Pari opportunità
Presentata un’indagine in occasione della Giornata internazionale della donnaLa Città metropolitana di Torino aveva, alla fine del 2020, 789 dipendenti, di cui 426 di sesso maschile e 363 di sesso femminile. Su 15 dirigenti, 6 erano di sesso femminile, ma nelle categorie D e C, che includono i funzionari, le donne erano più numerose (categoria D 144 uomini, 149 donne, categoria C 107 uomini, 185 donne). E anche con un livello più elevato di istruzione: le donne laureate erano il 18% contro il 12% dei dipendenti di sesso maschile. Il divario fra i due sessi, dal punto di vista del lavoro nell’Ente di area vasta, insomma, risultava abbastanza contenuto (e lo è ancora, nonostante i mutamenti nell’organico avvenuti nel 2021, che non inficiano però il quadro generale). Ma come nel resto d’Italia, sulle donne pesa decisamente di più la conciliazione delle esigenze familiari sulla vita lavorativa e quindi fanno un ricorso più elevato alle opportunità a disposizione: permessi, part time, aspettativa, vicinanza al luogo di lavoro.
È quanto emerge da un'indagine interna avviata dalla Direzione Istruzione e sviluppo sociale della Città metropolitana di Torino e sviluppata grazie al lavoro di una tirocinante, Anna Maria Berloco Scalera del corso di laurea magistrale Politiche e servizio sociale, per capire chi sono le lavoratrici della Città metropolitana, quali ruoli ricoprono, quali sono stati i loro percorsi scolastici e di carriera: i risultati sono stati presentati in occasione della Giornata internazionale della donna, lunedì 7 marzo nella sede di corso Inghilterra e on line: come ogni anno, un’occasione di incontro con le dipendenti e i dipendenti dell'ente .
La ricerca ha cercato di raffigurare le funzioni ricoperte dalle donne nelle diverse Direzioni e all'interno delle Società partecipate, raccogliendo storie, esperienze e riflessioni delle lavoratrici che, con impegno e creatività, sono riuscite a trovare un equilibrio tra differenti ruoli e conciliare la cura della famiglia con la propria realizzazione professionale.
“Questo è il primo degli incontri della rassegna che abbiamo chiamato Women@work“ ha spiegato la consigliera delegata metropoliattana alle politiche sociali e di parità Valentina Cera “che proseguirà con altri appuntamenti, perché l’attenzione alle tematiche di parità deve essere una costante. Oggi c’è una direttiva europea che impone alle pubbliche amministrazioni di porre rimedio al gender gap per poter accedere ai finanziamenti dei fondi europei. Anche se la situazione è migliorata, le donne sono più istruite e hanno più opportunità, esiste sempre quell’invisibile tetto di cristallo che le fa arrivare sempre un po’ sotto agli uomini”.
Un “tetto” che si ripresenta in svariate situazioni, dai convegni- come hanno sottolineato la consigliera delegata alle attività produttive Sonia Cambursano e la consigliera di Parità della Città metropolitana Michela Quagliano – così come nello smartworking – a cui ha dedicato una relazione dal titolo "L’equilibrio tra lavoro e vita privata nel post pandemia” di Sonia Bertolini, professoressa associata in Sociologia del Lavoro presso il Dipartimento cultura politica e società dell’Università degli studi di Torino: per molte donne il lavoro agile rappresenta un’opportunità per conciliare meglio vita privata e lavoro ma spesso anche una dimensione “porosa” in cui le due dimensioni si confondono e sovrappongono e che si rivela particolarmente stressante.
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Città metropolitana di Torino aderisce alla 17^ edizione della Giornata Internazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la transfobia e la bifobia, indicata nella sigla IDAHOTB (International Day against homophobia, transphobia and biphobia) che si celebra lunedi 17 maggio.
Un'iniziativa sostenuta e promossa dalla rete RE.A.DY, la Rete italiana delle Regioni e dagli Enti Locali impegnati per prevenire, contrastare e superare le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere - che attualmente conta 210 partner tra cui la Città metropolitana di Torino - che organizza un'azione congiunta fra i partner su un tema e uno strumento votato a maggioranza nell’Incontro Annuale della rete. Nell’ultimo incontro annuale, la RE.A.DY aveva scelto di realizzare per il 17 maggio 2021 una campagna di comunicazione per il contrasto all’utilizzo di parole d’odio.
“Dobbiamo impegnarci tutti per combattere i pregiudizi e le discriminazioni nei confronti delle persone LGBTI che continuano quotidianamente a vivere nella paura e nell'insicurezza. È una questione di diritti umani che riguarda tutti noi”: questo il commento del vicesindaco metropolitano Marco Marocco in occasione di una giornata che quest’anno ricopre un significato ulteriore alla luce del dibattito e dell'attenzione politica nazionale sul disegno di legge Zan “Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità”.
Sul tema delle parole d'odio, Marocco aggiunge: “Abbiamo affrontato l’argomento hate speech lo scorso aprile durante l’incontro #Machedici?, organizzato dal Nodo antidiscriminazioni della Città metropolitana di Torino in collaborazione con Ires, un incontro positivo e partecipato durante il quale abbiamo approfondito con esperti le modulazioni dei discorsi d’odio e di quanto, se non si agisce con interventi di prevenzione e contrasto, possano sconfinare nel crimine vero e proprio".
Secondo la quinta edizione della Mappa dell’intolleranza pubblicata da Vox – Osservatorio Italiano sui Diritti, che rileva ogni anno la diffusione del cosiddetto hate speech in rete, l’odio via social nell’anno della pandemia si è propagato su tutto il territorio. Sebbene nel totale siano diminuiti, i discorsi d’odio in rete non si concentrano più soltanto nei grandi centri urbani, ma sono diffusi in tutta la penisola.
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Vengono chiamati “hate speech” e in italiano sono i discorsi d’odio, ovvero un tipo di comunicazione che, con elementi verbali e non verbali, diffonde odio e intolleranza verso un individuo o un gruppo di individui accomunati da etnia, orientamento sessuale o religioso, disabilità, una diversa appartenenza sociale o culturale. Un atteggiamento che incita e amplifica pregiudizi e paure e che ha trovato un terreno fertile nella comunicazione on line, specialmente attraverso i social media che fanno leva su reazioni emotive più che su articolati ragionamenti. Ma come contrastare e rendere innocuo questo tipo di discorsi che fin troppo facilmente diventa virale?Se ne parlerà il 14 aprile in un seminario on line dal titolo #Ma che dici?", organizzato dal Nodo antidiscriminazioni della Città metropolitana di Torino. Il Nodo metropolitano, che fa parte di una Rete regionale contro le discriminazioni, ha fra i suoi compiti l’informazione la sensibilizzazione sui temi del contrasto alle discriminazioni e l’orientamento e l’accompagnamento di chi vuole segnalare una discriminazione, anche attraverso i 52 Punti informativi presenti sul territorio, attivati con il coinvolgimento di 31 soggetti pubblici e privati.
Di seguito il programma:
Introduce e modera:
Viorica Nechifor – giornalista, presidente dell’Associazione Nazionale Stampa Interculturale
14.15 – 14.45
Saluti Istituzionali
Marco Marocco - vicesindaco della Città metropolitana di Torino
Triantafillos Loukarelis – direttore dell’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali
Alberto Cirio – presidente della Regione Piemonte *
Marco Giusta – assessore ai diritti della Città di Torino
Michele Rosboch – presidente dell’Ires Piemonte
14.45 - 15.15
Nodo metropolitano contro le discriminazioni: attività realizzate e sviluppi futuri
Antonella Ferrero – responsabile Nodo contro le discriminazioni, Città metropolitana di Torino
15.15 – 15.45
Discorsi d’odio: cosa sono e come contrastarli
Federico Faloppa – docente di sociolinguistica all’Università di Reading e coordinatore della Rete nazionale per il contrasto ai discorsi e ai fenomeni d’odio
15.45 - 16.15
Contro-narrazioni per combattere il razzismo online: il progetto CO.N.T.R.O.
Roberto Bortone – Unar, coordinatore progetto CO.N.T.R.O.
16.15 – 17.15
Contrastare i discorsi d’odio: esperienze dei Punti informativi della Rete metropolitana contro le discriminazioni
Souad Maddahi – mediatrice interculturale associazione A.M.M.I.
Ayoub Moussaid – portavoce Rete 21 marzo Mano nella mano contro il razzismo
Anwar Odeh – operatrice associazione Almaterra
Tommaso Pozzato – presidente associazione Balon Mundial
Jacopo Rosatelli – socio associazione Maurice GLBTQ
17.15 – 17.30
Confronto e conclusioni
Come partecipare:
è richiesta l’iscrizione compilando il modulo al seguente link: shorturl.at/ajrJN
Alle persone iscritte sarà inviato il link per il collegamento alla piattaforma il 13 aprile
Per informazioni: antidiscriminazioni@ires.piemonte.it
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Se nel 2019 il bilancio in tema di donne e mercato del lavoro era decisamente negativo, nel 2020 è decisamente peggiorato: a causa della pandemia si sono persi 444mila posti di lavoro di cui 312mila posti di donne. È quanto emerge dalla relazione annuale della Consigliera di parità della Città metropolitana di Torino: porta ancora la firma di Gabriella Boeri, che ha ricoperto il ruolo per un decennio e ora ha passato il testimone a Michela Quagliano.Il lavoro dell’Ufficio della Consigliera di parità non si è interrotto con i ripetuti lockdown ma è proseguito, ovviamente, con un maggior uso delle piattaforme web e dei sistemi di comunicazione a distanza. I problemi delle lavoratrici, acuiti anche dalla crisi economica che ha appunto coinvolto più severamente settori economici che fanno ricorso in modo consistente alla manodopera femminile (fra tutti, per esempio, il settore turistico) ripropongono però i problemi di sempre: non accenna ad arretrare la persistente discriminazione delle lavoratrici madri, come testimoniano i dati raccolti dalla Direzione territoriale del lavoro con riferimento alle dimissioni “volontarie” o licenziamenti per “motivi economici” in conseguenza alla maternità. Molte donne sono discriminate dopo il congedo di maternità con demansionamento, diniego di flessibilità oraria, rientri fortemente contrastati e raramente agevolati, soprattutto dopo il secondo figlio.
L’Ufficio della Consigliera ha ricevuto molte segnalazioni, alcune anche da parte di uomini, con una netta preponderanza di problematiche legate ai congedi parentali, alla conciliazione dei tempi di vita e lavoro, alle flessibilità orarie e ai part-time e alla fruizione dei permessi L.104 per la cura di familiari.
Nel 2020si sono rivolti all’Ufficio della Consigliera di parità297 utenti: donne 271, uomini 26. A causa dell’emergenza sanitaria Covid 19 si è verificata una consistente riduzione dell’attività nel periodo marzo-maggio per il lockdown, anche se il servizio è rimasto attivo in modalità remota. Ne è risultato un decremento sostanziale del numero di coloro che si sono rivolti all’Ufficio (oltre il 50%) rispetto al 2019.
Nella maggior parte dei casi, 120, sono state fornite informazioni o consulenze telefoniche. 91 le consulenze fornite tramite e-mail, e sono state riorientate presso altri Uffici per motivi di competenza 28 persone. I casi per cui si è effettivamente aperta un’istruttoria formale, con colloquio e attività di mediazione, sono stati 51 (48 donne e 3 uomini) L’età media di coloro che si rivolgono all’Ufficio si colloca nella fascia 31-50: solo 7 hanno oltre 50 anni, 22 dai 41 ai 50 anni, 18 dai 31 ai 40 anni e solo 4 tra i 20 e i 30 anni.
Fra questi prevalgono le persone conviventi o coniugate (26),anche se il numero di nuclei monoparentali (22)è rilevante. In maggioranza hanno prevalentemente figli (30), 20utenti non hanno figli/e e solo un caso ha più di due figlie. Il titolo di studio è elevato (23 il diploma e 17 la laurea, 11 con licenza media)
La tipologia dei casi trattati: la parte più consistente riguarda la conciliazione dei tempi di vita e lavoro, con richieste di flessibilità oraria e part-time. Persistono alcuni casi di demansionamento, vessazioni, licenziamento al rientro dal congedo per la maternità. Numerosi casi di presunto mobbing, che vengono seguiti anche in collaborazione con gli sportelli antimobbing dei Sindacati, come da protocollo d’intesa, e con gli Spresal delle Asl, anche se comunque permangono molte difficoltà nel riconoscere e far riconoscere e tutelare la situazione di mobbing sul posto di lavoro.
L'attività della Consigliera di parità non si limita tuttavia a quelle "di sportello", ma è indirizzata alla prevenzione con numerose collaborazioni, come quelle con le reti di referenti di parità delle Agenzie formative e dei Centri per l'impiego, con l'Agenzia del lavoro e con la Consigliera di parità regionale, con il Servizio di politiche sociali e pari opportunità e il Cug della Città metropolitana. La Consigliera partecipa inoltre a Tavoli come quello incentrato sui maltrattanti, alle iniziative congiunte con i Centri antiviolenza, e più in generale collabora con le istituzioni preposte alla tutela dei diritti delle donne in moltissime iniziative, convegni, eventi informativi e formativi. Da segnalare la partecipazione della Consigliera di parità alla strategia per l’innovazione sociale WE.CA.RE, messa in campo dalla Regione Piemonte nella programmazione 2014-2020: nel corso dell’ultimo anno sono stati portati avanti alcuni dei progetti del bando WE.CA.RE al cui partenariato la Consigliera di parità aveva dato adesione e sono stati realizzate sia riunioni di coordinamento e monitoraggio delle attività sia alcuni workshop.
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La Città metropolitana di Torino ha pubblicato il bando per la presentazione delle candidature per il/la Consigliere\a di parità dell'Ente.
L'attività svolta dal Consigliere\a di parità, funzione nominata dal Ministro delle pari opportunità, è dovuta per legge, e e riceve supporto logistico e finanziario dalla Città metropolitana.
Fra le situazioni in cui il Consigliere di parità può fornire consulenza e intervenire vi sono per esempio la preferenza per persona di un altro sesso al momento dell'assunzione, a parità di tutte le altre condizioni; ostacoli nella conciliazione degli impegni lavoro/famiglia; trasferimenti, licenziamenti o demansionamenti al ritorno dal congedo per maternità; cambio delle condizioni contrattuali all'annuncio della gravidanza; rifiuto dei congedi per malattia dei figli; rifiuto o limitazione dei congedi genitoriali (per mamme e per papà); rifiuto del part time richiesto per problemi familiari; limitazioni o impedimenti alla progressione di carriera; molestie anche a sfondo sessuale; mobbing.
Il Consigliere di parità può intervenire con consulenze, attività di mediazione e anche in giudizio. Oltre a questa attività, partecipa ai tavoli, alle reti e alle attività di progettazione strategica e di proposta di iniziative sia in ambito formativo che in quello relativo alle politiche attive del lavoro.
"Gabriella Boeri è stata per due mandati la nostra Consigliera di parità" spiega il vicesindaco metropolitano Marco Marocco, che ha la delega alle politiche di pari opportunità "e ha fatto un lavoro importantissimo, in crescendo negli anni: nel 2019 le richieste di consulenza sono state 675, in gran parte da un'utenza femminile, spesso legate a problemi di conciliazione dei tempi di lavoro con gli impegni familiari. Sebbene il 2020 sia un anno difficilissimo sul fronte del lavoro, speriamo che l'esperienza di smart working legata ai mesi del lockdown sia d'impulso per migliorare la qualità della vita e della conciliazione dei bisogni professionali e personali".
Per partecipare al bando bisogna possedere requisiti di specifica competenza ed esperienza pluriennale in materia di lavoro, di normative sulla parità e pari opportunità nonché di mercato del lavoro, comprovati da idonea documentazione.
Le candidature potranno essere presentate dal 29 giugno al 13 luglio 2020 .
Il bando e tutta la documentazione sono consultabili e scaricabili qui:
http://www.cittametropolitana.torino.it/istituzionale/nomine/index.shtml
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Nei prossimi mesi proseguirà la collaborazione tra la Città Metropolitana di Torino – in particolare la Direzione istruzione, pari opportunità e Welfare – e la Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza. La nuova Garante, Ylenia Serra, nominata dal Consiglio regionale il 3 dicembre scorso, ha incontrato il Vicesindaco metropolitano Marco Marocco e Monica Tarchi, responsabile della Direzione Istruzione, pari opportunità e Welfare, per un primo giro d’orizzonte sui progetti in atto inerenti la mediazione familiare e il sostegno ai genitori e figli che affrontano la separazione.La Garante, il Vicesindaco Marocco, la dirigente e i funzionari presenti all’incontro si sono confrontati sul prosieguo della collaborazione sul progetto “Alunni e genitori che vivono la separazione: uno spazio di parola nella scuola”, che vedrà l’avvio di una iniziativa sperimentale coordinata da Città Metropolitana in collaborazione con il Centro relazioni e famiglie di Torino presso la Scuola Peyron.
Alla dottoressa Serra sono state inoltre illustrate le azioni portate avanti dalla Città Metropolitana negli ultimi anni, in collaborazione con la SFEP-Scuola di Formazione ed Educazione Permanente della Città di Torino per l’aggiornamento degli operatori dei Centri per le famiglie sulle prassi operative a favore di genitori e figli (laboratori di comunicazione per genitori separati, gruppi di parola per i figli) e per la gestione dello Sportello per la mediazione familiare presso l’Ufficio Relazioni con il Pubblico - Sportello del cittadino - del Tribunale di Torino.
Un bilancio del primo anno di attività dello Sportello per la mediazione familiare sarà tracciato nell’incontro in programma martedì 4 febbraio alle 14,30 nella sede di corso Inghilterra 7 della Città Metropolitana. I responsabili dei Centri per le famiglie presenteranno a loro volta le loro attività di sostegno alla transizione separativa. All’incontro sono invitati tutti i soggetti istituzionali e le figure professionali competenti in materia.
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Un’idea nata nel Tavolo coordinato dalla Città metropolitana per progetti dedicati agli autori di violenzaUn flash mob per presentare lo spot contro la violenza sulle donne realizzato dalla Città metropolitana di Torino in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne. È quanto è avvenuto oggi alla stazione torinese di Porta Susa, alla presenza dei protagonisti del video: Simona Sodini, classe 1982, calciatrice della Juventus femminile prima e del Torino Women oggi, e Mauro Melluso, operatore del Gruppo Abele, che fra i tanti progetti ne cura uno dedicato ai “maltrattanti”. Il filmato, andato in onda per la prima volta sabato scorso allo stadio Olimpico Grande Torino, nell’intervallo della partita Torino-Inter, viene trasmesso per 14 giorni sugli schermi della stazione di Porta Susa, sui video della stazione di Porta Nuova e nelle stazioni della metropolitana.
L'idea dello spot è nata nel Tavolo coordinato dalla Città metropolitana per progetti finalizzati al cambiamento degli autori di violenza. La realizzazione è stata curata dall'ufficio stampa dell'ente, a costo zero.
Sempre in occasione della Giornata del 25 novembre, il Comitato unico di garanzia della Città metropolitana di Torino, che ha tra i suoi obiettivi il contrasto alle discriminazioni e alle violenze morali e psicologiche, ha collocato alcune sagome femminili che riportano brevi messaggi con storie di violenza subita dalle donne nell’atrio di ingresso e negli spazi in prossimità del bar della sede di corso Inghilterra. L’allestimento, curato dalla Regione Piemonte, s’intitola "Voci nel silenzio. La violenza nega l'esistenza".
“È un'occasione per sensibilizzare e far riflettere anche i dipendenti della Città metropolitana sul tema della violenza nei confronti delle donne” commenta il vicesindaco Marco Marocco: “problema drammatico che riguarda tutti, e che deve far riflettere anche chi non è direttamente coinvolto”.
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Anche la Città Metropolitana di Torino prende posizione sulla vicenda di Vercelli per condannare fermamente le parole del vicepresidente del consiglio comunale di Vercelli, Giuseppe Cannata di Fratelli d'Italia.Lo fa attraverso le parole del vicesindaco metropolitano Marco Marocco: "è inaccettabile che un rappresentante delle istituzioni discrimini suoi concittadini per ragioni sessuali, utilizzando toni e termini vergognosi. La Città metropolitana di Torino è sempre dalla parte di quanti hanno subito aggressioni verbali o peggio ancora fisiche per le proprie convinzioni sessuali. Confido che il sindaco di Vercelli porga le scuse della Città e dell'istituzione per quanto accaduto".
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Il Coordinamento provinciale delle banche del tempo di Torino compie vent’anni e festeggerà sabato 30 marzo cogliendo l’occasione per ospitare un altro importante appuntamento, l’assemblea plenaria dell’Associazione nazionale che si riunisce per il rinnovo delle cariche.In mattina l’Associazione sarà ospite della Città metropolitana di Torino, che prima dell’avvio dei lavori per il rinnovo delle cariche offrirà ai partecipanti una visita guidata ad hoc nelle sale auliche del palazzo di via Maria Vittoria. La consigliera delegata alle pari opportunità Silvia Cossu interverrà ad accogliere i membri dell’associazione.
Nel pomeriggio le delegate si sposteranno alla Biblioteca civica centrale di Torino, per il convegno “Le Banche del tempo dal buon vicinato al mondo: da risorse a ricchezza” dove saranno accolte dall’assessora regionale Monica Cerutti
Il primo intervento del convegno, a cura del Coordinamento delle banche del tempo della provincia di Torino, verterà su “Perché dal buon vicinato al mondo”; si parlerà quindi delle esperienze delle Bdt con i nuovi cittadini italiani, mentre Marco Crivello del Museo del risparmio racconterà l’esperienza dei laboratori di educazione finanziaria rivolti ai migranti.
La giornata si concluderà con una visita alle vie del centro di Torino a cura della banca del tempo di Vinovo
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Venerdì 29 marzo alle 10, la sede della Città metropolitana di Torino in corso Inghilterra 7 ospiterà un incontro - promosso dalla Consigliera di parità della Città metropolitana di Torino e FederManager Minerva, progetto Obiettivo orientamento Piemonte e Associazione ApEF - per presentare il racconto “Erica vuole fare la Manager” scritto da Annalisa e Francesca Goria.Il progetto di FederManager Minerva si propone non solo di rinsaldare i principi di pari opportunità, ma anche quelli di inclusione e condivisione, così come il tema del talento e del saperlo riconoscere e coltivare. Con una fiaba da proporre ai bambini e bambine della scuola primaria, con la collaborazione delle istituzioni scolastiche, delle Consigliere di parità e Assessore alle pari opportunità locali, promuove modelli femminili di manager e imprenditrici anche attraverso testimonianze dirette.
Il racconto narra le avventure di Erika, una bambina curiosa e intelligente che non ha ancora capito cosa le piacerebbe fare da grande. Insieme ai suoi amici, alle sue amiche ed alla conchiglia Minerva, partirà per un viaggio meraviglioso alla scoperta del suo talento. Le donne che incontrerà lungo la strada le faranno capire che, con un grande impegno, la giusta strategia e un pizzico di intuizione, anche le vette più elevate possono essere raggiunte.
Accompagneranno la mattinata le riflessioni di Renata Tibaldi, coordinatrice nazionale Gruppo Minerva FederManager, di Gabriella Boeri, consigliera di parità della Città metropolitana di Torino, del direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale Fabrizio Manca, della consigliera delegata alle pari opportunità, della Città metropolitana Silvia Cossu e le testimonianze di alcune donne manager Marina Cima, Anna Maria Minetti e Mirella Tronci.
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