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Cittàmetropolitana di Torino

Compie cinquant'anni "Cronache da Palazzo Cisterna"

CRONACHE DA PALAZZO CISTERNA

Non un bollettino ufficiale, ma uno spazio di dibattito e confronto

Primi mesi del 1966: la Provincia di Torino registra in Tribunale una nuova testata giornalistica. Si chiama "Cronache da Palazzo Cisterna" e, sin dall'editoriale che apre le 42 pagine illustrate del numero 1, si capisce che l'allora presidente della Provincia, l'avvocato Gianni Oberto Tarena - che è in carica dal 31 maggio 1965 – vuole pubblicare qualcosa di molto più impegnativo e importante di un semplice "bollettino" di informazioni ufficiali e paludate. "Un'amministrazione responsabile" scrive l'esponente democristiano destinato pochi anni dopo a presiedere la neonata Regione Piemonte "può sentire l'esigenza di comunicare ai suoi amministrati e a quanti, da posizioni diverse e in diversa guisa, autorità o semplici cittadini, hanno la ventura di collaborare con essa per il buon andamento della cosa pubblica".
Per Oberto - uomo che precorre i tempi anche sul versante della comunicazione pubblica - la collaborazione è "più spesso fatta di punte critiche che di apprezzamenti: le prime come le seconde accolte e gradite da chi sappia intendere la funzione stimolante e feconda dell'incontro e del confronto delle idee, secondo i moduli del civile dibattito". Parole che suonano quasi come rivoluzionarie, in quell'Italia degli anni '60, in cui la pubblica amministrazione ha ancora un'atavica ritrosia a comunicare con i cittadini, nel solco di una concezione tradizionale che considera quasi come un segreto d'ufficio da custodire gelosamente l'organizzazione interna e i criteri operativi della pubblica amministrazione. Sono invece proprio quelle informazioni "dall'interno" che, attraverso lo strumento di "Cronache", l'avvocato Oberto intende diffondere tra i cittadini. Perché, come scrive il Presidente nell'editoriale del numero 1, "quanto più diffusa e approfondita sarà la conoscenza della pubblica amministrazione, quanto più terse e trasparenti saranno le pareti di questa nostra casa comune, tanto più spontanea e convinta sarà l'adesione di cittadini al costume democratico, tanto più ci avvicineremo tutti a quell'ideale obiettivo di una collettività non aduggiata da centri di potere o da coalizioni di interessi, ma consapevole e fiera di essere, essa stessa, centro di irradiazione di ogni potere".

Le grandi scelte strategiche per il territorio che cambia

La rivista pensata da Oberto e dai suoi assessori non vuole essere uno strumento di propaganda, ma di dialogo e di proposta, per porre all'attenzione dell'opinione pubblica temi fondamentali: le grandi infrastrutture di cui necessitano il Piemonte e l'area metropolitana torinese che sta crescendo a dismisura, il lavoro anche allora precario, la solidarietà sociale, l'assistenza ai disabili, il futuro dell'agricoltura, il destino delle campagne e delle vallate alpine che in quegli anni si stanno velocemente spopolando. Nelle pagine di "Cronache" c'è quindi spazio per gli eventi istituzionali, come la visita ufficiale a Palazzo Cisterna del Presidente della Repubblica, Giuseppe Saragat, avvenuta il 7 marzo e ricordata da una lapide ai piedi dello scalone monumentale. Ma, soprattutto, "Cronache" racconta le grandi sfide che attendono il territorio a metà degli anni '60, in un momento in cui la crescita economica sta rallentando e occorrono grandi investimenti nell'edilizia scolastica, nella sanità pubblica, nell'assistenza e nella grande viabilità. Nelle pagine dell'allora rivista bimestrale della Provincia vi sono le cronache delle delicate vertenze sindacali e occupazionali in cui la Provincia interviene attivamente con tutto il suo peso istituzionale: dal Cotonificio Valle Susa alla Manifesttura Mazzonis, dalla Talcografite ai nuovi cantieri di lavoro, realizzati per alleviare l'emergenza occupazionale in 43 Comuni, da Alpignano a Venaria, da Nichelino a Rivarolo Canavese. A metà del decennio dell'urbanizzazione e dell'industrializzazione accelerate la Provincia di Torino trova risorse finanziarie e professionali per occuparsi dei problemi del mondo rurale: istituendo ad esempio i Servizi di coordinamento e incentivazione agricola, che sostengono le piccole e medie aziende cerealicole e ortofrutticole che devono uniformarsi alle nuove esigenze del mercato, adottando nuove colture e nuove soluzioni tecnologiche. A seguito di un censimento della popolazione scolastica e di uno studio condotto con la consulenza dell'Ires, la Giunta provinciale guidata da Gianni Oberto adotta un ambizioso Piano provinciale quadriennale per l'edilizia scolastica, che prevede investimenti per l'allora ingente cifra di 7 miliardi di lire. Intanto è in avanzato stato di progettazione il sistema delle tangenziali di Torino: se ne occupano gli uffici tecnici della Provincia, così come si sono occupati della progettazione della bretella Santhià-Ivrea, i cui lavori di realizzazione all'inizio del '66 stanno per partire. A pagina 19 del primo "Cronache" troviamo una foto e un titolo profetici: "Il Frejus, non più un problema ma una prospettiva chiaramente delineata". Il secondo traforo stradale tra i due versanti delle Alpi Occidentali è ormai considerato una priorità, sia dal governo italiano che da quello francese. Il ministro transalpino dei lavori pubblici, Pierre Dumas, si è già spinto a dichiarare al prestigioso "Le Monde" che "il Frejus deve essere aperto al traffico entro il 1973!". In realtà lo scavo del tunnel inizierà nel 1975 e i primi veicoli attraverseranno la galleria nel 1980: rispetto ai primi anni '60 la velocità di realizzazione delle grandi opere pubbliche sta iniziando a rallentare, in Italia come in Francia. Si progetta anche un traforo al Colle della Croce, per collegare la Val Pellice con il Quayras francese. Gli enti pubblici interessati costituiscono una società per la realizzazione dell'infrastruttura e prendono contatti con la Cassa di Risparmio di Torino e l'Istituto San Paolo, che potrebbero finanziare l'opera. Il traforo rimarrà un sogno nel cassetto, come l'autostrada Ceva-Garessio-Albenga e il traforo del Ciriegia-Mercantour, ai quali la Provincia di Torino è interessata, sebbene riguardino la vicina Provincia di Cuneo. Sono invece realizzazioni concrete e tuttora indispensabili al territorio le autostrade Torino-Aosta e Torino-Piacenza, per la cui realizzazione la Provincia di Torino e la Regione Valle d'Aosta prestano fidejussioni bancarie a favore delle società che le stanno realizzando.

L'attività istituzionale, l'attenzione per i dipendenti e per il territorio

Sin dal primo numero su "Cronache" trovano ovviamente spazio i resoconti del Consiglio provinciale, che si riunisce nella sala di piazza Castello, oggetto proprio in quell'epoca di lavori di manutenzione straordinaria. Nei resoconti dei lavori dell'assemblea si legge che il presidente Oberto ha sottoposto al Consiglio uno studio di fattibilità per la creazione di un Istituto psico-medico-pedagogico, che dovrebbe essere condotto da un gruppo di funzionari della Provincia. Al 31 gennaio 1966 l'Ente ha 1542 dipendenti, di cui 76 dirigenti e impiegati direttivi, 170 impiegati di concetto, 269 impiegati d'ordine, 307 ausiliari, 611 agenti stradali (cantonieri) e 109 manovali. Ai dipendenti che operano a Palazzo Cisterna la Provincia garantisce una mensa (in funzione sino agli albori del nuovo millennio) e un asilo nido aziendale. "Cronache" dà conto anche delle attività dell'Unione Province Piemontesi e dei parlamentari del territorio, e persino dei nuovi acquisti della Biblioteca storica di Palazzo Cisterna. Ma, come al solito, è spigolando tra le brevi che si trovano le notizie più interessanti, quelle che danno il tono di un'epoca e di un momento storico: dalla partecipazione della Provincia e dell'Ept al Salone Internazionale del Turismo di Parigi al contributo al Trofeo Sciistico Internazionale Provincia di Torino a Claviere; dal contributo di due milioni e mezzo all'Istituto zootecnico e caseario per il Piemonte di Moretta (Cuneo) al finanziamento al notiziario tecnico "Le Valli torinesi", che viene inviato ai 12mila capi famiglia dei Comuni montani per informarli su leggi, bando opportunità di lavoro e insediamento, servizi e obblighi fiscali. Non sono gesti clientelari: sono tante piccole e grandi dimostrazioni di cura e attenzione per le esigenze del territorio e di chi lo abita. E' da quell'attenzione che scaturisce il senso di identificazione con il territorio e con l'istituzione che lo rappresenta, così tipico della provincia torinese e, in qualche modo, così unico nel panorama nazionale.

(30 marzo 2016)