Beni culturali e paesaggio

Villar Dora - Castello

Castello di Villar Dora

Ubicazione: Comune di Villar Dora

Proprietà: privata

Destinazione d´uso: residenza

Note storiche e costruttive
Area comunale nel contesto della Valle di Susa

Il Castello domina dall´altura l´abitato di Villar Dora; la sua mole massiccia, sottolineata dal richiamo della snella torre cilindrica che lo caratterizza, si impone sulla misura modesta del borgo e segnala la propria presenza autorevole nel paesaggio circostante.
Era collegato visivamente con le fortificazioni di pianura e, tramite la Torre del colle, con quelle della bassa valle di Susa.
Da un documento stilato nel 1287 si può desumere che sul luogo dell´odierno Castello esisteva allora un complesso fortificato abitato dai tre feudatari che si dividevano il territorio e dalle loro famiglie. A ciascun nucleo corrispondeva con ogni probabilità uno dei torrioni più antichi che, inglobati nei successivi ampliamenti, sono oggi localizzabili solo ipoteticamente, in base alle strutture rinvenute nelle aree cantinate. L´antico castello era addossato alla cinta difensiva che perimetrava la sommità della collina ma la sua conformazione variò sensibilmente quando il territorio fu infeudato ai Provana che, divenuti signori verso la metà del Trecento, lo rinnovarono adattandolo alle proprie esigenze. Nell´arco di un secolo vennero così eseguite importanti opere che trasformarono la severa costruzione di aspetto militaresco in una residenza signorile.

Ortofoto del comune

L´esame dettagliato del complesso monumentale (vedi lo studio di Paolo Scarzella citato in bibliografia, cui si rimanda per eventuali approfondimenti), oltre a chiarire molti punti della composita genesi costruttiva, ha rivelato che i fabbricati costruiti dai Provana obbediscono a criteri di modularità che ne regolano le proporzioni. La connotazione più rappresentativa dell´opera dei Provana si apprezza principalmente nel prospetto sud, dove l´alta torre cilindrica che sporge dal filo murario separa due costruzioni diverse come a segnare uno snodo tra due ali aperte nelle opposte direzioni. Ad est della torre il corpo del cosiddetto "palacium" si segnala come un robusto torrione ingentilito da ariose bifore, vicine ad altre minori appartenenti ad una precedente fase costruttiva. La muratura è in pietrame annegato in abbondante malta, con fasce orizzontali di mattoni. Il coronamento in merli a coda di rondine sovrasta una elaborata fascia decorata da archetti ciechi, cornici ricorrenti in mattoni con resti di intonaco e figurazioni geometriche rosse e nere.
L´ala opposta, detta di Margaretha De Rotaris, è ritmata da aperture a bifora più regolari; la muratura, in pietrame, è apparecchiata in modo piuttosto regolare e di spessore tale da far pensare ad una foderatura esterna dei muri preesistenti. Il coronamento merlato, perfettamente leggibile, è stato in questo caso soprelevato per appoggiarvi la copertura, ricavando, come d´uso, finestre intermedie; la fascia sottostante è tutta in mattoni, decorata con cornici e resti di figurazioni geometriche, come nel caso precedente.
La torre cilindrica che separa le due costruzioni di cui si è detto, è costruita in mattoni accuratamente apparechiati ed è coronata da quattro merli a coda di rondine protetti da intonaco; prerogativa interessante è data dalla presenza dei piatti di ceramica colorata incastrati a corona sotto la merlatura, decorazioni frequenti nelle architetture religiose ma insolite nelle costruzioni difensive. La fascia decorativa sottostante è composta da una sequenza di arcatelle ogivali e da cornici progressivamente aggettanti, a greca e a denti di sega.

Nel 1442 il duca Ludovico di Savoia (figlio di Amedeo VIII) aveva ordinato ai Provana di eseguire diversi lavori di potenziamento, fornendone l´elenco preciso, elenco divenuto oggi prezioso per risalire all´aspetto del castello in quel preciso momento storico. Altre opere, quali ad esempio il sopralzo del recinto fortificato, andarono quindi ad aggiungersi a quanto già realizzato, rendendo il castello sempre più imponente.
Alcune parti situate nella zona settentrionale, incendiate dall´esercito francese nel 1691, furono successivamente ricostruite in forme diverse.
Nella seconda metà dell´Ottocento realizzazioni consistenti hanno in parte mutato la fisionomia del castello: per disimpegnare le camere sono state costruite, in aderenza al prospetto interno, gallerie in stile neogotico; il terreno è stato in parte spianato per realizzare ampi viali di accesso ed un giardino, ora ricco di essenze pregiate; il fronte sud è stato anticipato da un terrazzamento sorretto da alte pilastrate che hanno sminuito la prevalenza d´immagine dei fabbricati più rappresentativi.
Attenti restauri furono eseguiti nei primi decenni del Novecento per volere del conte Carlo Antonielli d´Oulx sotto la guida di Ernesto Bertea. Per rendere al castello la fisionomia medievale furono allora riaperti i merli otturati e valorizzate le fasce affrescate, eliminati intonaci e persiane aggiunte tra Sette e Ottocento e sostituite le colonnine delle bifore mancanti con basi e capitelli di nuova fattura. Tuttavia, contrariamente alla tendenza allora imperante, non si realizzarono altre aggiunte "in stile".

Stato di conservazione

Il complesso, in particolare per quanto riguarda i fabbricati di maggior prestigio, si presenta in condizioni soddisfacenti di conservazione, grazie anche alla cura che ne ebbero i proprietari, conti Antonielli d´Oulx, ora rappresentati da una società.
Alcuni fabbricati, sottoutilizzati, necessitano di interventi di ripristino e di restauro. Gli edifici ubicati nel settore nord-occidentale (un tempo "sala d´armi", "casa del pozzo" e "tribunale") presentano segni di abbandono e di degrado e sono attualmente interessati da un progetto per il recupero all´uso.

Indicatore di conservazione: stato di conservazione ottimo

Visualizza legenda stato di conservazione

Legenda grafica dello stato di conservazione, da ottimo a rudere
Considerazioni circa gli interventi prioritari

Il Castello di Villar Dora, oltre ad essere importante testimonianza della storia valsusina, si inserisce di diritto tra le più significative opere di architettura castellana. Il complesso è oggetto di attenzione da parte dei proprietari che provvedono alle normali opere di manutenzione. Sono inoltre in corso di studio diverse proposte di intervento che coinvolgono le amministrazioni pubbliche con l´intento di giungere al restauro ed alla completa godibilità di tutti gli ambienti dell´antica residenza nobiliare.