I NOSTRI COMUNICATI

 

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Tornano anche nel mese di marzo le visite gratuite animate dai Gruppi storici a Palazzo dal Pozzo della Cisterna, sede aulica di Città metropolitana di Torino.
Il prossimo appuntamento è organizzato sabato 25 marzo alle ore 10 in via Maria Vittoria 12 a Torino.
Ad accogliere il pubblico ed ad animare la visita i Principi di Piemonte, gruppo storico recentemente iscritto nell’Albo dei Gruppi storici della Città metropolitana.

Sabato 25 marzo saranno eleganti dame e distinti cavalieri in abiti del 1700 ad intrattenere il pubblico con due danze, la Pavana e la Follia, e a spiegare il complicato linguaggio del ventaglio, accessorio in apparenza innocente, ma che per moltissimo tempo è stato un vero e proprio strumento di comunicazione, con un suo codice ben preciso.

La mattinata, come sempre, prosegue con il racconto della storia e delle trasformazioni di Palazzo Cisterna a partire dalla costruzione del nucleo originario del complesso risalente agli ultimi decenni del 1600 per arrivare al 1940, anno in cui la Provincia di Torino lo acquistò e lo destinò a sede istituzionale. Parte della visita è dedicata a illustrare il periodo in cui il Palazzo, in seguito al matrimonio di Maria Vittoria, ultima discendente dei Dal Pozzo della Cisterna, con Amedeo di Savoia, I° Duca d’Aosta, diventò sede ducale. La visita si conclude nel Giardino aulico di Palazzo Cisterna, unicum nel centro di Torino, che dal 24 marzo sarà nuovamente aperto a torinesi e turisti e accessibile dal cancello di ferro battuto di via Carlo Alberto.

L'ingresso alla visita animata è come sempre gratuito, con prenotazione all’indirizzo email urp@cittametropolitana.torino.it o telefonando al numero 011 861 7100 dalle 9.30 alle 13.
Il complesso è anche visitabile, sempre su prenotazione, dal lunedì al venerdì per scolaresche, associazioni e gruppi di cittadini .

Le prossime visite si svolgeranno sabato 15 aprile, 27 maggio, 17 giugno.







 

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Nel primo giorno di primavera, martedì 21 marzo alle 21 nella chiesa di San Giorgio di Cernica di via Baraggina il circuito musicale Chivasso in Musica, organizzato dall’associazione Contatto e patrocinato dalla Città metropolitana di Torino, proporrà un concerto sacro all’insegna della musica vocale a cappella del Cinquecento. Protagonista della serata l’ensemble vocale Nox, di cui fanno parte Francesca Lo Verso, Giulia Bonagura, Alessandro Papini, Davide Galleano e Davide Sacco.
Nella chiesa della comunità ortodossa rumena di Chivasso la serata proporrà una sorta di racconto musicale, che prenderà le mosse da una lunga notte invernale in cui tutti attendono la venuta del Figlio di Dio, per poi arrivare alla calda luce del sole, la nuova vita della Resurrezione. Sarà quindi un viaggio spirituale e musicale che, nel primo giorno di Primavera, vedrà alternarsi composizioni di autori come Palestrina, Lasso, da Victoria e Gallus. Di Jacob Handl Gallus si potrà ascoltare la composizione “Omnes de Saba”, di Tomás Luis de Victoria il “Ne timeas Maria”, di Michael Praetorius il brano “Es ist ein Ros entsprungen”, di Giovanni Pierluigi da Palestrina il “Sicut cervus”, di Jacob Handl Gallus “O salutaris hostia”, di Roland de Lassus le “Lamentationes jeremiæ prophetæ” e la “Lamentatio Prima, primi diei”, di Lodovico Grossi da Viadana il brano “Sicut ovis”, dal Codex Calistinus il “Cangaudeant catholici”, di Christopher Tye il “Laudate nomen domini” e infine di Roland de Lassus il “Surrexit pastor bonus”.
Partecipa all’organizzazione del concerto il Comitato locale di Chivasso della Croce Rossa Italiana. L’ingresso al concerto è con libera offerta. Per saperne di più: www.associazionecontatto.itconcerto-21-marzo-2023 locandina

 

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Deforme, innaturale, assurdo: è questo il significato attribuito al termine “grottesco”. Anche certi ritratti caricaturali sono definiti come grotteschi. Nella storia dell’arte, invece, le grottesche sono tutt’altro che opere deformi: sono grandi pitture decorative di soffitti e pareti, a cui si dedicarono maestri come Raffaello, Pinturicchio, Giulio Romano e Giorgio Vasari. Il loro linguaggio espressivo conobbe un’evoluzione nel corso dei secoli in tutta Europa, lasciando un segno profondo nell’immaginario collettivo anche contemporaneo.
Da sabato 11 marzo a domenica 14 maggio il Comune di Vinovo dedica alle grottesche una mostra nel cinquecentesco castello Della Rovere, intitolata “Enigmi dipinti. Dalla Domus Aurea di Roma al Castello di Vinovo”. L'esposizione, patrocinata dalla Città metropolitana di Torino, propone una sorta di immersione in un universo multiforme ed enigmatico, in cui si mescolano immagini oniriche che la fantasia umana ha distillato, esaltato, esagerato, trasformandole in opere d’arte. L’universo delle grottesche è popolato da esseri inauditi e improbabili, metà umani e metà animali terrestri o acquatici. Vi si trovano anche insetti e piante, a volte bellissimi nella loro mostruosità, altre volte decisamente spaventosi.
La cifra delle grottesche risiede proprio nelle deformità imbarazzanti di corpi sospesi tra cielo e terra, come in cerca di un’armonia perduta, ma ancor più nei volti beffardi, minacciosi o trasognati, che simbolizzano l’estrema varietà dei sentimenti umani.
La mostra si apre con il passaggio attraverso un corridoio alle cui pareti sono esposte alcune inquietanti incisioni create agli inizi del Cinquecento da un grande artista tedesco, Heinrich Aldegrever, stampate in gigantografia su materiale specchiante. Come nella Stanza degli Specchi di un lunapark, si potrà ridere oppure no, perché le grottesche sono fatte per stupire.
L’esposizione vera e propria comincia nel Salone d’Onore con un omaggio a Raffaello. Incisioni di Giovanni Volpato provenienti dalle Logge vaticane sono affiancate a pregiate maioliche decorate “alla raffaellesca”, provenienti da Faenza, Casteldurante, Deruta e dalla collezione di Raffaello Pernici di Rosignano Marittimo. Tre archi scenografici supportano grandi “candelabre a grottesca” tratte da disegni spesso minuscoli, ideati per abbellire stanze e cortili di palazzi signorili e castelli, come i fregi in terracotta che ornano il cortile interno del castello di Vinovo e le pitture del Salone d’Onore.
Per rendere l’idea della varietà di temi affrontati dagli artisti che in tutta Europa si impegnarono nella realizzazione delle grottesche, alle pareti sono esposte incisioni originali dei secoli XVI-XVIII, riproduzioni di arazzi e di disegni conservati in collezioni museali. Al centro della sala, due tavoli ospitano fedeli ristampe di libri antichi, con disegni di grottesche che il pubblico può sfogliare liberamente, come se avesse tra le mani l’originale.
Il gioco immersivo prosegue nella Sala degli Stucchi dove, nella semioscurità, soffitto e pareti si animano, facendo interagire i personaggi tratti da grandi cicli decorativi rinascimentali. Altri personaggi sono nascosti dentro un armadio, che chiunque può aprire per scoprirne il contenuto. Nella Sala della Torre è ospitato un prezioso tessuto in seta lavorato a mano con la tecnica del “soprariccio”, con grottesche del Settecento, prestato dal laboratorio veneziano di Luigi Bevilacqua. Nella stessa sala è proiettato un videomapping che esalta la bellezza e l’inventiva dei gioielli “mostruosi” ideati agli inizi del Seicento dai fiamminghi Jan e Adriaen Collaert. Le videoinstallazioni sono un ulteriore “gioco” perfettamente consono a ciò che i committenti e gli artisti volevano creare per coinvolgere emotivamente i visitatori e proiettarli in un mondo di simboli di libera interpretazione.
La mostra, curata dallo storico Giordano Berti e della designer Letizia Rivetti, avrà un’appendice spettacolare la notte di sabato 25 marzo, nel corso del 3° Festival delle Magie. In quell’occasione verrà proiettata La Grotta dei Sogni, un gigantesco videomapping sulla facciata del castello Della Rovere, mentre nel giardino si terranno numerosi eventi spettacolari che proseguiranno il giorno seguente.
La mostra “Enigmi dipinti. Dalla Domus Aurea di Roma al Castello di Vinovo” sarà visitabile a partire da sabato 11 marzo, il giovedì e il sabato dalle 14,30 alle 18,30, la domenica dalle 10 alle 12.30 e dalle 14,30 alle 18,30. Le scolaresche e i gruppi potranno visitare l’esposizione su prenotazione anche nelle altre giornate. L’ingresso costa 7 euro, ridotti a 5 per le comitive scolastiche, i gruppi di almeno 15 persone e i possessori della carta Abbonamento Musei. L’ingresso è gratuito per i ragazzi di età sino a 12 anni, le persone disabili e gli studenti degli istituti scolastici del territorio.
Per informazioni si può contattare l’Ufficio Cultura e Manifestazioni del Comune di Vinovo al numero telefonico 011-9620413 o all’indirizzo e-mail manifestazioni@comune.vinovo.to.it

 

locandina mostra Enigmi Dipinti

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Dal 10 al 24 marzo lo spazio mostre della Città metropolitana di Torino (corso Inghilterra 7) ospita la mostra “Francesco Paula Palumbo e il suo Canavese”.
Torinese d’adozione, il Maestro Palumbo nasce a Taranto il 14 marzo del 1917 e muore a Torino il 22 ottobre 2008.
Una ricca selezione di sue opere ritornano, dopo una lunga assenza, in mostra a Torino.
È infatti dal 1986 che le opere pittoriche di Francesco Paula Palumbo non vengono più esposte nel capoluogo piemontese, la città in cui visse fin dal 1921, quando all’età di quattro anni si trasferì con la famiglia per motivi artistici e lavorativi.
Si tratta della quindicesima esposizione in meno di quattro anni, una sorta di “Grand Tour” piemontese iniziato a Cuneo nel maggio 2019 e proseguito a Rivarolo nel 2021 e a Rivara nel 2022.
La mostra, patrocinata dalla Città metropolitana di Torino e dal Consiglio Regionale del Piemonte, inaugura venerdì 10 marzo alle ore 12.
Oltre a riscoprire e a far conoscere al vasto pubblico un fecondo passato di iniziative artistiche presenti nel territorio canavesano, questa esposizione ha consentito il ritrovamento di altre opere del Maestro, appartenenti a collezioni private, che si ispirano per esempio alla zona di Rivara e dintorni. Il Canavese è il territorio a cui si è ispirato Francesco Paula Palumbo nel dipingere parte dei suoi paesaggi. In mostra scorci e suggestivi dettagli di Agliè, Bairo, Barone Canavese, Busano, Caluso, Candia, Castellamonte, Castelnuovo Nigra, Fondo (Fraz. di Traversella), Forno Canavese, Locana, Meugliano, Montalenghe, Orio Canavese, Piamprato Soana (Fraz. di Valprato Soana), Rivara, San Francesco al Campo, San Giorgio Canavese, Sparone, Torre Canavese e Traversella.

INFO
INGRESSO GRATUITO

Orario: da lunedì a venerdì dalle ore 8:00 alle 19:00, sabato e domenica chiuso
Sono possibili visite guidate su prenotazione: andareoltre@hispeed.ch
Info al numero: 329 6295129

Cultura

A Novalesa torna la processione del patrono Sant’Eldrado, bloccata dall’emergenza pandemica negli ultimi tre anni. Come indica il calendario, la festa del Santo si celebra lunedì 13 marzo, ma la processione con l’urna contenente le reliquie di Sant’Eldrado di svolgerà domenica 12 marzo alle 10,15, partendo dalla chiesa parrocchiale del paese fino all’Abbazia, dove sarà celebrata la Messa. La festa di Sant’Eldrado assume particolare rilevanza nel 50° anniversario del ritorno dei monaci nell’abbazia novalicense, acquistata nel 1972 dall’allora Provincia di Torino, oggi Città metropolitana.
Il calendario delle celebrazioni per Sant’Eldrado inizia sabato 4 marzo alle 18,30 nell’Abbazia con la recita dei Vespri e con l’accensione della lampada votiva davanti all’effigie del SantoDal 5 al 12 marzo la novena sarà celebrata con i Vespri delle 18,30, mentre nella chiesa parrocchiale di Novalesa la novena sarà celebrata durante la Messa feriale delle 17. 
I monaci dell'Abbazia quest'anno vogliono anche incontrare gli abitanti di Novalesa: sabato 11 marzo alle 17 è in programma unincontro con il Priore, padre Michael David Semeraro. Infine,lunedì 13 marzo, la solennità di Sant’Eldrado sarà celebrata con una Messa alle 7,45 e con i Vespri alle 17.
Da sabato 18 marzo riprenderanno anche le visite guidate all'Abbazia, alle cappelle e al Museo archeologico, ancora con l'orario invernale:il sabatoalle 10,30 e alle 11,30, la domenica alle 11,30. Il Museo è visitabile il sabato e la domenica dalle 11 alle 13. Per prenotare le visite occorre scrivere a  visite@abbazianovalesa.org

PER APPROFONDIRE: LA FIGURA DI SANT’ELDRADO

Per la popolazione della Val Cenischia e delle vicine valli la festa di Sant’Eldrado è una delle ricorrenze più sentite: si tramanda e si celebra senza soluzione di continuità da oltre 1000 anni, tra fede e tradizioni. Sant’Eldrado era provenzale di origine e di famiglia nobile. Fu abate dell’Abbazia dei Santi Pietro e Andrea di Novalesa nella prima metà del IX secolo, l’apogeo della storia novaliciense. Di lui si sa che nacque nella antica Provincia Narbonensis, in una non meglio precisata località bagnata dal “Dederadus flumen”, l’odierna Durance, affluente di sinistra del Rodano. Non se ne conosce la data di nascita e poche sono le notizie giunte sino a noi sul periodo che precedette il suo arrivo a Novalesa. Le fonti storiografiche gli attribuiscono le virtù dell’austerità, della pazienza, della saggezza, della nobiltà d’animo e d’intenti, della magnanimità verso i poveri,i ai quali distribuì gran parte delle cospicue ricchezze ricevute in eredità. Si narra che nel suo paese natale fece innalzare una chiesa dedicata a San Pietro e fece costruire alcune abitazioni e giardini per i pellegrini. Andò lui stesso in pellegrinaggio attraverso la Gallia, la Provenza, l’Aquitania e la Spagna, alla ricerca di una regola monacale, che trovò infine a Novalesa, ove soggiornò come semplice monaco per sette anni. Dopo la morte dell’abate Ugo, che taluni indicano come figlio di Carlo Magno, divenne egli stesso abate, conservando la carica fino alla morte. Ebbe rapporti con i sovrani franchi, riuscendo a mantenere una posizione di forza nei confronti del potere temporale. Ottenne che il re e imperatore carolingio Lotario, con un diploma del 14 febbraio 825, concedesse all’Abbazia di Novalesa il monastero di Pagno, nel Saluzzese, come ricompensa dei beni che le erano stati sottratti da Ludovico il Pio in occasione della fondazione dell’ospizio di Santa Maria sul colle del Moncenisio. Eldrado morì il 13 marzo, verosimilmente del 840. Gli si attribuirono numerosi miracoli, in vita e post mortem, come ad esempio la liberazione della valle di Briançon dai serpenti che l’avevano infestata, in particolare nel villaggio oggi noto come Monêtier-les-Bains. Alla sua intercessione si attribuisce il salvataggio da un naufragio di un gruppo di crociati che, travolti da un fortunale mentre tornavano dalla Terra Santa, avevano invocato l’aiuto suo e di San Nicola da Bari. La cappella a lui dedicata nel complesso abbaziale novalicense risale, per la parte più antica, alla fine del IX secolo o all’inizio del X, mentre la parte più recente risale all’inizio dell’XI secolo. I suggestivi affreschi della seconda metà dell’XI secolo illustrano scene della vita del santo: Eldrado nel “locus Ambillis” mentre coltiva le terre di famiglia; il futuro Santo in veste di pellegrino con bastone e bisaccia, accolto da un sacerdos; Eldrado che giunge al monastero di Novalesa; Eldrado che si china per indossare l’abito monacale offertogli dall’abate Amblulfo; il miracolo dei serpenti; la sua morte, attorniato da due fratres contristati. La fama di Eldrado è anche legata all’attività culturale da lui promossa durante gli anni in cui resse l’abbazia. Nel Chronicon Novaliciense si fa riferimento a quell’attività, che potrebbe riferirsi ad un incremento del patrimonio librario dell’Abbazia. Sempre nel Chronicon si legge che ad Eldrado furono attribuiti il bastone episcopale e le insegne proprie dei vescovi, per il suo zelo nella difesa dell’ortodossia. Dopo la sua morte il corpo fu deposto “infra techam dignissimam”, la “cassa di Sant’Eldrado” in argento sbalzato a forma di sarcofago, conservata nella chiesa parrocchiale di Novalesa e portata in processione nel giorno della festa a lui dedicata. Il culto di Sant’Eldrado è sentito soprattutto nei luoghi in cui vennero segnalati i miracoli a lui attribuiti: a Novalesa e in tutta la Val Cenischia, nella zona del colle del Moncenisio, a Bardonecchia, a Torino, ad Asti e in Francia.
Per tradizione, alla solenne processione in onore del Santo partecipano varie confraternite, cittadini di Novalesa, Venaus e dell’intera Val Cenischia, fedeli provenienti dalla Maurienne, dal Delfinato e dalla Savoia, in un momento di simbolico raccordo tra le genti dei due versanti delle Alpi Occidentali.processione SantEldrado storica 1

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Antiche usanze, festose sfilate, danze corali e costumi sgargianti: benvenuto Carnevale!
Dopo tre anni in cui le sfilate e i grandi eventi sono stati annullati a causa della pandemia, quest’anno tornano sul territorio importanti carnevali, come, ad esempio quello storico di Chivasso.
Di questo grande evento che ha come protagonisti la Bela Tolera e l’Abbà si occupa la nuova puntata delle “Storie metropolitane” che la Direzione Comunicazione della Città metropolitana di Torino racconta attraverso video pubblicati sul canale Youtube dell’Ente.
La nuova puntata si può vedere al link https://youtu.be/bPq-Huyw3Rs
Martedì grasso è stata incontrata a Palazzo Cisterna, sede aulica di Città metropolitana di Torino, dalla consigliera metropolitana Sonia Cambursano e dall'assessora comunale della Città di Torino Gianna Pentenero, tutta la corte 2023 dello storico carnevale di Chivasso.
La Bela Tolera, Arianna Greco e l'Abbà, Franco D’Aguanno, accompagnati dal Presidente della Pro Loco Chivasso L’Agricola, Davide Chiolerio e dall’amministrazione comunale chivassese hanno portato all'attenzione la grande valenza culturale dello Storico Carnevalone che animerà le vie del centro storico domenica 26 febbraio.
Il Carnevale a Chivasso vanta origini antiche: nel Quattrocento un gruppo di buontemponi eleggeva, a capo della propria "Società degli Stolti", l'Abbà che provvedeva ad istituire tasse e balzelli curiosi. Argomentazioni religiose indussero gli affiliati a cambiare costume e a assumere come patrono San Sebastiano: l'Abbà divenne allora titolare di privilegi nei giorni di Carnevale e fino al 1878 mantenne queste prerogative per poi scomparire come figura.
Il 1905 vede la nascita del Personaggio femminile del Carnevale, la Bela Tolera, fanciulla in grado di incarnare le caratteristiche della Città di allora, centro mercatale di rilevante importanza. L'appellativo traeva le proprie origini da una leggenda legata al campanile, nei tempi antichi rivestito di latta, o forse dallo spirito, fortemente commerciale, dei chivassesi d'inizio secolo. La riscoperta delle tradizioni si deve al "Circolo di Agricoltura, Industria e Commercio" comunemente detto, in forma abbreviata "L'Agricola", fondato nel 1862, sodalizio importante per i chivassesi che, fin dalle sue origini, legherà indissolubilmente il proprio nome al Carnevale. Ancora oggi la Pro Loco L’Agricola, insieme all’amministrazione comunale, è la macchina organizzatrice di questo grande evento.
La consueta sfilata di gruppi mascherati di Borghi e Frazioni di Chivasso, carri allegorici e maschere ospiti animeranno le vie del centro domenica 26 febbraio coinvolgendo chivassessi e non in una festa che è un modo, come ricorda bene il sindaco di Chivasso, Claudio Castello, per far rivivere un glorioso passato e per rigenerare le potenzialità che portano Chivasso ad accettare e vincere le sfide del domani.

http://www.cittametropolitana.torino.it/speciali/2023/storiemetropolitane/




 

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Una visita a tema carnevalesco, quella che si svolgerà a Palazzo Cisterna, sede aulica di Città metropolitana di Torino, sabato 25 febbraio con inizio alle ore 10,00, animata dal Gruppo storico della Fenice.
Sarà compito del gruppo storico di Pianezza accogliere ed intrattenere il pubblico raccontando come il Carnevale veniva festeggiato alla corte dei Savoia nel ‘700.
Spazio dunque alle narrazioni delle feste in costume, degli sfarzosi addobbi e dei grandiosi spettacoli pirotecnici che erano soliti chiudere i festeggiamenti a simboleggiare la forza purificatrice del fuoco prima dell’avvento della Quaresima.
Anche in questa occasione gli ambienti aulici con i soffitti a cassettoni, gli stucchi dorati, le sete alle pareti faranno da cornice ad un evento pensato e organizzato per valorizzare la sede aulica di Città metropolitana e per dare risalto alle tante realtà culturali che portano in scena tradizioni e costumi di un tempo.
Le visite a Palazzo Cisterna sono gratuite con prenotazione obbligatoria al numero 011 861 7100, dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 13, oppure scrivendo una e-mail all'indirizzo: urp@cittametropolitana.torino.it.

La prossima visita del sabato si svolgerà il 25 marzo.




 

Cultura

ll Piemonte, e la Val di Susa in particolare, è terra ricca di tradizioni popolari: fra queste s’inseriscono i Carnevali Alpini.
Fra i vari carnevali alpini che sono andati rivitalizzandosi negli ultimi anni c’è «Lou Carlevé dou Lieut», il carnevale di Lajetto, una delle molte borgate della montagna di Condove che ha avuto una notevole parte nella storia passata.
La manifestazione si svolgerà, come da tradizione, nell’ultima domenica di carnevale (quella che precede il mercoledì delle Ceneri) che quest’anno cade il 19 febbraio.
Lo svolgimento prevede la presenza attiva di un folto gruppo di figuranti, coordinati da un regista, impegnati a interpretare vari ruoli realizzando anche un corteo, alquanto irriverente ed estemporaneo, che coinvolge il pubblico con scherzi e atteggiamenti trasgressivi percorrendo i vicoli della borgata.
La festa coinvolge tutti, grandi e piccini, con scenette improvvisate e situazioni paradossali che concorrono, mantenendo il più possibile lo spirito originario, a raggiungere il luogo prestabilito per la celebrazione dell’antico rito propiziatorio della decapitazione del gallo, animale simbolico nell’identificazione con l’inverno che compare come oggetto di sacrificio, sia pure nella forma di un sosia in gommapiuma e con le penne incollate.
L’allontanamento della popolazione dalla borgata avvenuto nel dopo guerra aveva fatto quasi dimenticare questa festa carnevalesca imperniata sulle «Barbuire», termine genericamente utilizzato nelle vallate alpine del Piemonte occidentale per indicare i personaggi mascherati dei carnevali alpini.
Dal 2010, grazie all’interessamento di un gruppo di persone che non volevano che questo patrimonio del passato scomparisse, vi è stata una riscoperta di questa manifestazione, ricca di risvolti interessanti.
L’Associazione «Le Barbuire» di Condove è nata appunto nel 2010 con lo scopo di valorizzare e riscoprire gli aspetti culturali e non solo delle genti di montagna.
Domenica 19 febbraio il Pajasso, gli Arlecchini, il Monsù e la Tòta, il Dotor e il Soldà, le coppie di vecchi e la banda musicale faranno rivivere un rito alpino contraddistinto da profondi valori etnografici e antropologici.




Cultura

Prosegue, con un doppio appuntamento, la rassegna Chivasso in Musica che, in collaborazione con la Pro Loco Chivasso L’Agricola e l’Associazione Contatto, organizza per domenica 12 febbraio l’animazione musicale della cerimonia dell’Investitura dell’Abbà, il personaggio maschile del carnevale chivassese.
Alle ore 15,30 nel Duomo di Santa Maria Assunta l’Accademia Corale Stefano Tempia, la più antica istituzione corale torinese, sotto la direzione di Luigi Cociglio, eseguirà la Missa Pontificalis Prima di Lorenzo Perosi con accompagnamento all'organo Felice Bossi del 1843 di Luca Benedicti, organista dell'Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai e organista della Tempia.
Al termine della Santa Messa si tiene l’Investitura dell’Abbà Franco D’Aguanno alla presenza della Corte carnevalesca 2023 con la Bela Tolera Arianna Greco, l’Ordine delle Bele Tolere e il Magnifico Coro degli Abbà.
Martedì 14 febbraio, giorno degli innamorati, si svolge il secondo concerto della stagione Chivasso in Musica 2023. L’appuntamento è previsto alle ore 21 nella Chiesa di Santa Maria degli Angeli.
Il programma prevede una serata dedicata alle canzoni d'amore scritte da illustri compositori del XIX e XX secolo quali Benjamin Britten, Reynaldo Hahn, Corrado Margutti e Francesco Paolo Tosti.
I protagonisti dell'appuntamento sono: il cantante Corrado Margutti, docente al Conservatorio di Musica "Giorgio Federico Ghedini" di Cuneo, direttore dei Cori "Roberto Goitre" e "Saint Vincent", l'arpista Cristina Greco, docente al Conservatorio di Musica "Alessandro Scarlatti" di Palermo e l’attore Mario Brusa.
Anche a questo concerto prenderà parte la Corte Carnevalesca 2023.
L'ingresso, come di consueto, sarà con libera offerta.
Per ogni ulteriore informazione:
https://www.associazionecontatto.it/concerti/concerto-di-san-valentino/
011.2075580
info@associazionecontatto.it










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Donne, Diritti e Ripresa per una piena inclusione sociale: ecco i temi della mostra itinerante “Libere di... VIVERE”, il progetto socioculturale di Global Thinking Foundation che torna a Torino ed espone nei locali del Cesedi, Centro Servizi Didattici, in collaborazione con la Città metropolitana di Torino, coinvolgendo centinaia di studenti e studentesse del territorio.
Libere di… VIVERE https://www.liberedivivere.com/: non solo una mostra itinerante di 60 tele tra graphic novel ed eroine del fumetto sui temi dei diritti delle donne e il contrasto alla violenza economica, ma anche un percorso di didattica ibrida sull'educazione civica e finanziaria dedicato alle scuole.

Gli appuntamenti:
Da martedì 24 gennaio a venerdì 3 febbraio, la mostra animerà gli spazi in via Gaudenzio Ferrari 1 e resterà aperta con orario 9-13, previa prenotazione al link: https://bit.ly/3XPKtEP.
Momento clou mercoledì 1 febbraio, alle ore 10,30, per una visita istituzionale durante la quale la Consigliera metropolitana Caterina Greco e la Vicesindaca della Città di Torino Michela Favaro dialogheranno con Claudia Segre, Presidente e Fondatrice di Global Thinking Foundation e Elisabetta Priano, Responsabile Scuole e Didattica Goal 4 di Global Thinking Foundation.

"Legata agli obiettivi 4, 5 e 8 dell’Agenda 2030 dell’ONU, la mostra "Libere di... VIVERE" di GLT Foundation – spiega la consigliera metropolitana delegata all’Istruzione Caterina Greco – vuole informare e sensibilizzare, soprattutto le nuove generazioni, sui temi della violenza economica che molte donne subiscono".

Claudia Segre, Presidente e Fondatrice di Global Thinking Foundation, aggiunge: “La progettualità Libere di… VIVERE rappresenta un unicum in termini di formazione interculturale e multilingue attenta alla diversità e all’inclusione, senza tralasciare il supporto fondamentale di contenuti video e seminari che contestualizzano i temi fondamentali della nostra Costituzione e le istanze sulla parità di genere. Il contributo della Fondazione, che mette a disposizione gratuitamente questa imponente struttura ibrida vede nella Città metropolitana di Torino e nel Comune partner cruciali per unire le forze nei confronti della povertà educativa delle nuove generazioni.”

Per maggiori informazioni:
Valentina Attanasio - Global Thinking Foundation
Valentina.attanasio@gltfoundation.com