Parchi e riserve naturali
È una “Notte da lupi” quella che il Parco Naturale Tre Denti-Freidour propone venerdì 3 febbraio alle 21 nella Sala Felice Carena di via Michelangelo Ferrero 14 a Cumiana, con immagini, dati, racconti, informazioni, domande e risposte sul ritorno del Lupo nel nostro territorio.Il Comune di Cumiana e il Servizio Pianificazione e gestione rete ecologica e aree protette, vigilanza ambientaledalla Città Metropolitana di Torino hanno chiamato ad intervenire all’incontro il guardiaparco dell’Ente di gestione delle Aree protette delle Alpi Cozie Luca Giunti e i fotografi naturalistici Roberto Vezzani, Marco Costantin e Luca Giordani, che partecipano al progetto europeo di tutela del lupo LifeWolfAlps. L’ingresso all’incontro è libero e gratuito, fino ad esaurimento dei posti.
Per ulteriori informazioni: e-mail areeprotette@cittametropolitana.torino.it
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Parchi e riserve naturali
Domani, sabato 17 dicembre, a Cavour all’agriturismo “La Vià” in viale Rimembranza 7 si terrà l’assemblea generale annuale delle Guardie Ecologiche Volontarie della Città Metropolitana di Torino.I lavori si apriranno con il saluto di benvenuto del Sindaco di Cavour Piergiorgio Bertone.
La relazione introduttiva sul tema “Servizi ecosistemici e consumo del suolo” sarà tenuta dall’architetto Simonetta Alberico, funzionaria del Servizio Pianificazione e gestione rete ecologica e aree protette, vigilanza ambientale della Città Metropolitana di Torino. Di “Gestione del verde urbano e regolamento di tutela” parlerà la dottoressa Claudia Bertolotto, funzionaria del Settore Verde pubblico della Città di Torino, mentre il collega Gian Michele Cirulli tratterà il tema “Gestione del patrimonio arboreo urbano ed aspetti normativi”. Il Regolamento forestale regionale sarà l’oggetto della relazione del dottor Guido Bogo, funzionario del Servizio Pianificazione e gestione rete ecologica e aree protette, vigilanza ambientale della Città Metropolitana.
Le prospettive dell’attività delle GEV nel 2017 saranno delineate dal dottor Gabriele Bovo, dirigente del Servizio Pianificazione e gestione rete ecologica e aree protette, vigilanza ambientale della Città Metropolitana.
A chiusura dei lavori sono previsti le considerazioni finali ed il saluto del Vicesindaco metropolitano Marco Marocco. All’assemblea delle GEV parteciperà anche la Consigliera metropolitana Elisa Pirro.
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Parchi e riserve naturali
Scoprire i parchi naturali della Città Metropolitana di Torino nei mesi autunnali, quando la fauna, la flora e l’ecosistema naturale complessivamente inteso si prepara al freddo dell’inverno. E’ la proposta di tre dei parchi che fanno parte della Rete Ecologica Metropolitana, che comprende aree protette nazionali, regionali, metropolitane e comunali e siti della rete Natura 2000. Si tratta di aree già sottoposte a vincoli di tutela naturalistico-ambientale in quanto generalmente dotate di un elevato grado di naturalità e biodiversità. E' il caso dei parchi e riserve naturali di livello nazionale, regionale e metropolitane, ma anche delle aree caratterizzate dalla presenza di habitat di interesse comunitario (ai sensi delle Direttive comunitarie Habitat e Uccelli) riconosciuti a livello nazionale.
Parco del Lago di Candia
Il 1° marzo del 1995 con la Legge regionale 25 veniva sancita ufficialmente l’istituzione del Parco provinciale del Lago di Candia, il primo del suo genere in Italia. L’idea di tutelare con un parco l’ambiente lacustre di Candia era stata promossa sin dall’inizio degli anni ’90 da amministratori lungimiranti e da molti canavesani sensibili alla tutela del territorio. Vent’anni dopo il Parco è un esempio di salvaguardia per l’intero Paese: il lago e le specie che ne popolano le acque e le sponde sono stati recuperati e difesi, mentre la ricerca scientifica, le attività didattiche e la valorizzazione turistica vanno di pari passo e si sostengono reciprocamente. Le attività sportive che si svolgono sul Lago e intorno allo specchio d’acqua rispettano la fauna e la flora. A Candia il volontariato degli amministratori del Parco e delle Guardie Ecologiche Volontarie ed il lavoro dei dipendenti della Città Metropolitana sono di esempio per i cittadini che possono fruire della meraviglia della natura. Grazie alla tutela garantita dall’istituzione del parco, il Lago di Candia è uno dei bacini lacustri più intatti dell’intera Pianura Padana, esempio di una biodiversità tutelata in modo intelligente e sostenibile dalla devastazione urbanistica e ambientale. I numeri dei visitatori, in costante aumento, testimoniano la validità e l’interesse suscitato dalle esperienze di tutela realizzate a Candia. Sono soprattutto le scolaresche (oltre 3.000 gli studenti in visita ogni anno) ad apprezzare la bellezza del Parco, accolte dall’associazione “Vivere i parchi” che cura, per conto e sotto il coordinamento della Città Metropolitana, la didattica ambientale.
Le attività autunnali nel parco del Lago di Candia sono iniziate sabato 29 ottobre con le Serate d’autunno al Parco - Sul lago al tramonto. Si tratta di un’attività su prenotazione, che prevede un’escursione guidata in battello alla scoperta del parco e della sua storia. L’escursione dura un’ora e mezza circa. Lunedì 31 ottobre si è svolta invece la serata “Naturalmente Halloween", dedicata ai segreti e alle strategie degli abitanti della notte. Sabato 12 novembre è invece in programma l’escursione guidata in battello “Sul lago al tramonto", alla scoperta del parco e della sua storia. La serata si conclude con una pizza in compagnia, facoltativa e su prenotazione entro il 10 novembre. Per informazioni sui costi di partecipazione si può telefonare all’associazione “Vivere i Parchi”, al numero 345-7796413 oppure scrivere a vivereiparchi@gmail.com. Il ritrovo dei partecipanti è alle 17,30 al ristorante pizzeria Lido, al Molo 34. L’escursione guidata dura un’ora e mezza circa.
Riserva Naturale dei Monti Pelati
La Riserva Naturale dei Monti Pelati si estende su un'area di circa 146 ettari sulla destra orografica del torrente Chiusella, allo sbocco dell'omonima valle, compresa nei territori dei Comuni di Baldissero Canavese, Vidracco e Castellamonte. I Monti Pelati si presentano brulli e quasi completamente privi di vegetazione: una caratteristica dovuta alla natura della roccia che li compone, oltre che all'erosione causata dalle precipitazioni. Il sottosuolo è formato principalmente da peridotite, una roccia magmatica di colore verde scuro, che si forma a grandi profondità e che è raro trovare in superficie. Essa è composta principalmente da olivina e da affioramenti di magnesite, materiali estratti fin dalla seconda metà del 1700 per l’utilizzo nella produzione di ceramica e di materiali refrattari. Oggi l’olivina viene impiegata per la produzione di vernici e guaine impermeabilizzanti. Per tutelare le caratteristiche del luogo, l’attività di estrazione è limitata a una piccola zona situata a nord-est. Per favorire il recupero ambientale, le aree di scavo non più utilizzate sono ricoperte con materiale vegetale e terreno. Le rocce sono colonizzate da vari tipi di licheni, mentre il resto del territorio è per lo più ricoperto da cespugli radi, praterie aride e brughiere. Sono abbastanza frequenti il Ginepro e il Pungitopo, con qualche presenza di Betulla, Robinia, Roverella e di rimboschimenti composti da Pino silvestre, Pino strobo, Pino nero e Larice. Nei pressi del torrente Malesina si incontrano fasce arbustive di Salice bianco. Tra i fiori più interessanti e rari vanno ricordati la Campanula bertolae, il Linum suffruticosum, la Fumana procumbens e i più comuni Sedum alpinum e i garofani dal colore vivace, capaci di crescere anche in ambienti ostili. I Monti Pelati sono un’oasi xerotermica, che mantiene un clima più mite rispetto alle zone circostanti. Tra gli insetti si annoverano alcune specie rare come il lepidottero Pedasia luteella, il coleottero Phytoecia vulneris e il formicide Leptothorax flavicornis. Alla fine dell’estate si presentano assai numerose le Mantidi religiose. Tra le circa settanta specie di uccelli che si sono ben adattate alle peculiarità della zona figurano il Saltimpalo, lo Zigolo nero, lo Zigolo muciatto, l’Occhiocotto, la Cincia dal ciuffo, la Cincia mora, la Bigiarella, il Codirossone, la Poiana, il Nibbio bruno, il Nibbio reale e il Biancone. Da alcuni anni, per arginare l’intensa morìa di Rospi comuni che si verifica nel corso della stagione riproduttiva, sulle strade extraurbane nei Comuni di Vidracco e Vistrorio sono stati posizionati i “rospodotti”, barriere plastiche che permettono il superamento delle carreggiate stradali e il raggiungimento dei siti di riproduzione, evitando che i batraci vengano schiacciati dagli automezzi. Il colle più alto dei Monti Pelati, a quota 581 metri, ospita la Torre Cives, risalente al XII secolo, edificata quasi certamente per l’osservazione e la difesa del territorio della Valchiusella. Nel 1956, durante degli scavi archeologici, sono state portate alla luce cinque monete d’oro di epoca bizantina, il cosiddetto “Tesoretto” di Torre Cives, oggi conservate al Museo Archeologico di Torino.
Sabato 19 novembre è in programma l’attività su prenotazione “Serate d’autunno nella Riserva - Sentieri lunari", un’escursione guidata serale tra i sentieri della Riserva Naturale dei Monti Pelati. Il ritrovo è alle 18 al Centro ambientale didattico di piazza Ceratto a Vidracco. Al termine si può cenare alla pizzeria Principe d’Oro di piazza Ceratto 5 a Vidracco. La partecipazione è su prenotazione entro il 17 novembre, telefonando al numero 345-7796413 o scrivendo a vivereiparchi@gmail.com
Parco Naturale del Monte San Giorgio
Con i suoi 837 metri, il Monte San Giorgio di Piossasco è la propaggine più avanzata della catena alpina occidentale verso la pianura torinese. L'area ha un importante valore storico-culturale, poiché conserva i segni delle remote civiltà che l'abitarono. Nei pressi della vetta sono state scoperte alcune decine di coppelle incise nei massi. Sulla cima si erge una cappelletta dell'XI secolo, oltre ai resti di un'antica cisterna per la raccolta dell'acqua piovana e di un monastero. I versanti ripidi della montagna riparano la città di Piossasco dai freddi venti alpini, mitigando le temperature e creando un’oasi xerotermica, con clima caldo e asciutto ed una bassa piovosità estiva; il che favorisce la presenza di specie vegetali e animali tipiche della macchia mediterranea. Sul versante sud-ovest del Monte vivono piante come l’Ulivo, la Vite, il Leccio e la Roverella. Nei versanti a est, che si affacciano su Sangano, il clima fresco e umido ha favorito lo sviluppo di boschi di Faggio, Castagno, Rovere e Nocciolo. Il Pino nero è stato introdotto con piani di rimboschimento artificiale, iniziati nel 1930 e compromessi seriamente dal disastroso incendio del febbraio 1999. La grande varietà di ambienti offre un habitat ideale per numerose specie di uccelli: quelle tipiche delle foreste montane e sub-alpine, quali la Cincia dal ciuffo, il Crociere e il Gallo forcello; quelle mediterranee, come l'Occhiocotto e la Bigia grossa. Non mancano rapaci, come il Biancone e il Falco pellegrino. È presente una notevole varietà di coleotteri, considerati importanti come indicatori ecologici. La flora presenta specie interessanti per la loro rarità e distribuzione tra cui numerose Felci, il Leccio e la Paeonia officinalis.
Domenica 6 novembre il Parco Naturale del Monte San Giorgio propone “Una giornata selvaggia”, un’attività per famiglie con bambini di almeno quattro anni, a cura dell’associazione ArteNa e della Fondazione Cruto, in collaborazione con l’associazione MoviNemo e la Bottega delle Abilità. Il filo conduttore è costituito da una corda, utilizzata per imparare a legare, annodare e giocare nel bosco tra equilibrio, avventura e coraggio. L’attività si svolge al Vivaio del Parco, in località Tiri, dalle 14 alle 17, al costo di 8 Euro. Per informazioni: telefono 338-1804165, e-mail info@fondazionecruto.it
Sabato 12 novembre è in vece in programma il “Trekking d’autunno” su uno dei sentieri del Monte San Giorgio, con la scoperta di curiosità forestali, naturalistiche e testimonianze storiche lungo un facile percorso ad anello. L’attività si svolge la mattina a partire dalle 9,30 ed è adatta alle famiglie con bambini di almeno cinque anni. La quota di partecipazione è di 5 Euro. Per informazioni: telefono 338-1804165, e-mail info@fondazionecruto.it. Nel pomeriggio si può invece partecipare nel giardino delle farfalle del Vivaio all’attività “BugHotel”, per costruire i rifugi per gli insetti impollinatori. L’attività è su prenotazione entro venerdì 11 novembre e la quota di partecipazione è di 8 Euro. Per informazioni e prenotazioni: telefono 320-7795419 e-mail vivaio.labottega@gmail.com
Domenica 13 novembre è in programma l’attività pomeridiana per famiglie con bambini di almeno quattro anni “Una luce di lanterna per l’inverno”, per imparare a costruire una lanterna per portare luce in una passeggiata nel bosco. L’attività si svolge al Vivaio e costa 6 Euro. Per informazioni e prenotazioni: telefono 338-1804165, e-mail info@fondazionecruto.it
Sabato 19 novembreè la volta di un breve corso pomeridiano di potatura delle piante da frutta e non, con i consigli dell’agronomo. La quota di partecipazione è di 10 Euro e le prenotazioni si ricevono entro venerdì 18 novembre al numero 320-7795419 o alla casella e-mail vivaio.labottega@gmail.com
Sabato 19 novembreè in programma la “Salita notturna al Monte San Giorgio”, una passeggiata sulla strada carrareccia in occasione del plenilunio di novembre, a cura degli Amici del Monte San Giorgio. Ci si ritrova alle 21 alla sbarra al fondo di via Montegrappa. Per informazioni: Amici del Monte San Giorgio, telefono 011-9066989 e 338-4262991
Domenica 27 novembreè la volta del “Menu per cince”, una proposta per imparare a preparare da mangiare per gli uccellini, che in inverno faticano a trovare cibo. L’attività pomeridiana per famiglie con bambini di almeno tre anni è a a cura di ArteNa e Fondazione Cruto. La quota di partecipazione è di 6 Euro. Per informazioni e prenotazioni: telefono 338-1804165, e-mail info@fondazionecruto.it
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Parchi e riserve naturali
La Giuria del premio “La Città per il Verde” ha assegnato un riconoscimento al progetto “Corona Verde”, a cui la Città Metropolitana di Torino ha dato un contributo fondamentale, grazie a un lungo e proficuo lavoro di coordinamento, concertazione territoriale, progettazione e realizzazione di interventi sul sistema del verde.La premiazione ufficiale avverrà giovedì 10 novembre a Rimini, nell’ambito della manifestazione Ecomondo, un salone che, da alcuni anni, si propone come la vetrina più completa nell´area euromediterranea dedicata alle soluzioni tecnologiche avanzate e sostenibili per la corretta gestione e valorizzazione dei rifiuti, la gestione e la valorizzazione dell´acqua e dei siti e comparti marini inquinati, l´efficientamento dell’uso e della trasformazione delle materie prime e seconde, l’utilizzo di materie prime rinnovabili.
Il premio “La Città per il Verde”, giunto alla diciassettesima edizione, è stato invece istituito dalla casa editrice Il Verde Editoriale di Milano - che da oltre trent’anni pubblica “Acer”, la rivista tecnico-scientifica dedicata ai professionisti del verde e del paesaggio - per segnalare all’opinione pubblica le amministrazioni locali che investono le proprie risorse finanziarie e le professionalità specializzate che operano al loro interno a favore del verde pubblico e della sostenibilità ambientale.
Il riconoscimento è assegnato a Comuni, Province, Città Metropolitane e Regioni che si distinguono per realizzazioni o metodi di gestione innovativi, finalizzati all’incremento del patrimonio del verde pubblico, attraverso interventi di nuova costruzione e di riqualificazione o attraverso progetti che privilegiano la manutenzione e il miglioramento delle condizioni ambientali del territorio.
“CORONA VERDE”: UNA RETE ECOLOGICA CHE CRESCE
Il progetto “Corona Verde” occupa un posto centrale nelle politiche per lo sviluppo sostenibile, il miglioramento della qualità della vita e il rafforzamento dell’attrattività e della competitività dell’area metropolitana torinese. L’idea che ne sta alla base è quella di dare continuità alla Rete ecologica regionale e provinciale, connettendo tra loro, valorizzando e rendendo maggiormente fruibili le aree naturalistiche, fluviali e agricole, i beni storico-culturali e le residenze sabaude delle località della cintura e di un’ampia fascia pedemontana ad ovest di Torino.
Il progetto ha previsto interventi e sistemi di gestione che interessano sei ambiti sovracomunali coordinati dai Comuni capofila: Torino, Venaria, Rivoli, Nichelino, Chieri e Settimo Torinese.
Corona Verde è stato avviato nell’agosto 2009 con un finanziamento europeo FESR di 10 milioni di Euro. Il progetto è governato da una cabina di regia di cui fanno parte la Regione Piemonte, la Città Metropolitana di Torino, il Parco del Po, il Ministero dei Beni culturali e i Comuni capofila dei sei ambiti in cui sono stati suddivisi gli interventi. La cabina di regia ha esaminato e valutato cinquantasei progetti, stilando la classifica finale che ha permesso di finanziarne dodici, fra i quali due elaborati dall’allora Provincia di Torino per l’ambito di cui è capofila il Comune di Nichelino.
Nel marzo 2010 la Giunta regionale ha definito l’elenco dei Comuni interessati e ha approvato lo schema del protocollo di intesa per la realizzazione del progetto, siglato da oltre novanta tra Enti, associazioni, ordini professionali. La Provincia di Torino - oggi Città Metropolitana - ha aderito ufficialmente a Corona Verde nel febbraio 2011. Per i due progetti direttamente seguiti, l’Ente ha assunto il ruolo di stazione appaltante, curando la progettazione e la direzione dei lavori.
Il primo progetto era volto alla sistemazione naturalistica e alla valorizzazione ciclopedonale delle sponde del Sangone nel tratto pedemontano. Il secondo riguardava la riqualificazione del Parco provinciale del Monte San Giorgio di Piossasco, il miglioramento della sua accessibilità e la valorizzazione dell’area pedemontana che collega il Parco di Piossasco a quello regionale dei Laghi di Avigliana. La sistemazione naturalistica spondale e la fruizione ciclopedonale del tratto pedemontano del Sangone vanno di pari passo con la valorizzazione del Parco dei Laghi di Avigliana e della zona di salvaguardia del torrente, con una serie di interventi per la riqualificazione delle componenti ecosistemiche di pregio e per il rafforzamento della funzione di corridoi ecologici svolta dal Sangone e dalla Gora di Piossasco, o “Sangonetto”, un elemento storico del paesaggio rurale, fondamentale per la regimazione delle acque superficiali che scendono dal Monte San Giorgio. Alla fruizione turistica, naturalistica e storico-culturale contribuiscono il completamento e la razionalizzazione dei percorsi ciclo-pedonali esistenti.
GLI INTERVENTI IN DETTAGLIO
Interventi selvicolturali
Su aree di proprietà della Città Metropolitana di Torino (area cava) e del Comune di Piossasco sono stati effettuati diradamenti selettivi sui rimboschimenti di pino nero impiantati all’inizio del ‘900. Gli interventi favoriranno lo sviluppo della vegetazione tipica delle aree collinari pedemontane, in cui dominano i boschi di latifoglie autoctone a prevalenza di querce (roverelle, farnie, roveri), aceri, carpini, ciliegi, frassini. Il regolamento forestale regionale individua sei specie forestali esotiche fortemente invasive, la cui espansione deve essere contrastata poiché rappresenta un rischio per la conservazione della biodiversità. Fra queste compare la quercia rossa, ampiamente presente nei boschi del parco. L’intervento finanziato mira a ridurre l’estensione del nucleo di quercia rossa presente e a prevenirne la futura espansione. Nelle aree in cui sono stati effettuati gli abbattimenti sono state messe a dimora all’inizio di novembre del 2015 circa 5mila nuove piante provenienti in parte dal vivaio comunale di Piossasco, ripristinato grazie a una convenzione fra il Comune di Piossasco, la Provincia di Torino e Banca Intesa San Paolo. Per contrastare la diffusione della processionaria nei boschi di conifere si è provveduto a eliminare i nidi degli insetti, ad aspergere l’area con il batterio antagonista Bacillus thuringiensis (lo stesso utilizzato per contrastare le zanzare) e a posizionare trappole con feromoni.
Miglioramento dell’accessibilità dell’area
Per promuovere il parco come meta di turismo di prossimità e incrementarne la capacità recettiva sono stati rafforzati i collegamenti fra l’area protetta e il territorio circostante, con un particolare riguardo alla viabilità minore dedicata alla mobilità dolce. Sono state realizzate piste ciclabili, strade bianche e alcune connessioni necessarie a mettere in rete quelle già esistenti nei vari Comuni. È stato identificato un ingresso principale con adeguato parcheggio nell’area dei Tiri, ove si trovano il vivaio comunale e il centro. La rete viaria interna all’area protetta è stata oggetto di manutenzione straordinaria ed è stata completamente risistemata la strada carrabile di 5 km che conduce alla vetta del Monte. È stato riaperto un vecchio sentiero, di cui si era persa la traccia. E’ stata migliorata la percorribilità di alcuni tratti e sono stati segnalati tutti gli itinerari con un’apposita cartellonistica.
Messa in sicurezza di aree pericolose
All’interno del parco fu attiva fino agli anni ’50 del secolo scorso una cava, gestita dall’allora Provincia di Torino, per l’estrazione di pietrisco da utilizzare nella realizzazione e manutenzione della rete stradale. La cava fu chiusa quando ancora la normativa di settore non prevedeva il ripristino ambientale delle aree coltivate e rimase così come era stata lasciata: un unico fronte, alto circa 150 metri, a strapiombo sul piazzale. Il fronte è pericoloso non solo per il potenziale rischio di caduta, ma anche perché presenta, nella porzione superiore, una fratturazione che potrebbe determinare il distacco di blocchi di roccia. Per evitare rischi all’incolumità pubblica si è scelto di delimitare sul piazzale di cava un percorso aperto al pubblico, posto a distanza di sicurezza dal fronte di cava e protetto da una cortina arborea generata da un rimboschimento con specie autoctone miste. Sono state inoltre installate alcune bacheche illustrative della storia del luogo.
Valorizzazione delle caratteristiche ambientali dell’area
Il parco, seppure di modeste dimensioni (meno di 400 ettari), conserva una flora e una fauna frutto di originale commistione fra elementi alpini e mediterranei. La vetta del Monte San Giorgio è un punto di osservazione privilegiato, che consente allo sguardo di spaziare a 360° sulla collina torinese, sulla pianura padana e sull’arco alpino occidentale. Per valorizzare il panorama è stato progettato e posizionato sulla cima del Monte un “arco fotografico”, che illustra i profili e indica i nomi delle vette circostanti. Il punto di osservazione della vetta riveste un ruolo particolare nell’ambito di Corona Verde perché consente di osservare monumenti importanti come il Castello di Rivoli e la Basilica di Superga. Le peculiarità naturalistiche e storiche del parco sono illustrate nelle ventiquattro bacheche dislocate agli accessi e lungo i principali itinerari ciclo-pedonali. Uno specifico itinerario botanico, situato lungo un sentiero adatto a tutte le età, conduce il visitatore alla scoperta delle specie forestali presenti nel parco attraverso ventisei pannelli studiati per aiutare a riconoscere le caratteristiche distintive delle piante.
Ampliamento della vasca antincendio
Il progetto ha consentito di ampliare le dimensioni della vasca antincendio, per renderla accessibile agli elicotteri del soccorso forestale. La vasca è stata riprofilata e impermeabilizzata, mantenendone le carattristiche naturalistiche. La recinzione dell’area è stata totalmente sostituita.
Ampliamento delle capacità ricettive del parco
Nei pressi dell’ingresso principale del parco, nell’area Tiri, a poche decine di metri dal parcheggio, è stata allestita una zona per il barbecue, dotata di otto postazioni con griglia, una fontanella con acqua potabile, tavoli con panche e un’isola ecologica per la raccolta differenziata dei rifiuti. L’area è facilmente accessibile anche alle persone con disabilità motorie. L’immediata vicinanza al vivaio, al centro di ippoterapia e alla cascina didattica offre l’opportunità di partecipare a laboratori e ad attività ludico-motorie.
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Parchi e riserve naturali
A partire dal giugno scorso, nel Parco naturale Monte Tre Denti-Freidour di Cumiana l’associazione di promozione sociale “Ricomporre il cerchio” ha eseguito una serie di lavori di gestione forestale, manutenzione dei boschi e dei sentieri nella zona circostante la Casa del parco, ex casermetta forestale.I lavori sono stati effettuati su incarico del Servizio Pianificazione e gestione rete ecologica, aree protette e vigilanza ambientale della Città Metropolitana di Torino e sono stati programmati sia per tutelare e ricostituire gli ambienti naturali e seminaturali - che sono habitat necessari alla conservazione e all’arricchimento della biodiversità - sia per rendere fruibili in maggior sicurezza i percorsi naturalistici e le aree boscate.
In seguito a sopralluoghi accurati, l’analisi della situazione ha confermato diverse criticità nelle tipologie forestali presenti in loco, derivanti da rimboschimenti monoculturali effettuati negli scorsi decenni sistemando essenze non autoctone e non adatte all’ambiente locale, quali il Pino nero e il Larice. In zona erano inoltre presenti molti castagni invecchiati. Le zone boschive presentavano una densità eccessiva di alberi, che limitava lo sviluppo di chiome e fusti e influiva sulla stabilità delle piante, che nel frattempo erano diventate vulnerabili agli attacchi di agenti patogeni. La zona risentiva anche dei danni provocati da incendi radenti che si erano ripetutamente verificati negli ultimi anni. La parte arbustiva ed erbacea del bosco era quasi completamente assente, con una conseguente erosione superficiale dei terreni. La probabilità di nuovi incendi era incrementata dalla presenza di grandi quantità di materiale resinoso in parte secco, facilmente infiammabile.
Gli interventi effettuati
È stato dunque messo a punto un programma di interventi di diradamento selettivo, eliminando le piante malformate e liberando così le chiome degli alberi migliori, per favorirne la crescita e una maggior stabilità. Con il materiale ricavato dal diradamento sono state realizzate palificate di sostegno secondo i criteri dell’ingegneria naturalistica, che utilizza le piante locali come materiale da costruzione. Le palizzate di sostegno svolgono un’importante azione di consolidamento del suolo; in particolare nei punti dove il ruscellamento delle acque genera incisioni profonde causando micro-dissesti, perdita di profondità e fertilità del suolo. Le ramaglie ridotte in scaglie sono state distribuite sul terreno per garantire la restituzione al suolo di sostanze organiche e minerali. Consentendo un migliore irraggiamento solare per gli alberi rimasti e per la vegetazione presente in prossimità del suolo si avvierà un processo di rinnovazione del bosco. In un caso come quello del Parco Tre Denti-Freidour, in cui le conifere sono presenti fuori dall’areale di naturale diffusione, gli interventi effettuati consentono una rinaturalizzazione e l’affermazione delle latifoglie autoctone, come il Frassino, il Ciliegio, la Roverella e il Sorbo. Nel bosco di Castagno invecchiato vengono favoriti gli avviamenti ad alto fusto, mentre il diradamento selettivo a vantaggio dei polloni meglio formati porterà alla creazione di una giovane fustaia transitoria. I pochi esemplari autoctoni di specie differenti dal Castagno vengono comunque favoriti per agevolare l’arricchimento biologico dell’area.
L’area così recuperata si presta a divenire un cantiere didattico permanente di selvicoltura e ingegneria naturalistica, gestito dall’associazione “Ricomporre il cerchio”. Il fine degli interventi è duplice: da un lato evitare la sporadicità degli interventi stessi, che nel volgere di poco tempo perderebbero il loro effetto benefico sull’evoluzione del bosco; dall’altro lato creare opportunità di formazione nel settore anche per soggetti socialmente svantaggiati. Ai corsi di formazione professionale verranno affiancati progetti di educazione ambientale rivolti alle scuole del territorio incentrati su ecologia forestale, idrobiologia, biologia dell’ape e apicoltura.
Un bosco sano e naturale come risorsa ambientale
Il bosco esercita numerose e utili funzioni: dal punto di vista ecologico ospita una grande varietà di specie animali e vegetali e tutela specie rare o minacciate, contribuendo al mantenimento della biodiversità e all’equilibrio naturale dei diversi ambienti. Svolge inoltre un’azione indispensabile per la protezione del suolo e delle riserve idriche: conserva la stabilità e la struttura del terreno, blocca l’erosione, gli smottamenti e le valanghe, purifica e protegge le riserve d’acqua. Di pari importanza è l’azione purificatrice e rinnovatrice dell’aria: fissa l’anidride carbonica, produce ossigeno, mitiga l’effetto serra. Né si possono dimenticare la funzione produttiva del bosco, con il legno al primo posto e a seguire prodotti come funghi, tartufi o i frutti del sottobosco, e quella culturale-ricreativa, legata al paesaggio, al benessere psico-fisico dell’uomo, alle tradizioni locali e alle attività turistiche e ricreative.
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Parchi e riserve naturali
Domenica 22 maggio ritorna per l’ottava volta “Assaporando Piossasco”, un appuntamento ormai tradizionale per il Parco del Monte San Giorgio, che è collegato alla “Giornata europea dei Parchi” in programma martedì 24 maggio.A partire dal 1999 il 24 maggio si ricorda il giorno in cui, nel 1909, venne istituito in Svezia il primo parco europeo. L’Italia dedica più giorni alla festa, che quest’anno ha come tema “Un assaggio di Natura”, declinato sia nel senso della promozione e degustazione dei prodotti locali che di un “assaggio” delle attività all’aria aperta possibili nelle aree protettee.
L’ottava edizione di “Assaporando Piossasco” inizierà “in sella” sabato 21 maggio, con un itinerario guidato per mountain bike, oppure con un’agevole pedalata sull’anello ciclabile delle cascine.
Domenica 22 maggio saranno invece proposti quattro itinerari a piedi di difficoltà variabile, che lasceranno ai partecipanti il tempo per “degustare” paesaggi, natura, storia, antiche vestigia e scorci suggestivi, come il borgo di San Vito, censito fra i “luoghi del cuore” del FAI. I due percorsi più impegnativi conducono alla vetta del Monte San Giorgio e ai ruderi dei castelli (percorsi A e A1). Un terzo itinerario (percorso B) percorre alcune borgate e tocca San Valeriano. L’ultimo percorso (C) è una piacevole passeggiata attraverso San Vito.
Lungo i percorsi si troveranno quattro punti di ristoro, che offriranno prodotti locali e regionali. Il ritrovo dei partecipanti è fissato per le 8,15 nel parcheggio di piazza Pertini a Piossasco, mentre l’arrivo per tutti sarà intorno a mezzogiorno nel piazzale dei Tiri.
Per saperne di più: www.prolocopiossasco.it
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Parchi e riserve naturali
Un maggio ed un giugno ricchi di appuntamenti per chi ama la natura e in particolare i pipistrelli: è la proposta del Parco naturale del Monte San Giorgio, che già nel mese di aprile aveva “fatto notizia” con l’inaugurazione degli interventi di risanamento e valorizzazione ambientale realizzati nell’ambito del progetto “Corona Verde”.Nello scorso fine settimana, venerdì 13 maggio, si è svolta la “Bat night”, in collaborazione con la Stazione Teriologica Piemontese. Si è trattato di una serata-seminario alla scoperta del mondo dei Chirotteri, della loro vita, dei loro habitat, delle loro esigenze e delle norme di legge che li proteggono.
Domenica 22 maggio è invece la volta di “Assaporando Piossasco", una passeggiata su quattro diversi itinerari nei sentieri del Parco, con piacevoli tappe gastronomiche. Il percorso più impegnativo porta alla cima del Monte San Giorgio, il secondo prevede la visita ai ruderi dei castelli Gran Merlone e De Rossi, il terzo si apre ad ampi e suggestivi panorami sulla pianura sottostante, il quarto e più agevole attraversa il Borgo di San Vito, “luogo del cuore” del FAI. La quota di partecipazione è di 15 Euro per gli adulti e 10 Euro per i bambini fino a 10 anni. Il ritrovo è alle 8,15 nel parcheggio di piazza Pertini a Piossasco. I partecipanti saranno trasportati con un bus navetta alla partenza, alla Casa David Bertrand di via del Campetto. Per informazioni: www.prolocopiossasco.it, telefono 340-4673383.
Sabato 28 maggio è invece in programma il “Trekking della Ratavuloira”, una passeggiata lungo i sentieri del Parco alla scoperta dei pipistrelli, cercando di scovare le loro “chiacchiere” con il “bat detector” e di comprendere la loro importanza per l’equilibrio ambientale e faunistico del territorio. Organizzano il Comune di Piossasco, la Fondazione Alessandro Cruto, l’associazione ArteNa e la Città Metropolitana. La quota di partecipazione è di 5 Euro a persona, per un numero minimo di 18 e massimo di 25 partecipanti, tutti di età superiore ai cinque anni. Il ritrovo per l’escursione è alle 17 nell’area dei Tiri. Per informazioni e prenotazioni: Fondazione Cruto, telefono 011-9027289, e-mail info@fondazionecruto.it; oppure associazione Studio ArteNa, telefono 338-1804165, e-mail: artena.info@gmail.com.
Domenica 19 giugno è invece in programma l’evento “Arte e Ratavuloira” nella cuneese Abbazia di Santa Maria a Staffarla, uno dei più importanti monumenti medioevali del Piemonte, in cui vive una nutrita colonia di pipistrelli. Sarà un percorso affascinante tra storia, natura e vicenda umane, per visitare l’abbazia e ascoltare le chiacchiere dei pipistrelli con l'aiuto di un “microfono” speciale, il bat-detector. La giornata prevede la visita guidata al complesso abbaziale e una passeggiata nelle zone limitrofe, con l’organizzazione curata dagli Amici Monte San Giorgio e dall’associazione Studio ArteNa, in collaborazione con l'Ordine Mauriziano, l'associazione DialogART e il Parco del Monviso. La quota di partecipazione, comprensiva di ingresso e visita guidata all'Abbazia e dell’accompagnamento di una guida naturalistica è di 12 Euro per gli adulti, 11 per i partecipanti al seminario “Bat night - Serata Pipistrelli" del 13 maggio, 7,50 Euro per gli over 65 e i titolari dell’abbonamento musei regionale e per i bambini dai 6 ai 14 anni. Per informazioni e prenotazioni:associazione Studio ArteNa, telefono 338-1804165, e-mail artena.info@gmail.com; oppure associazione Dialogart, telefono 0175- 273215, e-mail staffarda@libero.it.
Dal 13 giugno al 15 luglio il parco del Monte San Giorgio ospita inoltre il centro estivo “Parklife”, aperto dal lunedì al venerdì dalle 8,30 alle 17, con il punto d’appoggio al Vivaio forestale del parco. L’iniziativa propone ai bambini nati tra il 2005 e il 2010 avventure, esplorazioni, laboratori, balli e canti, con l’assistenza di personale qualificato. Tutte le informazioni sono alla pagina Internet http://www.studioartena.it/?event=centro-estivo-parklife-vita-allaria-aperta e si può anche telefonare al numero 3381804165 o scrivere ad artena.info@gmail.com
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Parchi e riserve naturali
Sabato 23 aprileil Servizio pianificazione e gestione rete ecologica e aree protette, vigilanza ambientale della Città Metropolitana di Torino parteciperà alla manifestazione “Oltremercato”, che si terrà in piazza Palazzo di Città per iniziativa dell’ASCI, l’Associazione di Solidarietà alla Campagna Italiana. Sarà un’occasione per promuovere il sistema delle aree protette del territorio, con una particolare attenzione al ruolo che i sei parchi e le due riserve naturali svolgono per la salvaguardia della biodiversità, un tema caro all’ASCI e a tutti i produttori che ne fanno parte.
In uno stand saranno esposti alcuni roll-up dedicati al tema e verranno distribuiti materiali divulgativi e giochi per i bambini. Le Guardie Ecologiche Volontarie in divisa offriranno al pubblico informazioni sulle aree protette e sull’attività che la Città Metropolitana e i volontari svolgono per la loro tutela.
“Oltremercato” si svolge ormai da anni il quarto sabato di ogni mese davanti al Municipio di Torino, con l’obiettivo divalorizzarel’agricoltura contadinasenza veleni, i suoi prodotti e i suoi attori principali, cioè i contadini, che, insieme agli artigiani, propongono prodotti naturali e manufatti ecocompatibili. L’ASCI è un’associazione contadina senza fini di lucro, che si propone la difesa e la rinascita del mondo rurale italiano. Ne fanno parte agricoltori e artigiani che hanno fatto una scelta di vita e professionale nel massimo rispetto dell’ambiente, delle tradizioni, bandendo l’impiego di prodotti chimici e organismi manipolati geneticamente e varando iniziative di solidarietà tra città e campagna. Per saperne di più sull’attività dell’associazione si può scrivere ad ascipiemonte@gmail.com
LE AREE NATURALI PROTETTE DELLA CITTÀ METROPOLITANA E L’ATTIVITÀ DI TUTELA DELL’ENTE E DELLE GEV
Le aree naturali gestite dalla Città Metropolitana di Torino sono otto:
- parco del Lago di Candia nei Comuni di Candia Canavese, Vische e Mazzè- parco del Colle del Lys nei Comuni di Rubiana e Viù
- parco del Monte San Giorgio nel Comune di Piossasco
- parco del Monte Tre denti e Freidour nel Comune di Cumiana
- parco di Conca Cialancia nel Comune di Perrero
- parco della Rocca di Cavour nel Comune di Cavour
- riserva dei Monti Pelati nei Comuni di Vidracco, Castellamonte e Baldissero Canavese
- riserva dello Stagno di Oulx nel Comune di Oulx
Oltre a queste otto aree, la Città Metropolitana di Torino gestisce in delega dalla Regione Piemonte quattro siti della Rete Natura 2000, che concidono con le aree protette del Lago di Candia, dello Stagno di Oulx, della Rocca di Cavour e dei Monti Pelati. L’Ente gestisce inoltre due porzioni dei Siti di interesse comunitario dei Cinque laghi di Ivrea e un’area di quello degli Stagni di Poirino. La Legge regionale 23 sul riordino delle funzioni delle Province piemontesi prevede la delega alla Città Metropolitana di Torino della gestione a partire dal 2016 di una trentina circa di altri siti della Rete Natura 2000. La funzione delle aree protette è quella di salvaguardare il mantenimento di specie animali e vegetali nelle loro zone naturali. La loro tutela è essenziale per garantirne i valori ecologici, sociali, economici, scientifici, educativi, culturali, ricreativi, in armonia con i principi della Convenzione sulla Biodiversità di Rio de Janeiro. Per raggiungere questi obiettivi la Città Metropolitana si avvale di personale dipendente - tecnici, operai forestali, naturalisti, impiegati amministrativi ed agenti di vigilanza- e delle Guardie Ecologiche Volontarie selezionate dall’Ente per proteggere, far conoscere e far rispettare l’ambiente naturale. Tra i materiali a disposizione delle GEV per la divulgazione in occasione di manifestazioni pubbliche vi sono i roll-up dedicati ai progetti di salvaguardia delle aree protette, depliant e guide dei parchi, schede didattiche sull’importanza delle zone boschive, sulla stagionalità di frutta e verdura e materiali per attività ludico-didattiche per i bambini.
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Parchi e riserve naturali
Domenica 10 aprile alle 12 nel Parco del Monte San Giorgio a Piossasco saranno inaugurati e presentati ufficialmente gli interventi di risanamento e valorizzazione ambientale realizzati nell’ambito del progetto di governance territoriale “Corona Verde”. Il programma delle iniziative allegato al presente comunicato prevede una passeggiata ciclistica verso il Monte San Giorgio, con partenza simultanea alle 10 da Bruino, Rivalta e Trana. A Bruino alle 10,15 è in programma l’inaugurazione del nuovo tratto di pista ciclabile che collega il paese con Rivalta e degli affacci attrezzati sul Sangonetto. La partenza alla volta del Monte San Giorgio avverrà alle 11,45 dal villaggio “La Quercia”. Il ritrovo per i cittadini di Rivalta è alle 10 in via Piossasco, nel parcheggio del campo sportivo. A Trana il ritrovo dei partecipanti alla pedalata sarà alle 10 in piazza Unità d’Italia. A Sangano il ritrovo sarà alle 11,30 in via Villarbasse, prima del ponte sul Sangone. Come detto, nel parco Naturale del Monte San Giorgio l’inaugurazione ufficiale è prevista alle 12, ma per l’intera giornata sono previste escursioni guidate, attività didattiche e di intrattenimento.Il progetto Corona Verde occupa un posto centrale nelle politiche per lo sviluppo sostenibile, il miglioramento della qualità della vita e il rafforzamento dell’attrattività e della competitività dell’area metropolitana torinese. L’idea che ne sta alla base è quella di dare continuità alla rete ecologica regionale e provinciale, connettendo tra loro, valorizzando e rendendo maggiormente fruibili le aree naturalistiche, fluviali e agricole, i beni storico-culturali e le residenze sabaude delle località della cintura e di un’ampia fascia pedemontana ad ovest di Torino. Il progetto ha previsto interventi e sistemi di gestione che interessano sei ambiti sovracomunali coordinati dai Comuni capofila: Torino, Venaria Reale, Rivoli, Nichelino, Chieri, Settimo Torinese.
La gestione del progetto “Corona Verde” e il ruolo della Città Metropolitana
“Corona Verde” è stato avviato nell’agosto 2009 con un finanziamento europeo FESR di 10 milioni di Euro. Il progetto è governato da una cabina di regia di cui fanno parte la Regione Piemonte, la Città Metropolitana di Torino, il Parco del Po, il Ministero dei Beni culturali e i Comuni capofila dei sei ambiti in cui sono stati suddivisi gli interventi. La cabina di regia ha esaminato e valutato cinquantasei progetti, stilando la classifica finale che ha permesso di finanziarne dodici, fra i quali due elaborati dall’allora Provincia di Torino per l’ambito di cui è capofila il Comune di Nichelino. Nel marzo 2010 la Giunta regionale ha definito l’elenco dei Comuni interessati e ha approvato lo schema del protocollo di intesa per la realizzazione del progetto, siglato da oltre novanta tra Enti, associazioni, ordini professionali, ecc. La Provincia di Torino - oggi Città Metropolitana - ha aderito ufficialmente a Corona Verde nel febbraio 2011 ed è rappresentata nella cabina di regia dal dirigente e da una funzionaria del Servizio Pianificazione e gestione rete ecologica e aree protette.
Per i due progetti direttamente seguiti dall’Ente, la Città Metropolitana ha assunto il ruolo di stazione appaltante, curando la progettazione e la direzione dei lavori. Il primo progetto è volto alla sistemazione naturalistica e alla valorizzazione ciclopedonale delle sponde del Sangone nel tratto pedemontano. Il secondo riguarda la riqualificazione del Parco provinciale del Monte San Giorgio di Piossasco, il miglioramento della sua accessibilità e la valorizzazione dell’area pedemontana che collega il Parco di Piossasco a quello regionale dei Laghi di Avigliana. La sistemazione naturalistica spondale e la fruizione ciclopedonale del tratto pedemontano del Sangone vanno di pari passo con la valorizzazione del parco dei Laghi di Avigliana e della zona di salvaguardia del torrente, prevedendo una serie di interventi per la riqualificazione delle componenti ecosistemiche di pregio e di rafforzamento della funzione di corridoi ecologici svolta dal Sangone e dalla Gora di Piossasco, o “Sangonetto”, un elemento storico del paesaggio rurale, fondamentale per la regimazione delle acque superficiali che scendono dal Monte San Giorgio. Alla fruizione turistica, naturalistica e storico-culturale contribuiscono il completamento e la razionalizzazione dei percorsi ciclo-pedonali esistenti.
GLI INTERVENTI IN DETTAGLIO
Interventi selvicolturali
Su aree di proprietà della Città metropolitana di Torino (area cava) e del Comune di Piossasco sono stati effettuati diradamenti selettivi sui rimboschimenti di pino nero impiantati all’inizio del ‘900. Gli interventi favoriranno lo sviluppo della vegetazione tipica delle aree collinari pedemontane, in cui dominano i boschi di latifoglie autoctone a prevalenza di querce (roverelle, farnie, roveri), aceri, carpini, ciliegi, frassini. Il regolamento forestale regionale individua sei specie forestali esotiche fortemente invasive, la cui espansione deve essere contrastata poiché rappresenta un rischio per la conservazione della biodiversità. Fra queste compare la quercia rossa, ampiamente presente nei boschi del parco. L’intervento finanziato mira a ridurre l’estensione del nucleo di quercia rossa presente e a prevenirne la futura espansione. Nelle aree in cui sono stati effettuati gli abbattimenti sono state messe a dimora all’inizio di novembre del 2015 circa 5.000 nuove piante provenienti in parte dal vivaio comunale di Piossasco, ripristinato grazie a una convenzione fra il Comune di Piossasco, la Provincia di Torino e Banca Intesa San Paolo. Per contrastare la diffusione della processionaria nei boschi di conifere si è provveduto a eliminare i nidi degli insetti, ad aspergere l’area con il batterio antagonista Bacillus thuringiensis (lo stesso utilizzato per contrastare le zanzare) e a posizionare trappole con feromoni.
Miglioramento dell’accessibilità dell’area
Per promuovere il parco come meta di turismo di prossimità e incrementarne la capacità recettiva sono stati rafforzati i collegamenti fra l’area protetta e il territorio circostante, con un particolare riguardo alla viabilità minore dedicata alla mobilità dolce. Sono state realizzate piste ciclabili e strade bianche e alcune connessioni necessarie a mettere in rete quelle già esistenti nei vari Comuni. E’ stato identificato un ingresso principale con adeguato parcheggio nell’area dei Tiri, ove si trovano il vivaio comunale ed il centro. La rete viaria interna all’area protetta è stata oggetto di manutenzione straordinaria ed è stata completamente risistemata la strada carrabile di 5 km che conduce alla vetta del Monte. E’ stato riaperto un vecchio sentiero, di cui si era persa la traccia. E’ stata migliorata la percorribilità di alcuni tratti e sono stati segnalati tutti gli itinerari con un’apposita cartellonistica.
Messa in sicurezza di aree pericolose
All’interno del parco fu attiva fino agli anni ’50 una cava, gestita dall’allora Provincia di Torino, per l’estrazione di pietrisco da utilizzare nella realizzazione e manutenzione della rete stradale. La cava fu chiusa quando ancora la normativa di settore non prevedeva il ripristino ambientale delle aree coltivate e rimase così come era stata lasciata: un unico fronte, alto circa 150 metri, a strapiombo sul piazzale. Il fronte è pericoloso non solo per il potenziale rischio di caduta, ma anche perché presenta, nella porzione superiore, una fratturazione che potrebbe determinare il distacco di blocchi di roccia. Per evitare rischi all’incolumità pubblica si è scelto di delimitare sul piazzale di cava un percorso aperto al pubblico, posto a distanza di sicurezza dal fronte di cava e protetto da una cortina arborea generata da un rimboschimento con specie autoctone miste. Sono state inoltre installate alcune bacheche illustrative della storia del luogo.
Valorizzazione delle caratteristiche ambientali dell’area
Il parco, seppure di modeste dimensioni (meno di 400 ettari), conserva una flora e una fauna frutto di originale commistione fra elementi alpini e mediterranei. La vetta del Monte San Giorgio è un punto di osservazione privilegiato, che consente allo sguardo di spaziare a 360° sulla Collina torinese, sulla Pianura padana e sull’arco alpino occidentale. Per valorizzare il panorama è stato progettato e posizionato sulla cima del Monte un “arco fotografico”, che illustra i profili e indica i nomi delle vette circostanti. Il punto di osservazione della vetta riveste un ruolo particolare nell’ambito di Corona Verde perché consente di osservare monumenti importanti come il Castello di Rivoli e la Basilica di Superga. Le peculiarità naturalistiche e storiche del parco sono illustrate nelle ventiquattro bacheche dislocate agli accessi e lungo i principali itinerari ciclo-pedonali. Uno specifico itinerario botanico, situato lungo un sentiero adatto a tutte le età, conduce il visitatore alla scoperta delle specie forestali presenti nel parco attraverso ventisei pannelli studiati per aiutare a riconoscere le caratteristiche distintive delle piante.
Ampliamento della vasca antincendio
Il progetto ha consentito di ampliare le dimensioni della vasca antincendio, per renderla accessibile agli elicotteri del soccorso forestale. La vasca è stata riprofilata e impermeabilizzata, mantenendone le carattristiche maturalistiche. La recinzione dell’area è stata totalmente sostituita.
Ampliamento delle capacità ricettive del parco
Nei pressi dell’ingresso principale del parco, nell’area Tiri, a poche decine di metri dal parcheggio, è stata allestita una zona per il barbecue, dotata di otto postazioni con griglia, una fontanella con acqua potabile, tavoli con panche e un’isola ecologica per la raccolta differenziata dei rifiuti. L’area è facilmente accessibile anche alle persone con disabilità motorie. L’immediata vicinanza al vivaio, al centro di ippoterapia e alla cascina didattica offre l’opportunità di partecipare a laboratori e ad attività ludico-motorie.
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Parchi e riserve naturali
Domenica 10 aprile alle 12 nel Parco del Monte San Giorgio a Piossasco saranno inaugurati e presentati ufficialmente gli interventi di risanamento e valorizzazione ambientale realizzati nell’ambito del progetto di governance territoriale “Corona Verde”. Il programma delle iniziative allegato al presente comunicato prevede una passeggiata ciclistica verso il Monte San Giorgio, con partenza simultanea alle 10 da Bruino, Rivalta e Trana. A Bruino alle 10,15 è in programma l’inaugurazione del nuovo tratto di pista ciclabile che collega il paese con Rivalta e degli affacci attrezzati sul Sangonetto. La partenza alla volta del Monte San Giorgio avverrà alle 11,45 dal villaggio “La Quercia”. Il ritrovo per i cittadini di Rivalta è alle 10 in via Piossasco, nel parcheggio del campo sportivo. A Trana il ritrovo dei partecipanti alla pedalata sarà alle 10 in piazza Unità d’Italia. A Sangano il ritrovo sarà alle 11,30 in via Villarbasse, prima del ponte sul Sangone. Come detto, nel parco Naturale del Monte San Giorgio l’inaugurazione ufficiale è prevista alle 12, ma per l’intera giornata sono previste escursioni guidate, attività didattiche e di intrattenimento.Il progetto Corona Verde occupa un posto centrale nelle politiche per lo sviluppo sostenibile, il miglioramento della qualità della vita e il rafforzamento dell’attrattività e della competitività dell’area metropolitana torinese. L’idea che ne sta alla base è quella di dare continuità alla rete ecologica regionale e provinciale, connettendo tra loro, valorizzando e rendendo maggiormente fruibili le aree naturalistiche, fluviali e agricole, i beni storico-culturali e le residenze sabaude delle località della cintura e di un’ampia fascia pedemontana ad ovest di Torino. Il progetto ha previsto interventi e sistemi di gestione che interessano sei ambiti sovracomunali coordinati dai Comuni capofila: Torino, Venaria Reale, Rivoli, Nichelino, Chieri, Settimo Torinese.
La gestione del progetto “Corona Verde” e il ruolo della Città Metropolitana
“Corona Verde” è stato avviato nell’agosto 2009 con un finanziamento europeo FESR di 10 milioni di Euro. Il progetto è governato da una cabina di regia di cui fanno parte la Regione Piemonte, la Città Metropolitana di Torino, il Parco del Po, il Ministero dei Beni culturali e i Comuni capofila dei sei ambiti in cui sono stati suddivisi gli interventi. La cabina di regia ha esaminato e valutato cinquantasei progetti, stilando la classifica finale che ha permesso di finanziarne dodici, fra i quali due elaborati dall’allora Provincia di Torino per l’ambito di cui è capofila il Comune di Nichelino. Nel marzo 2010 la Giunta regionale ha definito l’elenco dei Comuni interessati e ha approvato lo schema del protocollo di intesa per la realizzazione del progetto, siglato da oltre novanta tra Enti, associazioni, ordini professionali, ecc. La Provincia di Torino - oggi Città Metropolitana - ha aderito ufficialmente a Corona Verde nel febbraio 2011 ed è rappresentata nella cabina di regia dal dirigente e da una funzionaria del Servizio Pianificazione e gestione rete ecologica e aree protette.
Per i due progetti direttamente seguiti dall’Ente, la Città Metropolitana ha assunto il ruolo di stazione appaltante, curando la progettazione e la direzione dei lavori. Il primo progetto è volto alla sistemazione naturalistica e alla valorizzazione ciclopedonale delle sponde del Sangone nel tratto pedemontano. Il secondo riguarda la riqualificazione del Parco provinciale del Monte San Giorgio di Piossasco, il miglioramento della sua accessibilità e la valorizzazione dell’area pedemontana che collega il Parco di Piossasco a quello regionale dei Laghi di Avigliana. La sistemazione naturalistica spondale e la fruizione ciclopedonale del tratto pedemontano del Sangone vanno di pari passo con la valorizzazione del parco dei Laghi di Avigliana e della zona di salvaguardia del torrente, prevedendo una serie di interventi per la riqualificazione delle componenti ecosistemiche di pregio e di rafforzamento della funzione di corridoi ecologici svolta dal Sangone e dalla Gora di Piossasco, o “Sangonetto”, un elemento storico del paesaggio rurale, fondamentale per la regimazione delle acque superficiali che scendono dal Monte San Giorgio. Alla fruizione turistica, naturalistica e storico-culturale contribuiscono il completamento e la razionalizzazione dei percorsi ciclo-pedonali esistenti.
GLI INTERVENTI IN DETTAGLIO
Interventi selvicolturali
Su aree di proprietà della Città metropolitana di Torino (area cava) e del Comune di Piossasco sono stati effettuati diradamenti selettivi sui rimboschimenti di pino nero impiantati all’inizio del ‘900. Gli interventi favoriranno lo sviluppo della vegetazione tipica delle aree collinari pedemontane, in cui dominano i boschi di latifoglie autoctone a prevalenza di querce (roverelle, farnie, roveri), aceri, carpini, ciliegi, frassini. Il regolamento forestale regionale individua sei specie forestali esotiche fortemente invasive, la cui espansione deve essere contrastata poiché rappresenta un rischio per la conservazione della biodiversità. Fra queste compare la quercia rossa, ampiamente presente nei boschi del parco. L’intervento finanziato mira a ridurre l’estensione del nucleo di quercia rossa presente e a prevenirne la futura espansione. Nelle aree in cui sono stati effettuati gli abbattimenti sono state messe a dimora all’inizio di novembre del 2015 circa 5.000 nuove piante provenienti in parte dal vivaio comunale di Piossasco, ripristinato grazie a una convenzione fra il Comune di Piossasco, la Provincia di Torino e Banca Intesa San Paolo. Per contrastare la diffusione della processionaria nei boschi di conifere si è provveduto a eliminare i nidi degli insetti, ad aspergere l’area con il batterio antagonista Bacillus thuringiensis (lo stesso utilizzato per contrastare le zanzare) e a posizionare trappole con feromoni.
Miglioramento dell’accessibilità dell’area
Per promuovere il parco come meta di turismo di prossimità e incrementarne la capacità recettiva sono stati rafforzati i collegamenti fra l’area protetta e il territorio circostante, con un particolare riguardo alla viabilità minore dedicata alla mobilità dolce. Sono state realizzate piste ciclabili e strade bianche e alcune connessioni necessarie a mettere in rete quelle già esistenti nei vari Comuni. E’ stato identificato un ingresso principale con adeguato parcheggio nell’area dei Tiri, ove si trovano il vivaio comunale ed il centro. La rete viaria interna all’area protetta è stata oggetto di manutenzione straordinaria ed è stata completamente risistemata la strada carrabile di 5 km che conduce alla vetta del Monte. E’ stato riaperto un vecchio sentiero, di cui si era persa la traccia. E’ stata migliorata la percorribilità di alcuni tratti e sono stati segnalati tutti gli itinerari con un’apposita cartellonistica.
Messa in sicurezza di aree pericolose
All’interno del parco fu attiva fino agli anni ’50 una cava, gestita dall’allora Provincia di Torino, per l’estrazione di pietrisco da utilizzare nella realizzazione e manutenzione della rete stradale. La cava fu chiusa quando ancora la normativa di settore non prevedeva il ripristino ambientale delle aree coltivate e rimase così come era stata lasciata: un unico fronte, alto circa 150 metri, a strapiombo sul piazzale. Il fronte è pericoloso non solo per il potenziale rischio di caduta, ma anche perché presenta, nella porzione superiore, una fratturazione che potrebbe determinare il distacco di blocchi di roccia. Per evitare rischi all’incolumità pubblica si è scelto di delimitare sul piazzale di cava un percorso aperto al pubblico, posto a distanza di sicurezza dal fronte di cava e protetto da una cortina arborea generata da un rimboschimento con specie autoctone miste. Sono state inoltre installate alcune bacheche illustrative della storia del luogo.
Valorizzazione delle caratteristiche ambientali dell’area
Il parco, seppure di modeste dimensioni (meno di 400 ettari), conserva una flora e una fauna frutto di originale commistione fra elementi alpini e mediterranei. La vetta del Monte San Giorgio è un punto di osservazione privilegiato, che consente allo sguardo di spaziare a 360° sulla Collina torinese, sulla Pianura padana e sull’arco alpino occidentale. Per valorizzare il panorama è stato progettato e posizionato sulla cima del Monte un “arco fotografico”, che illustra i profili e indica i nomi delle vette circostanti. Il punto di osservazione della vetta riveste un ruolo particolare nell’ambito di Corona Verde perché consente di osservare monumenti importanti come il Castello di Rivoli e la Basilica di Superga. Le peculiarità naturalistiche e storiche del parco sono illustrate nelle ventiquattro bacheche dislocate agli accessi e lungo i principali itinerari ciclo-pedonali. Uno specifico itinerario botanico, situato lungo un sentiero adatto a tutte le età, conduce il visitatore alla scoperta delle specie forestali presenti nel parco attraverso ventisei pannelli studiati per aiutare a riconoscere le caratteristiche distintive delle piante.
Ampliamento della vasca antincendio
Il progetto ha consentito di ampliare le dimensioni della vasca antincendio, per renderla accessibile agli elicotteri del soccorso forestale. La vasca è stata riprofilata e impermeabilizzata, mantenendone le carattristiche maturalistiche. La recinzione dell’area è stata totalmente sostituita.
Ampliamento delle capacità ricettive del parco
Nei pressi dell’ingresso principale del parco, nell’area Tiri, a poche decine di metri dal parcheggio, è stata allestita una zona per il barbecue, dotata di otto postazioni con griglia, una fontanella con acqua potabile, tavoli con panche e un’isola ecologica per la raccolta differenziata dei rifiuti. L’area è facilmente accessibile anche alle persone con disabilità motorie. L’immediata vicinanza al vivaio, al centro di ippoterapia e alla cascina didattica offre l’opportunità di partecipare a laboratori e ad attività ludico-motorie.
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