Politiche sociali
GiovedìAlle 11, alla presenza della consigliera metropolitana delegata al welfare,sarà tagliato il nastro della saletta presso la Stazione dei Carabinieri (strada statale 26, civico n. 55, Settimo Vittone): una nuova tappa delprogetto “Una stanza per te”, un’idea nata da una proposta dell'Associazione Svolta Donna e realizzata con il contributo di Soroptimist Club di Ivrea-Canavese, per creare all’interno di commissariati e caserme degli spazi protetti, accoglienti ma adeguatamente attrezzati, per raccogliere le testimonianze delle donne che entrano per denunciare violenze su di sé o sui propri familiari.
La ex Provincia di Torino nel
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A richiesta degli amministratori locali, la Città Metropolitana supporterà i 315 Comuni del proprio territorio nelle procedure per l’istituzione dei registri dei testamenti biologici: lo prevede una mozione approvata all’unanimità dal Consiglio Metropolitano su proposta della Consigliera Carlotta Trevisan, delegata ai diritti sociali e parità, al Welfare e alla tutela delle minoranze linguistiche.Intervenendo in aula a sostegno della mozione, la Consigliera Trevisan ha ricordato che il tema è all’attenzione del Parlamento. “Con la mozione, - spiega Trevisan - chiediamo a tutte le forze politiche un impegno serio, perché occorre legiferare su quello che è a tutti gli effetti un diritto civile. Porteremo in Consiglio anche un ordine del giorno in tal senso e lo invieremo a tutti i Consigli comunali del nostro territorio, proponendo che lo approvino, per sollecitare al Governo e al Parlamento l’adozione di una normativa nazionale sul testamento biologico”.
Pur sollecitando una sistemazione legislativa della materia, la mozione precisa anche che una sentenza della Corte di Cassazione ha stabilito che è già ora possibile predisporre un testamento biologico, attraverso la sottoscrizione di un atto che permetta di esercitare il proprio diritto all'autodeterminazione sui trattamenti sanitari di fine vita, nell'eventualità in cui ci si dovesse trovare nell'incapacità di esprimere il proprio consenso.
La mozione approvata dal Consiglio Metropolitano ricorda che la Città di Torino ha istituito il registro dei testamenti biologici sin dal 2011 ed impegna la Città Metropolitana e la sua Sindaca, Chiara Appendino, ad operare per favorire e coordinare l’istituzione dei registri comunali dei testamenti biologici.
Modalità di sottoscrizione del testamento biologico
Il testo della mozione precisa inoltre che le iscrizioni nel Registro devono avvenire a seguito della consegna fatta personalmente dalla persona titolare del diritto di una dichiarazione con firma autenticata a norma di legge.
Con tale documento il sottoscrittore esprime la propria volontà di essere o meno sottoposto a trattamenti sanitari in caso di malattia, lesione cerebrale irreversibile o patologia invalidante, che costringa a trattamenti permanenti con macchine o sistemi artificiali in una fase in cui la persona non sia più in grado di manifestare il proprio consenso o il proprio rifiuto della terapia, del trattamento o della cura che lo mantiene in vita.
Le eventuali dichiarazioni successive si aggiungono a quelle precedenti o le sostituiscono in toto, qualora così fosse richiesto al momento della consegna dell'ultima dichiarazione.
Il venir meno della situazione di residenza nel territorio amministrato dal Comune che istituisce il Registro non comporta la cancellazione dal medesimo. Per i fini consentiti dalla legge e dalla normativa, l'Ufficio competente, a richiesta degli interessati, attesta l'iscrizione nel Registro e rilascia copia del testamento biologico ricevuto dal cittadino. I soggetti le cui dichiarazioni sono inserite nel Registro possono indicare una persona alla quale il Comune, se richiesto dalla persona indicata, dovrà consegnare la documentazione presente nel Registro.
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Venerdì 7 aprile, nella sede della Città metropolitana di Torino di corso Inghilterra 7 (sala del 15° piano), si terrà il convegno "Nuove prospettive del diritto alle origini, tra diritto, politica e vita vissuta".Il diritto alle origini, che oggi in Italia coinvolge 400mila persone, riguarda la possibilità per tutti coloro che non sono stati riconosciuti alla nascita di risalire all’identità dei genitori naturali. Malgrado alcune sentenze della Consulta e della Cassazione, e un disegno di legge già approvato alla Camera e tuttora giacente in Senato, per queste persone il diritto alle origini nella legislazione italiana non è riconosciuto, ed è necessario che trascorrano 100 anni perché siano rese note le generalità della donna che si è avvalsa del diritto di partorire in anonimato.
Il convegno del 7 aprile intende approfondire gli attuali sviluppi giurisprudenziali attraverso l’analisi di avvocati, magistrati e giuristi competenti in materia. Sono stati invitati esponenti politici, per delineare un quadro dell’attuale disegno di legge. Inoltre, sarà dato spazio alle esperienze dei cittadini a seguito delle istanze presentate ai Tribunali per i minorenni, seguendone gli iter giuridici e tratteggiandone le storie di vita. Ad aprire la giornata, i saluti istituzionali della consigliera metropolitana delegata ai diritti sociali e alle politiche di parità Carlotta Trevisan.
Il Convegno è organizzato da: associazione "Figli Adottivi e Genitori Naturali" (FAeGN), Comitato Nazionale per il Diritto alle Origini Biologiche, Prisma Luce e Kaio, con il patrocinio della Città metropolitana di Torino.
PROGRAMMA
ORE 13.30-13.45
Accoglienza dei partecipanti
ORE 13.45
Saluto istituzionale della consigliera della Città metropolitana delegata ai diritti sociali e alle politiche di parità Carlotta Trevisan.
Introduzione al tema da parte delle associazioni: Luisa Di Fiore, presidente di Faegn, e Anna Arecchia, presidente del Comitato Nazionale per il Diritto alle Origini Biologiche.
ORE 14.15 IL QUADRO GIURIDICO
1. I recenti sviluppi giuridici. Le sentenze della Corte di Cassazione: intervento di Paolo Di Marzio, magistrato della Corte di Cassazione.
2. Il diritto alle origini nella prospettiva legislativa: intervento della giurista Joëlle Long.
3. Gli iter giuridici: intervento dell’avvocato Luciana Guerci.
ORE 15.15 MODALITÀ DI INTERPELLO E PRASSI
1. Esperienza del Tribunale per i minorenni di Roma: intervento di Melita Cavallo, già presidente del Tribunale per i minorenni di Roma.
2. Dall’apertura della busta all’interpello. Esperienze di alcuni Tribunali: interventi di rappresentanti della polizia giudiziaria.
ORE 16.00 LE ESPERIENZE DI VITA. TAVOLA ROTONDA
Interventi dei figli adottivi: Monica Rossi, associazione Faegn; Emilia Rosati, Comitato Nazionale per il Diritto alle Origini Biologiche, John Campitelli, presidente di Italiadoption, Piera Serra,psicoterapeuta.
ORE 16.45-17.30. CONCLUSIONI CON DIBATTITO FINALE.
Nel dibattito sarà lasciato spazio a chi desidera raccontare la propria esperienza, come figlio adottivo o come genitore.
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“Speravamo di non dover più commentare notizie del genere, ma, evidentemente, c’è ancora molta strada dare fare per garantire a tutti i cittadini il rispetto dei loro diritti e della loro dignità. La possibilità di affittare un appartamento convivendoci con chi si vuole, nel rispetto ovviamente delle regole della civile convivenza, mi sembra un diritto fondamentale”: è questo il commento di Carlotta Trevisan, Consigliera metropolitana delegata ai diritti sociali, parità e Welfare, alla notizia dell’affitto di un appartamento negato ad una coppia gay torinese.“Le leggi come quella sulle unioni civili sono importanti, - aggiunge la Consigliera Trevisan – ma è un cambiamento culturale quello di cui ha bisogno il nostro Paese, anche e soprattutto tra le giovani generazioni. I cittadini e le associazioni che difendono i diritti civili devono trovare nelle istituzioni ascolto e condivisione. La formazione e l’educazione sono fondamentali per garantire il rispetto dei diritti e della dignità delle persone. La Città Metropolitana, così come gli altri Enti locali, ha lavorato e lavorerà in questa direzione”.
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944 nomi letti uno per uno, per onorare la memoria di coloro che, dal 1893 ai giorni nostri, sono caduti per mano della criminalità organizzata, pagando con la vita l’impegno contro la mafia, la ‘ndrangheta, la camorra e i mille tentacoli della “Piovra”. La lettura dei nomi è stato il momento più emozionante della Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, celebrata a Palazzo Dal Pozzo della Cisterna, sede della Città Metropolitana di Torino.“Il contrasto alle mafie parte dai piccoli gesti quotidiani. – ha sottolineato la Consigliera metropolitana Carlotta Trevisan, delegata ai diritti sociali e parità, al Welfare e alle minoranze linguistiche – Era doveroso che anche la Città Metropolitana desse un segnale nella direzione del contrasto alla criminalità organizzata. Per fortuna l’elenco delle vittime si ferma al 2015, ma si deve continuare a parlare di mafia, perché il fenomeno è ancora forte. Io arrivo da un territorio come quello di Rivoli, che ha fatto purtroppo notizia per l’operazione Minotauro. Le pubbliche amministrazioni hanno il dovere di contrastare il fenomeno, ma tutti i cittadini hanno il dovere di osservare e denunciare situazioni sospette. Non bisogna avere paura di parlare e di denunciare”.
Per vedere il videocomunicato sull’iniziativa: https://youtu.be/t7v2bvVr9tw
LA MAFIA NON UCCIDE PIU’, MA PROSEGUONO LE INTIMIDAZIONI
Come ha ricordato il Sindaco di Chieri, Claudio Martano, a nome dell’associazione Avviso Pubblico, nel solo 2015 in Italia si sono verificati ben 479 atti di intimidazione e minaccia rivolti ad amministratori locali e funzionari pubblici: una media di 40 intimidazioni al mese, una minaccia ogni 18 ore, con un preoccupante incremento del 33% rispetto all’anno precedente. Il fenomeno coinvolge 17 Regioni, 79 Province e 266 Comuni. Nel 2015 ne sono state immuni solo Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige e Umbria.
Un significativo contributo nella lotta alle mafie può venire dalla normativa contro la corruzione e dai Piani anticorruzione che tutti gli Enti locali sono tenuti ad adottare: lo ha ricordato il Direttore generale della Città Metropolitana di Torino, Giuseppe Formichella, che ha fatto riferimento al lavoro che l’Ente sta svolgendo in tal senso, sia al proprio interno che a sostegno delle amministrazioni comunali che devono analizzare il contesto ambientale in cui operano e adottare le misure indispensabili per prevenire le infiltrazioni della criminalità organizzata nella pubblica amministrazione.
PERSONAGGI ILLUSTRI E SEMPLICI CITTADINI: LA MAFIA NON GUARDA IN FACCIA A NESSUNO
La Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie viene organizzata da 21 anni il 21 marzo, primo giorno di primavera. Nel 2017 la celebrazione principale in Piemonte è avvenuta a Verbania, ma nell’evento organizzato a Torino erano ugualmente rappresentate le associazioni “Libera”, “Avviso Pubblico” e “Agende rosse”, insieme ad amministratori pubblici (in particolare le Consigliere metropolitane Carlotta Trevisan e Anna Merlin) e dipendenti della Città Metropolitana. Tutti insieme nel cortile d’onore di Palazzo Cisterna per leggere un elenco di nomi illustri, come quelli del detective italo-americano Joe Petrosino, del capo della Squadra Mobile della Questura di Palermo Boris Giuliano e del collega Antonino Cassarà, del Presidente della Regione Sicilia Piersanti Mattarella, dell’onorevole Pio La Torre, del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa e della moglie Emanuela Setti Carraro, del Presidente dell’ENI Enrico Mattei, dei giornalisti Mauro De Mauro, Mauro Rostagno, Pippo Fava, Ilaria Alpi, Miran Hrovatin, dei magistrati Pietro Scaglione, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Rosario Livatino, Bruno Caccia, Giangiacomo Ciaccio Montalto. Insieme a questi e a molti altri nomi che l’opinione pubblica ben conosce, sono stati letti anche quelli dimenticati o citati in poche righe dai giornali nelle pagine di cronaca. Perché la mafia non hai mai guardato in faccia nessuno e non fa distinzioni tra personaggi autorevoli e semplici cittadini, tra uomini, donne, anziani e bambini.
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La prima piattaforma web per il volontariato
Sono disponibili sul sito www.servireconlode.it tutte le opportunità offerte dal mondo del volontariato agli studenti universitari che frequentano gli Atenei torinesi e al mondo accademico, ma anche ai docenti e al personale amministrativo. Oltre 50 associazioni di volontariato ed enti assistenziali hanno dato disponibilità ad accogliere studenti universitari e non solo, offrendo 500 opportunità di impegno.
Prende così definitivamente corpo l’azione di "Servire con Lode", il progetto che riunisce mondo universitario, organizzazioni del volontariato e pubblica amministrazione per offrire agli studenti delle università torinesi l’opportunità di arricchire la propria formazione culturale sperimentandosi in attività centrate sull'aiuto nei confronti di soggetti che vivono in situazioni di fragilità, povertà o di emarginazione.
Il protocollo d’intesa è stato firmato a marzo di quest’anno da Università, Politecnico, Istituto Universitario Salesiano Torino-Rebaudengo, Città metropolitana, Diocesi di Torino e Centro Servizi Vol.To. Concluse le prime due fasi progettuali, cioè la costruzione della piattaforma informatica e la raccolta delle adesioni delle associazioni e degli enti assistenziali, Servire con Lode entra ora nella sua fase cruciale: il coinvolgimento degli studenti e degli altri attori del mondo universitario, mediante l’affissione e la distribuzione di materiale promozionale nelle sedi universitarie.
Per aiutare gli aspiranti volontari nella scelta delle opportunità offerte, sul sito www.servireconlode.it è possibile effettuare la ricerca in base a numerosi filtri, quali la tipologia di servizio, i beneficiari, la fascia di orario, l’area geografica. Una volta fatta la scelta, compilando il modulo online si verrà contattati da un orientatore: un breve colloquio aiuterà a individuare la soluzione migliore sia per l’aspirante volontario sia per l’ente o associazione. Quindi si verrà messi in contatto con l’ente prescelto e con i suoi referenti per poi iniziare il servizio.
L'obiettivo degli enti promotori è quello di offrire ai giovani e a tutto il mondo accademico torinese la possibilità di fare un'esperienza formativa che li trasporti nella dimensione "umana e personale" dell'impegno, aggiungendo al loro curriculum personale anche caratteristiche tipiche dell'azione del volontariato, come la capacità di risolvere i problemi e di lavorare in squadra. Nel contempo, "Servire con Lode" è anche uno strumento per offrire alle associazioni di volontariato l'opportunità di confronto con i giovani, da sempre portatori di entusiasmo e rinnovamento, e con il dinamismo insito al mondo universitario.
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Crisi economica, nuove povertà, scarsezza delle risorse pubbliche da tempo impongono nuove politiche del welfare e un cambiamento di prospettiva dalle logiche assistenziali a quelle in grado di produrre una rete di solidarietà che coinvolga tutta la comunità, le strutture territoriali, capaci di proiettarsi nel futuro in termini di sviluppo sociale ed economico.Si tratta insomma di pensare a una nuova gestione del welfare in una dimensione più progettuale, resa indispensabile anche dal Sia (sostegno per l’inclusione attiva) varato a maggio dal Governo.
In questa logica la Città metropolitana di Torino ha finanziato il progetto “Ci contiamo”, realizzato dal Consorzio servizi sociali In rete con Action Aid e Articolo 47-Liberi da debito in veste di soggetti attuatori.
In questo mesi il progetto si è concretizzato in un laboratorio che ha messo a confronto operatori dei servizi sociali e direttori dei Consorzi che hanno studiato le dinamiche e possibilità del welfare generativo e di comunità e messo a confronto le buone pratiche per poi cominciare a realizzare progetti .
Venerdì 30 settembre, dalle 9 alle
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Si chiama "Coppia ieri, genitori sempre" è il progetto curato dalla Città metropolitana di Torino sulla mediazione familiare e verrà presentato lunedì 4 luglio (ore 9,30 sala convegni di via Avogadro, 30) a Torino durante la giornata di approfondimento tematico organizzata dalla Regione Piemonte "La Mediazione familiare: esperienze a confronto in Piemonte".Si tratta di un lavoro sinergico realizzato con il territorio metropolitano nell'ambito del lavoro "Gruppo di parola" per per genitori nella famiglia che cambia: uno spazio pensato per offrire una opportunità di incontro dove poter riflettere e confrontarsi sull'essere genitori nella famiglia che cambia, rendersi più recettivi alla collaborazione con l'Altro per pensare al futuro e aiutare i figli a crescere sapendo di poter contare su entrambi i genitori.
Per info: http://sportellosociale.provincia.torino.gov.it/mp_a_li.php?ambito=1&area=11&tipo=822
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MartedìAlle
Alle
Le due “salette” nel capoluogo eporediese sono una nuova tappa del progetto “Una stanza per te”, un’idea nata da una proposta dell'Associazione Svolta Donna per creare all’interno di commissariati e caserme degli spazi protetti, accoglienti ma adeguatamente attrezzati, per raccogliere le testimonianze delle donne che entrano per denunciare violenze su di sé o sui propri familiari. Silvia Lorenzino, rappresentante dell’Associazione –che è uno dei 17 centri antiviolenza riconosciuti dalla Regione Piemonte- ha ricordato che l’idea di costruire le salette è nata in seno al Tavolo di coordinamento provinciale contro la violenza alle donne, un organismo che riunisce enti pubblici e associazioni che lavorano sul territorio con l’obiettivo di costituire una "rete" di soggetti che, ciascuno nel proprio ambito di competenza, mettono a disposizione professionalità e servizi in campo sanitario, psicologico, legale, giudiziario e di ordine pubblico, culturale, socio-assistenziale ed educativo per accompagnare le vittime di violenze nel percorso, non semplice, di superamento. .
La ex Provincia di Torino nel
“Come eporediese e avvocato posso dire che le istituzioni di Ivrea hanno sempre manifestato una profonda attenzione al problema della violenza verso le persone fragili” ha commentato Alberto Avetta, vicesindaco della Città metropolitana. “Ma tutto il territorio metropolitano deve offrire la stesse possibilità di contrasto alla violenza. Per questo lo sforzo che abbiamo compiuto prima come Provincia e ora come Città metropolitana è stato quello di dare vita a una nuova forma di governance che vede lavorare insieme tutte le istituzioni, ciascuna per le sue competenze”.
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Domani, artedìAlle
Le due “salette” nel capoluogo eporediese sono una nuova tappa del progetto “Una stanza per te”, un’idea nata da una proposta dell'Associazione Svolta Donna per creare all’interno di commissariati e caserme degli spazi protetti, accoglienti ma adeguatamente attrezzati, per raccogliere le testimonianze delle donne che entrano per denunciare violenze su di sé o sui propri familiari.
La ex Provincia di Torino nel
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