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Cittàmetropolitana di Torino

RESOCONTO DELLE SEDUTE

SINTESI GIORNALISTICA

Consiglio metropolitano

25 maggio 2017

Adozione dello schema del rendiconto della gestione per l'esercizio 2016
La deliberazione è stata approvata con alcuni emendamenti tecnici, a correzione di meri errori materiali. I voti favorevoli sono stati otto e altrettante le astensioni. Sui contenuti della relazione, illustrata dal vicesindaco metropolitano, riferiamo in un'altra pagina di “Cronache”. Il rendicono sarà sottoposto al parere della Conferenza metropolitana dei sindaci, convocata per mercoledì 7 giugno alle 15 nell'auditorium della sede di corso Inghilterra 7.
Quella del 7 giugno sarà la prima seduta della Conferenza metropolitana nel corso del 2017 e la seconda dall'insediamento della sindaca Chiara Appendino. Sono componenti della Conferenza i sindaci dei 315 Comuni della Città metropolitana, i quali, in caso di assenza o impedimento, possono farsi sostituire esclusivamente dal loro vicesindaco. Sempre il 7 giugno è prevista anche una seduta del Consiglio metropolitano.

Intervento d'urgenza per lavori di messa in sicurezza sulla strada provinciale 23 del Colle del Sestriere al km 84+700, al Km 85 +250 e al Km 91+400, nei territori dei comuni di Pragelato e Sestriere.
La deliberazione, brevemente illustrata dal consigliere delegato ai lavori pubblici, è stata approvata all'unanimità dai 16 consiglieri presenti in aula. La spesa prevista per i lavori è di 16.000 Euro.

Dismissione al comune di Ivrea di reliquato di modeste dimensioni lungo la sponda destra della Dora Baltea.
La delibera è stata illustrata dal vicesindaco metropolitana ed è stata approvata all'unanimità dai 15 consiglieri presenti. Il terreno di circa 300 metri quadrati, adiacente all'istituto scolastico Cena, verrà ceduto gratuitamente al Comune, che lo utilizzerà per completare il sentiero naturalistico di collegamento tra il nuovo ponte-passerella sulla Dora e la sede dell'Ivrea Canoa Club. La cessione eviterà alla Città metropolitana di continuare a sostenere i costi di manutenzione.

Rinegoziazione 2017 dei prestiti concessi alla Città metropolitana dalla Cassa Depositi e Prestiti, approvata con 8 voti favorevoli
Il vicesindaco ha spiegato che l'Ente ha aderito all'offerta di rinegoziazione del debito da parte della Cassa Depositi e Prestiti, al fine di rimodulare la distribuzione dei flussi di pagamento delle rate di ammortamento dei debiti non oggetto di operazioni di finanza derivata, liberando così risorse per il finanziamento dei servizi.
L'analisi dei flussi finanziari dimostra un saldo positivo di 12.463 euro del valore attualizzato dei flussi complessivi derivante dalla rinegoziazione. L'analisi confronta le rate di ammortamento dei singoli mutui prima e dopo la rinegoziazione e i coefficienti di attualizzazione dell'onere del debito. Il risparmio dell'intera rata per il 2017 sarà di 3.824.000 euro, di cui 1.117.300 euro di quota capitale e 2.706.766 euro di interessi. Lo spostamento del pagamento degli interessi al 31 gennaio 2018 comporterà maggiori oneri sul bilancio del prossimo anno. Qualora sussistano nel corso del presente anno disponibilità finanziarie di bilancio e spazi finanziari disponibili, l'impatto della quota di interessi delle rate potrà essere anticipato al 2017, mediante variazioni di bilancio. Rispetto alla situazione precedente alla rinegoziazione le rate pagate annualmente saranno maggiori di 30.000 euro l'anno fino al 2045. La delibera è stata approvata con 8 voti favorevoli e 7 astenuti  

Interrogazione del gruppo Città di città sui Servizi interni
Uno degli interroganti del gruppo Città di città ha fatto riferimento a una riunione del gruppo di lavoro sulla presenza del lupo nelle vallate alpine, di cui fanno parte funzionari dei Servizi tutela fauna e flora e aree protette e vigilanza ambientale, durante la quale sarebbe stata avanzata da parte di quest'ultimo servizio la richiesta di avere  l'esclusiva di eventuali indagini di polizia giudiziaria nei casi di rinvenimento di lupi morti.
Il consigliere interrogante ha affermato che sembrerebbe essersi verificato un atteggiamento di avversità o di critica aperta verso dipendenti del Servizio tutela fauna e flora. La questione riguarda in particolare un dipendente, oggi in quiescenza, che ha ricevuto un riconoscimento da parte della Federcaccia. Secondo l'interrogante valorizzare la professionalità di un dipendente cha ha occupato un ruolo importante può essere significativo per sottolineare la presenza all'interno dell'Ente di funzionari validi.
L'interrogante ha ricordato il passato impegno con le Guardie ecologiche volontarie della consigliera delegata all'ambiente, ai parchi e aree protette e alla tutela della fauna e della flora, affermando di essere sicuro che la consigliera opererà in maniera da non dar adito al dubbio che si voglia cercare di privilegiare la componente delle Guardie ecologiche volontarie rispetto al personale del Servizio tutela fauna e flora.
Il consigliere interrogante ha poi sottolineato che il personale dipendente di tale servizio è tenuto non solo a contestare verbali e sanzioni per violazioni alle norme di legge in materia di fauna selvatica (potere ispettivo), ma a impegnarsi direttamente nella tutela e nella diffusione delle conoscenze sul patrimonio faunistico.
L'interrogazione ha chiesto se l'attuale amministrazione intende mantenere la divisione tra un servizio dedicato alla vigilanza ambientale ed uno dedicato alla gestione della fauna. Il ruolo del volontariato, secondo l'interrogante, deve essere un supporto nella vigilanza e non nell'attività di gestione. Ha inoltre chiesto se è o meno significativo ai fini di una eventuale riorganizzazione dei servizi il fatto che la consigliera delegata abbia chiesto al dirigente del Servizio tutela fauna e flora di una relazione dettagliata sull'attività svolta nell'ultimo triennio da tutti i singoli operatori del servizio, inclusi -e con particolare attenzione alle attività da loro esercitate- alcuni dipendenti già collocati a riposo.
La richiesta di informazioni comprenderebbe il numero di verbali compilati, il numero di ispezioni e di interventi di contenimento della fauna selvatica. La consigliera delegata ha risposto che nella riunione in oggetto vi era stato un malinteso e che c'era già stato un chiarimento tra i funzionari dei due servizi. Ha poi precisato che in entrambi i servizi operano sia i volontari che dipendenti dell'Ente e che in entrambi i servizi vi sono dipendenti che svolgono attività di vigilanza come agenti e/o ufficiali di polizia giudiziaria: quelli del Servizio tutela fauna e flora nell'intero territorio, quelli del Servizio aree protette nelle suddette aree. Tali dipendenti possono essere incaricati dagli uffici giudiziari di indagini aggiuntive. La richiesta del dirigente del Servizio aree protette di occuparsi dell'attività ispettiva sul lupo non era punitiva e non riguardava personale volontario.
La consigliera delegata ha spiegato che la proposta del Servizio aree protette di coordinare tutta l'attività di polizia giudiziaria nei caso di rinvenimento di carcasse di lupo non è stata accettata di buon grado dai colleghi dell'altro servizio, ma che vi è comunque stato un chiarimento. Inoltre, la richiesta di conoscere i dati sull'attività ispettiva del Servizio tutela fauna e flora non era punitiva, inquisitoria o accusatoria, ma volta solamente a valutare la distribuzione dei carichi di lavoro, in vista della costituzione di un gruppo di lavoro sulla presenza del lupo nelle vallate alpine. Così come la richiesta non rientrava in un'ottica di una riorganizzazione dei servizi, ma a mettere a disposizione dati certi sull'attività, per chiarire che tutti lavorano nel migliore dei modi.
La consigliera delegata ha ammesso che forse l'amministrazione ha peccato di inesperienza, muovendosi in modo impulsivo e suscitando una reazione. Si è pertanto concordato che i dati che dovranno essere prodotti saranno aggregati e non dettagliati in relazione ai singoli dipendenti. La consigliera delegata ha poi precisato che una funzionaria del Servizio aree protette ha affermato di essersi sentita in imbarazzo al momento della consegna del premio di Federcaccia a un agente faunistico-ambientale andato in quiescenza, nel contesto di un convegno in cui si contestavano i dati del progetto Life Wolf Alps, di cui la Città metropolitana è partner. Il sentimento della funzionaria in questione nulla a che fare con la correttezza e con l'attività del dipendente del Servizio tutela fauna e flora premiato da Federcaccia. La consigliera ha poi precisato che la sua passata attività come Gev non influisce sulla sue valutazioni e sulla gestione dei servizi su cui ha competenza, in particolare in materia di gestione di fauna selvatica e di attività venatoria. Ha sottolineato di aver recentemente premiato e ringraziato per la loro opera i selecontrollori e le guardie venatorie volontarie appartenenti a associazioni venatorie, poiché l'Ente deve essere grato ai volontari che prestano la loro opera nel rispetto dell'ambiente e delle normative di legge. Alcune province piemontesi hanno già accorpato i servizi che si occupano di parchi e di tutela fauna e flora, ma la Città metropolitana di Torino non ha ancora preso decisioni in tal senso. Tali decisioni saranno oggetto di una consultazione con i sindacati, il personale e i dirigenti.
Sulla questione della separazione tra attività ispettive e attività gestionali la consigliera delegata ha ricordato che in entrambi i servizi vengono portate avanti e che l'attuale amministrazione ritiene che le due attività possano continuare a convivere nello stesso servizio. L'attività di ispezione, vigilanza e sanzionamento delle violazioni è importante, stante la scarsa propensione di molti cittadini a rispettare le regole.
Il consigliere interrogante ha preso atto dell'ammissione di un errore e dell'inesperienza da parte della consigliera delegata, così come della precisazione sulla correttezza dell'operato del personale del Servizio tutela fauna e flora. Ha chiesto inoltre che non si siano valutazioni generiche sulla correttezza ambientale del cittadino italiano medio.   

Interrogazione della Lista Civica per il territorio sulle barriere antirumore alla Cascina Bergera
L'interrogante, appartenente al gruppo della Lista civica per il territorio, ha ricordato che gli interventi di riduzione dell'impatto acustico di competenza dell'Ativa non sono stati realizzati interamente nei tempi indicati dalla società concessionaria della Tangenziale di Torino.
La consigliera delegata all'ambiente ha spiegato che i competenti uffici della Città metropolitana si sono occupati più volte della questione e che la società concessionaria ha presentato un piano finanziario degli interventi per il periodo 2013-2016. Tale piano è in attesa di approvazione da parte del Ministero delle infrastrutture dei trasporti e comprende anche l'installazione delle barriere antirumore alla Cascina Bergera. L'intervento sarà quindi realizzato una volta che l'approvazione sia stata rilasciata.
La Città metropolitana ritiene l'opera come necessaria, ma non possiede competenze normative in materia. L'Ente può solo sollecitare al Ministero competente l'approvazione del piano finanziario. Il consigliere interrogante ha chiesto che la Città metropolitana approfondisca la questione con il Ministero, sollecitando l'adozione dell'atto di sua competenza.