Montagna
La manutenzione dei sentieri locali rappresenta spesso per i Comuni un impegno, anche economico, consistente, e richiede anche la partecipazione attiva dell’associazionismo locale, senza il quale non vi sarebbe manodopera disponibile. La Città metropolitana di Torino ha emesso un bando, rivolto ad associazioni, comitati e organizzazioni no profit, per mettere a disposizione risorse economiche per la realizzazione di interventi di manutenzione ordinaria sulla rete sentieristica locale.“Valorizzzare il patrimonio escursionistico significa contribuire allo sviluppo socio-economico dei comuni montani e rurali, favorendo le attività di promozione turistica” spiega il consigliere delegato allo sviluppo montano Dimitri De Vita “Si tratta di un patrimonio con una diffusione capillare su cui non è possibile intervenire senza una partecipazione attiva dei cittadini, attraverso il coinvolgimento del volontariato locale”.
Al bando possono partecipare:
- le associazioni che abbiano sede o che svolgano la loro attività nel/nei settore/i di rete escursionistica interessati dal programma di intervento;
- i comitati, formalmente costituiti, e altri soggetti no profit con personalità giuridica, che abbiano sede o che svolgano la loro attività nel/nei settore/i di rete escursionistica interessati dal programma di intervento.
Il bando prevede un ammontare complessivo di diecimila euro; per ciascun beneficiario il contributo (che rappresenta in ogni caso il 90% delle spese) massimo, a fondo perduto, sarà di duemila euro.
Sono oggetto del bando l’acquisto materiali di consumo: vernici, pennelli, mascherine, carburanti, lubrificanti ecc.; l’acquisto di paleria, tavolame, graffe, chiodi, viti, profilati metallici ecc…; il noleggio di attrezzature meccaniche (motoseghe, decespugliatori); l’acquisto di piccoli utensili; la realizzazione di cartelli segnaletici conformi alle disposizioni della Regione Piemonte; l’acquisto dei dispositivi di protezione individuale (e le spese di trasporto, vitto e alloggio dei volontari.
I progetti di manutenzione della sentieristica, che dovranno esser concordati fra i partecipanti al bando e i Comuni interessati dagli interventi, dovranno essere realizzati entro dicembre 2019
Un Commissione valuterà i progetti che devono essere presentati entro e non oltre il 30 ottobre.
Tutte le informazioni su:
http://www.cittametropolitana.torino.it/cms/agri-mont/percorsi-escursionistici/bandi-contributi-escursionismo/bando-2019
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Torna da lunedì 27 maggio a sabato 1º giugno al Teatro Valdese di Pomaretto la Settimana della Montagna, organizzata dal Comune, dal CAI Val Germanasca e dalla Pro Loco, con il patrocinio della Città Metropolitana di Torino.Le manifestazioni iniziano lunedì 27 alle 21 con la presentazione del libro “Riabitare l'Italia - Le aree interne tra abbandoni e riconquiste”. Partecipano l’autore Antonio De Rossi, docente al Politecnico di Torino, Marco Bussone presidente nazionale dell’Uncem e i sindaci di Ostana e di Pomaretto. Modera il dibattito Paola Molino, direttore de “L'Eco del Chisone”. Martedì 28 alle 21 è in programma l’incontro sulla prima traversata scialpinistica delle Alpi portata a termine da Paolo Rabbia. Mercoledì 29 alle 21 la serata è dedicata al tema “Una macchina da scrivere, una fotocamera e una rivista mai dimenticata”. Giorgio Daidola presenta il libro “Ski Spirit, scialpinismo nel mondo”, mentre Roberto Mantovani parla del suo “Forse lassù si sta meglio. Cronache da un mondo sospeso”. Giovedì 30, sempre alle 21, è in programma un incontro dedicato alle fortificazioni alpine, con la presentazione del libro “Dal fondovalle alle più alte Rupi” di Bruno Usseglio, con la partecipazione dell'autore, di Massimo Bosco e Alex Pegoraro. Venerdì 31 è il momento della musica, con il concerto della Badia Corale Val Chisone. Sabato 1° giugno è in programma il convegno “Patrimonio culturale e designazioni Unesco come leve di sviluppo sostenibile locale” a partire dalle 10 al Teatro Valdese. Intervengono il Sindaco di Pomaretto, Maurizio Dematteis dell'associazione Dislivelli, il presidente dell’Uncem Marco Bussone, i presidente dei parchi delle Alpi Marittime e del Monviso, Paolo Salsotto e Gianfranco Marengo, Erica Meneghin e Andrea Porta, ricercatori della Fondazione Santagata per l'economia della cultura. Nella prima parte del convegno si parla di patrimonio culturale immateriale e di sviluppo territoriale, mentre la seconda parte è focalizzata sul come coinvolgere i giovani per valorizzare un territorio raccontando il caso del Mab Unesco Monviso Youth Camp. Al termine della mattinata è in programma una degustazione di vino Ramìe. La settimana si chiude alle 21 con il concerto “Il suono dell’anima. Emozioni attraverso generi musicali e melodie”, con Nino Carriglio al clarinetto e sassofono e Massimiliano Brizio al pianoforte. L’ingresso è libero e gratuito per tutti gli appuntamenti.
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Un "tavolo per la montagna" che si riunisca in modo permanente per facilitare il dialogo ed il confronto tra le realtà istituzionali ed associative dei territori marginali con la Città Metropolitana di Torino. La proposta è del consigliere metropolitano Dimitri De Vita rivolta a Comuni, Gal, associazioni di categoria. Se ne è parlato in una prima riunione operativa a Torino lunedì 15 ottobre, nella sede di corso Inghilterra. .Su 316 Comuni del territorio torinese, poco meno della metà (148) sono montani e assommano a una superficie di 4.181 Km² che è il 61% di quella metropolitana. "Lo Statuto di Città Metropolitana di Torino - dice De Vita - all’art 1, al comma 5, enuncia tra i suoi principi quello di “riconoscere le esigenze della montagna derivanti dalla sua diversità strutturale, assicurando alle popolazioni di essa parità di diritti sostanziali per quanto riguarda l’accesso ai servizi, le opportunità di occupazione, la protezione dalle calamità naturali e perseguendo il superamento delle condizioni strutturali di marginalità economica e di svantaggio economico presenti nel territorio montano”.
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Proseguono le attività promozionali nell’ambito del progetto della “Strada dei Vigneti Alpini”, sostenuto dall'Unione Europea nel contesto del programma Interreg Alcotra 2014-2020. La Strada dei Vigneti Alpini propone un itinerario turistico tematico transfrontaliero, che valorizza le peculiarità dei tre territori coinvolti dal punto di vista enologico, gastronomico, geografico, storico e culturale. Il progetto ha lo scopo di individuare e lanciare sul mercato internazionale nuovi itinerari di scoperta enoturistica sui due versanti delle Alpi Occidentali, coinvolgendo amministrazioni pubbliche e agenzie torinesi, valdostane e savoiarde. L'Asse 3 del programma Interreg Alcotra riguarda in particolare l'attrattività del territorio e uno degli obiettivi da perseguire è proprio l'incremento del turismo sostenibile.Sabato 15 e domenica 16 settembre, nell’ambito delle attività collaterali alla BITEG, la Borsa del turismo enogastronomico in programma a Biella, alcuni luoghi simbolo dei territori attraversati dalla Strada dei Vigneti Alpini verranno proposti a 15 buyer di agenzie turistiche austriache, statunitensi, francesi, russe, lettoni e lituane. Nella giornata di sabato 15 i buyer verranno accompagnati a conoscere le realtà vitivinicole del Canavese: l’agriturismo Cascina Gaio di Piverone, il Castello di Agliè, il ristorante stellato “Gardenia” di Caluso, la Cantina dei produttori del Nebbiolo di Carema, Villa Matilde a Romano Canavese, la dimora storica Vistaterra e il Castello di Parella. In serata ci sarà spazio e tempo per una presentazione dedicata ad Ivrea, città industriale del XX Secolo inserita nel Patrimonio Mondiale Unesco.
La giornata di domenica 16 settembre sarà invece dedicata alle bellezze e alle peculiarità enogastronomiche di Torino e della Reggia di Venaria Reale. La visita al capoluogo subalpino inizierà significativamente dalla Villa della Regina e dalla sua vigna, che recentemente è tornata all’antico splendore per la produzione del Freisa di Chieri DOC “Vigna Villa della Regina” dell’azienda vitivinicola Balbiano (www.vignadellaregina.it).
“PILUN” E “GRAN MASUN”, I TESORI DI CAREMA
Come detto, l’itinerario di sabato 15 settembre toccherà Carema, dove, proprio grazie al progetto della Strada dei Vigneti Alpini tornerà a nuova vita la “Gran Masun”, una casaforte tardo-medievale risalente al 1404, che diventerà una tappa fondamentale per gli amanti della viticoltura e del territorio. I tre piani sottoposti ai vincoli della Soprintendenza sono stati acquisiti dal Comune, che ha progettato di realizzare al piano terra una cantina da dedicare alle degustazioni. Negli altri piani sono previsti spazi che “racconteranno” in un museo multimediale interattivo la storia della vitivinicoltura eroica del Canavese. Il Comune ha acquisito la proprietà dell’edificio e ha dato avvio al primo lotto di interventi. È stato rifatto il tetto e sono stati portati a termine interventi di consolidamento statico, grazie a finanziamenti europei e regionali, ad un contributo della Compagnia di San Paolo e a uno stanziamento del Comune. Nei pressi della “Masun” sono state realizzate due aree di parcheggio con muri di pietra e i tradizionali “Pilun”, elementi distintivi del territorio, che sostengono i terrazzamenti tipici con i vigneti a pergolato. Giusto un anno fa, a Carema, in occasione della sessantacinquesima edizione della Festa dell’Uva, si sono celebrati i 50 anni della DOC Carema, un riconoscimento fondamentale per l’identità e la promozione vitivinicola del territorio. La sessantaseiesima edizione della Festa è in programma quest’anno da mercoledì 26 a domenica 30 settembre.
LA RICERCA DI NUOVE OPPORTUNITÀ PER I TERRITORI VITATI DELLA CITTÀ METROPOLITANA
Il progetto della Strada dei Vigneti Alpini è nato per valorizzare nuovi itinerari di scoperta enoturistica sui due versanti delle Alpi Occidentali, coinvolgendo amministrazioni pubbliche e agenzie torinesi, valdostane e savoiarde. L'Asse 3 del programma Interreg Alcotra riguarda in particolare l'attrattività del territorio e uno degli obiettivi da perseguire è l'incremento del turismo sostenibile. Il piano di attività del progetto è molto intenso. Per una migliore conoscenza del mercato turistico, della domanda e dell’offerta, è previsto uno studio di marketing integrato. Un secondo filone di attività è dedicato all’identificazione e alla diffusione dei valori comuni e condivisi dagli abitanti e dagli operatori economici dei territori viticoli. Un ambito di lavoro si concentra sul paesaggio e sulle eccellenze del patrimonio esistente, attraverso lo studio, la conservazione e il recupero del territorio vitato. Un altro gruppo di azioni è rivolto allo sviluppo di nuovi itinerari di scoperta enoturistica, alla valorizzazione dei luoghi emblematici e del patrimonio storico. Lo strumento principale per la fruizione dei territori è una App che offrirà informazioni sull’offerta turistica transfrontaliera. Per accrescere le competenze e la consapevolezza dei valori culturali, produttivi e naturalistici dei territori, sono previste azioni di sensibilizzazione, comunicazione, promozione e formazione degli operatori. L’ideazione e l’organizzazione di nuove iniziative e manifestazioni, coordinate in una programmazione transfrontaliera e rivolte al pubblico dei consumatori, alla stampa e agli operatori turistici, saranno propedeutiche alla sperimentazione di nuovi prodotti turistici.I PARTNER PUBBLICI E PRIVATI
Gli Enti promotori del progetto sono la Città Metropolitana di Torino come capofila, i Comuni di Carema e Pomaretto, la Regione Autonoma Valle d’Aosta, l’Institut Agricole Regional della Valle d’Aosta, il Centro di ricerca, studi e valorizzazione per la viticoltura di montagna, il Conseil Savoie Mont Blanc (organismo a cui hanno dato vita nel 2001 i Consigli Generali dei Dipartimenti della Savoia e dell’Alta Savoia, nell’ottica di una possibile riunificazione in una nuova Regione), la Comunità dei Comuni Cœur de Savoie, la Comunità dei Comuni del Lac du Bourget, l’agenzia Savoie Mont Blanc Tourisme. Il piano di lavoro aggregherà, in qualità di soggetti attuatori, i Comuni di Aymavilles, Donnas, Morgex e Montmelian. Una nutrita squadra di organizzazioni collaborerà inoltre alle attività: la Cantina Mont Blanc Morgex et La Salle, l’Associazione Viticoltori della Valle d'Aosta, il Comitato interprofessionale dei Vini di Savoia, l’Agenzia turistica dipartimentale della Savoia, la Camera Regionale d'Agricoltura Rhône-Alpes, alcuni Dipartimenti delle Università degli Studi di Torino e di Aosta. L’elenco dei partner e degli Enti coinvolti può sembrare a prima vista sproporzionato, ma lo sviluppo del turismo enogastronomico, esige che operatori di differenti categorie facciano sistema: i produttori del vino, i ristoratori, gli albergatori, gli operatori turistici professionali, le amministrazioni che governano il territorio e le organizzazioni che promuovono e animano il territorio.- Dettagli
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“Montagna e città. Dagli scambi ineguali alle interdipendenze virtuose”: un tema impegnativo quello che sarà trattato venerdì 5 maggio a partire dalle 9,30 in un incontro nella sala al quindicesimo piano della sede di corso Inghilterra 7 della Città Metropolitana di Torino.Nel corso della mattinata di studio ed approfondimento, organizzata dall’associazione “Dislivelli” con il patrocinio della Città Metropolitana, verrà presentata l’ultima ricerca dell’associazione, intitolata “Intermont. Interazione tra aree urbane e retroterra montani. Analisi e regolazione degli scambi”. La ricerca Intermont è il risultato di un lungo lavoro di indagine, partito nell’ottobre 2014, quando l’associazione Dislivelli ha dato inizio a un programma pluriennale di ricerche sul tema “Nuova solidarietà città-montagna”.
Gli obiettivi del programma erano: mettere a punto un metodo e un modello per l’analisi e la valutazione degli scambi montagna-città, individuare gli strumenti normativi e istituzionali di governance per regolare in modo solidale le interdipendenze, definire le condizioni di contesto e le azioni per ottimizzare l’interscambio.
Tra la fine del 2014 e i primi mesi del 2017 i primi due punti del programma sono confluiti nel progetto di ricerca Intermont che verrà presentato e discusso nel corso del convegno. All’incontro interverranno i responsabili dell’associazione “Dislivelli”, il Consigliere metropolitano delegato alle politiche per la montagna Dimitri De Vita, il dirigente del servizio Territorio, trasporti e protezione civile della Città Metropolitana Nicola Marengo, Carla Gatti, direttrice dell’area Relazioni e comunicazione e dirigente del servizio Progetti europei, Elena Di Bella, dirigente del servizio Sviluppo montano rurale e valorizzazione produzioni tipiche. Sono inoltre previsti interventi dei docenti universitari Giovanni Zanetti(Università degli Studi di Torino) e Carlo Alberto Barbieri (Politecnico di Torino), del direttore del settore Ambiente, governo e tutela del territorio della Regione Piemonte, Roberto Ronco, del vicepresidente di Uncem Piemonte Marco Bussone, del Sindaco di Oulx Paolo Demarchis, della collega prima cittadina di Lanzo Ernestina Assalto e del direttore delle Aree istituzionali della Compagnia di San Paolo Massimo Coda.
Nel corso dell’incontro verrà proiettato in anteprima il video “Città-Montagna A/R”, prodotto dall’associazione Dislivelli e realizzato dalla regista Raffaella Rizzi.
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Attrazione e utilizzo dei fondi europei a sostegno dello sviluppo dei territori montani, utilizzo dei fondi ATO legati allo sfruttamento dell’acqua potabile captata nelle sorgenti di montagna, costruzione di una nuova economia verde sostenuta dalle nuove tecnologie, superamento del divario digitale nei territori montani. Se ne è parlato stamani nella sede di corso Inghilterra della Città Metropolitana di Torino nel corso di un incontro promosso dall’UNCEM Piemonte e dall’Ente di area vasta che ha raccolto l’eredità amministrativa della Provincia di Torino. L’iniziativa si è svolta nell’ambito del confronto sul Piano Strategico di cui la Città Metropolitana si doterà per programmare le sue politiche a favore dello sviluppo economico, sociale e culturale del territorio.Nella direzione di un rapporto di scambio positivo e reciprocamente vantaggioso vanno ad esempio i fondi ATO: oltre 10 milioni di Euro che ogni anno vengono investiti nelle aree montane per la tutela delle fonti idriche e la prevenzione del dissesto idrogeologico. Si tratta dell'unico esempio in Italia di pagamento dei servizi ecosistemici-ambientali previsto anche dalla recente legge nazionale sulla green economy, il Collegato ambientale alla Legge di stabilità.
Aprendo i lavori del convegno odierno, il Vicesindaco metropolitano Alberto Avetta ha fatto riferimento alla validità dell’impostazione politica di cui, sin dagli anni ’60, si fece promotore l’avvocato Gianni Oberto, che fu Presidente della Provincia di Torino dal 1965 al 1970 e Presidente della Regione Piemonte dal 1973 al 1975. Oberto credeva nel protagonismo delle realtà locali e condusse appassionate battaglie culturali e politiche per il rispetto del valore economico, ambientale e sociale della montagna. Un rispetto concretizzato non in generiche affermazioni di principio ma attraverso strumenti amministrativi e fiscali come i Bacini Imbriferi Montani e i sovracanoni idroelettrici. Secondo il Vicesindaco metropolitano, “la lezione di Oberto è tuttora valida. Non basta difendere l’esistente e le tradizioni: occorre credere nel futuro e costruirlo, tanto più oggi che la Città Metropolitana non è più un soggetto terzo e sovraordinato ma un Ente governato dai Sindaci in prima persona, attraverso un’Assemblea prevista dallo Statuto e dalla Legge Delrio”. “La Città Metropolitana, - ha proseguito Avetta – deve però poter contare su risorse adeguate per le competenze ordinarie dell’Ente e per i progetti strategici, oltre che sulla consapevolezza da parte della Regione e del Governo nazionale delle sfide che il nuovo Ente si trova ad affrontare”. Secondo Avetta occorrerà snellire le procedure burocratiche, ad esempio quelle per l’utilizzo dei fondi ATO. Nella logica del Piano Strategico, tematiche come la mobilità e lo sviluppo turistico dovranno essere affrontate con un’impostazione di area vasta, indispensabile per governare una Città Metropolitana unica in Italia e in Europa, che comprende una metropoli di medie dimensioni e le vallate alpine che le fanno da contorno e che sono una sorta di “cerniera” con il resto del Continente.
Anche Lido Riba, Presidente di UNCEM Piemonte, ha insistitito sulla specificità della Città Metropolitana di Torino e ha invitato gli amministratori locali a superare la logica dei municipalismi e dei particolarismi. E’ una logica certamente difficile a archiviare in una Regione in cui le Unioni Montane sono troppo frammentate. Secondo Riba, per non essere una semplice riproposizione delle Comunità Montane, le Unioni non possono solo gestire solo i servizi pubblici in forma associata. Devono essere protagoniste delle politiche per la montagna: sia per attrarre nuove risorse comunitarie e investimenti privati su progetti innovativi, sia per valorizzare le risorse come le foreste e l’acqua in un panorama economico e sociale in profonda evoluzione. In quel panorama possono ritrovare un ruolo i mestieri tradizionali, come la pastorizia, purché si tengano presenti le esigenze di tutela dell’ambiente e le compatibiltà economiche e di mercato. Pensare ad una “green economy” in montagna significa, ad esempio, valorizzare foreste oggi inutilizzate o sotto-utilizzate, per produrre l’energia temica ed elettrica di cui le imprese e le famiglie delle vallate alpine necessitano. Secondo l’UNCEM Piemonte la Città Metropolitana, la Regione, le Unioni Montane e i Comuni debbono elaborare progetti integrati dedicati ad un turismo e ad una pratica sportiva che sono cambiati profondamente negli ultimi venti anni, così come alla promozione dei prodotti agroalimentari tipici certificati.
E’ un’impostazione accolta da molti dei Sindaci intervenuti nel dibattito, che ha toccato temi generali, come l’esigenza di un elaborare un Master Plan per lo sviluppo della montagna torinese; ma anche temi specifici, come il ruolo che gli Atenei torinesi possono avere nel sostegno scientifico e tecnologico ai Comuni montani e alle imprese locali, l’estensione delle connessioni a banda larga e la garanzia del servizio radiotelevisivo pubblico nelle aree montane, la rigidità dei bilanci dei piccoli Comuni e l’impossibilità di destinare con maggiore discrezionalità i residui degli esercizi finanziari di ogni singolo anno.
Anche Aldo Reschigna, Assessore regionale al Bilancio, Finanze, Programmazione economico-finanziaria, Enti locali e Post olimpico, ha sottolineato l’esigenza di superare l’eccessiva frammentazione delle Unioni Montane e di selezionare attentamente i grandi progetti strategici destinati a riequilibrare il rapporto tra aree urbane e montane forti e aree marginali. Per Reschigna la montagna piemontese deve lavorare in una logica di sistema, tenendo presente un più ampio scenario, che è quello in cui si sta costruendo la Macro Regione Alpina come spazio di collaborazione fra le “Terre Alte” al di qua e al di là dei confini nazionali. Reschigna ha anche ricordato che, per elaborare e gestire grandi progetti di sviluppo in una dimensione transnazionale, occorre disporre di dati e analisi sociali ed economiche che, in Piemonte, solo l’IRES è in grado di realizzare, anche e soprattutto a vantaggio dei territori montani.
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La stesura del Piano Strategico della Città Metropolitana di Torino coinvolge anche e soprattutto i Comuni montani di un territorio in cui convivono e si integrano la quarta città italiana per popolazione, la sua estesa area metropolitana e un vasto e articolato territorio rurale, collinare e montano. Come ha più volte sottolineato il Sindaco metropolitano Piero Fassino, è importante che tutti gli aministratori locali dei 315 Comuni della Città Metropolitana sentano il Piano come una propria “creatura”, cioè come l’esito di una profonda riflessione ed elaborazione collettiva sul futuro del territorio.
Mentre proseguono gli incontri tra il Sindaco Fassino, il Vicesindaco Alberto Avetta e gli amministratori dei Comuni delle undici Zone omogenee, l’UNCEM Piemonte e la Città Metropolitana hanno concordato di dedicare alle vallate montane un momento di confronto specifico sui temi che stanno a cuore alle “Terre Alte”, per raccogliere e valutare idee, progettualità e proposte operative.
L’appuntamento è per venerdì 26 febbraio a partire dalle 10 nella sala al quindicesimo piano della sede della Città Metropolitana in corso Inghilterra 7. "La Montagna nella Città Metropolitana. Costruire un nuovo rapporto" è il titolo di un incontro che si terrà, non a caso, a dieci anni esatti dalla giornata in cui si chiusero trionfalmente i Giochi Olimpici Invernali di Torino. Sono previsti interventi del Sindaco metropolitano Piero Fassino, del Vicesindaco Alberto Avetta, dell’Assessore regionale Aldo Reschigna (con deleghe al Bilancio, Finanze, Programmazione economico-finanziaria, Enti locali e Post olimpico), del Presidente di UNCEM Piemonte, Lido Riba e di tutti i Sindaci di Comuni montani che vorranno portare il loro contributo di idee, stimoli e proposte.
Sarà l’occasione per ripensare un rapporto città-montagna che è un “cantiere aperto”, nel senso che non tutte le idee maturate negli anni di preparazione al grande evento del 2006 hanno trovato una concreta attuazione.
Gestire la risorsa acqua, vero “oro blu” delle vallate alpine
Negli anni che precedettero l’evento olimpico, il compianto europarlamentare Rinaldo Bontempi, nella sua veste di membro del Consiglio di amministrazione del TOROC, fu promotore del progetto “Torino Città delle Alpi”. Molte delle intuizioni contenute in quel progetto attendono ancora una realizzazione concreta. Nella direzione di un rapporto di scambio positivo e reciprocamente vantaggioso vanno ad esempio i fondi ATO: oltre 10 milioni di Euro che ogni anno vengono investiti nelle aree montane per la tutela delle fonti idriche e la prevenzione del dissesto idrogeologico. Si tratta dell'unico esempio in Italia di "pagamento dei servizi ecosistemici-ambientali" previsto anche dalla recente legge nazionale sulla green economy, il Collegato ambientale alla Legge di stabilità. La montagna piemontese immagazzina e garantisce ogni anno 13 miliardi di metri cubi di "oro blu". Secondo l’impostazione dell’UNCEM Piemonte e del suo Presidente Lido Riba, la costruzione di un nuovo legame città-montagna passa attraverso l’attribuzione di un valore effettivo al bene acqua, con la corresponsione da parte di chi lo utilizza di un corrispettivo a chi quel bene lo produce. Per gli usi idropotabili è già così: in Piemonte una parte della tariffa idrica annua pagata, 4 Euro a famiglia, va ai territori montani per la difesa delle fonti idriche.
La montagna chiede alla città, dove sono concentrati i luoghi della decisione e della rappresentanza, regole diverse per l'organizzazione di servizi. “In questo ci aiuta la strategia nazionale per le aree interne, - ricorda il Presidente Riba - che prevede specifiche misure e fondi per garantire scuole, sanità, trasporti e crescita economica nelle valli alpine e appenniniche. Poi dobbiamo agire sulla defiscalizzazione delle imprese che esistono e si insediano in montagna. Meno tasse, dunque, senza però che l'Europa blocchi la defiscalizzazione in nome del principio della concorrenza. Così come non ha bloccato Amburgo che ha portato i suoi porti in house per non farli andare in mano cinese. Non possiamo avere due pesi e due misure ".
Città e montagna “verdi” e “smart”
Nell’unica Città Metropolitana italiana che comprende vallate alpine si può certamente fare ancora di più, per costruire le “green communities”, favorire l'interazione tra Unioni Montane di Comuni rafforzando il legame con la struttura tecnica e politica della Città Metropolitana, attrarre fondi europei per l’innovazione e la crescita economica e sociale inclusiva. Diventare più “smart” e più sostenibilmente tecnologica non è un imperativo solo per la grande città. Anche le vallate alpine, olimpiche e non, devono essere interconnesse e “intelligenti”, varando progetti per la mobilità sostenibile, la gestione delle risorse, il miglioramento delle infrastrutture. Serve una riflessione politica e istituzionale, ma anche una svolta culturale. Sindaci e amministratori montani devono imparare a fare sempre più squadra e a rapportarsi in modo completamente diverso con quelle che un tempo si chiamavano le “istituzioni sovraordinate”. L’Unione Europa, lo Stato italiano, ma soprattutto la Regione Piemonte e la Città metropolitana, non devono più essere considerati soggetti terzi da interpellare per ottenere fondi e assistenza, ma come il contesto istituzionale in cui si concertano e si costruiscono le opportunità per i territori extraurbani di pianura, collina e montagna.
Le Terre Alte provano oggi a invertire la tendenza allo spopolamento e all'abbandono, alla riduzione dei servizi e alla desertificazione commerciale. L'evento del 26 febbraio vuole essere l'occasione per riavviare un profondo e concreto dibattito sulle scelte e sulle sfide che stanno di fronte non alla montagna ma all’intera Città metropolitana.
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La tradizionale Fiera di San Martino di Viù, giunta alla diciassettesima edizione, si aprirà sabato 7 novembre alle 10 al centro polifunzionale di piazza Cibrario 2 con una tavola rotonda sul tema "Imprenditorialità e territorio: quale futuro per le Terre Alte?" promossa dall'Unione Montana Alpi Graie e dal Comune di Viù. Al dibattito, che sarà moderato dal caporedattore de "La Stampa" Luca Ferrua, parteciperà il Vice-Sindaco metropolitano, Alberto Avetta.Al centro della riflessione sul futuro della montagna torinese vi saranno le prospettive delle neonate Unioni Montane, create per aggregare ed ottimizzare alcuni servizi fondamentali e per promuovere lo sviluppo dei territori dei Comuni che ne fanno parte. Lo spunto della tavola rotonda nasce dal volume "Libellule in volo", curato da Marilena Coletti e Bruno Guglielmotto Ravet e recentemente pubblicato dalla Società Storica delle Valli di Lanzo. Il libro propone una serie di interviste a giovani che hanno deciso di investire nello sviluppo imprenditoriale delle aree di montagna, per capire come sia possibile fare impresa in montagna nell'attuale delicato momento economico.
Alla tavola rotonda promossa dal Sindaco di Viù, Daniela Majrano, oltre al Vice-Sindaco metropolitano Avetta, sono stati invitati l'assessore regionale alle attività produttive Giuseppina De Santis, l'assessore regionale allo sviluppo della montagna Alberto Valmaggia, il Consigliere metropolitano delegato allo sviluppo economico Francesco Brizio, il membro del Comitato direttivo dell'Atl "Turismo Torino e Provincia" Danilo Bessone, il segretario generale della Fondazione Terra Madre Stefano Colmo, l'amministratore delegato di Iren Energia Giuseppe Bergesio, il presidente del GAL Valli di Lanzo, Ceronda e Casternone Claudio Amateis, il presidente dell'associazione Amici del Museo Civico di Usseglio Alberto Tazzetti, il presidente della Società Storica Valli di Lanzo Bruno Guglielmotto Ravet.
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