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Cittàmetropolitana di Torino

Il mondo nuovo di don Bosco

Da quando don Bosco aprì il primo oratorio a Valdocco per ospitare i giovani esclusi e in precarie condizioni di vita è passato oltre un secolo, ma la volontà dei Salesiani di restare accanto agli ultimi non è mai venuta meno. Oggi il messaggio del Santo si traduce, in Borgo San Paolo a Torino, nella "Casa che accoglie", un luogo che ospita una decina di giovani immigrati minorenni, i cosiddetti minori non accompagnati.

Il documentario alterna la storia di don Bosco e dei Salesiani, condotta dal giornalista televisivo Gian Mario Ricciardi, con la descrizione di "Casa che accoglie" fatta dai protagonisti: don Lagostina, direttore della casa, un tutore volontario, i due educatori e alcuni volontari che prestano la loro opera rendendo possibile il funzionamento della struttura.
La realizzazione del film è stata un'avventura, condizionata dalla pandemia, iniziata con una telefonata alla fine di febbraio di quest'anno a don Lagostina e proseguita con pochi incontri preparatori per definire la sceneggiatura. Le riprese si sono svolte nella seconda metà di aprile in diverse location. Il museo casa don Bosco e l'oratorio di Valdocco sono stati lo sfondo degli interventi di Ricciardi, mentre le immagini girate nelle stanze e nelle sale comuni della casa che accoglie mostrano i momenti della vita quotidiana: le pulizie effettuate dai ragazzi, la preparazione del pranzo con le volontarie, lo studio, il gioco e il pasto serale. Le vie di borgo San Paolo con il mercato rionale sono le scenografie sulla quale si muovono i nostri ragazzi che camminano, camminano… Il camminare come metafora del migrante che abbandona il suo paese, la povertà, la guerra o le persecuzioni in cerca di sicurezza, di una vita migliore. Spesso si tratta di sogni, della ricerca di un mitico eldorado che poi, presto, non si rivela come tale. Talvolta le storie di questi ragazzi che provengono dall'Africa, dall'Albania, dal Bangladesh e da altri Paesi del terzo mondo, sono drammatiche: viaggi avventurosi costellati dalle violenze delle guardie alle frontiere, pericolose deviazioni, una volta arrivati qui, nell'ambito della malavita (un tetto e del cibo in cambio di azioni illegali).
Il lavoro di chi si occupa di questi ragazzi e li strappa alla strada, proprio come faceva don Bosco, è prezioso e complesso, sempre in relazione con il Comune, con gli enti formativi e con tutte le istituzioni e i privati che collaborano per inserire questi giovani nel tessuto sociale e produttivo torinese.
Il messaggio del film si può sintetizzare nelle parole di don Lagostina nella chiusura del documentario: "È l'incontro fra persone diverse che porta a una ricchezza comune. Questo è il mondo nuovo che noi auspichiamo."

Il film è stato realizzato senza alcun costo dal Centro di Produzione multimediale della Direzione Comunicazione e Rapporti con i Cittadini e i Territori di questa Città metropolitana:
- Il mondo nuovo di don Bosco (durata 23 minuti circa)


(06 luglio 2021)