Castello e Casa Forte
Ubicazione: Comune di San Giorio
Proprietà: Castello, privato; Casa Forte, parrocchiale
Destinazione d´uso: Castello, residenza; Casa Forte, uso parrocchiale
Note storiche e costruttive
Il complesso fortificato si estende lungo il dosso che sovrasta il borgo, su una fascia di terreno che, a partire
dalla chiesa parrocchiale che sorge alle pendici dell´altura, sale fino alla sommità. Le sue origini
si fanno risalire ad epoca molto antica ed alcuni sostengono che il primo insediamento risalisse addirittura
all´epoca romana, anche se di ciò non è stata fornita alcuna prova oltre ai frammenti di
laterizi romani annegati nella muratura della torre.
L´insediamento, interamente circondato da un recinto difensivo, era costituito da tre corpi distinti; quello
inferiore, adiacente alla chiesa, con la cappella del conte e la casaforte, è ancora in sito anche se in
parte sommerso da costruzioni rurali; del corpo mediano, costituito dal "castello inferiore", rimangono
solo pochi ruderi; del "castello superiore" esistono ancora la torre rotonda angolare e l´adiacente
sala baronale, mentre sono riconoscibili le aree di due cortili ed i resti del mastio quadrato. Una fotografia
scattata nel 1920 da Eugenio Olivero, che studiò il complesso di San Giorio fino a pubblicarne un libro,
testimonia che a quel tempo esisteva ancora uno spigolo del mastio, che si innalzava per notevole altezza.
Il possedimento, passato sotto la giurisdizione dei conti di Savoia e, in porzione minore, dell´abbazia di
San Giusto di Susa, fu infeudato rispettivamente alle potenti famiglie dei Bertrandi e dei Bartolomei; ai Bertrandi
si deve con ogni probabilità l´ampliamento ed il potenziamento del preesistente nucleo fortificato e
la costruzione del mastio, del "castello inferiore" e della casaforte, che rispondono a tecniche di
difesa organizzate. Il complesso di San Giorio era infatti uno dei nuclei più muniti della valle; vi si
esercitava, oltre al controllo militare, anche la riscossione dei pedaggi per il transito lungo la strada di
Francia. La sua posizione, emergente ed avanzata, consentiva comunicazioni dirette con tutte le fortificazioni
minori - Bussoleno, Castel Borello, Chianocco, Villarfocchiardo - e costituiva il perno centrale tra le presenze
forti delle opposte estremità della bassa valle: i castelli di Avigliana e di Susa.
La devastazione più grave del complesso si deve all´opera distruttiva che le truppe del generale
Catinat inflissero ad ogni segno del potere nel corso delle guerre dei secoli XVI e XVII, tra i francesi ed i
savoiardi, che ne avevano fatto un caposaldo tra i più importanti per contrastare la discesa dei nemici
verso la pianura. Nonostante l´entità di tali distruzioni, l´accuratezza costruttiva e la
permanenza di elementi significativi dell´architettura fortificata medievale richiamarono l´attenzione
di Alfredo d´Andrade e di Riccardo Brayda, che ne hanno lasciato diversi disegni con ricche annotazioni
interpretative. Le murature del "castello superiore", sempre di pietra, denunciano interventi di
tamponamento e di rinforzo, attuati nel corso del tempo con tecniche differenti. La prevalenza del tessuto
medievale è costituita da ciotoli organizzati a spina di pesce che denotano una certa accuratezza
costruttiva. La bifora che compare sul fronte ovest è frutto di un intervento recente, che può
ingenerare equivoci interpretativi; anche il tratto superiore della muratura, con il coronamento merlato,
è di realizzazione recente. Poco più a valle si trovano i resti di una cisterna per l´acqua
piovana, rivestita in "opus signinum", altra presenza che ricorda la tecnica in uso al tempo dei
romani.
Stato di conservazione
Parte del castello a monte è stato adattato a residenza; l´aula baronale è stata coperta
da tetto a doppia falda e sono evidenti rappezzi sulle murature, oltre al rialzamento della parete ovest ed
alla creazione della bifora, di cui si è detto. La condizione di proprietà privata non ha consentito
l´ingresso ai cortili e pertanto ci si limita ad osservare che lo stato di conservazione, discreto per
quanto si è potuto osservare nella parte residenziale, non è altrettanto soddisfacente per quanto
riguarda il recinto più esterno e, in generale, i ruderi rimasti. I danni causati dagli eventi atmosferici
e dal proliferare della vegetazione accelerano infatti il processo di degrado. Diversa la situazione della casaforte
situata in adiacenza alla parrocchiale. L´autorevolezza del suo volume è in parte sminuita dalla
presenza dei fabbricati che le sono stati addossati; tuttavia, il fatto che sia stata destinata da tempo ad
abitazione del parroco, pare avere garantito una manutenzione che ne ha assicurato la buona conservazione. Da
notare l´elegante bifora coronata da grandi elementi di pietra con il simbolo centrale della croce sabauda
e l´estesa presenza di intonaco rustico, che ha certo contribuito a garantire l´integrità dei
paramenti murari.
La posizione privilegiata del complesso di San Giorio è elemento qualificante nel contesto della valle;
ad evitare possibili compromissioni edilizie, nel 1966 le pendici circostanti sono state sottoposte a vincolo
paesistico.
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Considerazioni circa gli interventi prioritari
L´importanza del luogo meriterebbe un supplemento di attenzione anche da parte degli enti pubblici, per la ricerca di una soluzione che ne consentisse le visita, ora impedita dalla situazione di proprietà privata di tutta l´area dei "castelli". Una convenzione tra comune e privati potrebbe definire alcuni periodi, o giornate particolari, in cui consentire ad un pubblico interessato la visita guidata delle rovine e del "castello superiore".