Beni culturali e paesaggio

I processi di trasformazione e di utilizzo della risorsa territorio

Il processo di antropizzazione del territorio, iniziato con la rivoluzione industriale di fine ´800, passato per il "boom economico" degli Anni Sessanta, e non ancora arrestatosi, insieme al progressivo abbandono del territorio agricolo, ha prodotto e produce significative trasformazioni paesaggistiche.

Il passaggio da un´economia agricola ad una prevalentemente industriale, ha dato origine ad una serie di cambiamenti riassumibili in:

  • un significativo aumento della popolazione ed una variazione della sua distribuzione sul territorio. Gli addetti all´sono passati dal 90% degli occupati, a poco più del 10%;
  • un significativo aumento dell´urbanizzazione e dell´infrastrutturazione generale.



Alcuni dei principali fenomeni legati alla progressiva antropizzazione dei paesaggi agrari e naturali:

  • degrado diffuso dei paesaggi. Dal punto di vista quantitativo, si assiste ad un crescente utilizzo del suolo per fini diversi (residenziale, industriale, terziario) e quindi ad una perdita di suolo agricolo produttivo. Dal punto di vista qualitativo, la struttura insediativa passa dal modello centripeto (anni 60-80), a quello della città diffusa.
  • perdita di strutturazione percettiva nei sistemi collinari e montani, dettata dal un progressivo abbandono dei terreni e dalla riduzione o cessasione delle attività di manutenzione degli elementi fisici che caratterizzavano il paesaggio agrario o naturale. Non di rado, si giunge ad una sostituzione totale del tipo di organizzazione, non più rispettosa di alcun criterio morfologico insediativo, dovuta alla necessità di ampliamento dei centri abitati dei fondovalle montani.
  • erosione dei paesaggi naturali. Essendo questi situati prevalentemente in aree residuali, poco trasformate dall´uso antropico per inacessibilità o pericolosità dei luoghi, la loro incauta antropizzazione può implicare notevoli rischi di tipo idrogeologico. Le conseguenze dei fenomeni alluvionali di questi ultimi anni ne sono una riprova.
  • perdita delle regole insediative e l´introduzione di nuove tipologie architettoniche estranee ai contesti di riferimento, con la perdita di figurabilità. Nei sistemi di pianura fluviale, la progressiva conurbazione della città con i centri rurali avviene secondo due direttrici di espansione: concentrica attorno ai nuclei urbani e rurali, e lineare lungo le principali vie di collegamento tra di essi. In questi sistemi (di cui l´area torinese è emblematica) l´espansione industriale si attua lungo le direttrici interne ed esterne alla città, poi nello spazio libero fra le direttrici (distribuzione a macchia d´olio).
    Nascono aree di frangia o margine attorno alle direttrici di espansione, ed insediamenti sparsi con caratteri completamente estranei alle tipologie paesistiche di riferimento, che tendono a creare ambiti percettivi confusi in cui nessuna regola appare più evidente.
  • continuità dal sistema di barriere antropiche. Le nuove vie di comunicazione crescono esponenzialmente e spesso sono progettate con il criterio del percorso più breve, senza troppa attenzione alla morfologia del territorio, così importante nell´inserimento paesistico. Inoltre, la saldatura delle conurbazioni ha con gravi conseguenze sia sulla futura possibilità pianificatoria, sia sul funzionamento del sistema ecologico ambientale.