Itinerari del gusto

ARTE E VINO - La Valle Susa e Sangone


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Vigne eroiche, abbazie e cappelle montane secolari

Luoghi d'arte accessibili con orario annuale: Abbazia della Novalesa; cappella del conte (San Giorio)

Luoghi d'arte accessibili mediante applicazione Chiese a porte aperte: cappella Sant'Andrea Ramats (Chiomonte); cappelle di Bardonecchia (San Sisto a Melezet, Notre Dame du Coignet a Les Arnauds); cappella di San Sebastiano (Giaveno)

Da secoli via di transito per eserciti, pellegrini e commercianti, la valle di Susa conserva un mirabile insieme di beni storici, artistici e sorprendenti tracce di cultura materiale. Lungo il percorso si possono apprezzare incantevoli centri storici, tipiche borgate alpine, complesse fortificazioni come il Forte di Exilles, la millenaria Abbazia di Novalesa, l'imponente Sacra di San Michele e la Precettoria di Sant'Antonio di Ranverso.

Di questi luoghi, tutti legati alla produzione del vino, l'Abbazia della Novalesa è la più coinvolta nella coltivazione della vite, con testimonianze già presenti nel Testamento di Abbone, fondatore dell'Abbazia di Novalesa a inizio dell'VIII secolo. Nell'attuale chiesa abbaziale, databile al 1715, il presbiterio conserva alcuni aspetti del suo impianto medievale, come ad esempio alcuni affreschi risalenti al XII secolo e quelli quattrocenteschi attribuiti ad Antoine de Lohny. Sono inoltre presenti quattro piccoli oratori ad aula unica monoabsidata intitolati a Santa Maria, a San Michele, a San Salvatore e a Sant'Eldrado, costruiti riutilizzando parte delle strutture altomedievali all'inizio dell'XI secolo. Questi ultimi due edifici mantengono tutt'ora le caratteristiche tipiche dell'architettura romanica, con archetti pensili, monofore e lesene a scandire l'apparato murario laterale e absidale. La cappella di sant'Eldrado conserva al suo interno uno dei più preziosi cicli d'affresco realizzati nel primo secolo dopo il Mille, raffiguranti storie della vita del santo titolato e di San Nicola.

Tra i tanti gioielli artistici gestiti dal centro culturale diocesano di Susa merita di essere segnalata la cappella del Conte a San Giorio, costruita nel 1328 per volere del castellano Lorenzetto Bertrandi. Sui muri esterni si conservano ancora alcuni lacerti di affreschi raffiguranti l'Adorazione dei Magi e san Cristoforo, mentre all'interno del piccolo spazio trecentesco si può ammirare uno dei più completi esempi di pittura trecentesca del Piemonte.
Risalendo la valle, nel comune di Giaglione, si possono ammirare gli affreschi esterni della chiesa di Santo Stefano, capolavoro tardo gotico realizzato a fine XV secolo da Bartolomeo e Sebastiano Serra raffigurante uno dei più completi esempi de i Vizi e le Virtù di tutto l'arco alpino.

Spostandoci nella frazione Ramats a Chiomonte, ci imbattiamo nella cappella di Sant'Andrea, situata a ridossodi alcune delle più antiche vigne coltivate in questo territorio. Il Maestro di Ramats, vicino allo stile di Bartolomeo e Sebastiano Serra, affrescò a fine XV secolo le Storie di Sant'Andrea nel presbiterio e un'Annunciazione sull'arco santo, opera dal forte stile popolare che richiama la cultura di Giacomo Jaquerio a Ranverso, pur con notevoli aperture verso il linguaggio rinascimentale. La presenza di una vigna a pochi metri dall'edificio permette di abbinare la visita ai ripidi terrazzamenti vitati e alla chiesetta.

Più a monte altre preziose cappelle quattrocentesche arricchiscono il territorio. Al margine delle piste da sci a Bardonnecchia nella borgata Les Arnauds troviamo la cappella della Madonna del Coignet. Le pitture che ricoprono quasi interamente l'interno e la parete d'ingresso dell'edificio furono realizzate da tre anonimi artisti tra il 1496 e i primi decenni del Cinquecento, facendo di questo edificio uno dei più interessanti di tutta la valle di Susa.


Spostandoci a Melezet, incontriamo all'inizio dei boschi la cappella di San Sisto, edificio quattrocentesco interamente affrescato tra il 1475 e l'inizio del Cinquecento. Le pareti interne conservano preziosi affreschi tardo gotici, mentre la parete d'ingresso conserva un imponente Giudizio universale realizzato sul modello di quello di Jouvenceaux.

In val Sangone, dove la viticoltura sta provando a ritagliarsi una nuova nicchia produttiva, troviamo un altro gioiello della pittura tardo gotica recentemente recuperato. Si tratta della cappella di San Sebastiano a Giaveno, affrescata da Bartolomeo e Sebastiano Serra negli ultimi anni del Quattrocento. L'edificio venne ampliato nel corso del Settecento trasformando l'antico impianto quattrocentesco, ripristinato attraverso un sapiente restauro che ha riportato alla luce gli affreschi della bottega dei Serra realizzati nell'area presbiteriale.


Vitigni coltivati: Avanà, Barbera, Becquét, Dolcetto, Neretta (bacca nera); Baratuciat (bacca bianca)