PUMS - Piano Urbano della Mobilità sostenibile

Il Piano della mobilità ciclistica - Biciplan della Città metropolitana

Il Biciplan Metropolitano è uno strumento fondamentale e obbligatorio previsto dalla Legge 2/2018 art. 7, per una corretta ed efficace programmazione degli interventi per incentivare l'uso della bicicletta come mezzo di trasporto quotidiano, ricreativo e turistico su scala sovracomunale.

Si configura come piano di settore del PUMS, assumendone gli indirizzi e concorrendo ad un positivo sviluppo ciclistico del territorio tramite la definizione di:

  1. Una rete ciclabile (sistematica e turistica) frutto di una proposta condivisa con il territorio ed integrata con i piani e progetti delle diverse scale territoriali d'interesse (non solo nazionale ma anche locale).
  2. Un sistema di intermodalità tra bicicletta e trasporto pubblico su ferro e su gomma.
  3. Un programma di azioni ed interventi per l'incentivazione di scelte di mobilità attinenti agli obiettivi di piano e per favorire la creazione di progetti integrati di territorio, completato da un Piano Finanziario.
  4. Un sistema di governance, dal monitoraggio degli interventi alla definizione delle modalità di gestione dei progetti.

A seguito del primo incontro di avvio dei lavori svoltosi il 30 settembre 2022, la Città metropolitana sta redigendo un primo quadro conoscitivo, che completerà a seguito degli incontri che si svolgeranno con il territorio nel mese di marzo 2023.

Ne deriverà una proposta di corridoi ciclabili metropolitani e di nodi del bike-to-rail.

Proprio per favorire la partecipazione del territorio alla redazione della proposta, con Deliberazione di Consiglio n. 68 del 22/12/2022 Città metropolitana ha messo a disposizione dei Comuni e Unioni di Comuni i fondi ministeriali per la redazione dei Progetti di fattibilità tecnico-economica dei percorsi sovracomunali coerenti con la strategia del Bike-to-rail.


La strategia del Bike-to-rail

Il programma Bike-to-rail prevede lo sviluppo di un'estesa rete di infrastrutture ciclabili che colleghi i centri abitati alle stazioni ferroviarie e ai nodi di interscambio, per favorirne l'accessibilità anche da parte di chi abita al di fuori del capoluogo, e da parte delle diverse categorie di utenza in coerenza con i principi dell'Universal Design.

Il programma intende garantire il raggiungimento e la valorizzazione dei poli attrattori del territorio, come istituti scolastici, aree industriali e commerciali, poli sanitari, culturali, e poli attrattori per la ricettività turistica.

La Città metropolitana, come deliberato dal Consiglio metropolitano nel mese di dicembre, mette a disposizione del territorio i fondi ministeriali assegnati per il programma, pari a 1 milione di euro, e destinati esclusivamente alla progettazione di fattibilità tecnico-economica.

Possono presentare domanda via pec i Comuni e le Unioni di Comuni (esclusa la Città di Torino, già interessata da altri finanziamenti) entro e non oltre il 31/03/2023.

Si consiglia il coordinamento delle richieste per ambiti territoriali contigui, dato che, per un criterio di equità, potrà essere assegnato fino ad un massimo di 150.000 euro per zona omogenea.

La domanda dovrà essere corredata in sintesi da: - relazione illustrativa; - relazione di fattibilità con evidenziate le interferenze significative;

  • planimetria in scala adeguata dei percorsi ciclabili e delle eventuali alternative di tracciato; - sezioni trasversali schematizzate per tipologia; - quadro economico dell'intervento;
  • stima dei costi della Progettazione di fattibilità tecnico-economica ai sensi del D.M. 17/06/2016.

La Città metropolitana mette a disposizione due studi per guidare la presentazione delle domande:


Criteri di selezione

I criteri di identificazione degli itinerari tra i poli attrattivi e di interscambio ed i centri abitati comprendono:

  • Garantire la direzionalità: limitare al massimo le deviazioni dalla linea d'aria tra i due punti da collegare o dalla via di collegamento diretta più breve.
  • Evitare il più possibile intersezioni con barriere naturali o artificiali, le quali richiedono risoluzioni spesso economicamente onerose o, ad ogni modo, optare per l'opzione più efficace ed efficiente.

In particolare, le tipologie ammesse comprenderanno:

  • Pista ciclabile in sede propria: pista ciclabili in sede protetta con dimensioni minime standard di 2,5 metri e necessariamente dotate di un separatore fisico dalla carreggiata stradale di almeno 50 cm (riferimento legislativo: DM 557/1999). Questo separatore potrà materializzarsi anche con un'aiuola verde.
  • Percorso ciclopedonale: strutturalmente identica alla pista ciclabile in sede propria, si contraddistingue per l'uso promiscuo ciclabile-pedonale (così come indicato dal DM 557/1999); per questa tipologia se ne prevede un uso prevalentemente urbano, in tratti ove la separazione tra flusso ciclabile e pedonale può rendersi non auspicabile. A tal fine la larghezza minima è incrementata a 3,0 metri per via dell'interferenza aggiuntiva tra biciclette e pedoni.
  • Corsia ciclabile: in ambito urbano, per le carreggiate con una dimensione tala da consentirne l'inserimento a norma di legge (minimo 1,5 per parte, riferimento legislativo: DM 557/1999).
    Una variante, sempre in ambito urbano, è selezionata per le carreggiate stradali insufficientemente ampie per ospitare una corsia di dimensioni standard.
    Viene così collocata una corsia di dimensioni inferiori che le autovetture possono parzialmente invadere (riferimento legislativo: DL 76/2020).
  • Percorso promiscuo con veicoli: alternativa alla corsia ciclabile su sede promiscua, la strada ciclabile non prevede l'inserimento di corsie segnalate a terra ma di semplici pittogrammi che segnalano al veicolo la condivisione della corsia con le biciclette. Il limite di velocità della strada diventa 30 kmh (riferimento legislativo: DL 76/2020 e relative modifiche al CdS).

In generale, le tipologie infrastrutturali, dovranno essere calibrate sulla base dei contesti insediativi, in primis l'ambito urbano o extraurbano, attraversati dagli itinerari e tener conto delle seguenti indicazioni:

  • Strade urbane in centro storico, ZTL, residenziale o extraurbane a basso traffico: si può prediligere il percorso promiscuo con veicoli, eventualmente introducendo adeguate misure di abbattimento delle velocità.
  • Strade urbane con traffico: si può prediligere la realizzazione di corsie ciclabili in carreggiata
  • Strade Extraurbane con traffico: da prevedere un percorso in sede protetta (ciclabile in sede propria o percorso ciclopedonale).

Ultimo aggiornamento: 13 febbraio 2023