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Cittàmetropolitana di Torino

RESOCONTO DELLE SEDUTE

SINTESI GIORNALISTICA

Consiglio metropolitano

25 gennaio 2023

Modifiche allo Statuto della Città metropolitana
In apertura del dibattito, il Vicesindaco metropolitano Jacopo Suppo ha richiamato il fatto che nella storia della Conferenza metropolitana solo due volte si è raggiunto il numero legale ed è per questo che la proposta di modifica all'articolo 24 dello Statuto della Città metropolitana prevede la possibilità della delega da parte del Sindaco non solo al suo Vicesindaco, ma anche ad un assessore o ad un consigliere comunale. Il tempo di deposito delle deliberazioni, per consentire ai Sindaci che compongono la Conferenza metropolitana di esaminare gli atti su cui devono esprimere il loro parere, secondo la proposta dovrebbe ridursi da 30 a 15 giorni. Questo per accelerare l'attuazione effettiva di atti fondamentali come quelli concernenti il Bilancio di previsione. La proposta, che sarà esaminata nella prossima seduta della Conferenza metropolitana, prevede inoltre la possibilità di svolgere in collegamento telematico le sedute della Conferenza stessa, ovviamente a seguito di una verifica tecnica sulla fattibilità della modalità di convocazione da remoto. Se nella seduta del 14 febbraio si raggiungerà il numero legale di almeno 104 Sindaci presenti nella Conferenza sarà quindi possibile procedere alla votazione sulla modifica dello Statuto. Secondo il Consigliere Luca Salvai del Movimento 5Stelle, che ha preannunciato il suo voto favorevole, la Delibera sulle proposte di modifiche allo Statuto è comunque emblematica di una sconfitta, che pone interrogativi sul ruolo e sull'impegno di molti Sindaci del territorio. Alle considerazioni di Salvai si è associato il Consigliere Davide D'Agostino della Lista civica per il territorio, il quale ritiene che la sconfitta politica deriva dal fallito tentativo di cancellare le Province e il ruolo degli Enti di area vasta. A giudizio di D'Agostino, che ha comunque preannunciato il voto favorevole alla Deliberazione, attualmente si stanno mettendo toppe ad un sistema di autonomie locali che va rivisto e ripensato in maniera approfondita. La Consigliera delegata Caterina Greco ha sottolineato che i tempi lunghi per l'espressione del parere della Conferenza metropolitana sul Bilancio non consentono una sufficientemente rapida operatività dell'Ente. Luigi Sergio Ricca, Sindaco di Bollengo e viceportavoce della Zona omogenea 9 Eporediese, ha espresso condivisione sulla constatazione della sconfitta della politica, che non ha riconosciuto il fallimento della Legge Delrio. In realtà, ha sottolineato Ricca, essendo consultivo e non vincolante, il voto della Conferenza metropolitana non ha una effettiva efficacia e non è rilevante. A giudizio del Sindaco di Bollengo occorre un'iniziativa politica per cambiare il TUEL e la Legge Delrio. Se c'è uno svuotamento del ruolo degli Enti di area vasta si rischia che, anche con le modifiche proposte allo Statuto della Città metropolitana, anche in futuro nella Conferenza sia difficile raggiungere il numero legale. Inoltre, a giudizio di Ricca, il dimezzamento dei tempi di deposito del Bilancio non stimola la partecipazione dei Sindaci alla Conferenza. Il portavoce della Zona omogenea 2 Torino ovest, il sindaco di Druento Carlo Vietti, ritiene che le modifiche allo Statuto potranno aiutare chi governa ad essere più efficace e rapido nel prendere decisioni. Il Sindaco metropolitano Stefano Lo Russo ha informato il Consiglio sull'accelerazione in corso in materia di revisione della Legge Delrio, spiegando che la specificità della Città metropolitana di Torino non è ancora adeguatamente considerata. Certamente l'orientamento delle forze politiche è di procedere alla ridefinizione dell'assetto delle Province e di tornare ad una forma di retribuzione dell'impegno degli assessori e consiglieri delegati. Al momento l'elezione diretta del Sindaco metropolitano non pare essere adeguatamente presa in considerazione, anche da parte degli altri Sindaci metropolitani. Al termine del dibattito la Deliberazione è stata approvata all'unanimità.

Diniego dello stralcio parziale dei debiti residui fino a 1.000 euro affidati alla Agenzia delle entrate-Riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2015
La Deliberazione, illustrata dalla Consigliera delegata al Bilancio, Caterina Greco, scaturisce dal fatto che la Legge di Bilancio per il 2023 prevede l'annullamento automatico di alcune tipologie di cartelle esattoriali. Il periodo di riferimento è correlato ai carichi affidati ad ADER fra il 2010 ed il 2015. L'oggetto dello stralcio sono i debiti residui al 1° gennaio 2023 minori o uguali a 1.000 euro, comprensivi del capitale dovuto, delle sanzioni, degli interessi e delle spese per procedure esecutive. L'importo di stralcio per i soli enti locali vale per le sanzioni e gli interessi. Agli Enti locali il comma 229 della Legge di Bilancio 2023 concede la facoltà di disporre la non applicazione delle disposizioni sui carichi iscritti a ruolo di propria competenza, attraverso l'adozione di un provvedimento di diniego entro il 31 gennaio 2023, da comunicare entro la stessa data all'Agenzia delle Entrate-Riscossione. La Consigliera Caterina Greco ha spiegato che su di un totale di 337.000 euro le cartelle esattoriali teoricamente annullabili sono relative ad un ammontare di 90.836 euro. Tra l'altro, le sanzioni ambientali e quelle per violazioni al Codice della Strada non sono annullabili. La narrativa della Deliberazione fa presente che l'applicazione dello stralcio parziale per la Città metropolitana di Torino introdurrebbe una disparità di trattamento tra i carichi che l'Ente ha affidato per la riscossione coattiva all'agente della riscossione nazionale e quelli affidati da Enti terzi a concessionari privati o per i quali sono in corso procedure coattive. Si verrebbe a creare una situazione di mancato incasso di somme legate a sanzioni e interessi, senza neppure garantire che il contribuente moroso corrisponda le somme residue a titolo di capitale e per le spese esecutive e di notifica. Vi sarebbe un impatto negativo sui crediti iscritti nel bilancio dell'Ente, considerando che non sono comunque previste somme per rifondere le minori entrate oggetto di annullamento parziale. L'adozione da parte della Città metropolitana di Torino della Delibera di diniego allo stralcio parziale consente comunque al contribuente debitore di ottenere benefici, in termini di riduzione degli importi da pagare, attraverso l'adesione alla definizione agevolata dei carichi affidati all'agente della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 30 giugno 2022. Lo stralcio parziale delle cartelle, intervenendo solo su una parte del carico, non consentirebbe comunque l'annullamento delle cartelle di pagamento, con la conseguente necessità di mantenere l'iscrizione contabile del credito, seppur ridotto. La definizione agevolata dei carichi previsti dal comma 231 della Legge di Bilancio, nell'attribuire al debitore gli stessi benefici dello stralcio parziale, in termini di riduzione degli importi complessivi da pagare, richiede il pagamento della quota capitale, oltre che delle spese di notifica e delle eventuali spese sostenute per le procedure esecutive. Conseguentemente l'annullamento della cartella avverrà a fronte del pagamento del residuo importo dovuto, il quale può essere anche diluito in un massimo di 18 rate, con due rate da corrispondere nel 2023 e quattro ogni anno a partire dal 2024. Nel dibattito seguito all'illustrazione della Deliberazione da parte della Consigliera Greco, il Consigliere Davide d'Agostino della Lista civica per il territorio ha chiesto se l'amministrazione ha individuato una serie di strumenti per informare i cittadini delle possibilità di definire le pendenze. Il Consigliere Luca Salvai del Movimento 5Stelle ha chiesto delucidazioni circa gli effetti concreti della Deliberazione sulla situazione contribuenti debitori verso l'Ente. La Consigliera Greco ha risposto che la legislazione prevede che sia il contribuente a doversi fare parte attiva per chiudere le pendenza di natura fiscale con la pubblica amministrazione. La Consigliera delegata al Bilancio ha ribadito che è in gioco un principio di equità e che il Governo non ha previsto una forma di ristoro agli Enti locali delle somme di difficile riscossione inferiori a 1000 euro per ogni singola cartella esattoriale. Il Sindaco metropolitano Stefano Lo Russo è poi intervenuto per spiegare che, in assenza di una pronuncia esplicita e formale dell'Ente, come quella stabilita dalla Deliberazione in discussione, è previsto l'abbattimento della quota parte di interessi e sanzioni, mentre, a seguito della Deliberazione approvata dal Consiglio, il contribuente debitore deve pagare l'intera somma dovuta se intende chiudere le pendenze verso la Città metropolitana. In chiusura del dibattito, il Consigliere Alessandro Sicchiero della lista Città di città ha espresso condivisione sulla Deliberazione, che è stata approvata con 10 voti favorevoli, 2 contrari e un'astensione.