Cinta muraria
Ubicazione: Comune di Bussoleno, limite nord del centro storico
Proprietà: privata
Destinazione d´uso: residenze
Note storiche e costruttive
I primi documenti attestanti l´esistenza di queste mura risalgono al 1390 ma è certo che il borgo di Bussoleno possedeva sin dalle origini strutture difensive adeguate alla sua importanza strategica. Il ponte sulla Dora era infatti l´unico, insieme a quello di Avigliana, a consentire il passaggio del fiume per le truppe, per le derrate e per i viandanti diretti a percorrere l´antica strada di Francia.
Il sistema difensivo di Bussoleno era composto dalla cinta fortificata e dalla casaforte collocata a sud - oggi quasi irriconoscibile dopo le numerose trasformazioni d´uso - mentre Castel Borello, data la posizione emergente, controllava il transito sulla strada di Francia. Nel quadro del sistema difensivo della bassa valle, il borgo chiuso di Bussoleno era in posizione centrale rispetto ai presidi di Castel Borello, Chianocco e San Giorio. La cinta fortificata, ampliata e ridefinita durante il Trecento, disegnava un perimetro rettangolare con due porte di accesso, verso est e verso ovest; la prima fu abbattuta nel 1835, la seconda è ancora riconoscibile nonostante le pesanti trasformazioni subite; della medievale "Porta di Francia" citata nei documenti non è certa la collocazione.
Nel 1590 si deliberò l´abbattimento di una parte del recinto difensivo e nel 1690 venne decretata la costruzione di nuove fortificazioni, su progetto dell´architetto ducale Amedeo di Castellamonte, a protezione del centro abitato. Nel 1810 si ordinò l´abbattimento delle mura difensive ma il tratto nord fu risparmiato.
Il tratto di mura che ancora sussiste, rimasto quasi integro fino ai primi anni del Novecento, fatti salvi sporadici interventi di ripristino, subì in seguito numerose trasformazioni; il lato interno è ora totalmente nascosto dalle costruzioni addossate, delle quali costituisce il muro perimetrale. La cortina difensiva, spessa circa un metro, è costituita da una muratura a sacco, formata da ciotoli e scapoli di pietra; è compresa tra le due torri rotonde superstiti, coronate da merli e presenta al centro un passaggio carraio, ricavato forando il muro antico.
Le estremità opposte della cinta, ai lati delle torri, hanno conservato in parte il paramento lapideo in vista, mentre nella zona centrale l´apertura di porte, finestre e balconi e il rivestimento di intonaco hanno annullato la continuità della compagine muraria originale. Nel caso di edifici a tre piani, l´ultimo livello ha conglobato il cammino di ronda superando l´altezza originale della cinta muraria.
Stato di conservazione
In generale l´aspetto della cortina muraria presenta gli inconvenienti tipici prodotti dall´azione dell´acqua e dalla mancanza di manutenzione: si notano risalita di umidità lungo la parte basamentale, frequenti fenomeni di distacco di intonaco dal supporto, perdita di coesione dei giunti nella muratura a vista. L´esposizione a nord accentua la presenza diffusa di muffe e macchie scure dovute alla forte umidità interna alle strutture ed alla incontrastata azione degli agenti atmosferici.
Gli elementi costruttivi relativamente recenti che aggettano dal corpo murario (servizi pensili, balconi, tettucci, ecc.) costituiscono soluzioni di continuità che non giovano alla conservazione delle strutture antiche. L´abbondante presenza di fili, cavi e condotti per le reti idriche ed elettriche denuncia ulteriormente lo scarso rispetto per l´importanza storica e documentaria della preesistenza.
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Considerazioni circa gli interventi prioritari
Il tratto di cinta fortificata superstite di Bussoleno ha caratteristiche tali da meritare adeguati interventi migliorativi.
Per ovvi motivi le costruzioni addossate non potranno essere eliminate; esse stesse sono da considerarsi ormai storicizzate nello sviluppo del borgo di Bussoleno, di cui costituiscono parte vitale. Le strutture superstiti del recinto difensivo potrebbero tuttavia essere efficacemente valorizzate qualora si giungesse alla determinazione di rimuovere gli elementi aggettanti che, a prescindere dall´effetto di disturbo alla continuità della parete tra le due torri, denunciano una collocazione impropria anche per l´affaccio verso nord. Ferme restando le aperture realizzate per illuminare ed aerare gli ambienti retrostanti, si potrebbe attenuarne la presenza eliminando ante e persiane che fuoriescono dal filo murario; anche il coronamento del muro potrebbe essere regolarizzato evitando aggetti eccessivi delle coperture e per i cavi ed fili elettrici in vista dovrebbe essere trovato un percorso diverso.
Infine dovrebbe essere affrontato il restauro del paramento valutando, dopo gli opportuni saggi, l´opportunità di riportare in vista il tessuto murario lapideo. In ogni caso, quanto rimane della cinta difensiva di Bussoleno rientra nelle testimonianze di un periodo importante per la storia della Valle di Susa e potrà essere inserito nel percorso di ricognizione dei presidi fortificati di impianto medievale.