Museo civico “Per Alessandro Garda” di Ivrea
- sabato 8 febbraio Officina della scrittura
- domenica 16 febbraio Museo Borgogna di Vercelli
- sabato 22 febbraio Museo di anatomia umana “Luigi Rolando”
- sabato 7 marzo Museo della frutta “Francesco Garnier Valletti”
- domenica 22 marzo Museo civico “Casa Cavassa” di Saluzzo
- domenica 29 marzo Museo nazionale del cinema
- sabato 4 aprile Palazzo dei Musei Pinacoteca e Sacro Monte di Varallo
- domenica 26 aprile Palazzo Grosso di Riva presso Chieri
- domenica 3 maggio WiMu Museo del vino a Barolo
- domenica 17 maggio Museo archeologico del Canavese di Cuorgnè
- domenica 24 maggio MusIi-Museo della scuola e del libro per l’infanzia
- domenica 7 giugno castello “Malgrà” di Rivarolo Canavese
- domenica 14 giugno castello Cavour di Santena

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Un nuovo corso di francoprovenzale a Novalesa, indirizzato specialmente al personale della pubblica amministrazione, ma aperto a tutti coloro che sono interessati. Il corso, gratuito, comincerà mercoledì 27 novembre, a partire dalle ore 20.30, nella sala consiliare di Via Susa 19 e si comporrà di 7 lezioni settimanali, in cui, come dicono gli organizzatori, “si affronteranno molti nodi e si scopriranno numerose curiosità su una lingua tanto affascinante quanto fragile”.
A condurre le lezioni sarà Matteo Ghiotto, nell’ambito dell’attività degli sportelli linguistici previsti dal progetto, condotto dalla Città metropolitana di Torino in collaborazione con l’associazione Chambra d’Oc, per la realizzazione della legge 482 sulla tutela e la valorizzazione delle lingue minoritarie, che proprio quest’anno celebra i vent’anni dalla sua promulgazione.


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Sabato 23 novembre alle 16 nella basilica del Corpus Domini, in via Palazzo di Città 20 a Torino, è in programma la cerimonia di consegna del Premio Organalia 2019 alla carriera all’organista, insegnante e compositore Arturo Sacchetti. L’evento sarà aperto dalla presentazione del libro di Adriano Bassi “Arturo Sacchetti: la musica è la mia vita”, edito da Bam International.
Alessandro Bianchi e Carlo Benatti siederanno poi alla consolle dell’organo costruito da Carlo Vegezzi Bossi nel 1914 per proporre un concerto in onore del premiato e dei suoi maestri. Inizierà Carlo Benatti con l’esecuzione di un brano di Sacchetti intitolato “Variazioni a fantasia sopra un tema sentimentale” opera 2, scritto nel 1989. Alessandro Bianchi suonerà lo “Studio per la sola pedaliera” composto da Giuseppe Rosetta nel 1979 e il più famoso “Alleluia” del 1950. Carlo Benatti eseguirà poi la “Fantasia” scritta nel 1945 da Gianluigi Centemeri. Toccherà ad Alessandro Bianchi completare la parte organista con due brani di Fernando Germani: “Andante” e “Toccata” opera 12 del 1937. Al termine del concerto Piero Tirone, presidente dell’associazione culturale Organalia consegnerà al maestro Arturo Sacchetti la targa Organalia alla carriera 2019. L’ingresso all’evento è libero e gratuito, con accesso a partire dalle 15.30.
Nato a Santhià nel 1941 e tuttora residente nella cittadine del Vercellese, Sacchetti ha studiato al Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano, conseguendo otto diplomi. Ha tenuto oltre 2.300 concerti in veste di direttore d'orchestra, maestro di coro, organista, clavicembalista e pianista. Si è perfezionato con Fernando Germani all'Accademia musicale Chigiana. Ha eseguito in concerti pubblici le opere integrali di Bach, Buxtehude, Mozart, Telemann, César Franck, Charles-Marie Widor, Louis Vierne, Olivier Messiaen, Franz Liszt, Max Reger, Marco Enrico Bossi e altri. Ha effettuato circa 150 incisioni tra LP e CD. È stato direttore del coro da camera della Rai, ha insegnato al Conservatorio romano di Santa Cecilia ed è stato direttore artistico della Radio Vaticana. Ha diretto il liceo musicale “Giovanni Battista Viotti” di Vercelli, la Società cameristica di Lugano, l'Accademia internazionale di musica “Giovanni Carisio” del Civico istituto di musica di Asti, l’Ente Perosiano di Tortona, l’associazione “Gian Luigi Centemeri" di Monza, il Centro studi Carlo Della Giacoma di Todi. È stato docente di organo alla Regia Accademia Filarmonica di Bologna, all'Accademia Lorenzo Perosi di Tortona, ispettore onorario del Ministero dei beni artistici e storici, accademico per chiara fama della Regia Accademia Filarmonica di Bologna.

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Dopo il successo dell’incontro sul FAI, Fondo Ambiente Italiano, l’associazione Amici della Cultura torna a parlare della protezioni di beni culturali e ambientali organizzando lunedì 18 novembre alle ore 17,00 a Palazzo Cisterna, sede aulica della Città metropolitana di Torino, un incontro con Roberto Gnavi, presidente di Italia Nostra Torino. L’atto ideale di nascita di Italia Nostra sta nel cuore barocco di Roma, tra il Tevere e Trinità dei Monti, in quel tessuto stratificato e denso di storia che nel 1951 doveva essere cancellato dall’attuazione dell’ennesimo sventramento concepito nel ventennio tra le due guerre tra piazza di Spagna e piazza Augusto Imperatore. Contro quel progetto uomini di lettere, artisti, storici, critici d’arte, urbanisti si cercarono e si unirono a difesa del nostro patrimonio artistico e delle nostre bellezze naturali sempre più minacciate. Il 29 ottobre 1955 Umberto Zanotti Bianco, Pietro Paolo Trompeo, Giorgio Bassani, Desideria Pasolini dall’Onda, Elena Croce, Luigi Magnani e Hubert Howard siglarono l’atto costitutivo di Italia Nostra.Da sei decenni le attività di volontariato culturale organizzate da Italia Nostra hanno contribuito a diffondere nel Paese la cultura della conservazione del paesaggio urbano e rurale, dei monumenti, del carattere ambientale delle città.I beni culturali, l’evoluzione naturale e storica, i centri storici, la pianificazione urbanistica e territoriale, i parchi nazionali, l’ambiente, la questione energetica, il modello di sviluppo del Paese, la viabilità e i trasporti, l’agricoltura, il mare, le coste, le isole, i musei, le biblioteche, gli archivi storici: questi sono alcuni dei capitoli più importanti dell’attività capillare di Italia Nostra, spesso sostenuta da una ricerca approfondita e documentata da una vasta pubblicistica che oggi costituisce patrimonio unico e insostituibile a disposizione del Paese.
A due anni dalla nascita di Italia Nostra, fu costituita in data 26 aprile 1957 la sezione di Torino. Erano allora presenti personaggi quali Marziano Bernardi e Valdo Fusi.
Uno dei primi Presidenti fu il prof. Giovanni Getto, cui seguirono, tra gli altri, il prof. arch. Giampiero Vigliano (a cavallo dell’anno 1976), l’arch. Cesare Volpiano (1977-79), l’arch. Donatella d’Angelo (1980-83), Giovanni Arpino (1984-86), il prof. Paolo Durio (1987-95), l’arch. Roberto Lombardi (1996-2008).Un’occasione, quella curata dagli Amici della Cultura, per illustrare i risultati ottenuti in 60 anni di attività e il nuovo modello di sviluppo, fondato sulla valorizzazione dell’inestimabile patrimonio culturale e naturale italiano, capace di fornire risposte in termini di qualità del vivere e di occupazione.

Ingresso libero.

Le conferenze curate dagli Amici della Cultura proseguono a Palazzo Cisterna con il seguente calendario:

2 dicembre alle 17 "1893: schianto dell'aerostato degli sposi in Val di Lanzo". Cronache del fatto raccontate da Marisa e Manuel Torello;

9 dicembre alle 17 "La filosofia di Baba Bedi. Un incontro armonico tra uomo e natura". Intervento di Albania Tomassini.

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Il quinto concerto della rassegna autunnale Chivasso in Musica 2019, patrocinata dalla Città Metropolitana di Torino, è in programma giovedì 21 novembre alle 21 nella chiesa di Santa Maria degli Angeli. Protagonista dell’appuntamento sarà il Quartetto “clariMozart e…” formato da Massimo Rissone (clarinetto), Edgardo Garnero (clarinetto, corno di bassetto), Alessandro Data (clarinetto, saxofono contralto) e Fabrizio Cena (clarinetto basso). Il concerto è organizzato in collaborazione con il Rotary Club di Chivasso.
Il programma della serata prevede in apertura due celeberrime
pagine verdiane: il Preludio al primo atto de “La traviata” e la sinfonia da “La forza del destino”. Quindi, un’altra melodia notissima, la Romanza della vilja dall’operetta di Franz Lehar “La vedova allegra”, l’aria “Là ci darem la mano” dal “Don Giovanni” di Mozart, “Oh, Cin Ci Là” dall’omonima operetta di Virgilio Ranzato, “E lucean le stelle” dalla “Tosca” di Giacomo Puccini, “Fox della luna” dall’operetta “Il paese dei campanelli” di Carlo Lombardo, arie da “Il flauto magico” di Mozart e “Tu che m’hai preso il cuor” dall’operetta “Il paese del sorriso” di Franz Lehar. Tra le composizioni tratte da opere o da operette, spiccano “Tico tico” di Zequinha de Abreu, “Sophisticated lady” di Duke Ellington e “Chattanooga choo choo” di Harry Warren.

Il Quartetto “clariMozart” è nato nel 2012 in occasione di un concerto commemorativo del maestro Emo Marani, clarinettista e docente al Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino, del quale i componenti del gruppo sono stati allievi diretti o allievi di insegnanti formatisi alla sua scuola. E’ formato da musicisti provenienti da differenti esperienze orchestrali, cameristiche, jazz, didattiche e divulgative. Due musicisti hanno fatto parte per più di trent’anni dell’Orchestra Sinfonica Nazionale Rai e dell’orchestra del Teatro Regio di Torino. La particolarità del gruppo risiede nel fatto che i musicisti utilizzano diversi strumenti della famiglia dei clarinetti, cui si aggiunge il saxofono, sfruttando di ciascuno l’estensione e il timbro.
Nel corso della serata l’associazione culturale Contatto metterà a disposizione del pubblico le cartoline commemorative del trentennale dalla propria fondazione , affrancate e annullate con il timbro speciale appositamente realizzato da Poste Italiane. I soci 2019 potranno già rinnovare la tessera per il 2020. L’ingresso al concerto sarà ad offerta libera. Per informazioni si può consultare il portale Internet www.chivassoinmusica.it o scrivere a info@chivassoinmusica.it

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La Città Metropolitana di Torino prosegue le sue iniziative per la tutela e la valorizzazione turistica dell'Abbazia di Novalesa, acquisendo dall'amministrazione locale i 1205 metri della strada comunale che congiunge il capoluogo con il complesso abbaziale medioevale. L'accordo con il Comune di Novalesa, ratificato dal Consiglio metropolitano nella seduta del 6 novembre, prevede anche la declassificazione e dismissione al Comune di un tratto di 215 metri della Strada Provinciale 210. "Con questo atto ci impegniamo a garantire la migliore accessibilità ad uno di monumenti storici e architettonici di maggior pregio del nostro territorio. - sottolinea il Vicesindaco metropolitano Marco Marocco – L'afflusso di turisti e di studiosi è costante praticamente tutto l'anno e rende necessaria una costante e attenta manutenzione della via di accesso al complesso abbaziale, percorsa dalle auto private e dai pullman che trasportano i gruppi organizzati".

44 ANNI DI LAVORI E PROGETTI PER IL RECUPERO DELL'ABBAZIA

Negli anni scorsi il recupero culturale, storico, architettonico e spirituale del complesso di Novalesa è culminato nel 2013 con le celebrazioni per il quarantennale dell'acquisizione e del recupero dell'Abbazia da parte della Provincia di Torino e con il progetto europeo Thetris-Thematic Touristic Route development with the Involvement of local Society. Il progetto prevedeva una serie di iniziative di comunicazione, tra le quali un concorso fotografico con tecnologia 3D e con lo slogan "Divinità, Destinazione, Destino", rivolto ai giovani di ciascuna regione europea coinvolta. I partecipanti dovevano realizzare e presentare le loro opere scegliendo i soggetti da una lista di tesori del patrimonio religioso del proprio territorio. Le foto vennero convertite con tecnologia 3D ed una giuria locale stabilì il vincitore, premiato nel corso dell'incontro dei partner del progetto nell'aprile 2014 in Ungheria. Thetris era finanziato sul quarto bando del programma di cooperazione territoriale europea "Europa Centrale" - Asse 4 "Aumentare la competitività e l'attrattività di Città e Regioni" - Area di intervento 4.3 "Capitalizzazione delle risorse culturali per rendere più attrattive le regioni e le città".

46 ANNI FA IL RITORNO DEI MONACI A NOVALESA

Nel 1973 la Provincia scelse di affidare l'Abbazia alla Congregazione Benedettina Sublacense, con una convenzione della durata di 29 anni, che fu siglata ufficialmente nel 1974 e rinnovata nel 2006. La prima convenzione consentì di procedere ai restauri e alla valorizzazione del complesso. Di particolare rilevanza l'attuale attività di restauro di antichissimi volumi da parte dei Benedettini. La nuova convenzione consolidò il rapporto tra la Provincia e l'ordine religioso, che si adopera per diffondere la conoscenza dell'antichissima tradizione spirituale, culturale e sociale dell'Abbazia. È la comunità religiosa, in quanto custode del complesso novalicense, a segnalare le necessità di intervento per le opere di manutenzione ordinaria e straordinaria di tutti i locali, dei mobili e del parco circostante. Il programma di recupero portato a termine all'inizio del nuovo millennio, è stato incentrato sulla riorganizzazione degli spazi necessari per la vita della comunità dei monaci e per le relazioni con l'esterno, a cui la comunità stessa si è aperta negli ultimi anni. Il monastero conserva ancora oggi quella che doveva essere la planimetria originaria: un chiostro centrale, fiancheggiato sul lato nord dalla chiesa e sugli altri lati dagli ambienti necessari al funzionamento della comunità. All'interno del recinto murario si possono ammirare quattro cappelle. Quella di Sant'Eldrado conserva i suggestivi affreschi di età romanica dedicati alla vita del santo. L'obiettivo degli interventi degli anni scorsi è stato quello di localizzare all'interno del complesso funzioni diverse: dalla residenza dei monaci alle attività legate al libro, dall'ospitalità dei visitatori alla realizzazione di spazi museali. Novalesa è il luogo ideale per ritemprare corpo e spirito, per dedicare un po' di tempo alla meditazione e alla riflessione, alternando momenti di relax a momenti turistici e culturali. Il tutto è reso possibile dalla cortese accoglienza dei monaci Benedettini, i quali perseguono tuttora nella loro vita quotidiana il motto "Ora et labora". La chiesa e le cappelle di San Salvatore e Sant'Eldrado si possono ammirare durante visite guidate il sabato e la domenica dalle 9 alle 11,30.
La chiesa abbaziale e le sale del museo sono visitabili secondo gli orari pubblicati nel portale Internet dell'Abbazia alla pagina http://www.abbazianovalesa.org/visite_turismo.htm#

1293 ANNI DI STORIA

Posta al centro della Valle Cenischia, l'Abbazia di Novalesa è circondata da uno straordinario anfiteatro naturale, ai piedi del Monte Rocciamelone. Fu fondata nel 726 da Abbone, signore franco di Susa e Maurienne, che ne volle fare un presidio e controllo del valico del Moncenisio, affidandola ai monaci benedettini. Dedicata ai Santi Apostoli Pietro e Andrea, l'Abbazia figurava tra le più importanti d'Europa nell'XI secolo, quando furono realizzati gli affreschi della cappella di Sant'Eldrado, che ancora oggi stupiscono e affascinano per la luminosità e la conservazione cromatica. Nella chiesa, costruita nel XVIII secolo sulle fondamenta di un preesistente edificio di culto di epoca tardo-romana, sono ancora visibili degli affreschi risalenti a più di mille anni fa, come la "lapidazione di Santo Stefano". Il monastero conserva ancora oggi quella che doveva essere la planimetria originaria: un chiostro centrale, fiancheggiato sul lato nord dalla chiesa e sugli altri lati dagli ambienti necessari al funzionamento della comunità. Nei pressi del monastero, quattro cappelle sono dedicate a Santa Maria, al Santissimo Salvatore, a San Michele, (la più famosa) a Sant'Eldrado e San Nicola. Nei primi anni successivi alla fondazione l'abbazia ottenne dai sovrani franchi Pipino il Breve e Carlo Magno numerosi privilegi, tra cui quello della libera elezione dell'abate e del pieno possesso dei beni di fronte ad ogni autorità laica ed ecclesiastica. In quel tempo il monastero estendeva i suoi domini anche nel Basso Piemonte, fino all'entroterra ligure di Ponente. Distrutto dai Saraceni nel 906, il monastero fu ricostruito nella prima metà dell'XI secolo su iniziativa di Gezone, abate di Breme. Con i villaggi della Val Cenischia (Ferrera, Venaus e Novalesa) l'abbazia costituì per alcuni secoli una circoscrizione ecclesiastica autonoma. Nel 1646 ai benedettini si sostituirono i Cistercensi, che rimasero a Novalesa fino al 1798, quando furono espulsi dal Governo provvisorio piemontese. Il monastero fu successivamente affidato ai monaci trappisti. Fu requisito dallo Stato nel 1855, quando fu approvata la Legge sui Conventi. La storia più recente è quella dell'acquisto da parte dell'allora Provincia e del recupero di un patrimonio di arte, storia, cultura e spiritualità.

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Proseguono nel mese di novembre le visite guidate a Palazzo Dal Pozzo della Cisterna, sede aulica della Città Metropolitana di Torino, in via Maria Vittoria 12.
Il nono appuntamento dell’anno, previsto per le ore 10 di sabato 16 novembre, sarà animato dal gruppo storico iscritto all’Albo della Città metropolitana di Torino Historia Subalpina, associazione storico-culturale senza scopo di lucro che ha per fine la ricerca storica, l'organizzazione e lo svolgimento di attività culturali, divulgative, rievocative e ricreative inerenti fatti, personaggi e vicende piemontesi compresi tra il 1600 ed il 1900.
La visita è gratuita con prenotazione telefonica al numero 011-8612644, dal lunedì al venerdì dalle 9,30 alle 13, oppure al numero 011-8617100 il lunedì e il giovedì dalle 9,30 alle 17, il martedì, il mercoledì e il venerdì dalle 9,30 alle 13, oppure inviando un’e-mail all’indirizzo urp@cittametropolitana.torino.it.

In occasione dell’apertura mensile dedicata alla visita guidata, Palazzo Cisterna apre le porte della sua biblioteca storica, la Biblioteca di Storia e Cultura del Piemonte Giuseppe Grosso, organizzando, insieme con l’Accademia delle Scienze, un Bibliotour scientifico. Proprio grazie all’esperienza del Bibliotour Piemonte, progetto nato nel 2016 su impulso della Regione Piemonte, la Città metropolitana di Torino e l’Accademia delle Scienze propongono “Da Amedeo Avogadro a Primo Levi”, un viaggio alla scoperta di due grandi chimici attraverso i documenti e i testi custoditi nelle due biblioteche storiche.
Il percorso ideale parte venerdì 15 novembre alle ore 16 all’Accademia delle Scienze con un’attenzione particolare al grande fisico e chimico torinese Amedeo Avogadro, diventato socio dell’Accademia nel 1804, e termina sabato 16 novembre alle ore 10,00 a Palazzo Cisterna, sede espositiva de “I Mondi di Primo Levi – Una strenua chiarezza”, mostra curata dal Centro internazionale di studi Primo Levi che conclude le iniziative per celebrare il centenario della nascita del chimico torinese. La tappa del Bibliotour a Palazzo Cisterna sarà anche una interessante occasione per immergersi in una realtà culturale densa di rarità e particolarità. Sarà possibile visitare le sale che ospitano i Fondi Marino Parenti, Ermanno Anselmo e Carlo Ignazio Giulio e ammirare, proprio derivanti da quest’ultimo, alcuni testi del 1700 e 1800 sulla chimica: dal “Traite elementaire de chimie" di Lavoisier datato 1793 al “Manuale di chimica applicata alle arti” di Ascanio Sobrero, inventore della nitrogligerina, del 1851.
Le visite del Bibliotour sono gratuite con prenotazione a:
mostre@accademiadellescienze.it per venerdì 15 all’Accademia delle Scienze
urp@cittametropolitana.torino.it per sabato 16 a Palazzo Cisterna.

Cultura

Prosegue con un notevole successo di pubblico la rassegna musicale autunnale Chivasso in Musica, patrocinata dalla Città Metropolitana di Torino. Il prossimo appuntamento è in programma sabato 9 novembre alle 21 nella chiesa di Santa Maria degli Angeli, con la collaborazione dei due Lions Club chivassesi, l’Host e il Duomo, con ingresso ad offerta libera. Protagonista dell'appuntamento l'ensemble “7 Note in Armonia”, formato dal chitarrista Pier Carlo Aimone in arte DO, dal primo mandolino Gian Mario Bragallini in arte RE, dai secondi mandolini Ettore Cima Barolo in arte FA e Gabriella Meneghin in arte SOL, dalla mandolista Antonella Pasotti in arte LA, dalla chitarrista Gianrenza Piana in arte SI e dal primo mandolino Roberto Ricco in arte MI. L’ensemble musicale si è costituito a Montanaro nel 2018 e si basa sul classico quartetto romantico, con due mandolini primi, due mandolini secondi, una mandola tenore e due chitarre. I mandolini e la mandola sono suonati utilizzando il caratteristico plettro, chiamato anche “penna”, percosso alternativamente sulle quattro corde doppie, o unisone, per ottenere il caratteristico tremolo. Le sei corde della chitarra classica, invece, sono pizzicate dalle prime quattro dita della mano destra.
Il programma della serata comprende la Serenata in Sol maggiore K 525 di Mozart, l'Aria sulla quarta corda di Johann Sebastian Bach, una Fantasia dall'opera “Frà Diavolo” di Auber, “Les Amoureux du Moulin” di Mario Maciocchi, l'intermezzo sinfonico dall'opera “Cavalleria Rusticana” di Pietro Mascagni, brani di Minchiotti, Sartori, Alfven e Ketelbey e infine lo struggente valzer di Dmitrij Šostakovič, tratto dalla Seconda Suite per orchestra jazz.

UNO SPECIALE ANNULLO FILATELICO PER I TRENT’ANNI DI ATTIVITÀ DELL’ASSOCIAZIONE CONTATTO

L’associazione culturale Contatto, organizzatrice della rassegna Chivasso in Musica, è stata costituita nel 1989 e festeggia in queste settimane i trent’anni di attività attivando un annullo filatelico. Sabato 9 novembre dalle 16 alle 21 sarà aperto nella chiesa di Santa Maria degli Angeli un ufficio postale temporaneo per annullare con il timbro coniato da Poste Italiane le cartoline commemorative che riproducono le immagini di alcuni tra i concerti significativi che hanno caratterizzato l’attività della stagione Chivasso in Musica. Le cartoline saranno affrancate con un francobollo emesso nel 2013 in occasione del bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi, di cui esistono soltanto 225 esemplari, che Poste Italiane ha messo interamente a disposizione dell’associazione Contatto. La cartolina, affrancata e inserita in un’elegante busta avoriata, sarà posta in vendita a 5 euro.

Cultura

Sarà il FAI, Fondo Ambiente Italiano, il tema che l’associazione Amici della Cultura propone a Palazzo Cisterna, sede aulica della Città metropolitana di Torino, nel prossimo incontro previsto lunedì 4 novembre alle ore 17 dal titolo “Tho, che FAI? - I primi 40 anni di attività”.

Il Fondo Ambiente Italiano è una fondazione nata da un forte desiderio di proteggere la bellezza del nostro Paese e per tutelare luoghi speciali, ma anche per dare valore a beni minori troppo spesso dimenticati. La tutela, la salvaguardia e valorizzazione del patrimonio artistico e naturale avviene attraverso il restauro e l'apertura al pubblico dei beni storici, artistici o naturalistici.
Nel corso degli anni l’attività del FAI si è molto diversificata, infatti la fondazione non solo si prende cura dei luoghi che le vengono affidati tramite lasciti o donazioni ma si occupa anche di far conoscere beni particolari, generalmente inaccessibili, aprendoli durante le Giornate FAI; di segnalare alle Istituzioni i beni più amati dai cittadini che li votano durante il censimento “I Luoghi del Cuore”; o, ancora, di sottoscrivere convenzioni riservate agli iscritti per ingressi scontati presso tante realtà culturali italiane, siano esse gallerie, teatri, dimore storiche, musei e così via.

All’incontro sono previsti gli interventi di Elena Galateri, capo delegazione Fai Torino, Francamaria Chiodo e Mia Santanera, componenti della delegazione e Andrea Romeo, vice Capo Gruppo FAI Giovani. L’appuntamento sarà anche l’occasione per raccontare il Castello e parco di Masino, il castello millenario nel cuore del Canavese, bene acquistato dal FAI da Luigi Valperga di Masino grazie alla donazione FIAT, Cassa di Risparmio di Torino e Maglificio Calzificio Torinese, nel 1988. Immersa in un immenso parco monumentale, la dimora sontuosa di una delle più illustri casate piemontesi, discendente nel mito da Arduino, re d’Italia: mille anni di storia narrati in un percorso tra saloni tutti affrescati e arredati.

Ingresso libero.

Le conferenze curate dagli Amici della Cultura proseguono a Palazzo Cisterna coin il seguente calendario:
- lunedì 18 novembre alle 17 “Italia Nostra e la difesa dei beni culturali e del paesaggio di Torino” con l’intervento di Roberto Gnavi.
- 2 dicembre alle 17 "1893: schianto dell'aerostato degli sposi in Val di Lanzo". Cronache del fatto raccontate da Marisa e Manuel Torello
- 9 dicembre alle 17 "La filosofia di Baba Bedi. Un incontro armonico tra uomo e natura".  Intervento di Albania Tomassini.

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Il Museo Civico Etnografico e il Centro Arti e tradizioni popolari del Pinerolese presentano in queste settimane a Palazzo Vittone, in piazza Vittorio Veneto 8 a Pinerolo, la mostra “Saluti da …”, Omaggio alla Cartolina Postale”, che celebra il 150° anniversario della prima emissione, avvenuta da parte delle poste dell’Impero austroungarico, il 1° ottobre 1869.
L’allestimento, curato dal Lions Club Pinerolo Acaja e realizzato dal fotografo Remo Caffaro, racconta per temi e stili diversi la presenza e l’impiego attraverso i decenni della cartolina postale, un oggetto di grande e diffuso impiego fino ad alcuni anni fa, che per cultori e collezionisti di ieri e di oggi è una vera passione. Per la realizzazione Caffaro si è avvalso del contributo dei collezionisti Attilio Bertone, Angelo Bianciotto, Maria Bruere ed Ezio Giaj e della ricerca storica di Claudia Varalda.
Nelle sale di Palazzo Vittone, destinate ad ospitare le mostre temporanee del Museo Civico Etnografico del Pinerolese, la mostra attrae l’occhio e l’attenzione per i molti esempi che presenta: cartoline di luoghi con i famosi “saluti da ..”, con paesi, città e paesaggi in color seppia, bianco e nero e a colori. Sono anche in mostra le cartoline augurali, per il Natale, l’anno nuovo e la Pasqua, quelle dedicate ai compleanni e agli onomastici. Ci sono cartoline Liberty e Decò, commemorative e di propaganda, dedicate alle feste e allo sport, alla Grande Guerra, alle conquiste coloniali, alla Seconda Guerra Mondiale; senza dimenticare le cartoline erotiche con i nudi, quelle un poco matte e anche quelle decisamente di cattivo gusto.
La sociologia e la psicologia sociale considerano le cartoline come un fenomeno collegato ai riti e ai comportamenti collettivi. La cartolina postale trova addirittura un posto nei manuali di Galateo: “la cartolina è un mezzo rapido e conciso per dare una notizia di non grande importanza, o per ricordarci degli amici. Chi è in viaggio o partecipa ad una gita, si compiace di mandare agli amici un saluto dai luoghi nuovi che attraversa. Questo saluto però deve partire da un sentimento d’affetto o di amicizia, e non dalla vanità di far sapere che si fa un bel viaggio o che ci si trova in un luogo elegante o mondano.”
I social network e le messaggerie degli smartphone hanno “ucciso” la cartolina postale, che a sua volta aveva sostituto la lettera perché era considerata un mezzo più economico per comunicare. Le foto delle nostre vacanze su Facebook e Instagram sostituiscono le ormai vetuste, costose, ma anche belle, cartoline cartacee, che ci raccontano molto sulla cultura e sul costume sociale in cui abbiamo vissuto sino a non molti anni fa.
La mostra è patrocinata dalla Città Metropolitana di Torinoed è visitabile fino a domenica 24 novembre, il sabato dalle 16 alle 18 e la domenica dalle 10,30 alle 12 e dalle 15,30 alle 18; su prenotazione dal lunedì al venerdì. Per informazioni si possono visitare i portali Internet www.musep.it,www.turismotorino.orge www.comune.pinerolo.to.it, oppure chiamare i i numeri telefonici 0121-374505 (mattino) e 335-5922571. L’ingresso è possibile con la tessera tessera MUPI, che costa 5 euro, è valida per un anno e consente di visitare i 9 musei del Sistema Musei Pinerolo.