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Cittàmetropolitana di Torino

RESOCONTO DELLE SEDUTE

SINTESI GIORNALISTICA

Conferenza metropolitana

16 maggio 2018

Mercoledì 16 maggio nell'auditorium della sede di corso Inghilterra la Conferenza metropolitana dei 316 sindaci del territorio si è riunita per l'approvazione dei pareri sul Piano Strategico e sul Rendiconto della gestione 2017. Erano presenti 88 Sindaci e quindi non è stato raggiunto il numero legale. La Sindaca metropolitana ha comunque aperto il dibattito, dando la parola al Consigliere metropolitano delegato alla pianificazione, che è capogruppo del Movimento 5Stelle. Secondo il Consigliere delegato, grazie al Piano strategico, già approvato in prima lettura dal Consiglio, la Città Metropolitana può porsi come incubatore dello sviluppo, lavorando per migliorare la qualità dei servizi, delle imprese, dell'offerta formativa e della vita dei cittadini. Il Piano disegna una nuova governance integrata con i territori, per accrescere l'efficienza e l'efficacia organizzativa dell'Ente, anche attraverso la riorganizzazione interna e la revisione della gestione dei servizi pubblici e delle infrastrutture. Uno degli obiettivi indicati nel Piano è la creazione del sistema integrato dei trasporti pubblici locali, di concerto con l'Agenzia piemontese della mobilità. Su questo tema sono iniziati incontri sul territorio ed è stato chiesto alle Zone omogenee di scegliere un loro rappresentante per affrontare la riorganizzazione dei servizi. Il Consigliere delegato ha poi sottolineato l'urgenza di un ripensamento delle strategie territoriali e degli strumenti urbanistici, che sarà reso possibile dal nuovo Piano Territoriale Metropolitano, che andrà a sostituie il PTC2 dell'ex Provincia. Il Piano strategico prevede il potenziamento dell'assistenza tecnica ai Comuni nei settori dei lavori pubblici, amministrativo e della prevenzione del rischio idrogeologico. I Comuni hanno già a disposizione una cartografia che supporta la loro pianificazione urbanistica. La Città Metropolitana si vuole inoltre proporre Ente aggregatore della domanda pubblica e come stazione appaltante unica al servizio del territorio. Tra gli obiettivi strategici figura anche il superamento del gap città-montagna, che deve essere oggetto di un tavolo di lavoro che elabori strategie per la montagna, perché è impensabile una Città Metropolitana a più velocità nella qualità dei servizi e nell'accesso a tali servizi. Occorre migliorare il trasporto pubblico e la gestione delle strade provinciali, promuovere la fruizione dei dati attraverso gli strumenti digitali, creare un castato digitale delle infrastrutture e delle telecomunicazioni, promuovere la diffusione della banda larga e ultra larga, creare un cloud metropolitano. Il turismo montano deve aumentare le occasioni di sviluppo, che derivano da un incremento dell'attrattività e della visibilità del territorio. Il Consigliere delegato ha spiegato che il perno centrale strategico di un Ente di area vasta che ha come missione itituzionale la promozione dello sviluppo sociale ed economico del territorio trova concretezza nella piattaforma progettuale per l'attrazione di risorse, investimenti e talenti. In questo senso gli obiettivi strategici sono l'agevolazione della crescita dell'ecosistema delle imprese, il rafforzaremento del rapporto tra imprese e mondo accademico e del trasferimento tecnologico, la facilitazione dell'accesso al credito per le piccole e medie aziende. Il sostegno all'imprenditorialità e alla creazione d'impresa è già oggi una realtà  per le imprese che usufruiscono del servizio MIP. La Città metropolitana deve sostenere lo sviluppo locale e la rigenerazione urbana, coordinando sul territorio degli Sportelli per le attività produttive, che devono essere almeno uno per ogni Zona omogenea. È in atto una collaborazione con l'ANCI finalizzata alla standardizzazione delle procedure e dei regolamenti che interessano le imprese. È poi fondamentale riuscire a recuperare alcuni siti industriali dismessi e disponibili per nuove attività. Una piattaforma georeferenziata è a disposizione per offrire informazioni a potenziali investitori. Occorre anche accrescere il livello medio di scolarità della popolazione e incrementare le iniziative per il social housing. In campo ambientale, il Piano strategico valorizza l'esperienza del progetto Rendis, il Repertorio nazionale degli interventi per la difesa del suolo, che prevede la classificazione dei territori dal punto di vista della sicurezza idrogeologica. Il Piano prevede anche azioni per l'integrazione delle persone con disabilità, la promozione della mobilità sostenibile e della green education e la prosecuzione del progetto "Nutrire Torino metropolitana". Il Piano dispone di indicatori che consentiranno di valutare l'effettivo raggiungimento degli obiettivi. Il Consigliere delegato ha concluso il suo intervento auspicando che le Città metropolitane riescano ad attrarre risorse europee in misura crescente e a sostegno di progetti condivisi con i territori. Per questo è necessaria un'interlocuzione intensificata con l'Unione Europea da parte di una sorta di "lobby" virtuosa delle Città metropolitane. Il Sindaco di Grugliasco, che è anche Consigliere metropolitano nel gruppo "Città di città", ha sollevato i temi del rapporto fra Torino ed il resto del territorio metropolitano, della valorizzazione le Zone omogenee e del loro coinvolgimento operativo nella gestione dei servizi locali. L'efficacia e la rapidità dell'azione amministrativa dei Comuni deve essere uguale in tutti i territori, nei grandi come nei piccoli centri. Il gruppo "Città di città" ritioene che vi siano temi importanti da affrontaare a livello di Zone: ad esempio la pianificazione dell'offerta di istruzione superiore, che deve essere calibrata sulle tendenze demografiche ed economiche, la viabilità e il trasporto pubblico locale. Da un lato ci sono questioni come l'asse di corso Marche che devono essere affrontate in un'ottica metropolitana, rafforzando l'azione di coordinamento dell'Ente di area vasta. Dall'altro lato esistono funzioni e servizi di interesse intercomunale che devono essere gestiti al livelo più vicino possibile ai Comuni e ai loro cittadini. Il Sindaco di Grugliasco ha chiesto che nell'affrontare concretamente temi come la raccolta e smaltimento dei rifiuti e la gestione della viabilità i principi contenuti nel Piano strategico siano calati nella realtà delle Zone omogenee, in un confronto continuo con i Comuni. Ha anche proposto che l'assistenza ai Comuni sia non solo di tipo amministrativo-burocratico e tecnico, ma che li aiuti a costruire percorsi di sostegno dal basso dei progetti di sviluppo. Il Sindaco di Villar Dora, anche lui membro del Consiglio metropolitano nel gruppo "Città di città", ha sottolineato che i conti della Città metropolitana sono in ordine grazie all'azione delle precedenti amministrazioni e che è finalmente possibile applicare avanzi di bilancio per effettuare investimenti. Riorganizzare l'Ente, a giudizio del Sindaco di Villar Dora, significa poter effettuare assunzioni, elaborare un piano di gestione del personale e una nuova pianta organica, perché la professionalità di chi è rimasto nell'Ente deve essere valorizzata. La Città metropolitana deve intervenire sulle criticità della viabilità e aiutare chi rimane sul territorio a salvaguardarlo. Il Piano strategico non deve essere un libro dei sogni, ma occorre prevedere risorse per le situazioni di emergenza, continuare a sostenere i Comuni nella progettazione e realizzazione delle opere pubbliche, proseguire l'attività degli sportelli MIP e degli sportelli unici per le attività produttuve. Grazie all'istituzione delle Zone omogenee, oggi è possibile programmare gli investimenti nei territori concordandoli con i Sindaci. Il primo cittadino di Villar Dora ritiene che servano più autobus e linee di trasporto pubblico e non più applicazioni informatiche e che occorra una redistribuzione delle scuole superiori sul territorio, impostando un sistema policentrico che riduca gli spostamenti degli studenti verso Torino. Per la prevenzione del dissesto idrogeologico occorre che siano previste iniziative di sostegno agli agricoltori che rimangono a lavorare nei territori montani. Il Sindaco di Bollengo e vice portavoce della Zona omogenea dell'Eporediese, ha affermato di apprezzare i titoli del Piano strategico e le scelte di fondo, ma di ritenere che su alcune di quelle scelte non ci sia stato un confronto reale nei territori. Su ciò che è stato proposto e richiesto dai Sindaci dell'Eporediese in un Piano strategico di Zona occorre ad esempio un ulteriore confronto, perché non basta pubblicare nel portale Internet della Città metropolitana la bozza del Piano. Il coinvolgimento delle Zone è soprattutto importante per la gestione della viabilità e per la programmazione di interventi infrastrutturali, garantendo le risorse necessarie. Il Sindaco di Bollengo ritiene che enfatizzare la crescita demografica della Città metropolitana comporti il rischio di impoverire i territori già marginali. La programmazione e l'utilizzo dei fondi per le periferie urbane deve ad esempio coinvolgere le aree esterne a quella torinese, come ad esempio quella di Ivrea. In campo ambientale è corretto pensare al ruolo della Città Metropolitana nella gestione dei grandi impianti e della viabilità intercomunale, ma i territori devono poter compiere scelte autonome sull'organizzazione dei servizi di raccolta e smaltimento dei rifiuti e sulla tariffazione. Se le Zone devono avere voce in capitolo nella gestione dei servizi  della viabilità devono essere dotate di adeguate risorse. Occorre poi che possano incidere sulle scelte strategiche che interessano l'intero sistema autostradale della Città metropolitana. Il Consigliere delegato ai lavori pubblici è intervenuto per ricordare che la Città metropolitana è cambiata ed ha potenziato la sua operatività da quando ha iniziato la sua attività il 1° gennaio 2015, grazie all'impegno bypartisan dell'intero Consiglio, della Sindaca e al supporto dell'ANCI. Nel 2018 ripartono gli investimenti: ad esempio 10 milioni per la prevenzione del dissesto idrogeologico che interessa la rete stradale e 22 per le scuole medie superiori. È in corso a livello nazionale un confronto con il Ministero dei trasporti sulla riclassificazione delle strade ex ANAS passate alla competenza delle Province una quindicina di anni orsono. La Città Metropolitana intende giocare un ruolo importante in occasione del nuovo bando per la gestione del sistema autostradale torinese. Il Sindaco di Pinasca ha rilevato che le proposte della Zona omogenea 9 del Pinerolese, di cui è portavoce, sono state accolte nel Piano strategico. La Città metropolitana deve assistere le Zone nella redazione dei propri Piani strategici e nella loro realizzazione, reperendo risorse umane ed economiche adeguate per il decentramento delle funzioni. Sarebbe inoltre importante disporre di una centrale unica di committenza e curare meglio la manutenzione ordinaria delle strade e delle scuole. Il portavoce della Zona 9 ha poi chiesto che la Città metropolitana abbia cura del Forte di Fenestrelle, un tempo monumento simbolo della Provincia. Il Consigliere delegato alla pianificazione ha risposto alle osservazioni dei Sindaci, rilevando innanzitutto che il decentramento ha costi elevati, al momento insostenibili. Il Piano è nato dal confronto con i Sindaci e con le Zone, è soggetto ad aggiornamenti ed ha indicatori trasparenti sulla sua effettuva realizzazione. Oggi la novità è che la Città metropolitana riesce a passare da una percentuale del 3% all'11 % del bilancio dedicata agli investimenti. Il Sindaco di Sauze di Cesana ha affermato che un Piano strategico deve essere elaborato su diversi livelli, dai principi generali alle azioni concrete. Alcune Zone omogenee dovrebbero essere riviste nella loro composizione territoriale, ma, intanto, è bene che chi amministra i Comuni e la Città metropolitana pro tempore si impegni ad attuare quanto previsto nel Piano, anche al di là dei mandati amministrativi che scadranno nel 2019; per evitare di dover ripartire da capo tra un anno, quando Conferenza e Consiglio avranno una diversa composizione. La mancata partecipazione di molti colleghi è stata stigmatizzata dal Sindaco di Santena. La Sindaca metropolitana ha chiuso il dibattito sottolineato che, in preparazione della seduta della Conferenza si era fatto tutto il possibile per garantire la partecipazione dei Sindaci. Ha poi ribadito che lo sforzo di pianificazione deve essere compiuto indipendentemente dall'immediata disponibilità di risorse e che la visione a lunga scadenza deve viaggiare di pari passo con la capacità operativa a breve termine. Raccogliendo lo stimolo offerto dal Sindaco di Grugliasco, la Sindaca ha ricordato che la Città metropolitana di Torino è un caso unico in Italia, perché ha i confini della ex Provincia, con differenze molto marcate tra le diverse aree. La Sindaca ritiene che i Comuni disegnati in modo geografico non corrispondano più agli ambiti in cui si applicano le politiche pubbliche. Ecco perché la Città di Torino si sta confrontando con i Comuni vicini sul tema del nuovo Piano Regolatore. È indispensabili quindi immaginare forme di geograficamente più ampie controllo e governance dei servizi. Nella conferenza prevista a Torino per martedì 22 maggio i Sindaci metropolitani dell'Italia intera inizieranno a confrontarsi, per arrivara a proporre un serie di modifiche alla legge Delrio. In questo senso, sarebbe importante che i territori e le Zone elaborassero proposte sulla revisione delle regole per l'elezione degli organi politici e per la gestione delle Città metropolitane. Partendo dal confronto sul Piano strategico è possibile delineare il modello.