I NOSTRI COMUNICATI

 

Pari opportunità

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La Città metropolitana di Torino è vicina al dolore di Gianni per la scomparsa di Franco: la consigliera metropolitana Carlotta Trevisan - delegata dalla sindaca metropolitana Chiara Appendino a seguire le politiche di pari opportunità - ricorda oggi con simpatia e commozione la coppia omosessuale che dopo 52 anni di convivenza aveva potuto in agosto suggellare in matrimonio la prima unione civile di Torino.

"Una coppia storica, un'unione civile storica" dice Carlotta Trevisan commemorando Franco scomparso ad 83 anni dopo una lunga malattia.

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La giornata internazionale contro l’omofobia viene festeggiata in una data storica: il 17 maggio 1990 infatti l’Oms decise di rimuovere l'omosessualità dalla classificazione internazionale delle malattie, stabilendo che non rientrava più tra i disturbi mentali e definendola per la prima volta nella storia come "una variante naturale del comportamento umano”.

La Città metropolitana di Torino aderisce alla dodicesima Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia, nota in tutto il mondo come IDAHOBIT (International Day Against Homophobia, Biphobia and Transphobia), riconosciuta dall’Unione Europea e dalle Nazioni Unite e celebrata per la prima volta il 17 maggio del 2005.

“È un momento significativo, ancorché simbolico, per ribadire la volontà del nostro ente di contrastare ogni forma di violazione dei diritti, sostenere le pari opportunità di genere e contrastare al discriminazione nei confronti dell’orientamento sessuale delle persone e dell’identità di genere” ha spiegato la consigliera delegata alle pari opportunità della Città metropolitana”.

Su questo fronte, la Città metropolitana si è impegnata, cogliendo il testimone dell’ex Provincia di Torino, con numerose iniziative a cominciare dall’attività dell’Unar, il nodo provinciale antidiscriminazioni.

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Le  Banche del tempo sono un"istituto di credito" molto particolare, dove non si deposita denaro bensì tempo e disponibilità. Sono un luogo che agisce come centro di raccolta della domanda e dell'offerta di tempo, come regolatore di nuovi sistemi di reciprocità, considerando questa come una forma di aiuto tra soggetti paritari. I soci della Banca attuano uno scambio reciproco di prestazioni e di tempo offrendo ciò che sono in grado di fare e ricevendo ciò di cui hanno bisogno.

Si tratta di una forma di collaborazione, e non di volontariato, con la quale ci si aiuta ad affrontare anche le incombenze e gli impegni della vita quotidiana e familiare. In breve chi, ad esempio, sa suonare il pianoforte può offrire due ore di lezione in cambio di altrettante ore di piccoli aiuti domestici.

Il Coordinamento delle Banche del tempo della Provincia di Torino ha preso forma nel 1996, su iniziativa della Commissione consiliare pari opportunità della Provincia di Torino, e comprendeva all’inizio cinque banche. Nel 2016, il Coordinamento Banche del tempo della Città metropolitana di Torino conta 15 banche iscritte e altre quattro non iscritte: ciascuna ha in media una cinquantina di soci.

Il Coordinamento ha festeggiato il ventennale con un incontro che si è svolto questa mattina, venerdì 6 maggio 2016, nella Sala Consiglieri di Palazzo Cisterna a cui hanno preso parte la consigliera delegata alle pari opportunità della Città metropolitana di Torino Lucia Centillo, l'assessore alle pari opportunità di Regione Piemonte Monica CeruttI  e l’ex assessora alle pari opportunità della Provincia di Torino Aurora Tesio, che fu promotrice di molte iniziative per la messa in rete delle banche del tempo del territorio e oggi è presidnete dle Coordinamento provinciale delle Banche del tempo.

“Le Banche del tempo sono un’interessante formula di coesione sociale” commenta la consigliera Lucia Centillo “perché in tempi di crisi propongono un modello di economia non monetaria che fonda sul mutuo-aiuto, sul radicamento territoriale, sullo scambio solidale, insomma sono un modello di resilienza su piccola scala. Per questo ritengo che anche all’interno dell’associazionismo vadano sostenute e rilanciate, hanno delle peculiarità che ben si accorda con l’intento della Città metropolitana di sostenere il welfare e la qualità della vita pur sapendo che le risorse che oggi il pubblico può mettere a disposizione per questi obiettivi è limitato”.

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Le Banche del tempo sono un "istituto di credito"molto particolare,dove non si deposita denaro bensì tempo e disponibilità. È un luogo che agisce come centro di raccolta della domanda e dell'offerta di tempo, come regolatore di nuovi sistemi di reciprocità, considerando questa come una forma di aiuto tra soggetti paritari. I soci della Banca attuano uno scambio reciproco di prestazioni e di tempo offrendo ciò che sono in grado di fare e ricevendo ciò di cui hanno bisogno.

Si tratta di una forma di collaborazione, e non di volontariato, con la quale ci si aiuta ad affrontare anche le incombenze e gli impegni della vita quotidiana e familiare. In breve chi, ad esempio, sa suonare il pianoforte può offrire due ore di lezione in cambio di altrettante ore di piccoli aiuti domestici.

Il Coordinamento delle Banche del tempo della Provincia di Torino ha preso forma nel 1996, su iniziativa della Commissione consiliare pari opportunità della Provincia di Torino, e comprendeva all’inizio cinque banche.

Nel 2016, il Coordinamento Banche del tempo di Torino e provincia festeggia il ventennale con un incontro che si svolge questa mattina, venerdì 6 maggio 2016 dalle 9 alle 13.00 nella Sala Consiglieri di Palazzo Cisterna.

Programma
Le banche del tempo tra economia di condivisione, sviluppo di comunità e cittadinanza attiva
modera l'incontro Franco Fratto, direttore giornale online cittadino Vicini.to.it
8.30/9.00 Accoglienza
9.00/9.15 Presentazione dell’iniziativa
Rosalba Vinci, Coordinamento delle Banche del tempo della Città metropolitana di Torino
9.15/9.45 Saluti istituzionali
Lucia Centillo, consigliera delegata alle pari opportunità della Città metropolitana di Torino
Monica CeruttI, alle pari opportunità dellaRegione Piemonte
Ilda Curti, assessora alle pari opportunità del Comune Torino
9.45/10.15 Le Banche del tempo: storia e prospettive
Aurora Tesio, già assessora alle pari opportunità della Provincia di Torino
10.15/10.45 Le Banche del tempo negli scenari dello sviluppo di comunità
Gianni Garena, docente facoltà scienze politiche dell’Università di Torino
10.45/11.15 Economia della condivisione
Franco Fratto, giornalista, direttore giornale cittadino online “Vicini”
11.15/11.45 Microfinanza comunitaria e imprenditorialità: scambio di competenze per la libertà finanziaria
Patricia Pulido, Cooperativa Labis- Laboratorio d’innovazione sociale
11.45/12.00 12.00/12.30 Le Banche del tempo in Italia
Maria Luisa Petrucci, presidente coordinamento nazionale Banche del tempo
Conclusioni
Elena Di Bella, dirigente politiche sociali e di parità della Città metropolitana di Torino.

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Il dott. Marcello Maddalena, nominato Presidente dell’Associazione Rete Dafne Onlus, si dichiara onorato dell’incarico ricevuto ed auspica “una sempre maggiore sensibilizzazione ed attivazione della società e delle istituzioni a sostegno delle vittime di reato, in un quadro di collaborazione nazionale e internazionale che appare sempre più indispensabile di fronte ad un panorama di globalizzazione del crimine”.

Il Procuratore Armando Spataro esprime grande soddisfazione per la nomina del dott. Maddalena che "potrà garantire un nuovo impulso per la prosecuzione del cammino della Rete Dafne".

L’Associazione Rete Dafne si è costituita nel novembre 2015, a compimento di un percorso avviato nel 2008, su impulso della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torino e sostenuto costantemente dalla Compagnia di San Paolo. I partner storici, oltre a Compagnia, sono: Città Metropolitana di Torino (ex Provincia di Torino), Città di Torino, A.S.L. TO2, Associazione Gruppo Abele, Associazione Ghenos. La Rete, in sintonia con le direttive europee, si occupa di ascolto e sostegno delle vittime di reato, offrendo informazioni sui diritti, sostegno psicologico, consulenza medico psichiatrica, incontri di mediazione. Dal 2008 a oggi ha accolto 1450 persone.

Luca Remmert, Presidente della Compagnia di San Paolo, si ritiene convinto che “la recente costituzione dell'Associazione, ma soprattutto la nomina di una figura di altissimo profilo come Marcello Maddalena alla sua presidenza, consentiranno a questa esperienza esemplare di essere sempre più riconosciuta a livello nazionale ed europeo".

"Si è deciso di proseguire il progetto Dafne avviato dalla Provincia di Torino – afferma Lucia Centillo, Consigliera delegata ai Diritti Sociali e Parità, Welfare della Città Metropolitana di Torino - per far crescere e mettere a sistema un’esperienza che ha mostrato di avere grosse potenzialità, una rete capace di offrire sostegno ai cittadini e alle cittadine che hanno vissuto esperienze personali difficili. Inoltre, i dati mostrano che molto spesso le persone che si rivolgono a Rete Dafne sono donne, vittime di violenza domestica".

“E’ una mission importante e di grande valore sociale, che la Città di Torino condivide e sente il dovere di promuovere e sostenere. Proprio per questo motivo abbiamo appoggiato fin dal principio il progetto Rete Dafne – spiega il vicesindaco Elide Tisi - accogliendolo con estremo favore e partecipando attivamente al suo ulteriore sviluppo e alla costituzione dell’Associazione. Il campo d’azione di Rete Dafne è molto delicato e, per ottenere buoni risultati, richiede l’impegno e la collaborazione di diversi soggetti. Occorre lavorare insieme – sottolinea Tisi.  Andare avanti con lo spirito e il metodo che pone istituzioni pubbliche e realtà del privato sociale, ciascuna per la propria parte, le une al fianco delle altre, unite nel proseguire quanto già fino a oggi realizzato, rafforzandolo e consolidandolo. Lavorare insieme, in rete, anche per favorire l’affermarsi di un orientamento culturale di maggior attenzione alle vittime e ai loro diritti per giungere – conclude il vicesindaco – a dare corpo agli orientamenti europei in tema di livelli minimi di assistenza e protezione per le persone vittime di reato”.

La Rete Dafne costituisce un'esperienza unica in Italia di proficua integrazione di risorse, competenze e professionalità tra Enti pubblici e privato sociale. “Con lo spirito di chi ha sempre creduto che i problemi sociali vadano affrontati insieme, il Gruppo Abele – come ricorda il suo fondatore, Luigi Ciotti - ha aderito anni fa alla Rete Dafne, oggi associazione presieduta da una persona autorevole, competente, sensibile come Marcello Maddalena. Le persone vittime di reato hanno sì bisogno di giustizia – sottolinea Ciotti - ma altrettanto hanno bisogno di riconoscimento, ascolto, considerazione. Di qualcuno che sappia guardare nella profondità di ferite difficilmente rimarginabili, e dia loro la forza per ricominciare, trasformando la fragilità in forza, la paura in speranza. Cioè di una società che non dimentichi mai di essere comunità responsabile, capace di tutelare diritti, di contrastare le ingiustizie e di alimentare quei legami fraterni che sono il primo fondamento del bene comune”.

“L'ASL To2 – come ricorda il Direttore Generale dott. Alberti - ha partecipato fin dall'inizio alla sperimentazione della Rete Dafne attraverso il Dipartimento di Salute Mentale ritenendo il Progetto, oggi trasformato in associazione, molto importante. Infatti – aggiunge Alberti - il nostro impegno per tutelare la salute nel nostro territorio di competenza non consiste solo nel garantire ai cittadini le cure quando si ammalano ma anche tentare di prevenire che questo accada. La prevenzione dello sviluppo di disturbi da stress post traumatico nelle vittime, campo oggi così attuale e significativo, è un esempio di tale impegno”.

“La proposta di un percorso di sostegno psicologico - afferma Ivano Trino, Presidente dell’Associazione Ghenos - consente di offrire alla persona vittima di reato uno spazio d'ascolto in cui possa emergere una domanda d'aiuto che le permetta di attivare quelle risorse interne che rendono possibile il trattamento dell'eventuale trauma e una storicizzazione degli eventi vissuti".

La segreteria telefonica della Rete Dafne (011.5683686) è attiva 24 ore su 24.

Per ulteriori informazioni: http://retedafnetorino.it/

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Le attività sportive sono un ottimo “campo” in cui promuovere le pari opportunità e per contrastare le discriminazioni: infatti il lavoro di squadra, la “sana” competizione,  il senso di coesione e il confronto rappresentano già di per sé elementi che aiutano a sviluppare sentimenti di inclusività. Per contro, lo sport è anche una delle attività in cui la differenza di prestazioni può scatenare, specialmente in età giovanile, atteggiamenti di discriminazione sui quali occorre lavorare in termini culturali.
Per queste ragioni delle attività di sensibilizzazione e informazione presso associazioni sportive dilettantistiche sono uno degli elementi-chiave previsti da un bando che la Città metropolitana di Torino ha deliberato per promuovere un progetto integrato di promozione delle pari opportunità e contro le discriminazioni.
Si tratta di 140mila euro (con un cofinanziamento del 10% da parte dei proponenti) che verranno destinati a un unico progetto: tuttavia le specifiche caratteristiche del bando prevedono che venga coinvolto tutto il territorio della Città metropolitana e che a realizzare il progetto sia una “rete” di soggetti, in modo tale da distribuire in modo omogeneo su tutta la cittadinanza metropolitana i risultati dell’intervento.
“Non è stato facile, visti i magri bilanci con cui dobbiamo fare i conti” spiega Lucia Centillo, consigliera delegata alle politiche sociali della Città metropolitana che ha messo a punto il bando  “mettere a punto un meccanismo che fosse mirato e nello stesso tempo coinvolgesse tutte le zone omogenee del nostro territorio. Ma riteniamo di aver dato un indirizzo che coniuga l’efficacia alla buona distribuzione”.
Il bando prevede tre obiettivi:
percorsi di sensibilizzazione e informazione rivolti ad associazioni sportive dilettantistiche del territorio metropolitano e loro iscritti/e, in età compresa tra 10 e 20 anni;
-  attivazione di percorsi formativi rivolti a studenti, studentesse e corpo docente di istituti scolastici di istruzione secondaria superiore e di agenzie formative (limitatamente a quelle che si occupano di obbligo formativo) del territorio metropolitano. I percorsi devono prevedere momenti di discussione, ascolto attivo, riflessione collettiva, role-playing
- realizzazione di una campagna di sensibilizzazione sui temi del contrasto ai modelli stereotipati di genere, dell’accettazione della diversità e valorizzazione delle differenze rivolta a tutta la cittadinanza.   
Il progetto deve essere proposto da una rete di soggetti (da 5 a 12), di cui uno avrà compiti di coordinamento, e potrà coinvolgere, a seconda degli obiettivi, comitati locali di enti di promozione sportiva riconosciuti dal Coni, organizzazioni di volontariato; associazioni di promozione sociale, cooperative sociali, enti privati senza scopo di lucro. Inoltre, per ciascuno degli obiettivi previsti dal progetto, dovranno essere coinvolti almeno 5 associazioni sportive dilettantistiche, due istituti scolastici e/o agenzie formative per ciascuna zona omogenea.
Il progetto deve essere concluso entro il 2016 e il bando scade il 12 gennaio 2016. Le caratteristiche del bando verranno presentate in modo approfondito il  9 dicembre 2015 alle 14  presso la Sala Consiglieri della Città metropolitana di Torino (via Maria Vittoria 12 , Torino). Alle persone interessate, si chiede cortesemente di comunicare la propria presenza al seguente indirizzo:

bandopariopportunita@cittametropolitana.torino.it



Il bando si può visionare all’indirizzo:

http://www.cittametropolitana.torino.it/speciali/2015/antidiscriminazione/

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"È ora di finirla con queste pubblicità che mercificano il corpo della donna per colpire l'immaginazione del pubblico con mezzi di basso livello". La consigliera metropolitana delegata ai diritti sociali, parità e welfare Lucia Centillo interviene nella polemica suscitata dallo slogan "Oggi ve la diamo gratis - Mordi la patata"utilizzato dalla catena di fast food "Amsterdam Chips", specializzata in patatine fritte.
"Ci rivolgiamo a tutti, garante, aziende e creativi" prosegue Centillo, "perché si arrivi una volta per tutte a creare campagne pubblicitarie pulite e attente alla dignità di ogni persona, capaci di non sacrificare buon gusto e rispetto degli altri per il mero tornaconto economico".

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La parità di genere nella Città metropolitana è una realtà. Non solo è un principio generale previsto esplicitamente dallo Statuto, ma le donne sono ben rappresentate sia in Giunta che in Consiglio". Così Lucia Centillo, consigliere con delega alle pari opportunità della Città metropolitana di Torino, ha commentato l'invito dell'assessore regionale Monica Cerutti, rivolto con una lettera ai sindaci dei comuni piemontesi, ad applicare il principio della parità di genere nelle Giunte e nei Consigli comunali.

"La Provincia di Torino ha svolto per anni un lavoro intenso sulle politiche di genere, collaborando con la Consigliera di parità, con l'Unar, e promuovendo politiche dei tempi che sono sicuramente fondamentali per una maggiore parteciapzione delle donne alla società civile. È un patrimonio di esperienze che la Città metropolitana ha ereditato, e che si riflette nella composizione dei consiglieri delegati -4 donne e 4 uomini- e in quella del Consiglio -6 donne su 19 componenti".

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Domani mercoledì 4 marzo, nell'ambito delle iniziative organizzate dal Comune di Moncalieri per la festa della donna, verrà inaugurata alle 17.30 presso la Biblioteca Arduino di Moncalieri la mostra fotografica "Uomini in guerra, donne al lavoro", curata dalla Città metropolitana di Torino.

La mostra raccoglie immagini fotografiche di donne al lavoro nelle fabbriche della Società nazionale Officine Savigliano durante la Grande Guerra Stabilimenti Torino e Savigliano, durante la Prima guerra mondiale. L'esposizione sarà visitabile fino al 16 marzo; con ingresso gratuito.

Le foto sono un prezioso patrimonio documentario costituito da circa una sessantina di fotografie che la Fondazione Vera Nocentini ha avuto in consegna da Gianni Alasia, ex dirigente sindacale della CGIL torinese.

Si tratta di immagini scattate tra il 1915 e il 1916 all'interno dei reparti degli stabilimenti della Società nazionale delle Officine di Savigliano, storico marchio metalmeccanico piemontese nato nel 1879, che nei primi decenni del Novecento poteva contare su una forza lavoro di circa 1.650 operai, distribuiti nello stabilimento di Savigliano e in quello di Torino, incastrato tra le sponde della Dora nel quartiere di Borgo Vittoria, cuore della Torino operaia.

La documentazione iconografica, di grande impatto visivo ed emotivo, testimonia la presenza della manodopera femminile all'interno della fabbrica durante gli anni della prima guerra mondiale quando, proprio le donne, furono chiamate tra i reparti per sostituire gli uomini partiti per il fronte, segnando con grande puntualità i processi di lavorazione all'interno della fabbrica (aviazione, selleria, meccanica, elettricità).

Il periodo compreso tra il 1914 e il 1918 rappresenta per l'azienda un vero e proprio punto di svolta, sia perché si registra il massimo grado di espansione dell'occupazione femminile, sia perché inizia una diversificazione della produzione che, spinta dalle esigenze belliche, porterà la società ad allargare il campo attraverso la realizzazione di costruzioni aeronautiche (aeroplani, navicelle ed ossature per dirigibili, aviorimesse), pezzi per l'artiglieria (dai minuscoli congegni agli elementi più pesanti), bombe ed attrezzature di guerra che caratterizzeranno il marchio Savigliano anche negli anni successivi.

L'album che rappresenta una fonte assolutamente inedita e preziosa, venne donato dal direttore SNOS Giovanni Sgorbati a Gianni Alasia, che fra il luglio 1950 e il 1952 fu segretario del consiglio di gestione delle officine di Torino e Savigliano.

Per informazioni: Biblioteca civica A. Arduino - Via Cavour 31 – 10024 Moncalieri - 011 6401611, www.comune.moncalieri.to.it/biblio