Beni culturali e paesaggio

Almese - Castello dell'Abate

Torre del Castello di San Mauro

Ubicazione: Comune di Almese, borgata San Mauro, Frazione Rivera

Proprietà: privata, comodato d´uso al Comune

Destinazione d´uso: attualmente disabitata, in futuro centro di informazione turistica

Note storiche e costruttive
Area comunale nel contesto della Valle di Susa

L´insediamento, che sorge su un lieve rilevato roccioso tra le località di Almese e Rivera, era in origine una grangia dell´abbazia benedettina di San Giusto di Susa; si dice esistesse fin dall´XI secolo, munita di cinta protettiva.
In documenti di fine Duecento è citata la "domus Sancti Mauri", mentre all´inizio del Trecento si trova già nominato il castello, indice dell´avvenuta trasformazione dell´insediamento religioso in struttura difensiva. In tale occasione, la conformazione degli edifici originali perse la connotazione tipica della tipologia religiosa per acquistare i caratteri della residenza fortificata. Il campanile fu trasformato in torre di vedetta e la chiesa divenne il corpo più interno del complesso, circondato da un doppio recinto difensivo e da un fossato, i cui resti sono ancora riconoscibili sul lato nord. Il recinto più interno difendeva la torre ed il mastio, mentre quello esterno fungeva da ricetto, potendo accogliere la popolazione in caso di pericolo. Il complesso era dotato di tribunale e di carcere, e svolgeva funzione di raccolta dei prodotti agricoli provenienti dalle terre di pertinenza dell´abbazia. Fino al Quattrocento era abitato dal castellano ma vi risiedeva anche un religioso, oltre ai vari addetti alla conduzione agricola, alle derrate, alla sorveglianza.

Ortofoto del comune

La trasformazione del campanile in torre difensiva non ha del tutto cancellato i caratteri architettonici originali. La pianta è pressochè quadrata (m. 5,00 x 5,10) e l´altezza è divisa in sette livelli segnati dalle ricorrenze marcapiano, con cornici a denti di sega e filari di archetti in cotto; la disposizione delle aperture - feritoie, monofore e trifore divise da colonnine con capitelli a stampella - è ancora riconoscibile, nonostante le luci siano state ridotte o del tutto tamponate. L´elemento più caratterizzante della torre è l´importante coronamento, formato da quattro file di archetti progressivamente aggettanti, concluse da un alta cornice piana.
Nel quadro delle fortificazioni della valle, la torre comunicava visivamente con i castelli di Cameletto e di Villar Dora, con la torre del Colle ed anche con il castello di Avigliana.

La cinta muraria conserva ancora tratti composti da grandi merli dotati di feritoia centrale. La muratura è a vista, con scapoli di pietra di piccola pezzatura annegati in abbondante malta, e tratti di tessitura a spina di pesce, mentre gli spigoli hanno apparecchiatura più regolare; nella torre si nota l´uso del cotto per il disegno delle cornici, delle aperture e del coronamento superiore. La chiesa, utilizzata come fienile, non è più riconoscibile; è stata inglobata in una casa di civile abitazione dove nel sottotetto è ancora visibile l´arco del catino absidale. Solo la parete nord lascia vedere nella parte inferiore l´antica muratura in ciotoli e pietrame, con una soprelevazione in mattoni.
Anche l´edificio adiacente al lato sud del recinto interno, collegato al terzo livello della torre, è di impianto antico ma il tessuto murario è nascosto dal rivestimento di intonaco.

Stato di conservazione

La torre e il fabbricato adiacente non sono in eccellente stato di conservazione. Le murature, di notevole spessore (circa un metro) poggiano su una base rocciosa in parte emergente dal suolo ed affiorante anche all´interno della casa; nel corpo della torre si notano lesioni diffuse, dove la struttura originale del campanile è stata forzata dagli interventi di trasformazione.
L´interno della torre è praticabile fino all´ultimo livello. Nel corso del tempo l´area interna al recinto è stata saturata da costruzioni di aspetto eterogeneo, proprietà di diversi privati. Il profilo esterno della struttura fortificata è alterato da bassi fabbricati che ne sminuiscono la prevalenza di immagine. Anche le murature antiche coronate da merlatura necessitano di interventi di restauro per ovviare ai danni prodotti dalla pioggia battente e dalla mancata manutenzione.

Indicatore di conservazione: stato di conservazione cattivo

Visualizza legenda stato di conservazione

Legenda grafica dello stato di conservazione, da ottimo a rudere
Considerazioni circa gli interventi prioritari

Il complesso, visibile da notevole distanza nel declivio che scende verso il fondovalle, ha valenze importanti anche dal punto di vista paesistico, oltre che storico architettonico.
La composita situazione attuale potrebbe essere migliorata in vista di una maggiore valorizzazione delle strutture antiche ma ciò richiederebbe l´eliminazione dei fabbricati addossati all´esterno del recinto, un aspetto più sobrio dei fabbricati aggiunti all´interno e, per quanto possibile, la rimessa in luce delle strutture antiche oggi mutilate e mortificate da utilizzazioni improprie.
La torre è certo l´elemento emergente per qualità architettonica e per significato simbolico. L´equilibrio di proporzioni e le caratteristiche di campanile romanico - lesene angolari, ricorrenza di cornici ad archetti, segni di aperture tamponate - lo assimilano ad altri, più imponenti, campanili benedettini che hanno analoga partitura (San Giusto a Susa, Sant´ Andrea alla Consolata a Torino). La riapertura delle luci che furono chiuse per ragioni difensive ed un attento restauro conservativo potrebbero restituire al monumento connotazioni importanti.
Attualmente il complesso è stato ceduto in comodato d´uso al comune di Almese, che nell´ambito di un programma di riqualificazione e recupero ambientale dell´intero borgo medievale, ha previsto la ristrutturazione sia della torre che del ricetto e la creazione di una struttura polifunzionale e di un centro di informazione turistica per il territorio della Val Messa.