Beni culturali e paesaggio

Sant'Antonino di Susa - Chiesa di Sant'Antonino martire

Chiesa parrocchiale di Sant´Antonino martire

Ubicazione: Comune di Sant´Antonino di Susa, Piazza Libertà

Proprietà: parrocchia Sant´Antonino di Susa

Destinazione d´uso: edificio di culto

Note storiche e costruttive
Area comunale nel contesto della Valle di Susa

Il complesso parrocchiale di Sant´Antonino Martire, il cui impianto viene fatto risalire all´XI secolo, è riconosciuto dagli storici come il più antico della Valle di Susa, S. Savi sostiene che "la chiesa di S.Antonino non si trova mai nominata nei documenti che precedono il 1043, mentre è ricordata frequentemente in quelli posteriori. Pare quindi fondata la supposizione che la pia Contessa "Adalena" - appartenente ad una famiglia di cui è nota la munifica opera quale fondatrice di chiese e monasteri - abbia fatto costruire appositamente la chiesa per donarla ai Canonici regolari di S. Agostino, e che detta chiesa sia appunto, attualmente, la parrocchia di S. Antonino di Susa. I caratteri stilistici confermano la precedente ipotesi, poichè il tipo di muratura (in paramenti compatti, ma anche un po´ rozzi), le finestre (a doppio sguancio regolare e non più a feritoia), gli archetti (assottigliati e aumentati di numero), ecc., sono attribuiti dagli storici dell´arte al secondo quarto del sec. XI. Per le stesse ragioni, direi alquanto più tardo il campanile". Dagli studi pubblicati fino ad oggi non si ricavano notizie utili al fine di documentare lo stato della chiesa nei secoli seguenti, fino all´intervento di radicale trasformazione operato alla fine del XVII secolo.
Nel 1698, come riportato nei Registri parrocchiali, furono infatti eseguiti lavori di trasformazione delle absidi laterali per ricavare vani da adibirsi a sacrestia e a cappella invernale. La chiesa in quel tempo doveva trovarsi in uno stato di degrado talmente avanzato da rendere necessari lavori di notevole entità il più consistente dei quali fu senza dubbio la riduzione della lunghezza delle navate di 14 metri, con conseguente ricostruzione della facciata e realizzazione di un sagrato. Alla stessa epoca dovrebbero risalire altre importanti trasformazioni, quali la sostituzione dell´originaria copertura lignea con una volta a botte lunettata e l´ampliamento delle finestre ricondotte ad una forma rettangolare.

Ortofoto del comune

Alcuni decenni dopo (nel 1742), si ha testimonianza di un intervento relativo al rifacimento della pavimentazione interna della chiesa e all´inserimento di una nuova balaustrata a separazione della zona presbiteriale, interventi documentati da un disegno che rappresenta lo stato di fatto in pianta.
L´analisi dello stesso documento conferma inoltre l´assenza, ancora alla metà del secolo XVIII di cappelle laterali, quali si ritrovano allo stato attuale. Se la rappresentazione in pianta è da considerarsi attendibile, resta infine da osservare che anche quella che viene chiamata cappella d´inverno, cioè la cappella adiacente all´abside della navata sud, doveva essere ancora costruita.
Allo stato attuale la chiesa si caratterizza principalmente per un´impronta formale che, a seguito di ripetuti interventi eseguiti nei secoli XVII, XVIII e negli anni´30 del Novecento, ha finito per occultare i segni più riconoscibili dello stile originario. La lettura delle sue caratteristiche planimetriche e la presenza, ancora leggibile, delle tre absidi in muratura lapidea, di una cripta poco indagata e del campanile, documenta però in maniera inequivocabile la permanenza dell´impianto strutturale originario, sia pur nascosto da un apparato decorativo settecentesco (con rifacimenti del sec. XIX e ancora più recenti).
La facciata, in particolare, rifatta su progetto dell´ing. Corrado Meano negli anni intorno al 1930, si distingue per aspetti formali e stilistici che richiamano, sia pure mediante l´uso di una semplificazione, gli stilemi del XVIII secolo.
La documentazione iconografica nota, e particolarmente quella fotografica, ci testimoniano come la facciata che era stata costruita ex novo in seguito all´accorciamento della chiesa (1698) fosse stata estremamente semplice: rivestita di intonaco senza altra decorazione se non una finta architettura dipinta a coronamento delle aperture. Le antiche origini della chiesa sono ancora rimarcate dai recenti interventi di restauro, che hanno scoperto sulle murature dell´abside della navata laterale destra, lacerti di affreschi afferenti ad epoche diverse, dall´inizio del Trecento sino alla seconda metà del Quattrocento; ma il ritrovamento più importante riguarda la fascia con dedica a Sant´Agata, che confermerebbe l´appartenenza del primo impianto della chiesa alla metà dell´XI secolo.

Il campanile ha mantenuto pressochè integre le caratteristiche romaniche, ora maggiormente apprezzabili dopo l´ultimo restauro (2001). La torre si presenta con una superficie in pietra a vista costituita da blocchi squadrati e posti in opera con abbondante legante; le lesene poste sugli spigoli, definiscono, con fasce marcapiano costituite da archetti pensili, campi di muratura in cui si aprono sul primo livello delle monofore (una per lato), sul secondo e terzo delle bifore, sul quarto i quadranti dell´orologio meccanico ed infine una serie di aperture frutto degli interventi per l´inserimento delle campane ed una trifora. Le bifore del primo livello presentano colonnina e capitello a stampella di pietra, mentre al secondo livello la colonnina è sostituita da un pilastro di muratura. Gli orologi con ghiera in ghisa e quadrante in vetro sono presenti su tre lati, mentre sul quarto lato esistono solo due aperture, frutto della modifica delle preesistenti bifore. L´ultimo livello doveva essere originariamente caratterizzato dalla presenza di trifore, di cui l´unica sopravvissuta è visibile sul lato nord, mentre le altre aperture sono state regolarizzate con due alte monofore e sul lato est da un´apertura ad arco a tutto sesto.

Stato di conservazione

In questi ultimi anni è in atto una costante azione di restauro rivolta a garantire, mediante lotti di intervento circoscritti, la conservazione di tutto il complesso religioso. Il primo lotto ha riguardato il restauro delle coperture (settembre 1999); il secondo lotto il restauro e consolidamento del campanile (dicembre 2001); nel 2003 è stato realizzato il restauro degli affreschi dell´abside a cornu epistolae e sempre per il 2003 è previsto un intervento che si rivolge a tre aspetti distinti: il restauro delle absidi romaniche, il risanamento delle cappelle laterali e la sistemazione dell´area di pertinenza della Parrocchia, compresa fra la chiesa e la Via Torino. Per il futuro è previsto di indagare maggiormente la reale consistenza della cripta con l´ipotesi di poterla restaurare.

Indicatore di conservazione: stato di conservazione mediocre

Visualizza legenda stato di conservazione

Legenda grafica dello stato di conservazione, da ottimo a rudere
Considerazioni circa gli interventi prioritari

La chiesa parrocchiale di Sant´Antonino martire è un esempio significativo di edificio romanico riplasmato in epoca barocca che, apparentemente sembrava aver perso la sua originalità, emersa invece nel corso degli interventi già realizzati, mettendo in luce aspetti significativi che permettono di rivalutare il complesso nella sua reale consistenza. In futuro i prossimi interventi saranno rivolti ad indagare la consistenza e stato di conservazione della cripta, che potrebbe contribuire ad ampliare la conoscenza di questo edificio, oltre ad una serie di interventi più superficiali, relativi alla facciata principale e a quelle laterali del complesso.