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E’ partita nei giorni scorsi la telerilevazione di parametri medici su 12 ultra 65enni residenti in Val Cenischia nei Comuni di Moncenisio, Novalesa, Venaus e Mompantero e nel Comune di Giaglione.I beneficiari della sperimentazione hanno rilevato in autonomia dati medico sanitari e li hanno inviati tramite web app al loro medico di base che può cosi verificare, a distanza, lo stato di salute dei suoi assistiti.
Il progetto rientra nell’azione pilota denominata “eHealth Territorial Lab” finanziata con il progetto europeo ecoRIS3 Interreg Europe di cui la Città Metropolitana di Torino è partner.
L’obiettivo del progetto è duplice: migliorare l’offerta di servizi alle persone testando il telerilevamento di parametri medici su over 65enni in zone montane e rurali quindi periferiche, ma anche abilitare il territorio con infrastrutture e conoscenze indispensabili a renderlo un ecosistema e un mercato interessante per le imprese.
L’azione pilota vuole mettere a sistema il settore pubblico, la società civile, le organizzazioni di ricerca e tecnologiche e le piccole medie imprese per sviluppare nuovi modelli di business più attenti al sociale e al territorio.
La Val Cenischia presenta un alto potenziale proprio per l’infrastrutturazione a banda ultralarga.
La Città metropolitana di Torino ha scelto come partner operativo il Consorzio TOP-IX.
Fondamentale è la collaborazione dell'Asl TO3 e del Consorzio socioassistenziale Valle di Susa - Val SangoneConI.S.A.
Con tutti questi partner e con i cinque Comuni coinvolti dalla sperimentazione, la Città metropolitana di Torino ha siglato protocolli di intesa.
L’attivazione del servizio di telerilevamento è stata resa possibile grazie al contributo tecnologicodi Iren Energia e di Eolo spaper potenziare la connettività all’interno delle aree interessatee persperimentare nuove possibilità di scambio dati attraverso le retifixedwirelessaccesscomesoluzionicontro ildigital divide infrastrutturale.
Il fornitore della tecnologia di rilevamento è stato individuato in collaborazione con l’incubatore universitario 2i3t nella soluzione TESI T4MED BIOCARE.
“Vogliamo creareil contesto sociale e tecnologicomiglioree costruire la basi per un ecosistema in cui startup ed imprese innovative possano in futuro erogare servizi di eHealth per migliorare la vita delle persone che vivono in territori marginali” commenta Dimitri De Vita nella sua veste di consigliere metropolitano delegato alla montagna e ai progetti europei.
Altre info su https://www.interregeurope.eu/ecoris3/news/news-article/12133/pilot-action-ehealth-territorial-lab/
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Manca esattamente un mese all’evento finale del progetto europeo ALCOTRA Strada dei Vigneti Alpini. Venerdì 9 aprile dalla 10 alle 12 è infatti in programma un collegamento in diretta Facebook dai territori interessati dal progetto: Carema, Pomaretto, Montmélian, Aymavilles e Motz, con traduzione simultanea dall’italiano al francese e viceversa.
La Città Metropolitana di Torino è capofila del progetto trasnsfrontaliero ideato per valorizzare nuovi itinerari di scoperta enoturistica sui due versanti delle Alpi Occidentali. Dal marzo 2017 il progetto è entrato nella fase operativa, che si concluderà nel mese aprile.
L’evento in diretta Facebook sarà un’occasione importante di bilancio e di riflessione per le amministrazioni pubbliche e agenzie torinesi, valdostane e savoiarde che avevano candidato il progetto al sostegno da parte dell'Unione Europea nell'ambito del programma Interreg Alcotra 2014-2020.
La Strada dei Vigneti Alpini ha proposto un itinerario turistico tematico transfrontaliero, che valorizza le peculiarità dei tre territori coinvolti dal punto di vista enologico, gastronomico, geografico, storico e culturale.
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Qual è la situazione delle associazione fondiarie attivate sul nostro territorio con la legge regionale del 2016, modelli di gestione di associata delle proprietà agrosilvopastorali abbandonate o in via di abbandono e strumento di contrasto alla frammentazione fondiaria.Ma soprattuto che prospettive hanno?
La modalità della gestione associata suscita sempre maggiore interesse sui nostri territori collinari e montani ed è sempre più urgente accompagnare le comunità locali a prepararsi anche da un punto di vista organizzativo, nella gestione del patrimonio naturale ed antropizzato.
La Città metropolitana di Torino all'interno di SociaLab, progetto del piano territoriale integrato GraiesLab finanziato dal programma transfrontaliero Alcotra Italia Francia, vuole portare all’attenzione degli amministratori e degli operatori questa realtà e lo fa con un convegno online mercoledi 24 febbraio dalle ore 9.30 alle 13
Interverranno tra gli altri Dimitri De Vita consigliere metropolitano delegato alla montagna, Andrea Cavallero promotore delle ASFO in Italia, Alessandra Stefani direttore generale del Ministero delle politiche agricole forestali, Davide Pettenella dell'Università di Padova e concluderà Marco Bussone presidente nazionale UNCEM
Per collegarsi www.gotomeet.me/Uncem/associazioni_fondiarie
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Si parlerà di “Vivere e lavorare in montagna” nella diretta Facebook con il giornalista e scrittore Enrico Camanni in programma martedì 22 settembre alle 14. L’argomento è di particolare attualità, visto l’interesse suscitato nei mesi scorsi dall’istituzione dello sportello di consulenza gratuita “Vivere e lavorare in montagna”, che la Città Metropolitana di Torino ha dedicato a chi immagina per sé e per la propria famiglia una vita di lavoro nelle Terre Alte. Lo sportello ha iniziato ufficialmente la sua attività il 23 luglio ed è nato per proporre agli utenti un percorso di mentorship, networking e matching finalizzato a costruire percorsi di inserimento sociale, lavorativo e/o imprenditoriale di nuovi abitanti permanenti dei comuni delle vallate alpine. Il servizio è attivabile compilando il questionario pubblicato sul sito della Città metropolitana alla pagina www.cittametropolitana.torino.it/speciali/2020/vivere_in_montagna/Nel corso del dialogo con Enrico Camanni saranno presentati le modalità di funzionamento e i primi dati sull’accesso degli utenti allo sportello, istituito dalla Città Metropolitana con la collaborazione del Dipartimento di Culture, Politica e Società dell’Università degli Studi di Torino e del centro per l’innovazione sociale SocialFare, che si occupa della gestione dello sportello. Oltre a Camanni, interverranno nella diretta Elisa Bacchettidel centro SocialFare, Andrea Membrettidell’Università di Torino e la responsabile della Direzione sviluppo rurale e montano della Città Metropolitana Elena Di Bella. Coloro che seguiranno la diretta Facebook sulla pagina di SocialFare potranno rivolgere domande attraverso i commenti.
Per il momento l’attività dello sportello “Vivere e lavorare in montagna” avviene in modalità di videoconferenza, ma quando sarà possibile si prevede di localizzare fisicamente il servizio presso la sede della Città Metropolitana in corso Inghilterra 7 a Torino, nei locali dello sportello Informa-MIP nei giorni in cui non si svolge tale attività. Nella fase sperimentale lo sportello sarà attivo sino al 31 dicembre. Le richieste di accesso possono essere inoltrate all’indirizzo e-mail montagna@cittametropolitana.torino.it
Le progettualità emerse dai primi contatti per valutare le richieste di informazioni potranno dare origine ad incontri mirati e ad eventuali welcoming day sui territori di interesse dei nuovi abitanti, per far conoscere loro le possibilità di insediamento e di impresa in quei contesti. Nel caso gli utenti intendano avviare attività d’impresa saranno indirizzati al programma MIP-Mettersi in proprio, da cui saranno seguiti per una possibile implementazione della loro idea progettuale, qualora abbiano i requisiti di ammissibilità.
Sulla base dei risultati del business plan, gli utenti saranno anche supportati da alcuni service provider di InnovAree, per un’eventuale richiesta di credito e per la calibrazione dell’attività imprenditoriale nella direzione dell’innovazione sociale. Gli utenti potranno inoltre essere supportati nell’ambito del Programma operativo FSE 2014-2020.

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Si parlerà di “Riabitare le valli alpine” nel convegno-tavola rotonda in programma sabato 19 settembre al Forte di Fenestrelle a partire dalle 14,30 per iniziativa dell’UNCEM, di Italia Nostra e del circolo pinerolese di Legambiente. L'argomento è di particolare attualità, visto l’interesse suscitato nei mesi scorsi dall'istituzione dello sportello di consulenza gratuita “Vivere e lavorare in montagna”, che la Città Metropolitana di Torino ha dedicato a chi immagina per sé e per la propria famiglia una vita di lavoro nelle Terre Alte. Lo sportello ha iniziato ufficialmente la sua attività il 23 luglio ed è nato per proporre agli utenti un percorso di mentorship, networking e matching finalizzato a costruire percorsi di inserimento sociale, lavorativo e/o imprenditoriale di nuovi abitanti permanenti dei comuni delle vallate alpine. Il servizio è attivabile compilando il questionario pubblicato sul sito della Città metropolitana alla pagina www.cittametropolitana.torino.it/speciali/2020/vivere_in_montagna/Nel convegno di Fenestrelle il bilancio dei primi due mesi di attività dello sportello sarà tracciato da Elena Di Bella, responsabile della Direzione sviluppo rurale e montano della Città Metropolitana. Dopo i saluti iniziali di Eros Primo, membro del direttivo di Italia Nostra, a coordinare i lavori il dibattito nella Sala della Porta Reale sarà il professor Antonio De Rossi, docente al Politecnico di Torino. Sono previsti interventi del presidente nazionale dell’UNCEM Marco Bussone, del professor Giacomo Pettenati dell’Università di Torino e di Elena Jachia, direttrice dell’area ambiente della Fondazione Cariplo. Si analizzeranno poi alcune esperienze di ri-abitazione di borgate alpine, come quella di Albornetti di Ostana in Valle Po e quella di Bourcet di Roure in Val Chisone, ma anche i progetti “Valli Resilienti AttivAree” in Val Trompia e “Circuito delle Valli Accoglienti e Solidali”, realizzati in provincia di Brescia. Si parlerà anche della riattivazione della centrale idroelettrica di Barghe e del significato che sta avendo per la rinascita della bresciana Valle Sabbia.
La tavola rotonda tra gli amministratori locali coinvolgerà il Consigliere metropolitano delegato allo sviluppo montano, alle relazioni e progetti europei e internazionali, alla pianificazione strategica, allo sviluppo economico, alle attività produttive, ai trasporti e alla formazione professionale: tutti settori in cui il ruolo dell’Ente di area vasta può essere decisivo per un ripopolamento sostenibile e duraturo delle vallate alpine. Un ripopolamento tanto più importante in una fase in cui la crisi economica che ha colpito il Piemonte e la pandemia hanno reso interessante per molti l’idea di trasferirsi in montagna per svolgere le propria normale attività lavorativa o per intraprendere nuove iniziative imprenditoriali. Al dibattito, che sarà coordinato da Giuseppe Gamba di Legambiente Piemonte, sono stati invitati i sindaci di Sauze di Cesana, Fenestrelle, Pomaretto, Usseaux e Pragelato, oltre al direttore dell’Ente di gestione delle Aree protette delle Alpi Cozie, Michele Ottino.
COME FUNZIONA LO SPORTELLO “VIVERE E LAVORARE IN MONTAGNA”
Per istituire lo sportello la Città metropolitana ha chiesto la collaborazione del Dipartimento di Culture, Politica e Società dell’Università degli Studi di Torino e del centro per l’innovazione sociale SocialFare, che si occupa della gestione dello sportello.
Per il momento l’attività avviene in modalità di videoconferenza, ma quando sarà possibile si prevede di localizzare fisicamente il servizio presso la sede della Città metropolitana in corso Inghilterra 7 a Torino, nei locali dello sportello Informa-MIP nei giorni in cui non si svolge tale attività. Nella fase sperimentale lo sportello sarà attivo sino al 31 dicembre. Le richieste di accesso possono essere inoltrate all’indirizzo e-mail montagna@cittametropolitana.torino.it
Le progettualità emerse dai primi contatti per valutare le richieste di informazioni potranno dare origine ad incontri mirati e ad eventuali welcoming day sui territori di interesse dei nuovi abitanti, per far conoscere loro le possibilità di insediamento e di impresa in quei contesti. Nel caso gli utenti intendano avviare attività d’impresa saranno indirizzati al programma MIP-Mettersi in proprio, da cui saranno seguiti per una possibile implementazione della loro idea progettuale, qualora abbiano i requisiti di ammissibilità.
Sulla base dei risultati del business plan, gli utenti saranno anche supportati da alcuni service provider di InnovAree, per un’eventuale richiesta di credito e per la calibrazione dell’attività imprenditoriale nella direzione dell’innovazione sociale. Gli utenti potranno inoltre essere supportati nell’ambito del Programma operativo FSE 2014-2020.

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Domenica 13 settembre è stato inaugurato ufficialmente il Bivacco Carmagnola, realizzato dalla sezione carmagnolese del Club Alpino Italiano riadattando una delle innumerevoli costruzioni del Vallo Alpino risalenti agli anni ‘30 del XX secolo. Sorge a 2.840 metri di quota, nel territorio del Comune di Acceglio e sullo spartiacque tra le Valli Varaita e Maira, alla testa del selvaggio vallone di Traversiera, dove le uniche presenze umane in estate sono pastori ed escursionisti. I 2900 metri del Monte Bellino, altro spartiaque panoramico tra le due valli, si raggiungono in mezz’ora su di un comodo sentiero.Alla sobria ma significativa cerimonia di inaugurazione, patrocinata dalla Città Metropolitana di Torino, erano state invitate autorità della Città di Carmagnola, dei Comuni di Acceglio e Bellino, della Città Metropolitana e della Provincia di Cuneo. Insieme al Presidente del CAI Carmagnola, Domenico Audisio, a tagliare il nastro inaugurale sono stati la Sindaca di Carmagnola, il collega Sindaco di Acceglio e il Vicesindaco di Bellino.
Nelle belle giornate e in tutte le stagioni il Bivacco Carmagnola è un suggestivo balcone sulle Alpi Cozie e Marittime, da cui lo sguardo può spaziare dalle cime della Valle Varaita e quelle delle valli Maira, Stura e Gesso. Di notte è uno dei luoghi più bui delle Alpi e, quando non splende la Luna, lassù sembra di poter toccare con mano i milioni di stelle che compongono la galassia Via Lattea. Insieme alla struttura che accoglie gli escursionisti ed è ad accesso libero, è stato inaugurato il Sentiero Gustin, intitolato al braidese di nascita ma carmagnolese d’adozione Agostino Gazzera, una leggenda dell’alpinismo nazionale alle cui imprese sono dedicati libri, articoli e film, scomparso nel 2019 all’età di 91 anni. Soprannominato “Il Vichingo delle Alpi”, Gazzera fu autore di memorabili scalate sulle principali vette del Piemonte e della Valle d’Aosta e fu uno dei profeti della scalata sulle cascate di ghiaccio.
COME ARRIVARE AL “CARMAGNOLA”
Sul versante della Valle Maira fino al Bivacco Carmagnola sale una strada bianca, realizzata per costruire e rifornire le postazioni del Vallo Alpino, percorribile a piedi e in mountain bike. I mezzi motorizzati si debbono fermare ai 2000 metri della chiesa della Madonna delle Grazie, da dove in due ore e mezza di cammino si sale al Bivacco.
Il tempo di ascesa al Bivacco dal versante di Bellino, in Val Varaita, è di circa tre ore e mezza, per un dislivello di 1000 metri su di un percorso per escursionisti esperti. La salita dalla chiesa della Madonna delle Grazie di Acceglio è invece una comoda passeggiata, che si può abbreviare seguendo nell’ultimo tratto il sentiero T11, che consente di evitare il lungo tratto finale della strada.
SCOPRIRE LA MONTAGNA CON CHI LA CONOSCE E LA AMA
Il CAI a Carmagnola è nato nel 1977 come gruppo dipendente dalla Sezione ”Monviso” di Saluzzo. In seguito è diventato prima una sottosezione e poi una sezione autonoma. Tra le primissime attività figura l’apertura (in collaborazione con il gruppo carmagnolese dell’ANA) del Rifugio Carmagnola, realizzato nei pressi dell’attuale bivacco riattando un vecchio baraccamento militare e rendendolo adatto ad accogliere alpinisti ed escursionisti di passaggio. Purtroppo con il passare degli anni, nonostante l’impegno economico e di mano d’opera profuso, le infiltrazioni d’acqua e gli innumerevoli atti di vandalismo e furti di arredi hanno costretto il CAI ad abbandonare la gestione dell’edificio, che è rimasto chiuso e inutilizzato. I soci carmagnolesi del CAI in passato hanno anche gestito il Rifugio Unerzio, a Pratorotondo di Acceglio, impegnandosi nella ristrutturazione che ha dato vita ad un’accogliente capanna sociale, apprezzata dagli escursionisti sia in estate che nei mesi invernali dedicati alle ciaspolate e allo sci alpinismo. Dal 1978 il CAI Carmagnola tiene corsi biennali di aggiornamento sul rapporto tra scuola e montagna per gli insegnanti elementari e medi e corsi di alpinismo giovanile per il conseguimento della qualifica di accompagnatore. Insieme ad altre sezioni CAI e nell’ambito della Scuola intersezionale Alpi Ovest (www.scuolalpiovest.it) vengono organizzati corsi di introduzione all’alpinismo e allo sci alpinismo. In 43 anni di attività i soci del CAI Carmagnola hanno accompagnato giovani e adulti in gite, escursioni e scalate dal Monviso alle Dolomiti, ma hanno anche organizzato o partecipato a spedizioni al Mount Kenia e al Campo Base dell’Everest. Dal 1993 il CAI gestisce una struttura di arrampicata che è una delle attrattive più gettonate del Settembre Carmagnolese e presto diventerà permanente nel cortile della sede.
Per saperne di più si può visitare il portale Internet www.caicarmagnola.it

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Nelle belle giornate e in tutte le stagioni è un suggestivo balcone sulle Alpi Cozie e Marittime, da cui lo sguardo può spaziare dalle cime della Valle Varaita e quelle delle valli Maira, Stura e Gesso. Di notte è uno dei luoghi più bui delle Alpi e, quando non splende la Luna, lassù sembra di poter toccare con mano i milioni di stelle che compongono la galassia Via Lattea. Il Bivacco Carmagnola è stato realizzato dalla sezione carmagnolese del Club Alpino Italiano riadattando una delle innumerevoli costruzioni del Vallo Alpino risalenti agli anni ‘30 del XX secolo. Sorge a 2.840 metri di quota, nel territorio del Comune di Acceglio e sullo spartiacque tra le Valli Varaita e Maira, alla testa del selvaggio vallone di Traversiera, dove le uniche presenze umane in estate sono pastori ed escursionisti. I 2900 metri del Monte Bellino, altro spartiaque panoramico tra le due valli, si raggiungono in mezz’ora su di un comodo sentiero.Domenica 13 settembre alle 11,30 è in programma una sobria ma significativa cerimonia di inaugurazione, a cui sono state invitate autorità della Città di Carmagnola, del Comune di Acceglio, della Città Metropolitana di Torino e della Provincia di Cuneo.
La Città Metropolitana ha concesso il suo patrocinio all’evento, anche in considerazione del legame storico tra il CAI carmagnolese e Acceglio. Domenica 13 è anche in programma l’inaugurazione del Sentiero Gustin, intitolato al braidese di nascita ma carmagnolese d’adozione Agostino Gazzera, una leggenda dell’alpinismo nazionale alle cui imprese sono dedicati libri, articoli e film, scomparso nel 2019 all’età di 91 anni. Soprannominato “Il Vichingo delle Alpi”, Gazzera fu autore di memorabili scalate sulle principali vette del Piemonte e della Valle d’Aosta e fu uno dei profeti della scalata sulle cascate di ghiaccio.
Sul versante della Valle Maira fino al Bivacco Carmagnola sale una strada bianca, realizzata per costruire e rifornire le postazioni del Vallo Alpino, percorribile a piedi e in mountain bike. I mezzi motorizzati si debbono fermare ai 2000 metri della chiesa della Madonna delle Grazie, da dove in due ore e mezza di cammino si sale al Bivacco.
Coloro che sono in grado di raggiungere a piedi il Bivacco potranno unirsi al gruppo del CAI Carmagnola in partenza alle 7,30 dalla chiesa di Bellino. Il tempo di ascesa al Bivacco dal versante della Val Varaita è di circa tre ore e mezza, per un dislivello di 1000 metri su di un percorso per escursionisti esperti. La salita dalla chiesa della Madonna delle Grazie di Acceglio è invece una comoda passeggiata, che si può abbreviare seguendo nell’ultimo tratto il sentiero T11, che consente di evitare il lungo tratto finale della strada. In caso di maltempo l’inaugurazione si terrà nel Municipio di Acceglio, sempre alle 11,30.
SCOPRIRE LA MONTAGNA CON CHI LA CONOSCE E LA AMA
Il miglior modo per accostarsi alla montagna e innamorarsene è senz'altro quello di scoprila insieme a chi ne è esperto. Il CAI a Carmagnola è nato nel 1977 come gruppo dipendente dalla Sezione ”Monviso” di Saluzzo. In seguito è diventato prima una sottosezione e poi una sezione autonoma. Tra le primissime attività figura l’apertura (in collaborazione con il gruppo carmagnolese dell’ANA) del Rifugio Carmagnola, realizzato nei pressi dell’attuale bivacco riattando un vecchio baraccamento militare e rendendolo adatto ad accogliere alpinisti ed escursionisti di passaggio. Purtroppo con il passare degli anni, nonostante l’impegno economico e di mano d’opera profuso, le infiltrazioni d’acqua e gli innumerevoli atti di vandalismo e furti di arredi hanno costretto il CAI ad abbandonare la gestione dell’edificio, che è rimasto chiuso e inutilizzato. I soci carmagnolesi del CAI in passato hanno anche gestito il Rifugio Unerzio, a Pratorotondo di Acceglio, impegnandosi nella ristrutturazione che ha dato vita ad un’accogliente capanna sociale, apprezzata dagli escursionisti sia in estate che nei mesi invernali dedicati alle ciaspolate e allo sci alpinismo. Dal 1978 il CAI Carmagnola tiene corsi biennali di aggiornamento sul rapporto tra scuola e montagna per gli insegnanti elementari e medi e corsi di alpinismo giovanile per il conseguimento della qualifica di accompagnatore. Insieme ad altre sezioni CAI e nell’ambito della Scuola intersezionale Alpi Ovest (www.scuolalpiovest.it) vengono organizzati corsi di introduzione all’alpinismo e allo sci alpinismo. In 43 anni di attività i soci del CAI Carmagnola hanno accompagnato giovani e adulti in gite, escursioni e scalate dal Monviso alle Dolomiti, ma hanno anche organizzato o partecipato a spedizioni al Mount Kenia e al Campo Base dell’Everest. Dal 1993 il CAI gestisce una struttura di arrampicata che è una delle attrattive più gettonate del Settembre Carmagnolese e presto diventerà permanente nel cortile della sede.
Per saperne di più si può visitare il portale Internet www.caicarmagnola.it

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Domani, sabato 5 settembre, alle 16 nella sala polivalente di Usseglio sarà presentato uno studio per il riuso della Caserma Rocciamelone, promosso e curato dall’Associazione Amici del Museo Civico Alpino di Usseglio, dal Politecnico e dall’Università degli studi di Torino. L’evento è patrocinato dalla Città Metropolitana di Torino.La Caserma Rocciamelone della Guardia di Finanza aVillaretto di Usseglio venne realizzata nel 1939 ed è stata utilizzata in passato anche per le colonie estive. È stata ceduta il 13 febbraio scorso dal Demanio al Comune, si estende su un'area di oltre 7.000 quadrati. Il complesso comprende sei edifici che occupano circa 1.600 metri quadrati, un tempo adibiti aduffici e camerate, luogo di comunità con spaccio, magazzino, scuderia per i muli, magazzino e armeria, rimessa dei mezzi.
Il progetto di valorizzazione delle Caserme è concepito come un’occasione per avviare la costruzione di acceleratori di sviluppo sociale ed economico in una visione metro-montana, in cui l’integrazione con la città diventa occasione di crescita culturale e demografica per la Valle di Viù e di rafforzamento del tessuto sociale; il tutto favorito dalla futura disponibilità della fibra ottica che raggiungerà Usseglio nel 2022.
Il complesso delle Caserme ha un grande spazio aperto verde centrale con i padiglioni disposti tutt’intorno. Potrebbe accogliere attività come laboratori didattici e artigianali, un presidio sanitario tra telemedicina e infermeria di comunità, servizi sociali, spazi didattici per il Politecnico e l’Università, spazi per la ricettività turistica.
Il percorso progettuale intende valorizzare il sapere diffuso presente nelle Valli di Lanzo: ad esempio quello dei gestori delle esperienze produttive e dei fornitori dei servizi alla popolazione, dando vita ad una rete policentrica e capace di generare valore aggiunto. La configurazione a padiglioni e lo stato buono-discreto di conservazione dei manufatti consentono di immaginare una riattivazione a tappe del complesso, in base ai progetti e alle risorse disponibili. Oltre all’associazione Amici del Museo Civico Alpino di Usseglio, al Comune, al Politecnico e all’Università degli Studi di Torino, aderiscono al progetto l’UNCEM, l’Unione Montana Alpi Graie, l’Unione Montana Valli di Lanzo Ceronda e Casternone e il GAL Valli di Lanzo, Ceronda e Casternone.

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Prima e durante il lockdown sono molte le persone che, stanche della stressante vita urbana, hanno pensato e pensano di trasferirsi a lavorare in montagna. Ed è proprio all'insegna del motto "Vivere e lavorare in montagna" che nasce uno sportello di consulenza gratuita per chi immagina per sé e per la propria famiglia una vita di lavoro nelle Terre Alte. Lo sportello nasce per iniziativa della Città Metropolitana di Torino e propone agli utenti un percorso di mentorship, networking e matching finalizzato a costruire percorsi di inserimento socio-lavorativo di vita e/o imprenditoriale di nuovi abitanti permanenti dei Comuni montani.Per istituire lo sportello la Città Metropolitana ha chiesto la collaborazione del Dipartimento di Culture, Politica e Società dell'Università degli Studi di Torino, che ha maturato notevole esperienze nello studio e nella ricerca nel campo dello sviluppo economico e sociale dei territori rurali e montani. Inoltre è stata chiesta e ottenuta la collaborazione del centro per l'innovazione sociale SocialFare, che si occuperà della gestione dello sportello.
Per il momento l'attività di sportello avverrà da remoto, in modalità di videoconferenza, ma quando sarà possibile si prevede di localizzare fisicamente il servizio presso la sede della Città Metropolitana in corso Inghilterra 7 a Torino, nei locali dello sportello Informa-MIP nei giorni in cui non si svolge tale attività. Nella fase sperimentale lo sportello sarà attivo sino al 31 dicembre. Le richieste di accesso possono essere inoltrate all'indirizzo e-mail montagna@cittametropolitana.torino.it
Le progettualità emerse dai primi contatti per valutare le richieste di informazioni potranno dare origine ad incontri mirati e ad eventuali welcoming day sui territori di interesse dei nuovi abitanti, per far conoscere loro le possibilità di insediamento e di impresa in quei contesti. Nel caso gli utenti intendano avviare attività d'impresa saranno indirizzati al programma MIP-Mettersi in proprio, da cui saranno seguiti per una possibile implementazione della loro idea progettuale, qualora abbiano i requisiti di ammissibilità.
Sulla base dei risultati del business plan, gli utenti saranno anche supportati da alcuni service provider di InnovAree, per un'eventuale richiesta di credito e per la calibrazione dell'attività imprenditoriale nella direzione dell'innovazione sociale. Gli utenti potranno inoltre essere supportati nell'ambito del Programma operativo FSE 2014-2020. La consulenza specifica e il tutoraggio sono previsti dalla misura 2 dell'azione 2 dell'asse 1 Occupazione, priorità 8i, finalizzata a supportare con servizi qualificati la nuova impresa o il neo lavoratore autonomo nei mesi successivi all'avvio della sua attività.
L'iniziativa trova le sue le radici nell'ambito del progetto InnovAree, promosso dal Collegio Carlo Alberto, dall'Uncem e da SocialFare, supportato dal Collegio Carlo Alberto su finanziamento della Compagnia di San Paolo e finalizzato a sperimentare un servizio integrato per promuovere lo sviluppo socialmente innovativo delle zone montane e delle aree interne del Piemonte. Lo scopo di InnovAree è di connettere la "domanda di montagna" di soggetti a vocazione imprenditoriale con l'offerta di servizi dedicati.
Tra le iniziative sperimentate positivamente vi sono "Vado a vivere in montagna" e "Vieni a vivere in montagna". La prima iniziativa, attiva dal febbraio del 2018, ha consentito a chi vuole sviluppare un progetto di impresa nelle Terre Alte del Piemonte di usufruire di un servizio gratuito di mentorship, networking e matching con enti interessati a supportare progettualità in tali aree, attraverso strumenti di credito, micro-credito e finanza etica. Nel 2019 il servizio ha avuto una sua evoluzione con "Vieni a vivere in montagna", enfatizzando il ruolo delle "Valli accoglienti" piemontesi nel costruire percorsi di inserimento socio-lavorativo e imprenditoriale di nuovi abitanti permanenti. Il servizio ha raccolto in pochi mesi un centinaio di richieste di persone che, a vario titolo, vogliono spostarsi in montagna, non necessariamente con la prospettiva di creare impresa, ma anche con la semplice esigenza di cambiare residenza (e progetto di vita) mantenendo, o provando a trasferire in montagna, l'attività lavorativa attualmente svolta.
Il 28 maggio 2019 la Città Metropolitana di Torino ha aderito al protocollo d'intesa "Vieni a vivere in montagna", per sostenere e promuovere lo sviluppo strategico, economico e sociale di iniziative e attività innovative di rilevanza sociale tese a favorire lo sviluppo locale, la coesione e la qualità sociale dei territori montani metropolitano.
Il protocollo è finalizzato a:
- sviluppare un approccio integrato verso l'erogazione di servizi di orientamento e supporto all'imprenditoria, al lavoro e all'insediamento abitativo, con un primo terreno di sperimentazione nelle aree montane delle Valli Pellice, Chisone e Germanasca, che coniughi sostenibilità economica e coesione sociale dei territori
- contribuire alla costruzione di un percorso multidimensionale di accoglienza rivolto a quanti intendano stabilirsi in modo permanente nelle aree montane, al fine di sviluppare attività imprenditoriali sostenibili o comunque per inserirsi nel mercato lavorativo locale, in relazione all'offerta del territorio
- creare sinergie e complementarietà, mettendo a disposizione reciproca, in relazione alle finalità del progetto InnovAree, le competenze, il network e l'expertise maturato
- promuovere e dare visibilità alle attività congiunte, attraverso strumenti di comunicazione di rete, organizzare eventi e momenti di incontro di approfondimento.

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Il senso della comunità visto come un vaso pieno di sassolini, un mazzo di pennarelli colorati, una chioma rasta, ma anche un abbraccio, oppure il disegno di un quadrifoglio..tante suggestioni per rappresentare in pochi secondi la voglia di stare insieme, lavorare in squadra, fare rete.E' cominciato così il corso di formazione che – all'interno del progetto transfrontaliero Cuore Solidale – formerà 3 operatori sociali di comunità, e 1 assistente di borgata, che fungeranno come attivatori di reti e di risorse, promotori di progetti di sviluppo e di sostegno, facilitatori delle relazioni e dell'accesso ai servizi nel territorio Pinerolese e nelle Valli Pellice, Chisone e Germanasca, nella Valle Susa e nella Val Sangone.
Chiusa la selezione, 25 partecipanti alla sessione di Pinerolo e 18 alla sessione di Avigliana stanno per cominciare il percorso gestito dalle due agenzie formative Inforcoop Ecipa Piemonte e il Consorzio CFIQ: la stragrande maggioranza sono donne, non tutte giovanissime ma cariche di entusiasmo, tutti sono già impegnati nel sociale e pronti ad accrescere le proprie competenze in un campo delicato come quello dell'assistenza ai più fragili.
Il corso, organizzato da UnionCoop Formazione e impresa è stato presentato ed ufficialmente avviato venerdì 19 giugno durante un partecipato webinar moderato da Elena Di Bella per la Città metropolitana di Torino, con l'intervento del consigliere metropolitano Dimitri De Vita che si è soffermato sul valore di portare servizi ed opportunità nelle zone più marginali, per combattere lo spopolamento.
Il territorio coinvolto da questa sfida è un microcosmo di borgate montane, se ne contano addirittura 660 e tutte abitate: i consorzi socio assistenziali – rappresentati da Anna Maria Abburrà direttrice del CONISA e Monique Jourdan direttrice del CISS PINEROLO – si sono messi in gioco per un progetto che vuole lasciare una traccia anche dopo la conclusione del piano territoriale integrato Alte Valli Cuore delle Alpi, finanziato dal programma Alcotra.
L'emergenza covid ha dimostrato il valore dell'integrazione socio assistenziale e l'AslTO3, nelle parole di Paola Fasano direttrice del Distretto Pinerolo, ha ribadito il suo interesse ad affiancare queste nuove figure professionali degli operatori di borgata alle già esistenti figure degli infermieri di comunità, ai servizi di telemedicina, all'assistenza territoriale.
Per le Agenzie formative, gli interventi di Cristina Portesani responsabile dell'area socio assistenziale ed educativa dell'agenzia CFIQ, Stefania Giudice responsabile dell'area socio assistenziale ed educativa dell'agenzia INFORCOOP ECIPA, Molly Rose Tyler Child tutor del CFIQ ed Eleonora Raminelli tutor di INFORCOOP ECIPA.
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