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Fondo Parenti: raccolte manzoniane

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All'interno del Fondo Parenti si segnala un'ampia raccolta di opere che ruotano intorno alla figura di Alessandro Manzoni. Questa caratteristica è il frutto del forte interesse nutrito dal Parenti per il nostro Ottocento e in particolare per il grande scrittore lombardo, del quale sono presenti in catalogo numerose edizioni e traduzioni dei Promessi Sposi, insieme a varie opere di critica e storia letteraria che hanno per oggetto la sua figura.

Alessandro Manzoni in un'immagine giovanile

La "risciacquatura dei panni in Arno"

La questione della lingua ha dato luogo per secoli ad un dibattito complesso nel nostro ambito letterario, anche con specifici caratteri di natura sociale. Dal De vulgari eloquentia di Dante alle dispute fra gli umanisti Bembo e Trissino, dalla formazione del vocabolario della Crusca alle controversie fra puristi e classicisti all'inizio dell'Ottocento. Il Manzoni si pose questo problema intraprendendo la revisione dei Promessi Sposi: volle usare una lingua che fosse compresa da un vasto pubblico, una lingua viva, e si pose come modello il fiorentino usato dalla gente colta. A "risciacquare i panni in Arno", come il Manzoni definì la sua impresa, doveva servire il soggiorno a Firenze nel 1827. Alla cronistoria di questo evento è dedicato il volumetto di Marino Parenti Manzoni, Firenze e la "risciacquatura", edito a Sarzana nel 1955. Si tratta della trascrizione di una conferenza tenuta dal Parenti stesso a Palazzo Strozzi il 22 marzo 1954 per la Libera Cattedra della Civiltà Fiorentina. La copertina raffigura le case in cui abitò il Manzoni a Firenze, accanto al Ponte di Santa Trinita: l'Albergo delle Quattro Nazioni e la pensione di Madame Hombert, in Palazzo Ferroni. Il testo fornisce il panorama dei rapporti fra il Manzoni e gli amici che lo aiutarono, con consigli e suggerimenti nella sua opera di "risciacquatura", e dell'ambiente che si raccoglieva intorno a Gian Pietro Viesseux nel suo Gabinetto Letterario, e quindi Gino Capponi, Nicolò Tommaseo, Terenzio Mamiani, Gianbattista Nicolini e Gaetano Cioni, scienzato e poeta, che fu particolarmente prodigo nelle sue consulenze. Fra gli altri personaggi, quella Emilia Luti che il Manzoni portò con sé a Milano come dama di compagnia delle figlie e a cui dedicò una copia dell'edizione del 1840.

Manzoni editore e le illustrazioni dei Promessi Sposi

Dopo la prima edizione dei Promessi Sposi, uscita con una tiratura di 2.000 copie ufficiali nel 1827, Manzoni calcolò che sul mercato ne fossero finite circa 60.000, in una quarantina di edizioni, per così dire, "pirata". Non esisteva infatti ancora all'epoca il diritto d'autore. Iniziò quindi a pensare ad una seconda edizione, "corretta e riveduta", che sarebbe effettivamente apparsa, in fascicoli, tra il 1840 e il 1842. Questa definitiva versione non solo comportò l'operazione linguistica consistita nella "risciacquatura dei panni in Arno", ma anche rappresentò un'impresa editoriale condotta in prima persona dallo stesso autore. Lo scopo del Manzoni, in questo senso, era quello di proteggere la propria opera dalle copie illegali, facendone stampare un'edizione a dispense arricchita da illustrazioni difficili da contraffare. Per queste ultime si accordò infine con il torinese Francesco Gonin, pioniere della litografia in Italia. Le incisioni furono a cura di Luigi Sacchi e la stampa delle dipense fu affidata agli editori Guglielmini e Redaelli: il volume alla fine constò di 864 pagine. la tiratura, altissima per l'epoca, fu di 10.000 esemplari. Ma la fiducia nelle illustrazioni come ostacolo alla produzione di copie illegali non fu alla fine ben riposta, perché non protesse l'opera dai tentativi di contraffazione. L'impresa del Manzoni, che sostenne tutte le spese, si tradusse alla fine in una grave perdita fonanziaria, nonostante in pochi mesi fossero state sottoscritte più di 4.000 copie, con un prezzo di copertina assai alto di 400 lire.
Tutta la vicenda dell'impresa editoriale manzoniana, con dovizia di documenti inediti o poco noti e cospicuo relativo carteggio, costituiscono il contenuto del volume curato da Marino Parenti sotto il titolo di Manzoni editore. Storia di una celebre impresa manzoniana, edito a Bergamo dall'Istituto Italiano d'Arti Grafiche nel 1945.
Sempre il Parenti, nel 1961, curò un fascicolo che ripercorre la storia delle illustrazioni dei Promessi Sposi, fra cui le celebri vignette del Gonin per la quarantana, le tavole di Tranquillo Crenmona e Luigi Borgomainerio per la ristampa del 1869, i disegni di Gaetano Previati per l'edizione Hoepli del 1900 e infine i disegni di Guttuso per l'Einaudi del 1960.

Bibliografia manzoniana

Opera fondamentale del Parenti nella sua veste di appassionato cultore manzioniano è la Bibliografia manzoniana in tre volumi, edita da Sansoni nel 1936 con la prefazione di Giovanni Gentile. Questo lavoro, frutto dello spoglio sistematico delle opere bibliografiche e dei cataloghi delle biblioteche, e per le edizioni più recenti dei riferimenti degli stessi editori, ebbe in 70 anni più di 150 edizioni. Nel primo volume troviamo la catalogazione delle raccolte generali e le edizioni dei Promesssi Sposi, nel secondo le raccolte parziali e le edizioni separate delle singole opere, traduzioni, frammenti e parodie, infine il terzo volume contiene scritti intorno alla vita e alle opere del Manzoni ed un indice analitico. La monumentale Bibliografia valse al Parenti l'investitura ufficiale del suo prefatore, Gentile, che gli affidò la direzione del Centro Nazionale degli Studi Manzoniani, a Milano, retto poi da Parenti fino al 1945.

Immagini manzoniane

Marino Parenti raccolse anche ed illustrò leImmagini della vita e dei tempi di Alessandro Manzoni, opera edita da Hoepli nel 1942, suddivisa in vari capitoli: La famiglia, La vita, i Ritratti, Altre testimonianze di vita (dalla partecipazione del Manzoni alle Accademie letterarie alle polizze contro la grandine...) e infine la Fortuna del Manzoni (sulla diffusione e la traduzione delle sue opere).