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Cittàmetropolitana di Torino

RESOCONTO DELLE SEDUTE

SINTESI GIORNALISTICA

Consiglio metropolitano

27 luglio 2018

Variazione di assestamento generale del Bilancio triennale 2018/2020, quarta Variazione, riconoscimento di debiti fuori bilancio e salvaguardia degli equilibri di bilancio 2018
La sindaca metropolitana Chiara Appendino ha ricordato che con la Variazione si è cercato di applicare il più possibile l’avanzo di bilancio per effetttuare investimenti sul territorio. Sono stati spostati sul conto capitale i 6 milioni derivanti dalla vendita delle azioni Sagat. Si è anche registrato un maggior gettito proveniente dai tributi di competenza dell’Ente e dai dividendi della partecipata Ativa. Nella situazione finanziaria non emergono particolari criticità e i debiti fuori bilancio derivanti da sentenze a cui si deve ottemperare ammontano a soli 14.000 euro. La Sindaca ha rilevato che sono ora disponibili maggiori risorse per la manutenzione del patrimonio immobiliare dell’Ente, delle strade e delle scuole medie superiori. Il consigliere Antonio Castello della Lista civica per il territorio ha preannunciato la preparazione in sede di Commissione Bilancio di una lettera con cui verrà avanzata la richiesta al Governo di ulteriori risorse. La Sindaca si è impegnata a proseguire il lavoro intrapreso nel 2017 con l’Anci per consentire agli Enti locali di avere maggiori spazi per gli investimenti. Il capogruppo della Lista civica per il territorio, Paolo Ruzzola, ha sottolineato che il Bilancio pareggia su una cifra superiore di 100 milioni rispetto a tre mesi orsono. Ruzzola ha preannunciato l’astensione del suo gruppo e ha sottolineato che, alla luce del miglioramento dei saldi del Bilancio, ci si può chiedere se fosse poi così urgente la recente rinegoziazione dei mutui, che comporta un beneficio di 500.000 euro in due anni. Il Capogruppo della Lista civica per il territorio ha sottolineato che vi sono 3 milioni di euro per ulteriori esigenze di investimento, a cui si aggiungono 5 milioni di risorse non impegnate nel 2017. Restano da recuperare per gli anni 2019 e 2020 gli ulteriori spazi finanziari per 14 milioni assegnati dal Governo alla Città metropolitana di Torino per il 2018. La deliberazione è stata approvata con 8 favorevoli e 7 astenuti.

Approvazione dell’accordo tra Regione Piemonte e Città metropolitana di Torino in merito al riordino delle funzioni delegate
Il vicesindaco Marco Marocco ha spiegato che il provvedimento deriva dalla Legge 56 sul riassetto istituzionale. Con l’accordo la Regione rinuncia ad acquisire gli uffici in corso Inghilterra e a Palazzo Cisterna in cui hanno sede i servizi a lei trasferiti. L’Ente regionale  acquisisce in cambio locali della Città metropolitana nella Villa Gianotti a Ivrea. È previsto un passaggio di risorse tra i due Enti per le spese di manutenzione, riscaldamento e pulizia dei locali e per i traslochi. La deliberazione è stata apparovata con 8 voti favorevoli e 8 astenuti.

Parere positivo sul progetto di fusione dei Comuni di Meugliano, Trausella e Vico Canavese
Il vicesindaco Marocco ha spiegato che la Città metropolitana ha istruito il parere sulla fusione, che è positivo, visto che i Comuni sono contermini e, fondendosi, darebbero vita a un nuovo Ente locale con 1033 cittadini residenti su di una superficie di 49,61 km quadrati. Il nuovo Comune offrirebbe servizi più omogenei ai cittadini. Il parere sottolinea che devono essere valutati gli impatti derivanti dalla fusione dei tre Comuni sul processo di liquidazione della Comunità Montana Val Chiusella, Valle Sacra e Dora Baltea Canavesana. Il capogruppo Vincenzo Barrea ha preannunciato il voto favorevole della Lista Città di città, suggerendo che la Città metropolitana agevoli l’accorpamento dei piccoli Comuni, eventualmente istituendo un fondo di sostegno. A giudizio di Barrea, la questione dovrebbe essere affrontata nella sede delle Zone omogenee. È vero che sono disponibili risorse regionali e statali, ma la Città metropolitana potrebbe mettere a disposizione fondi per quanto di propria competenza, ad esempio la viabilità. Il vicesindaco Marocco si è associato alla proposta, che potrebbe essere esplicitata in un ordine del giorno. Anche il consigliere Mauro Fava della Lista civica per il territorio si è associato alle considerazioni dei colleghi. La deliberazione è stata approvata all’unanimità dai 16 Consiglieri presenti.  

Proposta di mozione della lista “Città di città” sul trasporto pubblico locale, le tariffe degli abbonamenti annuali e la loro differenziazione in base all’Isee per i soli residenti a Torino
La mozione è stata illustrata dal consigliere della Lista Città di città Maurizio Piazza, che ha sottolineato come il coinvogimento dei Comuni dell’area metropolitana nella politica tariffaria del Gtt non sia avvenuto. Nella sua formulazione originaria, poi emendata, la mozione impegnava la Sindaca metropolitana a dissipare i dubbi, chiarendo il rapporto tra l’adeguamento tariffario del trasporto pubblico locale, le agevolazioni per i soli residenti di Torino, il piano di revisione del trasporto pubblico locale e la ridefinizione del bilancio di Gtt spa, società controllata dallo stesso Comune di Torino; ad affrontare il tema attraverso la convocazione dell’assemblea dell’Agenzia della Mobilità; a prevedere lo stanziamento di un fondo di bilancio per estendere le riduzioni dell’abbonamento dei giovani under 26, degli over 65 e dei disoccupati anche agli altri Comuni della cintura e garantire una parità di trattamento tra i cittadini della Città metropolitana. Il capogruppo del Movimento 5Stelle, Dimitri De Vita, in qualità di consigliere delegato ai trasporti, ha preannunciato il voto negativo del Movimento 5Stelle al testo così come era stato inizialmente formulato, ricordando che a Torino, sin dai tempi dell’amministrazione Chiamparino, il Comune si è fatto carico direttamente della riduzione delle tariffe di abbonamento. Giudicando strumentale la mozione, De Vita ha ricordato che la politica tariffaria del Gtt è stata approvata dai Comuni serviti dal Consorzio. Ogni Comune ha la facoltà di applicare analoghe agevolazioni per i propri cittadini. Piazza ha ribattuto che il servizio offerto dal Gtt è sempre più scadente e che i Comuni non sono stati coinvolti nella revisione delle linee e delle tariffe. De Vita ha risposto che la valutazione sul servizio deve essere fatta in sede di Agenzia della Mobilità e che occorre comunque mantenere il 35% di copertura del costo del servizio con la bigliettazione. Occorre a giudizio di De Vita una valutazione nella sede della Commissione trasporti e nell’Agenzia della Mobilità. Il capogruppo della Lista civica per il territorio, Paolo Ruzzola, ha affermato di non avere gli elementi per votare la mozione nel testo originale, perché occorre una valutazione dell’eventuale contributo della Città metropolitana per le agevolazioni tariffarie. A parere di Ruzzola, la Città metropolitana deve innanzitutto richiedere il rigoroso rispetto del contratto di servizio da parte di Gtt e, visto che vi sono Comuni che non sono rappresentati nell’Agenzia della Mobilità, sarebbe meglio elaborare nella Commissione consiliare competente una posizione comune da portare in tale sede. Il capogruppo della Lista Città di città, Vincenzo Barrea, ha ricordato che il confronto in Commissione c’è già stato e ha fatto riferimento alla modifica del sistema tariffario in base all’Isee. Secondo Barrea, i grandi Comuni hanno risorse per agevolare i propri cittadini, mentre quelli di dimensioni inferiori non le hanno: sarebbe quindi giusto che la Città metropolitana venga loro incontro. Il consigliere Antonio Castello della Lista civica per il territorio ha affermato che un accordo tra le forze politiche del Consiglio metropolitano sarebbe importante, perché la tematica tocca le famiglie. Castello ha chiesto una sospensione della seduta per emendare la mozione. Il consigliere De Vita ha ribadito la posizione contraria alla mozione da parte del Movimento 5Stelle. La sindaca Appendino, prima di laciare la seduta, ha fatto presenti le sue perplessità sul testo. Piazza ha nuovamente chiesto che venisse perlomeno valutata la costituzione di un fondo di sostegno. Il documento è stato emendato dopo una sospensione della seduta ed è stato illustrato dal consigliere Piazza. Il consigliere De Vita ha chiesto di togliere il riferimento alle agevolazioni tariffarie per i soli cittadini di Torino. Ruzzola ha valutato positivamente il testo condiviso. Il consigliere Stefano Audino del Movimento 5Stelle ha rilevato che, in una riunione sulla politica tariffaria convocata dal Gtt e dall’assessore torinese Maria Lapietra per il 3 luglio, su 25 Sindaci convocati ne erano presenti solo 8, il che segnala una scarsa attenzione di alcuni amministratori al tema. Il capogruppo Barrea ha ribattuto che evidentemente molti Sindaci non partecipano a riunioni convocate dal Gtt perché ritengono di non avere voce in capitolo. Si impone quindi una revisione delle “regole del gioco” sulle modalità con cui si decide la politica tariffaria. Il capogruppo Ruzzola ha rivolto un appello ad approvare una mozione unitaria. Dopo una lunga discussione sul testo definitivo, è stata accolta la richiesta di sostituire la parola “dissipare” con la parola “chiarire” nel testo emendato. La mozione è stata approvata con un’astensione e 14 voti favorevoli. Il testo impegna la Sindaca metropolitana a chiarire i dubbi avanzati da molti Comuni, chiarendo il rapporto tra l’adeguamento tariffario del trasporto pubblico locale, le agevolazioni per i soli residenti di Torino, il piano di revisione del trasporto pubblico locale e la ridefinizione del bilancio di Gtt spa; ad affrontare il tema attraverso la preposta Commissione della Città metropolitana convocando anche l’Agenzia della Mobilità metropolitana; a valutare la predisposizione dell’istituzione di uno specifico fondo di bilancio per estendere le riduzioni dell’abbonamento dei giovani under 26, degli over 65 e dei disoccupati anche agli altri Comuni della cintura e garantire una parità di trattamento tra i cittadini della Città metropolitana.  

Proposta di mozione della lista “Città di città” per la revisione delle autorizzazioni concesse al sito di stoccaggio rifiuti di Piscina
Il Consiglio metropolitano ha approvato all’unanimità dei 14 Consiglieri presenti in aula una mozione presentata dal gruppo di centrosinistra della lista “Città di città” sulle irregolarità riscontrate nell’impianto di recupero di rifiuti gestito dalla Piscina Recuperi srl nel Comune del Pinerolese. Il documento, illustrato dalla consigliera Monica Canalis, impegna la Sindaca e i Consiglieri delegati della Città metropolitana a effettuare un sopralluogo presso il sito di Piscina di concerto con l’amministrazione comunale, a rivedere e non estendere le autorizzazioni concesse alla Piscina Recuperi, a sollecitare un accertamento da parte dell’Arpa, a salvaguardare in ogni forma e con ogni mezzo l’ambiente e la salute della popolazione piscinese, mettendo in atto tutte le verifiche richieste dall’amministrazione comunale. Il vicesindaco metropolitano Marco Marocco ha riferito quanto emerso durante un sopralluogo effettuato l’11 luglio scorso dal servizio Pianificazione e gestione rifiuti della Città metropolitana. È stata innanzitutto notificata alla società Piscina Recuperi la revoca dell’autorizzazione per la produzione di biomassa combustibile da rifiuti di legno non trattato. Il 25 luglio è stato inoltre assunto un provvedimento di diffida nei confronti della società, a fronte di una serie di rilievi contestati durante il sopralluogo: la presenza di rifiuti stoccati in un’area agricola interdetta al deposito e la non corrispondenza tra i quantitativi di alcune tipologie di rifiuti in stoccaggio e le quantità previste dall’autorizzazione: 16 tonnellate di carta contro le 5 autorizzate, 20 tonnellate di rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche contro le 5 autorizzate, 4,65 tonnellate di cavi di provenienza domestica contro le 2 autorizzate. Sono inoltre state contestate le modalità di deposito dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, l’assenza di una delimitazione delle aree destinate allo stoccaggio delle diverse tipologie, la mancanza della cartellonistica indicante i rifiuti depositati. Con la diffida del 25 luglio scorso è stato chiesto alla Piscina Recuperi di adeguare entro sessanta giorni dalla notifica il lay out dell’impianto in relazione alla modifica sostanziale dell’attività approvata nell’ottobre 2017. Tale modifica consente la gestione di rifiuti pericolosi provenienti da micro raccolta – peraltro non ancora avviata – e prevede la realizzazione di strutture all’interno del capannone della ditta. In caso le prescrizioni contenute nella diffida non venissero attuate è prevista la revoca dell’autorizzazione. Le inadempienze segnalate nella diffida sono penalmente perseguibili ai sensi dell’articolo 156 4° comma del decreto legislativo 68 del 2015 e di esse è stata informata l’autorità giudiziaria, con la contestuale contestazione delle ipotesi di reato alla ditta. A tali ipotesi è applicata la prescrizione, con i termini di scadenza in linea con la diffida. La mancata ottemperanza alla diffida produrrà la conseguente notizia di reato. Come segnalato anche nel testo della mozione, già nel 2016 il Comune di Piscina aveva espresso parere negativo a una richiesta di modifica delle tipologie di rifiuti stoccati nell’impianto, motivata dall’alto numero di tipologie di rifiuti, pericolosi e non pericolosi, rispetto agli spazi disponibili e all’assenza di presidi anti-incendio. Il 16 giugno del 2017 i Carabinieri della stazione di Pinerolo avevano contestato alcune violazioni, tra cui la persistenza di una porzione di piazzale su un terreno a destinazione agricola, mentre il 1° settembre dello stesso anno la Polizia locale aveva constatato una quantità eccessiva di materiale stoccato. Nello scorso mese di marzo il Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri ha sequestrato un automezzo della Piscina Recuperi e avviato la procedura di contestazione e prescrizione prevista dalla legge 68 del 2015. A sua volta Il servizio Pianificazione e gestione rifiuti della Città metropolitana ha chiesto il 4 aprile all’Arpa di effettuare un accertamento, per verificare le modalità di gestione dell’attività e il rispetto delle prescrizioni autorizzative.

Proposta di ordine del giorno della Lista civica per il territorio per la sospensione del piano di alienazione degli alloggi approvato dall’Agenzia territoriale per la casa
Il consigliere Antonio Castello della Lista civica per il territorio ha ricordato che l’Atc Torino potrebbe alienare sino al 75% del proprio patrimonio abitativo: 13mila abitazioni su 18mila. Il testo della mozione chiede che nel valutare il piano delle alienazioni si tenga conto dell’emergenza abitativa nei singoli Comuni. Il problema riguarda soprattutto alloggi di grandi dimensioni, di cui hanno necessità i Comuni. La mozione chiede la convocazione di un tavolo interistituzionale di confronto con l’Atc, al fine di tenere presenti le esigenze dei Comuni. Il consigliere Roberto Montà della Lista Città di città si è associato allo spirito della mozione, ma ha ricordato che i Comuni sono rappresentati nella Conferenza dei Sindaci dell’Atc ed è quella la sede in cui devono far sentire la propria voce. Montà ha anche ricordato che il piano delle alienazioni per gli Atc è una scelta obbligata, a fronte della mancanza di risorse stanziate dallo Stato. Castello ha risposto che i Sindaci non sono stati coinvolti nelle scelte sulle alienazioni. L’ordine del giorno, emendato su proposta del consigliere Castello per ottenere la condivisione di tutti i gruppi, è stato approvato all’unanimità dai 12 Consiglieri presenti in aula.   

Riconoscimento della lingua dei segni italiana
La mozione, su cui riferiamo anche in un altro articolo del presente numero di “Cronache”, è stata approvata all’unanimità dai 12 Consiglieri presenti ed è stata illustrata dalla consigliera Monica Canalis, che ha ricordato come il riconoscimento della lingua dei segni è un segnale preciso nella direzione dell’inclusione sociale e lavorativa delle persone sorde. L’approvazione della mozione da parte dei Comuni e della Città metropolitana servirebbe come sprone alla Regione Piemonte, affinché emani il regolamento attuativo della legge 9 del 2012, che prevede lo stanziamento di risorse per facilitare la diffusione della lingua dei segni anche tra i non sordi, soprattutto nei servizi pubblici come gli uffici dell’anagrafe e le scuole dell’infanzia. Il consigliere Antonio Castello ha precisato che, come anche la Regione, la Città metropolitana può promuovere il riconoscimento della lingua dei segni, ma non procedere a tale riconoscimento, che spetta al Governo nazionale. Castello ha proposto un emendamento con cui si auspica l’insegnamento della lingua dei segni nella scuola a tutti gli allievi. La consigliera delegata Silvia Cossu ha espresso condivisione sulla mozione, anche se, a suo parere, sarebbe stato meglio affrontare la questione nella competente Commissione, insieme a quella dell’alfabeto Braille. Anche Cossu ha stigmatizzato la mancata adozione del regolamento di attuazione della legge regionale. Nella seduta è intervenuto anche Serafino Timeo, presidente provinciale dell’Unione Nazionale Sordi Onlus, il quale, esprimendosi nella lingua dei segni, ha ringraziato l’assemblea per aver votato la mozione e ha ricordato che il riconoscimento della lingua dei segni è un atto non pietistico, che riconosce l’identità dei sordi, in linea con l’indirizzo dell’Onu per il rispetto dei diritti dei sordi. Il riconoscimento della Lis offre benefici anche agli udenti, aiutando la comunicazione e l’integrazione reciproca tra la comunità udente e quella dei sordi. È necessario aiutare i bambini e gli studenti sordi per portare avanti i loro studi e integrarsi nella società. Ogni bambino deve avere la libertà di utilizzare il metodo di comunicazione preferito, che sia il linguaggio verbale o la lingua dei segni.