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Il volume d'avvio della collana presenta le raccolte bibliografiche ed archivistiche possedute dalla biblioteca, integrate da una storia dell'istituzione, dai profili biografici dei personaggi legati alle raccolte e da approfondimenti di singole particolarità. Nata nel 1956 per volontà del presidente della Provincia - ora Città metropolitana - Giuseppe Grosso (a cui oggi è dedicata), grazie anche all'impulso di Luigi Firpo, la biblioteca è stata negli anni un punto di riferimento sicuro per studiosi, studenti e docenti universitari. Questo volume d'avvio intende aprire a tutti le porte della biblioteca, renderne evidente la sua struttura e la sua storia.
Sommario: Premessa (Monica Cuffia), p. 11; Introduzione (Walter Canavesio), p. 13; La biblioteca dell'Amministrazione Provinciale e la formazione della biblioteca "Storica", p. 17; Il settore Piemontesi p. 45; Il Fondo bibliografico del senatore Giorgio Ermanno Anselmi, p. 61; Giorgio Ermanno Anselmi, p. 65: La biblioteca di Marino Parenti, p. 67; Marino Parenti, p. 79; La biblioteca della famiglia Giulio-Falconieri, p. 83; Carlo Ignazio Giulio, p. 89; I Fondi Terenzio Grandi e Umberto Griffini, p. 93; Terenzio Grandi, p. 96; La biblioteca di Augusta e Guglielmo Lange, p. 99; Augusta e Guglielmo Lange, p. 104: I periodici, p. 107; Spartiti musicali, carte geografiche e stampe, archivio teatrale, manoscritti, p. 113; La sezione archivistica, p. 121; Legature di pregio nella "Biblioteca di Storia e Cultura del Piemonte" (Francesco Malaguzzi), p. 131; L'organizzazione del catalogo e del soggettario. Sistemi di ordinamento e classificazione. Il sistema SBN nella biblioteca storica (Luigi Margaria, Mario Rolle), p. 151.
Il volume raccoglie, attorno al catalogo della mostra organizzata dalla Biblioteca nel maggio del 1998, una serie di saggi sulla figura di Luigi Sacchi, pioniere della fotografia calotipica in Italia oltre che impresario della prima edizione illustrata dei Promessi Sposi. La raccolta dei calotipi di Sacchi, posseduta dalla biblioteca, è stata appositamente restaurata e messa a disposizione dei lettori. Nel volume si ripercorrono le vicende della diffusione della calotipia in Italia, viene ricostruito l'ambiente fotografico milanese dei tempi di Sacchi, e viene analizzata la rete di rapporti che univano il possessore della raccolta, Marino Parenti, con critici d'arte e collezionisti italiani negli anni '30 -'50 del Novecento.
Sommario: Presentazione (Valter Giuliano, p. 7); Premessa (Roberto Cassanelli), p. 9; Luigi Sacchi fotografo 1805-1961 (Roberto Cassanelli), p. 11; Le origini della fotografia a Milano e il problema del ritratto (Silvia Paoli), p. 51; Giuseppe Mongeri interprete della prima attività di Luigi Sacchi (Lucia Pini), p. 57; Marino Parenti e la raccolta Sacchi (Walter Canavesio), p. 73; Catalogo delle opere, p. 87; Schede delle opere (Roberto Cassanelli), p. 147; Il "modus operandi" di Luigi Sacchi (Sandra Maria Petrillo), p. 161; Nota sul fondo fotografico di Archimede Sacchi (Walter Canavesio), p. 181.
Nell'insieme degli studi sulla storia del libro in Piemonte, il Seicento è stato per anni messo da parte, nel pregiudizio di una scarsa qualità delle opere che ha pesato anche sulle vere e proprie ricostruzioni della vita delle tipografie. Con questa ricerca si è tentato, per la prima volta, un ribaltamento della prospettiva, analizzando le vicende delle stamperie piemontesi del Seicento in una duplice prospettiva, bibliologica e storica. Ne è risultato un affresco complesso, che l'approccio geografico, per aree regionali, ha ricostruito su dati di prima mano. Completa il lavoro il catalogo delle seicentine piemontesi possedute dalla biblioteca.
Sommario: Presentazione (Valter Giuliano), p. 5; Introduzione (Walter Canavesio), p. 9; Libro, lettori e società nel Piemonte del '600 (Giancarlo Chiarle), p. 19; Librai e stampatori a Torino alla metà del Seicento (Andrea Merlotti), p. 69; Stampatori e librai ad Asti nel XVII secolo (Blythe Alice Raviola), p. 99; Stampatori e librai a Cuneo nel Seicento: dal commercio delle strazze al mercato librario (Paola Bianchi), p. 161; Stampatori e librai vercellesi nel XVII secolo (Caterina Testa), p. 193); Nascita della Seicentina. Il caso Tarino (Walter Canavesio), p. 221; Legature per il secondo principe di Carignano (Francesco Malaguzzi), p. 245; Le Seicentine piemontesi della Biblioteca di Storia e Cultura del Piemonte (Walter Canavesio), p. 257.
Il ritrovamento dell'importante epistolario del bibliografo, bibliofilo e collezionista Marino Parenti, ha condotto ad uno studio approfondito sulla sua figura, che tocca aspetti significativi della letteratura, della editoria e della bibliofilia del Novecento. Attorno a Parenti si intrecciano, infatti, vicende letterarie (dai tempi della Fiera Letteraria e del premio Bagutta sino agli anni '50), gestione del potere in campo culturale (l'Enciclopedia italiana, Giovanni Gentile ed il Centro Nazionale di studi manzoniani), e storia dell'editoria, dalle prime imprese degli anni '20 al ruolo preciso di Parenti nella Casa Sansoni dal 1947 sino ai primi anni '60. Al recupero della personalità di Parenti, si accompagna l'indice dell'inventario delle lettere: uno strumento pratico per accedere al suo mondo ed alla rete fittissima delle sue amicizie.
Sommario: Presentazione (Valter Giuliano), p. 5; Introduzione (Angelo d'Orsi), p. 9; Un "uomo dai cento sapori" (Walter Canavesio), p. 15; Ottocento maggiore e minore. Parenti, Manzoni e gli altri (Giuseppe Zaccaria), p. 49; Tra gli scrittori del secolo (Giovanna Ioli), p. 65; Montale: ultima lettera da Genova (Franco Contorbia), p. 93; "Amor di libro". Parenti e la bibliofilia (Stefania Dorigo), p. 115; Lo spirito dell'Ottocento. Un bibliofilo tra gli editori (Filomena Pompa), p. 145; L'antiquario editore. L'attività di Marino Parenti per la casa Sansoni (Ombretta Mellonari), p. 161; Uomini d'arte, oltre che di lettere. Parenti, i critici e gli storici dell'arte (Elisa Erba), p. 183; Sogni d'artisti. Un letterato tra i pittori (sileno Salvagnini), p. 201; Parenti, l'infaticabile: tra musicisti e musicologi (Elisabetta Fava), p. 215; La reinvenzione del testo. Parenti dalla letteratura al cinema (Franco Prono), p. 229; Libri, radio e buonumore. Marino Parenti e "L'Approdo", p. 255; La fotografia corredo visivo di un ottocentista (Walter Canavesio), p. 275; Il militante e il funzionario. Gentile, Parenti e la cultura fascista (Angelo d'Orsi), p. 289; Il Fondo Marino Parenti e l'Epistolario: vicende, ordinamento e descrizione (Francesca Rocci), p. 337; Inventario (a cura di Eloisa d'Orsi), p. 349.
L'opera intende aprire, con una raccolta di lettere inedite inviate dal duca, poi re Vittorio Amedeo II ritrovate presso la Biblioteca nel fondo archivistico della famiglia Freylino di Buttigliera, oggi in corso di sistemazione, una riflessione su aspetti tutt'ora ignorati della complessa vicenda storica ed umana dell'assedio di Torino e della guerra contro i francesi degli anni 1703-1706. In particolare, viene ricostruito nel testo introduttivo, l'intreccio di storie minute e di manovre militari che interessarono il settore della collina torinese-chierese-astigiana prima e durante l'assedio. Una fitta rete di personaggi, coinvolti spesso in prima persona negli interessi privati come in quelli pubblici, si trovò ad operare in condizioni estremamente difficili, per tentare di arginare la pressione e le infiltrazioni dell'esercito avversario, correndo consapevolmente grandi rischi, e non rinunciando ad orgogliose ed ambiziose manovre, ad atti disperati, a meno chiari accordi e connivenze. Sullo sfondo, vi erano i contadini, gli abitanti dei luoghi percorsi dalla guerra, puniti da questa e da una atavica arretratezza, spesso chiusi fra l'incudine ed il martello della repressione, in quanto merce di scambio e di sfruttamento da parte degli eserciti contrapposti, sotto l'incubo della scelta di campo e del triste contraccambio in termini di distruzione dei raccolti, dei beni, della vita stessa. Su tutto campeggiava il richiamo continuo alla fedeltà al sovrano, le pressioni sempre più forti per non cedere le posizioni, per non lasciare campo, in terreni già di per sé impervi, alle manovre francesi.
Il volume è formato da un saggio introduttivo e dalla trascrizione delle lettere di Vittorio Amedeo a Biglione e di altri carteggi significativi, tutti presenti nel Fondo archivistico già appartenuto alla famiglia Freylino.
Sommario: Presentazione (Valter Giuliano), p. 5; Tre anni di ferro. Dal disarmo di San Benedetto Po alla vittoria di Torino del 1706 nella corrispondenza fra Vittorio Amedeo II e il conte Giuseppe Biglione (Bruno Signorelli), p. 9; Appendice, p. 51; Tavola sinottica, p. 117; Indice dei nomi, p. 123.
Il volume, curato da uno specialista dell'architettura ottocentesca in Piemonte, analizza un fondo omogeneo di disegni progettuali, giunto alla Biblioteca per acquisto sul mercato d'antiquariato. Si tratta di un porzione dell'archivio tecnico dello studio di Camillo Riccio (Torino, 1838 - id., 1899), uno dei principali protagonisti della stagione “umbertina” dell'architettura torinese. Abilissimo in ogni genere di costruzioni, disegnatore fantasioso e creativo, Riccio ebbe uno studio avviatissimo e poliedrico. Tra le sue opere più note vi è il piano generale ed i progetti per i singoli padiglioni dell'Esposizione Generale Italiana del 1884, le cui tavole costituiscono il nucleo principale della raccolta. Particolarmente interessanti sono anche i disegni scolastici del figlio di Camillo, Arnaldo, laureatosi ingegnere civile nel 1888.
Sommario: Presentazione (Valter Giuliano), p. 5; Camillo Riccio e la costruzione della città borghese, p. 9; Catalogo dei disegni. Criteri di ordinamento, classificazione e schedatura, p. 57; Disegni dello studio di camillo Riccio, p. 59; Disegni scolastici di Arnaldo Riccio, p. 218; Repertorio delle filigrane, p. 265; Appendice, p. 267; Sigle archivistiche, p. 269; Bibliografia citata, p. 269.